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Dino Compagni e la sua cronica;

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,138 I, IX, X; pag. 37-42.ni, e altre castel<strong>la</strong> di Valdelsa: si che fu il numero, cavalli mccc e assaipedoni.[X.] Mossone le insegne al giorno ordinato i Fiorentini, per andarein terra di nimici: e passarono per Casentino per male vie; ove,5 se avessono trovati i nimici, arebbono ricevuto assai danno: ma non volleDio. E giunsono presso a Bibbiena, a uno luogo si chiama Campaldinodove erauo i nimici: e quivi si fermorono, e feciono una schiera. I capitanidel<strong>la</strong> guerra misono i feditori al<strong>la</strong> fronte del<strong>la</strong> schiera; e i palvesi,col campo bianco e giglio vermiglio, furono atte<strong>la</strong>ti dinanzi. Allora ilio Vescovo, che avea corta vista, domandò: « Quelle, che mura sono? »Fugli risposto: « I palvesi de' nimici ».Messer Barone de' Mangiadori da San Miniato , franco et espertocavaliere in fatti d'arme, raunati gli uomini d'arme, disse loro: « Si-» gnori, le guerre di Toscana si sogliono vincere per bene assalire; e15 » non duravano, e pochi uomini vi moriano, che non era in uso 1' ucci-» derli. Ora è mutato modo , e vinconsi per stare bene fermi. Il perchè» io vi consiglio, che voi stiate forti, e <strong>la</strong>sciateli assalire ». E cosi disjjosonodi fare. Gli Aretini assalirono il campo si vigorosamente e contanta forza, che <strong>la</strong> schiera de' Fiorentini forte rinculò. La battaglia fu20 molto aspra e dura: cavalieri novelli vi s'erano fatti dall'una parte edall'altra. Messer Corso Donati con <strong>la</strong> brigata de' Pistoiesi fedi i nimiciper costa. Le quadrel<strong>la</strong> pioveano: gli Aretini n' aveano poche, et eranofediti per costa, onde erano scoperti: l'aria era coperta di nuvoli, <strong>la</strong>polvere era grandissima. I pedoni degli Aretini si metteano carpone25 sotto i ventri de' cavalli con le coltel<strong>la</strong> in mano, e sbudel<strong>la</strong>valli: e de' lorofeditori trascorsone tanto, che nel mezo del<strong>la</strong> schiera furono mortimolti di ciascuna parte. Molti quel di, che erano stimati di grande prodeza,furono vili; e molti, di cui non si par<strong>la</strong>va, furono stimati. Assaipregio v' ebbe il balio del capitano , e fuvi morto. Fu fedito messer Binde30 del Baschiera Tosinghi; e cosi tornò a Firenze, ma fra pochi di mori.Del<strong>la</strong> parte de' nimici fu morto il Vescovo, e messer Guiglielmo de'Pazifranco cavaliere, Bonconte e Leccio da Montefeltri, e altri valenti uomini.Il conte Guido non aspettò il fine, ma sanza dare colpo di spadasi parti. Molto bene provò messer Vieri de' Cerchi et uno suo figliuolo ca-35 valiere al<strong>la</strong> costa di sé. Furono rotti gii Aretini, non per viltà ne per poca4. passonio — 5. avessino — riceuto — no — 23. erono — 23-24. nugoli , <strong>la</strong> polvere6. Iddio. Giunsono — Bibiena — 8. missono grandissima — 24. delli — mettevano carponi— 10. aveva — 12. Saminiato — 14. si soglia- — 25. cavagli colle — sbudel<strong>la</strong>vanli — 26. mezno*— 17. forte — <strong>la</strong>sciategli — 18. assalirno zo — 27-28. prodezza— 31. el Vescovo — m.Gu-— 20-21. dal<strong>la</strong> una e dal<strong>la</strong> altra parte — glielmo de' Pazzi — 32. Buoncontc — 34. e21. col<strong>la</strong> — 22. piovevano — avevan — ed ero- uno — 35. Furano —* Mi semhrano perdurare le ragioni che rendono preferibile ^ anche contro il Codice , <strong>la</strong>lesione da me seguita. Cfr. il Commento ,pag . 40, not. 12 infine.

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