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Dino Compagni e la sua cronica;

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,134 I, III, IV; pag. 21-26.tra loro li ufici di fuori; e al governo del<strong>la</strong> città ordinò xim cittadini,cioè vili guelfi e vi ghibellini; e a molte altre cose pose ordine,ad amendue le parti, legandoli sotto <strong>la</strong> Chiesa di Roma. Le qualie patti e promesse fé' scrivere tra le leggi municipali del<strong>la</strong> città.e peneleggi6 La potente e superba famiglia degli liberti, sentenziò stesse alcunotempo a' confini , con altri di loro parte : e dove fussono le loro famiglie,godere i loro beni come gli altri ;e a quelli che sostenessono lo incaricode' confini, fusse dato dal Comune, per ristoro delsuo esilio, alcuni danariil di, ma meno al non cavaliere che al cavaliere.10 [IV.] Stando amendue le parti nel<strong>la</strong> città, godendo i benefici del<strong>la</strong>pace , i Guelfi che erano più potenti cominciorono di giorno in giorno acontraffare a' patti del<strong>la</strong> pace. Prima tolsono i sa<strong>la</strong>ri a' confinati;poi achiamare gli ufi ci sanza ordine; i confinati feciono rubelli: e tanto montòil soprastare , che levorono in tutto gli onori e' benefici a' Ghibellini16 onde crebbe tra loro <strong>la</strong> discordia. Onde alcuni, pensando ciò che ne poteaadvenire, furono con alcuni de' principali del popolo, pregandoli ciponessono rimedio, acciò che per discordia <strong>la</strong> terra non perisse. Il perchè,alcuni popo<strong>la</strong>ri gustando le parole si porgeano, si raunorono insiemesei cittadini popo<strong>la</strong>ni, fra' quali io <strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong> fui, che per20 giovaneza non conoscea le pene delle leggi, ma <strong>la</strong> purità de l'animo e<strong>la</strong> cagione che <strong>la</strong> città venia in mutamento. Par<strong>la</strong>i sopra ciò, e tantoandamo convertendo cittadini, che furono eletti tre cittadini capidell'Arti, i quali aiutassono i mercatanti e artieri dove bisognasse:i quali furono Bartolo di messer Iacopo de' Bardi, Salvi del Chiaro Giro-25 <strong>la</strong>mi, e Hosso Bacherelli; e raunoronsi nel<strong>la</strong> chiesa di San Brocolo. Etanto crebbe <strong>la</strong> baldanza de'popo<strong>la</strong>ni co' detti tre, vedendo che non eranocontesi; e tanto li riscaldorono le franche parole de' cittadini, i quali par<strong>la</strong>vanodel<strong>la</strong> loro libertà e delle ingiurie ricevute ;e presono tanto ardire,che feciono ordini e leggi, che duro sarebbe suto di rimuoverle. Altre50 gran cose non feciono , ma del loro debile principio ferono assai. Il dettoufìcio fu creato per due mesi , i quali cominciorono a di xv di giugno 1282 :il quale finito, se ne creò sei, uno per sestiero, per due mesi, checominciorono a di xv d'agosto 1282. E chiamoronsi Priori dell'Arti: e stettonorinchiusi nel<strong>la</strong> torre del<strong>la</strong> Castagna appresso al<strong>la</strong> Badia, acciò35 non temessono le minaccio de' potenti: e potessono portare arme in perpetuo: e altri brivilegi ebbono : e furono loro dati sei famigli e sei ber-3. a amendua — 5. alcun — 6. fussiuo — — dell' animo — 22. andammo — fumo —7. sostenessino — 10. amendua — benifici — 23. aiutassino — 24. fumo — 25. Santo —11. erouo — cominciorno — 12. contrafare — 27. gli riscaldorno — 28. riceiite — 29. ordine13. senza — ribelli — 14. benifici — 15. ac- — 31. dua — cominciorno addi — 32. dua —crebbe — 16. poteva avvenire , fumo — 17. pò- 33. cominciorno addi — 35. temessino le minessino— 18. popu<strong>la</strong>ri — porgieno — rau- nacce — potessino — 36-37. e altri previlegi : enomo — 20. giovanezza — conosceva— legge furono dati loro vi famigli e vi beruvieri —

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