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n botiziarioibliografico66n. 66 / 2011 - sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padovaperiodico della Giunta regionale del Veneto


<strong>nb</strong>66Notiziario Bibliograficon. 66 / 11periodico quadrimestrale d’informazione bibliograficaa cura della Giunta regionale del Venetocomitato promotoreLuca ZaiaPresidente della Regione del VenetoMarino ZorzatoVice Presidente - Assessore al Territorio,alla Cultura e agli Affari GeneraliRegione del VenetoAngelo TabaroSegretario regionale per la CulturaRegione del Venetocomitato di redazioneUlderico BernardiUniversità Ca’ Foscari di VeneziaFausta BressaniDirigente regionale Direzione Beni CulturaliMassimo Canellagià Dirigente Servizio Beni Librari, Archivistici e MuseiSaveria ChemottiUniversità degli Studi di PadovaMaria Teresa De GregorioDirigente regionaleDirezione Attività Culturali e SpettacoloChiara FinessoResponsabile di redazionePierantonio GiosDirettore Biblioteca CapitolareCuria Vescovile di PadovaGiuseppe GullinoUniversità degli Studi di PadovaAmerigo RestucciUniversità Iuav di VeneziaAnna Maria Spiazzigià Soprintendente per i Beni Storici, Artisticied Etnoantropologici per le provincedi Venezia, Belluno, Padova e TrevisoBianca Lanfranchi Strinagià Soprintendente ai Beni archivistici del VenetoLorenzo TomasinUniversità Ca’ Foscari di VeneziaMarino Zorzigià Direttore Biblioteca Nazionale Marcianadirettore editorialeRomano Toninresponsabile di redazioneChiara Finessosegreteria di redazioneGiovanna Battiston, Barbara Da FornoSusanna Falcheroprogetto grafico<strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong> casa editrice, Laura RigonimpaginazioneSara Pierobon2 notiziariobibliografico66collaboratori alla redazionedi questo numeroBarbara Ceccato, Diego CrivellariBarbara Da Forno, Maria Teresa De GregorioSusanna Falchero, Pier Luigi FantelliGuido Galesso Nadir, Giorgia GallinaGessica Indorato, Alessandro LiseKatiuscia Moltisanti, Francesca MunerGiulia Nazzaro, Francesco PassadoreAlessandro Pezzin, Silvia PiacentiniSara Pierobon, Angelo Tabaro, Romano ToninTiziano Vecchiato, Matteo Viale, Mirco ZagoTobia Zanon, Piero Zanotto, Marino Zorzatocollaboratori alla rassegna bibliograficaGiovanna Battiston, Barbara Da FornoSusanna Falchero, Gessica IndoratoLaura Organte, Sara Pierobondirezione e redazioneGiunta regionale del VenetoDirezione Attività Culturali e Spettacolo30121 Venezia - Palazzo ScerimanCannaregio Lista di Spagna, 168tel. 041 2792710 - fax 041 2792794e-mail: notiziariobibliografico@regione.veneto.itRecapito della Redazione“Notiziario Bibliografico”presso <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong> casa editrice35121 Padova | via Cassan 34 (piazza Eremitani)tel. 049 8360887 | fax 049 8360864e-mail: notiziariobibliografico@poligrafo.it(tutti i materiali per la rivista vanno inviatia questo indirizzo)Direttore responsabile: Franco MiraccoPeriodicità quadrimestraleTiratura 15.000 copieEditore <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong> - Regione del VenetoAutoriz. del Tribunale di Padova n. 1291del 21-6-1991Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/cLegge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa -Filiale di PadovaStampa Litocenter - Piazzola sul Brenta (pd)chiuso per la stampa: settembre 2012<strong>Il</strong> “Notiziario Bibliografico” è consultabileintegralmente on lineI L P O L I G R A F O<strong>Il</strong> “Notiziario Bibliografico” si proponecome strumento vivo per conoscere– con rubriche, recensioni, approfondimenti –quanto viene pubblicato, nei più diversi ambiti,in Veneto e sul Veneto.<strong>Il</strong> percorso iconografico “le murrine”, che attraversale rubriche della rivista, propone, di volta in volta,un tema tratto da varie opere pittoriche.La “murrina”, opera d’artigianato tipicamenteveneziano, è il risultato della lavorazione a tagliodi una canna di vetro interamente realizzata a mano:la canna viene composta da diversi stratidi vetro colorato, con una tecnica artigianale unica,conosciuta solo nell’isola di Muranoe tramandata per centinaia di anni di padre in figlio.In questo senso, “le murrine” diventano una lente,dispositivo attraverso cui filtrare lo sguardosull’arte e sulla tradizione del Veneto, e non solo.In questo numero le “murrine” esplorano un tematrasversale e senza tempo come quello del viaggio.<strong>Il</strong> viaggio come scoperta, curiosità, fascinazione,ma anche come indispensabile momento di crescitaindividuale, come rivelazione e possibile strumentodi formazione e conoscenza del mondo e dell’altro.


indice7 La Regione Veneto per i Beni culturali.I siti veneti inseriti nel patrimonio universale dell’umanità:promuovere il territorio, valorizzare le eccellenzeOn. Marino ZorzatoVice Presidente - Assessore al Territorio, alla Culturae agli Affari Generali - Regione del Veneto11 Ippolito Nievo, un grande autore tra letteratura e storia.A centocinquant’anni dalla morte dello scrittoredelle Confessioni di un italiano (1861-2011)Angelo TabaroSegretario regionale per la Cultura - Regione del Veneto15 In viaggio con Emilio Salgari. Sulle orme del padredel romanzo d’avventura nel centenario della morte (1911-2011)Maria Teresa De GregorioDirigente regionale Direzione Attività Culturali e SpettacoloRegione del Venetoe indicazioni metodologiche per progettilegati all’educazone ambientale nelle scuoleSusanna Falchero21 Lo sport nel Veneto,a cura di Antonio Sambo e Sandro PerinSusanna Falchero21 Stefano Lorenzetto, Cuor di Veneto.Anatomia di un popolo che fu nazioneDiego Crivellari22 Francesco Jori, Dalla Liga alla Lega.Storia, movimenti, protagonistiDiego Crivellari22 Umberto Zane, Un ruggito lungo un secolo.Cento anni di calcio a Venezia e a MestreSusanna FalcheroLingua - Tradizionirecensioni e segnalazioniStoria della chiesa19 Verona storico-religiosa.Testimonianze di una storia millenaria,a cura di Pier Angelo CarozziSara Pierobon19 Paolo Miotto, Una storia castellana al femminile.<strong>Il</strong> monastero domenicano di S. Chiara e del Redentorea Castelfranco Veneto (1602-1808)Sara Pierobon19 Insieme nella carità. Per una storia della San VincenzoSilvia Piacentini20 Miriam Curti, Chiese scomparse nelle pievidi Mel, Trichiana e LentinaiKatiuscia MoltisantiScienze sociali20 Le attività socio sanitarie internazionali della Regione Veneto.Rapporto 2005-2010, a cura di Luigi Bertinato, Francesco Ronfinie Giancarlo RuscittiSusanna Falchero21 Ippolito Lamedica, <strong>Il</strong> Giardino dei bambini e degli anziani.Storia di un percorso di progettazione partecipata22 Tra filologia, storia e tradizioni popolari.Per Marisa Milani (1997-2007),a cura di Luciano Morbiato e Ivano PaccagnellaAlessandro Pezzin23 <strong>Il</strong> Veneto e la cultura popolare fra passato e presente,a cura di Mario GeccheleAlessandro Pezzin23 Luigi Pianca, Tera de la me dhent / Terra della mia gente.Storie de parsone, figure vive de natura e de teritoriotradotte in italianoAlessandro Pezzin24 Lucia Nadin e per i disegni Fabio Santin, Giochi Prohibiti.Bandi contro il gioco scolpiti sui muri di VeneziaPiero Zanotto24 Zughi, conte e cante de paese raccolti a Rosegaferrodal 1975 ad oggi, a cura di Michela CordioliMatteo Viale25 Laura Simeoni, Fiabe e leggende vicentineSusanna Falchero25 Luigina Battistutta, Fiabe e leggende del CadoreSusanna Falchero26 Corrado Ferri, Tommaso Zaghini, Giro girotondo.Storia delle antiche giostre e delle moderne macchineda divertimentoSusanna Falcheronotiziariobibliografico66 3


26 L’antico Maglio di Breganze. L’uomo, le macchine, gli attrezzi,i manufatti, a cura dell’Associazione Museo del MaglioSusanna FalcheroArchitettura - Urbanistica - Paesaggio27 Ottavio Bertotti Scamozzi, <strong>Il</strong> Forestiere istrutto nelle cosepiù rare di Architettura e di alcune Pitture della città di Vicenza.Arricchito di trentasei tavole incise in rameFrancesca Muner27 <strong>Il</strong> Castelnuovo di Padova, la fortezza mancata,a cura di Ugo FadiniPier Luigi Fantelli28 Spazio ricucito. Restauro e recupero del Castello di Rovigo,a cura di Fiorenza Ronsisvalle e Elena LavezzoDiego Crivellari29 Chiara Donà, Selvaggiano. Un letterato, un luogo e la sua storiaMirco Zago29 Marco Pasa, Luciano Rognini, Palazzo Rosso.La villa Bevilacqua Lazise-Cometti, un gioiello della ValpantenaSilvia Piacentini30 Geo-Oikos. Nuovi territori 2009, a cura di Davide LonghiDiego Crivellari30 Strade del Nordest. Territori e paesaggi, architetturae ingegneria. Ricerca su alcuni temi prioritari relativial sistema infrastrutturale stradale del Veneto,a cura di Serena MaffiolettiDiego Crivellari30 Venezia sistema Mose. Studi di inserimento architettonicodelle opere mobili alle bocche lagunari per la difesadalle acque alte, a cura di Andrea Groppello e Paola VirgioliDiego Crivellari31 Aldo Rossi a Borgoricco, a cura di Chiara VisentinGuido Galesso Nadir31 Domenico Luciano Consolo. Architetto pittoreGuido Galesso Nadir32 Fare centro. Proposte per il centro città di Mestre,a cura di Patrizio M. MartinelliDiego CrivellariLetteratura32 Michele Bordin, Anna Scannapieco,Antologia della critica goldoniana e gozzianaTobia Zanon33 Melchiorre Cesarotti, a cura di Antonio DanieleAlessandro Lisecataloghi di mostre e musei35 Giorgione, a cura di Enrico Maria dal Pozzolo e Lionello PuppiBarbara Ceccato35 Cima da Conegliano. Poeta del paesaggio,a cura di Giovanni Carlo Federico VillaBarbara Ceccato36 Tesori della musica veneta del Cinquecento.La policoralità, Giovanni Matteo Asola e Giovanni Croce,a cura di Iain Fenlon e Antonio LovatoFrancesco Passadore36 Laudate Dominum Omnes Gentes.Corali dei conventi francescani del Veneto al Museo diocesanodi Vicenza, a cura di Maria Cristina ZanardiSara Pierobon37 Album Fogazzaro,a cura di Adriana Chemello, Fabio Finotti, Adele ScarpariGessica Indorato37 <strong>Il</strong> monumento ai Caduti della Grande Guerra a Treviso.Gloria di Arturo Stagliano 1926-1931,a cura di Anna Maria Spiazzi, Monica Pregnolato,Maria E. GerhardingerSara Pierobon38 Paesaggi africani, 1937-1939.Disegni e incisioni di Lino Bianchi Barriviera,a cura di Silvia Bianchi con Francesca GhersettiBarbara Da Forno38 Veneto. Fotografie tra ’800 e ’900 nelle collezioni Alinari,a cura di Italo ZannierBarbara Da Forno39 Scultura Futurista 1909-1944. Omaggio a Mino Rosso,a cura di Beatrice Buscaroli, Roberto Floreanie Alessandra Possamai VitaGiulia Nazzaro39 Pope. Dal Gesto al Colore, a cura di Dino MarangonGiulia Nazzaro40 Ernesto Mattiuzzi. Un pittore fra classicismo e modernitàBarbara Da Forno40 Le Forme del Moderno. Scultura a Ca’ Pesaro.Da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad Arturo MartiniBarbara Da Forno41 Fernanda Duso. Antologica. <strong>Il</strong> segno sensibile,a cura di Maria Luisa BiancottoBarbara Da Forno41 Gianni Turin. Atmosfere Energie Silenzi 2009Barbara Da Forno4 notiziariobibliografico66


l’editoria nel veneto43 <strong>Il</strong> grande libro di San Marco.Ferdinando Ongania, editore veneziano,a cento anni dalla morte (1911-2011)Romano Toninistituzioni e cultura47 La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.Una storica istituzione per l’arte contemporaneaGiorgia Gallina50 La Fondazione Emanuela Zancan onlusCentro studi e ricerca sociale.Un impegno al servizio della personaTiziano Vecchiato70 Quaderni della ProcuratoriaArte, storia, restauri della Basilica di San Marco a Venezia71 Rassegna veneta di studi musicali71 Saggi e Memorie di storia dell’arte71 Studi tizianeschiAnnuario della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore72 Studi vivaldianiRivista annuale dell’Istituto Antonio Vivaldidella Fondazione Giorgio Cini73 Territorio e Ambiente VenetiRivista interdisciplinare di Architettura Urbanistica Diritto73 Venezia Arti74 Venezia CinquecentoStudi di storia dell’arte e della cultura76 Verona illustrataRivista del Museo di Castelvecchio77 Altre riviste segnalateprotagonisti veneti del novecento55 Stanislao Nievo, sulle orme di Ippolito.Da <strong>Il</strong> prato in fondo al mare ai Parchi LetterariDiego Crivellaririvisteria venetaSpoglio dei periodici di arte e architettura(2009-2012)59 Alumina. Pagine miniate60 Anfione e Zeto. Rivista di architettura e arti63 Annali di architetturaRivista del Centro Internazionaledi Studi di Architettura Andrea Palladio63 Arte DocumentoRivista e Collezione di storia e tutela dei Beni Culturali65 Arte veneta. Rivista di storia dell’arte66 Beni culturali e ambientali in Polesine67 CiemmeRicerca e informazione sulla comunicazione di massa67 Filoforme. Storia arte e restauro dei tessuti68 Musica e Storia69 Progetto Restauronotiziariobibliografico66 5


Caspar David Friedrich,Sul veliero, part., 1818San PietroburgoThe State HermitageMuseum


<strong>nb</strong>66la regione venetoper i beni culturaliI siti veneti inseriti nel patrimoniouniversale dell’umanità:promuovere il territorio,valorizzare le eccellenzeOn. Marino ZorzatoVice Presidente - Assessore al Territorio,alla Cultura e agli Affari GeneraliRegione del VenetoÈ ampiamente riconosciuto nel mondo che la prima ricchezza di una regione comeil Veneto è data dal suo vastissimo patrimonio culturale: un catalogo estremamentevario, in cui è possibile andare alla scoperta, chilometro dopo chilometro, di tesoriuniversalmente noti della storia e dell’arte e testimonianze disseminate sul territorio,di bellezze paesaggistiche e monumenti, di scenari incantevoli che si estendonodalle montagne bellunesi alle valli del Delta padano, dal Garda ai Colli e ancora finoal mare, passando tra borghi rurali, città d’arte e tracce preziose di quelle civiltà chelungo i secoli si sono trovate nel nostro territorio e qui hanno dato vita a simbiosi ea nuove relazioni con la realtà locale, luoghi di volta in volta celebrati e cantati daimassimi poeti e letterati, ma anche da tradizioni antichissime. Un patrimonio, questo,che è anche fonte di identità, di crescita, di qualità della vita e che la Regione delVeneto tutela e valorizza opportunamente, adoperandosi su più livelli e traducendola legislazione vigente in una serie di politiche attive e di strategie coordinate con glialtri enti preposti e con le diverse realtà istituzionali.Un chiaro esempio della considerazione e del prestigio di cui il Veneto gode inambito internazionale è confermato dal fatto che l’Unesco (Organizzazione delleNazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha iscritto ad oggi nella suacelebre lista del patrimonio mondiale dell’umanità (World Heritage List) ben cinquesiti che si trovano nel territorio regionale – siti che sono “riconosciuti e protetti comecontesti d’eccellenza del patrimonio culturale e ambientale”: Venezia e la suaLaguna, l’Orto Botanico di Padova, la città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto,la città di Verona, le Dolomiti. Eccellenze venete che sono state investite di un preziosoriconoscimento come quello dell’Unesco e che si presentano tuttavia comerealtà molto diverse fra loro. Dal perimetro circoscritto dell’Orto Botanico dell’ateneopatavino, con le sue piante bellissime e rare, al centro storico della città diVerona, in cui è splendidamente rappresentata l’evoluzione di duemila anni di storiaurbana. Dalla Vicenza palladiana, che è diventata un sito a “dislocazione multipla”,venendo a comprendere progressivamente anche ulteriori ventiquattro villecinquecentesche, ideate dal Palladio e situate nei territori di Padova, Rovigo, Treviso,Venezia, Verona, fino al sito di Venezia e della sua Laguna, territorio fragile e articolatoin cui si concentra un patrimonio storico-culturale e paesaggistico-ambientaledi incomparabile bellezza. Infine, il sito delle Dolomiti, che occupa ben 141.903ettari di territorio e interessa nove gruppi montuosi (Dolomiti del Brenta, gruppoformato dal Catinaccio e dal Latemar, Dolomiti di Sesto, Pale di San Martino, Marmolada,gruppo del Pelmo e della Croda da Lago, Dolomiti Friulane).Si tratta, con tutta evidenza, di un insieme di luoghi e di scenari che ha pochi egualinel resto del mondo. Una ricchezza che non può essere dispersa in alcun modo eche rappresenta certamente una risorsa fondamentale per il Veneto e per i veneti.Ed è proprio in quest’ottica necessaria di tutela e valorizzazione che la Regione delVeneto è impegnata in una attiva opera di promozione di politiche locali, che si propongonoessenzialmente l’obiettivo di proteggere i siti veneti posti sotto la tuteladell’Unesco, “in coerenza con quanto indicato dal D.Lgs. 42/04”, ma anche di agireconcretamente – e di concerto con gli altri enti interessati – per poter riuscire adinserire nuovi beni culturali e naturali di rilievo nella lista del patrimonio universale.Tutto ciò nella piena consapevolezza di come la salvaguardia e la valorizzazione deisiti veneti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità rimandinoimmancabilmente, come è stato più volte ricordato, a “delicate e complesse problematichedi gestione, in merito sia alla disciplina di tutela e alle misure di salvaguardia,sia alle attività di valorizzazione e promozione”.notiziariobibliografico66 7


Johann Heinrich Wilhelm Tischbein,Goethe in campagna, 1790 caRoma, Museo Goethe8 notiziariobibliografico66


Una sfida non semplice che l’Ente regionale vuole cogliere anche aprendosi allamultimedialità e alla realizzazione di nuove opportunità di promozione e divulgazionedel proprio patrimonio: un primo esempio, alla Mostra del Cinema 2011, è statofornito dalla proiezione al Lido del film-documentario I Siti Culturali nel Veneto.Patrimonio dell’Umanità, opera ideata dal Sistema dei Siti Unesco del Veneto, con ilfinanziamento del MiBAC e con la collaborazione del Tavolo di coordinamento regionaledei siti Unesco, per la regia di Michele Parisi, a cura di Toni Andreetta.Esistono poi azioni e strategie comuni che riguardano, in modo più generale, la definizionedella governance di questi processi. La Regione del Veneto è iscritta dal 2003all’Associazione “Città e siti italiani Patrimonio Mondiale Unesco”, sodalizio chepersegue “l’attuazione di iniziative volte alla tutela di beni culturali e ambientalidichiarati patrimonio mondiale dell’Umanità nonché la realizzazione di progetti divalorizzazione e proposte di iniziative promozionali, didattiche e divulgative, in collaborazionecon le autorità scolastiche, con le università e altri istituti”. Dal 2007,invece, la stessa Regione ha fatto il proprio ingresso ufficiale nel Comitato tecnicoscientificodell’Associazione ed è diventata responsabile dell’attività di coordinamentoper i siti Unesco presenti all’interno del suo territorio.Seguendo l’evoluzione normativa che ha accompagnato l’impegno costante dellaRegione su questo fronte e che ne ha ovviamente indirizzato molte delle scelte edelle azioni fin qui concretizzate, è opportuno ricordare come, con la D.G.R. n. 2867del 12 settembre 2006, la Regione del Veneto abbia stabilito di dar vita a un Tavolodi coordinamento, concepito come spazio di incontro “per la riflessione, lo scambioe il confronto tra le singole esperienze, la messa a punto di strategie comuni e l’elaborazionedi progetti condivisi”. Poco dopo, il 23 luglio 2007, è stata la volta dellafirma di un protocollo d’intesa che, mettendo insieme tutti i soggetti referenti deisiti veneti, individuava nel Comune di Verona il coordinatore unico nei confronti delMinistero dei Beni e le Attività culturali. In base alla Legge 20 febbraio 2006, n. 77(“Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggisticoe ambientale, inseriti nella ‘lista del patrimonio mondiale’, posti sotto tuteladell’Unesco”), i siti del Veneto hanno inoltre presentato al Ministero per i Beni e leAttività Culturali le richieste di finanziamento per tre progetti comuni: un programmaper la diffusione e valorizzazione della conoscenza dei siti Unesco venetinell’ambito delle istituzioni scolastiche; un piano per la predisposizione di servizi diassistenza culturale “mediante un sistema informativo di comunicazione”; un progettoeditoriale per la pubblicazione di un volume che descriva i siti Unesco delVeneto “attraverso la penna di Johann Wolfgang Goethe”.La Regione del Veneto ha, quindi, promosso l’attività del Tavolo di coordinamentotra i vari siti Unesco, concentrando su di essi la presenza regionale in più di un’iniziativadedicata al mondo dei beni culturali.Nel 2011, in particolare, la partecipazione veneta al Salone dei Beni culturali diVenezia – vetrina di importanza internazionale, ma soprattutto fucina di idee e laboratoriocreativo, luogo di scambio e di dialogo per tutte quelle esperienze di ricercae di sperimentazione – è stata caratterizzata dal fatto di porre i siti Unesco al centrodello spazio e delle attività della Regione nel Salone, organizzando attorno ad essiun ideale momento di comunicazione congiunta del complesso di iniziative intrapresedalla Regione, sia nella salvaguardia e nella valorizzazione del patrimonio culturale(Direzione Beni Culturali), sia nella promozione e nello sviluppo del mondodella produzione culturale (Direzione Attività Culturali e Spettacolo). Una partecipazionerealmente significativa. Un panorama di eventi e momenti di dibattito incui i siti Unesco del Veneto hanno occupato una posizione di indiscusso rilievo,come avviene per le novità puntualmente proposte e presentate al pubblico dalTavolo di coordinamento.notiziariobibliografico66 9


10 notiziariobibliografico66<strong>Il</strong> castello di Fratta,disegnodi Ippolito Nievo


ippolito nievo,un grande autoretra letteraturae storiaA centocinquant’annidalla morte dello scrittoredelle Confessioni di un italiano(1861-2011)Angelo TabaroSegretario regionale per la CulturaRegione del Veneto“Io nacqui veneziano ai 18 ottobre 1775, giorno dell’evangelista San Luca; e morrò perla grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella provvidenza che governa misteriosamenteil mondo”. Con uno degli incipit più belli della letteratura italiana, IppolitoNievo ci introduce nel mondo avventuroso e nelle memorie sofferte del nobile CarloAltoviti, “ottuagenario” narratore della propria storia personale, avvinta inscindibilmenteall’amor patrio e dunque alle ragioni della “grande storia”, ma anche, pagina dopopagina, a una donna, la Pisana, indimenticabile personaggio consegnato a generazionidi interpreti e lettori. Con il Nievo siamo di fronte ad una figura felicemente irregolare,se non ad una sorta di unicum nella storia della nostra cultura e delle nostre lettere.E questo essenzialmente per la complessità e per le sfaccettature di un intellettuale“a tutto tondo”, autore di uno dei capolavori della letteratura ottocentesca (e non solo)– le Confessioni di un italiano, qui appena evocate – ma anche uomo profondamentecoinvolto nelle turbolente vicende del suo tempo, un patriota e un nome legato persempre al Risorgimento “più avanzato”, destinato a concludere appena trentenne lapropria parabola esistenziale nel naufragio dell’“Ercole”, il cui esito tragico avrebbepoi scatenato ipotesi e supposizioni di vario genere, oltre a diventare motore al centrodi vere e proprie opere letterarie da <strong>Il</strong> prato in fondo al mare di Stanislao Nievo, pronipotedel nostro, fino a <strong>Il</strong> cimitero di Praga, ultimo romanzo di Umberto Eco.Ippolito Nievo (1831-1861), padovano di nascita, ma con radici familiari che rimandano– oltre che al Veneto – al Mantovano e al Friuli, di origini aristocratiche ma schieratopoliticamente su posizioni liberali e democratiche. Uno scrittore politico, così recitail titolo della più recente e innovativa biografia a lui dedicata, pubblicata daMarsilio, e opera di una studiosa francese, Elsa Chaarani, dell’Università di Nancy,quasi a sintetizzare il nesso di quella doppia vocazione – alla letturatura e all’impegnocivile e patriottico – così moderna e, a lungo, così poco usuale in un Paese attraversatoda secoli di dominazioni straniere e di servaggio politico, segnato dal perduraredel modello rinascimentale dell’intellettuale-cortigiano, dall’Arcadia e dalle frammentazionilocalistiche. Centocinquant’anni dall’Unità d’Italia sono anche centocinquant’annidalla morte di Nievo e, nella simbolica e insieme concreta coincidenzadelle due celebrazioni, la Regione del Veneto non poteva mancare l’omaggio ad unapersonalità illustre come quella del letterato-patriota, rimarcandone anche l’aspetto dimodernità, forse trascurato o non sempre adeguatamente compreso dai posteri.Iniziative culturali di vario tenore intorno all’opera e alla figura di Nievo si sono svoltelungo tutta la penisola nel corso del 2011, tra convegni ufficiali, mostre, cerimonie, presentazionidi libri, rappresentazioni teatrali, a dimostrarne una volta di più la vitalità el’importanza, ma anche la persistenza – non solo scolastica, verrebbe da dire – nellanostra memoria collettiva. Dato ancor più significativo, ad essere celebrato non è statosolo l’autore delle Confessioni di un italiano, già riconosciuto come il principale romanzoitaliano “tra Manzoni e Verga”, o il protagonista sfortunato dell’epopea garibaldina,ma anche un intellettuale più profondo e complesso di quanto spesso si fosse solitiriconoscere, e dunque ecco il Nievo giornalista politico, il cronista dei Mille di Garibaldi,ma anche il poeta, l’autore di teatro, lo scrittore-novelliere “rusticale” (il Novellierecampagnuolo) e quello di un divertissement fantastico come la Storia filosofica dei secolifuturi. In questo ricco scenario di spunti e di momenti celebrativi, il Veneto ha recitatoun ruolo di primo piano, volendo contribuire ad una più ampia opera di riscopertae approfondimento. Sulla base della L.R. 16 marzo 2006, n. 4, la Giunta regionale delVeneto ha costituito un Comitato composto da autorevoli critici letterari e da rappresentantiistituzionali, che sono stati chiamati a coordinare la rete di eventi pensati inoccasione del Centocinquantesimo della morte del Nievo: Guido Baldassarri, nellevesti di presidente, e poi Armando Balduino, Cesare De Michelis, Pier VincenzoMengaldo, Gilberto Pizzamiglio, Ricciarda Ricorda, Piermario Vescovo, VittorinoCenci, Claudio Sinigaglia, Carlo Alberto Tesserin, Maria Teresa De Gregorio.Tra gli appuntamenti promossi dall’Ente regionale, è certamente da evidenziare, perla ricchezza di ospiti e di contributi, il convegno accademico che si è tenuto dal19 al 21 ottobre 2011, a Padova, presso l’Aula Magna del C.I.S. Vallisneri, dal titolo:Ippolito Nievo centocinquant’anni dopo. <strong>Il</strong> convegno si è svolto in tre giornate ed èstato suddiviso in sei sessioni tematiche. La prima sessione (“Le Confessioni d’unItaliano”) è stata presieduta da Guido Baldassarri e ha visto gli interventi di Ar-notiziariobibliografico66 11


Ippolito NievoL’incipit del manoscritto autografodelle Confessioni d’un italiano di Ippolito Nievo12 notiziariobibliografico66


mando Balduino, Bruno Falcetto, Giuseppe Nava e Ricciarda Ricorda. Al centrodelle trattazioni, l’analisi di quella che rimane l’opera capitale dello scrittore, leConfessioni, poi ripresa nelle sue implicazioni pedagogiche, psicologiche, biograficheanche nella seconda sessione (“<strong>Il</strong> romanzo e gli affetti”) coordinata da PierVincenzo Mengaldo, con interventi di Elsa Chaarani, Enza Del Tedesco, SilviaContarini, Lorenza Zanuso. “Storia e politica” è stato invece il tema prescelto per laterza sessione, coordinata da Giovanni Maffei e arricchita dalle ricognizioni storicoletterariesul “soldato-poeta” di Mario Isnenghi, Cesare De Michelis, Attilio Motta,Maurizio Bertolotti, Alejandro Patat. <strong>Il</strong> quarto momento tematico del convegno, poi,è stato dedicato al Nievo autore di racconti e novelle (“L’altro scrittore”), sotto laguida di Cesare De Michelis e con approfondimenti di Roberta Turchi, SimoneCasini, Alessandra Zangrandi, Marinella Columni Camerino, <strong>Il</strong>aria Crotti. Per laquinta sessione, invece, teatro e poesia: “<strong>Il</strong> poeta e il drammaturgo”, con ArmandoBalduino a presiedere e gli interventi di Ugo M. Olivieri, Giovanni Maffei, PiermarioVescovo, Flavia Crisanti, Emilio Russo. La sesta e ultima parte, significativamenteintitolata “Altri mondi”, condotta da Marinella Columni Camerino, ha posto infinel’accento su alcuni filoni apparentemente più laterali nella ricostruzione complessivacome, ad esempio, il Nievo lettore di romanzi altrui, ospitando i contributi diAndrea Zannini, Silvana Tamiozzo Goldmann, Sara Garau e Patrizia Zambon.<strong>Il</strong> 15 novembre 2011, sempre a Padova, il Teatro Verdi ha ospitato un nuovo eventopromosso dalla Regione del Veneto, questa volta dal taglio più divulgativo e apertoad un largo pubblico, come la conferenza-spettacolo Io nacqui veneziano… e moriròper grazia di Dio italiano. L’appuntamento, animato da Cesare De Michelis e daStefano Scandaletti, è stato concepito come lettura teatrale di una serie di brani trattidalle Confessioni di un italiano e da altre opere del Nievo, cogliendo l’occasione ditratteggiare la poliedricità della sua figura e, come si è affermato nella presentazione,“per ricordare uno dei Maestri della letteratura italiana, così strettamente legatoalle terre venete”, oltre che per riflettere “anche su quella stagione, così decisiva nellastoria della nostra regione, che negli stessi anni vedrà realizzarsi – giusto 150 annifa – il processo unitario della nazione”. La serata padovana è stata poi replicata il12 dicembre anche al Teatro Goldoni di Venezia.Tra gli altri eventi approdati in territorio veneto, sembra altresì d’obbligo citare la tappapatavina della mostra nazionale “Ippolito Nievo negli scritti autografi verso l’Unitàd’Italia”, accolta ai Musei Civici agli Eremitani, dal 15 ottobre al 13 novembre 2011.La mostra, organizzata dalla Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo di Roma in collaborazionecon la Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine e la Biblioteca Teresiana diMantova, ha esposto per la prima volta al pubblico numerosi manoscritti, ma anchelettere, appunti, disegni autografi ecc. Appendice di questa singolare iniziativa itinerante,un originale percorso espositivo dedicato interamente alla “fortuna all’estero”dello scrittore, dal titolo “Ippolito Nievo, narratore e poeta. La fortuna all’estero”.Autorevoli interpreti hanno intravisto nell’opera del’autore patavino il sorgere diuna possibile linea alternativa nella nostra narrativa, ben esemplificata da quellungo “viaggio interiore” compiuto, tra ironia e rimpianto, dal protagonista delleConfessioni: una linea alternativa che, in quanto tale, soprattutto nel Novecento,avrebbe poi conosciuto rari epigoni e sarebbe spesso rimasta confinata nel limbo,riaffiorando in superficie per brevi stagioni. Eppure, questa diversità, questa marcataoriginalità di Nievo non deve essere aspetto così secondario, se anche l’anniversarioche si celebra nel 2011 ha continuato ad offrire l’occasione per suggestioni erielaborazioni innovative dell’opera del soldato-poeta. Per fare un esempio, queldenso testo di “fantascienza letteraria” che è la Storia filosofica dei secoli futuri, in cuiNievo preconizza il futuro assetto politico e sociale dell’umanità (fino al 2222!) eanticipa in maniera visionaria diversi scenari, come l’unificazione italiana ed europea,i progressi di scienza e industria ecc., è stato ora ripreso in ambito universitariodal vivace “Cantiere Ca’ Foscari”, con una officina artistica per gli studenti che sitradurrà nella realizzazione di uno spettacolo teatrale previsto per la scena nel 2012,partendo proprio da Venezia. La trasmissione di una eredità culturale vive sempredi nuovi approcci critici e di riletture, ma anche di scambi, commistioni di voci, passaggidi testimone tra le generazioni e incroci di moduli espressivi. Di tutto questosarebbe ben contento un uomo “filosofico” e “del futuro” come il Nievo.notiziariobibliografico66 13


14 notiziariobibliografico66Emilio Salgari, <strong>Il</strong> Corsaro Nero,illustrazioni da un’edizione integrale annotata


in viaggiocon emilio salgariSulle orme del padre del romanzod’avventura nel centenariodella morte (1911-2011)Maria Teresa De GregorioDirigente regionaleDirezione Attività Culturali e SpettacoloRegione del VenetoEmilio Salgari, il più grande “narratore italiano di avventure”, come è stato definitodai biografi, era un veneto: nato a Verona, per l’esattezza, nel 1862. Uno scrittoreche avrebbe segnato lungamente l’immaginario delle giovani generazioni, e poi, nelcorso del Novecento, complice anche – per esempio – il successo extraletterario dipersonaggi come Sandokan, avrebbe saputo infrangere, come è accaduto per tanti“classici”, le gabbie troppo spesso ristrette o edulcorate della cosiddetta letteraturaper ragazzi. Personaggi d’azione, scenari esotici, guerre coloniali che talora sembranoanticipare futuri “scontri di civiltà”… viviamo ancora, per più di un verso, inun mondo pieno di echi o reminiscenze salgariane. Nel 1883 Salgari pubblicò il suoprimo romanzo, La Tigre della Malesia, che uscì a puntate sul giornale veronese“La Nuova Arena”: è questo l’inizio di una incessante attività letteraria, ricca di(almeno) duecento titoli tra romanzi e racconti, in grado di generare e di far scatutiredalla fantasia di un autore un’intera epica dell’avventura e della scoperta, cheavrà schiere di lettori e di ammiratori non soltanto nell’Italia sabauda, ma in ogniparte del globo. Eppure, nonostante la diffusione dei suoi libri, nonostante l’esotismoveicolato anche dalle raffinate copertine in stile liberty con cui si presentavanoi suoi volumi, pubblicati da editori che si chiamano Paravia, Donath, Bemporad,anche lontano da Verona e dal Veneto, Salgari sarebbe rimasto uno scrittore a cottimo,figura inquieta e irrisolta, destinata a concludere tragicamente la propria esistenzanel 1911, a Torino, senza compiere grandi viaggi e senza mai riuscire a guadagnarequel titolo di “capitano di marina” agognato in gioventù. Lo scrittoreErnesto Ferrero ha scritto recentemente, presentando una riedizione di testi salgariani:“L’eterno precario veronese, costretto a inventarsi un ruolo e un decoro, nonpensa nulla delle cose che racconta, non si fa domande e non le pone al lettore.<strong>Il</strong> suo sguardo bulimico è quello di un desiderio condannato a non essere mai soddisfatto.Di più: l’aspetto figurativo è in lui forte ed esplicito: anticipa il cinema, ilfumetto, i cartoni animati”. Tanto grande sarà l’influsso sull’immaginario collettivo,sulla cultura contemporanea, sull’evoluzione della letteratura di genere (avventura,poliziesco, fantascienza, horror) ma non solo, quanto lungo e immeritato l’esilio delveronese dal novero dei “veri” scrittori.Nel centenario della scomparsa di Emilio Salgari, la Regione del Veneto ha promossol’istituzione di un Comitato regionale formato da personalità del mondo dellacultura e delle istituzioni, per definire un programma di eventi “volto a rinnovarel’interesse su Salgari, scrittore amatissimo dai giovani per la particolarità dei suoiracconti, sempre ricchi di avventure e di emozioni”. <strong>Il</strong> Comitato regionale, che èstato uno dei principali artefici dell’anno salgariano, ha visto la presenza di GiorgioZamboni (che ne è stato anche il presidente), Mario Allegri, Antonio Faeti, ClaudioGallo, Matteo Lo Presti, G. Paolo Marchi, Sonia Salgari, Angelo Tabaro, BrunoCappon, Paolo Tosato, Roberto Fasoli, Maria Teresa De Gregorio.Claudio Gallo, biografo di Salgari e componente del Comitato regionale, ha animatodiverse iniziative e, nel definire senza remore il veronese un grande classico dellaletteratura moderna occidentale, ha ricordato che egli scriveva “per i lettori e il suostile (unico e inimitabile) apparteneva alla lingua moderna arricchita dall’uso eccezionaledi vocaboli tecnici ed esotici. Era letto da tutti: giovani e vecchi, uomini edonne, eruditi e persone semplici. Non era uno scrittore per ragazzi, ma uno scrittoreda loro amato. Era un grande narratore, uno straordinario creatore di storie, dicaratteri e di personaggi e, per questa sua imprescindibile dote, intere generazionidi lettori sono state conquistate dalle gesta dei suoi inossidabili eroi, impegnati nell’eternalotta tra il bene e il male”.<strong>Il</strong> programma del Centenario ha visto la realizzazione di numerosi eventi, chehanno avuto come teatro principale la città scaligera, ma si sono estesi significativamentead altre sedi: presentazioni di libri, conferenze, ma anche documentari espettacoli teatrali come Venezia 1881: la misteriosa scomparsa dello scrittore veroneseEmilio Salgari (scritto e diretto dall’attore veronese Andrea de Manincor in collaborazionecon Claudio Gallo), poi replicato a Venezia e in altre città. <strong>Il</strong> 28 gennaio2011, nella Biblioteca Civica veronese, lo scrittore Paco Ignacio Taibo II, accompagnatoda Pino Cacucci, ha presentato il suo libro Ritornano le tigri della Malesia, chiaramenteispirato al ciclo salgariano, inaugurando una ricca sequenza di incontri let-notiziariobibliografico66 15


Edizione Bemporad dedicata a <strong>Il</strong> leone di Damasco di Emilio SalgariEdizione Carroccio dedicata a I filibustieri di Emilio Salgari16 notiziariobibliografico66


Copertine dei volumi di strisce a fumettidella “Collana di libri celebri ridotti e illustrati”(nn. 42-45), che furono dati in omaggiodella Magnesia San Pellegrino a partire dal 1951terari che si è protratta lungo tutto l’anno. Poi è stata la volta di Alfredo Colitto,con <strong>Il</strong> libro dell’angelo, di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, autori della biografiaEmilio Salgari: la macchina dei sogni. E ancora di nomi come Victor Gischler, Joe R.Lansdale, Tim Willocks, Massimo Carlotto, Ernesto Ferrero, Bjorn Larsson, MatteoStrukul, autori giovani e più affermati, narratori già acclamati dal grande pubblico oscrittori “di culto”, tutti pronti a declinare in maniera personale il proprio amore perl’avventura e per l’universo salgariano. Nell’aprile 2011 si sono avute una commemorazioneufficiale di Salgari, con una lettura di brani della sua opera al cimiteromomumentale di Verona, e la consegna del premio “<strong>Il</strong> Corsaro Nero”, assegnato alcantautore Davide Van de Sfroos, per la sua canzone “Yanez”. Le iniziative promossedal Comitato regionale hanno anche varcato i confini veneti, soffermandosi inquello che probabilmente è l’appuntamento più importante per l’industria italianadel libro: il Salone del libro di Torino. <strong>Il</strong> 15 maggio 2011, nell’ambito del Salone, ilcomitato regionale è stato tra i promotori di un incontro sul significato del centenariosalgariano, coordinato dallo scrittore Luca Crovi, alla presenza di Claudio Gallo,Giuseppe Bonomi, Darwin Pastorin, Fabian Negrin, Luca Masali.Non potevano mancare, oltre ad incontri e omaggi più informali, momenti dedicatiespressamente all’approfondimento scientifico dell’attività del poliedrico romanziere,considerata anche la sostanziale rivalutazione dell’opera salgariana di questi ultimianni e l’esigenza di analizzare nuovi aspetti ad essa strettamente connessi: il rapportocon il pubblico e quello con gli editori; il ruolo innovativo delle illustrazioni;il background del Salgari lettore e il suo uso della cronaca del tempo; la progressivastrutturazione di un immaginario fantastico e avventuroso; i possibili legami conaltri classici della letteratura ecc. Argomenti che sono stati ampiamente affrontati edibattuti in due convegni accademici. <strong>Il</strong> primo appuntamento, “La tigre è arrivata!Emilio Salgari a cento anni dalla sua nascita”, si è tenuto il 7 e 8 aprile 2011 aPadova, presso il Palazzo del Bo, seguito da “Ricordando Emilio Salgari. I percorsidell’avventura”, l’8 ottobre, all’Università di Verona.A Padova si è fatto il punto degli studi dedicati a Salgari, anche alla luce dei piùrecenti contributi bio-bibliografici e delle novità della critica specializzata. <strong>Il</strong> titolodel convegno (“La tigre è arrivata!”) rimanda direttamente al pionieristico lancio promozionalecon cui, nel 1883, si annunciava la prima pubblicazione a puntate del“feuilleton” La Tigre della Malesia. Nell’occasione sono intervenuti studiosi ed esperticome Emy Beseghi, Silvia Blezza Picherle, Lucia Cappelli, Claudio Gallo,Ermanno Detti, Fabiana Dimpflmeier, Antonio Faeti, Roberto Fioraso, WalterFochesato, Fabrizio Foni, Margherita Forestan, Vittorio Frigerio, Donatella Lombello,Daniela Marcheschi, Monica Manzoni, Paola Pallottino, Felice Pozzo, MarioTropea, Luigi de Liguori. A Verona, nel convegno di ottobre, si sono invece prese inesame – partendo dalla lunga storia della letteratura per l’infanzia e l’adolescenza –le diverse metamorfosi che hanno caratterizzato il variegato universo del romanzod’avventura e che vedono ancora oggi in Salgari un punto di riferimento essenziale,“poiché nelle opere dell’autore veronese – hanno affermato i promotori – è possibileindividuare una voce letteraria ed artistica che testimonia i valori e la complessitàdell’animo umano”. In tale contesto, per esempio, si è potuto accostare l’opera salgarianaad un altro “gigante” dell’avventura come Jack London o proporre interessantiparalleli con il mondo del fumetto, con interventi di Silvia Blezza Picherle,William Grandi, Claudio Gallo, Luca Ganzerla, Ermanno Detti, Roberta Silva.L’anno salgariano promette, in ogni caso, di dare linfa a nuove iniziative e nuovi“sconfinamenti”, dalla letteratura fino al teatro, al fumetto, al cinema, testimoniandouna volta di più, se ce ne fosse bisogno, la vitalità dell’opera geniale e multiformedi un “forzato della penna” che, con i suoi libri, seppe creare (o ricreare) personaggie storie di indubbio fascino, ma anche plasmare mondi, atmosfere, scenariinimitabili e tuttora ben radicati nell’immaginario contemporaneo.notiziariobibliografico66 17


Jan Vermeer, Allegoriadella pittura, part., 1666 caVienna,KunsthistorischesMuseum


<strong>nb</strong>66recensioni e segnalazionistoria della chiesaVerona storico-religiosa. Testimonianze di unastoria millenaria, a cura di Pier Angelo Carozzi,Verona, Edizioni Fondazione CentroStudi Campostrini, 2010, 8°, pp. 238, ill.,e 30,00.Verona storico-religiosa è un’ampia sintesidella storia religiosa della città scaligera,una storia che per larga parte coincide conlo sviluppo del cristianesimo e della confessionecattolica, ma che ha visto tuttavia, lungoi secoli, emergere anche altre significativeesperienze: cristiane riformate (soprattuttovaldesi), ebraiche e, in epoca più recente,musulmane. Alcune delle ricerchequi raccolte risalgono comunque fino aprendere in esame le origini della città diVerona e i culti che precedono l’affermazionedel cristianesimo, evidenziando, peresempio, il modo in cui avvenne la “transizionedal politeismo al monoteismo”.All’interno di questo quadro complesso e,come si è accennato, “multiculturale”, unavicenda fitta di eventi e di relazioni, di traccee di monumenti, si addensano le tematichedi ordine archeologico, epigrafico, artistico-architettonico,letterario e storico-liturgicoche articolano la struttura del libro.Una parte rilevante di questa storia è condensatanei documenti che affiorano daifondi religiosi della Biblioteca Civica e dal“fondo di religione” dell’Archivio di Stato diVerona, sui quali verte peraltro il capitoloconclusivo dell’opera. Realizzato dalle edizionidella Fondazione Centro Studi Campostrinie curato da Pier Angelo Carozzi,docente di Storia delle religioni all’Universitàdi Verona, il volume presenta i contributidello stesso Carozzi, di Margherita Bolla,Simone Bonini, Tiziano Brusco, PaolaSofia Baghini, Gian Paolo Romagnani,Yahya ‘Abd al-Ahad Zanolo, Giuseppe Zivelonghi,Agostino Contò. Le illustrazioni fotograficheche accompagnano i testi sono statepensate come un concreto valore aggiuntoalla documentazione, “proprio grazie airiscontri generali o particolari che le immaginidanno alla molteplicità dei materialiaddotti e interpretati”, ricorda ancora Carozzi,e per rappresentare un ideale percorsocondotto attraverso i monumenti e leprincipali testimonianze storico-religiose diuna città come Verona. Chiese, sculture, lapidi,ma anche codici miniati, carte d’archivio,iscrizioni funerarie, incunaboli, che costituisconoun patrimonio vastissimo daconservare e valorizzare, oltre che l’espressionepiù tangibile di un pluralismo culturalee religioso che connota in profondità lastoria europea. | Sara Pierobon |PAOLO MIOTTO, Una storia castellana al femminile.<strong>Il</strong> monastero domenicano di S. Chiarae del Redentore a Castelfranco Veneto (1602-1808), Castelfranco Veneto (TV), Unità di Ricercadella Parrocchia del Duomo di CastelfrancoVeneto, 2010, 8°, pp. 296, ill., e 25,00.<strong>Il</strong> cosiddetto “Monastero delle Clarisse” diCastelfranco Veneto è stato tra il 1602 e il1808, per più di due secoli, sede di un conventodi suore domenicane – un conventodedicato alla figura di Chiara d’Assisi, forsein omaggio ad una precedente comunitàfrancescana: “Le domenicane a Castelfrancocostituiscono l’ultimo anello di una catenadi fondazioni femminili iniziate nel XIVsecolo che in precedenza ebbero poca fortuna.Nel XVI secolo il ceto dirigente dellacittà, costituito dalla piccola nobiltà e dallaborghesia emergente, avverte la necessità didotare Castelfranco di un monastero di VerginiMonache per soddisfare esigenze proprie,imitando analoghi processi presentinelle grandi città”. Su questo relativamentevivace scenario cittadino, si innesta l’indagine– peraltro minuziosa – di Paolo Miotto,che si dedica da oltre vent’anni a ricerche dicarattere storico e con questa ultima faticaviene ad occuparsi di un tema che intersecaaspetti di storia religiosa e di storia urbana.Fulcro della ricerca, infatti, è proprio il rapportoche nel tempo si era venuto a crearetra la città di Castelfranco e il microcosmosociale rappresentato dal convento. Nonostantele rigide regole della clausura, il monasterodelle suore domenicane interagìlungamente nell’arco della sua esistenzacon il resto della comunità castellana e conil suo territorio, oltre che con la chiesa diocesana.<strong>Il</strong> convento sarà dunque anche “luogod’incontro con la città”, come titola ilquinto capitolo del libro, riguardo – peresempio – alle sepolture, ai legati e allemansionerie. Paolo Miotto descrive le successivetappe che portano alla costituzionedel convento domenicano, evidenziando ilruolo decisivo avuto dall’allora arcivescovodi Treviso Alvise Molin, ne ricostruisce laconcreta organizzazione interna (la gestioneproduttiva, economica, patrimonialeecc.), ripercorre le diverse cariche della comunitàe i vari obblighi cui erano tenute lesuore, concedendosi qualche particolare piùcurioso e proponendo – al centro del libro –una digressione storica dedicata alla figura“manzoniana” di Suor Maria Isabetta Novello.Proprio la sfortunata vicenda dellaNovello, riecheggiando quella della più celebre“Monaca di Monza”, finisce anche pertestimoniare inattese possibilità di intrecciotra vita monastica e vita sociale. <strong>Il</strong> volume ècorredato da una ricca appendice documentaria,che rende conto dell’approfondito lavorodi ricerca condotto dall’autore in questepagine. | Sara Pierobon |SOCIETÁ DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI - COOR-DINAMENTO INTERREGIONALE VENETO-TRENTI-NO, Insieme nella carità. Per una storia dellaSan Vincenzo, Vittorio Veneto (TV), Dariode Bastiani Editore, 2008, 8°, pp. 497, ill.,e 25,00.<strong>Il</strong> volume, progettato e impostato anni primanell’intento di celebrare il 150° anniversariodella fondazione della prima Conferenzadi carità in Veneto, vede la luce proponendosidi “non farsi vedere, ma lasciarsivedere” (Francesco di Sales), nel rispettodella discrezione che è il tratto caratteristicodella spiritualità vincenziana. Del resto, ilfondatore ha sempre espresso con forza l’opinioneche “non si tace quel che si credeimportante”. Questo pensiero, che denotauna fine introspezione psicologica, ha datoun fondamentale impulso alla pubblicazione,privandola di qualsiasi finalità autocele-notiziariobibliografico66 19


ecensioni e segnalazionibrativa e nella speranza di trasmettere lospirito vincenziano.<strong>Il</strong> primo saggio, di Antonio Basso, offre unexcursus che mostra come si è arrivati allafondazione della Società attraverso il confrontoprogressivo con le problematiche socialidel territorio, pervenendo, infine, aun’organizzazione delle Conferenze e poidei Consigli Particolari, organi di collegamentotra le Conferenze operanti nella stessacittà o paese. <strong>Il</strong> tutto è coordinato da unConsiglio Generale con sede a Parigi, dotatodi un organo gestionale che – attraversoun Bouletin – fa partecipi tutte le Conferenzedello statuto sociale delle disposizioni edelle notizie sulla vita della società. Per ilVeneto, il Consiglio Superiore per il coordinamentodelle Conferenze è a Venezia.Dopo i primi due saggi del citato Basso e diMario Ulliana (che trattano rispettivamentedei cristiani e del Triveneto e delle sue trasformazioni),ogni Consiglio Centrale hatracciato la propria storia: in nove capitoli ilTriveneto rivive quindi la tradizione vincenzianaattraverso le province di Belluno e Feltre,Padova, Rovigo, Trento, Treviso, VeneziaMestre, Verona, Vicenza e Vittorio Veneto.Una storia, quella della San Vincenzo de’Paoli, fatta di una presenza costante nei luoghidi povertà, bisogno e sofferenza, all’insegnadella carità, in diretto collegamentocon l’esperienza della Chiesa prima dell’avventodelle Conferenze San Vincenzo.| Silvia Piacentini |con il Rinascimento, è un momento di fiorituraartistica che vede il sorgere di nuoviedifici civili e soprattutto religiosi, segno dipotenza e ambizione, ma anche di fede permeantela vita della popolazione.<strong>Il</strong> testo prosegue la sua indagine alla ricercadi atti delle visite pastorali e notarili, testamenti,vendite, o altri documenti da cui siricava l’esistenza e la storia di un determinatoedificio.Emerge come dato certo che tra la fine delCinquecento e il Duemila gli edifici di cui siha attestazione non corrispondono a quelliodierni: alcuni sono andati distrutti, altri demolitie ricostruiti, altri infine hanno cambiatodestinazione diventando case private omagazzini. Non è facile stabilire quando eperché questi edifici abbiano cessato di svolgerela loro funzione, ma è pur vero che èpossibile ipotizzare che ai molteplici fattoridi carattere naturale, bellico o politico vadaaggiunto che la ricchezza e la povertà di unachiesa dipendevano, oltre che dal numerodei fedeli, anche dalla prosperità economicadella comunità o della famiglia che provvedevaal suo sostentamento. <strong>Il</strong> testo dellaCurti ha in definitiva il grande pregio di riportarealla luce alcuni degli elementi checaratterizzano l’identità di un territorio chepuò guardare autenticamente al futuro solose ben radicato nella propria viva tradizione.| Katiuscia Moltisanti |immagini tratte daVerona storico-religiosa...MIRIAM CURTI, Chiese scomparse nelle pievi diMel, Trichiana e Lentiai, Belluno, IstitutoBellunese di Ricerche Sociali e Culturali,2007, 8°, pp. 164, ill., e 15,00.In provincia di Belluno, tra il Piave e lePrealpi, nei territori dei comuni di Lentiai,Mel e Trichiana, una vicenda millenaria ricompone,quasi come per un richiamo aun’opera musiva, i volti e la storia della nostraterra e dei nostri avi.Dai Longobardi all’unificazione del regnod’Italia, Miriam Curti, con un’attenta e minuziosaanalisi storica, ridona plastica tridimensionalitàa questi luoghi, citati per laprima volta in alcune pergamene del 1204-1205, conservate nella biblioteca comunaledi Treviso. Le loro vicende politiche e militarisono legate a quelle dei loro rispettivicastelli: Zumelle, Casteldardo e Casana, cheuniranno le loro storie a partire dal 1404,con la dedizione di tutta la zona al dominiodella Repubblica Veneta, fino al Trattato diCampoformio del 1797. <strong>Il</strong> primo periododella dominazione veneziana, coincidentescienze socialiLe attività socio sanitarie internazionali dellaRegione Veneto. Rapporto 2005-2010. La progettazionecomunitaria, la partecipazione allepolitiche comunitarie, le attività di cooperazionedecentrata e di internazionalizzazione delsistema sanitario regionale, a cura di LuigiBertinato, Francesco Ronfini e GiancarloRuscitti, Venezia - Bruxelles - Villach, Regionedel Veneto, 2010, 4°, pp. 189, ill., cd-romallegato, s.i.p.<strong>Il</strong> Rapporto 2005-2010 sulle attività socio sanitarieinternazionali mette in evidenza le attivitàsvolte a livello internazionale dalla Regionedel Veneto, testimoniando il notevoleimpiego di energie e risorse che l’ente regionaleha profuso, anche in questo periodo,per riuscire a collocare stabilmente il nostrosistema socio-sanitario ai vertici europei.<strong>Il</strong> rapporto, scandito in cinque capitoli,cui fanno seguito glossario, appendice, selezionedi immagini e bibliografia, è statocurato da Luigi Bertinato (dirigente Unità20 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazionicomplessa per le relazioni socio-sanitariedella Regione del Veneto), da FrancescoRonfini (avvocato, esperto di diritto dell’UnioneEuropea) e da Giancarlo Ruscitti (segretarioregionale Sanità e sociale della Regionedel Veneto). La pubblicazione si collegadirettamente all’elaborazione di una strategiaregionale per affermare la sanità venetain Europa e l’internazionalizzazione dellepolitiche socio-sanitarie, consentendo unconfronto immediato con i migliori sistemisocio-sanitari e contribuendo in modo positivosia all’attuazione della cosiddetta “strategiadi Lisbona” che ai programmi di salutedell’OMS e dell’Unicef. Un dialogo costruttivotra il Veneto e sistemi sanitari all’avanguardiache permetterà ai cittadini diricevere ancora le migliori risposte in terminiorganizzativi e qualitativi. Sul sito webdella Regione del Veneto è inoltre possibilescaricare il testo integrale del documento,con tutte le schede dei progetti europei edinternazionali (il volume è accompagnatoda un cd-rom). | Susanna Falchero |IPPOLITO LAMEDICA, <strong>Il</strong> Giardino dei bambini edegli anziani. Storia di un percorso di progettazionepartecipata e indicazioni metodologicheper progetti legati all’educazione ambientalenelle scuole, Portogruaro (VE), s.e., 2008,8°, pp. 144, ill., s.i.p.<strong>Il</strong> volume, promosso dall’I.P.A.B. “G. Francescon”di Portogruaro, è il resoconto dellasperimentazione di un approccio culturaleinnovativo come quello rappresentato oggi,nel nostro Paese e anche in Veneto, dalla“progettazione partecipata e condivisa”. Untipo di approccio alternativo alla progettazionedella città e alla pianificazione territorialee urbanistica che, in questo caso specifico,ha trovato applicazione nella risistemazionedel parco di una Residenza per anziania Portogruaro, operazione avvenutagrazie al diretto coinvolgimento e al comuneimpegno profuso da bambini e anziani,dagli ospiti della Residenza così come daglialunni delle scuole elementari che hannoimmaginato e disegnato il proprio Parcoideale, oltre che dagli enti che hanno volutosostenere il progetto. La pubblicazionecostituisce dunque la sintesi e l’illustrazioneeloquente di quanto è stato compiuto finoranei vari laboratori che sono stati improvvisati.L’urbanista Ippolito Lamedica,ispiratore di tale “buona prassi” progettualenonché curatore della pubblicazione, affermanella sua Premessa che questi materialipossono essere considerati alla streguadi un originale palinsesto, come “un raccontoper immagini di come si fa un’esperienzadi progettazione partecipata”. Questoperché, all’interno del libro, ogni fase di lavoro“è non solo descritta a parole, ma esemplificataattraverso le immagini e le fotografiedi laboratorio, riportando le esperienzedelle diverse classi con percorsi, seppur similinell’impostazione, diversi nella loro microstoriae nei risultati, così come diversesono le persone che vi hanno partecipato”.| Susanna Falchero |Lo sport nel Veneto. I censimenti degli impianti,delle società sportive e dei tesserati, a cura diAntonio Sambo e Sandro Perin, coordinamentoAndrea Cisco, Venezia, Regione delVeneto - Coni Comitato Regionale Veneto,s.a. [2009], 4°, pp. 176, ill., cd-rom allegato,s.i.p.In queste pagine la Regione del Veneto e ilConi regionale presentano i risultati deicensimenti che, tra il 2003 e il 2005, hannoriguardato la presenza degli impianti sulterritorio (primi due capitoli), nonché le societàsportive e i rispettivi tesserati, ancheattraverso una descrizione dello stato delleprincipali tipologie sportive che sono abitualmentepraticate (capitoli tre e quattro),per concludere con un’analisi generale delrapporto tra impianti e tesserati (capitolocinque) e con una appendice nelle Mappeprovinciali di riferimento, oltre ad un breveglossario esplicativo. Perché questi censimenti?Gianfranco Bardelle, presidente delConi veneto, ha affermato che: “Dall’analisidi questi temi possono scaturire infatti fecondelinee di intervento per migliorare lestrutture portanti del nostro movimento, tenutoconto del fatto che il successo sui campidi attività – termine di riferimento e digiudizio con il quale viene solitamente misuratala crescita di una compagine in ambitosportivo – non può che essere il risultato,il punto di arrivo, di una fitta rete di cointeressenzee di sinergie tra i vari soggettiche operano nel settore”. In definitiva, lapubblicazione di questi dati potrà costituirenon soltanto un bacino non trascurabile diosservazioni, analisi e commenti riguardoal patrimonio impiantistico e al complessodelle risorse umane del settore sportivo, maanche suggerire alcune precise linee di condottaper gli enti locali: privilegiare gli interventidi recupero del patrimonio esistente;negli interventi di nuova costruzione afferentile tipologie di base, privilegiare learee carenti su quelle con indice di utilizzopiù elevato; favorire la formazione di nuovecompetenze in modo che Federazioni e societàsportive possano puntare su un modellodi autogestione e limitare le sponsorizzazioni;favorire la promozione e lo sviluppodelle palestre a cielo aperto (percorsied itinerari in bicicletta, a cavallo, in barca).Sport e valorizzazione del territorio, sembradi poter dire, possono incrociarsi “virtuosamente”e il mondo dello sport, oltre ad essereuna fabbrica di (possibili) campioni,può confermare anche in Veneto la propriafunzione positiva nella società e il proprioruolo educativo. | Susanna Falchero |STEFANO LORENZETTO, Cuor di Veneto. Anatomiadi un popolo che fu nazione, Venezia,Marsilio, 2010, 8°, pp. 304, e 19,00.Chi sono i veneti oggi? E come vengonopercepiti abitualmente dagli altri italiani?Stefano Lorenzetto, giornalista veronese,editorialista de “<strong>Il</strong> Giornale” e collaboratoredi varie testate nazionali, è l’autore di questoCuor di Veneto. “Anatomia di un popoloche fu nazione”, recita precisamente il sottotitolo,ma il volume di Lorenzetto ha pocodell’inchiesta sociologica, è soprattutto unresoconto intimo e personale, un viaggio trale pieghe di una lunga storia e, insieme, diuna leggenda che dagli anni Ottanta inavanti ha accompagnato e, molto spesso, siè sovrapposta all’immagine tradizionaleche dei veneti si aveva nel resto d’Italia.L’immagine del Veneto contadino, “sacrestiad’Italia”, è stata rapidamente sostituitada quella di un popolo ingegnoso e dedito alculto del lavoro, avanguardia di una fulminantemodernizzazione, prontamente celebratocome “locomotiva d’Italia” da libricome il fortunato Schei del vicentino GianAntonio Stella. Ma l’exploit economico delVeneto, l’inatteso “miracolo del Nordest”,ha seminato anche incomprensioni, diffidenze,nuovi stereotipi. Ambivalenze e contraddizionidi un territorio che appare tuttorain bilico tra comportamenti e stati d’animodi segno opposto: solidarietà ed egoismolocalistico, intraprendenza mercantilee senso di precarietà, nostalgia “serenissima”e vocazione europea. Nella sua introduzioneLorenzetto prende spunto dallapropria trentennale esperienza di giornalistaper cercare di tratteggiare una sommariaantropologia dell’homo venetus e perspiegare ai “non veneti” quali siano i possibilimotivi di fraintendimento verso la realtàdi una regione che ha costruito la propriaricchezza su enormi sacrifici e continua avivere “come se tutto fosse in prestito, comese l’incantesimo potesse rompersi da unmomento all’altro”. <strong>Il</strong> resto del libro offrenotiziariobibliografico66 21


ecensioni e segnalazioniuna serie di interviste di Lorenzetto a veneti,noti e meno noti, protagonisti delle cronachee della vita pubblica. In rigoroso ordinealfabetico: dal “predicatore finanziario”Eugenio Benetazzo fino a Bruno Zanin,indimenticato “Titta” del capolavorofelliniano Amarcord. | Diego Crivellari |FRANCESCO JORI, Dalla Liga alla Lega. Storia,movimenti, protagonisti, prefaz. di <strong>Il</strong>vo Diamanti,Venezia, Marsilio, 2009, 8°, pp. 157,e 16,00.<strong>Il</strong> fenomeno della Lega Nord ha dato vita,nel corso degli ultimi anni, a una serie di ricerchee di contributi di vario segno che sisono posti l’obiettivo di ricostruire la “genealogia”politica e ideale di una forza che,nata come formazione anti-sistema, è diventataun partito che si è spesso rinnovatoo reinventato tatticamente a seconda delleesigenze e della fase particolare vissuta, maha anche mantenuto ben salda la propriaidentità, scegliendo di non alterare maitroppo i tratti del proprio discorso fondamentale.Un interesse pubblicistico e scientificoche si collega alla necessità di indagareil peculiare modello di partito che la Legaha rappresentato dagli anni Novanta, il tipodi insediamento territoriale e la sua manieradi evocare tutto un insieme di questionidiventate assai rilevanti per il dibattito pubbliconazionale, dal federalismo alla crisidella rappresentanza e delle categorie politichetradizionali, dal governo dell’immigrazionealla riforma dello stato e della pubblicaamministrazione ecc.<strong>Il</strong> sociologo <strong>Il</strong>vo Diamanti, nella prefazione,evidenzia l’originalità di questo saggio diFrancesco Jori, che sembra consistere in alcunipunti specifici: anzitutto Jori guardaalla storia della Lega partendo dalla Liga,cioè dall’ottica di quel movimento regionalistache, in Veneto, cominciò a riscuotere iprimi significativi consensi già all’alba deglianni Ottanta (in questo stesso periodo il potenteleader doroteo della Democrazia Cristiana,il polesano Toni Bisaglia, sarà tra iprimi a cogliere il carattere di non effimeranovità del fenomeno delle leghe).<strong>Il</strong> secondo elemento di originalità del saggiorisiede nella volontà di ricordare al lettoree dimostrare conseguentemente, ribaltandoun luogo comune, come il leghismoveneto sia stato storicamente tutt’altro cheuna diretta, indolore, posteriore filiazionedi quello lombardo o qualcosa di simile aun rilevante serbatoio di voti rimasto abbastanzaperiferico nelle grandi strategie politiche.<strong>Il</strong> Veneto “era e resta la regione dovela Lega è più forte, da sempre. Anche oggi”.E soltanto ripartendo da questo dato di fondoe dal contesto veneto – terzo spunto importantefornito da Jori – si potrà seguirel’ultima evoluzione del partito, diventatoLega “d’ordine”, soggetto chiamato a intercettare,attraverso la sua classe dirigente(Zaia, Tosi, Gentilini ecc.), una doppia domandaproveniente dal territorio: la domandadi sicurezza, che emerge prepotentementedi fronte alla precarietà economica esociale creata dalla globalizzazione, e quelladi maggiore autogoverno locale.In queste pagine Francesco Jori ricostruiscecon attenzione una parabola trentennale,intrecciando una cronaca di eventi e di personaggiapparentemente più minuta conuna vicenda complessiva che ha incrociatola storia italiana. | Diego Crivellari |UMBERTO ZANE, Un ruggito lungo un secolo.Cento anni di calcio a Venezia e a Mestre, Venezia,Matteo Editore, 2008, 8°, pp. 456,ill., s.i.p.<strong>Il</strong> libro di Umberto Zane ricostruisce condovizia di particolari, cronache, aneddoti,immagini, ma anche con una sostanziosaappendice statistica, pronta ad appagare leesigenze di documentazione e di scavo piùrigorose, un lungo secolo di storia del calciolagunare, tra Venezia e Mestre. Un significativorisalto, nel volume, è quello dato agliesordi di questa epopea sportiva, in cui simescolano nomi, risultati, sfide, frammentidi notizie che appartengono ancora aduna fase “eroica” e che tuttavia dimostranocome questo sport, importato dall’Inghilterranella sua versione moderna, seppe prestoritagliarsi un proprio seguito di appassionatipraticanti e i primi nuclei di tifosi. La leggendacalcistica narra che il Venezia Footballclub venne fondato nel dicembre 1907,nella trattoria “Da Nane”, in Corte de l’Orso.La sua prima partita, contro i “cugini”del Vicenza, finì in parità, uno a uno, pochigiorni più tardi. <strong>Il</strong> nuovo sodalizio era natodalla passione e dall’impegno di una ventinadi giovani che praticavano il gioco delcalcio già da alcuni anni in verità, nella societàdi ginnastica Marziale e CostantinoReyer. <strong>Il</strong> primo capitano (e allenatore) fu losvizzero Walter Aemisseger. In questi stessianni, muoveva i primi passi anche il Mestre,che tenne il proprio battesimo agonisticocontro il Treviso nella stagione 1909-1910, limitandosi dapprima a disputare partiteamichevoli o a misurarsi in tornei locali,ma inaugurando successivamente quellastorica rivalità tra “arancioni” mestrini e“neroverdi” veneziani che occuperà diversipassaggi dell’opera di Zane. Nel complesso,il volume permette di colmare molte curiositàe, soprattutto, viene a costituire un preziosotassello nella ricostruzione della storiae della memoria veneziane di quello che èstato anche definito come “il gioco più bellodel mondo”. | Susanna Falchero |lingua - tradizioniTra filologia, storia e tradizioni popolari. PerMarisa Milani (1997-2007), a cura di LucianoMorbiato e Ivano Paccagnella, Padova,Esedra, 2010, 8°, pp. 245, ill., e 25,00.Tra filologia, storia e tradizioni popolari èla dimensione da cui nasce e in cui vivequesto libro, è il luogo evocato dalle lucide– molto spesso, commosse – pagine con cuiamici e colleghi ricordano con amore e nostalgiaMarisa Milani, nel decennale dellasua morte, avvenuta nel 1997. Proprio peronorarne la memoria e, soprattutto, il lavoro,il Dipartimento di Romanistica dell’Universitàdi Padova ha organizzato una giornatadi studio, di cui questo volume è il frutto.Filologia, storia e tradizioni popolari riassumonoalla perfezione l’ambito di studio cheper più di tre decenni Milani ha percorso eapprofondito, con passione e rigore scientificoesemplari. Anche se, come ricorda AlexandreNiculescu, può essere considerata“la più grande studiosa delle tradizioni popolaridel Veneto”, Marisa Milani non nascefolklorista. È una filologa, formatasi alla fecondascuola di Gianfranco Folena. Propriodi un vecchio compagno di università laureatosi,come lei, con Folena, è la prima testimonianzadel volume: Fernando Bandinisi sofferma alla “mozione degli affetti”, lasciandogli approfondimenti sull’attivitàscientifica di Marisa ai colleghi. A questoiniziale seguono dodici interventi, che toccanomolti degli argomenti e degli autoricui Marisa Milani ha dedicato l’impegno diuna vita: da Ruzante a Magagnò, dalle fiabeal soprannaturale.Marisa Milani, in circa trent’anni di insegnamento,ha seguito ben cinquantaquattrotesi. Rachele Fassanelli ha provveduto a restituirequesta significativa porzione dellasua vita professionale, redigendo una precisaclassificazione dei lavori in base all’argomento.Si scopre così che la maggior partedei “tesisti” (35) seguiti da Marisa Milani siè cimentata con la ricerca etnografica, ungrande “contenitore” in cui sono confluite22 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazioniimmagine tratta daTra filologia, storia e tradizioni popolari...ricerche differenti per soggetto e metodologia,ma accomunate dal legame con l’areaveneta. Nel monte delle tesi si trovano sialavori di spoglio sia rilevamenti in loco: perfettaepitome dell’operato di Marisa Milani,che, come ricorda Glauco Sanga nel propriointervento, ha indagato le fonti scritte, maha voluto e saputo studiare le tradizioni popolarianche nelle fonti orali.Forniscono il loro apporto al volume ancheAntonio Daniele, Luca D’Onghia, ChiaraSchiavon, Carlo Cenini, Daniela Perco, GiulianoScabia e i due curatori dell’opera, IvanoPaccagnella e Luciano Morbiato. Mancasolo un accenno al “soprannaturale”, cosìcaro a Milani (che fu presidente del CICAP,Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazionisul Paranormale): ci pensa AndreaSavio, che racconta delle testimonianzesu fatti miracolosi (immagini sacre cheprendono vita, visioni estatiche ecc.) che avvenneroin Veneto durante la carestia del1559 e che sono arrivati sino a noi grazie all’accortaregistrazione che ne fecero alcuninotai dell’epoca. | Alessandro Pezzin |<strong>Il</strong> Veneto e la cultura popolare fra passato epresente, a cura di Mario Gecchele, Verona,Edizioni Fondazione Centro Studi Campostrini,2008, 8°, pp. 140, e 10,00.Tra l’ottobre e il dicembre 2006 la FondazioneCentro Studi Campostrini ha organizzatoun ciclo di incontri aventi come comunedenominatore il Veneto e la culturacontadina e popolare, di oggi e di ieri. Questovolume, edito all’interno della collana di“Quaderni” che periodicamente la fondazionedà alle stampe, raccoglie e ordina gliinterventi degli oratori che, nel corso diquei tre mesi, si sono avvicendati sul tema.L’équipe di studiosi è eterogenea e ben calibrata,in modo da coprire ogni aspetto diquella cultura che il curatore del volume,Mario Gecchele, definisce “del fare”, rispettoa quella della scrittura, detta “del sapere”:vi sono studiosi di lingua, storia, pedagogia,musica e tradizioni popolari; rappresentantidell’area accademica, ma anche di altri“mondi” e modi di far ricerca.La rassegna è aperta da Dino Coltro – maestro,scrittore e poeta, oltre che studioso ditradizioni popolari, recentemente scomparso– che propone due saggi: il primo imperniatosulla descrizione della natura di culturapopolare e tradizione, “un grande fiume– quest’ultima – che viene da lontano” e “siarricchisce della esperienza della generazioneche attraversa”; il secondo, incentratosulla “letteratura degli analfabeti”, costituitain buona parte dai proverbi, depositari di unsapere ancestrale quanto attuale. L’altra porzionedella letteratura popolare, quella dellefiabe, è presa in esame da Silvia Blezza, ricercatricedell’Università di Verona, che forniscei tratti generali sull’argomento, oltread alcuni più puntuali passaggi sul Veneto.Veneto che si fa di nuovo protagonista neidue testi successivi. Nel primo, quello delmaestro di musica Marcello Conati, il riferimentogeografico è ancor più preciso, datoche vengono trattati i canti popolari delveronese. La docente dell’Università di PadovaGianna Marcato, invece, costruisce l’idealestrumento di decodifica di quello cheè forse il principale collante tra tutti i testi egli argomenti del volume, il dialetto. Di ambitolinguistico è anche l’ultimo scritto dellaraccolta, quello che Giovanni Rapelli dedicaa un gradevole e puntuale excursus suicognomi tipici del veronese.Completano la gamma delle “tinte” dellacultura popolare veneta, il racconto dell’esperienzacol teatro popolare del registaAlessandro Anderloni e La figura del “matto”nell’aneddotica veronese ed italiana, testocon cui Ezio Bonomi segue il percorso di alcunitopoi della cultura popolare veneta, daBertoldo (la cui origine è ipotizzata dall’autorein Lessinia) ai Mati da Sago. Spesso siscopre che quanto si era ricostruito deglispostamenti di una popolazione attraversolo studio dei tratti linguistico-culturali vieneconfermato dall’analisi dei geni del Dna:il “grande fiume” non solo si arricchisce dinuovi elementi, ma li fa anche circolaresulle sponde che si affacciano lungo il suopercorso. | Alessandro Pezzin |LUIGI PIANCA, Tera de la me dhent / Terra dellamia gente. Storie de parsone, figure vive denatura e de teritorio tradotte in italiano, Dossondi Casier (TV), Editrice Arti GraficheZoppelli, 2009, 8°, pp. 157, ill., e 11,00.La Tera è il Cenedese, quel lembo di Venetoche cuce assieme, da nord a sud, lungo ilconfine col Friuli-Venezia Giulia, le propagginipiù orientali delle Province di Treviso eVenezia. Area che si estende dalle Prealpifino all’Adriatico, racchiusa tra Piave e Livenza.La dhent sono gli abitanti di questaterra: contadini soprattutto, ma non solo,perché molteplici sono le occupazioni cheper secoli hanno forgiato aspetto e caratteredi questa realtà e della sua popolazione.Sono le persone che parlano la lingua concui Pianca ha modellato le sue liriche, il cenedese.Un dialetto aspro, dai suoni “affilati”,che all’orecchio giungono secchi, prenotiziariobibliografico6623


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daZughi, conte e cante...cisi, nonostante talvolta arrivino anche afarsi quasi sibilanti: basti pensare a fonemicome zh (pozh ‘pozzo’, fugazha ‘focaccia’) odh (verdha ‘verza’ e il dhent del titolo).Come un amorevole documentario, il librodi Pianca ci porta in questa terra e ci raccontala sua gente, passando tra borghi e ricordi,tra acque e storie. L’autore ci fa stradacon una quarantina di componimenti divaria lunghezza, tutti in rima. <strong>Il</strong> processo divivificazione di luoghi e atmosfere è aiutatodalle riproduzioni di quattordici acquefortidi Francesco Piazza, amico del poeta.I testi possono essere suddivisi in due principalicategorie: da una parte le poesie, cheraccontano il territorio in tutte le sue componentie le sue sfumature (acque e monti,piante e animali); dall’altra le persone, sia i“cenedesi” in generale, sia gli affetti più carie vicini all’autore. La natura è raccontatacon componimenti dedicati a pedemontana,boschi, montagna e acque. Piave e Livenzasono personaggi vivi, i protagonistidel testo; un effetto, questo, che Pianca ottieneanche grazie alla personificazione deicorsi d’acqua: il Piave, per esempio, quandoè ruscello, scende a “schivanele de cavra salvàrega”.La descrizione del fiume sacro allaPatria è più “materica” e dinamica, tra roccelevigate, spruzzi, rotolii, correnti. Per ilLivenza prevale l’attenzione al colore delleacque: “verdo-blù de corài” alla fonte, poi“verdo smeraldo”, “na fossa de aque ciare”.<strong>Il</strong> primo volto cenedese che Pianca ci descriveè quello della madre, ricordata con affettonella poesia d’apertura. Poi ciò cheprevale è l’attenzione alle attività della gentee alle tradizioni ad esse legate, come sagre,feste, raccolta del fieno, ricorrenze religiose.La parte forse più vivida è però quelladedicata ai mestieri desmentegadi, una sortadi antologia dei lavori cancellati dall’incederedel tempo. Questa è anche la parte dellibro più significativa dal punto di vista lessicale:la descrizione dei vari mestieri implicala rievocazione dei rispettivi linguaggi.| Alessandro Pezzin |LUCIA NADIN e per i disegni FABIO SANTIN,Giochi Prohibiti. Bandi contro il gioco scolpitisui muri di Venezia, Venezia, Centro Internazionaledella Grafica, 2010, 8°, pp. 55,ill., s.i.p.È uno dei volumi che in insolito formato euso di carta scelta, inoltre in bassa tiratura,esce dai torchi del Centro InternazionaleGrafica Venezia: “Nella tradizione – scrivel’editore come nota introduttiva – che è propriadella nostra casa editrice, di occuparsi efar rivivere il passato riscoprendo aspetti dimenticatidella nostra storia”. Che è quelladella Serenissima Repubblica di San Marco,declinata qui nello studio delle lapidimarmoree – ormai ridotte a quindici e incondizioni di estrema trascuratezza – attraversole quali, con rischio di pene severissime,si intimava alla popolazione di non“giocare”, ovvero far schiamazzi e altro, conl’uso frequente della bestemmia, nei luoghiadiacenti a chiese e conventi, oltre che a edificinon di culto ma di particolare importanzacome il palazzo Ducale.Lucia Nadin approfondisce la sua ricercastoricamente addentrandosi anche nei dettaglidi quelle attività e quei comportamentiche rappresentavano a Venezia i GiochiProhibiti, in particolare dalla seconda metàdel Cinquecento alla prima metà del Seicento(basti pensare come esempio al bandoscolpito sul muro del convento in isola diSan Francesco del Deserto, datato intornoal 1627, che “vietava di praticare giochi, ditumultuare, di strepitare, di bestemmiare,di proferir parole oscene”). L’evocazione siallarga al concetto di gioco in senso diffusoin città attraverso i Ridotti e i Casini, ma anchenelle osterie e luoghi simili perseguiti etalora tollerati dal Governo. In una allegatapianta di Venezia sono segnati i luoghi incui ancora si possono “leggere” i contenutidei bandi marmorei. Con una seconda parteche ne riporta i testi, ognuno commentatoe divenuto eccellente figurazione graficaa tutta pagina per mano del disegnatore FabioSantin. Col sapore dell’incisione che restituiscevia via brandelli di vita della Veneziadel tempo. | Piero Zanotto |Zughi, conte e cante de paese raccolti a Rosegaferrodal 1975 ad oggi, a cura di MichelaCordioli, archivio fotografico di GiancarloTabarelli, iniziativa in collaborazione conL’Albero della memoria, Venezia, Regionedel Veneto - Villafranca (VR), Comune diVillafranca, s.d., 8°, pp. 199, ill., s.i.p.<strong>Il</strong> proposito che anima il volume è il tentativodi conservare per le future generazioni ilpatrimonio di filastrocche e canti popolariche testimoniano lo spirito e le radici dellapiccola comunità di Rosegaferro, oggi frazionedel comune di Villafranca di Verona,ma che in gran parte sono comuni all’interoterritorio veneto e, in qualche caso, ancheesterno al Veneto.Nel libro trovano spazio sia trascrizioni ditesti sia di brani musicali su pentagramma,in entrambi i casi in forma semplificata.A prevalere sono soprattutto le trascrizioni24 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazionidi brani musicali strappati alla memoria degliinformatori. Numerose, ad esempio, leconte, filastrocche usate dai bambini per stabilirea chi spettasse iniziare il gioco, e le filastrocchee i giochi per l’infanzia, tra cuinon mancano testimonianze di ninne-nanneper far addormentare i più piccoli e diquelli che l’autrice chiama “canti numerativie cumulativi”, legati all’esigenza didatticadi aiutare la memoria a ricordare concetti eoggetti (i giorni della settimana, i nomi delleparti del corpo degli animali ecc.).La musica popolare di cui si dà conto è anchequella legata al mondo degli adulti,come mostrano i numerosi canti popolariveronesi, legati a particolari momenti di festa,e i canti narrativi, con testimonianze didonne che, “cantando le storie di altre donne,si sentivano solidali tra loro e riuscivanoa superare più serenamente le frustrazioniquotidiane”. Sempre al mondo contadinofanno riferimento gli esempi di “canti satiricie delle compagnie” e le vilote, forma musicaleaperta che, lasciando spazio all’inventivadei cantori, “mette in luce gli aspetti piùsottili ed umoristici degli avvenimenti quotidiani”.Numerose anche le testimonianze dicanti rituali, legati alla sfera religiosa chetanta importanza aveva nel mondo contadino,ma anche a riti legati alle stagioni.<strong>Il</strong> volume trascrive poi alcuni brani di cantastoriecosì come consegnati dalla memoriadi testimoni che avevano assistito aglispettacoli di questi personaggi che allietavanole piazze nei giorni di mercato o di festain cambio di un modesto compenso e il cuipassaggio era spesso un evento che lasciavail segno nel ricordo popolare. Si tratta di unrepertorio vasto, con brani riferiti a una dimensioneche spesso trascendeva quella nazionale,collocandosi in qualche caso ad unlivello europeo ma che non escludeva lacommistione con le canzoni d’epoca diffusedalla radio e dai dischi o anche con i branilegati al mondo della scuola, tutti caratterizzatida un italiano aulico che stride di fronteal dialetto della tradizione orale.Nel volume trovano spazio anche strumentie musicisti, a sottolineare la creatività delmodo di fare musica nel mondo contadino,in grado di utilizzare come strumenti a soffioanche le foglie d’edera, di trasformare instrumenti ad arco il gambo delle pannocchiee in percussioni i coperchi delle pentole,secondo i dettami di un’arte con radicilontane. Chiude il volume un apparato dinote ai canti, dalle quali è possibile trarreinformazioni sulle circostanze in cui le testimonianzesono state raccolte e su alcunevarianti testuali che, come è normale attendersiin casi del genere, caratterizzano ilmateriale raccolto. Una bibliografia essenzialedà infine conto di studi sul folklore veroneseai quali questo volume va ad aggiungersi.<strong>Il</strong> tutto è arricchito da un apparato difoto d’epoca sulla vita di Rosegaferro provenientiin particolare dall’archivio fotograficodi Giancarlo Tabarelli, che ha salvato dalladispersione materiale fotografico di famigliedel posto. | Matteo Viale |LAURA SIMEONI, Fiabe e leggende vicentine,Treviso, Santi Quaranta, 2008, 8°, pp. 158,ill., e 11,00.Le Fiabe e leggende vicentine di Laura Simeoni– giornalista, scrittrice, autrice di volumigià compresi nella medesima collana (“I ciclamini”di Santi Quaranta), dedicati a “fiabee leggende” rispettivamente del Piave,del Montello e del Sile – offrono un gustosorepertorio di narrazioni che interessano ilterritorio vicentino, dal capoluogo (ecco alcunidei titoli che aprono il volume: “La pietramagica che salvò Vicenza”, “<strong>Il</strong> palazzodei gatti nel fiume Bacchiglione”, “I follettidel Teatro Olimpico”, “<strong>Il</strong> vero nome di Vicenza”)ai Colli Berici, da Bassano a Schio,da Valdagno all’Altopiano di Asiago. Follettie gnomi, streghe e “anguane”, maghi, fatee principesse popolano questi racconti, retaggiodi una ricca tradizione orale e di unacultura contadina in cui sovente la sfera delquotidiano e quella del “meraviglioso” eranodestinate ad incontrarsi, a contaminarsireciprocamente, ad incrociare naturalmentesimboli ed esperienze, facendo interagire figureleggendarie e comuni mortali, alle presecon i problemi di sempre.Si tratta, dunque, di un viaggio poetico efantastico, in cui prevalgono i toni lievi e l’alonefiabesco che circonda gli eventi narrati.L’autrice, come viene ricordato, “coinvolgeil lettore suggerendogli che la felicitànon è di casa nel mito o nei sontuosi palazzi,ma vive soprattutto nelle piccole cosequotidiane, dalle quali Laura Simeoni satrarre il mistero e la sorpresa, la delicatezzae la meraviglia, il prodigio: sa incantare lepersone, piccole o adulte, che leggono lesue ‘storie’”. | Susanna Falchero |LUIGINA BATTISTUTTA, Fiabe e leggende delCadore, Treviso, Santi Quaranta, 2008 2 , 8°,pp. 188, ill., e 11,00.Luigina Battistutta, che si è già occupata difiabe e leggende tra Veneto e Friuli nellacollana “I ciclamini” dell’editore Santi Quaranta,torna a raccontare il folklore di unaimmagine tratta daFiabe e leggende del Cadorenotiziariobibliografico66 25


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daGiro girotondo...terra nobile e antica, il Cadore, attraversostorie e personaggi che incarnano un riccopatrimonio di cultura popolare. <strong>Il</strong> personaleitinerario narrativo dell’autrice diventa così,pagina dopo pagina, anche una guida sui generisall’identità cadorina più profonda, unpassaggio e, insieme, una sorta di immersionefantastica nei luoghi e nelle bellezzedi un territorio pieno di fascino e di misteri,tra montagne, boschi e laghi, paesi e villaggisparsi tra le Dolomiti. Abbondano, inquesta alternanza di “fiabe” e “leggende”,gli elementi soprannaturali, che compongononarrazioni sospese, popolate da creaturemitiche, draghi, giganti, streghe, fate, nonchédalle loro declinazioni locali (“anguane”,“vivene”, “croderes”), ma anche dai ritiancestrali del mondo rurale, da una fittaschiera di boscaioli, contadini, pastori, vedove,fanciulle, “umili” che sono i protagonistidelle vicende. Luigina Battistutta si facantastorie di questo vivace universo, ne descriveincanti e durezze, dà voce ad unmondo arcaico e, almeno in apparenza, immutabile.“Ci sono, nel suo ‘microcosmo’narrativo, il sortilegio, la saggezza, le vicendeliete e dolorose delle persone; ci sono labontà, la cattiveria e la crudeltà umana; ladimensione giocosa e buffa, il sorriso e lapietà; ma tutto si distende in una sorta dicanto corale, trepido e sapienziale, in uncontesto ampio che è insieme creativo edancestrale”. I racconti qui presentati sonoscanditi da una serie di capitoli che richiamanoognuno una particolare zona del Cadore,raggruppando i luoghi e le leggendecorrispondenti: “Pieve di Cadore, Calalzo edintorni”, “Misurina, Auronzo, Vigo, Laggioe Lorenzago”, “Cortina e l’Ampezzano”,“<strong>Il</strong> Comelico e Sappada”, “La Valle del Boite”.| Susanna Falchero |CORRADO FERRI, TOMMASO ZAGHINI, Girogirotondo. Storia delle antiche giostre e dellemoderne macchine da divertimento, Rovigo,Minelliana - Comune di Bergantino (RO),2009, 8°, pp. 156, ill., s.i.p.Questo libro ripercorre una storia curiosa:la storia di una singolare epopea popolareveneta, che copre larga parte del Novecentoper giungere fino ad oggi. Bergantino è uncentro agricolo in provincia di Rovigo, croceviatra i territori di Mantova, Verona eFerrara e la sua fama è legata alle giostre daalmeno ottant’anni. Da questo piccolo paese,nel 1929, in epoca di crisi economica,partì infatti la prima “autopista” (con i suoiinventori, i meccanici Favalli e Bacchiega)che avrebbe segnato, nei decenni successivi,la storia dello “spettacolo viaggiante” eche avrebbe eletto proprio Bergantino a capitalericonosciuta della giostra in Italia, legandol’emigrazione temporanea di decinee decine di famiglie locali verso fiere e lunapark anche allo sviluppo di un fiorente sistemaartigianale e (più avanti nel tempo)industriale di produzione di attrazioni e“macchine da divertimento”. Un’emigrazionedettata principalmente dalla necessitàmateriale diventava, così, nel breve volgeredi anni, una sicura vocazione economica.Non è un caso, dunque, che in questa realtàsia sorta anche l’esigenza di provare a colmareun relativo vuoto di contributi conoscitivinella più ampia storia dello spettacolo:l’intento che ha mosso i due autori, CorradoFerri e Tommaso Zaghini, è raccontaree divulgare la storia della giostra, anzidelle giostre, dall’altalena – che ne costituisceuna specie di prototipo, fin dall’antichità– alle moderne macchine di divertimentocome autoscontro, montagne russe, “rollercoaster” ecc. <strong>Il</strong> volume è corredato da unutile glossario e da una serie di immaginiche evidenziano l’evoluzione tecnica (e sociale!)di questa particolare forma di svagocollettivo, nelle sue tappe fondamentali. La ricercaè compresa tra le iniziative che sonostate promosse dal Comune di Bergantino,piccola-grande “capitale” polesana dellospettacolo popolare, con la Provincia e laCamera di commercio di Rovigo e il Distrettoveneto della giostra, in occasionedell’ottantesimo anniversario della nascitadello Spettacolo viaggiante di Bergantino edel decimo anniversario dell’inaugurazionedel Museo della Giostra e dello Spettacolopopolare. | Susanna Falchero |L’antico Maglio di Breganze. L’uomo, le macchine,gli attrezzi, i manufatti, a cura dell’AssociazioneMuseo del Maglio, Breganze(VI), Associazione Museo del Maglio, 2009,4°, pp. 176, ill., s.i.p.Prima della nascita della moderna industria,e naturalmente molto prima della nascitadella cosiddetta “economia immateriale”,i processi produttivi erano per lo piùstrettamente intersecati alla morfologia delterritorio in cui si insediavano, con un occhiodi riguardo per la presenza di materieprime, di corsi d’acqua e di altre vie di comunicazione“naturali”. <strong>Il</strong> volume, curatodall’Associazione Museo del Maglio, si propone,attraverso l’alternanza di testi esplicativie immagini, di “dare visibilità e dignitàa quella cultura materiale, tipica della nostraciviltà rurale, che per troppo tempo è26 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazioniNasceva trentacinque anni fa (il 22 novembre1977) il Comitato Mura di Padova e daallora, tenendo fede alla mission dell’Associazione,la sua presenza nel contesto dellaconoscenza, tutela, valorizzazione del sistemamurario padovano è stata costante e significativa.Esce infatti l’ultima pubblicazioimmaginitratte daL’antico Maglio di Breganze...stata trascurata e sottostimata”. Le macchine,gli attrezzi, i manufatti dell’antico Magliodi Breganze, nel Vicentino, ne costituisconolocalmente un esempio di una certaimportanza. Essi raccontano la storia di unsito protoindustriale e del suo sviluppo, masembrano altresì evocare la storia e le fatichecollettive degli uomini che lungamentevi lavorarono. Infatti, il Maglio di Breganzeprotagonista di queste pagine veniva ad inserirsiin un’area geografica che poteva vantareun buon radicamento di lavorazioniprotoindustriali, concentrate specialmentenelle valli dell’Astico e del Leogra. Tra questeattività si distingueva la lavorazione delferro, metallo estratto a Forni fin dal XIII secolo(anche se maggiormente sfruttate eranole ricche miniere di Torrebelvicino). Gliimpianti che ospitavano queste lavorazionisi disponevano lungo la fascia pedemontana,un’area nella quale agli inizi del XIX secolosi contavano oltre quaranta magli. E traquesti primitivi impianti industriali spiccava,appunto, il Maglio di Breganze, luogonel quale “la pirite impastata con il carbonevegetale e portata a temperature elevate venivasottoposta ai colpi del grande martelloper ricavare lentamente il ferro puro”. I testiraccolti nel libro sono di Arianna Brazzale,Franco Mastrovita, Carmen Rossi,Umberto Simonato, Bruno Tamiello. Le fotografiedi Fabio Zonta. Le immagini storicheprovengono dall’Archivio di Bruno Tamiello,mentre i disegni originali sono diFranco Mastrovita. | Susanna Falchero |architetturaurbanistica - paesaggioOTTAVIO BERTOTTI SCAMOZZI, <strong>Il</strong> Forestiereistrutto nelle cose più rare di Architettura e dialcune Pitture della città di Vicenza. Arricchitodi trentasei tavole incise in rame, Roma,Editrice Dedalo Roma, 2009 (rist. anast.Vicenza, Nella Stamperia Turra, 1780), 8°,pp. 115, ill., e 22,00.Ottavio Bertotti Scamozzi fu uno dei piùacuti studiosi del Palladio nel Settecento.Architetto egli stesso, nonché storico e criticodell’architettura, per la sua profonda conoscenzadi Vicenza e dei suoi edifici feceda guida ai più illustri visitatori della città.<strong>Il</strong> forestiere istrutto vuole essere un seguitosu carta di questa sua attività secondaria,tracciando un breve itinerario alla scopertadelle bellezze architettoniche e pittorichedel Vicentino.<strong>Il</strong> percorso si snoda fra le piùnotevoli costruzioni della città, come la BasilicaPalladiana, il Teatro Olimpico, la Casadel Palladio, Villa Trissino e molti altri palazzidei nobili vicentini. La maggior partedi questi edifici è opera del Palladio o delloScamozzi ed è curioso notare come sianostate automaticamente escluse le architetturedi stile gotico, facendo del gusto neoclassicoun principio di selezione.Per ogni edificio il Bertotti fornisce tutte leinformazioni essenziali in modo estremamentesintetico: alla descrizione della strutturasegue l’elenco degli affreschi e delletele che essa ospita, nel tentativo di coniugareun approccio scientifico con alcuneconsiderazioni sulle scelte estetiche degli architetti,condividendone o meno i risultatiottenuti. Non sempre è possibile stabilirecon certezza la paternità delle opere presentate:in questi casi l’autore riferisce tutti idati che lo spingono ad attribuire la costruzionea un architetto piuttosto che a un altro.Di alcuni palazzi, inoltre, riporta ancheuna rapida storia dei proprietari, non dimenticandodi rendere omaggio in questomodo al marchese Mario Capra, ultimo inquilinodella Rotonda e mecenate dell’autore,al quale il Bertotti aveva dedicato la primaedizione del Forestiere istrutto. La ristampaanastatica riproduce la seconda versione dell’opera(risalente al 1780), distinta dalla primaper non essere più in forma di dialogo eper l’aggiunta di nuove tavole; il testo, infatti,è abbellito da trentasei incisioni in ramecon i prospetti e alcune piante degli edificidescritti. Per il lettore moderno è interessanteanche l’ultima pagina tratta dall’edizioneoriginale, che riporta la licenza per lapubblicazione rilasciata dal Sant’Uffizio diVenezia al tipografo Antonio Turra.<strong>Il</strong> presente volume include una nota dell’editoreintorno alla figura del Bertotti e unapanoramica, sia delle opere da lui pubblicatein qualità di critico che dei progetti eseguiticome architetto. | Francesca Muner |<strong>Il</strong> Castelnuovo di Padova, la fortezza mancata,a cura di Ugo Fadini con testi di PatriziaDal Zotto, Andrea Ulandi, Adriano Verdi,Stefano Tuzzato, Ugo Fadini, Padova,Comitato Mura di Padova - Saonara (PD),<strong>Il</strong> Prato, 2011, 8°, pp. 144, ill., e 30.00.notiziariobibliografico66 27


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte da<strong>Il</strong> Castelnuovo di Padova...ne, <strong>Il</strong> Castelnuovo di Padova, la fortezza mancata,in concomitanza con il completamentodegli interventi attuati dall’Ente pubbliconel 2007-2008, sulla parte del fronte bastionatocorrispondente appunto a quellaroccaforte, voluta dai Provveditori, Capitanigenerali, ingegneri militari ed altri consulentiche si succedettero nell’opera di fortificazionea partire dal secondo decennio delXVI secolo, ma che non verrà realizzata.L’itinerario si articola in cinque parti: a PatriziaDal Zotto e Andrea Ulandi spetta l’analisidocumentale, archivistica e cartografica;ad Adriano Verdi l’esposizione dello statodi fatto del Castelnuovo; a Stefano Tuzzatol’indagine stratigrafica e di scavo affidataglidal Comune di Padova e attuata nel2006-2007; ad Ugo Fadini la riflessioneconclusiva che Andrea Ulandi, in una seriedi tavole particolarmente utili, diacronicamentefissa. Infine, negli apparati, sono inseritele denominazioni con le quali nel tempoè stato citato il Castelnuovo, la biografiadei personaggi implicati, la bibliografia.Le vicende della “fortezza mancata” hannoorigine con l’assedio di Padova del 1509 daparte delle truppe di Massimiliano I quandoin occasione di un sopralluogo, nel lugliodello stesso anno, l’“inzegnere” Fra Giocondosuggerisce di sostituire la vecchia cintacon una cortina bastionata che puntualmente,nel 1513, il nuovo capitano generale Bartolomeod’Alviano avvia con la costruzionedi tre torrioni in corrispondenza del Portelloe di Ognissanti. Dopo il secondo assediodi Padova, nel luglio del 1513, i torrioni furonocollegati con due gallerie, venne completatoil torrione a nord (il Venier) e nel 1519si aprì la nuova porta di Ognissanti, in sostituzionedi quella carrarese del Portello.<strong>Il</strong> progetto della fortezza non viene abbandonatoe, tra il 1544 e il 1546, l’architetto MicheleSanmicheli presenterà le sue relazionicollocando nel sito del Portello vecchio illuogo di fondazione. L’anno dopo, inoltre,viene incaricata una commissione di analizzareil problema, ma non se ne farà nulla edi fatto la fortezza si limiterà alla strutturasemicircolare oggi esistente.Mutate situazioni strategiche e politiche ametà Cinquecento avevano evidentementeportato alla ridefinizione del progetto “fortezza”e così si preferì completare il circuitomurario a chiudere la città, comprendendovianche il sito ove avrebbe dovuto essererealizzata. Le successive vicende vedrannoil progressivo declino della struttura, spostandosil’attenzione nel corso del XVII eXVIII secolo sulla situazione idrografica,laddove nel XIX secolo la cinta assume valenzadaziaria e gli interventi saranno miratia questa funzione. Ciò almeno fino al1882 quando le mura vengono acquistatedal Comune: per l’area di Castelnuovo questosignificherà l’inserimento di nuove funzionie quindi strutture, viarie (barriera diOgnissanti), scolastiche (il ricreatorio EnrichettaLuzzatto Dina), igieniche (celle difermentazione Beccari, deposito immondizie),veterinarie (la stazione sperimentaleper le malattie infettive del bestiame, poiIstituto zooprofilattico delle Venezie).Ed ora, che fare?, si chiederà il lettore. UgoFadini, a conclusione, sembra indicare unavia che non si può non condividere. Quellacioè della necessità di recuperare alla memoriacollettiva l’intero sistema murariopartendo proprio dal Castelnuovo. Esso puòcontribuire, in quanto documento storico espazio del quotidiano, alla qualità stessa delvivere civile offrendo nuove possibilità dirapporto con la città. Citando Fadini, “framanutenzione carente, restauri praticamented’emergenza, usi discutibili, veri abusi, equalche positivo esempio di valorizzazione”,le mura devono uscire dalla situazione dielemento indistinto e anonimo alla percezionee divenire invece motore trainante dellaqualità urbana. | Pier Luigi Fantelli |Spazio ricucito. Restauro e recupero del Castellodi Rovigo, a cura di Fiorenza Ronsisvallee Elena Lavezzo, fotografie di FrancoNavarrini, s.l., Studio di architettura Navarrini,2010, 8°, pp. 125, ill., s.i.p.<strong>Il</strong> volume vuole ripercorrere nello spazio dioltre centoventi pagine l’intervento di restauroe di riqualificazione urbanistica e architettonicadel Castello di Rovigo e dellearee limitrofe.<strong>Il</strong> Castello di Rovigo è il reperto urbanisticopiù antico della città: esso risale con ogniprobabilità al 920, allorché il vescovo diAdria chiese e ottenne da papa Giovanni Xil permesso di edificare un luogo fortificatoda contrapporre alle rovinose scorrerie degliUngari. Un patrimonio storico e architettonicodi indubbia rilevanza per il capoluogopolesano e che tuttavia, dopo lunghe traversie,è stato oggetto di una rinnovata attenzionesoltanto nell’ultima parte del secoloscorso, portando infine alle varie fasi del restauroavvenuto tra il 2003 e il 2010. Spazioricucito, realizzato con il supporto del Comunedi Rovigo e della Regione del Veneto,segue nel dettaglio tutti i momenti che hannocaratterizzato questo decisivo interventosull’area del Castello, dall’idea progettualealla sua effettiva realizzazione, e risulta suddivisoin otto sezioni tematiche: pianificazione,storia, archeologia, restauro, interventiurbani, cantiere, comunicazione, bandoe finanziamento. | Diego Crivellari |28 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daSpazio ricucito...CHIARA DONÀ, Selvaggiano. Un letterato, unluogo e la sua storia, Padova, Ancisa, 2008,4°, pp. XII-571, ill., s.i.p.Ci sono casi, tutt’altro che rari, in cui artistio letterati hanno legato il loro nome a unluogo d’elezione, che vive in seguito impregnatodel loro spirito: basti pensare, soloper rimanere in area veneta, ad Arquà perPetrarca. Così sarebbe potuto essere ancheper Selvazzano, alle porte di Padova, e perMelchiorre Cesarotti, uno dei protagonistidella cultura veneta e italiana della secondametà del Settecento, che scelse la villa diSelvazzano come luogo d’elezione per trasformarlaquasi in una dimostrazione visivae concreta delle sue idee estetiche, tra nostalgianeoclassica e struggimento preromantico,per non dire romantico tout court.<strong>Il</strong> tempo crudele, le vicissitudini storiche(e l’incuria umana) hanno fatto scomparirequesta alta testimonianza dello spirito diquel tempo e ora il complesso è stato acquisito,insieme al Comune di Selvazzano, dall’AssociazioneNazionale Comuni Italiani,che ha anche promosso questo libro diChiara Donà che si propone di ricostruire lastoria della villa e dell’ambiente in cui è stataedificata.La sezione più importante è, ovviamente,quella dedicata ai lavori sulla villa e sul giardinocompiuti dall’abate Cesarotti, che nel1781 aveva ereditato questa proprietà dal padreGiovanni, discendente di un certo PaoloCesarotti che nel 1663 aveva comprato unappezzamento a Selvazzano da Pietro e LeoninoSecco Suardo. La proprietà constava di“casa dominicale di muro copperta da coppicon barchessa, e colombara, stalla, caneva,granaro, pozzo, forno e cortivo serato dimuro, orto, e brolo cinto di spinada tuttoprativo con pochi frutari e vignato con unpocco di terreno”. L’abate non intervienesolamente sulla villa, ma progetta di trasformareradicalmente l’assetto del “cortivo”per creare un luogo adatto alle Muse, unvero e proprio “poema vegetabile”: un giardinoromantico in cui la natura appare liberadi esprimersi e l’uomo trova con essa unimmediato rapporto simpatetico.La Donà segue poi le successive vicende delcomplesso di Selvazzano, che passa per variemani fino alla famiglia Fabris, che nellavilla fece anche alloggiare un ospedale dacampo (il 0121), da cui è stata infine acquistata.Occupa ben due terzi del volume latrascrizione dei documenti storici, che possonoessere il punto di partenza per ricercheche sappiano in modo sempre più completointerpretare l’originale progetto di Cesarottialla luce della complessa cultura dell’etànapoleonica. | Mirco Zago |MARCO PASA - LUCIANO ROGNINI, PalazzoRosso. La villa Bevilacqua Lazise-Cometti,un gioiello della Valpantena, Grezzana (VR),Comune di Grezzana, 2006, 4°, pp. 143, ill.,e 15,00.Questo volume, edito dal Comune di Grezzana,deve la sua realizzazione anche all’EnteVille Venete, alla Provincia di Verona, allaComunità Montana della Lessinia e al ConsorzioBIM Adige che hanno concesso uncontributo finanziario. La pubblicazione risultaricca e articolata, perché si interessanon soltanto di Villa Cometti – più comunementeconosciuta come Palazzo Rosso – maanche della Valpantena, della zona collinarevicina al Palazzo con i castelli di Cuzzano eCologne, dello sviluppo dell’economia di villanella zona di Grezzana e della famiglia BevilacquaLazise nell’intervallo di tempo compresofra Sette e Ottocento.Una prima parte del volume, curata da MarcoPasa, è dedicata alla storia del territoriodal punto di vista geografico, le cui caratteristichehanno favorito un antico popolamento.Vengono tratteggiati sviluppo e fortuna,favoriti dall’avvento della signoria scaligerache elesse la Valpantena come zonadi strategica importanza per lo sviluppo dell’artigianatolaniero strettamente connessoall’allevamento ovino, in funzione di unmercato cittadino in continuo sviluppo.Si evidenzia poi il passaggio nel Cinquecentoda un tipo di economia in cui i cittadiniriescono a controllare la gestione delleloro terre ad un’economia in cui riesconoad imporre le loro esigenze produttivistiche,condizionando fortemente le forme disfruttamento del suolo. È il momento in cuisi sviluppano le ville, compresa la BevilacquaLazise (Palazzo Rosso).La seconda parte del testo, dopo l’accuratastoria della villa oggetto della pubblicazione,si dilunga sull’aspetto artistico all’esterno esulla decorazione pittorica, a cura di LucianoRognini che dedica un paragrafo allacommittenza delle opere d’arte in essa contenute,ricorrendo anche alle ricerche archivistichedi Marco Pasa, alla base dell’alberogenealogico contenuto a fine volume.Uno sguardo completo sulla villa, quello offertoda questo volume, dal punto di vistastorico-artistico; una pubblicazione con laquale l’amministrazione comunale si proponedi valorizzare culturalmente, storicamentee turisticamente un autentico gioiellodel suo territorio, nell’intento di riscoprirela propria identità, ritrovando un correttorapporto con il proprio ambiente, in mododa progettare il futuro in modo più consapevolee, di conseguenza, ecosostenibile.| Silvia Piacentini |notiziariobibliografico66 29


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daGeo-Oikos...Geo-Oikos. Nuovi territori 2009, a cura di DavideLonghi, Venezia, Regione del Veneto,2009, 8°, pp. 363, tavv. 16, ill., dvd allegato,s.i.p.Come nasce e come si può conoscere il cosiddetto“Terzo Veneto” prossimo venturo?Anche con un catalogo come questo, che èstato ideato per presentare la nuova rassegnaregionale “Geo-Oikos” e i suoi progetti,suddivisi per area geografica. In evidenza,dunque, il ruolo della Regione del Veneto edegli enti locali nella programmazione delterritorio; il tentativo di effettuare un saltodi paradigma, che veda quale centro propulsorele istituzioni. La recente legge urbanisticae le novità in termini di criteri e procedureper la formazione degli strumenti digoverno del territorio, al pari della realizzazionedel Piano Territoriale Regionale diCoordinamento, hanno infatti rafforzatol’esigenza di affidarsi al metodo del confrontoe della concertazione come mezzoprivilegiato per perseguire scelte strategichedi assetto del territorio coerenti con lavisione di uno sviluppo sostenibile.In questo spirito si è inserita la prima rassegna“Geo-Oikos”, realizzata dalla Regionedel Veneto in collaborazione con le sue Province,alla Fiera di Verona nel 2009, e destinataad essere replicata annualmente daqui in avanti. In queste pagine è possibileripercorrere gli esiti dell’edizione inaugurale,attraverso una articolata selezione dei lavorie dei progetti territoriali, urbanistici,edilizi e ambientali più importanti del territorioe delle città venete, aprendo uno spaziodi confronto per la ricerca di un’identitàregionale condivisa, oltre che un dialogo necessariocon la dimensione europea, masempre nella prospettiva di un moderno edefficace disegno di marketing territoriale.| Diego Crivellari |Strade del Nordest. Territori e paesaggi, architetturae ingegneria. Ricerca su alcuni temiprioritari relativi al sistema infrastrutturalestradale del Veneto. Convenzione Anas spa eUniversità Iuav di Venezia, coordinamento acura di Serena Maffioletti, Padova, <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong>,2008, 4°, pp. 259, ill., e 40,00.Nel volume, curato da Serena Maffiolettidello Iuav e nato dalla collaborazione traIuav e Anas, sono contenute analisi e informazionisu alcune delle principali direttricidel Nordest e del Veneto che, oltre a costituirela rete di connessione regionale che siinnesta sulla grande rete nazionale, formanosegmenti essenziali dei Corridoi plurimodalieuropei – in particolare dell’ormai“celebre” Corridoio n. 5, concepito per facilitarei collegamenti tra la Pianura padana,l’Alto Adriatico e l’Europa centro-orientale,e destinato a connettere per terra e permare Lisbona a Kiev, in Ucraina, passandoper Torino, Milano, Venezia e Trieste. Ragionarein una visione continentale è ciòche – nelle intenzioni della curatrice e deidiversi contributi raccolti – permetterà disuperare il provincialismo tipico di moltedelle nostre infrastrutture riconducibili essenzialmentead esigenze e richieste localistiche.I grandi corridoi europei non possonoessere considerati come semplici vie dicomunicazione, ma devono essere pensaticome un unico grande spazio geopolitico,oltre che economico, di estrema rilevanzastrategica e di grande importanza per la sicurezzadel vecchio continente, in quantoda esso deriveranno fattori di stabilità, dipace, di diffusione della cultura e di conoscenzadei popoli. Ciò nella consapevolezzache una elevata qualità nella progettazionedelle opere potrà emergere soltanto da unaforte sinergia tra il mondo del lavoro e quelloaccademico. | Diego Crivellari |Venezia sistema Mose. Studi di inserimentoarchitettonico delle opere mobili alle bocche lagunariper la difesa dalle acque alte, a cura diAndrea Groppello e Paola Virgioli, Venezia,Università Iuav di Venezia - Marsilio, 2009,8°, pp. 127, ill., e 20,00.<strong>Il</strong> nome Mose (acronimo di MOdulo SperimentaleElettromeccanico) identifica un sistemaintegrato di opere di difesa costituitoda schiere di paratoie mobili a scomparsa,che avranno il compito di isolare la Lagunadi Venezia dal Mare Adriatico durante glieventi di alta marea. Una sfida tecnica e ingegneristica,dunque, ma anche un problemapolitico aperto da anni, non senza dubbi,interruzioni e aspre contese intorno aldestino di questa nuova infrastruttura e alsuo impatto ambientale. Una barriera mobileche, nelle intenzioni dei suoi promotorie realizzatori, dovrebbe proteggere Veneziadai danni che vengono provocati dal fenomenodell’acqua alta e rappresentare unprogresso fondamentale nella tutela diquell’immenso patrimonio rappresentatodalla città lagunare. Questa pubblicazionedello Iuav ha inteso illustrare i lavori allebocche di porto della Laguna di Venezia e leipotesi progettuali per l’inserimento achitettonicoe paesaggistico delle opere di difesa.La prima sezione del libro tratta degliambienti lagunari, dei rischi dovuti ai fre-30 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daVenezia sistema Mose...quenti allagamenti e delle caratteristichetecniche del sistema Mose. La seconda introducele proposte di configurazione architettonico-paesaggisticadelle parti emerse efisse per ogni singola bocca di porto. La terzaè infine costituita dagli scatti fotograficirealizzati ai cantieri alle bocche di porto diLido, Malamocco e Chioggia. Andrea Groppelloe Paola Virgioli, architetti, laureati all’UniversitàIuav di Venezia e collaboratorinella medesima scuola, sono i curatori delvolume che raccoglie anche contributi diCarlo Magnani, Alberto Cecchetto, Aldo Aymonino,Alberto Ferlenga e João Nunes.| Diego Crivellari |Aldo Rossi a Borgoricco, a cura di ChiaraVisentin, Padova, <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong>, 2009, 8°,pp. 76, ill., e 16,00.A venticinque anni dalla posa della primapietra del Municipio di Borgoricco, giungeopportuna questa riflessione a più manisull’opera quasi dimenticata di Aldo Rossi,realizzata nel tempo in cui si manifestò lacrisi dei paradigmi del funzionalismo novecentesco,quando ancora non si era affermatacompiutamente l’architettura dellearchistar. Si offre così l’occasione per interrogarsisul controverso rapporto fra il territorio– la centuriazione romana incastonatanella profonda pianura veneta –, la storia– in particolare in relazione con Andrea Palladio– e la funzione specifica dell’opera architettonica.Tutto alla luce di un’architetturacontemporanea intesa come linguaggiouniversale, calata come un’astronave da unempireo popolato da personalità internazionalie chiamata a generare ex nihilo un significatoinedito e indifferente rispetto allasingolarità dei luoghi.La pubblicazione è frutto degli atti del Convegnodi Studi promosso dall’AccademiaGalileiana nel febbraio del 2008, in cuisono stati scandagliate le intenzioni del progettorossiano, le scelte tipologiche, delletecniche, dei materiali e ogni aspetto caratterizzantesono esposti per esplicitare le opzioniattuate da Rossi in stretta collaborazionecon la committenza, il Consiglio comunaledel piccolo comune dell’Alta Padovana.La funzione comunicativa precipua che presiedeal progetto per il Municipio di Borgoriccosi manifesta in particolare nella narrazionedelle fasi della realizzazione da partedell’allora sindaco Gianfelice Peron, mentrecostante è la volontà di assumere la storiadel luogo come nesso fra presente e futuro.I presupposti teorici che guidarono architettoe committenza sono trattati da AldoDe Poli, che pone in evidenza la collocazionedi Rossi nell’alveo della storia della culturaeuropea, per poi riflettere nel saggioconclusivo della curatrice sui tratti dell’ereditàpalladiana, fondati sull’affinità elettivafra i due architetti, accomunati dall’intenzionedi generare un legame fra antico e avvenire.L’opera di Rossi si sottrae sia a unagenerica connotazione storicistica, sia allatentazione di corrispondere alle sollecitazionidi una effimera contingenza. La villa palladiana,costituita da un nucleo centralemonumentale e da due ali di servizio, è concepitacome fulcro posto nel territorio agricolo,tanto da conferirgli una dimensione urbanae facendosi archetipo tipologico dell’edificiodi Borgoricco. | Guido Galesso Nadir |Domenico Luciano Consolo. Architetto pittore,Padova, il <strong>Poligrafo</strong>, 2008, 8°, pp. 192, ill.,e 30,00.La monografia è dedicata ai due aspetti dell’attivitàcreativa di Consolo (1935-2000):l’architettura e la pittura. Nel volume è possibileseguire l’opera di una personalitàumana e artistica profondamente radicatanel Veneto, fra le province di Treviso e diPadova, ma aperta al confronto con i maestridel Novecento. Nell’attività di Consolosi declina infatti l’esperienza artistica del secondodopoguerra, da un lato presente alletendenze dell’architettura razionalista, dall’altroalla pittura tesa sul crinale fra figurazionee astrazione, ben rappresentata in Italiae nel Veneto.Guglielmo Monti esamina la sua produzionearchitettonica, mentre Manlio Brusatinquella pittorica. La divisione dei compiti sicomprende alla luce della netta distinzionemantenuta da Consolo fra i due versanti,nei quali, tuttavia, ciò che emerge è propriola tensione ad aprire la cultura della provinciaveneta alle esperienze internazionali, offrendoneuna sintesi originale.Monti ripercorre la vita produttiva di Consolo,formatosi a Venezia, a contatto conpersonalità come Scarpa, Gardella e Samonàe attivo nella sua ampia attività, prima aSan Martino di Lupari (Padova) e quindi aCastelfranco Veneto (Treviso), facendo deinumerosi edifici, costruiti entro un territoriocircoscritto, le tappe di un ininterrottodialogo intrattenuto dall’architetto con leesperienze dell’architettura internazionalea contatto con la cultura veneta, in una sintesirilanciata fino alla morte. Una sintesiche appare all’inizio orientata alla ricerca diun linguaggio personale, non direttamentericonducibile a nessuno dei grandi maestrinotiziariobibliografico66 31


ecensioni e segnalazioniimmagini tratte daFare centro...e vocato, invece, a una decisa essenzialitàvolumetrica, sottolineata dalle semplicimasse plastiche evidenziate dal colore. Solodagli anni Settanta l’architetto si aprì al confrontocon la tradizione locale, senza peròconcedersi mai facili imitazioni di immediatistilemi. Anche negli edifici pubblici lesoluzioni di Consolo sembrano protese versoun’autonoma versione di un originale razionalismo,un international style locale, generatoda uno stile attento alle specificheesigenze della committenza radicata nel territorio.Perciò le qualità architettoniche degliedifici di Consolo, rinvenibili facilmentenella casa unifamiliare di Arsego, del 1991,emergerebbero da un puntuale confrontocon le innumerevoli versioni di architetturageometrile diffusa nella Pianura Padana.La pittura presenta, invece, una forte continuitàstilistica, quasi avesse trovato benpresto una propria forma lirica, priva di faciliriferimenti all’esperienza architettonicae di ogni interesse per qualsiasi illusoria tridimensionalità.Le qualità pittoriche, tattilie cromatiche, delle superfici sono inveceesaltate dando vita a forme che sembranoaver distillato dettagli dell’esperienza sensibile,dando vita a una rarefatta e lirica visioneinteriore del paesaggio e delle persone.| Guido Galesso Nadir |Fare centro. Proposte per il centro città di Mestre,a cura di Patrizio M. Martinelli, Venezia,Università Iuav di Venezia - Marsilio,2009, 8°, pp. 133, ill., e 20,00.Mestre è da sempre crocevia di problematichee di proposte risolutive conseguenti(e spesso anche di polemiche e di immancabilicontroproposte) che interessano gli ambitidell’architettura e dell’urbanistica, lambendodi volta in volta aspetti rilevanti dellavita politica, amministrativa, sociale, culturaledella/delle città: come poter immaginareconcretamente di dare un centro a un’areadi periferia che, con il passare degli anni, èdiventata più estesa della città-capoluogo dacui si è sviluppata? Questa è la domanda e,insieme, la prospettiva di fondo da cui muovonoi progetti presentati in questo volumeda un gruppo di architetti e dagli allievi delDottorato di ricerca in Composizione architettonica(DRCA) dell’Università Iuav di Venezia.Dopo gli interventi introduttivi di LucianoSemerani e di Alberto Ferlenga, il volumesi articola in una sezione che presentai progetti di docenti (Armando Dal Fabbro,Giorgio Grassi, Carlo Magnani, EleonoraMantese, Antonio Monestiroli, RaffaellaNeri, Patrizia Montini Zimolo, GiovanniFabbri, Luciano Semerani, Antonella Gallo)e dottorandi e, in una ulteriore sezione riservata,invece, i progetti dei soli allievi. SostieneLuciano Semerani che il distacco diMestre da Venezia “è un caso particolare manon anomalo rispetto a quelli che sono i fenomenidello sviluppo metropolitano. I sociologi,i geografi, gli ambientalisti, gli storicidell’architettura che non sono tenuti al‘fare’, inventano ciascheduno una teoria: lecittà diffuse, le città globali, le morti dell’architettura,i vuoti, gli spazi virtuali, ecc. manon sono intenzioni che nascono dal ‘fare’.Sono constatazioni di una patologia, nontecniche terapeutiche”. E prosegue ancora:“Può l’architettura con le sue tecniche proporrequalcosa? Anche dimenticando Venezia(per non ritrovarla falsa), ma senza rinunciareall’idea di città. Vincendo la stessavolontà di astinenza, la stessa coscienza diimpotenza a intervenire con intenzione nellarealtà, come se le città, come se le metropolinon avessero bisogno di progetti e si facesseroda sé. Carattere peculiare dell’arte èil fare e nel fare, mentre si fa, si inventa ilmodo di fare. Qui si forma allora uno spartiacquetra l’invenzione del modo di farementre si fa e la descrizione che non fa.Questo libro, sul ponte che porta da Veneziaalla terraferma, invita a non alzare bandierabianca”. La pubblicazione è curata da PatrizioM. Martinelli, che svolge attività di ricercae di collaborazione alla didattica pressol’Università Iuav di Venezia, oltre che nellaFacoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesenae nella Facoltà di Architettura dell’Universitàdi Parma. | Diego Crivellari |letteraturaMICHELE BORDIN - ANNA SCANNAPIECO, Antologiadella critica goldoniana e gozziana, Venezia,Marsilio, 2009, 8°, pp. 370, ill., s.i.p.Nel 2007 cadeva il terzo centenario dellanascita di Carlo Goldoni e – con minimaposticipazione – il secondo centenario dellamorte di Carlo Gozzi (1806). Questa singolarecoincidenza ha portato il mondo scientificoe accademico a festeggiare la ricorrenzaproponendo, una volta di più ma in manierapiù sistematica, un’analisi in parallelodi questi due autori, grandi uomini di teatroe grandi letterati tout court, che animarono– assieme e con la sponda di Pietro Chiari –una querelle fra le più dibattute nella storiadella cultura italiana. <strong>Il</strong> volume di Bordin eScannapieco si inserisce perfettamente nel32 notiziariobibliografico66


ecensioni e segnalazioniquadro delle iniziative sostenute dal ComitatoRegionale per le Celebrazioni, in collaborazionecon la Fondazione Giorgio Cinidi Venezia. Si tratta, come chiaramente indicatodal titolo, di un volume bipartito.Ogni parte si compone di una corposa introduzione,nella quale viene tracciata indettaglio la storia della ricezione e della fortunacritica dei due autori, cui viene fatta seguireuna scelta antologica di pagine criticheche va dai contemporanei ai due letterati,alla critica novecentesca e anche più recente.L’Antologia della critica goldoniana èorganizzata secondo un ordinamento rigidamentediacronico: critici contemporaneidi Goldoni, ottocenteschi, novecenteschi edei giorni nostri. A queste prime sezioniviene fatta seguire una parte conclusiva (anch’essaorganizzata con un criterio cronologicoprogressivo) dedicata alla riflessione suLingue e stili di Goldoni (italiano, veneziano,francese), con testi che vanno da Quadri eVerri a Folena e Dionisotti. L’antologia, cheoccupa la seconda parte del libro ed è curatada Scannapieco, è organizzata invece secondoi ‘generi’ della produzione gozziana:una parte generale sulla figura dell’autore,una sulle Fiabe teatrali, una sui Drammispagnoleschi, una sulla Marfisa bizzarra e altraproduzione narrativa, un’ultima parteinfine sulle Memorie inutili. | Tobia Zanon |Melchiorre Cesarotti, Atti del convegno (Padova,4-5 novembre 2008), a cura di AntonioDaniele, Padova, Esedra, 2011, 8°, pp. 392,ill., e 35,00.<strong>Il</strong> volume riunisce gli atti del convegno suMelchiorre Cesarotti, tenutosi all’AccademiaGalileiana di Padova, in occasione delsecondo centenario della morte dello scrittore.I saggi di questa raccolta ruotano attornoalle molteplici attività dell’abate padovano,da quelle più note e studiate (la saggisticafilosofico-linguistica, le traduzioni), aquelle forse meno conosciute (la divulgazionescientifica, la pratica dei giardini ecc.) erestituiscono l’immagine a tutto tondo di unintellettuale curioso, consapevole e attivo neidibattiti e nella cultura del suo tempo.I primi interventi si soffermano sul notoSaggio sulla filosofia delle lingue, pubblicatoin versione definitiva nel 1800: se IvanoPaccagnella fa notare come, pur riconoscendoil predominio del toscano come lingualetteraria, Cesarotti difenda l’uso e laconoscenza dei dialetti – fondamentali perla comprensione della lingua stessa –, AntonioDaniele ed Enrico Roggia indagano lagenesi delle idee argomentate nel Saggiostesso. Anche Franco Biasutti, in coda al volume,si occupa dello stesso testo, ma inun’ottica squisitamente filosofico-ermeneutica.Nell’ambito della teoria del tragico,Renzo Rabboni evidenzia la continuità dipoetica che intercorre tra l’abate Conti e Cesarotti,mentre Silvia Contarini mette inluce i rapporti tra Cesarotti e Alfieri. TinaMatarrese, Rodolfo Zucco e Guido Baldassarrisi soffermano sulle traduzioni delloscrittore padovano. Matarrese analizza lescelte stilistiche di Cesarotti nel tradurrel’<strong>Il</strong>iade. Zucco conduce una precisissimaanalisi sulla traduzione di un’ode di Orazio(Odi, I, 15), apparentemente dispersa e rintracciataall’interno di un’antologia orazianadel 1798. Oltre all’analisi delle scelte metrico-linguistichedi Cesarotti, confrontatecon quelle dei contemporanei, il saggio offreun interessante spaccato sulla praticadella traduzione da Orazio nel Settecento.Baldassarri ripercorre con occhio filologicola storia editoriale della traduzione dell’Ossian,evidenziando i legami non ovvi tra il“rifacimento” di Cesarotti e le diverse edizionidell’originale di McPherson. Ai rapporticon altri intellettuali suoi contemporanei,nella fattispecie Giovanni Fantoni e MichelangeloCarmeli, sono dedicati rispettivamentei saggi di Anna Bellato e CatiaGiordan. Giorgio Ronconi si addentra nellapolemica tra Cesarotti e l’abate Denina, ilquale, nelle sue Considerations d’un Italiensur l’Italie del 1796, aveva espresso giudizipoco benevoli su Padova e sui padovani.Manlio Pastore Stocchi propone una letturadella Pronea – opera tarda di Cesarotti, dedicataa Napoleone “il Massimo” –, suggerendoche echi di questo lavoro potrebberoessere rimasti nella memoria di AlessandroManzoni nella composizione de <strong>Il</strong> CinqueMaggio. Seguono: un’indagine sul pensieropolitico di Cesarotti condotta da Guido Santato;un intervento sugli interessi “botanici”di Cesarotti, scritto da Antonella Pietrogrande;un excursus sull’attività accademicadell’abate padovano tracciato da Piero DelNegro. Del lavoro all’interno dell’Accademiasi occupa anche Giuseppe Ongaro, chesottolinea la vocazione alla divulgazionescientifica dello scrittore padovano. Chiudonoil volume un saggio di Gilberto Pizzamigliosulla fortuna altalenante di Cesarottinell’Ottocento veneto e una storia di VillaCesarotti a Selvazzano, per mano di ChiaraDonà. | Alessandro Lise |Ritratto di Carlo Goldoni (in alto)Ritratto di Melchiorre Cesarotti (in basso)notiziariobibliografico66 33


Vittore Carpaccio,Storie di sant’Orsola,Arrivo a Colonia, 1490Venezia,Gallerie dell’Accademia


<strong>nb</strong>66cataloghi di mostre e museiGiorgione, catalogo della mostra (CastelfrancoVeneto - TV, Museo Casa Giorgione, 12 dicembre2009 - 11 aprile 2010), a cura di EnricoMaria dal Pozzolo, Lionello Puppi, Milano,Skira, 2009, 4°, pp. 526, ill., s.i.p.Figura tra le più enigmatiche della storiadella pittura, Giorgione è l’emblema della“maniera moderna”, secondo la definizionevasariana. Castelfranco Veneto ha festeggiatol’artista a cui ha dato i natali in occasionedel quinto centenario dalla morte attraversouna mostra che è inserita in un ampio progettodi valorizzazione della città e di tutto ilterritorio, promosso dalla Regione del Venetoe dalla Soprintendenza. La Casa MuseoGiorgione è stata restaurata per ospitarel’eccezionale evento, con lo scopo di riaffermareil ruolo della città nel cercare di svelarela personalità di questo celebre artista.L’originale e inedito excursus ha permessodi ammirare uno accanto all’altro grandi capolavoridel pittore, provenienti dai principalimusei nazionali e internazionali, avvicinandolo spettatore al fascino e al misterodi queste opere rivoluzionarie.L’inizio del dipingere moderno è segnatodall’utilizzo di una nuova tecnica pittoricache, rifacendosi alle caratteristiche della pitturaantica tramandate da Plinio, coniuga iltonos con l’armoghè, le tinte con il rilievo, edall’invenzione di nuove tematiche, iconografiee generi pittorici, dei quali Giorgionesi fa primo interprete. La nuova tipologia diritratto idealizzato è il riflesso di una diversafigura di committente e collezionista, cheintende il dipinto come una trasposizionein termini figurativi di quegli umori cortigiani,stilnovistici e neoplatonici che si respiranonella Venezia del primo Cinquecento.<strong>Il</strong> pensiero neoplatonico è un’importantecomponente anche del dipinto allegoricoe di una nuova fisionomia del paesaggio,nel quale il sentimento della natura distampo nordico si fonde con una concezionepiù letteraria e colta. Ritratto, paesaggioe allegoria sono i generi attraverso i qualiGiorgione manifesta la portata innovativadella sua arte, e sono stati scelti quali sezionitematiche in cui suddividere il catalogoche ha accompagnato la mostra, offrendoun efficace e imprescindibile punto della situazionesugli incessanti studi giorgioneschi.A causa della mancanza di notizie certe,dei problemi attributivi, della difficoltà diinterpretare il significato dei dipinti semprein simbiosi con le istanze della letteratura,della musica e della filosofia contemporanee,Giorgione è stato e continua ad essereuno dei più interessanti nodi che gli storicidell’arte hanno tentato di sciogliere.In questo contesto si inseriscono i contributidei curatori Lionello Puppi ed EnricoMaria dal Pozzolo, che cercano rispettivamentedi aggiungere dei tasselli alla ricostruzionedell’oscura biografia dell’artistaattraverso inedite letture dei documenti, edi riesaminarne la produzione giovanile.Gli altri saggi del volume, curati dai più importantiesperti giorgioneschi, e le schededi catalogo evidenziano quegli aspetti chefanno dell’artista il vero battistrada del nuovocorso della pittura lagunare, a partire dalruolo che nella sua formazione ebbero ilprotoclassicismo di Perugino, le culture figurativetedesche e neerlandesi e l’incontrocon Leonardo, fino al gioco di relazioni,scambi e rapporti con gli altri attori dellascena veneziana, soprattutto con Tiziano eSebastiano del Piombo, i suoi due “creati”.| Barbara Ceccato |Cima da Conegliano. Poeta del paesaggio, catalogodella mostra (Conegliano - TV, PalazzoSarcinelli, 26 febbraio - 2 giugno 2010),a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, Venezia,Marsilio, 2010, 4°, pp. 286, ill., e 40.00.Grazie al sostegno delle maggiori istituzionimuseali, in onore del maggiore interpretedel paesaggio coneglianese annoveratotra “gli inventori dei cieli e del paesaggiomoderno”, secondo le parole di Carlo FedericoVilla, la città natale di Cima da Coneglianoha promosso per la prima volta un’esposizioneunica nel panorama nazionale,ospitata a Palazzo Sarcinelli, riaperto alpubblico per l’occasione.Dopo la storica mostra di Treviso curata daLuigi Menegazzi nel 1962, Cima è statonuovamente oggetto di studio attraversol’allestimento di una mostra monograficavolta a ripercorrere la storia artistica di unodei grandi pittori del Rinascimento veneziano,utilizzando come chiave di lettura lapersonale rappresentazione del paesaggiotrevigiano, protagonista simbolico dei suoidipinti. È proprio la spiccata sensibilità paesaggisticaa caratterizzare la sua produzione,accompagnata da una cultura vasta emultiforme. L’artista opera a Venezia in unmomento in cui la città conosce uno splendidotramonto della civiltà prospettica quattrocentescagrazie all’attività delle grandibotteghe dei Bellini, dei Vivarini e di Carpaccio,che agli inizi del XVI secolo, mentreGiorgione sta aprendo la strada del “dipingeremoderno”, continuano a dominarela committenza pubblica. <strong>Il</strong> rapporto conl’ambiente umanistico, la conoscenza dellestampe nordiche che circolano nella città lagunare,l’influenza della produzione scultoreadei Lombardo unita alla lezione pittoricadi Giovanni Bellini, e la particolare concezionepoetica della natura, si presentanocome le caratteristiche principali della suaarte, permettendo all’artista di affrontare ecomprendere le innovazioni della pitturaveneziana del Cinquecento.<strong>Il</strong> volume che accompagna la mostra, a curadi Giovanni Carlo Federico Villa, si presentacome una vera e propria monografia, cheaggiorna la situazione degli studi più di unquarto di secolo dopo il monumentale lavorodi Peter Humfrey del 1983, ed è impreziositoda un ricco apparato fotografico a coloriche compensa una lunga tradizione dipubblicazioni in bianco e nero. I dieci saggi,opera di illustri studiosi italiani e stranieriesperti del pittore, e le esaustive schedeche coprono cronologicamente l’interasua carriera artistica, evidenziano il ruolosvolto da Cima nello sviluppo della palad’altare, e si soffermano sulle dolcissimeMadonne con il Bambino, prestando attenzioneanche al ductus pittorico e luministicoche produce quella tonalità argentea che loha reso celebre. L’accento non viene postosolamente sulla produzione religiosa, maanche su quella mitologica, soprattuttodi cassoni nuziali, che costituiscono un oggettoartistico particolarissimo, ancora troppopoco studiato, sicuramente frutto dell’interessedi una committenza colta, chetestimonia la frequentazione da parte dinotiziariobibliografico66 35


cataloghi di mostre e museiimmagini tratte daGiorgione... (in alto)Cima da Conegliano... (in basso)Cima dell’ambiente umanistico veneziano.<strong>Il</strong> catalogo è corredato da un fondamentaleregesto documentario e bibliograficoche completa le informazioni sull’artista.| Barbara Ceccato |Tesori della musica veneta del Cinquecento.La policoralità, Giovanni Matteo Asola e GiovanniCroce, catalogo della mostra (Venezia,Biblioteca Nazionale Marciana, Sale Monumentali,17 aprile - 2 giugno 2010), a curadi Iain Fenlon e Antonio Lovato, Venezia,Edizioni Fondazione Levi, 2010, 4°, pp. 195,ill., s.i.p.<strong>Il</strong> titolo del volume riprende quello dellamostra che si è tenuta, dal 17 aprile al 2 giugno2010, presso le Sale monumentali dellaBiblioteca Nazionale Marciana di Venezia.L’occasione che la generò furono le celebrazionidel quarto centenario della morte didue celebri polifonisti veneti: GiovanniMatteo Asola (Verona, 1524 - Venezia, 1609)e Giovanni Croce (Chioggia, 1557 -Venezia,1609), cui sono ascrivibili importanti produzionidi musiche sacre improntate alla“policoralità”, ossia da eseguirsi con due opiù gruppi corali.Grazie al contributo della Regione del Veneto,e alla costituzione di un Comitato regionaledeputato alle celebrazioni, oltre allamostra si sono realizzate conferenze, convegni,giornate di studio, concerti, che hannocoinvolto Venezia, Chioggia, Padova, Treviso,Verona e Vicenza. Nel progetto figuranoanche l’edizione critica in DVD delle musichedi Asola e Croce, e la realizzazione delcatalogo tematico delle loro composizioni,parte fondante e maggiormente qualificantedell’ambizioso progetto.<strong>Il</strong> catalogo della mostra offre 28 schedeche descrivono minuziosamente strumentie fonti musicali, manoscritte e a stampa,dei secoli XVI e XVII, ossia di quell’epoca chevide la nascita e la diffusione della prassipolicorale nei territori della Serenissima Repubblica,grazie all’opera dei maestri e deicantori delle cappelle musicali delle principalichiese di Venezia, Bergamo, Treviso,Verona ecc. Esemplari nella loro concezione,le schede, oltre alla descrizione codicologica(per le fonti musicali) e organologica(per gli strumenti), affrontano la storia deisingoli reperti e il loro ruolo nella prassimusicale cinquecentesca, coadiuvate da unricco apparato iconografico e bibliografico.Precedono il catalogo quattro interventi bilingue(italiano-inglese) a cura di AntonioLovato, Laura Moretti, Iain Fenlon e LauraMauri Vigevani, dedicati alla nascita e alladiffusione della policoralità nel Veneto, aglispazi architettonici (chiese, cattedrali e basilichedi Padova, Bergamo, Venezia e Treviso)che ospitarono la policoralità dai primivagiti alla sua fastosa esplosione, alle originidi questa prassi nella basilica di San Marco,e all’impiego degli strumenti nella musicasacra eseguita presso le chiese di Veneziae dei suoi territori. | Francesco Passadore |Laudate Dominum Omnes Gentes. Corali deiconventi francescani del Veneto al Museo diocesanodi Vicenza, catalogo della mostra (Vicenza,Museo Diocesano, 9 ottobre 2009 -14 febbraio 2010), a cura di Maria CristinaZanardi, s.l., s.e., [tip. Rotografica, Limena -PD], 2009, 4°, pp. 224, ill., s.i.p.Catalogo illustrato della mostra omonima,curato da Maria Cristina Zanardi, LaudateDominum Omnes Gentes presenta una raccoltadi manoscritti liturgico-musicali provenientidai conventi della Provincia veneta deifrati Minori. Ognuno dei codici qui presentati– come viene scritto dalla Zanardi nellasua Introduzione – rappresenta un unicumprezioso, racchiude cioè l’esito di un saperepratico che è stato trasmesso nel corso deisecoli da un numero considerevole di cartai,copisti, miniatori, pergamenai ecc. Artigianiche spesso, in certa misura, erano anche“artisti” e padroneggiavano con estrema abilitàtecniche di grande complessità formale.La prima parte del catalogo avvicina alla pienacomprensione del tipo di materiale raccoltoin queste pagine, dai libri per la Messaa quelli per la liturgia delle ore. La secondaparte del volume ripercorre invece la descrizionecodicologica di ciascun foglio, coninformazioni sulla biblioteca conventualedi riferimento. Seguono poi la trascrizionecompleta di un codice del 1694, in cui fra’Serafino da Verona espone le norme per“fabbricare con regola libri da Coro” e i “segretiper fare colori per miniare”; la descrizionedel restauro dei libri corali di Lonigo,curata da Lilia Gianotti e Lorenzo Pontalti;le riflessioni di Maria Volpato sul mecenatismo.Chiude il catalogo il contributo di MarcoGozzi che – con il CD allegato – introduceall’ascolto “consapevole” dei canti annotatinei codici. | Sara Pierobon |36 notiziariobibliografico66


cataloghi di mostre e museiimmagini tratte daTesori della musica veneta... (in alto)Laudate Dominum Omnes Gentes... (in basso)Album Fogazzaro, a cura di Adriana Chemello,Fabio Finotti, Adele Scarpari, in occasionedella mostra “<strong>Il</strong> segreto di Fogazzaro.Vita e fortuna di uno scrittore nel mondo”(Vicenza, Palazzo Cordellina, 8 ottobre -8 gennaio 2012), Vicenza, Accademia Olimpica,2011, 8°, pp. 158, ill., s.i.p.In occasione del centenario della morte diAntonio Fogazzaro, l’Accademia Olimpicae la Biblioteca Bertoliana rendono omaggioal loro antico collaboratore, organizzandorispettivamente il convegno internazionaleFogazzaro nel mondo e la mostra <strong>Il</strong> segreto diFogazzaro. Vita e fortuna di uno scrittore nelmondo. Ed è frutto di questi due congiuntistudi il recente volume dei Quaderni dell’AccademiaOlimpica, intitolato Album Fogazzaro,a segnalare la sinergia in esso presentedi immagini e testi.Vi si riscopre uno dei maggiori autori dell’Ottocento,che fu sì legato al territorio vicentino,ma anche intellettuale “europeo”in senso moderno. La sua biografia, tracciatacon attenzione ai dettagli, mostra la profusionedi energie che Fogazzaro seppe garantireper tutta la vita alla passione per l’arte,all’impegno politico, alla riflessione spiritualee cristiana, oltre che all’amministrazionedi proprietà e affari.La sua fama fu quindi legata tanto ai patriotticiinterventi nelle aule consiliari o inoccasione di eventi, quanto alla produzionedi testi in versi e soprattutto in prosa, chehanno goduto di un largo favore di pubblicospecialmente femminile (come dimostral’interessante resoconto dei diversi salottiletterari e dei carteggi tra l’autore vicentinoe le numerose ammiratrici), e non solo italiano:Fogazzaro è stato amato in Francia,Inghilterra, Russia, Polonia. <strong>Il</strong> preciso excursusdi edizioni d’oltralpe, fornito nella secondaparte del volume, consente di farsiun’idea chiara della fortuna dell’opera fogazzariana,ma anche delle istanze presentiin tale scrittura che hanno fatto sì che loscrittore vicentino fosse considerato il primoModernista. Nonostante fosse stato poitacciato in più occasioni di italianisme, pervia delle ambientazioni dei suoi maggioriromanzi in contesti storico-geografici specifici,è comunque un dato di fatto che l’autoreviaggiasse spesso, fosse informato e attentoalla letteratura straniera e conoscessebene inglese, francese e tedesco. Ciò gli permisedi avere facilmente contatti con editorie traduttori non italofoni e di mantenereuna fitta rete di corrispondenza.Al di là dell’intellettuale impegnato, le paginedell’Album Fogazzaro descrivono inoltreun padre affettuoso e un amico sincero, cheamava dedicarsi ai propri rapporti personalie non disdegnava di offrire ospitalità nellesue ville (descritte con cura nella loro storiae nell’importanza che esse ricoprivanoper lo scrittore) a numerosi compagni distudio, amanti dell’arte e curiosi ammiratoridel suo genio. Attorno all’autore del Piccolomondo antico si riunivano così veri epropri salotti letterari, ove non mancavanomai le delicate note di insigni musicisti (essendolui stesso discreto pianista e appassionatodi musica classica, come dimostranoi molti passi nella sua opera in cui questoelemento svolge un ruolo importantenello svolgimento della trama), soprattuttonei mesi più caldi.Più volte candidato al premio Nobel per laletteratura, vivacemente discusso per via dellacondanna all’Indice del romanzo <strong>Il</strong> Santo,apprezzato anche per la sua attenzione all’artepittorica e ai dettagli estetici, l’autorevicentino approdò finanche al cinema e ottenneuna grande varietà di edizioni illustrate:anche tale aspetto è ben approfonditonell’Album, che offre quindi ai lettori unitinerario nel Piccolo Mondo fogazzariano.| Gessica Indorato |<strong>Il</strong> monumento ai Caduti della Grande Guerraa Treviso. Gloria di Arturo Stagliano 1926-1931, catalogo della mostra (Treviso, MuseoCivico Santa Caterina, 1° ottobre - 7 novembre2010), a cura di Anna Maria Spiazzi,Monica Pregnolato, Maria E. Gerhardinger,Soprintendenza per i Beni Storici Artisticied Etnoantropologici per le province di Venezia,Belluno, Padova e Treviso - Crocettadel Montello (TV), Terra Ferma, 2010, 4°,ill., s.i.p.<strong>Il</strong> catalogo ripercorre l’omonima mostra,promossa dalla Soprintendenza BSAE per leprovince di Venezia, Belluno, Padova e Trevisoe dai Musei Civici di Treviso con la collaborazionedel Cassero per la scultura diMontevarchi e dei Musei Civici di Padova:mostra che si è tenuta a Treviso (ottobrenovembre2010) e poi in Toscana, a Montevarchi,tra novembre 2010 e gennaio 2011.L’evento si proponeva di puntare i riflettorisu “un’opera di scultura contemporanea diassoluta rilevanza, per il contesto artistico eculturale non solo veneto, che merita unariscoperta e che necessita oggi di un interventomirato di restauro”. Si tratta di Gloria,momunento ai Caduti della Grande Guerraa Treviso, opera di Arturo Stagliano (Guglionesi1867 - Torino 1936). Oltre a focalizzarele vicende del monumento, il catalogo affrontala figura dello scultore Stagliano, ricostruiscel’acceso dibattito che porta allascelta e alla realizzazione di Gloria, rifacendosiad una serie di documenti inediti trattinotiziariobibliografico66 37


cataloghi di mostre e museidall’Archivio comunale di Treviso, dalle raccoltedei Musei Civici di Treviso e di Padova,dal fondo del Cassero per la scultura diMontevarchi e dal fondo cinematograficoIstituto Luce di Roma. La fase preliminarealla realizzazione dell’opera fu infatti segnatada una prolungata discussione sullatipologia di monumento e sul luogo destinatoalla sua collocazione, che interessò gliambienti politici e intellettuali del capoluogodella Marca. Altri aspetti di questa storiavengono poi raccontati nei diversi interventiqui raccolti: il ruolo dell’urbanistica, il concorso,gli studi preparatori, le variabili tecnico-esecutive,la cerimonia di inaugurazione,i danneggiamenti della Seconda Guerramondiale, la proposta di restauro. Di Staglianoscrive ancora Alfonso Panzetta: “Oggi èpossibile sostenere che l’artista sia definitivamenteuscito dall’ombra, il suo nome iniziaormai a circolare tra gli addetti ai lavoricome quello di uno scultore – ancorché rarissimoad incontrarsi – di grande caratteree personalità”. <strong>Il</strong> volume, accompagnato daun cd-rom che illustra il percorso della mostra,vede i contributi di Emilio Lippi, AnnaMaria Spiazzi, Carolina Pupo, Monica Pregnolato,Alfonso Panzetta, Steno Zanandrea,Gabriella Delfini Filippi, Vasco Fascina,Sara Martin. | Sara Pierobon |Paesaggi africani, 1937-1939. Disegni e incisionidi Lino Bianchi Barriviera, catalogo dellamostra (Treviso, Fondazione Benetton StudiRicerche, 13 febbraio - 4 aprile 2010), a curadi Silvia Bianchi con Francesca Ghersetti,Treviso, Fondazione Benetton Studi Ricerche- Canova, 2010, 8°, pp. 78, ill., e 12,00.Lino Bianchi Barriviera è stato disegnatore,pittore e incisore. Nasce a Montebelluna(Treviso) nel 1906 e morirà ad Acilia (Roma)nel 1985, dopo aver vissuto ed aver esercitatoun’intensa ed eclettica attività artisticatra le città di Venezia, Firenze e Roma.<strong>Il</strong> suo nome resterà legato essenzialmenteall’incisione e ad un’opera complessiva cheannovera più di 950 lastre, per le quali l’artistatrevigiano utilizzava in prevalenza l’acquaforte,ma senza dimenticare di coltivaredifferenti tecniche e dedicandosi nel contempoanche ad altre forme d’arte, che hannovieppiù messo in luce la sua vocazionepolivalente: la pittura a olio, la decorazionead affresco e a tempera su parete, l’intaglioin legno, la vetrata, il mosaico, la ceramica,lo sbalzo su metallo, l’incisione di francobolli,la realizzazione di gioielli.<strong>Il</strong> catalogo della mostra Paesaggi africani,1937-1939. Disegni e incisioni di Lino BianchiBarriviera, a cura di Silvia Bianchi con FrancescaGhersetti, presenta oltre cento lavoritra disegni e incisioni che sono stati realizzatida Bianchi Barriviera durante e dopo lasua permanenza in Libia e in Africa orientaletra il 1937 e il 1939. Una larga sezionedocumentaria, proveniente soprattutto dall’archiviodello stesso artista – in precedenzadonato dai familiari alla Fondazione Benettonnel 1999 – integra le varie opere e ricostruiscein maniera cronologicamentecircostanziata il suo personale diario diviaggio africano. <strong>Il</strong> catalogo della mostrarende possibile non solo soffermarsi sull’aspettodella produzione artistica nella sequenzadisegno/incisione (ed eventuale lastra),ma permette anche di evidenziare unattento e accurato studio dei luoghi “attraversol’espressione artistica del disegno edell’incisione mediante la ricostruzione delpunto di vista dell’artista durante il viaggio”.| Barbara Da Forno |Veneto. Fotografie tra ’800 e ’900 nelle collezioniAlinari, catalogo della mostra (Piazzolasul Brenta, Villa Contarini, 17 aprile - 7 novembre2010), a cura di Italo Zannier,Firenze, Alinari - 24 Ore, 2010, 4°, pp. 205,ill., s.i.p.Un catalogo di circa duecento immagini,che descrive la prima fase della storia dellafotografia e ne documenta anche l’impattonella vita sociale, scegliendo come sfondo ilVeneto. Dagli anni dei pionieri della nuovainvenzione, in piena epopea risorgimentaleper il nostro Paese, fino al travagliato periodocompreso tra le due guerre mondiali, gliscatti presenti nel volume sono stati suddivisiin capitoli che ritraggono le principalicittà della regione: da Belluno a Treviso, daPadova a Rovigo, da Vicenza a Verona fino,naturalmente, a Venezia, talvolta soffermandosisulle orme di quello che era ilGrand Tour di sapore ottocentesco, ma anchesu scorci più popolari, su aspetti e figuremeno scontati, almeno per quelli che possonoessere il gusto dell’osservatore contemporaneoe un’idea di fotografia rapportataagli albori della “camera oscura”, aisuoi macchinosi antecedenti e alle sue primeincerte, eppure stupefacenti, evoluzioni.Di particolare rilevanza è l’excursus storicodel catalogo, che vede gli interventi di ItaloZannier e Angelo Maggi. Troviamo infattiall’interno del volume preziosi incunabolidella fotografia: vedute di Padova dell’astronomoinglese John Herschel, effettuate addiritturanel lontano 1824 con una “cameralucida”, “acquetinte” da dagherrotipo, sele-immagini tratte da<strong>Il</strong> monumento ai Caduti... (in alto)Paesaggi africani... (al centro e in basso)38 notiziariobibliografico66


cataloghi di mostre e museiimmagini tratte daVeneto. Fotografie tra ’800 e ’900...zionate tra le Excursions daguerriennes dell’editorefrancese Lerebours, per proseguirecon Ellis e Ruskin negli anni quaranta dell’Ottocentoe con le grandi fotografie al collodiodi protagonisti nostrani come CarloPonti e Carlo Naya. Professionisti di levaturainternazionale che sono affiancati da fotoamatoriapparentemente insospettabili,come la nobile Loredana da Porto Barbarane il conte Giuseppe Primoli, quest’ultimo“forse il più significativo fotografo italiano”tra i due secoli. Ed ecco ancora, pagina dopopagina, emergere altre scoperte: immaginiautochrome eseguite per l’Archive de la Planètedai fotografi del banchiere pariginoAlbert Kahn; immagini di venditori ambulantiveneti, colorate a mano e in gran parteinedite; o l’opera di Tomaso Filippi, continuatoredella Ditta Naya, con un raro albumsulle Isole della Laguna. Un itinerario densoe inseressante che si prolunga nei primidecenni del Novecento, dedicando opportunospazio ai maggiori atelier delle varie città.| Barbara Da Forno |Scultura Futurista 1909-1944. Omaggio a MinoRosso, catalogo della mostra (Padova, GalleriaCavour, 24 ottobre 2009 - 31 gennaio2010), a cura di Beatrice Buscaroli, RobertoFloreani e Alessandra Possamai Vita, CiniselloBalsamo (MI), Silvana Editoriale, 2009,4°, pp. 144, ill., e 25,00.La mostra sulla scultura futurista, alla qualeè dedicato il presente catalogo, s’inseriscenell’ampio contesto delle celebrazioni delcentenario del Futurismo. Movimento artisticotra i più discussi del XX secolo, nelcompimento del suo centesimo anno di vitanon ha visto estinte le diatribe che da sempreha generato tra i critici d’arte. Ventiseiartisti e novanta opere: una scelta che rompecon il tradizionale, e ormai superato, binomioBoccioni - scultura futurista, ma soprattuttonega nel modo più assoluto l’univocitàe la supremazia dell’ala pittorica diquesta prima avanguardia storica del Novecentotutta italiana. La provocazione c’è ed èfortemente voluta: lo spirito futurista e lasua natura così irriverente devono essereesaltati non solo nel contenuto, ma nellaforma stessa. Così la scultura futurista– ampiamente trascurata dalla storiografiaufficiale – nella mostra ospitata a Padovapresso la Galleria Cavour diventa protagonistaa cent’anni dalla nascita del movimento.La figura di Mino Rosso è la linfa che nutree riporta coralità e consistenza al Futurismodopo la morte di Boccioni, è l’anello di congiunzionetra il pre e il post-1929, anno dipubblicazione del Manifesto dell’aeropittura.Come unico scultore firmatario del manifestoe fautore dell’apertura verso l’aeroscultura,Beatrice Buscaroli, Roberto Floreani eAlessandra Possamai Vita dedicano idealmentea Mino Rosso questa grande mostra,consapevoli però che la voce della sculturafuturista non può che essere variegata, diversificatae eterogenea. Ad assecondare ilrinnovato spirito collettivo del movimento,all’interno di questa grande rassegna di operespiccano i nomi dei più grandi interpretidella scultura futurista del Novecento, tra iquali si ricordano Baldessarri, Balla, Bertelli,Cagli, Castellani, Cerchi, Delle Site, Depero,Di Bosso, Dottori, Farfa, Forlin, Mori,Morigi, Munari, Pacetti, Peschi, Possamai,Ram, Regina, Mino Rosso, Tato, Thayaht, Tullioe Torido Mazzotti (d’Albisola) e Tulli.Tre importanti inserti di approfondimento– firmati Floreani, Buscaroli e PossamaiVita – arricchiscono la lettura delle opere riunitenel catalogo tramite un’alternanza trasversaledi commenti di grande respiro enozioni di dettaglio che, con veemenza, sipropongono di fare luce sul passato dell’avanguardiaprotagonista della storia dell’arteitaliana del Novecento. | Giulia Nazzaro |Pope. Dal Gesto al Colore, catalogo della mostra(Piazzola sul Brenta - PD, Villa Contarini,26 settembre 2009 - 7 gennaio 2010),a cura di Dino Marangon, con testi di IsabellaPanfido, Luigi Perissinotto e DiegoCollovini, Crocetta del Montello (TV), AntigaEdizioni, 2009, 8°, pp. 176, ill., e 15,00.<strong>Il</strong> suggestivo scenario di Villa Contarini aPiazzola sul Brenta ha ospitato, con il patrociniodella Regione del Veneto, la mostradedicata a Pope (pseudonimo di GiancarloGalli), uno tra i massimi esponenti e interpretiveneti della pittura contemporanea.Introdotto da un acuto scritto di Dino Maragon,volto a esplicare e approfondire lanatura e la complessità dell’opera di Pope, ilcatalogo riunisce un’ottantina di opere prodottetra il 1958 e il 2007. Una produzioneartistica assai consistente che viene conditada riflessioni, spunti e interrogativi sul passaggiodal gesto al colore e sulle sue tappeevolutive. L’opera di Pope viene sezionata,le sue modalità di produzione sviscerate e leintenzioni artistiche poste sotto l’occhio attentodi critici come Isabella Panfido, LuigiPerissinotto e Diego Collovini. <strong>Il</strong> lettore perciò,nello sfogliare il catalogo, si sente accompagnatosapientemente da contributi eda racconti su Pope artista e persona, checercano di avvicinare il pubblico al gesto e alnotiziariobibliografico66 39


cataloghi di mostre e museiimmagini tratte daScultura futurista... (in alto)Ernesto Mattiuzzi... (in basso)colore di questo grande interprete della pittura.Se nella narrazione dello sviluppo delpercorso artistico di Pope vengono sottolineatipassaggi-chiave, influenze importantie svolte altrettanto essenziali, la scelta editorialee la riproduzione delle sue creazioniin ordine cronologico certamente esaltanola maturazione del pittore durante la suafruttuosa carriera. Ma la vera celebrazionedi Pope affiora in modo preponderante nelleparole personali di artisti, critici e amici– tra i quali Elio Armano e Carlo Ciussi –che hanno contribuito alla sezione finaledel catalogo denominata Antologia critica.Si tratta di vere e proprie espressioni di affetto,racconti di aneddoti sconosciuti al pubblicoe persino poesie, che rendono Popeun compagno e un maestro di vita allo stessotempo. Perciò la lettura della cornice testualeche avvolge la creazione artistica delpittore si propone nel catalogo nel suoaspetto più liberatorio, fornendo spunti edettagli anche privati della vita di Pope, attiad un’interpretazione del suo gesto e del suocolore rinnovati a fronte di una produzionepittorica che dura da circa cinquant’anni.| Giulia Nazzaro |Ernesto Mattiuzzi. Un pittore fra classicismo emodernità, catalogo della mostra antologicaretrospettiva delle opere dell’artista ErnestoMattiuzzi a 30 anni dalla morte (Conegliano- TV, Palazzo Sarcinelli, 26 novembre -12 dicembre 2010), Silea (TV), Piazza Editore,2011, 8°, pp. 136, ill., e 20,00Tra novembre e dicembre 2010, la prestigiosacornice di Palazzo Sarcinelli a Coneglianoha ospitato una retrospettiva dedicataall’arte di Ernesto Mattiuzzi (1900-1980),veneziano di nascita, ma coneglianese d’adozione,a trent’anni di distanza dalla suascomparsa. Una figura in bilico tra classicismoe modernità, come recita il titolo dellamostra e del catalogo, non priva di una propriasignificativa valenza di originalità e diinteresse per la critica, nonostante il percorsosolitario seguito da Mattiuzzi per largaparte della sua esistenza. “La convinzionedi praticare una pittura dai risvolti universalifa sì che egli prescinda dalle correnti artistichevigenti, alienandosi il rapporto congli altri artisti e con i critici: egli lavorerà pertutta la vita in una sorta di splendido isolamento,contestando con la fedeltà al suo stilee soprattutto con una fluviale attività dicritico, gli artisti, i critici, le mostre, i mercantie negando validità alle correnti informalie astratte”. Così scrive Eugenio Manzato,nell’introduzione al catalogo che illustral’opera di Mattiuzzi. <strong>Il</strong> pittore, dopoavere ottenuto il diploma in disegno di figuraall’Accademia di Belle Arti di Venezia,si dedicherà all’insegnamento nella scuolasecondaria e diventerà, tra le altre cose, collaboratoree critico di testate come “<strong>Il</strong> popolodel Veneto”, “<strong>Il</strong> Nuovo Corriere degli Artisti”di Milano, “Realismo Lirico” di Firenze,“Arte Pura” di Roma, “Arte e Stampa” diGenova. Sarà inoltre membro “sociétaire”del Salon des Artistes Indépendants di Parigi,nonché dell’Accademia Italia, dell’Accademiadi Lettere, Arti e Scienze di Salsomaggiore,dell’Accademia Tiberina, dellaLegion d’Oro e dell’Accademia de “i 500” diRoma. Attualmente sue opere figuranopresso i Comuni di Venezia, Padova, Romae in numerose raccolte private. La parte finaledel libro presenta una serie di saggi criticidi Mattiuzzi, che ne confermano la versatilitàe l’interesse per il dibattito artistico.La mostra a lui dedicata è stata promossadalla città di Conegliano con il patrociniodella Regione del Veneto e della Provinciadi Treviso. | Barbara Da Forno |Le Forme del Moderno. Scultura a Ca’ Pesaro.Da Medardo Rosso a Viani, da Rodin ad ArturoMartini, catalogo della mostra (Venezia,Ca’ Pesaro, Galleria internazionale d’Artemoderna, 9 marzo - 18 luglio 2010), Venezia,Fondazione Musei Civici, 2010, 8°, pp. 72,ill.. s.i.p.Le Forme del Moderno è il catalogo della omonimaesposizione, ma è soprattutto una sinteticaquanto efficace introduzione alla piùimportante collezione scultorea del Novecentoesistente nella città lagunare, quelladi Ca’ Pesaro (una collezione nata da unacostola della Biennale, da cui poi sono giuntinell’arco di decenni tutti i pezzi di maggiorvalore oggi qui custoditi). Si tratta indefinitiva di un “assaggio”, di una guidacatalogoincompleta, forse addirittura unilateraleo tendenziosa, come viene un po’ provocatoriamenterilevato in apertura dall’interventodi Giandomenico Romanelli, macomunque di notevole spessore per lo studiosoe per l’appassionato, considerando cheun certo grado di arbitrarietà nella sceltadelle opere può sempre generare, come inquesto caso, paragoni e accostamenti intrigantie stimolare l’utilizzo di chiavi di letturaalmeno in parte inedite. Questa selezionedella scultura di Ca’ Pesaro è così scanditada quattro distinti percorsi interpretativi,o meglio – scrive ancora Romanelli – da“quattro suggestioni affascinanti e accorte,quattro differenti ritmi di un itinerario libe-40 notiziariobibliografico66


cataloghi di mostre e museiro e rapsodico che fa emergere altrettantetra le innumeri provocazioni che stringonola metaforica evoluzione della scultura o,quanto meno, della poliedrica parusia dellasua essenza plastica”. Modi d’essere dellaforma-scultura. <strong>Il</strong> corpo umano, la linea sinuosa,la polarità forme-informe, la luce dello“sguardo cieco” – queste le sezioni/suggestionisviluppate e intrecciate tra le paginedi Le Forme del Moderno. Quattro ipotesiche passano in rassegna nomi di rilievo dellascultura contemporanea, facendoli dialogaree incontrare sui temi citati: da AlbertoViani a Michael Noble, da Giulio AristideSartorio ad Auguste Rodin, da Emilio Grecoa Zoltan Kemeny, da Giuseppe Santomasoa Fabrizio Plessi, da Emilio Vedova aMedardo Rosso, da Adolfo Wildt ad ArturoMartini ecc. <strong>Il</strong> volume bilingue (italiano e inglese)raccoglie, con le immagini a colori ein bianco e nero delle varie opere, i contributicritici di Giandomenico Romanelli,Silvio Fuso, Matteo Piccolo, Cristiano Sant.| Barbara Da Forno |Fernanda Duso. Antologica. <strong>Il</strong> segno sensibile,catalogo della mostra (Padova, Ex Scuderiedi Palazzo Moroni, 12 marzo - 10 aprile 2010),a cura di Maria Luisa Biancotto, Padova, Comune- Associazione Moderata Fonte, 2010,8°, pp. 60, ill., s.i.p.Fernanda Duso è nata a Valdobbiadene, nelTrevigiano, ma è ormai a tutti gli effetti una“padovana d’adozione”. Dopo aver conseguitoil diploma all’Istituto d’Arte “Selvatico”di Padova e all’Accademia di Belle Artidi Venezia (con il maestro Bruno Saetti), siè dedicata all’insegnamento e alla pittura,cominciando la propria attività espositivagià sul finire degli anni Sessanta e intraprendendo,nell’arco di quattro decadi, unarigorosa ricerca artistica. La sua esperienzaè proseguita fino ai giorni nostri, con discrezione,ma anche con coerenza, come testimoniail catalogo – a cura di Maria LuisaBiancotto – della mostra ospitata a Padova,alle ex scuderie di Palazzo Moroni, promossadal Comune di Padova e dall’AssociazioneModerata Fonte. Non si tratta certo dellaprima mostra dedicata alla Duso, ma questa“antologica”, come viene peraltro sottolineatoanche dalla curatrice, ha consentito diripercorrere e rivisitare criticamente l’itinerariodi un’artista che ha dimostrato di potersicimentare con diverse forme espressivee di non rinunciare mai in definitiva allapossibilità di sperimentare e di innovare.Dall’originaria dimensione del ritratto e del“nudo” ai primi acquarelli astratti deglianni Novanta, fino alle contemporanee texturedigitali monocromatiche o colorate,con la ricerca di effetti optical. Del resto,questo tratto poliedrico, mantenuto all’internodi una ricerca personale, risulta confermatodai molti interessi coltivati con successoda Fernanda Duso fin qui: scenografia,costumi, pittura su seta, illustrazione. |Barbara Da Forno |Gianni Turin. Atmosfere Energie Silenzi 2009,catalogo della mostra (Padova, Scuderie diPalazzo Moroni, 9 maggio - 2 giugno; Monselice,Complesso monumentale San Paolo,30 maggio - 7 giugno; Rovigo, PescheriaNuova, 20-28 giugno 2009), con testi diSabino Acquaviva e Sileno Salvagnini, Padova,Comune di Padova, 2009. 8°, pp. 104,ill., s.i.p.Di Gianni Turin scrive il sociologo e scrittoreSabino Acquaviva nella sua presentazionedi questo catalogo: “Vedere i quadri diTurin è come ritornare con la fantasia ad unpassato quasi dimenticato, un periodo incui la società italiana era molto diversa daoggi”. Una pittura, quella del padovano Turin,già allievo di un protagonista dell’artecontemporanea come Emilio Vedova e oggidocente all’Accademia di Belle Arti di Bologna,che certamente – come ci ricorda invecenel suo contributo il critico Sileno Salvagnini– assorbe motivi e spunti dall’operadel grande maestro veneziano, ma rimanetuttavia irriducibile a semplificazioni di sorta,né tanto meno sembra poter essere interpretatasecondo gli schemi prevedibili diuna ripresa scolastica. Quella di Turin èun’arte (l’autore partecipa a mostre collettive,curate da critici come Fraccalini, Fagone,Spadoni, Caramel, a partire dal 1980,mentre del 1984 è la prima personale) chesi nutre dei problemi della società, dellegrandi questioni della nostra epoca, trasfigurandolee filtrandole attraverso una ricercapersonale e originale. L’antologica GianniTurin Atmosfere Energie Silenzi 2009,promossa dalle città di Padova, Monselice,Rovigo, ha inteso rendere omaggio ad unitinerario artistico ben radicato nell’orizzontecontemporaneo e ai suoi sviluppi.| Barbara Da Forno |immagini tratte daLe Forme del Moderno... (in alto)Fernanda Duso... (in basso)notiziariobibliografico66 41


Pàl Szinyei Merse,Aerostato, 1878Budapest, MagyarNemzeti Galéria


<strong>nb</strong>66l’editoria nel venetoil grande librodi san marcoFerdinando Ongania,editore veneziano,a cento anni dalla morte (1911-2011)Romano ToninL’editoria veneziana nasce e si sviluppa neisecoli d’oro della Serenissima, epoca nellaquale con il rapido diffondersi dell’invenzionedella stampa la città lagunare assumeprogressivamente il ruolo di capitale dell’editoriaitaliana ed europea, approfittandodella propria vocazione allo scambio economicoe culturale, ma anche della vicinanzadi una importante università come quella diPadova. In breve, Venezia sarà il fulcro diuna nuova attività e di un nuovo tipo di commercio,quello del libro, che troverà qui protagonistidi assoluto rilievo e che accompagneràl’intera parabola della Serenissima.L’editoria veneziana saprà tuttavia sopravvivereanche alla definitiva caduta della Repubblicae conoscerà, nelle epoche successive,momenti destinati a rinverdire una gloriosatradizione di editori e imprenditori dellibro. Nomi che – è il caso di FerdinandoOngania (Venezia, 1842-1911), di cui ricorreil centenario della morte – si sono cimentatinel mondo dell’editoria in un periodo dienormi cambiamenti sociali, economici eculturali: una fase storica in cui anche il librocomincia via via a sviluppare una propriaindustria, a diventare prodotto di massa,merce tra merci, forse però facendo perdereal “mestiere” di editore quell’aura particolareche poteva connotare Manuzio e isuoi epigoni, o ancora, più vicina nel tempo,la rivoluzione intellettuale annunciata e propagatadai torchi degli editori-stampatori delsecolo dei Lumi, con l’Encyclopédie e i volumidei philosophes, le prime gazzette, i libriproibiti ecc. Esattamente cento anni fa, il21 agosto 1911, moriva Ferdinando Ongania,un protagonista dell’editoria veneziana, checon spirito pionieristico seppe, per primo,guardare ad un pubblico internazionaleamante di Venezia e dei suoi tesori comesbocco per le sue svariate pubblicazioni eservirsi, per questo, delle principali innovazioniche riguardavano la stampa e la fotografiadel suo tempo.Ferdinando Ongania è stato il massimo editoreveneziano tra Otto e Novecento. Tuttaviala sua figura, rimasta a lungo pressochésconosciuta, se si escludono cerchie ristrettedi bibliofili e studiosi, è stata solo recentementeoggetto di ricerche più approfondite.In una prima fase direttore, poi proprietariodella casa Münster, fondata a Venezia nel1846, Ongania avrebbe prodotto rinomateedizioni d’arte relative a Venezia e alla suaciviltà, tra cui spiccano La Basilica di SanMarco illustrata nella storia e nell’arte, le dueprime edizioni di La vie privée à Venise diPompeo Molmenti, L’arte della stampa nelRinascimento italiano, Architecture et sculpturede la Renaissance à Venise di Pietro Paoletti,oltre ad opere illustrate del XVI secoloe rare cartografie.Simbolo e insieme rappresentazione concretadi questo strenuo impegno, è uno deiprimi libri fotografici, un’opera giustamentepassata alla storia, come La Basilica di SanMarco, uscita tra il 1881 e il 1893, per un totaledi diciotto volumi. La più famosa dellesue pubblicazioni, “opera colossale” (sonoparole dello stesso Ongania), monumentaleper la ricchezza dell’edizione e per il valoredella documentazione raccolta, crebbe nelcorso degli anni contribuendo a svuotare lecasse della casa editrice, ma soprattutto svelandoai suoi lettori ogni dettaglio della basilicaveneziana, attraverso un poderoso corredodi fotografie, eliotipie, eliografie, cromolitografie,incisioni, oltre a presentare saggie interventi dei principali studiosi della storiadell’arte. Ongania finì per ingaggiaremolti studiosi, critici, artisti ed esperti di immaginiper produrre quest’opera, senza badarea spese e avvalendosi delle più modernetecniche di rappresentazione, a partiredalla fotografia, che era allora ai suoi albori:la straordinaria qualità delle riproduzioni el’attenzione al dettaglio sono forse la ragioneprincipale dell’incredibile valore dell’apparatoiconografico dell’opera dedicata a SanMarco, come peraltro degli altri volumi diOngania su Venezia.Un lascito, quello di Ferdinando Ongania,che merita dunque di essere difeso e maggiormentedivulgato, ed è proprio per questomotivo che la Giunta regionale del Venetoha autorizzato la costituzione di unComitato regionale composto da GiorgioOrsoni (il sindaco di Venezia è anche il presidente),Fausta Bressani, Ennio Concina,Cesare De Michelis, Irene Favaretto, MarioInfelise, Maria Letizia Sebastiani, Ettore Vio,Carlo Alberto Tesserin, Bruno Cappon,Andrea Causin, Maria Teresa De Gregorio.Le celebrazioni di questo centenario dellanostra editoria si sono concentrate nell’organizzazionedi un evento culturale di altolivello come la mostra “Ferdinando Ongania,La Basilica di S. Marco”, al Museo diSan Marco di Venezia, dal 16 luglio al 27 novembre2011.L’esposizione marciana, come è stato scrittoin una delle recensioni che hanno accompagnatola sua inaugurazione, è rientrataa pieno titolo “nel novero delle riscoperte”.Se, da un lato, il nome di Ongania èrimasto per lungo tempo consegnato ad unsostanziale oblio, è altrettanto vero che“la figura di questo raffinato e colto editoremeritava da tempo il doveroso risarcimentoche oggi gli viene tributato, grazie agli studidi Irene Favaretto, Maria Da Villa Urbani,Ettore Vio e Antonella Fumo”, come ha osservatoMarco Bona Castellotti su “<strong>Il</strong> Sole24 Ore”. <strong>Il</strong> percorso della mostra ha accompagnatoil visitatore alla scoperta delle immaginioriginali che hanno formato l’operaeditoriale di Ongania, mettendo in rilievocome, al fianco dell’editore appassionato,operasse in lui anche lo spirito del filologoe dell’archeologo, desideroso di fornire unostrumento utile per ogni futuro interventodi restauro nella basilica. E così avvenne, infatti,negli anni successivi, prima dell’avventodei computer e del digitale. Ripercorrendooggi l’impresa smisurata di Ongania– un’impresa culturale e commerciale cheper molti versi potremmo definire “borgesiana”– all’interno della mostra è stato possibilevedere come la basilica marciana fossestata osservata e minuziosamente riprodotta,mappata centimetro dopo centimetro,tavola dopo tavola, dai mosaici alle statue,intuendo le potenzialità connesse allosviluppo della fotografia e, insieme, affidandosial talento artistico di vari pittori e disegnatoricoinvolti nel decennale lavoro distudio e preparazione.notiziariobibliografico66 43


l’editoria nel venetoLa Basilica di San Marco in Venezia, Venezia, Ferdinando Ongania, 1881-1893:Prospetto geometrico longitudinale della navata sinistra,I Portafoglio, tav. XVII, Eugenio Pedon Ril. e Dis., 1880 caRicostruzione delle facciate in laterizio nord, sud e abside,II Portafoglio, tav. 26.-AA, prospetto esterno della Chiesa di San Marco,parte destra e sinistra, prima del XII secolo, Napoleone Girotto, 1880 caFacciata sud, I Portafoglio, tav. II.4, prospetto esterno della Chiesa,parte destra (sud), E. Pedon dis.Facciata nord, I Portafoglio, tavv, II.5, II.6, prospetto esterno della Chiesa,parte sinistra (nord), Eugenio Pedon dis.44 notiziariobibliografico66


l’editoria nel venetoFerdinando Ongania non era un “semplice”editore, dunque. <strong>Il</strong> suo punto di osservazionepoteva davvero dirsi privilegiato, almenonel primo approccio ad un simile progetto:la sua “bottega” si trovava infatti in piazzaSan Marco, sul lato opposto della basilica, enella sua libreria si incontravano abitualmenteintellettuali come John Ruskin,Pompeo Molmenti, Pietro Selvatico, CamilloBoito. <strong>Il</strong> catalogo della Libreria Ongania(egli era anche libraio, appunto, e antiquario),originariamente situata ai numeri 72-74sotto le Procuratorie di piazza San Marco,comprendeva numerosi titoli, libri elegantie raffinati, squisiti prodotti dell’arte tipografica,dedicati per buona parte alle glorie dellaSerenissima. Erano questi gli anni in cuiJohn Ruskin lanciava l’allarme per la conservazionee la salvaguardia di Venezia e ilprogetto dell’editore veneziano si inserisceall’interno di questa particolare temperieculturale di fine Ottocento.Anche l’editoria diventa così protagonistanel tentativo necessario di preservare e, insieme,riaffermare l’unicità di quell’accumulodi tesori d’arte e di cultura presentinella città marciana. Ricordare oggi ungrande editore e la sua opera principaleequivale certamente a salvare dall’oblio unprezioso tassello della storia veneziana e ariconoscere il valore di una “industria” che,come quella editoriale, difficilmente puòpensare di abbandonare o ignorare la propriaorginaria vocazione culturale, senzatrasformarsi in qualcosa di completamentediverso.Dettagli del pavimento con indicazione dei colori.Parte geometrica e ornamentale, IV Portafoglio,Nicolò Moretti dis. e dip.Ferdinando Ongania. La Basilica di San Marco1881-1893, catalogo della mostra (Venezia, Museodi San Marco, 16 luglio - 27 novembre 2011),Venezia, Marsilio, 2011, 4°, pp. 183, ill., s.i.p.INDICE: Cesare De Michelis, Ferdinando Onganiaeditore a Venezia | Maria Da Villa Urbani - IreneFavaretto, <strong>Il</strong> capolavoro di Ferdinando Ongania:La Basilica di San Marco | Maria Da Villa Urbani,La Basilica di San Marco in mostra: le esposizionidegli “originali” Ongania del 1885 e 1887 | EttoreVio, La Mostra del Centenario: FerdinandoOngania, La Basilica di San Marco 1881-1893 |Carlo Montanaro, Ongania e i colori | CATALOGO.Antonella Fumo, Un viaggio attraverso un libro:La Basilica di San Marco in Venezia: I rilievi geometricidell’architettura della Basilica | La salaOngania | <strong>Il</strong> pavimento | Le vedute e i rilievi acquerellatidell’interno | L’edizione Ongania, le specialirilegature e il mobile-contenitore | Le vesti liturgiche| <strong>Il</strong> tesoro di San Marco | I precursori diFerdinando Ongania | I marmi lavorati | La quadrigamarciana.notiziariobibliografico66 45


Tamara de Lempicka,Autoritratto, 1925 caParigi, collezione privata


<strong>nb</strong>66istituzioni e culturala fondazionebevilacqua la masadi veneziaUna storica istituzioneper l’arte contemporaneaGiorgia Gallinarelazioni esterne BLMNel corso del tempo, la città di Venezia hasaputo non soltanto far viaggiare nel mondola propria dorata immagine di culla dell’artenei “secoli d’oro” della Serenissima,ma è stata anche in grado di aprirsi a nuoviorizzonti e, com’è noto, diventare un puntodi riferimento internazionale per l’arte contemporaneae per le sue multiformi tendenze.All’interno di questo peculiare scenario,una posizione di indubbio rilievo è quellaoccupata, ormai da più di cento anni, dallaFondazione Bevilacqua La Masa.La Fondazione Bevilacqua La Masa nascegrazie alla lungimiranza della duchessa FelicitaBevilacqua, vedova del generale garibaldinoLa Masa, che nel suo lascito testamentariodel 1899 donò larga parte dei suoibeni mobili e immobili al Comune di Veneziaaffinché ne disponesse a vantaggio digiovani artisti e delle loro ricerche. Lasciò,in particolare, Palazzo Pesaro (oggi sededella Galleria Internazionale d’Arte Modernae del Museo d’Arte Orientale), disponendoche il primo piano e gli ammezzati fosserodestinati ad attività espositiva, il secondopiano a locazioni (per autofinanziare l’attivitàe sostenere le spese di manutenzione)e il terzo piano a studi da assegnarsi gratuitamentead artisti economicamente disagiati.Con tali basi l’Opera Bevilacqua La Masapoteva, dunque, durare nel tempo.Formalmente costituitasi il 29 settembre 1905,Eugenio Barbantini fu il suo primo segretarioe diede vita, il 26 luglio 1908, alla primaMostra Collettiva dell’Opera BevilacquaLa Masa, alla quale parteciparono artistipresto divenuti famosi quali Guido Cadorin,Alessandro Milesi e Arturo Martini.Un anno importante per la Fondazione e peril mondo dell’arte contemporanea fu il 1910:le idee del movimento futurista approdavanoa Venezia con il lancio dei famosi volantini“Venezia passatista” dalla Torre dell’Orologiodi Piazza San Marco, e la FondazioneBevilacqua La Masa, in una Venezia prevalentementeconservatrice, si distingueva comeluogo di avanguardie. Umberto Boccionie Gino Rossi costituiscono le presenze piùsignificative della Collettiva di allora.Negli anni successivi la sede di Ca’ Pesarofu parzialmente sgomberata e per la Fondazionecominciò un periodo di continui spostamentiche durò sino al 2 settembre 1937,quando la Bevilacqua ottenne finalmentedal Comune di Venezia la Galleria di PiazzaSan Marco sotto le Procuratie Nuove, ancoroggi sede espositiva principale.Dopo la guerra, nel 1948, ci fu la prima seriapresa di coscienza del valore degli artistiche erano passati per la Fondazione graziea due importanti rassegne dedicate ai “Primiespositori a Ca’ Pesaro”. La prima si tennein luglio con gli artisti del periodo 1908-1920, la seconda in agosto, con gli artistiche avevano esposto dal 1920 al 1928. <strong>Il</strong> nucleocentrale era costituito dagli artisti storici:Ugo Valeri, Arturo Martini, Gino Rossi,Umberto Poggioli, Felice Casorati e UmbertoBoccioni. In quell’occasione, EugenioBarbantini scrisse un breve ed intenso testoin ricordo di quegli anni.Nel 1958 la Fondazione festeggiò il cinquantesimoanniversario delle sue attività,con una grande mostra dedicata ai suoiartisti più rappresentativi che si tenne nell’AlaNapoleonica dal 28 agosto al 19 ottobre,riportando un enorme successo. Sottola guida di Giorgio Trentin, la Bevilacquaveniva ormai riconosciuta come una dellepiù singolari e interessanti fondazioni artistiched’Europa.Un periodo vivace per la Fondazione fu anchequello della Presidenza del pittore RenatoBorsato, dal 1979 al 1982, che lavorò intensamentesia per ristrutturare la sede espositiva,sia per coinvolgere un numero sempremaggiore di artisti veneti nelle Collettive enelle diverse attività. Si avviarono in quel periodoi progetti di restauro delle vecchie botteghed’arte in Piazza San Marco e la Collettivaritrovò spazio nelle sale espositive di Ca’Pesaro dopo settantacinque anni di assenza.Seguì un decennio intenso e tormentato.La Collettiva del 1986 fu accompagnata daenormi polemiche. Erano infatti pervenutiben 1507 lavori di 425 giovani artisti da tuttala regione, ma la giuria selezionatrice, avviandouna stagione di particolare severitàche caratterizzò tutta la Presidenza Toniato,ne ammise solo 31 per un totale di 78 opere.<strong>Il</strong> più “severo” della giuria pare fosse stato ilfilosofo (e futuro sindaco della città) MassimoCacciari, che si dimise ancor prima dellaconclusione dei lavori. In questo periodoi giovani artisti cominciarono a disertare deliberatamenteil consueto appuntamentodella Collettiva, raggiungendo nel 1990 ilminimo storico di partecipanti con 83 artisti,di cui solo 26 accettati.Nel 1995, a seguito della Legge di Riformadegli Enti Locali, la Bevilacqua La Masa passòda Fondazione a Istituzione del Comunedi Venezia, avviandosi negli anni successivia divenire sempre più una struttura apertaalla città. Oggi vanta quattro importantisedi: la Galleria di Piazza San Marco, PalazzettoTito (vicino a Campo Santa Margherita)e i dodici atelier assegnati ogni anno ad artistisotto i trentacinque anni, dislocati tra ilComplesso dei SS. Cosma e Damiano allaGiudecca e Palazzo Carminati a San Stae, apochi passi da Ca’ Pesaro. Questa Istituzionesi pone come una Kunsthalle diffusa e unriferimento ormai imprescindibile per i giovaniartisti.Dal 2002, sotto la Presidenza di AngelaVettese, la Bevilacqua La Masa, si caratterizzadistintamente per tre macro-obiettivi:l’organizzazione di grandi mostre di artistiviventi di valenza internazionale, la realizzazionedi progetti strettamente legati alterritorio e, infine, la creazione e valorizzazionedi un archivio di giovani artisti.Le grandi mostre, in particolare, hanno contribuitoad inserire la Fondazione in un circuitodi prestigiosi centri espositivi e culturaliinternazionali, collegandola, tra gli altri,al Centre Pompidou di Parigi, alla Whitechapeldi Londra, al Beuymans Museum diRotterdam, al Centro per l’Arte ContemporaneaCCA di Kitakiushu in Giappone, alDOCVA/Via Farini di Milano.Tra gli artisti che hanno esposto in Fondazionevale la pena ricordare: Marlene Dumas(2003), Alex Katz (2003), Roni Horn(in collaborazione con il Centre Pompidou,Parigi, 2004), Lucy e Jorge Orta (in collaborazionecon Van Beuymans Museum, Rot-notiziariobibliografico66 47


istituzioni e culturaterdam, 2005), Karen Kilimnik (2005),Philip Lorca di Corcia (2006), Kim Sooja(2006), Yasumasa Morimura, Richard Hamilton(2007), Maja Bajevic, Gregor Schneider,William Kentridge (2008), RebeccaHorn (2009) e Yoko Ono (2009), Jim Hodges(2010), Enrico David (2011).Di notevole interesse, inoltre, il progetto“Arte contemporanea a teatro”, frutto diuna proficua collaborazione tra BevilacquaLa Masa e il rinato Gran Teatro La Fenice diVenezia: Grazia Toderi (2004), Kimsooja(2006), William Kentridge (2008), RebeccaHorn (2009), Jana Sterback (2010) e StefanoArienti (2012) hanno tutti realizzato unvideo d’artista che è stato regolarmenteproiettato sullo schermo frangifuoco delteatro, un’ora prima dell’inizio dell’opera incartellone.Quanto alle iniziative legate al territorio,molteplici sono le attività e gli eventi sviluppatia partire dal progetto “Spazio Elastico”:presentazioni di libri, mostre di fine workshopin collaborazione con le Università eAccademie veneziane, cicli di conferenze eproiezioni sull’arte digitale, incontri sullastreet art, appuntamenti settimanali di confrontotra artisti e molto altro ancora. Si ètrattato sempre di occasioni di apertura edialogo con la città, dove la BevilacquaLa Masa ha operato da collante tra artisti,studenti, critici e operatori. In questa stessaottica, un aspetto importante legato alle attivitàstoricamente svolte dalla Fondazione riguardail contributo dato alla più ampia riflessionesull’immagine e sull’identità dellacittà di Venezia. Tale riflessione si è compiuta,soprattutto negli ultimi anni, accogliendostimoli e suggestioni di varia provenienza,oltre che una serie di voci di assolutorilievo, intervenute in modo trasversalerispetto alle discipline e ai tradizionali percorsidi ricerca. Naturalmente, sono moltele mostre che hanno letto e approfonditoil territorio in modo inconsueto. Basti pensare,ad esempio, a “Migropolis”, in cuilo studioso tedesco Wolfgang Scheppe ei suoi studenti hanno analizzato i flussi dimigranti di Venezia; oppure a “CommonGround: projects for the Lagoon” dell’artistaslovena Marjietica Potrc, che ha lavoratosull’isola di Sant’Erasmo ad un sistema diirrigazione basato sul riciclo dell’acqua piovana;e, ancora, alle mostre “veneziane” dell’illustratoreLorenzo Mattotti e di LucioSchiavon, a quella sul manicomio di SanServolo, all’esposizione sulla storia del calcioa Venezia o a “Acqua Granda”, raccoltadi fotografie dei veneziani in occasione dell’alluvionedel 1966.Per valorizzare i giovani artisti triveneti, èandato intensificandosi negli anni il lavorosugli atelier assegnati ogni anno ad artistiunder 35 per i quali sono stati organizzatiperiodici “Open Studios”, mostre di fine residenza(“Spritz Time!”, “Opera 2009” o“Opera 2010”) e molteplici studio visit daparte di critici, artisti e curatori sia italianiche stranieri.Di fatto, tutto ciò ha reso sempre più questaIstituzione un luogo privilegiato di osservazionedegli artisti esordienti del territorio,incubatore di progetti crescentemente apprezzatidalla comunità artistica internazionale(si vedano, in questo senso, i tanti riconoscimentiattribuiti a giovani precedentementeospitati negli studi della Fondazione,quali Giorgio Andreotta Calò, GiulioSquillacciotti e Alberto Tadiello, che hannogià una visibilità internazionale). A coronamentodi ciò, la rinnovata attenzione di artistied esperti del settore verso la mostra Collettiva.A fronte della “crisi” vissuta neglianni Novanta, gli artisti e la città hanno ripresofiducia in questo appuntamento annualeche registra nuovamente molti giovanipartecipanti, incrementando sempre più,inoltre, l’archivio giovani artisti della Fondazione,giunto quasi a duemila iscritti.In questo senso, la Fondazione BevilacquaLa Masa vuole continuare a porsi in futurocome polo d’eccellenza e punto privilegiatodi confronto per tutte le principali tendenzeartistiche contemporanee, oltre che comestorico “incubatore” di idee e di creazioniche vedono coinvolta la comunità artisticalocale e, insieme, luogo di scambio e di mediazionecon le maggiori realtà nazionalie internazionali. Una direzione già definitanelle sue linee fondamentali e che sembracertamente destinata a confermare, ancheper gli anni a venire, un impegno cheè espressione del legame profondo dellaFondazione con la città di Venezia, con lesue radici culturali e con la sua vocazionecosmopolita.Bibliografia essenzialesulla storia della FondazioneBevilacqua La MasaBLM 02>10, a cura di Chiara Casarin, testi diChiara Casarin, Angela Vettese, Elisabetta Meneghel,Stefano Coletto, Milano, Mousse Publishing,2010.Archivio dell’Istituzione Bevilacqua La Masa.Inventario 1899-1990, a cura di Annamaria Pozzan,Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa,2006.Felicita Bevilacqua La Masa. Una donna, un’istituzione,una città, Atti del convegno, testi di AngelaVettese, Chiara Bertola, Luca Massimo Barbero,Enzo Di Martino, Giuseppina Dal Canton,Flavia Scotton, Elena Sodini, Gianni Moro, MarcoZavagno, Tiziana Agostini, Keira Fiorini, Venezia,Marsilio, 2005.Enzo Di Martino, Bevilacqua La Masa 1908-1993.Una fondazione per i giovani artisti, Venezia,Marsilio, Venezia, 1994.Emblemi d’Arte. Da Boccioni a Tancredi, a cura diLuca Massimo Barbero, Milano, Electa, 1999.Cent’anni di collettive, a cura di Luca MassimoBarbero, Venezia, Cicero, 1999.Elena Sodini, Le carte di Felicita Bevilacqua.Famiglia, nazione e patriottismo al femminile inun archivio privato (1822-1899), Sommacampagna(VR), Cierre, 2010.Fondazione Bevilacqua La MasaPresidente: Angela Vettesepresidente@bevilacqualamasa.itConsiglieriDaniela Ferretti, Mirella BrugnerottoSilvia Burini, Marco SportilloGiancarlo Borile, Monica CalcagnoDirettore: Elisabetta Menegheldirettore@bevilacqualamasa.itSegreteria: Tina Ponticiellosegreteria@bevilacqualamasa.itSegreteria Organizzativa: Annabianca Traversainfo@bevilacqualamasa.itUfficio Stampa: Giorgia Gallinapress@bevilacqualamasa.itCuratore: Stefano Colettoarchivio@bevilacqualamasa.itAssistente Curatore: Rachele D’Osualdoatelier@bevilacqualamasa.itSedi espositive e recapitiLa Galleria di Piazza San MarcoSan Marco, 71/c - 30124 Veneziatel. +39 041 5237819Palazzetto Tito - Sede istituzionaleDorsoduro, 2826 - 30123 Veneziatel. +39 041 5207797 / +39 041 5208879fax +39 041 5208955Palazzo Carminati - Gli studi degli artistiSanta Croce 1882/a - 30135 VeneziaComplesso di SS. Cosma e Damiano -Gli studi degli artistiGiudecca 620 - 30133 Veneziainfo@bevilacqualamasa.itwww.bevilacqualamasa.it48 notiziariobibliografico66


istituzioni e culturaEsposizioni alla Fondazione Bevilacqua La Masa:Custodie Vuote di Stefano Arienti, Palazzetto Tito,dal 27.07 al 30.09.2012(foto di Niccolò Morgan Gandolfi)Giudecca, Complesso SS. Cosma e Damiano,Atelier Dirtmor (2012)Giudecca, Complesso SS. Cosma e Damiano,Atelier di Chiara Sorgato (2012)San Stae, Palazzo Carminati,Atelier di Fabio De Meo (2012)San Stae, Palazzo Carminati,Atelier di Valentina Roselli (2012)Giudecca, Complesso SS. Cosma e Damiano, AtelierIn Deed, Galleria di Piazza San Marco,dal 13.10 al 06.11.2011Arte Contemporanea a teatro,proiezione di Stefano ArientiRepertorio Ornamentale di Enrico David,Palazzetto Tito, dal 31.05 al 25.09.2011(foto di Luca Vascon)Arte Contemporanea a teatro,proiezione di Stefano ArientiMattotti a Venezia. Scavando nell’acqua,Galleria di Piazza San Marco,dal 18.04 al 17.05.2009Jim Hodges. Love, eccetera,Galleria di Piazza San Marco,dal 05.02 al 05.04.2010Where is my place?, Galleria di Piazza San Marco,dal 03.03 al 01.05.2011Giudecca, Complesso SS. Cosma e Damiano,Atelier Valentina Merzi (2012)notiziariobibliografico66 49


istituzioni e culturala fondazioneemanuela zancan onluscentro studie ricerca socialeUn impegno al servizio della personaTiziano Vecchiatodirettore della Fondazione ZancanLa storia della Fondazione Zancan è costellatadi tappe importanti e significative. Primafra tutte la sua costituzione, avvenutanel 1964 in memoria di Emanuela Zancan,vicedirettrice della Scuola di servizio socialedi Padova 1 . Successivamente è stata erettain ente morale con decreto del Presidentedella Repubblica n. 243 del 21 marzo 1983.L’attività della Fondazione è stata riconosciutadalla Regione Veneto con leggen. 51/1984 ed è iscritta nell’elenco delle istituzionidi rilevante interesse culturale. Analogoriconoscimento è stato dato per moltianni dal Ministero dell’Interno, Direzionegenerale dei servizi civili. Nel 2004 l’Agenziadelle Entrate, Direzione Regionale delVeneto, ne ha confermato l’iscrizione nell’AnagrafeUnica delle Onlus: da qui la denominazione“onlus di ricerca scientifica dirilevante interesse sociale”.L’art. 2 dello statuto ne specifica le finalità:“la Fondazione non ha fini di lucro. Essa sipropone di perseguire esclusivamente finalitàdi solidarietà sociale e di svolgere la propriaattività nel settore della ricerca scientifica[…] con particolare riguardo all’area dellepolitiche sociali e dei servizi alle persone…”.È in questo contesto che si collocano tutte leiniziative di studio e ricerca della Fondazione,che si sono sempre caratterizzate per ilriferimento al territorio e ai servizi alle persone,per l’approccio pluralistico ai problemi– che ha consentito nel tempo analisi rigorose,basate su criteri scientifici, attente alle implicazionietiche delle soluzioni proposte –per il respiro nazionale e internazionale deicontributi teorici e metodologici oggetto distudio e proposta, oltre che per l’approfondimentodelle problematiche emergenti neltessuto sociale e per l’impegno volto a prefigurarenuove soluzioni di solidarietà umanabasate sull’incontro tra diritti e doveri sociali.Le attivitàLe attività di carattere istituzionale sono finalizzatea realizzare gli scopi statutari, il cuiasse portante è la ricerca a carattere scientifico,che in modo diretto e indiretto ha ricadutenei servizi alle persone, promuovendo laloro qualificazione tecnica ed etica, la loroumanizzazione. Le aree di lavoro sono essenzialmentenove, che elenchiamo di seguito.Seminari di studio e ricerca: si tratta di seminaridi approfondimento ad invito rivolti astudiosi ed esperti, che hanno particolarecompetenza ed esperienza sul tema che si affrontanel seminario e hanno interesse ad approfondirlo.I seminari intendono indagarele “gemme terminali” dello sviluppo sociale,cioè i punti di maggiore sviluppo potenziale,ma anche, proprio per questo, di maggiorefragilità della società nelle sue diverse espressioni.I documenti più significativi elaboratinel corso dei seminari di studio e ricercasono divulgati attraverso la rivista “StudiZancan” e con apposite pubblicazioni.Incontri culturali: sono appuntamenti pubbliciin cui vengono presentati e discussi irisultati di ricerche, elaborazioni e sperimentazionisui temi delle politiche e deiservizi alle persone, anche in collaborazionecon altri soggetti.Ricerche e sperimentazioni: sono finalizzate adefinire e sperimentare nuove soluzioni perindividuare più efficaci modalità di rispostaai bisogni di natura sociale e sociosanitariadelle persone, delle famiglie e delle comunitàlocali. Tale attività si svolge in collaborazionecon enti pubblici – organismi statali,regioni, province, Comuni e aziende Usl –,organismi ecclesiali, università, centri distudio italiani e internazionali e con soggettiprivati.Centro di documentazione sulle politiche socialiin Italia e in altri paesi: presso la Fondazioneè accessibile gratuitamente il centrodi documentazione. È rivolto a operatorisociali, sanitari, educativi, dirigenti, ricercatori,studenti, volontari, amministratori.Ad oggi sono inseriti oltre 20.800 titoli, dicui 4.630 volumi, 8.700 articoli di riviste, 250numeri monografici di riviste, 2.560 documentitratti da seminari, convegni, progettidella Fondazione Zancan e 4.500 materialidi varia natura (atti di convegni, materiali illustrativi,progetti, sintesi di sperimentazioni,tesi di laurea...).Centro di analisi delle politiche sociali per latutela dei soggetti deboli: cura la redazione deirapporti sull’esclusione sociale in Italia, incollaborazione con la Caritas. Sono state realizzatele edizioni 1997, 1998, 2000, 2002,2004 (edizioni Feltrinelli). Dal 2006 ilrapporto viene pubblicato annualmente dail Mulino.Centro di studio per la promozione della salute:coordina una rete nazionale di progetti“Smoke free class” per la riduzione del consumodi tabacco nelle scuole ed è referenteitaliano per analoghe iniziative europee sull’argomento.Centro internazionale di ricerca sulla valutazionedi esito: ha lo scopo di promuovere unacultura della valutazione degli interventi perl’infanzia e la famiglia, in particolare perpromuovere la ricerca transnazionale e ilconfronto tra teorie, metodi e tecniche per laricerca e la valutazione di esito, facilitare loscambio di esperienze e di conoscenze suquesti temi attraverso incontri e seminari internazionali,utilizzando pubblicazioni e tecnologiasu web, condurre ricerche e studisulla valutazione di esito, divulgare i risultatidelle ricerche e delle sperimentazioni.Collaborazioni internazionali: l’area delle collaborazioniinternazionali si è sviluppatanel corso degli anni con riferimento alleteorie della valutazione, alle metodologie diintervento, al confronto tra sistemi di welfare,alle questioni proprie del servizio socialeprofessionale, agli interventi per l’infanziae la famiglia, ai percorsi integrati di curaper le persone non autosufficienti.Associazione scientifica per l’InvecchiamentoAttivo e le Cure Integrate (Piaci): si tratta diun’associazione co-fondata da FondazioneZancan, Ordine nazionale degli assistentisociali e Gruppo di Ricerca Geriatrica diBrescia. La specificità di questa associazionescientifica sta nella sua multiprofessionalità:tradizionalmente questo tipo di realtà nascedall’interesse di singole professioni a sviluppareconoscenze. Piaci mette al centro lapersona anziana e intorno tutte le professioniinteressate a trovare nuove soluzioni.Diffusione culturale: i risultati più significatividelle attività istituzionali sono diffusi attraversouna pubblicazione scientifica a caratterebimestrale, “Studi Zancan. Politichee servizi alle persone”, e cinque collane dipubblicazioni: “Scienze sociali e servizi sociali”,“Documentazioni sui servizi sociali”,“Esperienze”, “Quaderni di servizio sociale”,“Nuova cultura dei servizi sociali”. La rivistae le pubblicazioni riportano quanto la Fondazione,nella sua attività di studio, ricercae sperimentazione, produce sui temi relativiall’evoluzione delle politiche sociali, sanitarieed educative, alla qualificazionedei servizi alle persone e allo sviluppo solidaristicodei sistemi di welfare regionali enazionali. La diffusione culturale – oltreche a mezzo stampa – è curata anche viaweb con il sito www.fondazionezancan.it econ la newsletter (bollettino bimestrale inviatoa tutti gli utenti del sito che ne fannorichiesta).Le aree di lavoroLe aree di lavoro della Fondazione si suddividonoin sei categorie principali.Le politiche sociali e sociosanitarie: in questaarea si collocano le ricerche sui livelli essenzialidi assistenza, quelle sul monitoraggiodella spesa e dei livelli di welfare, gli studisui piani sociali e sociosanitari in diverseregioni.La promozione della cittadinanza sociale:comprende, ad esempio, gli studi e le pubblicazionisul volontariato e sul servizio civi-50 notiziariobibliografico66


istituzioni e culturale, sulla costruzione della cittadinanza attraversostrumenti quali le carte dei servizi.La promozione delle politiche per la famiglia:include gli studi sui progetti di presa in caricopersonalizzata di minori a rischio, le ricerchesulle famiglie multiproblematiche,le pubblicazioni sulle politiche familiari.L’integrazione sociosanitaria: è un’area di ricerchein cui la Fondazione è stata sempreimpegnata, sia attraverso seminari di ricercae sperimentazioni sia attraverso pubblicazionie convegni.La qualificazione delle professioni nei servizialle persone: in quest’area ricade, ad esempio,l’organizzazione del corso annuale per assistentisociali organizzato nell’ambito del congressoannuale di Gerontologia e Geriatria.Altre iniziative sono organizzate ad hoc incollaborazione con soggetti quali ad esempioil Ministero della Salute, il Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali, le regioni(Veneto, Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna,Abruzzo…), gli ordini professionali.Le metodologie e le strategie per la valutazionee l’umanizzazione dei servizi: in quest’arearicade il laboratorio multicentrico Persona-LAB, che raccoglie tutti i soggetti interessatia lavorare per progetti personalizzati valutandonel’efficacia e il costo/efficacia.Le risorse e le collaborazioniLe risorse della Fondazione derivano in modoquasi esclusivo dalle attività di studioe ricerca realizzate sulla base di progettispecifici di collaborazione. Gli interlocutoridella Fondazione sono a diversi livelli: Ministeri,Regioni, Aziende sanitarie, Province,Comuni o Conferenze dei Sindaci, Università,organizzazioni sociali (enti pubblicidi servizio alle persone, associazioni o retidi associazioni, sindacati, ordini professionali...),Fondazioni e anche organizzazionidi altri paesi, in primis università e centridi ricerca.La Fondazione riceve anche piccole donazioni,direttamente e attraverso il 5 per mille,che vengono utilizzate per attività di ricerca.<strong>Il</strong> patrimonio che la qualifica comefondazione è costituito da un immobile, ilCentro studi di Malosco (Alta Val di Non,Trentino), acquistato a partire dal piccolofondo della liquidazione di Emanuela Zancan,lasciato per finalità formative e sociali,cui si sono aggiunte donazioni di familiari eamici. In questo centro si realizzano i seminarinel periodo estivo.<strong>Il</strong> futuro della FondazioneLa Fondazione Zancan a breve compirà cinquant’anni:è un traguardo importante. È giàstata avviata l’organizzazione non di un singoloevento, ma di un percorso di iniziativeche aiutino a far riflettere su quanto è statofatto in tema di politiche e servizi alle personee su quanto resta ancora da fare. <strong>Il</strong> percorsoculturale è previsto nel periodo novembre2013 - giugno 2014.1 <strong>Il</strong> dettaglio della storia e delle tappe fondamentalidella Fondazione sono raccolte nel volume: A. Prezioso,Le politiche sociali in Italia. Una storia, un testimone.Interviste a Giovanni Nervo della FondazioneZancan, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2001. Attraversointerviste al fondatore, l’autore propone una riflessionesui temi che riguardano le politiche socialie la costruzione dello stato sociale in Italia.Alcuni dei documenti più significativielaborati dalla Fondazione Zancan1987 – Carta dei diritti dell’anziano non autosufficiente,pubblicata in “Servizi Sociali”, 2, 1988 e inG. Sarpellon - T. Vecchiato (a cura di), Le frontieredel sociale. I Rapporto, 1993.1989 – Carta di Malosco, pubblicata nel 1989,nel 25 mo della Fondazione e ripubblicata inG. Sarpellon - T. Vecchiato (a cura di), Le frontieredel sociale. I Rapporto, 1993.1991 – <strong>Il</strong> servizio civile nazionale, pubblicato inG. Sarpellon - T. Vecchiato (a cura di), Le frontieredel sociale. I Rapporto, 1993.1993 – Manifesto sulla formazione, pubblicato inG. Sarpellon - T. Vecchiato (a cura di), Le frontieredel sociale. I Rapporto, 1993.1995 – Manifesto degli educatori. L’educatore professionale:identità, ambiti di intervento e problematicheemergenti, pubblicato in “Politiche sociali”,1, 1996.2004 – Carta Etica delle professioni che operano aservizio delle persone, pubblicata in “Studi Zancan”,2, 2004, nel 40 mo della Fondazione Zancane adottata successivamente da Comuni e altrienti pubblici e privati2004 – Idee per una carta della cronicità e dellecure a lungo termine, pubblicata in “Studi Zancan”,6, 2005.PubblicazioniLa produzione scientifica della Fondazione Zancanha dato vita, nel corso degli anni, a un’attivitàeditoriale diversificata in base a finalità,contenuti e destinatari. Si articola in quattro collanedi volumi, una rivista bimestrale e pubblicazionicon case editrici. Le collane di volumisono: “Scienze sociali e servizi sociali”, “Ricerchee documentazioni sui servizi alla persona”,“Quaderni di servizio sociale”, “Esperienze”.Numerosi volumi sono pubblicati con altri editori,tra cui il Mulino, Feltrinelli, Franco Angeli,Messaggero, Edizioni Dehoniane, Jessica KingsleyPublishers (London and Philadelphia),Aldine De Gruyter (NYC).La rivista “Studi Zancan. Politiche e servizi allepersone” rappresenta il punto di convergenza el’ideale continuazione delle riviste pubblicate inprecedenza: “Servizi sociali” (uscita dal 1979 al1999) e “Politiche sociali” (dal 1996 al 1999).Le pubblicazioni si possono richiedere in libreriao direttamente alla Fondazione via fax (049-663013) o via e-mail (fz@fondazionezancan.it).Quelle esaurite sono consultabili presso il Centrodi documentazione sulle politiche socialidella Fondazione, presso altre biblioteche o nelcatalogo online (per gli abbonati).Pubblicazioni recentidella Fondazione ZancanV. Colmegna - A. Palmonari - T. Vecchiato (a curadi), Contro o dentro? Innovazioni possibili dailaboratori di cittadinanza responsabile, 2010.I laboratori di cittadinanza sono situazioni al limitedella normalità, della coesistenza, della legalità,per cercare e per sperimentare nuovi modidi essere società. Dobbiamo molto a questa possibilità,che può trasformare i conflitti in coesistenza,dando l’opportunità ai territori di vivere“dentro i problemi”, per poterli risolvere. La FondazioneCasa della Carità di Milano e la Fondazione“Emanuela Zancan” di Padova hanno dedicatotre anni di riflessione a tali questioni, approfondendole,confrontando le esperienze, riconoscendole potenzialità originali dei laboratoridi cittadinanza. <strong>Il</strong> volume raccoglie alcunirisultati della ricerca, insieme con esperienze einnovazioni possibili, “dentro i problemi” peruscirne con soluzioni affidabili, dato che bisognainvestire in una nuova socialità, governandole diversità, moltiplicando il loro rendimento sociale,economico e culturale a vantaggio di tutti.Fondazione “E. Zancan” onlus - FondazioneCassa di Risparmio di Volterra, Verso il Pianointegrato per lo sviluppo sociale dell’Alta Val di Cecina,2010.<strong>Il</strong> concetto di “salute” si collega strettamente aquello di “sviluppo”, inteso come processo partecipatodi miglioramento delle condizioni dibenessere delle persone e della comunità, secondoprincipi di sostenibilità, trasparenza, legalità,equità e tutela. In Toscana, l’attenzione afavorire la coerenza tra le politiche pubbliche staalla base dell’intero impianto di programmazioneregionale. <strong>Il</strong> progetto di ricerca, realizzatocon il contributo della Fondazione Cassa di Risparmiodi Volterra, sperimenta l’impostazionedi uno strumento organico di sviluppo locale, ingrado di individuare obiettivi unitari per il territorioe di attivare processi decisionali e amministrativiche favoriscano, attraverso la sinergia trale diverse politiche, risultati di benessere e disviluppo per l’Alta Val di Cecina.E. Rossi (a cura di), Forme di convivenza e loro regolamentazione,2010.La ricerca documentata nel volume parte dalladomanda: quanta esperienza di unione e quantacondivisione di responsabilità servono pernotiziariobibliografico66 51


F. Serra - R. Caldin (a cura di), Famiglie e bambini/econ disabilità complessa. Comunicazionedella diagnosi, forme di sostegno, sistema integratodei servizi, Padova, Fondazione Zancan - Torino,Fondazione Paideia, 2011.<strong>Il</strong> problema della disabilità in età evolutiva,dopo un faticoso percorso culturale, sviluppatonegli ultimi trent’anni, ci consegna oggi un quadroche ha avuto evoluzioni positive, anche seancora insufficienti, sui versanti dell’integrazionescolastica, lavorativa e sociale, problematicoin altri settori e spazi di vita. Tra questi, uno particolarmentecritico per le famiglie è costituitodai primi anni di vita dei/delle figli/e condisabilità complessa e/o pluridisabilità. La mancanzadi informazione, la comunicazione delladiagnosi, la gestione dei bisogni sono vissutidalla famiglia in condizioni di profonda solitudinee sofferenza. In questo scenario, risulta indispensabileimmaginare percorsi di accompagnamentoche coniughino supporti psicologici,sostegni educativi e socio-assistenziali in un’otticafortemente integrata. Per meglio approfondirequesti problemi, la Fondazione “EmanuelaZancan” e la Fondazione “Paideia” hanno promossoun percorso di riflessione, con momentidi studio e confronto i cui risultati sono raccoltiin questo volume. In particolare, i vari contributiaffrontano: i criteri di definizione di disabilitàcomplessa e/o pluridisabilità; i problemi riguardantiil processo di comunicazione della diagnosidi deficit e di disabilità e la gestione diazioni nelle quali la riabilitazione, quando presente,sia componente di un progetto olistico disostegno, al/alla bambino/a e alla sua famiglia,che comprenda gli aspetti psico-pedagogici, relazionalie socio-assistenziali; le modalità di attuazionedi adeguati percorsi di accompagnamentoall’accoglienza del/della bambino/a nelnucleo familiare; l’importanza delle reti di prossimitàa supporto della famiglia: associazionismoe volontariato, progetti di domiciliarità, gruppidi sostegno e auto-aiuto tra famiglie. <strong>Il</strong> voluistituzionie culturadare speranza a chi non vuole sentirsi costrettoa vivere solo, se non ha famiglia e se una famiglianon è possibile? <strong>Il</strong> dibattito sulle forme di vita chele persone possono condividere stabilmente, senzaessere famiglia, si è concentrato soprattuttosulle ragioni giuridiche. Non altrettanto ci si èchiesti se e a quali bisogni dare risposta, con qualigaranzie. <strong>Il</strong> problema non è facile, anche per irischi di strumentalizzazione e per gli utilizzi opportunisticidei più deboli. È quindi necessarioentrare nel merito di tali questioni, evitando il rischiodi negarle o non vederle. <strong>Il</strong> volume raccogliei risultati costruiti da un gruppo di ricerca,cercando di non cadere nella trappola di identificaresoluzioni ad ogni costo, ma cercando stradeper riconoscerle. <strong>Il</strong> problema della legittimazionegiuridica di forme di vita condivisa, diverse dallafamiglia, non è un passaggio scontato ed è successivoa questa ricerca, da affrontare nelle sediproprie del confronto politico ed etico.Fondazione “E. Zancan” onlus - Itis (a cura di),Progetti personalizzati e valutazione di efficacia.Itis nel sistema regionale dei servizi per le personeanziane, 2009.<strong>Il</strong> progetto descritto in questo volume presentauna parte dei risultati nati da molte domande eda una prima risposta: se si cerca personalizzazione,condivisione di responsabilità, innovazione,formazione, una strada per farlo è verificarenon solo la qualità dei processi (prima parte delvolume), ma soprattutto lo loro efficacia. Le rispostetrovate sono state ottenute con un investimentoin ricerca e sperimentazione, attraversol’utilizzo di strumenti di valutazione validatie attraverso l’impegno di molti operatori a misurarsicon soluzioni inedite, che vanno consolidatee trasformate in soluzioni correnti, coinvolgendotutti i centri di responsabilità per unmigliore servizio con le persone e con «contratti»personalizzati.G. Gioga (a cura di), Disabilità, famiglia, servizi:parlano i protagonisti, 2008.<strong>Il</strong> volume raccoglie i risultati di due ricerche sultema dei livelli essenziali di assistenza e dei rapportitra persone con disabilità, famiglie e servizi,realizzate dalla Fondazione “E. Zancan” onlusin collaborazione con importanti soggettidell’associazionismo a livello nazionale e locale:la Federazione Italiana Superamento Handicap(Fish) e il Centro di Servizi per il Volontariato(Csv) di Rovigo.Pubblicazioni recenti con altri editori52 notiziariobibliografico66A.N. Maluccio - C. Canali - T. Vecchiato - A. Lightburn- J. Aldgate - W. Rose W. (a cura di), ImprovingOutcomes for Children and Families: Findingand Using International Evidence, London,Jessica Kingsley Publishers, 2011.In una prospettiva internazionale sono qui inquadratele principali sfide da affrontare quandosi cerca di progettare e valutare gli esiti nell’areadei servizi per l’età evolutiva e la famiglia. Gli autoripresentano le principali idee e questioni attualmenteal centro del dibattito, presentano diversiapprocci e metodi per valutare gli esiti, portanoesempi di valutazioni attuate in diversi paesi.I temi affrontati comprendono: indicatori di efficaciadei servizi, valutazione transculturale degliinterventi, coinvolgimento degli utenti nella valutazione,valutazione di servizi intermedi.Caritas Italiana - Fondazione E. Zancan, Poveridi diritti. Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale,Bologna, il Mulino, 2011.Nel 1860, in un’Italia da costruire, GiuseppeMazzini si interrogava sull’efficacia delle politichedi lotta alla povertà, visto “l’accrescimentoannuo delle emigrazioni di paese in paese, ed’Europa alle altre parti del mondo, e la cifra crescentedegli istituti di beneficenza, delle tassepei poveri, dei provvedimenti per la mendicità,bastono a provarlo la loro inefficacia a diminuirevisibilmente quei mali, dimostra un aumentoegualmente progressivo di miseria nelle classialle quali tentano provvedere”. Accadeva 150 annifa e accade anche oggi, con similitudini impressionanti:i diritti separati dai doveri, l’aiutosenza reciprocità e fraternità. <strong>Il</strong> povero ha anzituttodiritto di essere trattato come persona, nonsoltanto come individuo. La persona è relazioni,legami, spazio di vita. Senza la persona la lottaalla povertà finisce per essere cura che riduce ildolore ma non affronta il problema, è risposta senzasoluzione. <strong>Il</strong> volume si articola in due parti.Nella prima vengono approfonditi i diritti deipoveri previsti dalla Costituzione e a livello internazionale.Molti sono ancora disattesi, ancheperché non privilegiano l’incontro tra diritti edoveri, non valorizzano le capacità, né coinvolgonoe promuovono la partecipazione dei poveri.Come nei precedenti Rapporti viene aggiornatoe arricchito il quadro comparativo delleregioni, con parametri di spesa e di risposta.Seguono approfondimenti specifici, che evidenzianocome fare e cosa non fare, se si vuole daresperanza alle persone e alle famiglie in difficoltà.La prima parte si chiude con proposte perfar meglio fruttare gli investimenti, ottenere miglioriindici di efficacia, superare il cronico sottoutilizzodelle risorse. La seconda parte si soffermasul ruolo svolto dalla Chiesa nel contrastodella povertà economica. Tale ruolo si sviluppaattraverso azioni di studio, animazione, promozionee assistenza alle persone e famiglie in difficoltà.Vengono inoltre descritte, con dati aggiornati,le nuove tendenze di impoverimentodella società italiana, secondo l’esperienza dellaCaritas. Approfondimenti specifici riguardanola condizione degli immigrati, la situazione dellearee montane e l’attività svolta dalle mensesocio-assistenziali.Caritas Italiana - Fondazione E. Zancan, In cadutalibera. Rapporto 2010 su povertà ed esclusionesociale, Bologna, il Mulino, 2010.<strong>Il</strong> Rapporto 2010 Caritas Italiana - Fondazione“E. Zancan” guarda alla povertà delle famiglie inItalia e in Europa, ai volti attuali della povertà,a come si è modificata, alle emergenze e urgenze,mentre continua la crisi. La famiglia è la chiavedi lettura. Le proposte nascono da alcune domande.Come viene affrontata la condizionedelle famiglie povere dalle istituzioni e dal mondodelle Caritas? Ci sono soluzioni? Come sistanno muovendo le regioni? Quale quadro emergedai Centri di ascolto? <strong>Il</strong> Rapporto è diviso indue parti. La prima parte, curata dalla FondazioneZancan, considera le dimensioni territorialidella povertà, le capacità di risposta delle regioni,guardando ad alcuni stati europei. Proponeuna lettura della povertà familiare, delle politicheper contrastarla, degli strumenti di solidarietàper lottare in modo più efficace, in un quadroistituzionale di decentramento delle responsabilità,delle risorse, dallo stato alle regioni eagli enti locali. La seconda parte, curata da CaritasItaliana, approfondisce il legame tra comunitàecclesiale e povertà. Sono analizzate le conseguenzedella crisi economica sulle famiglie,con i dati sugli utenti dei Centri di ascolto.


istituzioni e culturame possa offrire indicazioni a quanti, impegnatinel lavoro con genitori di bambini/e con disabilità,intendano contribuire con competenza eprogettualità alla qualità dei percorsi esistenzialidi coloro che vivono una situazione complessa.G. Grigolin - T. Vecchiato (a cura di), Formarsi alservizio civile. Proposte, esperienze, risultati, Bologna,il Mulino, 2010.Questo volume è un testo-guida, un manualeper la formazione dei volontari in servizio civile.Propone contenuti di riflessione e studio, suggerimentie approfondimenti: entra nel meritodei significati culturali ed etici dell’esperienzadel servizio, con un taglio molto operativo. <strong>Il</strong> testoaffronta, da una parte, e ampiamente, i contenutiformativi: l’evoluzione del servizio civile,la cittadinanza attiva, il lavoro per progetti, i servizidi welfare, l’ambiente, la salvaguardia deipatrimoni culturali; dall’altra, i modi della valutazionedei risultati. Nato dalla concretezza dellacollaborazione fra l’Università di Padova, chedal 2002 gestisce progetti di servizio civile, e laFondazione “E. Zancan”, che del tema da annisi occupa sotto il profilo teorico e dell’analisiempirica, il volume costituisce un utile strumentoper i volontari, per i formatori, per gli enti cheaccolgono giovani in servizio civile.G. Nervo, Famiglia e politica. Appunti per una formazionesociale e politica, Padova, Messaggero,2010.<strong>Il</strong> volume analizza la realtà della famiglia oggi eprospetta una politica che ne tuteli i diritti e chela ponga come soggetto delle politiche sociali.Ciò richiede cooperazione, sinergie, costruttivorapporto fra pubblico e privato. Nel volume siesaminano poi alcuni problemi specifici chegravano sulla famiglia: la cura e la gestione deglianziani; la disabilità; la devianza giovanile,dalla violenza in famiglia alla pedofilia; l’accoglienzadei minori; il lavoro minorile. Si concludericordando i diritti della persona, richiamatidall’organizzazione mondiale della sanità, nellafase finale della vita. <strong>Il</strong> testo fa parte di una collanadi volumi scritti da Giovanni Nervo, cheintendono offrire contributi culturali a quantihanno compiti e responsabilità di formazionesocio-politica: Giustizia e pace si baceranno; Educarealla giustizia; Educare alla pace; La solidarietà;<strong>Il</strong> fenomeno della povertà; Stato liberale o statosociale?; Terzo sistema o terzo settore?; Formazionepolitica.Fondazione Emanuela Zancan onlusCentro studi e ricerca socialeConsiglio di AmministrazioneGiuseppe Benvegnù-Pasini (presidente),Fondazione Emanuela ZancanMilena Diomede Canevini, formatore, MilanoCesare Dosi, Università di PadovaSergio Dugone, La Nostra Famiglia, ConeglianoMaurizio Giordano, Uneba, RomaGiovanni Nervo, Fondazione Emanuela ZancanGianpaolo Pedron, Confindustria Veneto,VeneziaEmanuele Rossi, Scuola Superiore S. Anna,PisaGiovanni Sarpellon, Università di VeneziaFelice Scalvini, Assifero, BresciaComitato ScientificoAnna Maria Campanini, Università Bicocca,MilanoItalo De Sandre, Università di PadovaPaolo De Stefani, Università di PadovaFlavia Franzoni, Università di BolognaMaria Lia Lunardelli, Ospedale Sant’Orsola-Malpighi, BolognaAugusto Palmonari, Università di BolognaGiancarlo Rovati, Università Cattolica di MilanoDaniele Salmaso, Università di VeronaCollegio dei revisoriPaolo Imbesi (presidente)Luigi DenicolòFlaviano GittoiCollaboratori interni alla FondazioneTiziano Vecchiato (direttore)Cinzia Canali (ricercatrice)Giulia Barbero Vignola (ricercatrice)Ingrid Berto (ricercatrice)Maria Bezze (ricercatrice)Elena Innocenti (ricercatrice)Lucia Vojtas (segreteria e logistica)Alida Ravazzolo (amministrazione)Rapporti con la stampa: Giorgia GaySede della Fondazionevia Vescovado 6635141 - Padova - Italytel: +39 049 663800fax: +39 049 663013fz@fondazionezancan.itwww.fondazionezancan.itUfficio stampaufficiostampa@fondazionezancan.ittel. (solo ufficio stampa): +39 3402197216notiziariobibliografico66 53


Vincent Van Gogh,La diligenza di Tarascona,part., 1888New York, The Henryand Rose PearlmanFondation


<strong>nb</strong>66protagonisti venetidel novecentostanislao nievo,sulle orme di ippolitoDa <strong>Il</strong> prato in fondo al mareai Parchi LetterariDiego CrivellariNel 2011, il centocinquantesimo anniversariodell’Unità d’Italia e della contemporaneatragica morte di Ippolito Nievo ha visto, proprioin occasione delle celebrazioni del “soldato-poeta”autore delle Confessioni di un italiano,la nuova edizione del romanzo <strong>Il</strong> pratoin fondo al mare di Stanislao Nievo, pronipotedi Ippolito: libro, ora riedito da Marsilio,già vincitore del Premio Campiello e delPremio Comisso alla sua prima uscita ametà degli anni Settanta, tradotto in più lingue,destinato ad inaugurare una fortunatacarriera di narratore per Stanislao Nievo,ma anche a riaprire il “caso” della scomparsadel suo avo garibaldino, perito nel naufragiomai troppo chiarito dell’Ercole.Un intreccio familiare, una intima corrispondenza,un singolare “passaggio di testimone”tra i due Nievo che sembra confermareanche il profondo legame di StanislaoNievo (“Stanis” per gli amici) con unaascendenza letteraria veneta o veneto-friulana,pur nella vocazione cosmopolita dell’uomo.Traccia di un filo che non si è mai deltutto reciso e di una continuità almeno territorialeo “geo-letteraria” con il mondo diIppolito. Si ricorda, inoltre, come un cospicuolascito letterario di Stanislao Nievo abbiarecentemente trovato spazio tra le carteche compongono l’Archivio degli Scrittoriveneti del Novecento, con sede presso l’Universitàdi Padova, nella cornice di PalazzoMaldura.Se rimangono spesso sorprendenti, o addiritturainsondabili in ultima istanza, le vieche conducono un autore alla scrittura e alconsolidarsi nel tempo di quella che puòpoi essere riconosciuta, in vari modi, dai lettorie dalla critica, come un’autentica vocazione,nel caso di Stanislao Nievo la letteraturaè l’approdo già maturo, ma non scontato,di un itinerario affascinante, che vedeper anni il futuro scrittore del Prato in fondoal mare nelle vesti di curioso e infaticabileviaggiatore, giornalista, fotografo, regista.E tuttavia scrittore, Stanislao Nievo, lo saràveramente, cimentandosi negli ambiti piùdiversi come narratore, poeta, traduttore diclassici quali Kipling e Defoe. Per trovare lachiave della sua opera non si tratta, dunque,di limitarsi a seguire un’unica linea narrativafamiliare, una ragione biografica, purcosì importante e destinata a lasciare tracciain Stanislao Nievo, fin dalla sua consacrazionecome scrittore, ma di indagare e conoscerepiù vicino le sfaccettature e le diversefonti d’ispirazione di una personalitàcreativa senza dubbio originale e autonoma.D’altro canto, questa illustre parentela nonrimarrà un mero dato anagrafico e contribuiràad imprimere una svolta letterarianella vita dell’autore, in età ormai matura esulla base di un ben preciso episodio da luiraccontato: il centenario del naufragio dell’Ercole,inatteso motore del suo esordio comeromanziere.Nel luglio del 2006, alla morte dello scrittore,il poeta Giuseppe Conte avrebbe chiosato:“Con Stanislao Nievo ci lascia una speciesempre più rara di scrittore, quello che concepiscela sua vita come un viaggio, una avventurada testimoniare e raccontare agli altrinella propria opera. Uno scrittore chenon fa parte di conventicole, che non sbandiera,o non maschera abilmente, appartenenzeideologiche. Conobbi Nievo in occasionedel Premio Strega del 1987. Ero appenaentrato nel novero dei votanti, e in quelcaso una legge non scritta vuole che ci sipresenti personalmente in casa Bellonci apartecipare alla votazione che esprime lacinquina. Me lo ricordo vestito di chiaro,con un’aria tesa e trasognata, sudato, comeincredulo di essere lì. Aveva un volto aperto,indifeso, non da letterato romano. Provaiistintiva simpatia per lui. Avrei potuto anchevotarlo, un libro come Le isole del paradiso,quello con cui concorreva, con la suastoria emblematica e carica di pathos e dimito. Quando poi fu proclamato vincitore alNinfeo di Villa Giulia, lo rividi in televisione:ho ancora in mente il suo scatto di liberazione,gioioso e quasi violento. Non deveessere facile portare un nome come Nievo.Pronipote del grande, per me grandissimoIppolito, autore di un libro come Le confessionidi un italiano che è la summa letterariadello spirito foscoliano-mazziniano, in seguitocosì latitante nella nostra cultura...”.Poche righe, che tuttavia hanno il dono ditratteggiare con rara efficacia e sintesi unapersonalità come quella di Stanislao Nievo,che sembra dichiararsi quasi costitutivamenteestranea ai canoni più in voga e aschematiche classificazioni, reclamandouna propria irriducibile singolarità e, insieme,un profondo legame con una “certa”idea di letteratura (più appartata e personale,meno ideologica, meno engagé, ma nonper questo totalmente disinteressata rispettoalla storia o a vicende emblematiche). Diràdi sé il narratore-viaggiatore: “La mia scritturaè una ricerca del reale nascosto nel panoramaterrestre che ci circonda, e sul comeavvicinarlo. La ricerca è diretta verso le originiche ci hanno dato vita e hanno determinatola nostra sensibilità. Paul Gauguindipinse un famoso quadro dal titolo: Da doveveniamo, chi siamo, dove andiamo. Rappresentaquel che cerco. Soltanto rispondendoa queste domande possiamo renderci contodi cosa stiamo a fare nel mondo”.La stessa parabola biografica di StanislaoNievo racchiude in sé un ampio ventaglio dipassioni e interessi, di relazioni e luoghi,che bene evidenziano la pluralità dei suoipercorsi e una non comune sensibilità intellettuale.Nasce a Milano nel 1928, ma trascorrebuona parte della sua infanzia nel celebrecastello di famiglia, in quella Colloredodi Montalbano che era già stata trasfiguratadal suo antenato nelle Confessioni di unitaliano, come parte di quelle terre tra Friulie Veneto che fanno da sfondo alle vicendedel famoso libro. Fin da giovanissimo si interessadi geografia e di natura, giungendoad iscriversi dopo il liceo alla Facoltà diScienze Naturali di Roma, ed iniziando nelcontempo una fase errabonda della sua esistenza,fatta di lunghi viaggi e di mestieriimprovvisati per mantenersi. Dapprima èin Europa: le tappe sono Francia, Olanda,Belgio, Inghilterra, Danimarca, Norvegia,Svezia, fino a Capo Nord, più tardi sarà inAfrica e in Asia. Partecipa a una spedizionescientifica proprio in Africa, sotto l’egidadell’ateneo romano. Nel corso della spedizione,che dura quasi un anno, trova mododi scalare (senza attrezzature particolari!) ilnotiziariobibliografico66 55


protagonisti veneti del novecentoKilimangiaro e di fare il suo debutto ufficialecome giornalista e fotografo. Siamo nel1954. Poco dopo, nel 1958, mentre è in viaggiodi nozze con la moglie Consuelo, il giovane“Stanis” riuscirà a documentare ladrammatica fuga dal Tibet del Dalai Lama.In quello stesso periodo, con un gruppodi amici, fonda il WWF Italia, realizza documentarie reportage, si avvicina al mondo delcinema. Diventa regista. Suo, ad esempio, èil docufilm Mal d’Africa, dedicato ai maliatavici del continente e al contraddittoriotramonto della colonizzazione europea.Varcata la soglia dei quarant’anni, a questocrogiolo di forme espressive e di suggestioniculturali sembra mancare soltanto l’esperienzadella scrittura narrativa. Comearrivare a “misurarsi” sulla pagina con lamemoria di un antenato che è venuto ad occupareun posto di rilievo nella storia dellanostra cultura? <strong>Il</strong> centenario della morte diIppolito Nievo fornisce l’ispirazione cercatae l’occasione decisiva, diventando nelle paroledi Stanislao Nievo un aneddoto densodi richiami simbolici e letterari. <strong>Il</strong> 5 marzo1961, mentre al castello di Colloredo diMontalbano è in corso una manifestazioneper ricordare i cent’anni della scomparsa diIppolito, Stanislao è improvvisamente abbagliatoda un flash fotografico: il berrettinorosso da guerra che compare nel francobollocommemorativo si trasforma nell’immaginedi “un cuore che pulsa”, qualcosa che loscrittore legge e interpreta come una estremarichiesta d’aiuto. A quel punto, fare lucesulla morte in mare del giovane e intraprendente“soldato-poeta” diventa il suo obiettivoe la sua ossessione narrativa.Dopo un decennio di ricerche tra carte e archivi,nel 1974 viene finalmente pubblicatoda Mondadori <strong>Il</strong> prato in fondo al mare. <strong>Il</strong> volumeottiene un grande successo e inauguraquello che per i tempi si presenta comeun approccio innovativo, capace di fondereassieme documentata ricerca storica e originalevena creativa, all’interno di una narrazioneispirata e avvolgente, che procededa un immaginario diario di bordo e cercadi dipanare, con ritmo incalzante, uno deilati oscuri del nostro Risorgimento: il naufragiodell’Ercole. Opera niente affatto facilee convenzionale, se è vero che Pier PaoloPasolini vi ravvisa una “pluralità simultaneadi stili e codici che non riescono a trovarepace formale”. In modo analogo, CesareGarboli ne sottolinea il “ribollente tecnicismoper il quale tanti codici di scrittura sitrovano ad incrociarsi”. Siamo lontani daun piatto realismo come da una semplicericostruzione cronachistica. Nella sua prefazionealla nuova edizione del Prato in fondoal mare, pubblicata da Marsilio, lo scrittorepadovano Romolo Bugaro richiama ancorauna volta questo originale esempio dinarrativa “stratificata”, segnalandone possibilie inattese corrispondenze con autoricontemporanei di grande levatura come Perece Bolaño.Seguiranno comunque da quel momentodiversi altri titoli, anche di poesia (Viaggioverde, Canto di pietra, Barca solare) e saggistica,fino alla silloge apparsa postuma e intitolataCanto di Pietra - Canto de Piedra(2006), nella sua doppia versione in italianoe spagnolo. I romanzi: Aurora (1979),Palazzo del silenzio (1984), Le isole del paradiso(1987), La balena azzurra (1991), <strong>Il</strong> sorrisodegli dei (1997), Mater matuta (1998),Aldilà (1999), Gli ultimi Cavalieri dell’Apocalisse(2004). I libri di racconti: <strong>Il</strong> padronedella notte (1976), <strong>Il</strong> cavallo nero (1990), Tempodel sogno (1993). Con il romanzo Le isoledel paradiso, storia di una avventurosa epopeanei mari del Sud, uscito nel 1987, Nievoavrebbe vinto il Premio Strega. In questocaso, lo spunto della sua felice narrazione sitrova nel Veneto povero di fine Ottocento:infatti, Le isole del paradiso si ispira alle peripeziedei circa trecento migranti venetiche, nel 1880, salparono l’oceano in cercadi fortuna, fino ad approdare alle coste dellaNuova Irlanda, e lì scoprendo, tra ostacolidi ogni sorta e miraggi di facili ricchezze,una nuova patria da “conquistare”, tra acquee terre dalla natura incontaminata.Nel frattempo, Stanislao Nievo continuacome sempre anche a viaggiare e a percorrerele strade del mondo: è in Cina e in Sudafrica,ma collabora anche con vari quotidianicome “La Stampa”, “La Repubblica”,“<strong>Il</strong> Giornale” e, per più di dieci anni, con“<strong>Il</strong> Gazzettino” di Venezia. Riceve il PremioMontale per il giornalismo di viaggio.Si impegna in prima persona per salvaguardarel’eredità per eccellenza nievianadel castello di Colloredo, gravemente danneggiatoda un incendio. Nel 1992 promuoveuna Fondazione dedicata al prozioIppolito: è questo l’embrione di una innovativaimpresa culturale, l’ideazione deiParchi Letterari, che saranno presentaticome “un modo nuovo di fare economiapromuovendo il paesaggio culturale dell’Italia”ed estesi rapidamente alla memoriadi altri luoghi e altri scrittori. Per GiuseppeConte si tratta di una iniziativa che trova lesue radici nella stessa concezione della letteraturatenacemente coltivata da StanislaoNievo: “È stato certo questo l’omaggio piùcoerente alla propria tradizione familiare ealla propria vocazione di autore. Aveva capitoche uno dei compiti dello scrittore oggiè salvare attraverso le immagini della naturala bellezza del mondo e l’integrità dell’animaumana”. In questo modo, la letteraturadiventa uno strumento in grado di contribuireconcretamente alla tutela dell’ambienteinteso come fonte di ispirazione.Oggi i parchi letterari, disseminati in varieregioni italiane, rappresentano una vivacerealtà e sono stati dedicati ai più diversiscrittori: da Carducci a Verga, da D’Annunzioa Quasimodo, da Carlo Levi a Pasolini.Con queste parole Stanislao Nievo illustravala sua ultima creazione: “Com’è fatto unParco Letterario? Ce ne sono circa trenta intutta Italia. Tra questi ce n’è uno, fra Venetoe Friuli, lungo il corso di un piccolo, leggiadrofiume, il Venchieredo. È un veroorto della mente, con alberi, prati, uccellini,acque e storia. Si sono fermati qui IppolitoNievo e Pier Paolo Pasolini. Entrambi nehanno scritto. C’è una fonte che forma unafontana, la fontana di Venchieredo, famosapagina de Le confessioni di un italiano.Sull’onda del mio progetto [...], in autonomiae sintonia, un architetto paesaggista,il presidente d’una cooperativa ed un sindaco,anzi due, due primi cittadini illuminati,aiutati da un gruppo di volontari, hannodato vita – ognuno secondo la propria inclinazionee professione – al Parco Letterariosuddetto, ricreando l’atmosfera del libro”.56 notiziariobibliografico66


protagonisti veneti del novecentoHonoré Daumier,Cervantes, don Quijote,1868Monaco,Neue Pinakotheknotiziariobibliografico66 57


José Maria Obregón,L’ispirazione di Colombo,1856Mexico City,Museo Nacional de Arte


<strong>nb</strong>66rivisteria venetaspoglio dei periodicidi arte e architettura(2009-2012)<strong>Il</strong> precedente spoglio dei periodici del settore“arte e architettura” era stato presentato sul“Notiziario Bibliografico” n. 59 e prendeva inconsiderazione gli anni 2007-2009. <strong>Il</strong> presenteaggiornamento si riferisce pertanto alleriviste uscite nel periodo 2009-2012, a partiredall’ultimo fascicolo segnalato sul “NotiziarioBibliografico” n. 59. Delle riviste nuovesi dà lo spoglio, dove possibile, dal primonumero uscito.AluminaPagine miniatedirettore editoriale: Vittoria de Buzzaccarinidirettore resp.: Gianfranco Malafarinacomitato scientifico: Eberard König,Ernst Gamillischeg, Armida Batori,Andrea De Pasquale, Giovanna Lazzi,Giordana Mariani Canova,Ernesto Milano, Pierluigi Petrobelli,Josefina Planas, Ennio Sandal,Maria Letizia Sebastianisegreteria del comitato: Alessandro Scarsellaredazione: Eleonora Menadeosegreteria di redazione: Samantha Lenardaperiodicità: trimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 -30133 Venezia -tel. 041/5211204 - fax 041/5208538e-mail: alumina@alumina.ita. 7, n. 26, luglio-settembre 2009Musica: Hartmut Schaefer, Note di Corte |Codici: Ida Giovanna Rao, Magnifiche rime |Miniatori: Annalisa Bellerio, L’ultimo amanuense| Biblioteche: Laura Nuvoloni, Tesoriin rete | Deirdre Jackson, Tesori in rete | Facsimili:Barbara Anderson, Cronache dal nuovomondo | Antiquariato: Gianfranco Malafarina,A fil di spada | Mostre: Maurizia Tazartes,Tre fratelli per un bibliofilo | Cartografia:Gualtiero Malaspina, Armonie celesti | Orienti:Vito Salierno, Mito d’amore | Temi: KlausWaldmann, Tentazione e salvezza | Mostre:Gianfranco Malafarina, Pagine d’oro | In breve:Diario in miniatura | Gianfranco Malafarina,Editoriale.a. 7, n. 27, ottobre-dicembre 2009Codici: Nigel Morgan, Profetiche visioni | Miniatori:Daniele Guernelli, Un Modigliani inminiatura | Eventi: <strong>Il</strong>aria Andreoli, Preghiere tascabili| Codici: Duilio Contin, Una panacea millenaria| Biblioteche: Maria Alessandra Bilotta,<strong>Il</strong> granaio dello spirito | Facsimili: GianfrancoMalafarina, Galeotto fu il libro | Valerio Veronesi,<strong>Il</strong> trono e la preghiera | Josefina Planas, Orgogliodi Navarra | Collezionisti: Nasser D. Khalili,Passioni d’oriente | Editoriale di GianfrancoMalafarina | Musei: R.B., Lo scriptorium di Romagna| Editoria: Klaus Waldmann, Tre meravigliedal passato | Diario in miniatura: Antiquariato,aste, fiere, libri, mostre, riviste.a. 8, n. 28, gennaio-marzo 2010Codici: Anne D. Hedeman, I casi della vita | MariaAlessandra Bilotta, Siria devota | Miniatori:Josefina Planas, Figlio d’arte | Biblioteche: AdeleScarpari, Un crocevia di cultura | Facsimili:Eberhard König, Storie mirabolanti | Editoria:Gianfranco Malafarina, Erbe, salute e cultura |Cartografia: Giovanna Lazzi, Disegnare il mondo |Orienti: Vito Salierno, Scritto col dito di Allah |In breve. Mostre: Klaus Waldmann, Lo scriptoriumdi Los Angeles | Editoria: Gianfranco Malafarina,Blasoni per tutti | Rubriche: Diario inminiatura | Fragmenta.a. 8, n. 29, aprile-giugno 2010Codici: Dieter Röschel, Cento perle di saggezza |Vincenzo Boni, Lezioni di musica | Miniatori:Maria Alessandra Bilotta, Un artista ricomposto |Biblioteche: Daniele Guernelli, Sul bel Danubioblu | Facsimili: Gianfranco Malafarina, L’apogeodella miniatura | Antiquariato: Anna Malipiero,La preghiera del crociato | Cartografia: Piero Falchetta,In capo al mondo | Eventi: Nicholas Herman,La pia duchessa | Fiere: Klaus Waldmann,Prodigi di carta | Orienti: Annalisa Bellerio, L’Indiadei principi guerrieri | In breve. Editoria:Lia Cesareo, L’architetto on the road | Rubriche:Diario in miniatura.a. 8, n. 30, luglio-settembre 2010Codici: Fabio Luca Bossetto, Splendori a corte |Miniatori: Daniele Guernelli, Un vignettista disuccesso | Biblioteche: Gaia Petrella, La minieradei codici | Facsimili: Josefina Planas, L’ultimaApocalisse | Editoria: Giovanni Scorcioni, Fedeltàpolacca | Restauri: Susy Marcon, La copertasalvata | Cartografia: Gianfranco Malafarina,Le carte del potere | Eventi: Ulrike Bauer-Eberhardt,Bella figura | Orienti: Vito Salierno, Fulgoreottomano | In breve. Libri: Gianfranco Malafarina,Meraviglie in catalogo | Mostre: KlausWaldmann, La Bibbia a colori | Rubriche: Diarioin miniatura | Fragmenta.a. 8, n. 31, ottobre-dicembre 2010Codici: Ada Labriola, Codex in fabula | RobertoMiddione, A caccia con l’imperatore | Miniatori:Daniele Guernelli, Sotto la stella di Dürer | Editoria:Klaus Waldmann, I moschettieri del facsimile| Biblioteche: Timoty Leonardi, Voci dalMedioevo | Facsimili: Lia Cesareo, Scacco al re |Antiquariato: David Appleyard, Prodigi d’Etiopia| Orienti: Vito Salierno, I novantanove nomidi Allah | Aste: Gianfranco Malafarina, Incantod’estate | Temi: Lorenzo Montemagno Ciseri,Piccoli grandi uomini | In breve. Eventi: GianfrancoMalafarina, Una storia aperta al futuro |Mostre: Gualtiero Malaspina, L’arte francese allariscossa | Rubriche: Diario in miniatura.a. 9, n. 32, gennaio-marzo 2011Codici: Federica Fabbri, <strong>Il</strong> verbo d’oro | JosefinaPlanas, <strong>Il</strong> gioiello della corona | Miniatori: VitoSalierno, Talento Persiano | Biblioteche: DanieleGuernelli, Un faro di cultura | Eventi: ElizabethMorrison, La storia in miniatura | GianfrancoMalafarina, La scoperta dell’amore |Mostre: Elena De Laurentiis, Tesori Ritrovati |Orienti: Klaus Waldmann, Un ciak in miniatura| Collezionisti: Annalisa Bellerio, Lo sceiccoilluminato | In breve. Editoria: GualtieroMalaspina, È nata una stella | Eventi: Lia Cesareo,Leonardo in libertà | Rubriche: Diario inminiatura.a. 9, n. 33, aprile-giugno 2011Codici: Marcello Ciccuto, L’amaro sapore delpeccato | Codici: Sara Pierobon, <strong>Il</strong> falsario spagnolocolpisce ancora | Miniatori: Daniele Guernelli,Un miniatore di sangue blu | Biblioteche:Maria Alessandra Bilotta, <strong>Il</strong> crocevia d’Europa |Facsimili: Lia Cesareo, La gemma del Rinascimentolombardo | Antiquariato: Gianfranco Malafarina,Credenze russe | Restauri: GianfrancoMalafarina, <strong>Il</strong> futuro di un’idea | Mostre: ClaudiaFabian - Béatrice Hernad - Karl-Georg Pfändtner,Salmi in gloria | Orienti: Vito Salierno,Estasi e passione | Anniversari. In breve: Gual-notiziariobibliografico66 59


ivisteria venetaMappa mundi del Salterio, XIII secolo.Londra, British LibraryIncisione di Francesco de Franceschitratta dalla prima edizione di Girolamo Porrodell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, 1584tiero Malaspina, Un mecenate per l’Italia | Mostre:Klaus Waldmann, Come in un film | Rubriche:Diario in miniatura | Prossimamente.a. 9, n. 34, luglio-settembre 2011Codici: Andrea Mazzucchi, Fiamminghi in laguna| Giordana Mariani Canova, Profezie illustrate| Restauri: Annalisa Bellerio, <strong>Il</strong> tesoro delledune | Eventi: Daniela Villani, Stilisti in miniatura| Biblioteche: Garcia Elisa Ruiz, Tutti ilibri del cardinale | Facsimili: Lia Cesareo, Sfarzoe devozione | Mostre: Elisabetta Curreli, La pitturaimpaginata | Personaggi: Daniele Guernelli,<strong>Il</strong> condottiero bibliofilo | Orienti: Vito Salierno,L’anima e il volto.a. 9, n. 35, ottobre-dicembre 2011Eberhard König, Castità e calunnia. La storia diGiuseppe da Tenschert | Federica Fabbri, <strong>Il</strong> giardinodei semplici. <strong>Il</strong> codice Lat. 6823 della BibliotecaNazionale di Parigi | Gianfranco Malafarina,La dama d’oro. Intervista alla miniatriceBarbara Wolff | Daniele Guernelli, Codici e canguri.La State Library di Victoria di Melbourne |Marco Guardo, Due olandesi sul Tevere. <strong>Il</strong> codiceCorsiniano 34 K 16 | Bernard Bousmanne,Fiamminghi alla ribalta. Miniature fiamminghea Bruxelles e Parigi | Lia Cesareo, Ore maestose.Le Grandes Heures del Duca di Berry | JuanHolzmann, Cimeli risorti. In facsimile i rotoli delMar Morto | Alberto Fanton, Salvare l’armonia.<strong>Il</strong> Liber VII della Biblioteca Antoniniana di Padova| Vito Salierno, Gli album di Babar. I “Muraqqa”dei Gran Moghul (prima parte) | Diarioin miniatura.a. 10, n. 36, gennaio-marzo 2012Editoriale | Codici: Cynthia White, Un serragliogotico | Miniatori: Daniele Guernelli, Alla cortedei Savoia | Libri: Gianfranco Malafarina, La parola,il libro | Mostre: Scot McKendrick, I gioiellidi sua maestà | Biblioteche: Josefina Planas,La fede nella roccia | Antiquariato: GianfrancoMalafarina, Uno scrigno di capolavori | Mostre:Lia Cesareo, Allah e il banchiere | Mostre: LucaDi Palma, Canto Antico | Klaus Waldmann,Splendore miniato | Orienti: Vito Salierno, Gli albumdi Akbar | Rubriche: Diario in miniatura.a. 10, n. 37, aprile-giugno 2012Editoriale | Codici: Peter K. Klein, L’apocalissedi Valenciennes | Timoty Leonardi, Preghiere dicorte | Miniatori: Elena De Laurentiis, <strong>Il</strong> Pio Genovese| Biblioteche: Francesco Vergara Caffarelli- Giuseppina Sinagra, Trinacria in miniatura| Facsimili: Annalisa Bellerio, Codice d’amore| Eventi: Gianfranco Malafarina, Un’apocalissenel verde | Personaggi: Daniele Guernelli,<strong>Il</strong> re degli antiquari | Mostre: Gianfranco Malafarina,L’ora dei bibliofili | Klaus Waldmann,Dannazione e salvezza.Anfione e Zetorivista di architettura e artidirettore resp.: Margherita Petranzanvicedirettori: Francesca Gelli, Aldo Peressacomitato scientifico: Gae Aulenti,Massimiliano Cannata, Giuseppe Cappochin,Benedetto Gravagnuolo, Francesco Moschini,Valeriano Pastor, Margherita Petranzan,Franco Purini, Francesco Taormina,Paolo Valesiocomitato di coordinamento redazionale:Matteo Agnoletto, Marco Biraghi,Marco Borsotti, Massimiliano Cannata,Alberto Giorgio Cassani, Giovanni Furlan,Francesca Gelli, Nicola Marzot, Aldo Peressa,Davide Ruzzon, Livio Sacchiredazione: Alberto Bertoni, Giuseppe Bovo,Barbara Canal, Pier Luigi Copat,Gaetano Corica, Brunetto De Battè,Stefano Debiasi, Bruno Dolcetta,Massimo Donà, Antonio Draghi,Ernesto Luciano Francalanci, Paolo Frizzarin,Romano Gasparotti, Ugo Gelli,Franco La Cecla, Francesco Menegatti,Guglielmo Monti, Patrizia Montini Zimolo,Dina Nencini, Marco Peticca,Saverio Pisaniello, Roberto Rossato,Davide Ruzzon, Camilla Sacerdoti,Giovanna Santinolli, Bernardo Secchi,Alberto Torsello, Alessandra Trentin,Massimo Trevisan, Paolo Valesio, Giovanni Vioperiodicità: semestraleeditore: <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong>, Padovasede della redazione: piazza Mazzini, 18 -35043 Monselice (PD) - tel. 0429/72477 -fax 0429/781411e-mail: anfionezeto@tiscali.itn. 22, febbraio 2010Boeri Studio. Abitare MilanoMargherita Petranzan, Mutazioni necessarie |Opera, a cura di Margherita Petranzan: Biografiadi Stefano Boeri | Bosco verticale, Milano | Residenze,Milano | Edilizia residenziale a Seregno,Milano. Una casa a geometria variabile | PierPaolo Tamburelli, Che lavoro fa Stefano Boeri? |Roberto Zancan, Silver Surfer e le scatole cinesi.Stefano Boeri: un punto d’osservazione sull’ultimoventennio di studi urbani in italia | Camponeutrale, a cura di Bernardo Secchi: StefanoBoeri, Caleidoscopio Milano | Alberto Ferraresi,Intervista a Stefano Boeri | Nicola Marzot, Elogiodell’ibrido. La casa del mediterraneo di BoeriStudio | Soglie, a cura di Aldo Peressa: FrancescoLazzarini - Umberto Rizzato, Aldo Peressa.Casa MFB a Padova | Theorein, a cura di MassimoDonà: Massimo Donà, Mutazioni | RomanoGasparotti, Mutazioni e mostrazioni | Varietà,a cura di Marco Biraghi, Alberto GiorgioCassani e Brunetto De Batté | City, a cura diFrancesca Gelli, Francesco Menegatti, MargheritaPetranzan: Brunetto De Batté, Mutazioni |Opere prime, opere inedite, a cura di FrancescoMenegatti e Alessandra Trentin: Barbara60 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaL’isola di Utopia, dall’edizione dell’Utopiadi Thomas More del 1518Nave che naviga per l’aria, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 40.Venezia, Biblioteca Nazionale MarcianaCanal, Nuova sede universitaria della Universityof Wales a Newport, Galles, Regno Unito | RenzoCanturan, <strong>Il</strong> restauro della nuova sede municipalea Galzignano (PD) | Giovanni Boldrin,Struttura extra ospedaliera di chirurgia, poliambulatorioVilla Medea a Padova | FONTANAtelier,Nuovo centro d’infanzia a Padova | Ugo Gelli,Minissi e il nuovo conservatorio musicale dellacittà di Lecce | Mostre, premi, concorsi, a curadi Patrizia Valle: Patrizia Valle, Rocca dei Tempesta,progetto di restauro. Cantiere aperto | Mostra“Edoardo Gellner. 100 anni di architettura” |Ventesima edizione del Premio InternazionaleCarlo Scarpa per il giardino | Marco Peticca, <strong>Il</strong> campusscolastico a Vignola | Francesco Taormina,Cavae vs. cavea. Primo Premio al Concorso per lariqualificazione delle cave del parco delle Madonie| Luca Porqueddu, Disegno a confronto | NinaArtioli, Tspoon pic puzzle | Workshop, dottoratidi ricerca, tesi di laurea, a cura di PatriziaMontini Zimolo: Vicenza città dell’architettura-previsioni| Flavio Albanese, Sul workshop |Cino Zucchi, Vicenza, una nuova dimensione urbana| Mauro Marzo, Mario Ridolfi. Paesaggi domestici| Marco Peticca, Due tesi di laurea | Tesidi laurea di Federica Capodarte, ShoppingMall dello spirito | Tesi di laurea di Laura Fabriani,La grande centralità delle città di fondazionedell’Agro Pontino | Recensioni, a cura diMarco Biraghi e Alberto Giorgio Cassani: AlbertoGiorgio Cassani, Venezia-Marghera. Fotografiae trasformazioni nella città contemporanea |In riva ai fiumi vicino ai ponti. Linea veloce Bologna-Milano/6| Galleria naturale. Linea veloceBologna-Milano/7 | Panopticon. L’occhio e i suoisimboli | Margherita Petranzan, Gli inattuali |Arti visive e design, a cura di Paola Di Bello:Bert Theis, La città come Gestaltung | Architetturepoetiche, a cura di Alberto Bertoni e PaoloValesio: Alberto Bertoni, La poesia e la scuola.Appunti preliminari | Camilla Sacerdoti, <strong>Il</strong> pensierodeviante contro il pensiero stupido | PaoloValesio, Codex Atlanticus, 11.n. 23, ottobre 2011Dominique Perrault. Università femminile Ewha,Seoul, Corea del Sud. Biblioteca nazionale di Francia,ParigiMargherita Petranzan, Assenze presenti | Opera,a cura di Margherita Petranzan: Biografiadi Dominique Perrault | Dominique Perrault, Universitàfemminile Ewha | Università femminileEwha, Seul, Corea del sud | Dominique Perrault,Biblioteca nazionale di Francia | Biblioteca nazionaledi Francia, Parigi, Francia | FrancescoMoschini, Dominique Perrault tra “primato” dell’immaginee “assenza” dell’architettura | FrancescoTaormina, L’assenza e l’equilibrio impossibiledel divenire. Note sull’architettura di DominiquePerrault | Campo Neutrale, a cura di BernardoSecchi: Davide Ruzzon, Biblioteca nazionaledi Francia: l’esperienza del conoscere e larealtà | Arslane Benamar, Bibliotheque nationalede France. Francois Mitterand. Sinestesia | MarcoBorsotti, Assenza di definizione di limite.Verso un’architettura inclusa ed interna | Soglie,a cura di Aldo Peressa: Francesco Lazzarini -Umberto Rizzato, Aldo Peressa, cappella Fanti,fino mornasco | Theorein, a cura di MassimoDonà: Massimo Donà, Assenza | Alberto GiordaniL’assenza dell’altrove | Romano Gasparotti,Profeti dell’assenza | Varietà, a cura di MarcoBiraghi, Alberto Giorgio Cassani e BrunettoDe Batté | City, a cura di Francesca Gelli, FrancescoMenegatti, Margherita Petranzan: BrunettoDe Batté, Paesaggio continuo | GiovannaSantinolli, Silenzi | Marco Biraghi, Europa/America vs rest of the World | Mostre, premi, concorsi,a cura di Patrizia Valle: Patrizia Valle, Europeanheritage awards 2010. Celebrating excellence| Luca Porqueddu, Valentino Zeichen a ValleGiulia | Luca Porqueddu, Tracce contemporanee| Lorenzo Pietropaolo, La città per parti.Aldo Rossi e il progetto urbano | Gianfranco Toso,Scritture veneziane | Dura europos. Ventunesimaedizione del premio internazionale Carlo Scarpaper il giardino | Workshop, dottorati di ricerca,tesi di laurea, a cura di Patrizia Montini Zimolo:Patrizia Montini - Gianni Fabbri, Mostra“Una metropolitana sub-lagunare per Venezia.Tracciati e studi di stazioni” | Lina Malfona,Workshop “potenza, luogo dell’innovazione” |Tesi di laurea di Silvio Simoneschi, Alloggi economicinella periferia di Pesaro | Recensioni,a cura di Marco Biraghi e Alberto Giorgio Cassani:Alberto Giorgio Cassani, Gioielli in terminidi città. Gli oggetti preziosi di Alberto Zorzi |Maschere e misteri. La vita scellerata di GiovanBattista Piranesi | Architettura e povertà. <strong>Il</strong> tramontodell’architetto? | Pensare per immagini.Le magistrali lezioni di Luigi Ghirri | Arti visivee design, a cura di Paola Di Bello: MarcoScotini, Stefano Boccalini, patchworks urbani |Francesca Brandes, [Etimologie] | Gabriella Patti,Disvelamenti | Architetture poetiche, a curadi Alberto Bertoni e Paolo Valesio: Alberto Bertoni,Poesie in morte della madre | Paolo Valesio,Codex atlanticus, 12.n. 24, settembre 2012Gregotti Associati. Schema di assetto preliminare dellacentralità urbana di Acilia Madonnetta, Roma.Grand Theatre de Provence, Aix-en-ProvenceMargherita Petranzan, Ri-fondazione dei fondamentiin architettura | Francesco Taormina, Antinomiedell’identità nell’architettura (e nel pensiero)di Gregotti | Opera, a cura di MargheritaPetranzan: Biografia di Vittorio Gregotti | VittorioGregotti, Fondazioni/fondamenti | WalterVeltroni, Un “ottimista strutturale” | Guido Morpurgo,Centralità Acilia Madonnetta: antiche tracceper il futuro della periferia romana | Schema diassetto preliminare della centralità urbana di AciliaMadonnetta, municipio XIII, Roma | FrancoPurini, Vittorio Gregotti architetto romano | PaoloemilioColao, Costituzione di un paesaggiourbano | Aix-en-Provence. Grand Théâtre de Provence| Marco Biraghi, Paesaggio con Gregotti ovverola verità in architettura | Campo Neutrale,a cura di Bernardo Secchi: Francesco Moschi-notiziariobibliografico66 61


ivisteria venetaOsero, da Giuseppe Rosaccio, Viaggioda Venetia a Costantinopoli, Venezia, 1606, c. 9v.Biblioteca del Museo Correr, I 6415Spalato, da Giuseppe Rosaccio, Viaggioda Venetia a Costantinopoli, Venezia, 1606, c. 16r.Biblioteca del Museo Correr, I 6415ni, Roma verso sud: dall’oggetto architettonico“spiazzato” alla ricerca di un’identità consolidatadella periferia | Luigi Ramazzotti, Esercizi distile sul dispositivo urbano di Vittorio Gregotti perAcilia Madonnetta | Soglie, a cura di Aldo Peressa:Francesco Lazzarin - Aldo Peressa, <strong>Il</strong> mulinodi Terenzano. Le ragioni di un recupero |Theorein, a cura di Massimo Donà: MassimoDonà, Fondazione-fondamento | Romano Gasparotti,<strong>Il</strong> dramma della fondazione | Varietà, acura di Marco Biraghi, Alberto Giorgio Cassanie Brunetto De Batté | City, a cura di FrancescaGelli, Francesco Menegatti, Margherita Petranzan:Brunetto De Batté, Fondamenti & fondazioni| Massimiliano Cannata, A colloquio conFranco Ferrarotti. Periferie, sicurezza, nuove barbarienella città mutante | Giovanni Furlan, Formedi vita urbana. Contro la città del Leviatano |Davide Ruzzon, Architettura e politica | SergioCancellieri, 1933 nave da spiaggia | Paolo Frizzarin,Die berliner mauer | Opere prime, opereinedite, a cura di Francesco Menegatti e AlessandraTrentin: Matteo Agnoletto, Maat architettura+ MARC. Villa urbana a Torino | FrancoPurini, Un architetto romano | Lina Malfona,Architettura e rarefazione. <strong>Il</strong> nuovo volto di Maribor(concorso di progettazione EPK-Drava River2012) | Alessandra Trentin, Riccardo Tronchinedificiin linea e torre a Giavera del Montello(TV) | Luciano Rossi, Uffici metal B (Padova) |Mostre, premi, concorsi, a cura di Patrizia Valle:Sara Petrolati, Dar forma allo “scorrere” | MartinaRubinace, Saverio Dioguardi. Architetturedisegnate | Francesco Moschini, Gabriele Basilico/A.A.M.Architettura Arte Moderna: trent’annidi progetti. Itinerari tangenze | Ester Bonsate, Delprogetto T.E.S.I. | Patrizia Valle, Premio per il patrimonioculturale dell’Unione Europea/Europanostra awards 2011 a Cipro | Patrizia Valle, Concorsodi idee per la riorganizzazione di una zonasportivo-ricettiva a Sappada (BL) | Tuia Giannesini,Intervista ad Aurelio Galfetti | Recensioni,a cura di Marco Biraghi e Alberto Giorgio Cassani:Alberto Giorgio Cassani, Eupalinos o delfare | Francesco Messina, (R)esistenza creativa |Franco Purini, Tre questioni | Francesco Taormina,<strong>Il</strong> tempo dell’architettura, quello dell’uomo,un libro, un incontro, un altro libro | Cose, a curadi Gaetano Corica e Camilla Sacerdoti: GaetanoCorica - Camilla Sacerdoti, Lo stato dellecose | Arti visive, a cura di Paola Di Bello: IvanaMazzei - Grazia Marostica, Uomini dentro |Alice Brombin, Lasciatemi divertire: biografia diun “poeta del disegno”. Opere di Piero Brombin |Architetture poetiche, a cura di Alberto Bertonie Paolo Valesio: Alberto Bertoni, Congedo daun poeta: Giovanni Giudici.62 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaAnnali di architetturarivista del Centro Internazionale di Studidi Architettura Andrea Palladiodirettore: Fernando Maríasvicedirettore: Guido Beltraminicomitato di redazione: James S. Ackerman,Guido Beltramini, Howard Burns,Francesco Paolo Fiore,Christoph L. Frommel, Pierre Gros,Jean Guillaume, Fernando Marías,Christof Thoenesredazione scientifica: Silvia Morettiperiodicità: annualeeditore: Marsilio Editori, Veneziasede della redazione: Centro Internazionaledi Studi di Architettura Andrea Palladio -Basilica Palladiana - piazza dei Signori -36100 Vicenza - tel. 0444/323014 -e-mail: annali@cisapalladio.orgweb: www.cispalladio.orgn. 21, 2009Premio James Ackerman | James S. Ackerman,Remembering Arnaldo | Arnaldo Bruschi, DonatoBramante e i suoi amici pittori umbri | MaurizioRicci (a cura di), Arnaldo Bruschi. Scrittidi storia dell’architettura (1955-2009) | VittorioPizzigoni, Donato Bramante e Venezia | MattewA. Cohen, The Lombard connection: northern influencesin the Basilicas of San Lorenzo and SantoSpirito in Florence | Patrick Monahan, Sanudoand the Venetian villa suburbana | FrancescoBenelli, “Variò tanto della comune usanza deglialtri”: the function of the encased column andwhat Michelangelo made of it in the Palazzo deiConservatori at the Campidoglio in Rome | MarioPiana, San Giorgio Maggiore e le cupole ligneelagunari | Fernando Marías, ¿Palladio o Palladius?Marco Cetio Faventino: sobre la supuestaedición francesa de Andrea Palladio de 1580 | CarmeloOcchipinti, Ligorio e la storia dell’architettura:il caso di Bologna e il ricordo di Peruzzi |Jean Guillaume, Une curiosité bibliographiquedans la bibliothèque du CISA. Andrea Palladio:un exemplaire du traité d’architecture de Mauclercdaté de 1599 | Francisco Martínez Mindeguía,Anatomía de un dibujo: el Palacio de Caprarol,de Lemercier | Franco Barbieri, Appunti scamozziani1: Villa Ferretti a Sambruson del Dolo |Maria Grazia D’Amelio, Gian Lorenzo Berninie gli ori del baldacchino di San Pietro in Vaticano:la dorattura secentesca e il suo restauro | AlexandreCojannot, Un sérail pour le cardinal Mazarin.Louis Le Vau et l’adaptation du Serragliode’ leoni du Florence à Vincennes | Eleonora Pistis,“A più nobile simmetria per ornamento, e decorodella Città”. Progetti e cantiere della Doganadi San Fermo a Verona | Abstracts | Profili | Recensioni| Notiziario del CISA Andrea Palladio.n. 22, 2010Premio James Ackerman | Howard Burns, RenatoCevese (1920-2009) | Daniela Tovo - AlmutGoldhahn (a cura di), Renato Cevese. Scritti distoria dell’architettura e dell’arte (1946-2009) |Sergio Bettini, Ricerche sulla luce in architettura:Vitruvio e Alberti | Douglas Lewis, The Villa Giustinianat Roncade: Tullio Lombardo or Fra Giocondo?The evidence of a newly recognized marblebanqueting table of c. 1515 for the atrium | JamesS. Ackerman, Palladio, Michelangelo and publicamagnificentia | Scott Schiamberg, Palladio’slost, rejected, and found porticos: façade projectsfor San Giorgio, the Redentore, and San Petronio |Tracy E. Cooper, Palladio and his patrons: theperformance of magnificenza | Franca Mattei,Giambattista Aleotti (1546-1636) e la Regola diJacopo Barozzi da Vignola della Biblioteca Ariosteadi Ferrara (ms. Cl. I, 217) | Marta Carusi,La struttura portante della cupola di Della Porta:1588-2010 | Paola Zampa, I giardini del Quirinale:trasformazioni tra la fine del XVI e l’iniziodel XVII secolo. <strong>Il</strong> caso della “fontana del Nano” |Franco Barbieri, Appunti scamozziani 2. Chiesae convento di San Gaetano a Padova | Abstracts |Profili | Recensioni | Notiziario del CISA AndreaPalladio.n. 23, 2011Premio James Ackerman | Francesca Bordoni,La dimora di Bartolomeo Scala nel palazzo dellaGherardesca a Firenze: progetti e realizzazionidal Quattrocento a oggi | Christoph LuitpoldFrommel, Antonio da Sangallo il Giovane e i primicinque anni della progettazione di palazzoFarnese | Giovanni Santucci, Un progetto ineditodi Giovan Battista Bertani per la basilica palatinadi Santa Barbara a Mantova nel LargestAlbum di John Talman | Krista De Jonge, Uneautre conception des ordres: les colones à fût ornédu recueil de Madrid | Fernando Rigon, Un microcosmoiconografico nel palladiano palazzo Valmarana,ora Braga di Vicenza | Francisco MartínezMindeguía, Martino Ferrabosco, el Librode l’Architettura di San Pietro nel Vaticano entreel límite y la maravilla | Carolyn Yorke Yerkes,Worcester College Ms B 2.3 and Its Sources:Seventeenth-Century French Drawings of Ancientand Modern Roman Architecture | FrancescoPaolo Di Teodoro, Giovanni Poleni, DomenicoMaria Manni e le catene per la cupola di SantaMaria del Fiore: per la storia delle fratture e deiprevisti risarcimenti alla “grande macchina” di FilippoBrunelleschi | Abstracts | Profili | Recensioni| Notiziario del CISA Andrea Palladio.Arte Documentorivista e collezione di storia e tuteladei Beni Culturalidirettore: Giuseppe Maria Pilocaporedattore: Laura De Rossicomitato scientifico: Sylvie Béguin,Didier Bodart, Rossana Bossaglia,Maurizio Calvesi, Anna Forlani Tempesti,Carta nautica catalana dell’Europa, sec. XIVnotiziariobibliografico66 63


ivisteria venetaChristoph L. Frommel, Mina Gregori,Egidio Martini, Terence Mullaly,Giovanna Nepi Scirè, Antonio Paolucci,Carlo O. Pavese, Giuseppe Maria Pilo,Arturo Carlo Quintavalle, Pierre Rose<strong>nb</strong>erg,Eduard A. Safarik, Mario Serio,Francesco Sisinni, Giorgio Zordaneditore: Edizioni della Laguna, Monfalcone (GO)sede della redazione: Università Ca’ Foscaridi Venezia, Dipartimento di Storia delle Artie Conservazione dei Beni Artistici “GiuseppeMazzariol” - Macanton Marcorà - Dorsoduro,3884 D - 30123 Venezia - tel 041/5268635 -fax 041/5269063n. 25, 2009Editoriale | Per una politica dei Beni culturali.Vent’anni di “Restituzioni”. Programma di restauridi opere d’arte di pubblica fruizione promossoe curato da Intesa Sanpaolo. Dal 1989a oggi, 600 tesori d’arte restaurati: Carlo Bertelli,Restituzioni | Fernando Rogon, Alle originidi Restituzioni | Giorgio Bonsanti, Vent’annidi Restituzioni | Storia dell’arte: Renzo Salvadori,La scultura borgognona e il primo Rinascimentoitaliano: Jacopo della Quercia, BartolomeoBon e Francesco Laurana | Edmond Radar,Andrea Mantegna aux bords de Seine | AntonioFoscari, La Trasfigurazione veneziana di GiovanniBellini | Paolo Ervas, Breve ricognizione suVittore Belliniano | Egidio Martini, Cinque operedi Tiziano Vecellio | Renzo Fontana, <strong>Il</strong> lunettonedi Jacopo Bassano a Vicenza e il suo significatolepantino | Lucia Collavo, Per Franceco Zamberlan,architetto e ingegnere bassaese del Cinquecento.Nuovi tracciati documentali e riflessioniper un disegno storiografico e un profilo biografico| Stefania Macioce, Un autoritratto delCaravaggio. Nota a un’acquaforte nel Fondo Corsinidell’Istituto Nazionale per la Grafica | LucaPes, Sui rapporti fra Ulrich Loth e Carlo Saraceni| Didier Bodart, Titien - Rubens: une Madeleineinédite de Rubens, souvenir de Titien? | GiuseppeMaria Pilo, Aspetti e problemi della pitturaeuropea del Seicento. IV. Rubens: Madonna conil Bambino (e una plausibile contiguità al tritticoMichielsen). Van Dyck, fra Italia e Fiandre: la“Madonna con il Bambino ai piedi di una colonna”| Guendalina Serafinelli, Giacinto Brandi(Roma 1621-1691): scoperte documentarie attornoalla sua vicenda biografica e un dipinto inedito |Nina Kudiš Burić, Giuseppe Borsato Accademico:l’orazione funebre per Antonio Canova | EricaSchiavon, La veduta veneziana all’acquatintanella prima metà dell’Ottocento: alcuni esempi diillustrazioni a corredo dei testi | Bruno Polese,Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà: l’opera diuna nobildonna ‘friulana’ per l’export della Scuoladei Merletti di Burano negli USA | Giulia Lorito,Crisi e rinascita del mosaico moderno a Venezia.Antonio Salviati, Giandomenico Facchinae Angelo Orsoni | Giulio Ghirardi, Voci del Novecento.Interviste e colloqui con artisti e personaggidell’arte | Marino De Grassi, Futurismo eavanguardia nella Venezia Giulia | Giorgio Nonveiller,Giuseppe Santomaso e l’Accademia di BelleArti di Venezia 1954-1974. I | Museologia e storiadel collezionismo: Giuseppe Maria Pilo, <strong>Il</strong> Ritrattodella famiglia Petich di Michelangelo Grigolettidonato al Museo Civico di Pordenone | Museografiae museotecnica: Lucia Collavo, <strong>Il</strong> nuovospazio espositivo della Fondazione Vedova aVenezia. Oltre la sfida, nella storia della città.n. 26, 2010Editoriale | Per una politica dei Beni culturali.Chiaravalle. Gli affreschi di Stefano fiorentinonel tiburio della chiesa abbaziale cistercense‘restituiti’ per l’iniziativa del Ministero per i Benie le Attività Culturali e di Intesa Sanpaolo:Mina Gregori, <strong>Il</strong> restauro degli affreschi del tiburiodell’abbazia di Chiaravalle | Carlo Bertelli,Stefano Fiorentino | SOS Venezia. Chiese e torricampanarie a rischio: Giuseppe Maria Pilo,Un allarme, una responsabilità, un impegno | AntonioMeneguolo, Un patrimonio splendido cheminaccia di sparire | Renata Codello, AlbertoLionello, La vulnerabilità del campanile di Torcelloe delle altre torri campanarie di Venezia |<strong>Il</strong> degrado e i costi, a cura di Serena SpinazziLucchesi | Gli artisti e le mostre: GiovanniC.F. Villa, Cima da Conegliano: un’esposizionerigidamente monografica e senza confronti, unariflessione anche sulla qualità e sensibilità diun’invenzione del paesaggio | Antonio Paolucci,La pittura di Giorgione, splendente immagine delvero visibile. Una mostra didattica ed emozionale |Giuliana Ericani, Per i cinquecento anni di JacopoBassano | Antonio Paoucci, Caravaggio, quelpittore “famoso et eccellentissimo” che mutò l’artedi “ritrarre dal naturale”: la didatticità stupefacentee assoluta dei capolavori | Claudio Strinati,Bilancio della mostra Caravaggio | Anna MariaSpiazzi, Sebastiano Ricci a Belluno. Un’esposizionetemporanea e gli itinerari nel territorio bellunese| Vittorio Sgarbi, Mattia Bortoloni, unacapacità compositiva e cromatica che non temonoil confronto con Tiepolo | Archeologia medievale:Clauco Benito Tiozzo, La Centuriazione romanafra Padova e Venezia, la caduta dell’ImperoRomano e la costituzione di Venezia in Repubblica| Storia dell’arte: Silvana Sibille-Sizia,“e›denka¤ep¤steusen”:“videecredette”(Gv20,8).Le Mirrofore al Sepolcro nell’iconografia bizantina| Gabriele Canuti, Pavoni e sfere celesti a Torcello.Un simbolo di rinnovamento cosmico dal Tardoanticoal Medioevo | Efthalia Rentetzi, Gerarchieangeliche nella cupola del Battistero della Basilicadi San Marco | <strong>Il</strong>eana Chiappini di Sorio,Un frescante del Trecento al servizio dei Cavalieridi Malta | Mario Rosso, I campanili venezianidel Trecento e Quattrocento | Carlo Bertelli,Raffaello MDIIII | Edmond Radar, La peinturede Raphaël au risque du langage | Giuseppe MariaPilo, Sebastiano del Piombo, il recuperato Ritrattodel cardinale Ippolito de’ Medici | StefanoPierguidi, Perin del Vaga versus Pordenone,Beccafumi e Girolamo da Treviso nella decorazionedelle facciate della villa di Andrea Doria aGenova | Antonio Foscari, <strong>Il</strong> disegno della fab-Emmanuele Antonio Cicogna, Atlante portatilesecondo l’esemplare del Santini, 1776; Europa.Venezia, Biblioteca Museo Correr, ms. Cicogna 3671Emanuele Antonio Cicogna, Atlante portatile secondol’esemplare del Santini, 1776; L’America e il NuovoMondo oppure Indie Occidentali.Venezia, Biblioteca Museo Correr, ms. Cicogna 367164 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaSebastiano Lopes, Carta dell’Atlantico settentrionale,1565Giorgio Sideri detto Callapoda da Candia,Pianta del Mediterraneo, 1561.Venezia, Civico Museo Correr, prov. Cicogna 3453,Port 7, frammentobrica costruita in Malcontenta che Palladio pubblicanel suo Secondo Libro | Anna Chiara Fontana,Un’opera dimenticata di Tommaso Laureti:la Madonna col Bambino fra i santi Sebastianoe Rocco a Melide | Didier Bodart, Rubens etSénèque mourant | Valentina Ierrobino, Nuovidocumenti per Valentin de Boulogne a Roma |Guendalina Serafinelli, Giacinto Brandi e lachiesa delle Santissime Stimmate di San Francescoin Roma: un caso di felice congiuntura documentaria| Damir Tulić, Tra Allegoria e Sacro:nuove proposte per Tommaso Rues, scultore in legnoe marmo in Dalmazia e a Venezia | NinaKudiš Burić, Alcune proposte per Giuseppe Diamantinipittore | Lina Urban, A proposito di“macchine” e apparati effimeri tra Sei e Settecentoa Venezia | Nina Kudiš Burić, Damir Tulić,Una pala d’altare di Johann Carl Loth a Ragusa(Dubrovnik) | Laura De Rossi, Le feste per la canonizzazionedi Lorenzo Giustiniani a Roma e aVenezia; e una rinuncia di Carlo Maratta proGregorio Lazzarini alla commissione per il teleroprinceps di San Pietro di Castello | LanfrancoRavelli, Scheda per un dipinto raro di AlessandroLanfranchi (1662-1730) | Maria Elisabetta Piccolo,<strong>Il</strong> ritratto scultoreo di Almorò III Pisani diSanto Stefano di Valentino Besarel | Storia dellacritica d’arte: Gianni Carlo Sciolla, Carlo LudovicoRagghianti. L’eredità di un maestro della criticad’arte a cento anni dalla nascita | Museografiae museologia: Adriano Amendola, LeonardoAgostini commissario delle antichità e gliscultori a Roma nella seconda metà del Seicento:nuovi documenti su Lazzaro Morelli e CosimoFancelli | In memoriam: Giuseppe Maria Pilo,Luigi Squarzina.n. 27, 2011Editoriale | Per una politica dei Beni culturali.L’iniziativa di Intesa Sanpaolo: Restituzioni2011. Tesori d’arte restaurati. <strong>Il</strong> Tabernacolodei Linaioli del Beato Angelico restaurato. Restituzioni2011 e A.R.P.A.I. per un capolavoro:Carlo Bertelli, “Restituzioni 2011”, un percorsovirtuosamente integrato | Storia dell’arte: AntonioDiano, “...Nelle chiese di questa cità”. Addendaall’architettura ecclesiastica gotica veneziana:l’abside della chiesa di San Samuele | GiuseppeMaria Pilo, Simboli maiologici in un capolavorodle Rinascimento fiammingo, la “Madonnae il Bambino con una melagrana e una rosa”di Dirk Bours | Edmond Radar, La poétiqueénigmatique de Giorgione | Egidio Martini, UnaMadonna con il Bambino e san Giovannino diGiovanni Cariani | Fernando Rigon, Amore eVenere secondo Lorenzo Lotto. Precisazioni iconografiche| Elia Bordignon Favero, Jacopo Bassano,il trittico di San Cristoforo della Pace a Venezia| Antonio Foscari, Con Andrea Paladio econ Vincenzo Scamozzi. Riflessioni di MarcantonioBarbaro sull’uso dell’ambito di Terra Nova |Micaela Dal Corso, Le giornate di Gian BattistaZelotti. Procedimenti esecutivi della decorazioneed affresco di una fabbrica palladiana | AnnaChiara Fontana, Tommaso Laureti: incontri e vicendein Emilia di un artista prospettico | MassimoPulini, Caravaggio e Scipione Borghese nonancora cardinale. Un ritratto e la sua identificazione| Laura Muti, Alcuni dipinti di Luca Giordanoin omaggio a Ribera | Andrea Piai, Altridisegni veneti barocchi: Strotti, Maffei, Ricchi,Lefèvre, Molinari, Pagani | Gerhard Wiedmann,Un’attribuzione a Giulio Carpioni e una a PietroRotari | Guendalina Serafinelli, La decorazionepittorica di Giacinto Brandi nella cripta delduomo di Sant’Erasmo in Gaeta: nuovi documentie letture iconografiche | Maria ElisabettaPiccolo, Orazio Marinali e la scultura da giardino:riflessioni sulle difficoltà di interpretazionee di attribuzione | Alessandra Artale, I miracolidella fede subliminali dell’eleganza di GregorioLazzarini | Daniele de Sarno Prignano, Sulletracce di Francesco Algarotti: brevi considerazionisulla pittura di Giovanni Battista Piazzetta |Claudia Daniotti, Storie di Alessandro Magnoin villa: intorno agli affreschi di Giambattista Corsatoa Ca’ Marcello, Levada di Piombino Dese |<strong>Il</strong>eana Chiappini di Sorio, <strong>Il</strong> busto di Nicolò Tommaseonell’Ateneo Veneto | Bruno Polese, L’attivitàdi Amedeo Ongania a fianco di CoraSlocomb Savorgnan Di Brazzà per la promozionesul mercato statunitense della Scuola dei Merlettidi Burano | Luigi Menegazzi, Per l’ultimoGino Rossi | Feliciana Di Spirito, La denuncia ela poetica di César, scultore francese (e italiano)fra i più grandi del mondo | Laura De Rossi, BrennoDel Giudice ai Giardini della Biennale. 1932,il Padiglione Venezia - 2011, il suo recupero | Archivistica:Antonio Diano, Dalle “Carte del contemporaneo”.Una lettera inedita di Giuseppe Mazzariola Ettore Gianferrari su Armando Pizzinato(1963) | Bibliografia. Letteratura artistica: GiulioGhirardi, Ex Libris. Benno Geiger (1882-1965):Memorie di un veneziano | Biblioteconomia perl’Archivistica. Nei 150 anni dell’Unità d’Italia:Mario Piantoni, Luigi Silvestrelli, un liberale ‘papalino’federalista: le sue “Lezioni” di EconomiaPolitica | Luigi Silvestrelli (1826-1867), Riflessionisullo Stato di Roma, ovvero i Romani ed ilgoverno di Roma [1859] | In memoriam: <strong>Il</strong>eanaChiappini di Sorio, Piero Zampetti | Filippo PedroccoG.M.P., Egidio Martini | Giuseppe MariaPilo, Sir Denis Mahon | Mario Messinis, GiovanniMorelli.Arte venetarivista di storia dell’artedirettore: Alessandro Bettagnoredazione: Alessandro Bettagno,Adriano Mariuz, Stefania Mason,Giuseppe Pavanello, Paola Rossi, Chiara Ceschiperiodicità: semestraleeditore: Electa, Milanosede della redazione: Istituto di Storia dell’arte -Fondazione Giorgio Cini -notiziariobibliografico66 65


ivisteria venetaLa carta, incisa in rame, porta il titolo<strong>Il</strong> territorio Vicentino delineato per Angelo Gio. NovelloAgrimensor et Intagliato da Marco Boschini.Vicenza, Biblioteca Bertoliana, Archivio Torre, 1676(per il citato Novello è da intendersiAngelo Zanovello)Carta topografica del territorio vicentino,realizzata dal cancelliere Giovanni Merlugo, 1774Isola di San Giorgio Maggiore -30124 Venezia - tel. 041/5289900n. 65, 2009Valentina Ferrari, Le statue dei “Profeti” dellaPorta da Mar nella basilica di San Marco | LauraAlidori - Marco Battaglia, L’anteporta dellaMariegola dei Mureri: il Messale dei Crociferi euna bottega miniatoria veneziana del Trecento |Paola Rossi, Cinque ‘memorie’ tardobarocche inSanta Maria del Giglio | Massimo Bonelli - MariaGrazia Vaccari, Dall’idea alla pittura. La meccanicadell’invenzione negli affreschi di GiambattistaTiepolo | Giuseppe Pavanello, Visita a palazzoZen (e in casa Andrighetti) | Segnalazioni:Chiara Ponchia, Tre miniature veneziane dellaprima metà del Trecento in un codice Contarini| Khristin Huffman Lanzoni, Devozione e prestigio:l’altare dell’Arte dei Marzeri a San Zulian |Daniel Savoy, Le iscrizioni sulla facciata di SanMichele in Isola | Laura Pagnotta, Un “San Gerolamo”inedito di Bartolomeo Veneto | EnricoMaria Dal Pozzolo, Postilla al Bonconsiglio: un“Cristo” e un “Sardanapalo” | Paolo Ervas, RiconsiderandoDomenico Capriolo | Victoria Markova,Considerazioni sulla nuova versione del‘best seller’ di Tiziano: “Venere e Adone” | MassimoBisson, Palma il Giovane: le ritrovate portelled’organo della chiesa di Santa Croce a Venezia |Ugo Ruggeri, Intorno al Liberi | Enrico Lucchese,Daniel van den Dyck e Giovanni Carboncinoalla Rotonda di Rovigo | Emilio Negro, GregorioLazzarini: un modelletto per il “Baccanalecon bradipo” di Ca’Rezzonico | Chiara Brescacin,Due “Angeli” di Antonio Tarsia a Dossondi Casier | Antonello Cesareo, Su di un dipintodi Letterio Subba raffigurante “Antonio Canovanel suo studio” Carte d’archivio: Pierpaolo Brugnoli- Mattia Vinco, <strong>Il</strong> canonico Antonio Malaspina,un disegno di Pisanello e l’ancona dello scultoreGiacomo Moranzone per il duomo di Verona |Jan-Christoph Rössler, Nuovi documenti per palazziattribuiti a Baldassare Longhena DeboraTosato, Documenti per la chiesa di San Leonardoa Verona | Bernard Aikema, GiambattistaTiepolo in viaggio per la Spagna: un nuovo documento| Restauri: Enrico Noè, La statuaria Farsetti:opere superstiti | Letture: Barbara BoccazziMazza, Rosalba Carriera in mostra a PalazzoCini | Ricerche: Per un Atlante della statuaria venetada giardino. IV, a cura di Monica De Vincentie Simone Guerriero | Daniele D’Anza(a cura di), Bibliografia dell’arte veneta: 2007.n. 66, 2011Carolyn C. Wilson, <strong>Il</strong> polittico di Vittore Crivelliper l’altare maggiore di San Francesco in Amandola| Paola Modesti, Quasi come in un dipinto:la città, l’architettura nel ‘De situ urbis Venetae’ diMarcantonio Sabellico | Anne Markham Schulz,La scultura di Sante Lombardo | Jan-ChristophRößler, Da Andrea Palladio a Francesco Contin:i palazzi Mocenigo a San Samuele e Contarinidegli Scrigni | Alessio Pasian, <strong>Il</strong> cimento dell’invenzione.Studi e modelli nella grafica veneta delprimo Settecento | Massimo Favilla - RuggeroRugolo, Per Antonio Balestra | Giuseppe Pavanello,Vendramin e Foscarini ai Carmini, gemellida dividere: magnificenze ed esotismi intorno auna stanza di maiolica | Segnalazioni: Erin Benay,Dalla vocazione alla venerazione: forma efunzione nelle due pale d’altare dell’Incredulità disan Tommaso di Cima da Conegliano | VittoriaMarkova, ‘Cristo e l’adultera’ di Vienna: una propostadi attribuzione | Vincenzo Mancini, Sullagiovinezza di Johann Carl Loth “bonissimo Pitor” |Chiara Accornero, Pietro Bellotti e Paolo Abriani:dibattito sull’Ars Poetica e un dipinto scomparso| Denis Ton, Aggiornamento su AntonioDomenico Beverense | Enrico Lucchese, AndreaCelesti: l’Adorazione dei Magi di Santa Mariadella Pace ai Santi Giovanni e Paolo | FabrizioMalachin, Alessia Vedova, Una fonte iconograficaper gli affreschi di villa Cornaro | Sergio Marinelli,Antonio De Pieri ritrovato | Andrea Zompero,Un inedito di Antonio De Pieri: il ‘Ritrattodi Cristoforo Muzani’ | Martina Manfredi, CarlottaAmigoni, pittrice veneziana a Londra | DalmaFrascarelli, Per Bartolomeo Nazari: il ‘Ritrattodi Pietro Gabrielli e la sua famiglia’ | <strong>Il</strong>ariaMariani, Aggiunte al catalogo di Alvise Tagliapietra| Andrea Tomezzoli, Nel segno di Amore:soffitti veronesi del Settecento e qualche nota suPietro Antonio Perotti | Irina Artemieva, ‘La famigliadi Enea’: un quadro di Pietro Antonio Novelliriscoperto | Carte d’archivio: AlessandroBorgomainerio, Due disegni inediti di BaldassareLonghena per Ca’ Pesaro | Sara Zanardi, GiambattistaZampezzi.Beni culturali e ambientaliin Polesinedirettore resp.: Pier Luigi Bagatincomitato di redazione: Mara Barison,Luigi Contegiacomo, Livio Crepaldi,Raffaele Peretto, Carlo Piatto, Chiara Tosiniperiodicità: bimestraleeditore: Provincia di Rovigosede della redazione: Biblioteca Comunale“G. Baccari” - via G.B. Conti, 30 -45026 Lendinara (RO) -tel. e fax 0425/63173n. 10, settembre 2009Pier Luigi Bagatin, Polesine ed energia: aggiornamenti2007-2009 | Mara Barison, La rivistacompie dieci numeri | Raffaele Peretto, Frattesinaquarant’anni fa. <strong>Il</strong> CPSSAE per l’archeologiadel Polesine | Cecilia Colonna, Frattesina quarant’annidopo. <strong>Il</strong> Museo Archeologico Nazionaledi Adria | Antonella Turri - Luigi Contegiacomo,Le raccolte cartografiche della bibliotecadell’Accademia dei Concordi e dell’Archiviodi Stato di Rovigo | Primo Griguolo, Spigolaturelombardesche | Stefania Malavasi, Viaggiando66 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaa cavallo nel Polesine del Cinquecento | Silvia Altafini,Una tela contesa: L’ultima cena del Bonsignori| Pier Luigi Bagatin, Ha ripreso a viverel’ottocentesco Teatro Ballarin | Maria TeresaCanato, I polesani incontrano Garibaldi | SergioGarbato, Gianfranco Scarpari: il tempo e la scrittura| I colori sgargianti di Palazzo Roverella | DomenicoRusso, <strong>Il</strong> mio Polesine | Segnalazioni bibliografiche(2007/2009).Ciemmericerca e informazionesulla comunicazione di massadirettore: Marco Vanellidirettore resp.: Fiorenzo Viscidicomitato di redazione: Alberto Anile,Adriano Aprà, Marco Bellano,Maria Carla Cassarini, Massimo Nardin,Tommaso Subini, Massimo Triaredattore capo: Davide Zordanredazione: Maria Carla Cassarini,Massimo Triaperiodicità: quadrimestraleeditore: Cinit - Cineforum Italiano,Venezia - Mestresede della redazione: via Manin, 33/1 -C.P. 274 - 30174 Venezia - Mestre -tel. e fax 041/962225e-mail: info@cinit.itweb: www.cinit.ita. 39, n. 161-162, I-II quadrimestre 2009Editoriale: In questo numero... | Laboratorio:Spigolature chapliniane: Marco Vanelli - DavideZordan (a cura di), Charlot detective. <strong>Il</strong> principeKarakiri | Stark Young, Caro signor Chaplin...Lettera a Charlot | Édouard Ramond, PassionCharlot. Grandezza e miseria di Charlie |Anteprima. Le luci della Città | Vittorio Curti,Tre sterline. Nel regno della cartapesta | OresteMattaloni, Muto o parlato? Charlot sordo muto |Tito Spagnol, Doppio. 118° Long. West: Hollywood| Norris, Verso Tempi Moderni. <strong>Il</strong> nuovofilm del nuovo Charlot | Pressbook di “Tempimoderni”: Giuseppe Marotta, Marotta uno edue. Mosca e Hollywood cittadelle ebraiche. Volerbene a Charlot | Analisi 1. Alcune tendenze nell’analisidel film religioso: Tomaso Subini, Presentazione| Melanie J. Wright, Alcune tendenzenell’analisi del film religioso | Analisi 2: AlessandroStile, Alle spalle di “Agostino d’Ippona” |Analisi 3: Silvia Vincis, Un carillon, una bambinae uno scrittore | Libri | Cineforum: LivioMarchese, Fra le macerie del sogno americano.“Gran Torino” nel cinema di Clint Eastwood.a. 39, n. 163, I quadrimestre 2010Editoriale: Massimo Tria, Altri cento di questianni, Akira! | Omaggio a Turi Vasile: MassimoCaminiti, Ricordo di Turi Vasile | Turi Vasile,La vita è cinema | Filmografia di Turi Vasile |Laboratorio: La prima esperienza di Sto dietro lamdp | Chiara Canzanella, <strong>Il</strong> signor Bonaventura /noto ormai da far paura, dal giornale fuoriesce / edal cinema esordisce | Marco Bellano, Una musicasemplice. Renzo Rossellini e la “Cenerentola” diSergio Tofano | Chiara Canzanella (a cura di),Fotostoria | Analisi 1: Stefanie Knauss, Una mascolinitàvolatile. Le incarnazioni cinematografichedi James Bond da Connery a Craig | Analisi 2:Erica Buzzo, «La bellezza è la ribellione». “Antigone”di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet | Aggiornamento:Fabio Forlivese, L’amore di Rossellini| Cineforum: Massimo Nardin, <strong>Il</strong> mondodall’alto: “Up”.a. 40, n. 164, II quadrimestre 2010Editoriale: Marco Vanelli, Cambiamenti | Laboratorio:Virgilio Fantuzzi (a cura di), Uno, nessuno,centomila Bellocchio | Virgilio Fantuzzi -Marco Vanelli, La religione della bellezza. Un colloquiocon Marco Bellocchio | Virgilio Fantuzzi,L’esordio cinematografico di Marco Bellocchio.Una conversazione con Silvano Agosti | MassimoNardin, Bellocchio, Bobbio e Farecinema | MarcoVanelli, Bellocchio e Pirandello | Analisi 1: FabrizioNatalini, La (s)fortuna di Ennio Flaiano |Analisi 2: Krzysztof Zanussi, La drammaturgiaai tempi della postmodernità | Davide Zordan,Krzysztof Zanussi, col cuore in mano | Inedito:Marco Vanelli, <strong>Il</strong> Cristo col fagottino: un soggettodi Zavattini per Pabst | Cesare Zavattini,Andata e ritorno nella giungla. (Tre giorni sonopochi) | Aggiornamento: G.C. Borghi, Le primea Milano. “Le luci della città” | Girus, Gli untorie Charlot | Vittorio Carducci - Grazioso Rettura,Charlot visita l’Italia | Cineforum: Marco Vanelli,“Lourdes”.Per i fascicoli successivi al n. 164, non ancoragiunti in redazione, si rimanda al prossimospoglio.Filoformestoria arte e restauro dei tessutidirettore resp.: Luca Parisatoresponsabile di redazione: Anna Pietropollicomitato scientifico: Maria Beatrice Bertone,Isabella Campagnol Fabretti,Giovanni Curatola, Anna De Capitani,Lucia Meoni, Annamaria Morassutti,Stefanella Spositoperiodicità: quadrimestraleeditore: <strong>Il</strong> Prato, Padovasede della redazione: via Lombardia, 41/43 -35020 Saonara (PD) - tel. 049/640105 -fax 049/8797938e-mail: ilprato@libero.itweb: www.ilprato.comL’Afrique (part.), da Atlas universel dressésur les meilleures cartes modernes, editore P. Santini,Venezia 1776L’Amerique (part.), da Atlas universel dressésur les meilleures cartes modernes, editore P. Santini,Venezia 1776notiziariobibliografico66 67


ivisteria venetaL’ultimo fascicolo giunto in redazione è il n. 16,2008, di cui si è dato lo spoglio sul n. 59 del “NotiziarioBibliografico”.Musica e Storiadirezione: Lorenzo Bianconi, Giulio Cattin,F. Alberto Gallo, Giovanni Morelliredazione: Patrizia Dalla Vecchia,Lucia Boscolo, Paolo Russoperiodicità: quadrimestraleeditore: il Mulino, Bologna -Fondazione Ugo e Olga Levi, Veneziasede della redazione: Fondazione Ugo e OlgaLevi onlus - San Vidal, 2893 - 30124 Venezia -tel. 041/786777 - fax 041/786751e-mail: info@fondazionelevi.itvol. XVII, n. 1, aprile 2007Nicoletta Guidobaldi, Introduzione | TilmanSeebass, Rinascita dell’antico e umanesimo tedesco.Un esempio di studio iconografico musicale |Monica Centanni, Fabula di Cefalo e Procri. Drammaturgiadel mito nel Quattrocento | Mino Gabriele,Armonie ineffabili nell’“HypnerotomachiaPoliphili” | Florence Alazard, Neptune mis en musiqueà la Renaissance: du mythe au mythe musical| Iain Fenlon, Heinrich Glarean’s Library andthe Uses of Classical Learning: the Ancient WorldImagined | Paolo Gozza, <strong>Il</strong> suono dipinto: l’Ecodi Poussin e dei moderni | Roberto Guerrini, <strong>Il</strong> ballodella vita umana al suono del tempo. Una “moralepoesia” di Poussin | Natascha Veldhorst, Musicfor the Gods. Classical Images of SacrificialCeremonies Rediscovered by Dutch Painters andPlaywrights | Alessandro Scafi, L’enigma di unmusico: Aby Warburg e l’iconografia musicale.vol. XVIII, n. 2, agosto 2007Le fonti dell’estetica musicale. Nuove prospettivestoriche, a cura di Maria SemiMaria Semi, Nota introduttiva | Paolo Gozza -Antonio Serravezza, Presentazione. L’estetica musicalee le sue fonti | Andrew Barker, Uses andabuses of comedy in the study of Greek musical aesthetics| Donatella Restani, Le radici antropologichedell’estetica boeziana. “Anima humana” e“musica humana” | Brenno Boccadoro, L’Infernoe il Paradiso della musica. L’etica musicale inGuglielmo d’Alvernia | F. Alberto Gallo, Zāgara-Keˇrtāgama | Letterio Mauro, La musica in NicoleOresme | Stefano Lorenzetti, Tra vista e udito,tra memoria e reminiscenza. Come la musicainterpreta la globalità nell’ideale enciclopedico rinascimentale| Nicoletta Guidobaldi, Idee sullamusica nell’iconografia del primo Rinascimento |Florence Malhomme, Penser la musique dans ladeuxième moitié du “Cinquecento”. Daniele Barbaro,Gioseffo Zarlino et l’aristotélism vénitien |Guido Mambella, Fondamenti matematici e naturalidel piacere musicale tra Cinque e Seicento |Paolo Gozza, I suoni taumaturgici. Un’esteticamusicale barocca dello spossamento | Vasco Zara,Suono e carattere della base attica. Itinerari semanticid’una metafora musicale nel linguaggioarchitettonico francese del Settecento | Tom Dixon,Music and Aesthetics in Cambridge Platonismand Beyond | Giovanni Di Stefano, (Dis)Harmoniamundi. La crisi della musica nella letteraturatedesca degli anni ’20 del Novecento.vol. XIX, n. 3, dicembre 2007Luigi Lera, Giganti sulle spalle di tanti nani. Guidod’Arezzo e la didattica medievale | Lucia Boscolo,“La prima volta si fa tutt’e due le pause epoi il sospir solo”. Bartolomeo Tromboncino e lafrottola con ritornello sfasato nelle stampe petrucciane| Bruno Bertoli, Carlo S. Capece, “La Risurrettione”.Bibbia e non bibbia nel testo poeticodell’oratorio händeliano | Chiara Bertoglio, “Sì bellae perduta”. Gli esuli istriani, fiumani e dalmatie il canto del “Va’, pensiero” | Anna Giust,“<strong>Il</strong> naso” di Sˇostakovicˇ e il dibattito su Gogol’ nelmodernismo russo | Roberta De Piccoli, Corrispondenzeiniziatiche nelle “Märchenopern” italianedel Novecento. <strong>Il</strong> Pinocchio moltiplicato pertre di Luigi Ferrari-Trecate (1922-1940-1948).vol. XX, n. 1, aprile 2008Roberta Carpani, Comici, Febiarmonici e gesuitia Milano: intrecci e contaminazioni. Problemidella circolazione delle opere di Francesco Cavalli |Alessio Ruffatti, La nascita dell’opera francesee la passione per la musica italiana nel “grandsiècle” | Dai seminari della Fondazione Levi:Juan José Carreras, “Desde la venida de los fenicios.”The National Construction of a MusicalPast in 19th-Century Spain | Philippe Vendrix,François-Joseph Fétis. Musicologia e nazionalismoin Belgio nel XIX secolo | Florence Gétreu,Organographie et muséologie: les fondateurs d’unehistoire matérielle de la musique en France |Christoph Stroux, The Question of Continuity inthe History of Greek Music | Zdravko Blažeković,“Preludium vitae aeternae”. Early Conceptsof Pictorial Music History | Ricordo di GianniMilner: Davide Croff, Intitolata a Gianni Milnerla biblioteca della fondazione levi | GiorgioBusetto, Con Gianni Milner alla fondazione Ugoe Olga Levi | Giulio Cattin, Gianni Milner: unapresidenza di servizio | Renzo Biondo, Un coerentegiellista dalla lucida elegante ironia | LucianoViolante, Ricordo di Gianni Milner | MarinoCortese, Gianni Milner testimone di virtù civili |Massimo Cacciari, Civis | Scritti di Gianni Milner:Ricordo di Nicola Ivanoff, il Fondo musicaledella Fondazione Levi, Per una carta europea delrestauro, Musica e liturgia a San Marco, Trentacinqueanni di attività, Ugo Levi, L’Archivio LuigiNono, L’opera di Giulio Cattin per la FondazioneLevi, Dichiarazione a verbale del PresidenteGianni Milner.vol. XXI, n. 2, agosto 2008Cristina Tassi, La dimensione musicale di Ferecrate.Percorsi di lettura di alcuni frammenti | Mi-Emanuele Antonio Cicogna, Atlante portatile secondol’esemplare del Santini, 1776; Mappamondo.Venezia, Biblioteca Museo Correr, ms. Cicogna 3671Un mappamondo a schema T-O in un manoscrittodi Sallustio del sec. XIV.Venezia, Biblioteca Marciana68 notiziariobibliografico66


ivisteria venetachael Klaper, Die Wahrnehmung und Beurteilungdes Phänomens Oper in Frankreich biszu Mazarins Tod (1661) | Nicola Badolato, Sullefonti dei drammi per musica di GiovanniFaustini per Francesco Cavalli: alcuni esempi di“ars combinatoria” | Michele Curnis, “Calistoa le stelle”. Motivi ovidiani e metamorfosi dellospazio in un libretto di Faustini | Amalia Collisani,“Pigmalione in Sicilia” | Federica Petrone,L’“Orsèolo” di <strong>Il</strong>debrando Pizzetti | Nicola Ferrari,Pierre Boulez e il salto mortale.vol. XXII, n. 3, dicembre 2008Premessa | Paolo Gozza, Storia musicale dell’aria| Anna Laura Bellina, Ripresa e isometria aVenezia dal 1680 al 1690 | Marco Rosa Salva,Funzione drammaturgica delle arie nei drammiper musica di Matteo Noris | Manfred HermannSchmid, Der Einfluss der Da-capo-Arie auf andereArienformen. “Grecia tu offendi” aus Händelsletzter Oper “Deidamia” von 1741 | RaffaeleMellace, <strong>Il</strong> Sassone al bivio. Johann Adolf Hassee l’aria col da capo | José Máximo Leza, L’ariacol da capo nella zarzuela spagnola a metà delSettecento | Jean-Paul C. Montagnier, Da CapoArias in French Church Music (c. 1700-1760) |Sylvie Bouissou, Une absence d’équivalence.De l’”aria col da capo” à l’air dans l’opéra baroquefrançais à l’époque de Rameau | Estelle Joubert,Public Perception and Compositional Response.The Changing Role of the Da Capo Aria in Hiller’sSingspiele | Patrick Taïeb, L’air “da capo”dans l’opéra-comique de Dauvergne à Grétry(1753-1771) | Andrea Chegai, Forma sonata e ariacol da capo. Convergenze e finalità drammatiche |Damien Colas, Quale voce sentiamo nel dacapo? | Martin Elste, The Da Capo Aria in theTwentieth Century. The Evidence of Recordingsand the Aesthetics Behind | Marco Beghelli, Ariacol da capo: istanze esecutive ieri e oggi.vol. XXIII, n. 1, aprile 2009Vittorio Bolcato, Gli inventari quattrocenteschidella Cattedrale di Vicenza | Sara Elisa Stangalino,Le due virtù di “Scipione Affricano”. Fonti estruttura d’un dramma per musica di Nicolò Minato| Rudolf Bossard, «...L’opéra du roy infant,qui a passé pour le plus beau...». Annotazioni sul“Re infante” di Matteo Noris e Carlo Pallavicino,Venezia 1683 | Carlo Lanfossi, Elisabetta I, Floridea,Arsinoe: tre regine, un’isola e le vicissitudinidi un dramma per musica | Gerd Nauhaus,Robert Schumanns Petrarca. Mit unveröffentlichtenTexten.vol. XXIV, n. 2, agosto 2009Andrea Garavaglia, Der “Paragone” der Opernkünstein italienischen Prologen des 17. Jahrhunderts.Sorgen um die Oper als, Gesamtkunstwerk’? |Francesca Fantappiè, Dalla corte agli impresari.Giovan Battista Tamburini: strategie di carrieradi un contralto tra Sei e Settecento | AlessandroRoccatagliati, Verdi e i sui libretti: una messa afuoco | Massimo Zicari, Critica musicale e operaitaliana a Londra nell’Ottocento: George BernardShaw | Emanuele Bonomi, Civiltà e barbarie.Splendore e decadenza nell’orientalismo russo nelteatro lirico dell’Ottocento | Patrizio Barbieri, On thelinear approximation of equal temperament proposedby the organ-builder Giambattista De Lorenzi(1870) | Vitale Fano, “Lasciar la musicanuda”. Tracce di un rapporto fra Gabriele d’Annunzioe Guido Alberto Fano.Progetto Restaurotrimestrale per la tutela dei Beni Culturalidirettore: Renzo Fontanadirettore resp.: Luca Parisatovicedirettore: Anna Pietropolliredazione: Loredana Borgato, Anna Brunetto,Michela Carraro, Luca Caburlotto,Paolo Cremonesi, Maria Sole Crespi,Olimpia Niglio, Renzo Ravagnanperiodicità: trimestraleeditore: il Prato, Padovasede della redazione: via Lombardia, 41/43 -35020 Saonara (PD) - tel. 049/640105 -fax 049/8797938 -e-mail: ilprato@libero.itweb: www.ilprato.coma. 15, n. 51, estate 2009Francesca Casagrande - Cesare Fiori - VivianaMabel Turoni - Mariangela Vandini, PalazzoMerlini di Forlì: riscoperta e restauro di un tesoropittorico | Vincenzo Caiulo - Chiara Marini -Davide Melica, <strong>Il</strong> restauro della Lampada senzaluce di Gaetano Martinez | Domenico Gazzana,Castel Gavone a Finale Ligure (SV): valutazionisull’intervento di restauro degli apparati decorativipittorici e dei manufatti lapidei della Torre deiDiamanti | Concetta Nigero, Integrazioni murarie.Prassi operativa e supporto metodologico diguida alla progettazione | Giovanna Bascetta,Palazzo Bernardini dal XV al XX secolo: un esempiodi trasformazione, restauro e riqualificazionedi architettura a Lucca | Paolo Cremonesi, Parolad’ordine: Ligroina!… Vale ancora? | AnnaPietropolli, Segnalazioni bibliografiche.a. 15, n. 52, autunno 2009Antonella B. Caldini - Gianfranco Martino, Storiae tradizione ad Alice Bel Colle (AL): la CasaCastellana di Via Balbi Porta | Deodato Tapete,Pittura murale su supporti non murali: embrici,tegole, terrecotte da Fra’ Bartolomeo a Pietro Annigoni| Laura Della Badia, Desenzano del Garda.<strong>Il</strong> Duomo. Un intervento mirato per la conservazionedei prospetti | Carmine Pietrapertosa, Unrestauro in Lucania. Chiesa Santa Maria dellaPlatea, Genzano di Lucania (PZ) | Fabiano Ferrucci,<strong>Il</strong> ruolo del progettista nel restauro dei beniculturali | Marzia Alessio, L’eclettica città diLa Spezia | Anna Pietropolli, Segnalazioni bibliografiche.Giovanni Giacomo Marinoni, De re ichnographica,Vienna, Kaliwoda, 1751Giovanni Grevembroch, Gli abiti de’ Veneziani...,sec. XVIII, da Capitano di nave, III, c. 32.Venezia, Civico Museo Corrernotiziariobibliografico66 69


ivisteria venetaa. 16, n. 53, inverno 2010Maria Fratelli - Anna Affede - Eva Berti, Restaurie restauratori alla GAM, 1927-1949. Primiesiti di una ricerca | Sara Menon, Gli stalli del corodel Capitolo di Aquileia: ipotesi per una datazioneattraverso l’indagine delle tecniche di esecuzionedegli intagli e delle decorazioni | LeonardoBorgioli, A proposito di Ligroina | Erica Schiavon,La veduta veneziana a stampa come corredoillustrativo di testi editi a Venezia nella prima metàdell’800: alcune considerazioni tecniche | PaoloPavan, <strong>Il</strong> Museo: evoluzione di un’istituzioneModerna.a. 16, n. 54, primavera 2010Monica Pregnolato - Sonia Revelant - CristianaSburlino, 40 ritratti per l’Università di Padova.La grande decorazione pittorica secondo GianGiacomo Dal Forno. Dalle carte d’archivio al cantieredi restauro | Fabiano Ferrucci, Note sul trattamentodel rudere | Olimpia Niglio, PalazzoCorsi in Anghiari. Storia e restauri | Anna Pietropolli,Segnalazioni bibliografiche.Quaderni della Procuratoriaarte, storia, restauridella Basilica di San Marco a VeneziaProcuratoria di San Marco, VeneziaPrimo Procuratore: Giorgio OrsoniProcuratori: Giovanni Candiani,Irene Favaretto, Giovanni Mazzacurati,Antonio Meneguolo, Antonio Niero,Dino SesaniProto di San Marco: Ettore Viodirettore resp.: Irene Favarettocomitato scientifico: Irene Favaretto,Ettore Vio, Maria Da Villa Urbani,Antonella Fumo, Davide Beltrameredazione: Maria Da Villa Urbani,Antonella Fumosegreteria di redazione: Chiara Vianperiodicità: annualeeditore: Marsilio, Veneziasede della redazione: San Marco, 328 -30124 Venezia - tel. 041/2708311 -fax 041/2708334e-mail: biblioteca.proc@patriarcatovenezia.itanno 2009<strong>Il</strong> coronamento goticoGiorgio Orsoni, Premessa | Irene Favaretto, Editoriale| Saggi: Antonio Niero - Maria Da VillaUrbani, Le figure del coronamento gotico: un programmaiconografico | Roberto Cecchi, <strong>Il</strong> coronamentogotico nella evoluzione delle facciate |Giovanna Valenzano, Le sculture del coronamentodella facciata settentrionale: artisti venezianie fiorentini all’opera | Ettore Vio, I restauridel coronamento della fronte nord | Maria Da VillaUrbani, Dietro il coronamento gotico: quandoc’era la neve sui tetti della basilica | Rubriche:Ettore Vio, Interventi di conservazione nel compendiomarciano 2008-2009 | Ettore Vio, I lavori2009 nella cappella di Sant’Isidoro: la fondazionetraversa | Maria Da Villa Urbani, Recensionie note di bibliografia marciana | Attività museali| Antonella Fumo, Notizie dall’archivio. La sepolturadel vescovo di Bamberga in San Marco |Rudolf Dellermann, Le tombe del vescovo HermannII (1170-1177) a Bamberga e nel battisterodi San Marco.anno 2010Giorgio Orsoni, Premessa | Irene Favaretto, Editoriale| Saggi: Cesare De Michelis, FerdinandoOngania editore a Venezia | Maria Da Villa Urbani- Irene Favaretto, La Basilica di San Marco:il capolavoro di Ferdinando Ongania | AntonellaFumo, <strong>Il</strong> racconto per immagini del II Portafoglio| II Portafoglio. Tavole edite | II Portafoglio.Tavole inedite | Dino Chinellato, Le tecnicheutilizzate per riprodurre immagini nell’operaLa Basilica di San Marco | Maria Da VillaUrbani, Le vicende di un acquisto tribolato | EttoreVio, È ancora utile alla basilica la pubblicazionedi Ferdinando Ongania? | Antonella Fumo,Antonio Pellanda: un autore in ombra | MariaDa Villa Urbani, Quando fu rimossa l’iscrizioneper Francesco I | Gianantonio Battistella,<strong>Il</strong> fondo fotografico Ongania per La Basilica |Ciro Robotti, Ferdinando Ongania, il Montenegroe la Basilica di San Marco | Rubriche: EttoreVio, Interventi di conservazione del compendiomarciano 2009-2010 | Maria Da Villa Urbani,Recensioni e note di bibliografia marciana | ChiaraVian, Attività museali.anno 2011Angelo Scola, Presentazione | Giorgio Orsoni,Premessa | Irene Favaretto, Editoriale | Saggi:Bruno Bertoli - Maria Da Villa Urbani, La basilicada cappella ducale a cattedrale di Venezia |Francesca Cavazzana Romanelli, La basilica dacappella ducale a cattedrale di Venezia | AntonioMeneguolo, Liturgia e arredo liturgico nella basilicadi San Marco | Ettore Vio, Turismo e sacralità,odierno pellegrinare | Gianmatteo Caputo,Entrare in San Marco | Maria Da Villa Urbani,I patriarchi e la cripta di San Marco | MarcoGemmani, La Cappella Marciana e la liturgia| Rubriche: Ettore Vio, Interventi di conservazionenel compendio marciano 2010-2011 |Maria Da Villa Urbani - Ettore Vio, Recensionie note bibliografiche | Chiara Vian, Attività museali| Antonella Fumo, Notizie dalla mostra FerdinandoOngania. La basilica di San Marco,1881-1893 | Doretta Davanzo Poli, Le pianete diOngania.Girolamo Tagliente, Libro dabaco...thesauro universale, [Venezia] 1520, cc. 3v-4r“Indigitatio” o “loquela digitorum”(rappresentazione dei numeri con le dita).Venezia, Civico Museo Correr70 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaJacob Aertsz Colom, Colom de la Mer Mediterranée,Amsterdam 1650, frontespizio del portolanoche descrive le coste del Mediterraneoda Gibilterra ad Alessandria d’Egitto.Venezia, Civico Museo CorrerGirolamo Tagliente, Libro dabaco... thesaurouniversale, [Venezia] 1520.Venezia, Civico Museo CorrerRassegna veneta di studi musicalia cura del Dipartimento di Storia delle Artivisive e della Musica, Facoltà di Letteree Filosofia dell’Università degli Studi di Padovacomitato di direzione e redazione: Anna LauraBellina, Bruno Brizi, Giulio Cattin,Sergio Durante, Elisa Grossato,Antonio Lovato, Giovanni Morelliperiodicità: annualeeditore: Cleup, Padovasede della redazione: Dipartimento di Storiadelle Arti visive e della Musica -Università di Padova - piazza Capitaniato, 7 -35139 Padova - tel. 049/8274673 -fax 049/8274670e-mail: lettere4@unipd.itL’ultimo numero pubblicato è il XV-XVI, 1999/2000, di cui si è dato lo spoglio sul n. 53 del“Notiziario Bibliografico”.Saggi e Memorie di storia dell’artedirettore resp.: Giuseppe Pavanelloredazione: Keith Christiansen,Francesca Flores d’Arcais, Caterina Furlan,Simone Guerriero, Stéphane Loire,Wolfang Prohaska, Nico Stringa,Giovanna Valenzano, Franca Zava,Chiara Ceschi (segreteria)periodicità: annualeeditore: Leo Olschki, Firenzesede della redazione: Istituto di Storia dell’arte -Fondazione Giorgio Cini - Isola di San GiorgioMaggiore - 30124 Venezia - tel. 041/2710230 -fax 041/5205842e-mail: arte@cini.itn. 31, 2009Denis Ton, Giovanni Coli. Filippo Gherardi |Alessio Pasian, Asterischi per Louis Dorigny: novità,correzioni, proposte | Vittorio Mandelli, Studidi famiglie e di collezionismo a Venezia nel Seie Settecento | Valeria Piermatteo, Giovanni MariaBertolo “Consultore in Iure” della RepubblicaVeneziana. Profilo di un avvocato tra professione,devozione e patrocinio delle arti 297.n. 32, 2010Stefano Pierguidi, Annibale, Domenichino eLanfranco. Episodi di committenza artistica di temasacro di Odoardo Farnese e della sua cerchia |Maria Teresa De Lotto, Camillo Mariani | AngelaCipriani - Susanna Pasquali, <strong>Il</strong> “Piano generaleper una Accademia sopra le belle Arti del Disegno”di Andrea Memmo | Manuela Moscatiello,Léontine e Giuseppe De Nittis. Lettere ineditea Edmond De Goncourt e a Jules Jacquemart | LauraPoletto, Biennale di Venezia. Documenta diKassel 1997: prospettive sull’arte contemporanea.n. 33, 2011Anne Markham Schulz, Ancora sull’intagliatoreveneziano Paolo Campsa | Anchise Tempestini,I collaboratori di Giovanni Bellini | ErricaNardin, Le vicende artistiche della chiesa e del monasterodel Corpus Domini di Venezia | ArabellaCifani - Franco Monetti, L’inedita collezionedi Pietro Mellarède (1659-1730) e degli eredi nelcastello di Betton Bettonnet in Savoia | SimoneGuerriero, Per un repertorio della scultura venetadel Sei e Settecento. I | Giovanni Felle, Nuoviaffreschi di Giambattista Canal | Ludovica Mazzettid’Albertis, Palazzo Rasponi Murat: una committenzaneoclassica | Matteo Gardonio Scultoriitaliani a Parigi tra Esposizioni Universali, mercatoe strategie | Atti Giornata di Studi: GiuseppeSantomaso (1907-1990) (Venezia, FondazioneGiorgio Cini, 5-6 dicembre 2007) | MarisaVolpi, <strong>Il</strong> grande sarto di Venezia | Giovanni Soccol,Santomaso: “…io dipingo con l’aria” | NicoStringa, Sulla pittura e sull’arte: scritti di GiuseppeSantomaso | Laura Poletto, Dalla Bevilacquaalla Biennale: esordi e percorsi del primo Santomaso| Sileno Salvagnini, Santomaso e Marchiori:un pittore e il suo critico. Dalla personaleparigina del 1939 agli anni Sessanta | GiulianaTomasella, Da Marchiori a Ponente. Momentidella fortuna critica di Giuseppe Santomaso | MariaGrazia Messina, Giuseppe Santomaso dalFronte Nuovo delle Arti al Gruppo degli Otto |Stefania Portinari, Santomaso, l’opera grafica |Elisa Prete, Giuseppe Santomaso: note su alcunidipinti inediti | Giuseppina Dal Canton,Santomaso all’Università di Padova | MassimoDe Grassi, Giuseppe Santomaso e Trieste | GiovanniSolari, In viaggio con Santomaso | IsabellaReale, Lettere ad Afro: cronache epistolari attornoagli Otto.Studi tizianeschiannuario della FondazioneCentro studi Tiziano e Cadoredirettore: Bernard Aikemaconsulenza di: Augusto Gentili,Stefania Mason, Lionello Puppi,David Rosand, Maria Giovanna Colettiperiodicità: annualeeditore: Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI)sede della redazione: Fondazione Centro studiTiziano e Cadore - Casa di Tiziano Oratore -32044 Pieve di Cadore (BL) -tel. 0435/501674 - fax 0435/507658e-mail: centrostudi@tizianovecellio.itweb: www.tizianovecellio.itn. VI-VII, 2011Premessa | <strong>Il</strong> programma di ricerca della FondazioneCentro studi Tiziano e Cadore | Notizie dalCentro | Heiner Borggrefe, Titian’s Three Agesof Man, Carlo Ridolfi and Lucretius’s De rerumnotiziariobibliografico66 71


ivisteria venetanatura | Elia D’Incà - Gabriele Matino, Regestoper Francesco Vecellio | Gabriele Matino, FrancescoVecellio tra pittura e fanteria: indizi per unanascita | Elia D’Incà, L’attività politico-amministrativain Cadore e l’altro Francesco Vecellio |Paul Joannides, Further Considerations on thePardo Venus | Giorgio Fossaluzza, Andrea Schiavoneinterprete di Tiziano: due variazioni dell’EcceHomo per Giovanni d’Anna | Simon P. Ookes,Titian’s Salome and its Copies: Some Errata andAddenda to Wethey | Giorgio Fossaluzza, Tra i“discepoli” di Tiziano: Damiano Mazza e il soffittodell Scuola dei Sartori | Ranieri Varese, Un’intenzioneritrovata: il bozzetto per il “Monumentoa Tiziano” | Cristina Beltrami, <strong>Il</strong> monumento aTiziano Vecellio a Pieve di Cadore | Recensioni:libri e articoli | Recensioni: mostre.Rhodi, da Viaggio da Venetia al Santo Sepolcro& al monte Sinai, Venezia, 1610, cc. B 3 v-B 4 r.Venezia, Biblioteca del Museo CorrerStudi vivaldianirivista annuale dell’Istituto Antonio Vivaldidella Fondazione Giorgio Cinidirettore: Francesco Fannacondirettore: Michael Talbotcomitato scientifico: Paul Everett,Karl Heller, Federico Maria Sardelli,Eleanor Selfridge-Field, Roger-Claude Traversperiodicità: annualeeditore: S.P.E.S. - Studio Per Edizioni Scelte,Firenzesede della redazione: Istituto Italiano AntonioVivaldi - Fondazione Giorgio Cini -Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 Venezia -tel. 041/5289900e-mail: vivaldi@cini.itn. 9, 2009Fabrizio Ammetto, Errori e ripensamenti compositivinegli autografi vivaldiani dei concerti perdue violini. Compositional Errors and SecondThoughts in the Autographs of Vivaldi’s Concertosfor Two Violins (Summary) | Robert Kintzel,Vivaldi’s Serenatas Revisited, I. The “French Serenatas”of 1725-1727: Gloria e Himeneo, La Sennafesteggiante and L’unione della Pace e diMarte. Le serenate di Vivaldi rivisitate, I. «Le Serenatefrancesi» del 1725-1727: Gloria e Himeneo,La Senna festeggiante e L’unione della Pacee di Marte (Sommario) | Miscellany. Miscellanea,a cura di Michael Talbot | Nuove normeeditoriali | Aggiornamenti del catalogo vivaldiano,a cura di Federico Maria Sardelli | DiscographieVivaldi 2008/2009, a cura di Roger-Claude Travers| Centro Internazione di Studi della civiltàitaliana «Vittore Branca»: modalità per la richiestadi borse di studio.n. 10, 2010Andrew Woolley, An Unknown Flute Concertoby Vivaldi in Scotland. Uno sconosciuto concertoper flauto di Vivaldi in Scozia (Sommario) | Ro-72 notiziariobibliografico66


ivisteria veneta<strong>Il</strong> Golfo di Venezia [vedute di costa],da Claes Janszoon Vooght, Della nuova, e grandeilluminante face del mare, Amsterdam, 1695, p. 55.Venezia, Biblioteca del Museo Correrbert Kintzel, Vivaldi’s Serenatas Revisited, II. TheMantuan Serenata a Quattro, RV 692. Le Serenatedi Vivaldi rivisitate, II. La Serenata a Quattro,RV 692 (Sommario) | Rashid-S. Pegah,“...in questa mia sì giusta causa...” oder DresdnerDukaten für eine Lehrerin am Ospedale dellaPietà. Ein Brief von Barbara “...in questa mia sìgiusta causa...” ovvero ducati dresdensi per un’insegnantedella Pietà. Una lettera di Barbara(Sommario) | Michael Talbot, The Golden Pippinandthe Extraordinary Adventures in Britainand Ireland of Vivaldi’s Concerto RV 519. <strong>Il</strong> GoldenPippin e le straordinarie avventure del ConcertoRV 519 di Antonio Vivaldi in Gran Bretagnae Irlanda (Sommario) | Nicholas Lockey, SecondThoughts, Embellishments and an OrphanedFragment: Vivaldi’s and Pisendel’s Contributionsto the Dresden Score of RV 340. Ripensamenti, fiorituree un frammento mutilo: il contributo di Vivaldie Pisendel alla partitura dresdense di RV 340(Sommario) | Michael Talbot (a cura di), Miscellany.Miscellanea | Aggiornamenti del catalogo vivaldiano,a cura di Federico Maria Sardelli | DiscographieVivaldi 2009/2010, a cura di Roger-Claude Travers.n. 11, 2011Eleanor Selfridge-Field, In memoriam GiovanniMorelli. Remembering Giovanni Morelli | JasminCameron, In Search of Giovanni MariaRuggieri: Recent Archival Research. Alla scopertadi Giovanni Maria Ruggieri: nuove ricerche d’archivio(Sommario) | Robert Kintzel, Vivaldi’sSerenatas Revisited, III. Vivaldi’s First Serenata,Le gare del dovere, RV 688. Le serenate di Vivaldirivisitate, III. La prima serenata di Vivaldi, Le garedel dovere, RV 688 (Sommario) | Rashid-S.Pegah, Ein Argippo-Pasticcio. Un pasticcio sultesto dell’Argippo (Sommario) Miscellany. Miscellanea,a cura di Michael Talbot | Aggiornamentidel catalogo vivaldiano, a cura di FedericoMaria Sardelli | Discographie Vivaldi 2010-2011,a cura di Roger-Claude Travers.Territorio e Ambiente Venetirivista interdisciplinaredi Architettura Urbanistica Dirittodirettore: Ivone Cacciavillanivice-direttori: Guglielmo Monti, Franco Posoccocomitato scientifico:architetti e urbanisti: Bruno Dolcetta,Vincenzo Fabris, Francesco Finotto,Loris Fontana, Nerino Meneghello,Camillo Pluti, Romeo Toffano, Ettore Vioingegneri: Tommaso Cacciavillani,Giorgio Carli, Franco Frigo, Luciano Marcon,Dionisio Vianellogeografi, agronomi e paesaggisti:Giovanni Abrami, Danilo Agostini,Giorgio Franceschetti, Renzo Personafunzionari: Giuseppe Contino, Angelo Tabaro,Tiziano Tessaro, Roberto Travagliniavvocati: Marino Breganze, Matteo Ceruti,Sergio Dal Prà, Giacomo Giacobbi, Paolo Neri,Giorgio Orsoni, Giovanni Sala, Livio Vielperiodicità: trimestraleeditore: Tipografia Poligrafica, Veneziasede della redazione: via Giorgio Ferro, 28 -30174 Mestre (VE) - tel. 041/5040568 -fax 041/986491 -e-mail: redazione.territorioeambiente@marcoferretto.itL’ultimo numero pubblicato è il n. 7, settembre2008, di cui si è dato lo spoglio sul n. 59 del“Notiziario Bibliografico”.Venezia Artibollettino del Dipartimentodi Storia delle arti e conservazionedei beni artistici “Giuseppe Mazzariol”dell’Università Ca’ Foscari di Veneziadirettore: Carmelo Alberticomitato scientifico: Michela Agazzi,Carmelo Alberti, Giuseppe Barbieri,Fabrizio Borin, Ennio Concina,Assunta Cuozzo, Vincenzo Fontana,Augusto Gentili, Adriana Guacci,Adriana Guarnieri Corazzol,Marina Magrini, Sergio Marinelli,Elisabetta Molteni, Giovanni Morelli,Gianfranco Mossetto, Giuseppe Maria Pilo,Paolo Pinamonti, Paolo Puppa,Paola Rossi, Nico Stringa,Giordana Trovabeneperiodicità: annualeeditore: Viella, Romasede della redazione: Dipartimento di Storiae critica delle arti e conservazionedei beni artistici “Giuseppe Mazzariol” -Università Ca’ Foscari di Venezia -palazzo Malcanton Marcorà - Dorsoduro 3484 D30123 Venezia - tel. 041/2346232 -fax 041/2346210web: www.viella.it/riviste21, 2007Ester Brunet, Note circa l’uso del simbolo dell’AgnusDei nella scultura altomedievale (Italiacentro-settentrionale) | Giovanna Caselgrandi,Smalti medioevali cloisonnés (X-XIII secolo): unosguardo al patrimonio italiano | Atonella Montedoro,Francesco Verla e Marcello Fogolino nellacasa dei Brezio Stellimauro a Seregnano | VinniLucherini, La modernità degli antichi nel primoCinquecento, o della collezione padovana diPietro Bembo | Francesca Piovan, Su due ritrattitrevigiani del Lotto. Lettura del sistema d’abbigliamentodi una nobiltà di provincia | AntonelloNave, Giovanni Biasin (1835-1912): un pittorenotiziariobibliografico66 73


ivisteria venetaCosimo Bartoli, Del modo di misurare le distantie,le superficie, i corpi, le piante, le provincie,le prospettive [...], in Venetia, per FrancescoFranceschi Sanese, 1564.Firenze, Biblioteca dell’Istituto Geografico Militaree decoratore veneziano in Polesine | Silvia Carraro,«<strong>Il</strong> pittore che par meccanico, il meccanicoche par pittore»: Luigi Selvatico nella pittura venezianatra Otto e Novecento | Virginia Baradel,Boccioni a Padova | Danièle Pistone, Venisedans l’imaginaire musical français | Paolo Puppa,Castri versus Strindberg | Mostre, Spettacoli,Convegni: Giuseppe Barbieri, Fatima TerzoBernardi. Restituzioni | Debora Tosato, Note venezianea margine della mostra su Marco Palmezzano| Giulia Camin, Tra ordine e disordine:Jean Arp e Sophie Tauber | Saba Burali, Mostraomaggio a Millos | Camilla Delfino, Convegno internazionaledi studi: Antonio Vivaldi. Passato efuturo | Giulia Vittori, Ibsen e Wilson: incontrocon La donna del mare | Restauri, recuperi, inventari:Simonetta Nicolini, I colori delle mariegole| Vincenzo Mancini, Disegni del Seicento veneto| Alberto Bordignon, Analisi di fonti d’archivioriguardanti l’oreficeria sacra dell’Altopianodei Sette Comuni | Francesca Giraldo, MarioBuccellati, orafo di Gabriele D’Annunzio | RobertaDe Piccoli, 142 consegne postali: Pina AgostiniBitelli scrive a Francesco Balilla Pratella |Stefano Franzo, L’opera del chiarissimo Valentinis| Virginia Baradel, Tre lettere e un’incisionedegli anni di formazione padovana di Casorati |Recensioni | Attività del dipartimento.22-23, 2008-2009Atti del convegno <strong>Il</strong> sistema delle arti (2 ottobre2009): Giovanni, Morelli, 4 slides e 1 buio-in-salaper un nuovo quadro della business continuitynegli studi delle arti acustiche | Giuseppe MariaPilo, <strong>Il</strong> Dipartimento e la funzione delle riviste perla ricerca e la didattica | Giuseppina Dal Canton,Considerazioni sul rapporto fra arte e critica,fra sistema dell’arte e didattica dell’arte nell’ultimodecennio | Giovanni Bianchi, La galleriad’arte del Cavallino e il suo archivio: un caso unicoa Venezia | Michela Agazzi, Morassi, Bettini,Dorigo. Archivi scientifici e di ricerca legati al Dipartimentodi storia delle arti, memoria di operativitàe occasioni di ulteriori arricchimenti | GuidoSartorelli, L’artista innanzi alla torre di Babele| Gianni Di Capua, Catalizzatori per il sistemadelle Arti | Paolo Puppa, Per un teatro degliapocrifi | Carmelo Alberti, Formazione e prassiartistica per le arti performative nella contemporaneità| Contributi: Myriam Pilutti, Su alcunispolia veneziani di età paleobizantina di eccezione:i capitelli delle edicole dei Frari | LionelloPuppi, Tre asterischi secenteschi | Alfonso Amendola,Gramsci critico teatrale | Erika Buzzo, TheGlass mountain , recupero filologico di un film dimenticato| Roberto Urbani, La carne altrove.<strong>Il</strong> cinema di Pupi Avati | Piotr Załuski, <strong>Il</strong> documentariocontemporaneo in Polonia | Mostre SpettacoliConvegni: Elisa Prete, Cardazzo (Fond.Guggenheim) | Laura Poletto, Italics | FabrizioBorin, Oniricon (Padova ottobre 2008 - Usa2009) | Viviana Vuerich, Antonio Morassi. <strong>Il</strong> Convegnodella Fondazione Coronini (Gorizia 2008) |Restauri Recuperi Inventari: Silvana De Gregorio,La strage degli innocenti alla Ca’ d’oro, Venezia| Maria Agnese Chiari - Stefano Manzato,I soffitti della Scuola Grande di San Rocco: nuovidocumenti e attribuzioni | Doretta DavanzoPoli, Velluti e ricami sul Bucintoro: secoli XVI-XVIII | Camilla Delfino, <strong>Il</strong> fondo Correr del Conservatoriodi musica di Venezia | Valeria Farinati,Schizzi e disegni inediti di Le Corbusier a marginedel progetto per l’ospedale di Venezia (1963-1965) | Recensioni.Venezia Cinquecentostudi di storia dell’arte e della culturadirettore/coordinatore: Augusto Gentilicomitato scientifico: Bernard Aikema,Daniel Arasse, Corrado Bologna,Fernando Checa, Sylvia Ferino, Giulio Ferroni,Rona Goffen, Peter Humprey, Lionello Puppi,David Rosand, Erasmus Weddigenperiodicità: semestraleeditore: Bulzoni, Romasede della redazione: Università Ca’ Foscaridi Venezia - Facoltà di Lettere -Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazionedei Beni Artistici - Dorsoduro, 3484 D -30123 Venezia - tel. 041/2346211 -fax 041/52049111e-mail: redazione@veneziacinquecento.ita. XVIII, n. 35, gennaio-giugno 2008<strong>Il</strong> Grande VecchioPreludio: Donatella Ascoli, <strong>Il</strong> patrizio e il pellegrino.La Cena in Emmaus di Alvise Contarini“Millecroci” | <strong>Il</strong> Grande Vecchio. Tiziano 1540-1576: Giorgio Tagliaferro, La pala di Serravallee la congiuntura degli anni ’40 | Gabriele Matino,Non è Francesco. Un pittore dimenticato e unesilio inventato | Francesco Trentini, Questionidi carattere. <strong>Il</strong> gioco del ritratto tra Erasmo, Speronee Tiziano | Guillaume Cassegrain, Pleurer,voir. A propos d’un détail du Saint Jean Baptistede Titien | Mattia Biffis, Rendere a Cesare. Riflessionisul tema della sovranità nel Tributo diLondra | Valentina Sapienza, <strong>Il</strong> committente delSan Gerolamo di Tiziano per Santa Maria Nova:storie di mercanti, malfattori e penitenti | BruceD. Sutherland, Subtle Borrowings by Titianand Other Venetians.a. XVIII, n. 36, luglio-dicembre 2008<strong>Il</strong> Grande Vecchio. Tiziano 1540-1576Marsel Grosso, Per la fama di Tiziano nella culturaartistica meridionale, tra letteratura e scienza| Susanna Monacelli, <strong>Il</strong> doge Francesco Venierdal ritratto al sepolcro | Diane H. Bodart, Tizianoe l’ultimo lustro | Maurice Brock, Deux observationssur le Tarquine et Lucrèce de Titien |Erica Martin, Le armi bianche di Tarquinio |Matteo Mancini, Tiziano e il controllo dell’immagineriprodotta | Michele Di Monte, Miti danon credere. Tiziano e la poetica tragica | Jérémie74 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaKoering, Titien sculpteur? | Augusto Gentili, Descrizioniper il grande vecchio. Quadri finiti, infiniti,non finiti (veri e finti), e le ragioni dell’iconologia| Rosella Lauber, Artifices celebratos nominare.Riflessioni sulle opere di Tiziano nel collezionismoveneziano | Referenze fotografiche, annoXVIII, numeri 35 e 36.a. XIX, n. 37, gennaio-giugno 2009<strong>Il</strong>aria Andreoli, Dürer sotto torchio. Le quattro seriexilografiche e i loro riflessi nella produzione editorialeveneziana del Cinquecento | Joan Mut Arbós,Contributi per l’interpretazione del ciclo pittoricodella cappella Grimani a San Francesco dellaVigna | Recensioni.a. XIX, n. 38, luglio-dicembre 2009Costanza Barbieri, Un inedito Sebastiano delPiombo e il duca di Sessa | Alessandro Serafini,Giovan Francesco Caroto in Sant’Eufemia a Verona.Gli affreschi con le Storie di Tobia e la palacon i Tre arcangeli del Museo di Castelvecchio |Alessandra Zamperini, Caroto versus Caroto ei quadri di famiglia | Francesco Trentini, La “terzavisione”. Fanciulle dormienti nella pittura diPaolo Veronese | Kiyo Hosono, Tarquinio e Lucreziadi Tiziano come strumento diplomatico |Referenze fotografiche, anno XIX, numeri 37 e 38.a. XX, n. 39, gennaio-giugno 2010Venezia Cinquecento compie vent’anniAugusto Gentili, Una lettera a Lorenzo Lotto(e altri dettagli) nel Congedo di Cristo dalla madre| Peter Ludemann, Un committente di VincenzoCatena. Acquisizioni documentarie su AngeloFilomati e una proposta per un suo ritratto |Philip Cottrell, “More like himself than he isin reality”: Portraits of Baldassare Castiglione byRaphael and Titian | Francesco Trentini, Ponchinià l’enfer. Saggio sulla differenza iconografica |Alessandra Zamperini, Girolamo Giuliari e MarcantonioPellegrini a San Bernardino di Verona:due commissioni (e due iconografie) per BernardinoIndia | Peter Humfrey, A fresco fragmentby Lattanzio Gambara from Sant’Eufemia, Brescia| Silvia Gazzola, Introduzione alla letturadell’Arte de’ cenni di Giovanni Bonifacio | RobertoZapperi, Le postille di Annibale Carraccialle Vite di Vasari: Un’apologia della pittura venezianadel Cinquecento | Sommari di VeneziaCinquecento, I-X, 1991-2000, numeri 1-20.a. XX, n. 40, luglio-dicembre 2010Gabriele Matino - Gentile Bellini, Giovanni Mansuetie il Riconoscimento del miracolo della reliquiadella Croce al ponte di San Lio: chiarimentie proposte | Caroline Karpinski, Titian and Bernardinoda Parenzo Cohabit in the Vicinity of theSanto, Padua | Antonio Carradore, Giulio Campagnola,un artista umanista | Lucia Casellato,Le donne di Lot: il fine (a volte) giustifica i mezzi| Pascale Dubus, Un nouvel Alberti à Venise?Le Dialogo di pittura de Paolo Pino et le De Picturade Leon Battista Alberti | David Rosand, Pietropictore Aretino | Sommari di Venezia Cinque-Nave in navigazione, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 26.Venezia, Biblioteca Nazionale MarcianaNavi in tempesta, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 34.Venezia, Biblioteca Nazionale Marciananotiziariobibliografico66 75


ivisteria venetacento, XI-XX, 2001-2010, numeri 21-40 | Referenzefotografiche, anno XX, numeri 39 e 40.Verona illustratarivista del Museo di Castelvecchiodirezione: Sergio Marinelli, Paola Marinicomitato di redazione: Gino Castiglioni,Alessandro Corubolo, Sergio Marinelli,Giorgio Marini, Paola Marini,Francesca Rossiperiodicità: annualeeditore: Museo di Castelvecchio, Veronasede della redazione: Museo -corso Castelvecchio, 2 - 37121 Verona -tel. 045/8062611 - fax 045/8010729n. 22, 2009Gian Maria Varanini - Fabio Coden, La chiesadi Santa Maria Maddalena di Campo Marzio aVerona | Pierpaolo Brugnoli, <strong>Il</strong> pittore AndreaFaccini da Mazzurega | Annamaria Conforti,<strong>Il</strong> margine alla sanmicheliana porta Palio e allemura scaligere in essa presenti | Lorenzo Pieresca,La bottega dei Farinati e Giovanni BattistaLorenzetti | Stefano Pierguidi, Alessandro Turchie il cardinale Maurizio di Savoia: la provenienzadelle Tre virtù teologali | Massimo Favilla- Ruggero Rugolo, «Con pena, e con penello»:Simone Brentana e Sebastiano Ricci | ChiaraBombardini, Novità sul pittore vicentino GiovanniAntonio De Pieri | Amalia Pacia, Sulle traccedi Giuseppe Le Grù a Bergamo: il ciclo di ViganoSan Martino e un ritratto inedito | GaiaVangelisti, Sir Charles Lock Eastlake a Verona |Silvia D’Ambrosio - Cristina Franchini - GiuliaSartea, La catalogazione del patrimonio scultoreodei Civici Musei d’Arte di Verona | SilviaD’Ambrosio, Un’insegna della Scuola Grande diSan Marco, opera di Bartolomeo Bon e bottega |Giulia Sartea, L’Annunciazione di GirolamoCampagna: riscoperte inedite | Cristina Franchini,L’Achille e Pentesilea di Innocenzo Fraccaroli:frammenti di un mito | Indice 2009, a curadi Gianni Peretti.Gaspare Tentivo, Ordinanza delle Nave Venetedirete dall’ecc:° s: r Lorenzo Venier, 1687,disegno a penna acquerellato, part.Venezia, Museo Correr, Gabinetto Stampe e Disegnin. 23, 2010Lorenzo Passera, Le raccolte numismatiche delMuseo di Castelvecchio: i materiali medievali dalTeatro romano | Peter Dent - Ettore Napione,<strong>Il</strong> Maestro di Santa Anastasia e la produzione ditabernacoli votivi: una Crocifissione e una Imagopietatis | Luciano Rognini, Un Sebeto pittore delTrecento | Daniele Pescarmona, Una Madonnacon il bambino di Antonio Giolfino a Gerola inValtellina | Elena Bugini, In margine alla PalaTrivulzio: meditazioni e modulazioni su alcunitemi d’un capo d’opera | Andrea Piai, «Quandosi disegna, si dipinge ancora». Disegnatori tra Verona,Venezia e Roma nel primo Seicento | StefanoL’Occaso, Per Paolo Piazza e fra Semplice76 notiziariobibliografico66


ivisteria venetada Verona, a Mantova, e un’apertura su AndreaMotta | Giorgio Fossaluzza, Annotazioni e aggiunteal catalogo di Pietro Negri, pittore «delchiaro giorno alquanto nemico» (prima parte) |Massimiliano Favilla, Ruggero Rugolo, MatteoBrida e le lettere romane a Raffaello Mosconi custoditeda Antonio Balestra | Sergio Marinelli,Le due vite di Pietro Rotari | Valentina Motta,<strong>Il</strong> mito di Michelangelo nell’Ottocento. Qualchenovità in merito ai taccuini di Giovanni BattistaCavalcaselle | Paolo Volpato, <strong>Il</strong> moderno stoicismodi Cagnaccio | Elena Casotto, Nuove acquisizioniper la Secessione veronese: tre quadri ineditidi Ettore Beraldini e Guido Trentini | ChiaraGattoli, Da Verona a Londra. <strong>Il</strong> trafugamento delmonumeto funebre di Spinetta Malaspina | Indice2010, a cura di Gianni Peretti.n. 24, 2011Pierpaolo Brugnoli, Scultori fiorentini nella Veronadel Quattrocento | Claudio Bismara, Sul ritornodi Liberale dalla Toscana a Verona nel 1476 |Diana Pollini - Micaela Storari, Per Paolo Caliari.Note e aggiunte alla Pala Bevilacqua Lazise| Gianni Peretti, “Redimita tempora lauro”.Studio di iconografia veronese del XVI secolo |Thomas Dalla Costa, Lot e la famiglia in fugada Sodoma di Castelvecchio: primi appunti per idisegni a penna di Carletto Caliari | Carlo Corsato,<strong>Il</strong> Battesimo di Cristo e l’eredità del brandBassano nelle botteghe dei figli di Jacopo | FrancescaRizzo, Un disegno di Giovanni Antonio Fasoloper i fregi di villa Sesso Schiavo e palazzo DaMonte Migliorini | Catherine Loisel, AlessandroTurchi, vestiges d’un fonds d’atelier? | RobertoPancheri, <strong>Il</strong> Trionfo della Fede di Biagio Falcieriin Santa Anastasia a Verona | Giorgio Fossaluzza,Annotazioni e giunte al catalogo di PietroNegri, pittore “del chiaro giorno alquanto nemico”.Seconda parte | Alessandro Corubolo,Abraham Tummermans, Sempronio Lancione eFrancesco Ligozzi | Lucia Ievolella, Pietro AntonioRotari in Emilia | Andrea Venturin, Dall’archiviodi uno storico dell’arte. Fotografie ineditedi Castelvecchio nei primi anni Quaranta.ALTRE RIVISTE SEGNALATEAreaartedirettore resp.: Giovanna Grossatoredazione: Alessandro Benetti, Stella Ferrara,Anna Livia Friel, Giovanna Grossato,Gianluca D’Incà Levis, Silvia Neri,Valentina Sperottoperiodicità: trimestraleeditore: Martini Edizioni, Thiene (VI)sede della redazione: Villa Ca’ Beregane, 3 -36016 Thiene (VI)e-mail: info@martiniedizioni.netweb: www.martiniedizioni.netArte i<strong>nb</strong>imestrale di critica e d’informazionedelle arti visivedirettore editoriale: Silvio Sauradirettore resp.: Lorella Pagnucco Salveminiredazione: Roberto Mori, Alice Gattiperiodicità: bimestraleeditore: Edizioni d’Arte Europee, Bresciasede della redazione: viale Stazione, 20 -30171 Venezia - Mestre - tel. 041/935078 -fax 041/5388799e-mail: artein@artein.itBollettino prefilatelico e storico-postalerivista di studi e ricerche prefilatelichee storico-postalidirettore resp.: Adriano Cattaniperiodicità: bimestraleeditore: Editrice Elzeviroby Tipografia B.G.M., Padovasede della redazione: C.P. 325 - 35100 PadovaCV Ceramica venetasemestrale informativo culturaledel Consorzio Ceramiche Artistichedel Venetodirettore resp.: Giandomenico Corteseredazione: Marina Valtiero, Luciano Cazzola,Valeria Barbieri, Giuseppe Bucco,Lucia Vicentiniperiodicità: semestraleeditore: Consorzio Ceramiche Artistichedel Veneto, Nove (VI)sede della redazione: via E. Fermi, 134 -36100 Vicenzaweb: www.ceramicaveneta.itChartaantiquariato Collezionismo Mercatidirettore resp.: Francesco Rapazziniredazione: Paola Gaudioso,Eleonora Menadeo, Andrea De PortiNave in fiamme, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 36.Venezia, Biblioteca Nazionale MarcianaNavi e scialuppe, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 35.Venezia, Biblioteca Nazionale MarcianaNave con falla, da Vincenzo Coronelli,Navi e altre storie di barche usate da nazioni differenti,Venezia 1679, f. 30.Venezia, Biblioteca Nazionale Marciananotiziariobibliografico66 77


ivisteria venetaperiodicità: bimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 -30133 Venezia - tel. 041/5211204 -fax 041/5208538e-mail: charta@novacharta.itCircuito Cinemadirettore: Roberto Elleroperiodicità: mensileeditore: Comune di Veneziasede della redazione: Ufficio AttivitàCinematografiche del Comune di Venezia -Palazzo Carminati - Santa Croce, 1882 -30125 Venezia - tel. 041/5241320<strong>Il</strong> Curiosodirettore editoriale: Vittoria de Buzzaccarinidirettore resp.: Mauro Chiabrandoredazione: Paola Gaudioso,Eleonora Menadeo, Andrea De Portiperiodicità: bimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 -30133 Venezia - tel. 041/5211204 -fax 041/5208538e-mail: ilcurioso@ilcurioso.itPiero Ercole, Anna Maria Marabini,Gaetano Nicolosi, Piero Pennacino,Sergio Pregliasco, Oreste Scaglioni,Giovanni Scarinci, Francesco Sebastiano,Antonio Tucciredazione: Clementina Albano,Mirella Pellegriniperiodicità: bimestraleeditore: Stazione Sperimentale del Vetro,Murano (VE)sede della redazione: via Briati, 10 -30141 Murano (VE) - tel. 041/739422Segno Cinemarivista Cinematografica Bimestraledirettore resp.: Paolo Cherchi Usaicomitato di redazione: Mario Calderale,Flavio De Bernardinis, Marcello Garofaloredazione: Luca Bandirali, Andrea Bellavita,Marcello Walter Bruno, Vincenzo Buccheri,Gianni Canova, Roy Menarini,Mario Molinari, Adelina Preziosi,Roberto Pugliese, Enrico Terrone,Daniela Zanolinredazione di Roma: Mauro Antonini,Attilio Coco (referente),Flavio De Bernardinisperiodicità: bimestraleeditore: Cineforum, Vicenzasede della redazione: via G. Prati, 34 -36100 Vicenza - tel. 0444/923856 -fax 0444/927245Musica Insiemedirettore resp.: Dino Briddadirettore editoriale: Pier Vito Malusàredazione: Alessandro Cherubinisegreteria di redazione: Candy Caulianeditore: ASAC Veneto - associazioneper lo sviluppo delle attività coralisede della redazione: via Castellana, 44 -30174 Venezia - Mestre - tel. 041/958918 -fax 041/950074web: www.asac-cori.itRivista della stazionesperimentale del vetrodirettore resp.: Fabiano Nicoletticomitato di redazione: Rosa Barovier Mentasti,Giovanni Bonetti, Giuseppe Clinanti,78 notiziariobibliografico66


ivisteria venetaCaspar David Friedrich,Veduta di un porto, part.,1815-1816Postdam,Stiftung PreußischeSchlösserund GärtenBerlin-Brande<strong>nb</strong>urg,Schloss Charlottenhofnotiziariobibliografico66 79


n b66Giunta regionale del VenetoDirezione Attività Culturali e Spettacolo30121 Venezia - Palazzo Sceriman - Cannaregio Lista di Spagna 168periodicità quadrimestralespedizione in abbonamento postaleart. 2 comma 20/c Legge 662/96taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padovain caso di mancato recapito restituire al mittenteif undeliverable return to Padova CMP - ItalyISSN 1593-2869in copertinaJan Vermeer(Delft 1632-1675),<strong>Il</strong> Geografo, part., 1668 caFrancoforte, Städelsches Kunstinstitutund Städtische Galeriein questo numeroLa Regione Veneto per i Beni culturali.I siti veneti inseriti nel patrimonio universale dell’umanità:promuovere il territorio, valorizzare le eccellenzeMarino Zorzatostrillo di presentazionedelle tematiche princi -palidi questo articoloe del tema di questonumero del notiziarioIppolito Nievo, un grande autore tra letteratura e storia.A centocinquant’anni dalla morte dello scrittore delle Confessioni di un italiano (1861-2011)Angelo TabaroIn viaggio con Emilio Salgari.Sulle orme del padre del romanzo d’avventura nel centenario della morte (1911-2011)Maria Teresa De Gregoriorecensioni e segnalazionicataloghi di mostre e museil’editoria nel veneto<strong>Il</strong> grande libro di San Marco.Ferdinando Ongania, editore veneziano, a cento anni dalla morte (1911-2011)istituzioni e culturaLa Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.Una storica istituzione per l’arte contemporaneaLa Fondazione Emanuela Zancan onlus - Centro studi e ricerca sociale.Un impegno al servizio della personaprotagonisti veneti del novecentoStanislao Nievo, sulle orme di Ippolito.Da <strong>Il</strong> prato in fondo al mare ai Parchi Letteraririvisteria venetaArte e Architettura

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