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Margherita Guerini, la maestra della preghiera e ... - Marone a Colori

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Viaggio nel<strong>la</strong> storia localeC<strong>la</strong>sse 4 a A – <strong>Marone</strong>Anno sco<strong>la</strong>stico 2006/07


<strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong><strong>la</strong> <strong>maestra</strong> del<strong>la</strong> <strong>preghiera</strong> e delle nociViaggio nel<strong>la</strong> storia localeC<strong>la</strong>sse 4 a A – <strong>Marone</strong>Anno sco<strong>la</strong>stico 2006/07


<strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong><strong>la</strong> <strong>maestra</strong> del<strong>la</strong> <strong>preghiera</strong> e delle nocipubblicato con il contributo diSebinoServizi SrlL’aspetto emozionaleche l’argomento trattato hasuscitato nei giovani alunni enel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione maroneseè innegabile. Ecco perché siritiene opportuno che il <strong>la</strong>vorosvolto durante l’ordinaria attivitàdidattica di ricerca sul territorioabbia, attraverso questa picco<strong>la</strong>ma interessante pubblicazione, undoveroso riconoscimento in termini di diffusione e visibilità anche oltre iconfini del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.Spesso le scuole producono pregevoli ricerche e contributisulle figure storiche o professionali, sui monumenti e sui luoghipiù significativi del territorio locale. Altrettanto spesso i docenti siaccontentano di registrare – non senza soddisfazioni personali -l’acquisizione di nuove conoscenze, abilità, competenze o il manifestarsidi nuovi comportamenti di responsabilità e di consapevolezza, diidentità e di appartenenza da parte dei loro alunni, ma, forti deirisultati ottenuti, non si curano di socializzare queste importantiesperienze, preferendo mantenerle nel “piccolo mondo” delle loro aule.La scuo<strong>la</strong>, oggi come un tempo, non è soltanto quel<strong>la</strong> che finisceepisodicamente al centro dell’interesse pubblico per eventi difformi daciò che dovrebbe invece caratterizzar<strong>la</strong>. La scuo<strong>la</strong> è fatta soprattuttoda tante “buone pratiche” – come questa - che quotidianamenteconsentono l’apprendimento e <strong>la</strong> scoperta del patrimonio culturaleconsegnatoci dal passato. Sono convinta che <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong><strong>Guerini</strong>, benemerita educatrice del<strong>la</strong> comunità sco<strong>la</strong>stica maronese,approverebbe quanto stiamo producendo per il futuro delle giovanigenerazioni e ci spronerebbe a fare sempre di meglio e di più …ISBN-10: 88 902714 2 4ISBN-13: 978 88 902714 3 4© FdP Editore - 2007FdP Editore, Via Trento 15, <strong>Marone</strong>, Brescia, tel 3395970167http://www.maroneacolori.it/robertopredali/robertopredali@maroneacolori.it<strong>Marone</strong>, maggio 2007Il Dirigente Sco<strong>la</strong>sticoProf.ssa Mariuccia Mascadri7


Chi era <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong>?Perché proprio a lei è stata intito<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Primaria di <strong>Marone</strong>?Queste sono state le prime domande che gli alunni si sono posti,quando sono stati invitati ad osservare e leggere con attenzionel’intestazione del<strong>la</strong> nostra scuo<strong>la</strong>. Da quel momento è iniziato unviaggio, a ritroso, al<strong>la</strong> scoperta del<strong>la</strong> figura di questa “indimenticabile<strong>maestra</strong> e madre del<strong>la</strong> gioventù maronese”.Ci siamo perciò trasformati in “provetti storiografi”, ricercandodocumenti e reperti custoditi gelosamente nelle nostre famiglie. Lamemoria e l’entusiasmo dei testimoni intervenuti in c<strong>la</strong>sse o intervistatinelle loro case, ci hanno di fatto dipinto un affresco di un passato nelquale affondano le nostre radici.le insegnantiIvana ed Elena1011


<strong>la</strong> deliberadel ConsiglioComunaledel 4 Giugno1966Il verbale del Consiglio Comunale del 4 giugno 1966, spiega perché fu scelta <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>.Quello del 18 dicembre 1971 si rese necessario perché il Consiglio Sco<strong>la</strong>stico Provinciale di allorarifiutò <strong>la</strong> proposta fatta nel 1966.In entrambe le delibere ci fu un accordo unanime, e <strong>la</strong> stima ed il ricordo del<strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>erano tanto forti da spingere il Sindaco, il Consiglio Comunale e tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione ad opporsi al<strong>la</strong>decisione del Consiglio Sco<strong>la</strong>stico Provinciale.IL PRESIDENTERIFERISCE che ilCorpo Insegnanti delleScuole Elementaridel Comune ha resonoto verbalmente divoler intito<strong>la</strong>re <strong>la</strong>Scuo<strong>la</strong> Elementare delCapoluogo al nomedelle defunta Maestra GUERINI MARGHERITA, cittadina <strong>Marone</strong>se che insegnòper circa trent’anni in questo Comune e nei Comuni limitrofi distinguendosi perzelo, solerzia ed incomparabile attitudine;INCARICA quindi l’Assessore effettivo al<strong>la</strong> pubblica istruzione Sig. MaestroFe<strong>la</strong>ppi Giacomo di leggere al Consiglio <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione dal medesimo approntatasu precise informazioni e legali documentazioni, dal<strong>la</strong> quale appaiono evidenti igrandi meriti acquisiti nel campo dell’insegnamento, dell’educazione morale del<strong>la</strong>gioventù <strong>Marone</strong>se e nei campi religioso e sociale dal<strong>la</strong> benemerita Insegnanteil cui ricordo è tuttora vivo in tutta <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione;TERMINATA <strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione, il Consigliere Zanotti Bernardo di anni67 già alunno delle defunta Maestra, elogia personalmente le belle doti del<strong>la</strong>medesima confermando al Consiglio le risultanze del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione stessa.IL CONSIGLIO COMUNALEUDITE le parole del Sig. Presidente, <strong>la</strong> precisa re<strong>la</strong>zione dell’AssessoreEffettivo Sig. Maestro Fe<strong>la</strong>ppi Giacomo e le calde parole del Consigliere ZanottiBernardo;RITENUTO di interpretare l’unanime sentimento di riconoscenza di tutta <strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione nei riguardi del<strong>la</strong> defunta Maestra <strong>Guerini</strong> <strong>Margherita</strong> che per lunghianni profuse ogni sua energia a vantaggio dei suoi concittadini;A VOTI UNANIMI, palesi, espressi a norma e forma di Legge;DELIBERADi esprimere parere favorevole, per quanto descritto in narrati va,all’intito<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Elementare del Capoluogo, al nome delle defuntaInsegnante elementare “GUERINI MARGHERITA”.1213


<strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong><strong>la</strong> <strong>maestra</strong> del<strong>la</strong> <strong>preghiera</strong> e delle noci<strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> nacque a<strong>Marone</strong> il 20 Gennaio 1853 e morìa <strong>Marone</strong> il 19 Maggio 1929.Era figlia di <strong>Guerini</strong> Santo(1811) e Cristini Vincenza (1819)ed aveva sei fratelli.Dallo stato famiglia originariorisulta che il cognome del<strong>la</strong><strong>maestra</strong> è Guerrini. Probabilmentec’è stato un errore di trascrizione.La famiglia <strong>Guerini</strong> portaval’appel<strong>la</strong>tivo (scotöm) Fontane,forse perché abitava vicino allefontane del<strong>la</strong> frazione Vesto.Successivamente furonoanche detti <strong>Guerini</strong> delle Maestreper <strong>la</strong> presenza in famiglia dinumerose insegnanti.14Il ritratto di <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> conservato presso <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Primaria di <strong>Marone</strong>


<strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> e l’Istituto GirelliL’Istituto Girelli in una fotografia colorata a mano (primi anni del ‘900)<strong>Margherita</strong><strong>Guerini</strong>apparteneva al<strong>la</strong> Compagnia di S.Ange<strong>la</strong> Merici.S. Ange<strong>la</strong> Merici nasce aDesenzano del Garda (Brescia)nel 1476.Cresce in una famiglia diradicati principi cristiani e dimodesta condizione sociale.Fonda ufficialmente <strong>la</strong> suacompagnia il 25 novembre 1535,mossa dal<strong>la</strong> consapevolezza diobbedire ad un disegno divino:si trattava di proporre una nuovaforma di vita consacrata. Alle sueFiglie spirituali Ange<strong>la</strong> consegnauna Rego<strong>la</strong>, nel<strong>la</strong> quale delineai tratti caratteristici del<strong>la</strong> nuovaformu<strong>la</strong> di vita e fissa alcunicriteri.Essa indica alle figlie <strong>la</strong> stradada seguire per divenire quelloche devono essere: “vere eintatte spose del Figlio di Dio”.Muore il 27 gennaio 1540,attorniata dalle sue 150 figlie.Dopo <strong>la</strong> sua morte <strong>la</strong>Compagnia ha dovuto resisterenon poco al<strong>la</strong> mentalità deltempo e per mantenere <strong>la</strong>caratteristica seco<strong>la</strong>re.17


Pian piano <strong>la</strong> Compagnia sidiffuse nel<strong>la</strong> diocesi brescianacon <strong>la</strong> formazione di gruppipropri, tanto che in qualchepaese si formarono gruppi divita comune. Sia in cittàche in Diocesi, le figliedi S. Ange<strong>la</strong> si sonodedicate soprattuttoall’alfabetizzazionee all’insegnamentodel<strong>la</strong> dottrinacristiana alle donneed all’aposto<strong>la</strong>to,sotto <strong>la</strong> guida delclero del luogo.Dopo <strong>la</strong> soppressionenapoleonica (1810)<strong>la</strong> Compagnia rimase<strong>la</strong>tente per alcunidecenni, finché ripresevita nel 1866 ad opera dellesorelle Maddalena e ElisabettaGirelli.Nate a Brescia rispettivamenteil 3 Ottobre 1838 e il 26Settembre 1839 e educate daigenitori a coltivare elevati idealispirituali, desideravanopercorrere <strong>la</strong> stradadel<strong>la</strong> perfezionecristiana purrimanendo nelmondo e cosìindirizzate dalvescovo Mons.Giro<strong>la</strong>moVerzieri deciserodi ridar vitaal<strong>la</strong> Compagniasecondo <strong>la</strong>Rego<strong>la</strong> di S.Ange<strong>la</strong>, con alcuniadattamenti deltempo.Nel 1867 <strong>la</strong>Compagnia pose <strong>la</strong> suasede in S. Afra.Ristrutturato un fabbricato,ricevuto in eredità, a Brescia, leGirelli lo resero centro spiritualedel<strong>la</strong> Compagnia, dandogliil nome di “Casa S. Ange<strong>la</strong>”(1899).L’azione delle Girelli fu intensae qualificata per <strong>la</strong> formazionee promozione del<strong>la</strong> Compagnia.Questa si diffuse in tutta <strong>la</strong>diocesi, offrendo un preziosoaiuto all’aposto<strong>la</strong>to parrocchiale,accattivandosi <strong>la</strong> stima del cleroe del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.Al<strong>la</strong> loro morte le sorelle(Bettina muore nel 1919e Maddalena nel 1923)<strong>la</strong>sciarono <strong>la</strong> Compagnia solidanel<strong>la</strong> formazione spirituale enell’organizzazione centrale eperiferica, così che essa potèaffrontare le situazioni complessedei decenni successivi.A <strong>Marone</strong> le sorelle Girellicomperarono nel 1877 un edificioper ospitare le giovani <strong>la</strong>voratricioccupate presso il setificioVismara; nel 1902 il collegioospitava 120 fanciulle. Lesorelle Girelli visitarono spessoquesta casa e <strong>la</strong> sostennerofinanziariamente.Dopo <strong>la</strong> prima guerramondiale, il fi<strong>la</strong>toio Vismarachiuse i battenti, perciò le ospitidovettero essere rimandateai loro parenti, per mancanzadi <strong>la</strong>voro. Allora l’istituto futrasformato in orfanotrofio conil nome “Istituto orfanotrofiosorelle Maddalena ed ElisabettaGirelli”. Si accettavano ragazzedai 6 ai 12 anni (dimesse ai18), che venivano addestrate in<strong>la</strong>vori prevalentemente tessili;le ospiti ne ricavavano ancheun guadagno con <strong>la</strong> vendita delprodotto di te<strong>la</strong> e maglieria.Nel 1924 divenne direttricedell’Istituto <strong>la</strong> <strong>maestra</strong><strong>Margherita</strong> Guerrini sino al<strong>la</strong> suamorte il 29 maggio del 1929.le ragazze dell’Istituto Girelli, negli anni ‘30, in una foto di Lorenzo Antonio Predaliin alto: le sorelle Girelli19


La vita a <strong>Marone</strong>al<strong>la</strong> fine del 1800<strong>Marone</strong> 1900: via Roma<strong>Marone</strong> 1900: via Roma<strong>Marone</strong> 1900: via Roma


La vita a <strong>Marone</strong> al<strong>la</strong> fine del 1800Attraverso le fonti orali, materiali e iconiche che abbiamo raccolto, siamo,in parte, riusciti a ricostruire <strong>la</strong> vita nel periodo storico in cui visse <strong>la</strong> <strong>maestra</strong><strong>Margherita</strong>.Tutto ciò non è stato facile per noi, infatti abbiamo incontrato alcune difficoltànell’immaginare uno stile di vita molto diverso dal nostro.Per capire meglio, abbiamo osservato ed analizzato molte fotografie (fine1800 e inizio 1900) ed abbiamo visto il film L’albero degli zoccoli di ErmannoOlmi.e famiglie eranonumerose egeneralmente vivevanoin case semplici e nelle quali,a volte, abitavano più nucleifamiliari.All’interno c’erano pochimobili, solo quelli essenziali(tavolo, sedia, credenza, foco<strong>la</strong>reo stufa a legna…), non c’eral’acqua corrente e i serviziigienici erano posti all’esternodell’abitazione.La casaLe strade non erano asfaltatema ricoperte da terra battuta o aciottoli, el resöl.Non c’erano automobili, siviaggiava con cavalli, asini esoprattutto a piedi.Le fabbriche eranoprincipalmente tessili e <strong>la</strong>maggior parte del<strong>la</strong> gente<strong>la</strong>vorava anche nei campi.Non c’erano supermercati mapiccoli e pochi negozietti chiamatidrogherie.22 <strong>Marone</strong> 1950: via Trento


GiochiGli unici giochidisponibili eranoquelli che i bambinipotevano costruireda soli o conl’aiuto dei genitori:utilizzavanopalloni, bamboledi stoffa, sassi ebastoni oppuregiocavano al famosoe intramontabilemondo.AbbigliamentofemminileNei giorni difesta le donneindossavanogonne lunghe,scure ed eleganti,camicie bianchemolto accol<strong>la</strong>tecon manica lungae calzavano scarpe con il taccobasso.Nei giorni <strong>la</strong>vorativimettevano gonne lunghe, scure esempre ricoperte da grembiuloni(<strong>la</strong> bigarö<strong>la</strong>) con ampie taschenelle quali c’erano sempre unfazzoletto e un paio di forbici(per raccogliere erbette varie neicampi).Mettevano camicie ricoperteda uno scialle e nei piedicalzavano ciabatte.Le donne avevano i capellilunghi raccolti in una crocchiadetta cucù (in questo modorestavano puliti più a lungo).24


Abbigliamento maschileLa domenica gli uomini indossavano pantaloniscuri, camicia bianca coperta da un panciotto,crodèt, e un fou<strong>la</strong>rino al collo perché spesso <strong>la</strong>camicia era senza colletto.Calzavano scarpe scure con spesse suoledi cuoio in cui venivano conficcatitantissimi chiodi (brochète),affinché si consumassero menovelocemente e potesseroquindi durare di più.Nei campi e sul <strong>la</strong>voroindossavano una camiciacon le maniche lunghearroto<strong>la</strong>te, pantaloni scurie comodi trattenuti in vitada una cintura, scarpechiodate (spesso con <strong>la</strong>suo<strong>la</strong> di legno).I capelli per motiviigienici erano tagliatispesso e tenuti corti.


Abbigliamento deibambiniI bambini vestivano comegli adulti.A scuo<strong>la</strong> indossavanoabiti sempre ordinati e puliti,ricoperti da un grembiulegeneralmente scuro con uncolletto bianco di pizzo fattodal<strong>la</strong> mamma.


<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong>Si scriveva solo in corsivoe le materie erano: Religione,Canto, Disegno e bel<strong>la</strong> scrittura,Lettura e recitazione, Ortografia,Aritmetica e contabilità,Geografia, Storia, Scienze, Lavoridonneschi e <strong>la</strong>vori manuali,Nozioni varie.Non tutti avevano <strong>la</strong>possibilità di frequentare <strong>la</strong>scuo<strong>la</strong> che era obbligatoria finoal<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse terza.Al tempo delle testimonianzeche abbiamo raccolto (siamointorno agli anni ‘20), nel nostropaese c’era una scuo<strong>la</strong> nelcapoluogo, una a Vesto e una aVello.Solo a <strong>Marone</strong> esistevano lec<strong>la</strong>ssi quarta e quinta.A Vesto e a Vello sifrequentava fino al<strong>la</strong> terzac<strong>la</strong>sse, (in seguito fino al<strong>la</strong>quarta).Chi abitava nelle frazioni evoleva proseguire oltre, dovevarecarsi quindi nel capoluogo.Le c<strong>la</strong>ssi erano numerose; avolte anche con più di cinquantaalunni.I banchi erano di legno, lunghie attaccati gli uni agli altri inlunghe file.Ogni banco aveva un buconel quale era inserito il ca<strong>la</strong>maio(una bottiglietta conteneteinchiostro nero o rosso). Perscrivere si usavano i pennini chesi intingevano nei ca<strong>la</strong>mai.Gli alunni usavano unsolo quaderno a righe, uno aquadretti, un libro di lettura, unpiccolo astuccio di legno e nontutti possedevano <strong>la</strong> gomma percancel<strong>la</strong>re.Il materiale sco<strong>la</strong>stico eracontenuto in una sacca di te<strong>la</strong>cucita dal<strong>la</strong> mamma chiamatasachè<strong>la</strong> o sacòcia.Oltre ai banchi l’arredosco<strong>la</strong>stico era composto dal<strong>la</strong><strong>la</strong>vagna e anche da una stufa alegna.In inverno, a turno, ognibambino doveva portare un po’ dibastù (ciocchi) da casa, per poteralimentare <strong>la</strong> stufa e scaldarel’au<strong>la</strong>.30


Il Municipio in via Roma (ora demolito) era sede del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Elementare: finoall’alluvione del 1953, in uno stabile a fianco, vi era anche l’Asilo Infantile.La Scuo<strong>la</strong> Elementare, inaugurata nel 1929, divenuta poi Scuo<strong>la</strong> Media ed infineMunicipio.


TestimonianzeDurante questo viaggio nel<strong>la</strong> storia locale abbiamo incontrato econosciuto simpatiche persone che, con molta emozione e …ma meparle mia bé l’italiano, ci hanno aiutato ad amare ancor di più il nostropaese e il suo passato.Quando frequentavo <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> in centro al paese (vicino al<strong>la</strong> postaattuale) <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> Fiorina, che era <strong>la</strong> mia insegnante, mandava noialunni, a turno, ogni mattina durante l’intervallo a casa del<strong>la</strong> <strong>maestra</strong><strong>Margherita</strong> a prenderle un contenitore con <strong>la</strong>tte o caffè caldo.Lei ci offriva sempre una caramel<strong>la</strong>, un frutto oppure una nocepregandoci però di fare un fioretto ossia di non assaggiare il suo donofinché non eravamo arrivati infondo al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> oppure fuoridal portone. Io non capivo ilsenso di questa promessa,ma poi con il tempo ho notatoche una picco<strong>la</strong> rinunciarendeva molto grande unpiccolo dono.In estate trascorrevo levacanze a Zone e <strong>la</strong> <strong>maestra</strong><strong>Margherita</strong> aveva una cascinapoco più avanti del<strong>la</strong> mia.Lei stava là con <strong>la</strong> cugina eogni domenica all’ora del<strong>la</strong> S.Messa, non potendo scenderein paese, <strong>Margherita</strong>percorreva un sentiero finoal<strong>la</strong> località Culma da dovesi vedeva <strong>la</strong> chiesa di Zone elì si inginocchiava e riuscivaa partecipare al<strong>la</strong> Messacome se fisicamente fosse inchiesa.(Irma)


La domenica pomeriggioquando il parroco faceva dottrinaagli adulti, <strong>Margherita</strong> andavanelle osterie invitando gli uominiche stavano giocando a cartead andare in chiesa e quasi tutti<strong>la</strong> seguivano per il rispetto e <strong>la</strong>venerazione che avevano nei suoiconfronti.(<strong>maestra</strong> Mary)E’ successo che a<strong>Marone</strong> c’era un taleGamba detto Cilo chesi supponeva fosseepilettico perchécadeva semprea terra e battevaspesso <strong>la</strong> testa equesto continuò finoa che divenne quasicompletamenteinfermo.La famiglia d’estatelo portava in poltronasull’uscio di casa, nel<strong>la</strong> contrada di Piazze, per prendere un po’ disole e poter vedere <strong>la</strong> gente che passava anche se lui non potevacomunicare.Morta <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>, a qualcuno venne l’idea di mettergli intesta un berretto di <strong>la</strong>na bianca che era appartenuto a lei.Passato qualche mese Cilo cominciò a riprendersi, iniziò a par<strong>la</strong>reseppur con qualche difficoltà di pronuncia e riprese a camminare:diventò una persona normale all’ottanta per cento.E’ opinione generale che fu un miracolo del<strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>,anche se il prete affermò che non c’era <strong>la</strong> certezza che fosse unmiracolo , ma non si poteva escludere niente dato che il fatto ebbeinnumerevoli testimoni.<strong>Margherita</strong> era una donnina picco<strong>la</strong> ma con un cuore grande.Quando <strong>la</strong> nipote di <strong>Margherita</strong>, <strong>maestra</strong> Fiorina, si assentava dal<strong>la</strong>voro lei <strong>la</strong> sostituiva e ricordo che nelle tasche del suo grembiule,che sembravano senza fondo, aveva sempre noci per tutti.(Gino)La signora Giulia Zanottiracconta che <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong>sostituiva spesso <strong>la</strong> nipote<strong>maestra</strong> Fiorina ed è proprio ascuo<strong>la</strong> che l’ha conosciuta.Indossava sempre gonne nerelunghe con pieghe dietro, unoscialletto scuro incrociato sullespalle e un grembiule. Terminatele lezioni faceva pregare glialunni e durante <strong>la</strong> sua fervente<strong>preghiera</strong> sembrava si sollevassedal terreno. Era molto buona contutti i bambini.Nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse c’erano moltialunni, in quel<strong>la</strong> di Giulia vi erano63 sco<strong>la</strong>ri.Il materiale sco<strong>la</strong>stico eracontenuto in una “saccoccia”,un sacco di te<strong>la</strong> di iuta in cuisi metteva un quaderno, unamatita, il sil<strong>la</strong>bario e chi erafortunato anche <strong>la</strong> gomma.Si facevano i turni per andarea scuo<strong>la</strong>; c’era chi frequentava almattino e chi al pomeriggio.(Giulia)3637


La signora Maria Zanotti raccontache quando si sposò, fu accolta dal<strong>la</strong><strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong> in casa come unafiglia (il marito era un nipote del<strong>la</strong><strong>maestra</strong>).Un fatto che ricorda con moltoaffetto è questo: quando <strong>la</strong> <strong>maestra</strong>doveva togliere le pentole dal fuoconon usava mai le presine anche sei manici scottavano, si bruciava lemani e diceva: “E’ un anticipo di ciòche dovrò soffrire all’inferno.”(Maria Zanotti)La nostra catechista Marisaci ha raccontato che <strong>Margherita</strong><strong>Guerini</strong> è stata l’insegnantedi suo papà. Questa <strong>maestra</strong>per convincere i suoi nonnia far proseguire negli studisuo padre dopo <strong>la</strong> terzaelementare, un giorno portò acasa loro un chilogrammo dizucchero.Questo fatto dimostraquanto <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> ci tenesseall’istruzione dei bambinispecialmente i più volenterosied era disposta a privarsi dicose proprie pur di aiutarli.La zia di Miche<strong>la</strong> raccontaquello che ha sentito ripeteretante volte da sua mamma<strong>Guerini</strong> Ange<strong>la</strong> (1922).La <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong><strong>la</strong> domenica, qualchevolta, andava aVesto e i bambinil’aspettavano,sentivano il Suoprofumo e le correvanoincontro.Insieme andavanoin chiesa e al<strong>la</strong> finedel<strong>la</strong> <strong>preghiera</strong> odel<strong>la</strong> celebrazione leirega<strong>la</strong>va a tutti noci ,nocciole e fichi secchi.(Caterina)La <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>Guerrini nacque a <strong>Marone</strong>nel 1853 e morì il 19 maggio1929 all’età di 76 anni.Era una persona moltoumile e riservata.Studiò e divenne <strong>maestra</strong>grazie al<strong>la</strong> guida di un suocugino sacerdote (donGiovanni Guerrini), al temponon c’era l’Istituto Magistralevicino a casa.Amava chiunque, senzadistinzione di casta oappartenenza politica, madedicava il suo tempo e lesue attenzioni soprattuttoai poveri, ai bimbi ed aigiovani.In parrocchia faceva <strong>la</strong>catechista e con il suo mododi fare umile e discretocoinvolgeva molto persone.Spesso all’ora dellefunzioni religiose si recavanei bar e con il suo angelicosorriso invitava i giovani apartecipare al<strong>la</strong> Messa e adascoltare <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio ecosì molti <strong>la</strong> seguivano.Figura minuta, portava icapelli raccolti, i suoi vestiti erano di colore scuro, semplici e ordinati.Abitava con <strong>la</strong> cugina Maestra Fiorina.Tutti in paese l ’ amavano per <strong>la</strong> sua discreta disponibilità versochiunque; per lei tutti erano fratelli, i ricchi, i poveri, i buoni e i cattivi.Aveva un intuito partico<strong>la</strong>re, dava consigli spirituali ed usava caritàmateriale verso chi era in situazioni partico<strong>la</strong>ri, in silenzio, attivandocosì tante anime al bene.Ancora oggi, chi l’ha conosciuta, <strong>la</strong> ricorda come una santa.(Luigina)39


Anche <strong>la</strong> signora Ezia <strong>Guerini</strong> (1915) ha contribuito ad arricchire<strong>la</strong> nostra ricerca storica recitando al<strong>la</strong> <strong>maestra</strong> Elena una poesia cheha studiato all’età di 11 anni in occasione del<strong>la</strong> 1° Festa degli alberi di<strong>Marone</strong>.E’ molto bel<strong>la</strong> e partico<strong>la</strong>re e impareremo a recitar<strong>la</strong> anche noi con<strong>la</strong> stessa passione.quando le caramelle non avevano<strong>la</strong> data di scadenzaI bambini di Vesto in una foto degli anni ‘30.4041


Le c<strong>la</strong>ssi 1926 - 1927 - 1928 nel cortile dell’Asilo in via Trento.in basso: <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse 1927 davanti al portone del<strong>la</strong> nuova Scuo<strong>la</strong> Elementare.Una c<strong>la</strong>sse nel cortile dell’Asilo in via Trento: sullo sfondo l’affresco ora in piazza Donatori di Sangue.in basso: <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse 1945 in au<strong>la</strong>.


La c<strong>la</strong>sse 1952 con il maestro Fe<strong>la</strong>ppi.in basso: <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse 1949 con il maestro Mutti.La c<strong>la</strong>sse 1927 con <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> Gelmini.in basso: <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse 1922 con <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> Gelmini.


<strong>la</strong> casa natale di <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> a Vesto<strong>la</strong> casa natale di <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> a Vesto


Il luttino ancora conservatopresso molte famigliemaronesi e l’immaginedel<strong>la</strong> <strong>maestra</strong> morta (che<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>revuole vestita di un biancoabito nuziale).<strong>la</strong> casa in via Trento (oggi casa Berardi) in cui <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> morì:era anche sede dell’Asilo Infantile Comunale49


gli autorie le loro impressioni Attraverso questo <strong>la</strong>voro ho potuto capire e vedere (grazie allefotografie) come era <strong>Marone</strong> nel periodo in cui vissero i mieibisnonni. (Giulia) Il <strong>la</strong>voro che abbiamo svolto mi ha fatto scoprire che i bambini ascuo<strong>la</strong> avevano meno materiale sco<strong>la</strong>stico rispetto a noi e se unalunno non aveva <strong>la</strong> gomma i suoi compagni lo aiutavano. Oggi noinon ci prestiamo niente. (Sheron) Ho scoperto che in quel periodo le persone erano molto povere, masi aiutavano sempre. (Federico) È stato interessante questo viaggio nel passato. Mi è piaciuto fare idisegni, vedere le fotografie e ascoltare le testimonianze. Ho capitoperché <strong>la</strong> nostra scuo<strong>la</strong> è stata dedicata a <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong>: erauna persona speciale. (Andrea) Quando abbiamo iniziato questa ricerca, non pensavo che sarebbepoi diventata un libro. (Veronica) Ho scoperto che <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong> pregava prima diandare a scuo<strong>la</strong> e dava noci e nocciole ai bambini. (Hina) È stato bello ascoltare le persone che sono venute in c<strong>la</strong>ssea raccontare ciò che ricordano del<strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>.(Alessandro)Questa <strong>maestra</strong> era tanto buona e gentile con tutti. (Annarita) Non pensavo che esistesse una persona che potesse pregare concosì tanta devozione. (Michele) Questo viaggio a ritroso nel tempo mi ha fatto capire che i nostrinonni per avere cibo dovevano <strong>la</strong>vorare sodo. Sono contenta diaver dato <strong>la</strong> possibilità alle persone di <strong>Marone</strong> di conoscere <strong>la</strong>storia di una persona veramente importante per il nostro paese.(Miche<strong>la</strong>) Da questo <strong>la</strong>voro ho capito che bisogna essere gentili con gli altri ericordarci sempre che i nostri genitori fanno fatica a guadagnare isoldi per poterci comperare il materiale sco<strong>la</strong>stico, gli abiti e tuttoil resto. (Mattia) Vorrei poter trascorrere anche solo un giorno con <strong>la</strong> <strong>maestra</strong><strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong>. (Silvia) Ho capito come una volta era dura <strong>la</strong> vita delle persone e quantafatica dovevano fare per guadagnarsi il pane. (Anna) Nel<strong>la</strong> pagel<strong>la</strong> era valutata anche <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> scrittura. Abbiamo vistoalcuni registri e quaderni: scrivevano in modo perfetto. (Paolo) È stato interessante scoprire come vivevano le persone nel periodoin cui visse <strong>Margherita</strong> <strong>Guerini</strong>. (Sara G.) Questa ricerca nel passato mi è piaciuta un mondo: ho imparatocome vivevano i miei nonni e l’importanza che davano al<strong>la</strong>col<strong>la</strong>borazione. (Luca) Mi è piaciuta questa ricerca perché ho scoperto cose nuove: adesempio come si faceva il sapone nei tempi passati. (Laura) Grazie al <strong>la</strong>voro svolto ho finalmente capito il significato del<strong>la</strong>frase che mia mamma mi ripete spesso: “Non <strong>la</strong>mentarti sempre,noi siamo fortunati, ci sono persone ancora oggi che non hanno ilnecessario per vivere.” (Sara A.) Attraverso questo <strong>la</strong>voro ho scoperto che <strong>la</strong> <strong>maestra</strong> <strong>Margherita</strong>,quando faceva del bene alle persone non si vantava, non lo dicevaa nessuno: aveva un cuore d’oro. (Monica) Questo viaggio nel passato è stato interessante, utile e piacevoleperché abbiamo scoperto <strong>la</strong> vita di una donna amata dal<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione maronese. (Ludovica) Dovrei ricordarmi ogni giorno che tutto ciò che possiedo oggi èanche frutto del <strong>la</strong>voro che tante persone hanno fatto in passato.(Cristian) Con questo <strong>la</strong>voro ho conosciuto una persona molto buona.(Ruth) È stato molto divertente scorrazzare per <strong>Marone</strong>, fotografare eosservare i luoghi in cui <strong>Margherita</strong> ha trascorso parte del<strong>la</strong> suavita. (Moira)5051


finito di stampare nel mese di Maggio 2007da COLOR-ART, Rodengo Saianoper conto diFdP editore

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