Volume 13, n. 2, 201038strato basale dell’epidermide, l’UVA giungefino al derma papillare e interagisce anchecon elementi del sangue circolante, il VIS sispinge fino all’ipoderma, l’IR viene bloccatodal grasso sottocutaneo (isolante termico) edall’acqua (Figura 2).Figura 2.Penetrazione delle radiazioni nella cute.Raggi UVARaggi UVBSole e acneEpidermide (Epidermis)Derma (Corium)Ipoderma (Subcutis)Molti medici e la maggior parte deipazienti ritengono che l’esposizione solareapporti benefici alle lesioni acneiche1,2. Ineffetti, la pigmentazione melanica indottadagli UV solari genera un “camouflage” naturaleche riduce la visibilità delle manifestazioniacneiche e dei residui cicatriziali; inoltre,le favorevoli condizioni climaticoambientalideterminano un leggero effetto“peeling” e diminuzione <strong>della</strong> seborrea; infine,l’effetto immunomodulante-antiinfiammatorioa basse dosi di UV può provocareuna riduzione delle lesioni papulo-pustolosein alcuni individui3. Tuttavia, diversi studihanno ridimensionato la diffusa opinionesugli effetti terapeutici degli UV solari nellapatologia acneica 4,5 . Infatti, il peggioramentoestivo, sottolineato dai dati epidemiologici,può trovare spiegazione in alcune considerazioni:effetto comedogenico indotto siada UVB che da UVA 6 ; sospensione estiva<strong>della</strong> terapia <strong>per</strong>ché fotosensibilizzante; im -piego di emulsioni idratanti o prodotti solarieccessivamente sostantive che possono cre -a re un effetto occlusivo 7 ; eventuale tasso diumidità che comporta rigonfiamento del corneoa livello ostio-infundibolare con conseguenteeffetto comedogenico e facile colonizzazionebatterica.Nel rapporto acne-sole è opportuno effettuareuna distinzione tra pazienti acneici e postacneici.La <strong>fotoprotezione</strong> solare si rendenecessaria durante svariati trattamenti effettuatidal paziente acneico. In particolare, l’applicazionedi alcuni prodotti topici come i retinoidi(tretinoina/isotretinoina) o il benzoil<strong>per</strong>ossidorappresenta una controindicazioneall’esposizione diretta al sole a causa del poterecheratolitico di tali sostanze 8,9 . La somministrazioneorale di antibiotici, quali le tetracicline,può provocare reazioni fototossichedose-dipendente 10 . Il peeling chimico rappresentaun trattamento cardine <strong>della</strong> terapiaanti-acne soprattutto nella fase tardiva quandosono presenti esiti discromico-cicatriziali,<strong>per</strong>ciò è opportuno vietare l’esposizione alsole fino alla risoluzione dei processi irritativie desquamanti al fine di evitare i<strong>per</strong>pigmentazionisecondarie 11-13 . L’utilizzo <strong>della</strong> luce blu a405-415 nm, <strong>della</strong> luce rossa a 630 nm, o l’associazionedelle due, rappresenta una modalitàdi trattamento dell’acne intermedia-grave,grazie al potere anti-infiammatorio esercitatoattraverso una riduzione <strong>della</strong> sintesi di ci -tochine flogogene ed all’effetto fotodinamicodiretto sulle coproporfirine sintetizzate daPropionibacterium acnes. Tuttavia, gli effetticollaterali sono abbastanza importanti (eri -tema, edema, dermatite esfoliativa, pigmentazioni)da richiedere una <strong>fotoprotezione</strong> ele -vata 14 .La presenza di cicatrici, esiti di pregresselesioni infiammatorie acneiche, non solocostituisce un grave problema di natura esteticama anche di tipo psico-sociale, in quantocausa di complessi e insicurezze cheminano una buona qualità di vita del pazientepost-acneico. Per tale motivo vengono utilizzatemetodiche diverse finalizzate allariduzione dei segni dell’acne: peeling chimici,trattamenti laser, dermoabrasione. La<strong>fotoprotezione</strong> gioca un ruolo di primariaimportanza nel management del pazientepost-acneico in quanto la cute trattata èestremamente delicata e sensibile ai raggi
Volume 13, n. 2, 201039solari. Il razionale del trattamento fotoprotettivoin seguito a cicli di esfoliazione chimicaa base di sostanze cheratolitiche, comel’acido glicolico o altri alfa-idrossiacidi, stanel prevenire la comparsa di discromiesecondarie molto frequenti specialmente neisoggetti con fototipo elevato (IV-VI). La dermoabrasioneè un intervento chirurgico il cuiscopo è addolcire le irregolarità <strong>della</strong> texturecutanea livellandone la su<strong>per</strong>ficie mediantel’utilizzo di spazzole d’acciaio o frese cherimuovono gli strati più su<strong>per</strong>ficiali dell’epidermide.A fine trattamento è necessaria unaelevata e prolungata <strong>fotoprotezione</strong> in quantola <strong>per</strong>dita del mantello su<strong>per</strong>ficiale cutaneorende più facile la penetrazione delleradiazioni ultraviolette con aumentato ri -schio di i<strong>per</strong>/ipopigmentazioni diffuse.Infine, l’eliminazione o attenuazione dellecicatrici da acne può essere ottenuta attraversotrattamenti laser che stimolano la sintesidel collagene favorendo il rimo<strong>della</strong>mento<strong>della</strong> cute. Il laser Er:YAG, che emette unaradiazione di lunghezza d’onda pari a 2940nm con un elevato coefficiente di assorbimentonell’acqua, genera l’ablazione dei tessuticon distruzione degli strati più su<strong>per</strong>ficialidell’epidermide; mentre il laser CO 2, conemissione nell’infrarosso, è in grado di interagireanche a livello dermico, stimolandonuova sintesi di collagene. Tali laser possonofavorire la comparsa di esiti discromici legatiall’azione esercitata sui melanociti. Per taleragione nei mesi successivi ai trattamenticon laser di tipo ablativo, anche utilizzati abasso potenziale, è opportuno che il pazientesegua un attento programma di <strong>fotoprotezione</strong>.È ben noto che il processo di cicatrizzazionecomprende diverse fasi (infiammazione, proliferazionecellulare, maturazione) facilmenteinfluenzabili da diversi fattori endogeni edesogeni. Pertanto, le radiazioni UV possonointervenire su tale processo sia a monte, causandoun aumento dell’infiammazione cutaneaattraverso la comparsa di eritema davasodilatazione e successivamente i<strong>per</strong>pigmentazione<strong>per</strong> stimolazione melanocitaria,che alla fine, regolando il metabolismo delcollagene di tipo I che rappresenta il principalecostituente <strong>della</strong> matrice extracellularenel tessuto cicatriziale maturo 15,16 . Diversistudi hanno dimostrato che l’esposizionesolare da un lato ha un effetto negativo sullasintesi di collagene, mentre da un altro esercitaun effetto stimolante sulla via di degradazionedelle proteine, modificando così lecaratteristiche istologiche del tessuto cicatriziale17,18 . In uno studio su animale da es<strong>per</strong>imento19 , le cicatrici indotte da trattamentolaser venivano esposte a dosi crescenti diradiazioni UV al fine di valutare le eventualimodificazioni esercitate dall’esposizionesolare. I risultati hanno evidenziato un rallentamento<strong>della</strong> cicatrizzazione ed un’alterazionedell’aspetto delle cicatrici che apparivanopiù pigmentate ed ispessite. A confermadel fatto che le radiazioni UV sembranoinfluenzare in maniera negativa il processofisiologico di cicatrizzazione, un ulteriorestudio ha dimostrato un aumento del tempodi riparazione di cicatrici sottoposte ad irradiazionerispetto a quelle non irradiate 20 . Ilprimo studio umano finalizzato ad esaminaregli effetti dell’esposizione solare sullecicatrici cutanee è stato condotto recentemente21 : gli Autori hanno osservato un peggioramentoclinico delle cicatrici irradiate(i<strong>per</strong>pigmentazione, i<strong>per</strong>emia, maggioreispessimento), confermato anche dai risultatiprovenienti da misurazioni <strong>della</strong> riflettanzacutanea. Le indagini biochimiche eseguite suprecursori del collagene (idrossiprolina,idrossilisina e PINP -peptide N-terminale delcollagene tipo I) hanno evidenziato una diminuzionedi alcuni di essi solamente dopoirraggiamento a dimostrazione dell’effettonegativo sulla sintesi del collagene da partedelle radiazioni UV. In conclusione, l’esposizioneal sole influenza in maniera negativa ilnaturale processo di cicatrizzazione modulandoil metabolismo del collagene di tipo I,costituente essenziale del tessuto cicatriziale.Inoltre, è in grado di provocare un effettoimmediato proinfiammatorio che si estrinsecaattraverso la comparsa di i<strong>per</strong>emia edi<strong>per</strong>pigmentazione in sede cicatriziale.Sulla base di tali considerazioni risulta chiaroche la <strong>fotoprotezione</strong> <strong>della</strong> cute rappresentauno strumento importante non solonel management del paziente acneico, masoprattutto nel paziente post-acneico o intrattamento <strong>per</strong> esiti cicatriziali. Il filtro solareideale in tali condizioni deve essere ingrado di proteggere in maniera bilanciata sianei confronti dell’UVB che dell’UVA ed a protezione“alta” o “molto alta” secondo la classificazioneCOLIPA. Tuttavia, una particolareattenzione va riservata al veicolo <strong>della</strong>sostanza filtrante, in quanto esso dovrebbe
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