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Dino Compagni e la sua cronica;

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170 II, XIX, XX ; pag. 195-198.degli impotenti: i Neri potenti domandavano danari a' Bianchi: maritavansifanciulle a forza: uccideansi uomini. E quando una casa arde.aforte, messer Carlo domandava: « Che fuoco è quello? » Erali rispostoche era una capanna, quando era un ricco pa<strong>la</strong>zzo. E questo malfare5 durò giorni sei; che cosi era ordinato.* Il contado ardea da ogni parte.I priori per piata del<strong>la</strong> città, vedendo multiplicare il malfare, chiamoronomerzè a molti popo<strong>la</strong>ni potenti, pregandoli per Dio avessonopiata del<strong>la</strong> loro città ; i quali niente ne vollono fare. E però <strong>la</strong>scioronoil priorato.1.0 Entrorono i nuovi priori a di vili di novenhre 1301: e furono BaldoEidolfi, Duccio di Gherardino Magalotti, Neri di messer Iacopo Ardinghelli,Ammannato di Rota Beccannugi, messer Andrea da Cerreto, Riccodi ser Compagno degli Albizi , Tedice Manovelli gonfaloniere di giustizia;pessimi popo<strong>la</strong>ni, e potenti nel<strong>la</strong> loro parte. Li quali feciono leggi.16 che i priori vecchi in ninno luogo si potessono raunare, a pena del<strong>la</strong>testa. E compiuti i sei di utili stabiliti a rubare, elessono per podestàmesser Caute Gabrielli d'Agobbio; il quale riparò a molti mali e amolte accuse fatte, e molte ne consenti.[XX.] Uno cavaliere del<strong>la</strong> somiglianza di Catellina romano , ma più20 crudele di lui, gentile di sangue, bello del corpo, piacevole par<strong>la</strong>tore,addorno di belli costumi, sottile d'ingegno, con l'animo sempre intentoa malfare, col quale molti masnadieri si raunavano e gran sèguito avea,molte arsioni e molte ruberie fece fare, e gran dannaggio a' Cerchi ea' loro amici; molto avere guadagnò, e in grande alteza sali. Costui fu25 messer Corso Donato, che per <strong>sua</strong> superbia fu chiamato il Barone; chequando passava per <strong>la</strong> terra, molti gridavano: « Viva il Barone » ;e parca<strong>la</strong> terra <strong>sua</strong>. La vanagloria ilguidava, e molti servigi facea.Messer Carlo di Valos, signore di grande e disordinata spesa, convennepalesasse <strong>la</strong> <strong>sua</strong> rea intenzione , e cominciò a volere trarre da-30 nari da' cittadini. Fece richiedere i priori vecchi, i quali tanto avea magnificati,e invitati a mangiare, e a cui avea promesso, per <strong>sua</strong> fedee per sue lettere bol<strong>la</strong>te, di non abbattere gli onori del<strong>la</strong> città e nonoffendere le leggi municipali; volea da loro trarre danari, opponendogli aveano vietato il passo , e preso l'uficio del paciaro, e offeso parte35 guelfa, e a Poggi Bonizi aveano cominciato a far bastia, contro all' onoredel re di Francia e suo: e cosi gli perseguitava, per trarre danari. E4. uno ricco — 7. pregando — avessino—24. altezza— 25. Donati — 27. faceva— 29. tra-S.<strong>la</strong>sciorno — 10. addi — fumo— 12. Beccanugi re — 30. Facea — 32. per <strong>sua</strong> — ordini del<strong>la</strong>— 13. Albizzi — 14. feciano — 15. potessino — città—33. leggi ; voleva da loro trare — 34. ave-21. adorno — 22. al malfare — 22. aveva — vano — ofeso — 35. Poggibonizi — fare— al' —* Anche il Codice anticipa qui il capoverso: cfr. il Commento , pag. 195 , not. 11,

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