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Dino Compagni e la sua cronica;

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II, V, VI, vii; pag. lu-iw. .159Cerchi non fassoro stati * distrutti e i loro seguaci : e questo male sipotea fare sanza <strong>la</strong> distruzione del<strong>la</strong> terra , tanto era grande <strong>la</strong> loro ])otenzia.[VI.] Ordinorono e procurorono i Guelfi Neri, che messer Carlo diValos, che era in Corte, venisse in Firenze: e fecesi il diposito, pel 6soldo suo e de' suoi cavalieri , di fiorini lxx"^ ; e condussoUo a Siena. Equando fu quivi, mandò anbasciadori a Firenze messer Guiglielmo francioso,cherico , uomo disleale e cattivo, quantunque in apparenza paressebuono e benigno, e uno cavaliere provenzale che era il contrario, conlettere del loro signore. 10Giunti in Firenze , visitorono <strong>la</strong> Signoria con gran reverenzia, edomandarono par<strong>la</strong>re al gran Consiglio; che fu loro concesso. Nel qualper loro parlò uno advocato da Volterra, che con loro aveano, uomofalso e poco savio: e assai disordinatamente parlò: e disse che il sanguereale di Francia era venuto in Toscana , so<strong>la</strong>mente per mettere pace 15nel<strong>la</strong> parte di santa Chiesa, e per grande amore che al<strong>la</strong> città portavae a detta parte; e che il Papa il mandava, siccome signore che se nepotea ben fidare, però che il sangue del<strong>la</strong> casa di Francia mai nontradì né amico ne nimico; il perchè dovesse loro piacere, venisse a fareil suo uficio. 20Molti dicitori si levarono in pie, affocati per dire e magnificaremesser Carlo, e andarono al<strong>la</strong> ringhiera tosto ciascuno per esser ilprimo; ma i Signori niuno <strong>la</strong>sciorono par<strong>la</strong>re. Ma tanti furono, che giianbasciadori s' avidono che <strong>la</strong> parte che volea messer Carlo era maggioree più baldanzosa che quel<strong>la</strong> non lo volea : e al loro signore scris- 25sono, che aveano inteso che <strong>la</strong> parte de'Donati era assai innalzata, e <strong>la</strong>parte de' Cerchi era assai abbassata.I Signori dissono agli anbasciadori, risponderebbono alloro signoreper anbasciata; e intanto preson loro consiglio : perchè, essendo <strong>la</strong> novitàgrande, niente voieano fare sanza il consentimento de' loro cit- 50tadini.[VII.] Eichiesono adunque il Consiglio generale del<strong>la</strong> Parte Guelfa edelli Lxxii mestieri d'Arti, i quali avean tutti consoli, e inposono loro,1. fussero — seguaci — 4. procurorno — essere — 23. <strong>la</strong>sciorno — 23-24. fumo, che6. condussonlo — 7. m. Guglielmo — 8. apa- gì' imbasciadori s' aviddono — 25. voleva —renza — 11. visitorno — riverenzia — 12. do- 26. inalzata — 27. abassata — 28. imbasciadorimandorno — quale — 13. avocato — 18. bene — 29. imbasciata — presono — 30. voleanfarc— 20. r uficio — 21. afoca.ti — 22. andorono — senza — 33. tutti i —* Senibra qui che al trascrittore prima venisse posto strutti quasi x)er anticipazione del<strong>la</strong>paro<strong>la</strong> seguente distrutti, poi abbia corretto stru in sta, ma non, per isvista, tti in ti. Dorraicchiando, forse: che anche quei fussoro e potessero, ivi accanto, sono desinenze verbali alui insolite.

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