Dino Compagni e la sua cronica;

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.,,136 I, VII, vili; pag, 31-34.[VII.]I Guelfi fiorentini e potenti aveano gran voglia andare a ostoad Arezo: ma a molti altri, popolani, non parea; si perchè diceano laimpresa non esser giusta, e per sdegno aveano con loro degli ufici. Purj)resono a soldo uno capitano , chiamato messer Baldovino di Soppino6 con ecce** cavalli: ma il Papa lo ritenne, e però non venne.Gli Aretini richiesono molti nobili e potenti Ghibellini di Romagnadella Marca, e da Orvieto: e mostravano gran francheza di volere labattaglia, e acconciavansi a difendere la loro città, e di prendere ilvantaggio a' passi. I Fiorentini richiesono i Pistoiesi, i Lucchesi, Bolo-10 gnosi, Sanesi, e Sanminiatesi, e Mainardo da Susinana gran capitano,che avea per moglie una de' Tosinghi.In quel tempo venne in Firenze il re Carlo di Sicilia, che andava aRoma il;quale fu dal Comune onoratamente presentato , e con palio earmeggerie: e da' Guelfi fu richiesto d'uno capitano con leinsegne sue.16 II quale lasciò loro messer Amerigo di Nerbona, suo barone e gentileuomo, giovane e bellissimo del corpo, ma non molto sperto in fattid'arme, ma rimase con lui uno antico cavaliere suo balio, e molti altricavalieri atti et esperti a guerra , e con gran soldo e provisione.LVIII.l II Vescovo d'Arezo , come savio uomo considerando quel che20 advenire gli potea della guerra, cercava patteggiarsi co' Fiorentini, euscire con tutta la schiatta sua d'Arezo, e dar loro le sue castella delvescovado in pegno; e per le rendite e pe' fedeli volea , l'anno, fiorini in»i,i quali li promettesse messer Vieri de' Cerchi ricchissimo cittadino. Mai Signori che erano in quel tempo, erano in gran discordia: i quali furono25 messer Ruggieri da Cuona giudice , messer Iacopo da Certaldo giudiceBernardo di messer Manfredi Adimari, Pagno Bordoni, Dino Compagniautore di questa Cronaca, e Dino di Giovanni, vocato Pecora, che furonoda di XV d' aprile a di xv di giugno 1289. La cagione della discordiafu, che alcuni di loro voleano le castella del Vescovo, e spezialmente30 Bibiena bello e forte, alcuni no; né non voleano la guerra, considerandoil male che di quella segue: pur infine per tutti si consenti di pigliarle,ma non per disfarle. E d'accordo rimisono in Dino Compagni, perchèera buono e savio uomo, ne facesse quanto li paresse: il quale mandò1. avevano — 2. Arezzo — pareva — di- schiatta d'Arezzo — sua — 22. pelle rendite —cevauo — 3. essere — avevano — Pure — 4. da voleva — 23. gli promettessi — 24. fumo —Soppino — 5. cavagli — 7. franchezza — 25. Quona — 27. Cronica — fumo — 28. addì10. Samminiatesi — 11. aveva — 14. di uno— -29. volevano— 30. alcuni non; né volevano,colle insegne sua — 18. guen-a, con— 19. Arez- — 31. pure — 32. disfare — rimasono in Dinozo — 20. avvenire gli poteva — 21. sua di Giovanni * —* Cosi la volgata, che io seguii; e Dino Compagni mi parve addirittura un errore {cfr. ilCommento ,pag. 34, not. 11). Ma o perchè non Dino Compagni? Il valore e significato storicodella frase che segue, buono e savio uomo^ imo essere {vedi V Indice filologico alle vocibuono e savio) di « uomo di governo, avente autorità nello Stato, autorevole * , non altro: che equanto dire, conciliahilissimo con la modestia autobiografica.

I, Vili, IX; pa;x. 31-37. 137per messer Durazzo, nuovamente fatto da lui cavaliere, e in lui commiseconcMudesse il trattato col Vescovo il meglio potesse. *Il Vescovo d'Arezo in questo mezo pensò, die se consentisse al trattato,sarebbe traditore; e però ranno i principali di sua parte, e quelliconfortò prendessono accordo co' Fiorentini : e che egli non volea perdereBibbiena, e che la fusseafforzata e difesa; altrimenti prenderebbeaccordo egli. Gli Aretini , sdegnati per le parole sue,perchè ogni lorodisegno si rompeva, ordinavano di farlo uccidere: se non che messerGruiglielmo de'Pazi, suo consorto, che era nel consiglio, disse che sarebbestato molto contento l'avessono fatto, non l'avendo saputo; maessendoaie richiesto, non lo consentirebbe, che non volea esser micidialedel sangue suo. Allora deliberarono di pigliarla eglino; e come disperati,sanza altro consiglio si misono in punto.[IX.J Sentitasi pé' Fiorentini la loro diliberazione, i capitani e governatoridella guerra tennono consiglio nella chiesa di San Giovanni, 15per qual via fusse il megiiore andare , si che fornire si potesse il campodi quel bisognasse. Alcuni lodavano l'andata per Valdarno, acciò che,andando per altra via, gli Aretini non cavalcassono quivi, e nonardessono i casamenti del contado: alcuni lodavano la via del Casentino,dicendo che quella era migliore via, assegnandone molte ragioni. Uno 20savio vecchio, chiamato Orlando da Chiusi, e Sasso da Murlo, gran castellani,temendo di loro deboli castella, dierono per consiglio si pigliassequella via, dubitando che, se altra via si pigliasse, non fussono dagliAretini disfatte, che erano di lor contado; e messer Rinaldo de'Bostoli,che era degli usciti d'Arezo, con loro s' accordò. Dicitori vi furono assai; 95le pallottole segrete si dierono: vinsesi d'andare per Casentino. Ma contutto fusse più dubbiosa e pericolosa via, il meglio ne segui.Fatta tal diliberazione, i Fiorentini accolsono l'amistà; che furono:i Bolognesi con CG cavalli. Lucchesi con co. Pistoiesi con ce; de' qualifu capitano messer Corso Donati cavaliere fiorentino: Mainardo da Susi- 30nana con xx cavallie ccc fanti a pie, messer Malpiglio Ciccioni con xxv,e messer Barone Mangiadori da San Miniato, li Squarcialupi , i Colligia-101-2. m. Durazzo, conchiudesse il trattato {lejiberbrno — 13. missono — 14. deliberazionecol Vescovo (novamente da lui fatto cavaliere), — 15. tennano — 16. migliore — 18. cavalcascin lui commi sse facesse col Vescovo el me- sino — 19. ardessino — 20. via; assegnavonneglio potessi — 3. Arezzo — mezzo — 5. pren- molte i*agione — 22. debili — dicrno — 23. fussidessino— voleva — 6. Bibiena —7. sua — no — 24. loro— 25. Arezzo — fumo — 26. dier-9. m. Guglielmo de' Pazzi — 10. avessino — no — di — 28. tale deliberazione — 31. cavagli11. nollo — voleva essere — 12. di sangue — — appiè — Ciccioni xxv — 32. Saminiato —* Cfr. il Commento, pag. 34, not. 12. Il codice conferma la volgata che io abbandonai.Chi la rivolesse può interpetrare : * il quale mandò per messer Durazzo, fatto testé cavalieredal Vescovo, e e,ac. * La relazione del pronome luì al Vescovo, sarebbe determinata dall' esserquesti ricordato avanti, e poi immediatamente appresso e in questo medesimo , comecchessianon felice, xieriodo.Dino Compagni e la sua Cronica (Testo). i8

.,,136 I, VII, vili; pag, 31-34.[VII.]I Guelfi fiorentini e potenti aveano gran voglia andare a ostoad Arezo: ma a molti altri, popo<strong>la</strong>ni, non parea; si perchè diceano <strong>la</strong>impresa non esser giusta, e per sdegno aveano con loro degli ufici. Purj)resono a soldo uno capitano , chiamato messer Baldovino di Soppino6 con ecce** cavalli: ma il Papa lo ritenne, e però non venne.Gli Aretini richiesono molti nobili e potenti Ghibellini di Romagnadel<strong>la</strong> Marca, e da Orvieto: e mostravano gran francheza di volere <strong>la</strong>battaglia, e acconciavansi a difendere <strong>la</strong> loro città, e di prendere ilvantaggio a' passi. I Fiorentini richiesono i Pistoiesi, i Lucchesi, Bolo-10 gnosi, Sanesi, e Sanminiatesi, e Mainardo da Susinana gran capitano,che avea per moglie una de' Tosinghi.In quel tempo venne in Firenze il re Carlo di Sicilia, che andava aRoma il;quale fu dal Comune onoratamente presentato , e con palio earmeggerie: e da' Guelfi fu richiesto d'uno capitano con leinsegne sue.16 II quale <strong>la</strong>sciò loro messer Amerigo di Nerbona, suo barone e gentileuomo, giovane e bellissimo del corpo, ma non molto sperto in fattid'arme, ma rimase con lui uno antico cavaliere suo balio, e molti altricavalieri atti et esperti a guerra , e con gran soldo e provisione.LVIII.l II Vescovo d'Arezo , come savio uomo considerando quel che20 advenire gli potea del<strong>la</strong> guerra, cercava patteggiarsi co' Fiorentini, euscire con tutta <strong>la</strong> schiatta <strong>sua</strong> d'Arezo, e dar loro le sue castel<strong>la</strong> delvescovado in pegno; e per le rendite e pe' fedeli volea , l'anno, fiorini in»i,i quali li promettesse messer Vieri de' Cerchi ricchissimo cittadino. Mai Signori che erano in quel tempo, erano in gran discordia: i quali furono25 messer Ruggieri da Cuona giudice , messer Iacopo da Certaldo giudiceBernardo di messer Manfredi Adimari, Pagno Bordoni, <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong>autore di questa Cronaca, e <strong>Dino</strong> di Giovanni, vocato Pecora, che furonoda di XV d' aprile a di xv di giugno 1289. La cagione del<strong>la</strong> discordiafu, che alcuni di loro voleano le castel<strong>la</strong> del Vescovo, e spezialmente30 Bibiena bello e forte, alcuni no; né non voleano <strong>la</strong> guerra, considerandoil male che di quel<strong>la</strong> segue: pur infine per tutti si consenti di pigliarle,ma non per disfarle. E d'accordo rimisono in <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong>, perchèera buono e savio uomo, ne facesse quanto li paresse: il quale mandò1. avevano — 2. Arezzo — pareva — di- schiatta d'Arezzo — <strong>sua</strong> — 22. pelle rendite —cevauo — 3. essere — avevano — Pure — 4. da voleva — 23. gli promettessi — 24. fumo —Soppino — 5. cavagli — 7. franchezza — 25. Quona — 27. Cronica — fumo — 28. addì10. Samminiatesi — 11. aveva — 14. di uno— -29. volevano— 30. alcuni non; né volevano,colle insegne <strong>sua</strong> — 18. guen-a, con— 19. Arez- — 31. pure — 32. disfare — rimasono in <strong>Dino</strong>zo — 20. avvenire gli poteva — 21. <strong>sua</strong> di Giovanni * —* Cosi <strong>la</strong> volgata, che io seguii; e <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong> mi parve addirittura un errore {cfr. ilCommento ,pag. 34, not. 11). Ma o perchè non <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong>? Il valore e significato storicodel<strong>la</strong> frase che segue, buono e savio uomo^ imo essere {vedi V Indice filologico alle vocibuono e savio) di « uomo di governo, avente autorità nello Stato, autorevole * , non altro: che equanto dire, conciliahilissimo con <strong>la</strong> modestia autobiografica.

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