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Dino Compagni e la sua cronica;

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II, iir, IV, V; pag. 134-140. 157E tanta paura li misono, che venne, fuori di Pistoia, per <strong>la</strong> via d'unpiccolo fiumicello, mostrando contro a Pistoia maltalento. E quis'adenpiè<strong>la</strong>profezia d' uno antico vil<strong>la</strong>no, il quale lungo tenpo innanzi avea detto:€ Verrà di ponente un signore su per 1' Onbroncello , il qual farà gran» cose: il perchè gli animali che portano le some, per cagione del<strong>la</strong> <strong>sua</strong> 5venuta, andranno su per le cime delle torri di Pistoia ».[IV.]Passò messer Carlo in Corte di Roma, sanza entrare in Firenze;e molto fu stimo<strong>la</strong>to , e molti sospetti li furono messi nell' animo. Il signorenon conoscea i Toscani né le malizie loro. Messer Muciatto Fraiizesi,cavaliere di gran malizia, picciolo del<strong>la</strong> persona, ma di grande 10animo, conoscea ben <strong>la</strong> malizia delle parole erano dette al signore: eperchè anche lui era corrotto , li confermava quello che pe' seminatoridegli scandoli gli era detto , che ogni di gli erano dintorno.Aveano i Guelfi bianchi inbasciadori in Corte di Roma, e i Sanesi*in loro compagnia, ma non erano interi. Era tra loro alcuno nocivo 16uomo : fra' quali fu messer Ubaldino Ma<strong>la</strong>volti giudice , Sanese **, pienodi gavil<strong>la</strong>zioni, il quale ristette per cammino per raddomandare certegiuridizioni d' uno castello il quale teneano i Fiorentini, dicendo che alui appartenea; e tanto impedi a' compagni il cammino, che non giunsonoa tenpo. 20Giunti li anbasciadori in Roma, il Papa gli ebbe soli in camera, edisse loro in segreto: « Perchè siete voi cosi ostinati? Umiliatevi a me: e» io vi dico in verità, che io non ò altra intenzione che di vostra pace.» Tornate indietro due di voi; e abiano <strong>la</strong> mia benedizione, se procu-» rano che sia ubidita <strong>la</strong> mia volontà ». .25(V.] In questo stante furono in Firenze eletti nuovi Signori,quasi diconcordia d' amendue le parti, uomini non sospetti e buoni, di cui ilpopolo minuto ^Drese grande speranza; e cosi <strong>la</strong> parte bianca, perchèfurono uomini uniti e sanza baldanza,' e aveano volontà d' acomunaregli ufìci, dicendo: « Questo è l'ultimo rimedio ». 30I loro adversari n' ebbono speranza, perchè li conosceano uominideboli e pacifici; iquali sotto spezie di pace credeano leggiermente poterliingannare.I Signori furono questi , che entrorono a di 15 d' ottobre 1301 : Lapodel Pace Angiolieri, Lippe di Falco Canbio, e io <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong>, Giro- 35l.missoao — uno — 3. inanzi —4. il quale mino— 21. gl'imbasciadori— ebe — 22. secreto— 5. portono — 6. su pelle — 8. ne l'animo— — 23. ho — 26. In questo tempo — eletti i9. M. Mucciatto — 11. bene — 12. gli confor- nuovi — 27. amcndua — 29. fumo — avevonotava — 15. intesi — 17. per il camino per ado- voluntà d' accumunare — 31. avei-sari — comandare— 18. di uno — 19. apartenea — ca- noscevano — 32. legiermente — 34. addi —* Cfr. il Commento, pag. 137, not. 12, ** C/r, il Commento, loc. cit.

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