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Dino Compagni e la sua cronica;

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I, XX, XXI ; pag. 92-97. 1-Ì9uomo bellissimo, ma di poca malizia, né di bel par<strong>la</strong>re; e però spessodicea: * « Ha ragliiato oggi 1' asino di Porta? » ;e molto lo spregiava. Echiamava Guido , Cavicchia. E cosi rapportavano i giul<strong>la</strong>ri, e spezialmenteuno si chiamava Scampolino, che rapportava molto peggio non sidiceva, perchè i Cerchi si movessono a briga co' Donati. I Cerchi non 6si moveano, ma minacciavano con 1' amistà de' Pisani e delli Aretini. IDonati ne temeano, e diceano che i Cerchi aveano fatta lega co' Ghibellinidi Toscana: e tanto l'infamarono, che venne a orecchi del Papa.[XXI.j Sedea in quel tempo nel<strong>la</strong> sedia di San Piero papa Bonifazioviij*^, il quale fu di grande ardire e alto ingegno, e guidava <strong>la</strong> 10Chiesa a suo modo, e abbassava chi non li consentia. Erano con lui <strong>sua</strong>mercatanti gli Spini, famiglia di Firenze ricca e potente: e per lorostava là Simone Gherardi, uomo pratico in simile esercizio; e con lui erauno figliuolo d'uno affinatore d'ariento, fiorentino, si chiamava il NeroCanbi, uomo astuto e di sottile ingegno, ma crudo e spiacevole. Il quale 15tanto aoperò col Papa per abassare lo stato de' Cerchi e de' loro sequaci, .che mandò a Firenze messer frate Matteo d'Acquasparta, cardinalePortuense, per pacificare i Fiorentini. Ma niente fece, perchè dalle partinon ebbe <strong>la</strong> commessione volea, e però sdegnato si parti di Firenze.Andando una vilia di San Giovanni l'Arti a offerere, come era 20usanza, e essendo i consoli innanzi, furono manomessi da certi grandi,e battuti, dicendo loro: « Noi siamo quelli che demo <strong>la</strong> sconfitta in Cam-» paldino; e voi ci avete rimossi degli ufici e onori del<strong>la</strong> nostra città ».I Signori, sdegnati, ebbono consiglio da più cittadini, e io <strong>Dino</strong> fui unodi quelli. E confinorono alcuni di ciascuna parte: cioè, per <strong>la</strong> parte 25de' Donati, messer Corso e Sinibaldo Donati, messer Rosso e messerRossellino del<strong>la</strong> Tosa, messer Giachinotto e messer Pazino de'Pazi,messer Geri Spini, messer Porco Ranieri, e loro consorti, al Castel del<strong>la</strong>Pieve; e per <strong>la</strong> parte de' Cerchi, messer Gentile e Messer Torrigiano eCarbone de' Cerchi, Guido Cavalcanti, Baschiera del<strong>la</strong> Tosa, Baldinac- 305. (licca — movessìno — 6. col<strong>la</strong> — degli — 19. voleva — 20. Santo — ofcrta ** —— 8. gV infamorono — 9. Santo — 11. consen- 21. usanza, essendo — inanzi — 24. isdegnatltiva. E erano — 14. di uno affinatore di — — di più — 27. m. Pazzino dc'Pazzi — 28. Ca-16. abbassare — seguaci — 17. Aquasparta stello —* Il Codice: ....né di bel pai'<strong>la</strong>re , E p° spesso dicea. E p° dicea. Tale lezione, non curatain posteriori manoscritti (....nò però spesso dicea e però dicea, quello del 1514) da nessunodegli editori {me compreso), potrebbe anche non essere, come fu creduta, materialmente erroneaper ripetizione di parole; chi attribuisse a Vieri il primo dicea (« aringava, par<strong>la</strong>va ne' consigli»),conservando a Corso motteggiatore il dicea secondo. Ma anche cosi il testo è, probabilmente,corrotto {forse, ....e pure spesso dicea. E però dicea :); ed io ^nemmcn questa volta osoabbandonare <strong>la</strong> volgata delle edizioni.** Cfr. il Commento ,pag. 96 , noi. 16. La postil<strong>la</strong> ivi riferita {vedi anche nel<strong>la</strong> prefazioneal volume , pag. xi) di Salvino Salvini, « a offerere, dice un altro testo », io credo cheaccenni al nostro Codice,

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