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#documenti#fede#Testimoni digitali - Relazioni del convegno

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Testimoni <strong>digitali</strong>Volti e linguaggi nell’era crossmedialecebook) conduce a una rinegoziazione e dei significati attribuiti alle altre presenti nel sistema.Ad esempio, l’attribuzione di “intimità” a MSN appare, con tutta evidenza, un processo avvenutoex-post; se ne trova conferma confrontando l’attribuzione registrata (“MSN è solo per gli a-mici intimi”) con l’estensione reale <strong>del</strong>la rete di contatti <strong>del</strong>l’utente (che spesso conta centinaiadi persone). E’, verosimilmente, l’ingresso di Facebook nell’ambiente mediale (avvenuto in largamisura grazie a un mito altamente credibile) ad aver innescato questi processi di risemantizzazionele cui implicazioni sono ancora tutte da studiare.2. Appare opportuno sottolineare come le concrete geografie <strong>del</strong>l’intimità costruite dagli utenti investanospesso, più che singole piattaforme, le loro singole funzioni: così la bacheca di Facebookfa parte <strong>del</strong>l’”esterno” non-intimo (e la sua centralità nella piattaforma stessa trascina spessouna generica attribuzione, perlomeno iniziale, di non-intimità), ma la funzione di posta e la chatpresenti nella piattaforma sono invece percepite come più “protette” e “prossime” al soggetto.3. Infine, una considerazione di carattere più generale. Nel nuovo ambiente mediale, appaionoprendere forma nuovi miti (o forse nuove forme di vecchi miti) che attribuiscono alla tecnologiala capacità di recuperare il tempo (nello specifico <strong>del</strong> nostro campione, il tempo<strong>del</strong>l’adolescenza – ma il discorso si potrebbe estendere). Dal punto di vista <strong>del</strong>lo studio dei discorsisociali sulle tecnologie, si tratta di uno spostamento rilevante rispetto alle tradizionali“mitologie <strong>del</strong> Web”, che tradizionalmente si concentravano sul presentare la miracolosa capacità<strong>del</strong>lo strumento di recuperare uno spazio mitico (quello <strong>del</strong>la “comunità perduta”). In questosenso, la nostalgia (termine che torna più volte nelle relazioni di questo <strong>convegno</strong>) appareacquisire sempre maggiore centralità nei processi di adozione e significazione.La fede nella Rete <strong>del</strong>le relazioni: comunione e connessioneP. Antonio Spadaro, Redattore de La Civiltà CattolicaInternet è una realtà che ormai fa parte <strong>del</strong>la vita quotidiana di molte persone. Se fino a qualchetempo fa era legata all’immagine di qualcosa di tecnico, che richiedeva competenze specifiche sofisticate,oggi è diventato un «luogo» da frequentare per stare in contatto con gli amici che abitanolontano, per leggere le notizie, per comprare un libro o prenotare un viaggio, per condividere interessie idee.L’avvento di internet è stato, certo, una rivoluzione. E tuttavia è necessario sfatare un mito: che laRete sia un’assoluta novità <strong>del</strong> tempo moderno. Essa è una rivoluzione che potremmo definire «antica»,cioè con salde radici nel passato: replica antiche forme di trasmissione <strong>del</strong> sapere e <strong>del</strong> viverecomune, ostenta nostalgie, dà forma a desideri e valori antichi quanto l’essere umano. Quando siguarda a internet occorre non solo vedere le prospettive di futuro che offre, ma anche i desideri e leattese che l’uomo ha sempre avuto e alle quali prova a rispondere, e cioè: connessione, relazione,comunicazione e conoscenza. Nella Rete ogni informazione (un’immagine, un video, una registrazioneaudio, un link, un testo,…) entra in una rete di relazioni di persone che collega tra loro i contenutie ne potenzia ed estende il valore e il significato.Internet: mezzo o ambiente?Sappiamo bene come da sempre la Chiesa abbia nell’annuncio di un messaggio e nelle relazioni dicomunione due pilastri fondanti <strong>del</strong> suo essere. L’allora card. Ratzinger, nel suo intervento al <strong>convegno</strong>C.E.I. Parabole mediatiche <strong>del</strong> 2002, ha chiaramente individuato la domanda <strong>del</strong>la Chiesa:«come il vangelo può superare la soglia fra me e l’altro? Come si può giungere ad una comunionenel vangelo, così che esso non solo mi unisca all’altro, ma unisca entrambi con la parola di Dio ecosì ne nasca un’unità che vada veramente in profondità?»1. L’uomo «non è una “tabula rasa”, comesecondo Aristotele e Tommaso d’Aquino è lo spirito umano nel primo momento <strong>del</strong> risvegliarsialla vita. No, la tavola <strong>del</strong>lo spirito, alla quale giunge la nostra predicazione, è riempita di molteplici22-24 aprile 2010 41

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