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Dino Compagni e la sua cronica;

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I, XIX, \\; pag. 82-87. 14-7avea il marito in prigione ove lui, fece fare lime sorde e altri ferri,co' * quali ruppono le prigioni, e fuggirono.[XX.J La città, retta con poca giustizia, cadde in nuovo pericolo,perchè i cittadini si cominciorono a dividere per gara d'ufici, abbominandol'uno l'altro. Intervenne, che una famiglia che si chiamavano i 5Cerchi (uomini di basso stato, ma buoni mercatanti e gran ricchi, e vestivanobene, eteneano molti famigli e cavalli, e aveano bel<strong>la</strong> apparenza),alcuni di loro comperorono il pa<strong>la</strong>gio de' conti ,** che era pressoalle case de' Pazzi e de' Donati, i quali erano più antichi di sangue, manon si ricchi: onde, veggendo i Cerchi salire in altezza (avendo murato 10e cresciuto il pa<strong>la</strong>zzo, e tenendo gran vita),cominciorono avere i Donatigrande odio contra loro.*** Il quale crebbe assai, perchè messer Corso Donati,cavaliere di grande animo, essendoglisi morta <strong>la</strong> moglie, ne ritolseun'altra, figliuo<strong>la</strong> che fu di messer Accierito da Gaville, <strong>la</strong> quale erareda: ma non consentendo i parenti di lei, perchè aspettavano quel<strong>la</strong> redità,<strong>la</strong> madre del<strong>la</strong> fanciul<strong>la</strong>, vedendolo bellissimo uomo, contro al<strong>la</strong>volontà degli altri conchiuse il parentado. I Cerchi, parenti di messerNeri da Gaville, cominciarono a sdegnare, ea procurare non avesse <strong>la</strong>redità; ma pur per forza 1' ebbe. Di che si generò molto scandolo e pericoloper <strong>la</strong> città e per speziali persone. E essendo alcuni giovanide' Cerchi sostenuti per una malleveria nel cortiledel Podestà come èusanza, fu loro presentato uno migliaccio di porco, del quale chi nemangiò ebbe pericolosa infermità, e alcuni ne morirono; il perchè nel<strong>la</strong>città ne fu gran remore, perchè eran molto amati: del quale malificio fumolto incolpato messer Corso. Non si cercò il malificio, però che non sipotea provare; mal' odio pur crebbe di giorno in giorno, per modo chei Cerchi li cominciorono a <strong>la</strong>sciare, e le rannate *^** del<strong>la</strong> Parte, e accostarsia' popo<strong>la</strong>ni e reggenti. Da' quali erano ben veduti, si perchè eranoVo201. dove lui — 2. e andoronsi con Dio — — 13. essendogli — 14. una altra, figliuo<strong>la</strong>4. cominciorno — 4-5. di ufici, abominando— di m. Accirrito — 18. cominciorno — 27. gli6-7. vestiano — 7. cavagli — 8. comprorono — cominciorono a <strong>la</strong>sciare alle rannate — 28. erode'conti, che — 9. ei'ono — 12. contro a loro no —* Il Codice, 00 = con: ma <strong>la</strong> credo una svista.** C/r. il Commento, pag. 83-84, not. 6. Si conferma qui ciò che ivi notai, attribuendo asaccenteria di copisti sia <strong>la</strong> <strong>la</strong>cuna dopo conti , sia <strong>la</strong> riempitura di essa con Guidi. L' autorenon poteva certamente ignorare o dimenticare , e perciò <strong>la</strong>sciare in Manco, quel casato: ma alcopista, anche del secolo XV, conti solo non voleva più dire, come ai Fiorentini del Trecento,conti Guidi; quindi il credere, che all' autore fosse rimasto nel<strong>la</strong> penna il cognome. Vedrai casoidentico a pag. 150. Il solo Ms. del 1514 dà, tuff e due le volte, <strong>la</strong> vera e trecentistica lesione<strong>la</strong> quale io seguii.*** La lettera del Codice contralloro porgerebbe anche <strong>la</strong> lezione contr' a loro , se a loronon fosse continuamente scritto alloro, e cosi dalloro.**** Cfr. il Commento, pag. 86 , not. 17. La lezione c7je cZa? oocZtce (elle rannate) riceve confermapuò interpètrarsi : < cominciarono a <strong>la</strong>sciare i Donati, e le raunate del<strong>la</strong> Parte » , chevorrebbe poi dire i Grandi; i quali in quelle raunate, o consigli, spadroneggiavano. Costruttoidentico in II, vii: « / conducitori lo confortavano , e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> gente, e diceano ».

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