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#documenti#fede#Testimoni digitali - Relazioni del convegno

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Testimoni <strong>digitali</strong>Volti e linguaggi nell’era crossmedialeIntroduzioneIl tema <strong>del</strong> senso, o più specificamente <strong>del</strong> significato rappresenta, negli studi sui media e sullatecnologia più in generale, un ambito <strong>del</strong>icato. La letteratura sull’argomento ha rivelato che gli oggettitecnologici si trovano immersi in un reticolo di significati sociali continuamente negoziati,che concorrono in maniera rilevante nel dare forma a usi e pratiche. L’oggetto tecnologico non èmai inerte né neutrale: significa cose diverse per soggetti diversi. Questi significati vengono codificatiall’interno narrazioni (relative, spesso, alle trasformazioni – agli “effetti”- che queste tecnologiesono immaginate condurre) che, come veri e propri miti, funzionano da repositori e socializzatoridi significati condivisi e aiutano a orientarsi davanti all’ “ignoto” costituito dai nuovi strumenti.Senza mappare e comprendere correttamente i significati che un soggetto conferisce a un oggettotecnologico, si corre il rischio di fraintendere gli usi e le pratiche che il soggetto organizza in relazionealla piattaforma. Nel caso <strong>del</strong> nostro progetto di ricerca, questo ha significato mappare i significatiattribuiti al telefono cellulare, alle piattaforme di instant messaging (segnatamenteMicrosoft Messenger e, in misura minore, Skype) e a quelle per il social networking (soprattuttoFacebook e in misura residuale Netlog e Myspace).In questo intervento sintetizzeremo alcune <strong>del</strong>le risultanze principali emerse all’interno <strong>del</strong> nostrocampione.1 A differenza <strong>del</strong>le pratiche e degli usi, i processi di attribuzione di significato appaionopiù difficilmente incasellabili con lo strumento dei profili; ciononostante, sono riscontrabili alcunelinee di tendenza. L’asse portante <strong>del</strong>la nostra mappatura è costituito da un’attribuzione-cardine dicui sono oggetto nel campione, in maniera più o meno esplicita, gli strumenti in esame: quella diintimità.IntimitàLo spazio <strong>del</strong>l’ambiente mediale così come emerge dal campione appare segmentato in cerchieconcentriche, centrate sul soggetto, che muovono da uno spazio “intimo” verso un “fuori”. I confinifra queste cerchie appaiono talvolta labili e mobili, ma la loro rilevanza appare indiscussa.Nell’attribuzione di “intimità” a una piattaforma (o meglio, allo spazio da essa proiettato) giocanoun ruolo tanto il grado percepito di prossimità al sé <strong>del</strong>la piattaforma (quali piattaforme si “sentonopiù vicine”, significazione in cui intervengono una pluralità di fattori anche biografici) quanto lacapacità attribuita allo strumento di proiettare uno spazio relazionale protetto. In questo senso, lepiattaforme sono, nel campione, percepite come “intime” quando:1. Pongono il soggetto nella condizione di esprimersi liberamente, senza timore di essere giudicatoo criticato;2. Creano intorno al soggetto un ambiente sicuro, protetto in cui possa sentirsi a proprio agio;3. Mettono il soggetto nella condizione di creare dei processi relazionali esclusivi, prioritari (inparticolare la conversazione, lo scambio di messaggi a due);Tendenzialmente, l’attribuzione di intimità appare inversamente proporzionale all’ampiezza <strong>del</strong>contesto relazionale proiettato dalla piattaforma, e al controllo che esso offre all’utente. Nel campione,gli spazi “non intimi” sono come marcati da:1. Rischio di pubblicità di azioni e comportamenti;2. Rischio di fuga di notizie di natura privata;3. Rischio per il soggetto di divenire oggetto di commenti e giudizi.Questi parametri appaiono, nel campione, sufficientemente socializzati da definire una “gerarchiadi massima” che, con alcune eccezioni, risulta dominante. In questa gerarchia al cellulare è attribuitoil primato di intimità; MSN viene considerato come “territorio di mezzo” (comunque la piùintima fra le piattaforme web) e Facebook come lo strumento meno intimo e più problematico ditutti. Quest’ordine replica anche la cronologia dei percorsi di adozione (che vedono, nel campione,l’adozione <strong>del</strong> cellulare nella preadolescenza, di MSN durante l’adolescenza e di Facebook intornoai 18-20 anni), segnalando un passaggio da una relazione “uno-a-uno” (cellulare) o “pochi-a-22-24 aprile 2010 36

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