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Dino Compagni e la sua cronica;

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164 II, XII, XIll; pag. 170-174.piata del<strong>la</strong> città che per altra cagione. E nel<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> di San Bernardofui io in nome di tutto l'ufi ciò, e ebbivi molti popo<strong>la</strong>ni, i più potenti,perchè sanza loro fare non si potea.Ciò furono Clone Magalotti, SegnaAngiolini, Noffo Guidi, per parte Nera: messer Lapo Falconieri, Cece5 Canigiani, e '1 Corazza Ubaldini, per parte Bianca. E a loro umilmentepar<strong>la</strong>i, con gran tenereza, dello scampo del<strong>la</strong> città, dicendo: « Io voglio» fare Puficio comune, da poi che per gara degli ufìci è tanta discordia.»Fumo d'accordo, e eleggemo sei cittadini comuni, tre de' Neri e trede' Bianchi. Il settimo, che dividere non si potea, eleggemo di si poco^0 valore, che ninno ne dubitava. I quali, scritti, posi su l'altare. E NoffoGuidi parlò, e disse: « Io dirò cosa, che tu mi terrai crudele cittadino ».E io li dissi che tacesse; e pur parlò, e fu di tanta arroganza, che midomandò, che mi piacesse far <strong>la</strong> loro parte, nell'ufficio, maggiore chel'altra: che tanto fu a dire, quanto « disfa' 1' altra parte », e me porre^5 nel luogo di Giuda. E io li risposi che innanzi io facessi tanto tradimento,dare' i miei figliuoli a mangiare a' cani. E cosi da collegio cipartimo.[XIII.] Messer Carlo di Valos ci facea spesso invitare a mangiare.Rispondavalli , che per nostro saramento <strong>la</strong> legge ci constrignea che20 fare non lo potavamo (e ciò era vero), perchè fra noi stimavamo checontro a nostra volontà ci arebbe ritenuti. Ma pure un giorno ci trassedi pa<strong>la</strong>zzo, dicendo che a Santa Maria Novel<strong>la</strong> fuori del<strong>la</strong> terra voleapar<strong>la</strong>mentare per bene de' cittadini ;e che piacesse al<strong>la</strong> signoria esservi.Ma perchè troppo sospetto mostrava il negarlo, diliberamo che tre di25 noi v'andassimo, e gli altri rimanesson in pa<strong>la</strong>zo.Messer Carlo fé' armare <strong>la</strong> <strong>sua</strong> gente, e poscia al<strong>la</strong> guardia del<strong>la</strong>città alle porti, dentro e di fuori : però che i falsi consiglieri gli dissonoche dentro non potrebbe tornare, e che <strong>la</strong> porta li sarebbe serrata. Esotto questo protesto aveano pensato malvagiamente , che se <strong>la</strong> signoreria vi fu sse ita tutta, d'ucciderci fuori del<strong>la</strong> porta, e correre <strong>la</strong> terraper loro. E ciò non venne loro fatto, perchè non ve ne andorono più che^^tre; a' quali niente disse, come colui che non volea par<strong>la</strong>re, ma si uccidere.Molti cittadini si dolfono di noi per quel<strong>la</strong> andata, parendo loro cheandassono al martirio. E quando furono tornati, lodavano Iddio che damorte gli avea scanpati.I signori erano stimo<strong>la</strong>ti da ogni parte. I buoni diceano , che guardassonoben loro e <strong>la</strong> loro città: i rei li contendeano con questioni; e1. Santo — 3. poteva — 6. tenerezza — 22. voleva — 24. diliberorno — 25. andassino8. elegemo — 9. poteva, elegemo — 10. in su — rimanessino in pa<strong>la</strong>zzo — 28. potrebbono —— 12. e pure — 13. dimandò — fare — 15. inan- 30. di ucciderci — 31. andò — 32. voleva —zi io facessi — 16. darei — 18. faceva — 19. Ri- 34. andassino fumo — 35. aveva — 37. guarspondavànll— costrigneva — 21. voluntà — dassino bene — quistioni —

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