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#documenti#fede#Testimoni digitali - Relazioni del convegno

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Testimoni <strong>digitali</strong>Volti e linguaggi nell’era crossmedialecondividono la nostra convinzione sulla centralità <strong>del</strong>la ragione. Molti commentatori hanno parlato<strong>del</strong>la necessità che gli uomini di fede acquisiscano due linguaggi; un primo linguaggio <strong>del</strong>la cittadinanza,che permetta loro di impegnarsi con tutti gli altri nel forum pubblico, e un secondo linguaggio,che possa essere condiviso con coloro che appartengono alla stessa tradizione. Il primo linguaggioè spesso meno ricco <strong>del</strong> linguaggio <strong>del</strong>le nostre Scritture e <strong>del</strong>le nostre liturgie, ma permetteuna conversazione ininterrotta tra i vari componenti <strong>del</strong>la società. Come sostiene Jonathan Sacksnel contesto <strong>del</strong>la società britannica:“Mantenere vivo questo primo linguaggio comporta notevoli limitazioni per tutte le parti.Per i cristiani, significa permettere ad altre voci di partecipare alla conversazione. Per lepersone di altre religioni, significa riconciliarsi con una cultura nazionale. Per i laicisti,significa prendere atto <strong>del</strong>la forza di impegni che a loro devono sembrare irrazionali. Pertutti, significa accontentarsi di meno di quanto non cercheremmo di ottenere se tutti fosserouguali a noi, e perseguire qualcosa che vada oltre i nostri interessi puramente settoriali;in breve, il bene comune”.L’uso di questo primo linguaggio non deve essere confuso con la tendenza di alcuni laicisti ad e-scludere il linguaggio religioso o le idee <strong>del</strong>la fede religiosa dal forum pubblico, ma rappresentapiuttosto un equilibrio tra forme intolleranti di secolarismo e integralismo. Papa Benedetto ha toccatoquesto argomento:“La negazione <strong>del</strong> diritto a professare pubblicamente la propria religione e ad operareperché le verità <strong>del</strong>la fede informino di sé anche la vita pubblica comporta conseguenzenegative sul vero sviluppo. L'esclusione <strong>del</strong>la religione dall'ambito pubblico come, per altroverso, il fondamentalismo religioso, impediscono l'incontro tra le persone e la loro collaborazioneper il progresso <strong>del</strong>l'umanità. Nel laicismo e nel fondamentalismo si perde lapossibilità di un dialogo fecondo e di una proficua collaborazione tra la ragione e la federeligiosa. La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede; questo vale ancheper la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la religione hasempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto u-mano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo<strong>del</strong>l'umanità”.La cultura digitale rappresenta un enorme ostacolo per coloro che desiderino utilizzare i nuovi mediaper parlare di significato e di verità, per condividere la propria fede e le proprie credenze. Nel1990, Papa Giovanni Paolo II aveva già identificato la particolare sfida nei confronti di coloro chedesiderano far conoscere il messaggio di Cristo. E’ inoltre necessario integrare quel messaggio nella“nuova cultura” creata dalle comunicazioni moderne. Si tratta di una questione complessa, in quantola “nuova cultura” nasce non soltanto da qualsiasi contenuto finisca per essere espresso, madall’esistenza stessa di nuovi modi di comunicare, attraverso nuovi linguaggi, nuove tecniche e unanuova psicologia. Per la Chiesa, la sfida è quella di trovare un linguaggio che sia idoneo a questonuovo forum, ma che non tradisca le profondità e le sfumature <strong>del</strong> messaggio che le è stato affidato.Per molti aspetti, il messaggio <strong>del</strong>la Chiesa è più radicalmente contro-culturale che mai – la Chiesaparla di verità in un ambiente in cui lo scetticismo è la norma, essa cerca di parlare a tutti in uncampo in cui l’attenzione è concentrata su mercati di nicchia e gruppi di interesse e invita le personeall’impegno in un mondo in cui regna la novità.Lettera aperta ai “bambini <strong>digitali</strong>”don Fortunato Di Noto parroco e presidente Associazione Meter onlus(www.associazionemeter.org)Cari Bambini, ho pensato di scrivervi questa lettera per comunicarvi che voi più piccoli (o, come vichiamano gli esperti “nuovi nati <strong>digitali</strong>”), sarete i nuovi annunciatori e portatori di Gesù nel web.Perché è proprio vero, e ne sono convinto: i bambini salveranno la bellezza <strong>del</strong> web e la vera comunicazione<strong>del</strong> Vangelo nell’era digitale. La Chiesa italiana (come spero vi abbiano comunicato lecatechiste e i vostri parroci), si sta preparando a vivere un momento di incontro a Roma dal 22 al 24aprile prossimi, che culminerà nell’udienza da Papa Benedetto XVI, dove si rivolgerà ai “testimoni22-24 aprile 2010 72

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