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#documenti#fede#Testimoni digitali - Relazioni del convegno

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Testimoni <strong>digitali</strong>Volti e linguaggi nell’era crossmedialecontesto, ma è anche la “consapevolezza” di vivere in un unico contesto. La riflessività, la coscienzadi vivere in un mondo globalizzato è dunque un fattore essenziale <strong>del</strong>le globalizzazione (Robertson).Questo aspetto ha una implicazione immediata: in questo mondo siamo provocati, interrogati, datutto ciò che accade ovunque. McLuhan ha bene espresso questa idea quando, nei suoi ultimi scrittiha osservato che viviamo in un teatro globale, dove non ci sono spettatori, ma tutti siamo attori perchétutti coinvolti, volenti o nolenti, nelle vittorie e nelle sconfitte, nei progressi e nelle tragedie deglialtri.Se ciò vale in tutti i campi e per tutti gli aspetti <strong>del</strong> nostro agire, vale anche e a maggiore ragione perla nostra identità di credenti. La globalizzazione rende ancor più evidente il carattere universale <strong>del</strong>laChiesa, rende più chiaro, soggettivamente percepibile, che il respiro <strong>del</strong>la Chiesa è universale,che essa è un corpo unico. E’ la sfida di una rinnovata coscienza <strong>del</strong>l’universalità, <strong>del</strong>la cattolicità<strong>del</strong>la Chiesa. Tutto ciò che accade nella Chiesa e alla Chiesa ci riguarda direttamente, mi riguardadirettamente. Ed io sono chiamato a risponderne, io personalmente come individuo, gruppo, movimento,associazione, parrocchia, diocesi, etc. Io non posso dire: la mia parrocchia, la mia diocesi ola mia associazione va bene, quando la Chiesa soffre nel mondo, è attaccata o perseguitata. O nonposso non soffrire di ciò che macchia l’immagine <strong>del</strong>la Chiesa e mette a repentaglio la sua credibilità,la fiducia che gli uomini ripongono in essa. Perché in queste situazioni certo contano le dichiarazioniufficiali, i comunicati, le prese di posizione chiare di chi ha responsabilità nella Chiesa, maconta la testimonianza di ognuno nella sua parrocchia, nel suo ambiente di lavoro, nelle relazioni divita quotidiana, ma anche nelle relazioni in rete. Ognuno di noi è corpo <strong>del</strong>la Chiesa e volto <strong>del</strong>laChiesa. E in questo ambiente globalizzato ciò diventa più chiaro, più evidente, anche drammaticamenteevidente.Il senso di tutto ciò è espresso poeticamente e potentemente da Thomas Stearn Eliot nei Cori dallaRocca,: una Chiesa per tutti e un lavoro per ciascuno [e aggiungerei: non un lavoro qualsiasi, un lavoropurchessia, ma un lavoro da protagonisti, corrispondente alle capacità e alla vocazione specificadi ciascuno].Scenari <strong>digitali</strong> e nuove forme di presenza <strong>del</strong>la Chiesadi Francesco Casetti, -Direttore dipartimento Scienza <strong>del</strong>la Comunicazione, Università CattolicaVorrei ritornare su una immagine tradizionale, quella che associa i media all’agorà. L’immagine potrebbesembrare un po’ logora, in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui i media appaionopiù come un campo di battaglia che come un punto di incontro. Tuttavia questa immaginetrova una nuova linfa – e insieme un nuovo spessore problematico – con l’avvento <strong>del</strong> web 2.0 econ l’esplosione dei cosiddetti social network: dispositivi che consentono appunto alle persone dientrare in rapporto reciproco, di confrontarsi, di interagire. Insomma, è proprio il nuovo paesaggiomediale, con la sua enfasi sulle possibilità di relazione interpersonale, che ci spinge a ragionare ancorain termini di agorà. Ora non c’è dubbio che queste nuove tecnologie presentino <strong>del</strong>le grandiopportunità.Lo sanno bene i molti che nel mondo cattolico operano in questo campo con impegno ed entusiasmo.Il loro lavoro è proficuo, e già <strong>del</strong>inea una particolare linea di intervento – potremmo dire: unaparticolare forma di testimonianza. Non c’è dubbio però che il modo in cui queste tecnologie sonostate spesso concepite, così come il modo in cui spesso si stanno sviluppando, fanno affiorare anchedegli aspetti più problematici. Proverò allora a confrontare qui potenzialità e limiti, avanzandoqualche osservazione su di un piano più generale.22-24 aprile 2010 57

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