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Quattro passi in Romania... dieci anni dopo - Suore Carmelitane di ...

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itaissionariaQUATTRO PASSI IN ROMANIA...10 ANNI DOPO2000 - 7 ottobre - 2010Partite da Tor<strong>in</strong>o la matt<strong>in</strong>a 8 ottobre concirca 200 kg <strong>di</strong> roba ben sud<strong>di</strong>visa <strong>in</strong> valigiee borsoni secondo le norme vigenti perl’imbarco-sbarco <strong>in</strong> <strong>Romania</strong>, con un voloBlu-air dall’aeroporto <strong>di</strong> Leval<strong>di</strong>gi, MadreCelest<strong>in</strong>a, Sr Valent<strong>in</strong>a, Sr Alessandra, SrMaria Clara e P<strong>in</strong>a Salzillo si trovano <strong>dopo</strong>un’ora e mezza circa all’aeroporto <strong>di</strong> Bacau.Andavamo dalle sorelle della comunità<strong>di</strong> Darmanesti per il decennale <strong>di</strong> presenzamissionaria <strong>in</strong> <strong>Romania</strong>, Stato membrodell’Unione Europea nel Sud-Est delnostro cont<strong>in</strong>ente, nell’area detta EuropaDanubiana.Arrivate a Bacau abbiamo avuto imme<strong>di</strong>atamentela sensazione <strong>di</strong> non avertoccato terra <strong>in</strong> una grande città come Bucarestcon il lungo Bulevard Uniriri, Piazzadella Costituzione e l’immensa “Casa delpopolo”, che nonostante la loro trionfalisticaimponenza architettonica ricordano soloi tempi tristi della <strong>di</strong>ttatura <strong>di</strong> Ceausescu.Qui, tutto è ri<strong>di</strong>mensionato a misura <strong>di</strong> uomo.Bacau non è un importante obiettivoturistico e nemmeno pare abbia reperti significativi,anche se ha dato personalità chehanno onorato la città lungo il tempo, comeGeorge Bacovia o Ion Borcea. Per noi peròla città acquistava importanza, perché cisentivamo una piccola delegazione dellaCongregazione, <strong>in</strong>viata dai Superiori a farfesta con le sorelle.All’aeroporto era un pigia-pigia <strong>di</strong>gente che arrivava e partiva; fuori, sul piazzale,macch<strong>in</strong>e <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là parcheggiate


senza tanta sofisticazione o necessità <strong>di</strong>simmetria ma, <strong>in</strong> compenso, sostavano pochissimoe ripartivano all’impazzata con unforte rombo <strong>di</strong> motore e un’abbondante nuvola<strong>di</strong> terriccio che saliva dalla piazzettanon asfaltata. Erano <strong>in</strong> maggioranza pulm<strong>in</strong>imolto capienti e due <strong>di</strong> questi erano i nostri,guidati dai carissimi Vasile e Valent<strong>in</strong>,amici della comunità, che hanno sistemato<strong>in</strong> un batter d’occhio le pesanti valigie chevolavano da un pullm<strong>in</strong>o all’altro come fuscellial vento. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong>... partenza alla volta<strong>di</strong> Darmanesti: una gitarella <strong>di</strong> 60 km circa.Cosa sono confronto all’accoglienza festosae sorridente <strong>di</strong> Sr Elise e dei due ragazziche ci <strong>in</strong>trattenevano allegramentestrada facendo, anche se un po’ pensosi,perché a casa c’erano ancora tante cose dasistemare prima della grande festa!Andando a una velocità consentita dauna strada prov<strong>in</strong>ciale a curve e dossi, brevirettil<strong>in</strong>ei <strong>in</strong> ciottolato, cavalli al galoppoche tiravano un trabiccolo tipo vecchio calesseoppure un carretto con passeggeri abordo, si aveva l’impressione <strong>di</strong> vivere <strong>in</strong>altri tempi, quelli della povertà dell’ultimaguerra <strong>in</strong> Italia, ma qui tutto era soffuso <strong>di</strong>silenzio, <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> una quiete quasi o-stentata. Più ci <strong>in</strong>oltravamo verso Darmanestipiù si aveva l’impressione <strong>di</strong> entrare<strong>in</strong> un grande agglomerato <strong>di</strong> monasteri <strong>di</strong>clausura: sono le casette, sul bordo dellastrada, con il tetto aguzzo, quasi a mo’ <strong>di</strong>campanile, talvolta con una croce, per lopiù ortodossa, ma qua e là anche cattolica.Ogni casa ha una sua rec<strong>in</strong>zione fitta, <strong>in</strong> legno,quasi impenetrabile, che delimita unpezzo <strong>di</strong> giard<strong>in</strong>o o un marciapiede al <strong>di</strong> làdel rec<strong>in</strong>to. Ognuno <strong>di</strong> questi piccoli monasteri,i più con tetti <strong>in</strong> lamiera, accoglie unarealtà familiare gioiosa o carica <strong>di</strong> sofferenza,come abbiamo potuto costatare nei giorniseguenti andando <strong>in</strong> visita accompagnateda Sr M. Fabiola presso alcune famiglie dalei seguite. Ma l’accoglienza è sempre festosae molto <strong>di</strong>gnitosa, piena <strong>di</strong> rispettoper le suore, sia che si tratti <strong>di</strong> una famigliacattolica, sia ortodossa, sia musulmana orom.Intanto con l’arrivo a Darmanesti subitoun primo impatto con la casa della comunità,particolarmente circondata <strong>di</strong> fioriLe abitazioni, “piccoli monasteri <strong>di</strong> clausura!”lungo il nastro stradale che conduce a Darmanesti


L’Eucaristia fu presieduta da P. Ferente gli facevano corona il Parroco don Pietro,il Viceparroco don Adriano e Padre Antonioocd, che <strong>in</strong> quei giorni <strong>di</strong> festa era onnipresente!Un coro <strong>di</strong> voci stupende e unisonehanno animato la liturgia sempre guidatada Nelu, con canti <strong>in</strong> <strong>di</strong>verse l<strong>in</strong>gue:romeno, lat<strong>in</strong>o, malgascio particolarmenteall’offertorio, <strong>in</strong> cui sono stati portati i doniall’altare a ritmo <strong>di</strong> canto e danza malgascia,da alcuni gruppi <strong>di</strong> sorelle malgasce:Sr Elise, le Giusepp<strong>in</strong>e <strong>di</strong> Aosta, le PiccoleServe dei Poveri, tutte <strong>in</strong> lamba colorati chesuscitavano meraviglia nell’assemblea moltoattenta.Prima ancora dell’offertorio è statocommovente sentire, nell’omelia, che il celebranteparlava ai fedeli, con vera <strong>passi</strong>onee conoscenza, della S. Madre Teresa <strong>di</strong> Gesù,cercando <strong>di</strong> far comprendere come tuttii tempi siano stati <strong>di</strong>fficili per coloro chevogliono testimoniare Gesù Cristo e servirlo.Al tempo <strong>di</strong> Teresa -lo <strong>di</strong>ce lei stessatuttoil mondo era <strong>in</strong> fiamme per il luteranesimoe il calv<strong>in</strong>ismo <strong>in</strong> Europa, ma proprio<strong>in</strong> un momento tanto <strong>di</strong>fficile e <strong>di</strong>maggiore lotta contro la Chiesa, l’amoreper Gesù sp<strong>in</strong>se Teresa alla riforma, allara<strong>di</strong>calità, alla preghiera, al servizio per a-more <strong>di</strong> Cristo. Padre Ferent evidenziava lafigura <strong>di</strong> S. Teresa per far comprendere aifedeli che le <strong>Suore</strong> <strong>di</strong> Darmanesti <strong>di</strong>scendonoda questo ceppo glorioso... e sono venutequi, dove c’è tanta povertà e qui lavoranonel silenzio e nella gioia facendo tantodel bene, proprio per amore del Signore!Al term<strong>in</strong>e dell’Eucaristia prese la parolaSr M Fabiola, superiora della comunitàe fondatrice della missione <strong>in</strong> <strong>Romania</strong>. Salivaall’ambone un po’ commossa ma riuscìa <strong>di</strong>re tanti “grazie”, al parroco precedentee a quello attuale, agli animatori della liturgiae ai partecipanti, fra i quali vi erano anchealcuni ortodossi e alla Madre Generale,assente ma presente spiritualmente. A tuttiassicurava che, nel silenzio e <strong>in</strong> tanta semplicità,la piccola comunità voleva essereuna presenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e una testimonianzadell’amore <strong>di</strong> Dio <strong>in</strong> quella terra...che sembra tanto brulla e <strong>in</strong> attesa del sole!Da ultimo il Parroco, don Pietro havoluto r<strong>in</strong>graziare il Signore e anche la pic-L’offertorio malgascio romeno


Sora Bunicola delegazione <strong>di</strong> Tor<strong>in</strong>o <strong>in</strong> rappresentanzadella Madre Generale, per la presenzadelle suore <strong>in</strong> questa terra tanto povera:grazie alle suore –<strong>di</strong>ceva-, ma soprattuttograzie a Sr M. Fabiola che qui, <strong>in</strong> <strong>Romania</strong>è conosciuta solo come “Sora Buni” (suoranonna, suora anziana). Il Parroco spiegavache la parola “buni” deriva da “bunatate”,uguale “bontà”, e Sr Fabiola è buona e fatanto del bene fra la gente malata e anzianasenza guardare alla religione, se cattolica,ortodossa o z<strong>in</strong>garesca. Def<strong>in</strong>iva <strong>in</strong>vece SrElise l’“Ala giovane <strong>di</strong> Sr Fabiola”, sempreattiva, gioiosa, che segue bamb<strong>in</strong>i, giovani,cantori e quant’altro.Mentre il fotografo Yulian, un giovanedella parrocchia, scattava le ultime fotografieai fedeli, ai poster, ai doni dell’offertorioe <strong>in</strong> particolare al gruppo storico <strong>in</strong> posa aipie<strong>di</strong> dell’altare: Parroco, concelebranti,suore della comunità e suore ospiti, il coro<strong>in</strong>tonava <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua romena un canto a Coleiche accompagna tutta la nostra vita e i nostri<strong>passi</strong> <strong>di</strong>etro a Gesù, il “Mater amabilis,Reg<strong>in</strong>a mirabilis... guidaci nel contemplareil volto del tuo Gesù... a Colui che ti assomigliaconsacra tu il nostro cuor!”.Alla Santa Messa solenne è seguito ilpranzo altrettanto solenne e fraterno, con<strong>di</strong>visocon i sacerdoti, le suore, i cantori, gliamici che hanno collaborato per il buon e-sito della festa e i membri del MEC istituitoanche a Darmanesti: tra questi ultimi erapresente una coppia <strong>di</strong> coniugi italiani cheda 4 <strong>anni</strong> sono <strong>in</strong> <strong>Romania</strong> e costituisconouna famiglia con due bamb<strong>in</strong>i <strong>in</strong> affido.Al term<strong>in</strong>e dell’agape fraterna si è salititutti al primo piano per l’<strong>in</strong>augurazione,con tanto <strong>di</strong> taglio del nastro, dellasaletta <strong>di</strong> <strong>in</strong>formatica con 6 postazioni <strong>di</strong>computer. Sr Elise, che ha seguito appositamenteun corso <strong>di</strong> <strong>in</strong>formatica con Vasile,potrà avviare, grazie a questa strumentazioneofferta dall’AMCOR (Associazione perle Chiese d’Oriente), una nuova attività <strong>di</strong><strong>dopo</strong>scuola.I giorni che seguirono i festeggiamentisono stati un calarsi nella realtà quoti<strong>di</strong>anadella vita <strong>di</strong> Darmanesti. Diversevisite presso le famiglie <strong>in</strong> cui vi sono anziani,ma anche bamb<strong>in</strong>i malati gravi e cronici,ci hanno messe <strong>di</strong> fronte a una povertàdolorosa ma vissuta con tanta <strong>di</strong>gnità. Questa<strong>di</strong>gnità traspariva penetrante da occhilum<strong>in</strong>osi su visi sofferenti (ad esempioquelli della mamma <strong>di</strong> Vladuz, macrocefalo,con altri due figli piccoli e il marito romeno<strong>in</strong> Italia per trovare lavoro e sol<strong>di</strong>per le cure del bamb<strong>in</strong>o malato). Abbiamocompreso materialmente (non per sentito<strong>di</strong>re) che cos’è la sofferenza quoti<strong>di</strong>ana vissutacome normalità <strong>di</strong> vita; la virtù dellapazienza esercitata come volontà <strong>di</strong> Dio; lascomo<strong>di</strong>tà per la mancanza <strong>di</strong> servizi, specialmentequelli <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabili, come adattamentoe sdrammatizzazione della <strong>di</strong>ffi-


coltà della vita f<strong>in</strong>o ad abituarsi a fare ameno <strong>di</strong> tutto ciò che non si ha.Questa povertà che va crescendo <strong>di</strong>anno <strong>in</strong> anno, e proprio a Darmanesti, è dovutaalla chiusura <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> estrazione<strong>di</strong> petrolio proprio nei pressi del piccolocentro, elim<strong>in</strong>ando la possibilità <strong>di</strong> lavoroper gli uom<strong>in</strong>i. Anche la sal<strong>in</strong>a <strong>di</strong> TârguOcna è stata chiusa, a pochi km da Darmanesti,che dava lavoro sicuro a molti o-perai della zona moldava. Non si conosconole orig<strong>in</strong>i <strong>di</strong> questa sal<strong>in</strong>a: la prima documentazionerisale comunque al 1380. Èprofonda 240 m, che un tempo si raggiungevano<strong>in</strong> verticale con cestelli a gru mentreora si scende orizzontalmente per circa1500 m con un pullm<strong>in</strong>o. La sala del capol<strong>in</strong>easi apre con una splen<strong>di</strong>da basilica ortodossatutta <strong>in</strong> sale, compresi altare, ambone,sede, ecc. Più avanti, ampi spazi per u-na passeggiata, esercizi fisici, campi dagioco per bamb<strong>in</strong>i, campi <strong>di</strong> m<strong>in</strong>i-football,basket-ball, tennis, palestre varie, possibilità<strong>di</strong> lavorare comodamente seduti al computer,piccoli negozi <strong>di</strong> souvenirs e bar. Lasuperficie è <strong>di</strong> circa 13.000 m 2 . La cosa piùcuriosa è che la sal<strong>in</strong>a è a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong>persone malate con necessità <strong>di</strong> trattamentihaloterapici <strong>di</strong> sale, ottimi per la cura dellevie respiratorie. I sofferenti, mentre effettuanole cure possono utilizzare questestrutture naturalmente <strong>dopo</strong> aver pagato ilservizio del pullm<strong>in</strong>o e il biglietto <strong>di</strong> entrata.Ciò che un tempo era fonte <strong>di</strong> lavoro e<strong>di</strong> guadagno, ora è meta <strong>di</strong> piccolo turismoe day hospital per chi se lo può permettere.Prima <strong>di</strong> concludere il ricordo <strong>di</strong>questa esperienza <strong>in</strong> <strong>Romania</strong> ci resta dar<strong>in</strong>graziare la Madre Generale che ha volutola nostra partecipazione a Darmanestiper questo evento, ma anche per il donofatto alla comunità che ha provato la gioia<strong>di</strong> sentire la Congregazione tanto vic<strong>in</strong>a(anche se ha dovuto sobbarcarsi tutto il lavoro<strong>di</strong> accoglienza: sistemazione delle camere,liturgie, pranzi, cene, accompagnamentie quant’altro). Noi che abbiamo vissutol’esperienza, go<strong>di</strong>amo ancora il ricor-Tutti sul lettone con il piccolo Vladuz, i fratell<strong>in</strong>i e la mamma, circondato da tanto affetto


I primi allievi <strong>di</strong> Sr Elise.P. Tiberio si trova <strong>in</strong> <strong>di</strong>fficoltà e alza la manodo <strong>di</strong> alcune belle serate trascorse <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong> ricreazione, con scroscianti risate al raccontoacuto e mimato delle esperienze <strong>di</strong> Sr M. Fabiola, per le sue testimonianze confermateda Sr Gesu<strong>in</strong>a e Sr Elise, per la narrazione <strong>di</strong> tante belle e simpatiche tra<strong>di</strong>zioni romene:ricor<strong>di</strong>amo <strong>in</strong> particolare quella dei funerali (dalla morte del caro congiunto f<strong>in</strong>oall’<strong>in</strong>umazione, compresi i pianti a pagamento, che ricordano tra<strong>di</strong>zioni bibliche), da noiprofondamente partecipata con ilarità.Cara <strong>Romania</strong>, ci sei rimasta nel cuore con la fede dei tuoi cattolici, con le tue tra<strong>di</strong>zionie le tue sofferenze che abbiamo imparato ad amare e a ricordare <strong>di</strong> più nella preghiera,con la nostra casa <strong>di</strong> Darmanesti: il grande prato dove pascolano tranquille e docilele pecore che danno latte e formaggio alla comunità, il pollaio con la vita comunitaria<strong>di</strong> gall<strong>in</strong>e, tacch<strong>in</strong>i e conigli. Ma soprattutto ricor<strong>di</strong>amo le persone semplici che vengonoper un’<strong>in</strong>iezione e ti donano una gall<strong>in</strong>ella ancora viva delle poche che avevano nel loropollaio; l’ortodossa che ti porta la sua torta fatta <strong>in</strong> casa e un vasetto <strong>di</strong> antipasto preparatocon le sue mani.Ricor<strong>di</strong>amo anche <strong>di</strong> aver mangiato della buona pasta arrivata dall’Italia con le spe<strong>di</strong>zioniorganizzate con tanto cuore da Sr M. Alessandra, Economa generale, e provvedutadall’AIRE (Associazione <strong>in</strong>ternazionale Reg<strong>in</strong>a Elena) che, da queste pag<strong>in</strong>e vogliamos<strong>in</strong>ceramente r<strong>in</strong>graziare.La nostra missione <strong>di</strong> <strong>Romania</strong> è tutto questo, perché al centro della sua piccolissimacomunità c’è la presenza <strong>di</strong> Gesù nel tabernacolo e Marta e Maria che pregano e lavorano,certe <strong>di</strong> aver scelto, l’una e l’altra, la parte migliore: la Chiesa dei poveri.Sr Maria Clara dell’Immacolatacomunità <strong>di</strong> Casa Generalizia

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