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Titolo origina<strong>le</strong>:Dream<strong>le</strong>ssCopyright © 2012 by Josephine AngeliniAll rights reserved.http://y.giunti.it© 2012 Giunti Editore S.p.A.Via Bolognese 165 – 50139 Firenze – ItaliaVia Dante 4 – 20121 Milano – ItaliaPrima edizione: giugno 2012RistampaAnno6 5 4 3 2 1 0 2016 2015 2014 2013 2012dream<strong>le</strong>ss_def.indd 4 16/04/12 15:57


A mio marito, con tutto il mio amore.dream<strong>le</strong>ss_def.indd 5 16/04/12 15:57


prologolunedì mattina la scuola rimase chiusa. In certe zonedell’isola l’e<strong>le</strong>ttricità non era ancora stata riallacciata emolte strade del centro erano impraticabili per i danni provocatidalla tempesta.Sì, come no, pensò Zach, mentre usciva di casa. È stata la«tempesta» che ha demolito mezzo paese, non quella nuova famigliadi fenomeni che sfreccia più veloce del<strong>le</strong> auto.Corse per qualche isolato, solo per allontanarsi un po’ dasuo padre. Non sopportava di restare a casa e ascoltarlo mentresi lamentava del fatto che la squadra avesse saltato un al<strong>le</strong>namentodi football, quando in realtà era solo triste di non passarela giornata con i suoi at<strong>le</strong>ti bionici: gli incredibili Delos.Zach percorse India Street per andare a vedere i gradinidanneggiati dell’Ateneo insieme a decine di altri passanti.Girava voce che la sera prima, a causa di un corto circuito,un cavo e<strong>le</strong>ttrico fosse caduto diventando così incandescenteda sciogliere l’asfalto. Zach vide il cavo a terra e la voragine,ma sapeva che quello non poteva essere stato la vera causadell’incidente.Così come sapeva che il cartello USCITA sopra la portad’emergenza vicina agli spogliatoi femminili non poteva avercausato l’incendio del prato a cinque metri di distanza.7dream<strong>le</strong>ss_def.indd 7 16/04/12 15:57


Com’è che tutti erano tanto stupidi? Erano così abbagliati<strong>dai</strong> ragazzi Delos da non accorgersi che i gradini di marmodella biblioteca non potevano essere stati crepati dalla forzadel vento? Nessuno capiva che c’era sotto qualcos’altro? Perlui era talmente ovvio. Aveva provato ad avvertire He<strong>le</strong>n, maera troppo presa da Lucas per rendersene conto. Zach sapevache in qualche oscuro modo anche <strong>le</strong>i era come loro, ma ciaveva provato comunque. Invece <strong>le</strong>i si comportava come tuttoil resto dell’isola, come anche suo padre. Erano accecati.Stava passeggiando per il paese, guardando ma<strong>le</strong> tutti quegliidioti che gironzolavano a bocca aperta indicando l’asfaltosciolto, quando Matt lo vide e gli fece segno di avvicinarsi.«Hei, ciao» disse Matt non appena Zach lo raggiunse accantoal nastro giallo della polizia. «Dicono che è stata colpadella linea principa<strong>le</strong> dell’isola. Pazzesco, no?»«Cavolo. Una voragine. Incredibilissimo!» commentòZach, sarcastico.«Secondo te non è interessante?» domandò Matt, alzandoun sopracciglio.«Be’, non credo che possa essere stato un cavo crollato afare tutto questo.»«Cos’altro allora?» domandò Matt con il solito atteggiamentoanalitico, indicando lo scempio che avevano davanti.Zach abbozzò un sorriso. Matt era più intelligente di quantonon credesse la gente. Era un bel ragazzo, si vestiva in modofigo, era capitano della squadra di golf e veniva da una famigliarispettabi<strong>le</strong>. Cosa più importante, sapeva come muoversinell’ambiente che conta, con persone che parlavano di coseinteressanti come lo sport. Anzi, secondo Zach, se solo l’avessevoluto, Matt sarebbe potuto diventare uno dei ragazzi più8dream<strong>le</strong>ss_def.indd 8 16/04/12 15:57


popolari della scuola, ma per qualche ragione aveva rinunciatoa quel ruolo e scelto invece di essere il Re degli sfigati. Forselo aveva fatto per stare vicino a He<strong>le</strong>n.Zach ancora non aveva capito perché anche <strong>le</strong>i avesse decisodi frequentarli, visto e considerato che era più bella di tutte<strong>le</strong> attrici o model<strong>le</strong> che avesse mai visto. La sua decisione dimettersi in disparte contribuiva ad accrescere il suo mistero eil suo fascino. Era il tipo di ragazza per cui gli uomini avrebberofatto qualsiasi cosa. Come rinunciare a tutto quello cheavevano o rubare o addirittura combattere…«Io non c’ero» disse Zach, per rispondere una buona voltaalla domanda di Matt. «Ma a me sembra che qualcuno abbiafatto tutto questo di proposito, pensando anche di farlafranca.»«Pensi che qualcuno… Cosa? Abbia distrutto la biblioteca,strappato un cavo e<strong>le</strong>ttrico da diecimila volt a mani nude e poispalancato una voragine di un metro e mezzo nell’asfalto…per divertimento?» chiese Matt, pacatamente. Socchiuse gliocchi e fece un sorrisino sornione.«Che ne so» rispose alla fine l’amico. Poi, pensandoci, disse:«Ma forse lo sai tu. Negli ultimi tempi ti vedi spesso conAriadne».«Sì, e allora?» ribatté calmo lui. «Non capisco dove vuoiarrivare.»Matt sapeva qualcosa? I Delos gli avevano svelato dei segretimentre avevano tenuto Zach all’oscuro? Zach lo studiòper un momento e decise che, come tutti, l’amico probabilmenteparteggiava per la famiglia Delos, soprattutto quandosi accennava a quanto fossero strani.«Chi ha detto che voglio arrivare da qualche parte? Sto solo9dream<strong>le</strong>ss_def.indd 9 16/04/12 15:57


dicendo che non ho mai visto un cavo combinare un disastrosimi<strong>le</strong>. E tu?»«Quindi la polizia, la protezione civi<strong>le</strong>, tutta la gente addestrataad affrontare <strong>le</strong> calamità naturali si sbagliano mentre tuhai ragione?»Il modo in cui Matt l’aveva messa fece sentire Zach un po’stupido. Non poteva arrivare e sostenere così su due piedi cheuna famiglia di superuomini stava cercando di conquistarel’isola. L’ avrebbero preso per matto. Dissimulando, guardò igradini demoliti dell’Ateneo e fece spallucce.A quel punto notò una persona, qualcuno di specia<strong>le</strong>,come He<strong>le</strong>n – come quei ma<strong>le</strong>detti Delos. Solo che questopersonaggio era diverso… c’era qualcosa di disumano in lui.Quando si muoveva, sembrava un insetto.«Poco importa. In realtà non me ne frega un bel niente dicos’è successo» disse Zach, fingendosi annoiato. «Divertiti afissare quel buco.»Detto questo se ne andò: non vo<strong>le</strong>va sprecare altro tempocon qualcuno che stava pa<strong>le</strong>semente dalla parte dei Delos. Erainvece curioso di vedere dove si stava dirigendo quello stranopersonaggio e magari capire cosa gli nascondevano tutti.Seguì lo sconosciuto fino al porto e intravide una barcaenorme. Sembrava spuntata da un libro di fiabe. Alberi altissimi,ponte di <strong>le</strong>gno, scafo in vetroresina e ve<strong>le</strong> rosse. Zachsi avvicinò a bocca aperta. La barca era la cosa più bella cheavesse mai visto, non fosse stato per quel viso… Il viso di <strong>le</strong>i.Zach sentì un colpetto su una spalla e, non appena si girò,il buio lo avvolse.<strong>10</strong>dream<strong>le</strong>ss_def.indd <strong>10</strong> 16/04/12 15:57


unoIl sangue rosso sgorgava dal<strong>le</strong> dita spaccate di He<strong>le</strong>n, si raccoglievaintorno al<strong>le</strong> unghie e colava lungo <strong>le</strong> nocche. Nonostanteil dolore, si aggrappò ancora più tenacemente al davanza<strong>le</strong>con la mano sinistra, per cercare di far scivolare in avantiquella destra. Sotto <strong>le</strong> dita sentiva la polvere e il sangue, <strong>le</strong> facevanoperdere la presa, e <strong>le</strong> mani erano così in preda ai crampida far<strong>le</strong> quasi venire gli spasmi. Allungò la mano destra, manon ebbe la forza di tirarsi su.Scivolò indietro con un rantolo finché non rimase appesa soloper i polpastrelli. Sei piani più sotto rispetto ai suoi piedi penzolantic’era un’aiuola arida, ingombra di tego<strong>le</strong> e vecchi mattonicaduti dal tetto della villa diroccata e andati in frantumi.Non aveva bisogno di guardare in giù per sapere che avrebbefatto la stessa fine se avesse perso la presa sul davanza<strong>le</strong> che sisbriciolava. Riprovò a far dondolare una gamba verso l’alto perarrivare al davanza<strong>le</strong>, ma più scalciava e meno sicura diventavala presa.Le sfuggì un singhiozzo a labbra strette. Era appesa lì daquando era arrivata agli Inferi, quella sera. Ma a <strong>le</strong>i sembravache fossero passate ore, forse giorni, e stava cominciando aperdere <strong>le</strong> forze. La frustrazione la spinse a gridare. Doveva arrampicarsie cercare <strong>le</strong> Furie. Lei era il Discensore destinato a11dream<strong>le</strong>ss_def.indd 11 16/04/12 15:57


calare negli Inferi: era questo il suo compito. Trovare <strong>le</strong> Erinni,riuscire in qualche modo a sconfigger<strong>le</strong> e liberare i Discendentidalla loro influenza ma<strong>le</strong>fica. Toccava a <strong>le</strong>i chiudere il ciclo divendette, la faida che costringeva i Discendenti a uccidersi avicenda, e invece eccola lì a dondolare appesa a una finestra.Non vo<strong>le</strong>va cadere, e sicuramente non sarebbe riuscita a rintracciare<strong>le</strong> Furie restando lì appesa per l’eternità. E agli Inferiogni notte durava per sempre. Avrebbe dovuto porre fine inqualche modo a quella notte e ricominciarne una nuova, possibilmentepiù produttiva. Se non fosse riuscita a tirarsi su, <strong>le</strong>restava una sola opzione.Le dita della mano sinistra cominciarono a contrarsi e persela presa. Si convinse a non opporre resistenza: tanto va<strong>le</strong>va cadere,almeno sarebbe finita. Eppure si aggrappò a quel davanza<strong>le</strong>con la mano destra, usando tutte <strong>le</strong> forze che aveva. Eratroppo spaventata per mollare. Si morsicò il labbro sanguinanteper concentrarsi, ma <strong>le</strong> dita scivolarono sulla polvere e alla finesi staccarono dal bordo. Non ce l’aveva fatta.Quando toccò terra, sentì la gamba fratturarsi.12Si portò una mano alla bocca per soffocare un grido cheavrebbe squarciato il si<strong>le</strong>nzio della sua cameretta a Nantucket.Riusciva a sentire la polvere degli Inferi sul<strong>le</strong> ditacontratte. Nella luce argentata che precedeva l’alba, ascoltòattentamente suo padre che si vestiva in fondo al corridoio.Grazie al cielo Jerry non aveva notato nulla di strano, e orastava scendendo al piano di sotto per preparare la colazionecome se niente fosse.Sdraiata a <strong>le</strong>tto, tremante per il dolore della frattura e per imuscoli in preda ai crampi, attese che il suo corpo si riprendesdream<strong>le</strong>ss_def.indd12 16/04/12 15:57


se. Le lacrime <strong>le</strong> rigarono <strong>le</strong> guance, lasciando una traccia caldasulla pel<strong>le</strong> gelida. Faceva un freddo polare in quella camera.He<strong>le</strong>n sapeva che avrebbe dovuto mangiare per rimettersiin sesto, ma non poteva scendere al piano di sotto con lagamba rotta. Si disse di restare calma e aspettare. Presto il suocorpo sarebbe stato abbastanza forte da permetter<strong>le</strong> di muoversi,reggersi in piedi e camminare. Ma per il momento sarebberimasta a <strong>le</strong>tto, con la scusa d’essersi riaddormentata.Poi avrebbe cercato di nascondere la gamba ferita al padre,sorridendo e chiacchierando del più e del meno mentre facevanocolazione. Infine, dopo aver messo qualcosa sotto i denti,sarebbe guarita del tutto.Mancava poco, poi sarebbe stata meglio, si disse, piangendoin si<strong>le</strong>nzio. Doveva solo tenere duro.Qualcuno <strong>le</strong> stava sventolando una mano sotto il naso.«Eh?» domandò stranita. Si girò e vide Matt, che <strong>le</strong> facevasegno di tornare sul pianeta Terra.«Scusa He<strong>le</strong>n, ma proprio non ci arrivo. Che cos’è una Canaglia?»chiese corrucciato.«Una come me» rispose <strong>le</strong>i, forse a voce troppo alta. Si eraassentata solo per un attimo e non riusciva più a stare al passocon la conversazione.He<strong>le</strong>n si tirò su e diede un’occhiata intorno. Tutti gli altrinella stanza la stavano fissando. Tutti tranne Lucas che siguardava <strong>le</strong> mani in grembo, con <strong>le</strong> labbra serrate.He<strong>le</strong>n, Lucas, Ariadne e Jason erano seduti a tavola nellacucina di casa Delos, dopo la scuola, a cercare di ragguagliareMatt e Claire sul<strong>le</strong> doti dei semidei. Matt e Claire erano i miglioriamici mortali di He<strong>le</strong>n, entrambi sveglissimi, ma alcune13dream<strong>le</strong>ss_def.indd 13 16/04/12 15:57


cose su He<strong>le</strong>n e sul suo passato erano troppo complicate peressere comprese al primo schiocco di dita. Sette giorni primaavevano rischiato la vita per dare una mano a He<strong>le</strong>n e al restodella famiglia Delos.Sette giorni, pensò He<strong>le</strong>n, contandoli sul<strong>le</strong> dita della manoper esserne sicura. Agli Inferi sembrano essere passate sette settimane.Forse per me è stato così.«Sembra un casino, ma non lo è» disse Ariadne quando sirese conto che He<strong>le</strong>n non aveva intenzione di spiegare altro.«Ci sono quattro Case e tutte e quattro hanno un debito disangue reciproco risa<strong>le</strong>nte alla guerra di Troia. Ecco perché<strong>le</strong> Furie vogliono farci uccidere un membro di un’altra Casa.Per vendetta.»«Cioè, un miliardo d’anni fa qualcuno della Casa di Atreoha ucciso qualcuno della Casa di Tebe e voi dovreste saldare ildebito di sangue?» domandò Matt scettico.«Più o meno, a parte il fatto che non ci ha lasciato <strong>le</strong> pennesolo una persona. Qui si parla della guerra di Troia. È mortaun sacco di gente, sia Discendenti semidei che mortali comete» rispose Ariadne con una smorfia contrita.«Lo so che è morta un mucchio di gente, ma dove vi portaquesta cosa dell’occhio-per-occhio?» insisté Matt. «Non finiràmai. È assurdo.»Lucas esplose in una risata cupa e alzò lo sguardo per incrociarequello di Matt. «Hai ragione. Le Furie ci faranno impazzire»disse a bassa voce, pazientemente. «Ci perseguitanofinché non crolliamo.»He<strong>le</strong>n aveva presente quel tono di voce. Lo chiamava il «tonoda saputello». Avrebbe potuto stare ad ascoltarlo tutto iltempo, anche se non avrebbe dovuto.14dream<strong>le</strong>ss_def.indd 14 16/04/12 15:57


«Ci spingono a ucciderci a vicenda per fare giustizia in unloro modo tutto strambo» continuò Lucas con tono misurato.«Se un membro di un’altra Casa ne uccide uno della nostra,noi per ripicca ne uccidiamo uno della sua, e la cosa continuasenza tregua da tremila e cinquecento anni. E se un Discendenteuccide qualcuno della propria Casa, diventa un Reietto.»«Come Hector» tirò a indovinare Matt. Bastava nominareil loro fratello e cugino per scatenare la ma<strong>le</strong>dizione del<strong>le</strong>Furie, e questo fece imbestialire il clan dei Delos. Matt stavarischiando grosso solamente perché vo<strong>le</strong>va capire bene. «Haucciso vostro cugino Creon perché Creon ha ucciso vostrazia Pandora, e adesso provate tutti il desiderio irresistibi<strong>le</strong> diucciderlo, anche se gli vo<strong>le</strong>te bene. Mi dispiace. Ancora noncapisco in che modo questa possa essere giustizia.»He<strong>le</strong>n si guardò intorno e vide Ariadne, Jason e Lucas digrignarei denti. Il gemello fu il primo a darsi una calmata.«Ecco perché quello che sta facendo He<strong>le</strong>n è tanto importante»rispose. «Lei deve scendere agli Inferi per sconfiggere<strong>le</strong> Furie e porre fine a questa carneficina assurda.»A malincuore Matt rinunciò. Non era faci<strong>le</strong> per lui accettare<strong>le</strong> Furie, ma capiva che nessuno lì a tavola era felice cheesistessero. Sembrava che Claire avesse ancora un paio di coseda chiarire.«Ok. Quello è un Reietto. Le Canaglie come He<strong>le</strong>n invecesono Discendenti che hanno genitori di due Case diverse e solouna di esse può rivendicarli, giusto? Quindi hanno ancora undebito di sangue con l’altra Casa» disse guardinga Claire, comese sapesse che quello che stava dicendo per He<strong>le</strong>n fosse diffici<strong>le</strong>da ascoltare, ma che non potesse farne a meno. «Sei stata reclamatada tua madre, Daphne. O meglio dalla sua Casa.»15dream<strong>le</strong>ss_def.indd 15 16/04/12 15:57


«La Casa di Atreo» disse He<strong>le</strong>n in tono monocorde, ricordandosidi come sua madre dal nulla fosse tornata a rovinar<strong>le</strong>la vita nove giorni prima, con certe notizio<strong>le</strong> per nulla gradite.«Ma il tuo vero padre, non Jerry – anche se devo precisareuna cosa, per me lui resterà sempre il tuo vero padre –, il tuopadre biologico, che non hai mai conosciuto e che è mortoprima che tu nascessi…»«Apparteneva alla Casa di Tebe.» Per un attimo He<strong>le</strong>nguardò Lucas negli occhi, ma distolse subito lo sguardo. «AjaxDelos.»«Era nostro zio» disse Jason, lanciando un’occhiata adAriadne e a Lucas.«Capisco» disse Claire in imbarazzo. Passò lo sguardo daHe<strong>le</strong>n a Lucas che si rifiutarono di incrociare i suoi occhi. «Evisto che appartenete a case nemiche, all’inizio anche voi vo<strong>le</strong>vatefarvi fuori. Finché tu…» Claire lasciò la frase a metà.«Finché io e He<strong>le</strong>n non abbiamo pagato il debito di sanguerischiando di morire l’uno per l’altra» finì Lucas con tono gelido,sfidando i presenti a esprimere un commento sul <strong>le</strong>gametra lui e He<strong>le</strong>n.He<strong>le</strong>n avrebbe voluto scavarsi un buco nel bel mezzo delpavimento della cucina e sprofondarci dentro. Sentiva il pesodi tutte <strong>le</strong> domande inespresse intorno a <strong>le</strong>i: fin dove si eranospinti He<strong>le</strong>n e Lucas prima di scoprire di essere cugini? C’erastato solo qualche bacetto o era una cosa seria?E poi: si desideravano ancora, pur sapendo di essere cugini?E ancora: non è che qualche volta stavano ancora insieme?Non sarebbe stato diffici<strong>le</strong> visto che entrambi volavano. Forsese la svignavano ogni notte e…16dream<strong>le</strong>ss_def.indd 16 16/04/12 15:57


«He<strong>le</strong>n… Dobbiamo rimetterci al lavoro» disse Cassandracon un che di imperioso nella voce. Si piazzò sulla porta dellacucina con i pugni piantati contro i fianchi esili, da ragazzino.Quando He<strong>le</strong>n si alzò da tavola, Lucas incrociò il suosguardo e accennò un sorriso di incoraggiamento. Ricambiandocon un sorriso altrettanto fugace, He<strong>le</strong>n seguì Cassandrafino alla biblioteca dei Delos sentendosi rassicurata.Cassandra chiuse la porta e <strong>le</strong> due ragazze continuarono acercare qualche perla di saggezza che aiutasse He<strong>le</strong>n nella suaricerca.17He<strong>le</strong>n svoltò l’angolo e vide che la strada era bloccata da unarcoba<strong>le</strong>no di ruggine. Un grattacielo era piazzato di traversosulla strada e sembrava che una mano gigantesca l’avesse piegatocome se fosse una spiga di grano.Si asciugò il sudore dalla fronte e cercò di trovare la via piùagevo<strong>le</strong> sull’asfalto crepato e in mezzo alla ferraglia contorta.Sarebbe stata dura scavalcarli, ma quasi tutti i palazzi in questacittà derelitta crollavano in mil<strong>le</strong> pezzi mentre il deserto intornoavanzava. Non aveva senso deviare per un’altra strada. Tutte<strong>le</strong> vie in un modo o nell’altro erano ostruite e He<strong>le</strong>n non avevaidea di qua<strong>le</strong> strada dovesse prendere. L’ unica cosa che potevafare era continuare ad avanzare.Mentre scavalcava un traliccio seghettato, da cui saliva l’odorepungente del metallo marcio, He<strong>le</strong>n percepì un profondolamento, quasi di lutto. Poi un bullone saltò dalla guida e unatrave sopra di <strong>le</strong>i si staccò in una pioggia di ruggine e sabbia.D’istinto, He<strong>le</strong>n alzò <strong>le</strong> mani e cercò di fermarla, ma laggiù agliInferi <strong>le</strong> sue braccia non avevano la forza ercu<strong>le</strong>a dei Discendenti.Cadde vio<strong>le</strong>ntemente di schiena, riversa sul<strong>le</strong> sbarre acdream<strong>le</strong>ss_def.indd17 16/04/12 15:57


catastate sotto di <strong>le</strong>i. La trave <strong>le</strong> pesava sullo stomaco, inchiodandolaa terra.Cercò di divincolarsi, ma non riusciva nemmeno a muovere<strong>le</strong> gambe senza provare un dolore lancinante ai fianchi. Avevaqualcosa di rotto, sicuramente: il bacino, la spina dorsa<strong>le</strong>, forseentrambi.Strizzò gli occhi e cercò di farsi ombra con una mano, deglutendoa fatica per la sete. Era esposta, in trappola, come unatartaruga rovesciata sulla schiena. Nel cielo terso nemmenouna nuvola <strong>le</strong> offriva un attimo di pace.Solo la luce accecante e il caldo implacabi<strong>le</strong>…18He<strong>le</strong>n si allontanò dalla <strong>le</strong>zione di educazione civica dellaprof Bee, trattenendo a stento uno sbadiglio. Si sentiva accaldatae con la testa pesante, come un tacchino messo a rosolareil giorno del Ringraziamento. La giornata scolastica era quasifinita, ma questo certo non la rassicurava. Si guardò i piedi epensò a quello che l’aspettava. Ogni notte scendeva agli Inferie <strong>le</strong> si presentava davanti l’ennesimo paesaggio in rovina. Nonaveva idea del perché si ritrovasse più di una volta in alcuniposti, e in altri solo in un’occasione, ma sospettava che avessea che fare con il suo umore. Peggiore era il suo stato d’animo,peggiore l’esperienza agli Inferi.Ancora concentrata sui propri passi <strong>le</strong>nti, percepì del<strong>le</strong> ditacalde che <strong>le</strong> sfioravano la mano nel trambusto del corridoio.Alzando lo sguardo, vide gli occhi azzurri di Lucas che cercavanoi suoi. Inspirò, un breve respiro di sorpresa, e sprofondòin quell’azzurro.Quello sguardo era dolce, sereno, e gli angoli della boccaaccennavano a un sorriso confidenzia<strong>le</strong>. Proseguendo in didream<strong>le</strong>ss_def.indd18 16/04/12 15:57


ezione opposta, si girarono per non perdersi di vista mentrecamminavano, con lo stesso sorriso stampato in viso che siallargava a ogni passo. He<strong>le</strong>n si lisciò i capelli e si girò dall’altraparte, ponendo fine a quel gioco di sguardi, con un ultimoghigno sbarazzino.Bastava un’occhiata di Lucas e <strong>le</strong>i si sentiva più forte, dinuovo viva. Lo sentiva ridacchiare tra sé e sé mentre camminava,quasi compiaciuto, come se conoscesse esattamentel’effetto che aveva su di <strong>le</strong>i. Anche <strong>le</strong>i ridacchiò, scuotendo latesta. Poi vide Jason.Essendo qualche passo dietro a Lucas con Claire accanto,Jason aveva assistito a tutta la scena. Aveva una smorfia preoccupatae gli occhi tristi. Fissò He<strong>le</strong>n con un’aria di rimproveroe <strong>le</strong>i abbassò lo sguardo, diventando paonazza.Erano cugini, He<strong>le</strong>n lo sapeva, non dovevano flirtare. Mala faceva sentire meglio. Avrebbe dovuto passarne di cotte e dicrude senza nemmeno il sollievo del sorriso di Lucas? Entròin classe per l’ultima <strong>le</strong>zione della giornata e si sedette al banco,trattenendo <strong>le</strong> lacrime mentre apriva il quaderno.Lunghe spine circondavano He<strong>le</strong>n, costringendola a restarecomp<strong>le</strong>tamente immobi<strong>le</strong>. Era intrappolata dentro il tronco diun albero che si stagliava solitario in mezzo a una steppa aridae morta. Se respirava troppo a fondo, poteva sentire il pungolodi quegli acu<strong>le</strong>i <strong>le</strong>tali. Aveva <strong>le</strong> braccia piegate dietro la schienae <strong>le</strong> gambe schiacciate sotto di sé, e il torace <strong>le</strong> sporgeva in avanti.Una lunga spina puntava dritta verso il suo occhio destro. Seavesse piegato appena in avanti la testa nel tentativo di liberarsi– muovendola anche solo di pochissimo per la stanchezza – sisarebbe trafitta l’occhio.19dream<strong>le</strong>ss_def.indd 19 16/04/12 15:57


«Cosa vi aspettate che faccia?» piagnucolò rivolta al vuoto.He<strong>le</strong>n sapeva di essere comp<strong>le</strong>tamente sola.«Cosa dovrei fare?» gridò di nuovo, mentre il petto e la schiena<strong>le</strong> bruciavano per una miriade di minusco<strong>le</strong> ferite.Gridare non serviva a niente, ma arrabbiarsi sì. La aiutòa trovare la forza per accettare l’inevitabi<strong>le</strong>. Era finita lì, perquanto non dipendesse dalla sua volontà, e quello era l’unicomodo per uscirne. Il dolore di solito la tirava fuori dagli Inferi.Purché non morisse, He<strong>le</strong>n era abbastanza sicura che attraversola sofferenza sarebbe riuscita a lasciare quel posto e a svegliarsinel suo <strong>le</strong>tto. Certo, sarebbe rimasta ferita, in preda al dolore,ma almeno sarebbe stata libera.Fissò la lunga spina davanti all’occhio, ben sapendo cosa richiedevala situazione, ma senza essere sicura di riuscire a farlo.Mentre la rabbia veniva meno, <strong>le</strong> spuntarono del<strong>le</strong> lacrime didisperazione. Sentì i propri singhiozzi soffocati incombere su di<strong>le</strong>i nella prigione claustrofobica del tronco. Passarono i minuti,il dolore al<strong>le</strong> braccia e al<strong>le</strong> gambe, piegate in modo innatura<strong>le</strong>,diventava insopportabi<strong>le</strong>.Né il tempo né <strong>le</strong> lacrime avrebbero cambiato la situazione.Aveva una sola possibilità, e sapeva che se non avesse presoquella decisione subito avrebbe dovuto farlo dopo ore e ore disofferenza. He<strong>le</strong>n era una Discendente e quindi nel mirino del<strong>le</strong>Furie. Non aveva altra scelta. A quel pensiero, la rabbia montònuovamente.Con un movimento spavaldo, piegò la testa in avanti.Lucas non riusciva a staccar<strong>le</strong> gli occhi di dosso. Perfinodall’altro lato della cucina vedeva che la pel<strong>le</strong> del viso di He<strong>le</strong>nera pallida e illividita. Avrebbe potuto giurare che quando20dream<strong>le</strong>ss_def.indd 20 16/04/12 15:57


He<strong>le</strong>n era arrivata a casa Delos quella mattina, per studiarecon Cassandra, aveva gli avambracci coperti di lividi.Adesso aveva l’aria impaurita di un anima<strong>le</strong> braccato. Sembravapiù spaventata di quanto non fosse qualche settimanaprima, quando tutti avevano creduto che Tantalus e quei fanaticidei Cento Cugini <strong>le</strong> stessero dando la caccia. Cassandraaveva detto di recente che i Cento stavano facendo di tuttoper scovare Hector e Daphne, e che He<strong>le</strong>n non aveva nienteda temere. Ma se non erano i Cento a spaventare He<strong>le</strong>n, alloradoveva essere qualcosa negli Inferi. Lucas si domandò se laggiùqualcuno non <strong>le</strong> desse la caccia o addirittura la torturasse.Quel pensiero lo dilaniò, come se un anima<strong>le</strong> feroce gliavesse squarciato il torace. Doveva stringere i denti per fermareuna sorta di ringhio selvaggio che si faceva strada dentrodi lui. Ormai era troppo arrabbiato, sempre, e quella rabbia lopreoccupava. Ma soprattutto era in ansia per He<strong>le</strong>n.Vederla sobbalzare a ogni piè sospinto e chiudersi in sestessa con uno sguardo impaurito lo gettava quasi in uno statodi panico. Lucas provava il bisogno fisico di proteggerla. Eracome un enorme spasmo corporeo che gli suggeriva di mettersifra <strong>le</strong>i e il pericolo. Ma non poteva aiutarla, non potevascendere agli Inferi senza morire.Lucas stava ancora cercando di trovare un escamotage.Non erano in molti quelli che potevano scendere fisicamenteagli Inferi come faceva He<strong>le</strong>n e sopravvivere: solo una manciatadi persone in tutta la storia della mitologia greca. Ma luiavrebbe continuato a provarci. Lucas era sempre stato bravoa risolvere prob<strong>le</strong>mi: soprattutto a risolvere quelli «irrisolvibili».E probabilmente era per questo che vedere He<strong>le</strong>n così malridotta lo tormentava.21dream<strong>le</strong>ss_def.indd 21 16/04/12 15:57


Non poteva risolvere la faccenda per <strong>le</strong>i: laggiù era tuttasola e lui non poteva farci niente.«Figliolo, perché non ti siedi qui accanto a me?» suggerìCastor, strappandolo ai suoi pensieri. Suo padre indicò unasedia alla sua destra mentre tutti prendevano posto a tavolaper la cena domenica<strong>le</strong>.«Quello è il posto di Cassandra» rispose Lucas scuotendoil capo, anche se stava pensando che in realtà quello era il postodi Hector. Lucas non poteva sopportare di occupare unasedia che non avrebbe mai dovuto restare vuota. Così preseposto alla sinistra del padre, in fondo alla panca.«Ok, papà» scherzò Cassandra mentre occupava il postoche aveva automaticamente ereditato quando Hector era diventatoun Reietto per l’assassinio dell’unico figlio di Tantalus,Creon. «Stai cercando di declassarmi?»«Se così fosse lo sapresti già. Altrimenti che razza di Oracolosaresti?» la stuzzicò Castor, facendo<strong>le</strong> il sol<strong>le</strong>tico allapancia finché <strong>le</strong>i non cominciò a gridare.Lucas capì che il padre stava cogliendo la rara opportunitàdi giocare con Cassandra, perché presto non avrebbe piùpotuto farlo. In quanto Oracolo, la sorellina di Lucas si stavaallontanando dalla famiglia e dall’umanità intera. Sarebbesparita dalla vita di tutti per diventare il gelido strumentodel<strong>le</strong> Parche, poco importava quanto <strong>le</strong> vo<strong>le</strong>ssero bene i suoicari.Castor scherzava con sua figlia ogni volta che ne aveva lapossibilità, ma Lucas capì che in questa occasione si trattavadi qualcosa di più. Aveva la mente altrove. Per qualche ragioneche Lucas al momento non riusciva a cogliere, Castor nonvo<strong>le</strong>va che il figlio si mettesse al solito posto. Punto.22dream<strong>le</strong>ss_def.indd 22 16/04/12 15:57


Lo capì un momento dopo quando He<strong>le</strong>n si sedette accantoa lui, nel posto che col tempo era diventato suo di diritto.Mentre <strong>le</strong>i scavalcava la panca e scivolava vicino a lui, Lucasvide il padre aggrottare la fronte. Liquidò il rimprovero paternoe si godette la sensazione di He<strong>le</strong>n seduta al suo fianco.Anche se <strong>le</strong>i era ovviamente spossata da qualsiasi cosa <strong>le</strong> stesseaccadendo agli Inferi, la sua presenza lo rincuorava. Le sueforme, la morbidezza del braccio che sfiorava il suo mentrepassavano i piatti agli altri famigliari, il tono cristallino dellasua voce quando partecipava alla conversazione: tutto di He<strong>le</strong>ngli arrivava al cuore e placava l’anima<strong>le</strong> selvaggio dentrodi lui.Avrebbe voluto fare lo stesso per <strong>le</strong>i. Nel corso della cenasi domandò cosa <strong>le</strong>i stesse passando laggiù agli Inferi, masapeva che per chieder<strong>le</strong> notizie avrebbe dovuto aspettare ditrovarsi da solo con <strong>le</strong>i. He<strong>le</strong>n poteva mentire alla famiglia,ma non a lui.«Ehi» la fermò più tardi, nel corridoio in penombra tra lacamera ce<strong>le</strong>ste e lo studio del padre. Lei si irrigidì per un attimoe poi si girò con un’espressione dolce sul viso.«Ehi» sospirò, avvicinandosi.«Nottataccia?»Lei annuì. Si avvicinò ancora, tanto che Lucas sentì l’aromadel sapone alla mandorla con cui si era appena lavata <strong>le</strong> mani.Forse He<strong>le</strong>n non si rendeva conto di quanto fossero calamitatil’uno dall’altra, ma Lucas se ne accorgeva, eccome.«Racconta.»«È dura, tutto qui» disse alzando <strong>le</strong> spal<strong>le</strong> per evitare unterzo grado.«Prova a descriverlo.»23dream<strong>le</strong>ss_def.indd 23 16/04/12 15:57


«C’era questo grosso masso…» ma poi rimase senza paro<strong>le</strong>,si strofinò i polsi e fece segno di no con un’espressione tesa.«Non posso. Non voglio pensarci più di quanto non debbagià fare. Mi dispiace, Lucas. Non è che voglio farti arrabbiare»disse, in reazione al suo sbuffo di frustrazione.La fissò per un attimo: perché non capiva come lo facevasentire? Cercò di restare calmo mentre <strong>le</strong> rivolgeva la domandasuccessiva, eppure venne fuori più diretta di quanto nonvo<strong>le</strong>sse. «Qualcuno ti fa del ma<strong>le</strong> laggiù?»«Laggiù sono da sola» rispose. Dal modo in cui lo disse,Lucas capì che la sua solitudine in qualche modo era anchepeggiore della tortura.«Ti sei ferita.» Allungò una mano coprendo il poco spazioche li divideva e passò velocemente un dito sul polso di He<strong>le</strong>n,percorrendo il contorno di un livido sbiadito.Lei si incupì. «Agli Inferi non ho i miei poteri, ma una voltasveglia riesco lo stesso a guarire.»«Parlami. Lo sai che a me puoi dire tutto.»«Lo so, ma se lo faccio poi la pagherò cara» si lamentò inun tono quasi scherzoso. Lucas non mollò, sentendo che l’umoredi He<strong>le</strong>n stava migliorando e desiderando di rivederlasorridere.«Cosa? Sputa il rospo!» disse incoraggiante. «Parlarne conme non potrà certo farti ma<strong>le</strong>!»Il sorriso <strong>le</strong> morì sul<strong>le</strong> labbra e <strong>le</strong>i lo guardò, la bocca appenasocchiusa, abbastanza da lasciargli intravedere la lucidaparte interna del labbro inferiore. Lucas si ricordò cos’avevaprovato quando l’aveva baciata e si irrigidì, fermandosi primadi chinare nuovamente il capo e provare ancora quella sensazione.24dream<strong>le</strong>ss_def.indd 24 16/04/12 15:57


«È straziante» sussurrò <strong>le</strong>i.«He<strong>le</strong>n! Quanto ci vuo<strong>le</strong> per usare la…» esclamò Cassandra,ma si interruppe all’improvviso quando vide la schienadi Lucas allontanarsi e He<strong>le</strong>n avvampare mentre scivolava inbiblioteca di soppiatto.He<strong>le</strong>n attraversò di corsa la stanza con la carta da parati florea<strong>le</strong>scrostata, evitando <strong>le</strong> assi del pavimento marce vicino al divanofradicio e ammuffito. Sembrava che <strong>le</strong> pareti la fissassero.Era passata di lì già decine di volte, forse anche di più. Invece diprendere la porta sulla destra o quella sulla sinistra – entrambe,lo sapeva, non portavano da nessuna parte –, decise di provarea entrare nell’armadio.In un angolo era appeso un cappotto di lana, anch’esso ammuffito.Il col<strong>le</strong>tto era coperto di forfora e puzzava di vecchiomalato. Era come se la respingesse, come se vo<strong>le</strong>sse cacciarladalla sua tana. He<strong>le</strong>n ignorò il cappotto bisbetico e frugò a tentoniin cerca di un’altra porta, nascosta in uno dei pannelli lateralidell’armadio. L’ apertura era così bassa che avrebbe potutopassarci solo un bambino. Piegò <strong>le</strong> ginocchia, all’improvvisoterrorizzata dal cappotto che sembrava guardarla come se vo<strong>le</strong>ssesbirciar<strong>le</strong> sotto la gonna, e uscì dalla porticina.Si ritrovò in un boudoir polveroso, incrostato da secoli diprofumi intossicanti, macchie gial<strong>le</strong> e infelicità, ma se non altroc’era una finestra. Vi si fiondò, sperando di saltare fuori eliberarsi da quella orrenda trappola. Scostò con un briciolo disperanza <strong>le</strong> luride tendine di taffetà color pesca e… scoprì chela finestra era murata. Colpì i mattoni con un pugno, all’iniziosenza troppa convinzione, poi con sempre maggiore rabbiafinché la carne viva non spuntò sul<strong>le</strong> nocche sbucciate. In quel25dream<strong>le</strong>ss_def.indd 25 16/04/12 15:57


labirinto di stanze tutto era marcio e fatiscente: tutto a parte <strong>le</strong>uscite. Quel<strong>le</strong> erano solide come il cemento.A He<strong>le</strong>n sembrava di essere in trappola da giorni. La disperazionel’aveva spinta addirittura a chiudere gli occhi per cercaredi prendere sonno, sperando di risvegliarsi nel proprio <strong>le</strong>tto,ma non aveva funzionato. Ancora non aveva capito come controllarela discesa e l’uscita dagli Inferi senza lasciarci <strong>le</strong> penne.Aveva paura di morire davvero, stavolta: cosa avrebbe dovutoinfliggersi per andarsene?Aveva la vista annebbiata da macchioline bianche e più diuna volta era quasi svenuta per la sete e la fatica. Non bevevaun goccio d’acqua da così tanto tempo che anche la melma densache colava <strong>dai</strong> rubinetti in quella casa inferna<strong>le</strong> cominciavaa essere al<strong>le</strong>ttante.La cosa strana era che He<strong>le</strong>n era più spaventata di quantonon <strong>le</strong> fosse mai capitato, anche se in quella parte degli Inferi ilpericolo non era evidente. Non era appesa a un davanza<strong>le</strong> o intrappolatanel tronco di un albero o incatenata a un masso cherotolava giù per una collina verso uno strapiombo.Era solo in una casa, una casa infinita senza uscite.Queste discese nel<strong>le</strong> zone degli Inferi dove <strong>le</strong>i non si trovavain pericolo imminente duravano più del<strong>le</strong> altre e alla lungafinivano con l’essere <strong>le</strong> più dure. Soffriva la sete, la fame e lasolitudine: era quello il peggior castigo. Negli Inferi non c’erabisogno di un lago di fuoco per tormentarti, il tempo e la solitudineerano più che sufficienti.He<strong>le</strong>n si lasciò scivolare sul pavimento sotto la finestra murata,con l’idea di passare il resto della vita in una casa dovenon era la benvenuta.26dream<strong>le</strong>ss_def.indd 26 16/04/12 15:57


A metà dell’al<strong>le</strong>namento di football iniziò a piovere e poi tuttoandò storto. I ragazzi cominciarono a spintonarsi di qua e dilà, scivolando nel fango e sventrando il terreno di gioco. L’ al<strong>le</strong>natoreBrant alla fine ci rinunciò e spedì tutti a casa. Lucaslo guardò mentre gli altri mettevano via la roba e capì che inrealtà il coach quel pomeriggio non aveva mostrato tanta vogliadi al<strong>le</strong>narli fin dall’inizio. Il giorno prima suo figlio Zachaveva mollato la squadra. Da quello che dicevano tutti, l’al<strong>le</strong>natorenon l’aveva presa bene, e Lucas si domandava quantovio<strong>le</strong>nta fosse stata la litigata che sicuramente avevano avuto.Quella mattina Zach non era nemmeno venuto a scuola.Lucas lo capiva. Sapeva cosa vo<strong>le</strong>va dire avere un padre cheti faceva star ma<strong>le</strong>.«Lucas! Andiamo! Si gela!» gridò Jason che, mentre correvaverso lo spogliatoio, si stava già togliendo la maglia. Lucaslo raggiunse.Tornarono a casa, entrambi affamati e bagnati, e feceroirruzione in cucina. He<strong>le</strong>n e Claire erano lì con la madre diLucas. Le ragazze avevano <strong>le</strong> divise per la corsa campestre fradicee a<strong><strong>le</strong>ggi</strong>avano in trepidante attesa attorno a Noel, mentresi asciugavano alla meno peggio con un telo. All’inizio Lucasnon ebbe occhi che per He<strong>le</strong>n. Aveva i capelli aggrovigliati e <strong>le</strong>lunghe gambe nude luccicavano per <strong>le</strong> gocce di pioggia.Poi sentì una voce quasi impercettibi<strong>le</strong> e fu travolto daun’ondata di odio. Sua madre era al te<strong>le</strong>fono. La voce all’altrocapo del filo era quella di Hector.«No, Lucas. Ti prego» disse He<strong>le</strong>n con voce tremula. «Noel,metti giù!»Lucas e Jason scattarono verso il punto da cui proveniva lavoce del Reietto, spinti dal<strong>le</strong> Furie, ma He<strong>le</strong>n si piazzò davanti27dream<strong>le</strong>ss_def.indd 27 16/04/12 15:57


28a Noel. Non fece altro che alzare <strong>le</strong> mani per fermarli e i cuginivi andarono a sbattere come in un fronta<strong>le</strong>. Rimbalzarono ecaddero per terra, in debito d’ossigeno. He<strong>le</strong>n non arretrò diun centimetro.«Mi dispiace!» disse, chinandosi su di loro con un’espressionepreoccupata. «Ma non potevo lasciare che assalisteNoel.»«Non scusarti» borbottò Lucas, strofinandosi il petto. Nonaveva idea che He<strong>le</strong>n fosse così forte, ma non poteva che esserneestremamente felice. Sua madre aveva un’aria scioccata,ma sia <strong>le</strong>i che Claire stavano bene: questa era l’unica cosa importante.«Già» concordò Jason. Claire gli si accucciò accanto e loaccarezzò dolcemente mentre lui si girava cercando di riprenderefiato.«Non vi aspettavamo a casa così presto» balbettò Noel.«Hector di solito chiama solo quando sa che siete agli al<strong>le</strong>namenti…»«Non è colpa tua, mamma» disse Lucas, tagliando corto eaiutando Jason a tirarsi in piedi. «Tutto bene, cugino?»«No» rispose sinceramente lui. Fece qualche altro respiro ealla fine, quando il petto smise di fargli ma<strong>le</strong>, si raddrizzò deltutto. «Odio questa cosa.»I cugini si lanciarono un’occhiata sofferente: a entrambimancava Hector e non potevano sopportare quello che <strong>le</strong> Furiegli avevano fatto. Jason si girò di colpo e uscì fuori, sottola pioggia.«Jason, aspetta!» gridò Claire, correndogli dietro.«Non pensavo che sareste tornati così presto» ripeté Noel,più a se stessa che agli altri, come se non riuscisse a perdonardream<strong>le</strong>ss_def.indd28 16/04/12 15:57


29si. Lucas si avvicinò a sua madre e <strong>le</strong> stampò un bacio sullafronte.«Non ti preoccupare, andrà tutto bene» <strong>le</strong> disse sottovoce.Ancora adirato, si rese conto di doversi allontanare. Trattenendoun groppo in gola, andò al piano di sopra per cambiarsi,ma a metà del corridoio che portava verso la sua stanza,sentì la voce di He<strong>le</strong>n al<strong>le</strong> sue spal<strong>le</strong>.«Pensavo che fossi bravo a dire bugie» disse piano. «Manemmeno io me la sono bevuta quando hai detto “andrà tuttobene”.»Lucas gettò la camicia fradicia per terra e si girò verso di<strong>le</strong>i, e proprio non riuscì a resistere. La tirò a sé e avvicinò ilviso al suo collo. Lei aderì comp<strong>le</strong>tamente al suo corpo, sentìil peso di Lucas mentre <strong>le</strong> sue grandi spal<strong>le</strong> si piegavano soprae intorno a <strong>le</strong>i, e lo strinse finché lui non fu abbastanza calmoper parlare.«Una parte di me vuo<strong>le</strong> trovarlo. Dargli la caccia…» confidòlui, che non riusciva a dirlo a nessuno se non a He<strong>le</strong>n.«Ogni sera sogno il momento in cui ho cercato di ucciderlo amani nude sui gradini della biblioteca. Mi rivedo tempestarlodi colpi e mi sveglio pensando di averlo ucciso davvero. E misento sol<strong>le</strong>vato…»«Sssh…» He<strong>le</strong>n gli passò una mano fra i capelli bagnati,lisciandoli e tastandogli il collo, <strong>le</strong> spal<strong>le</strong>, i muscoli tesi dellaschiena – tenendolo sempre più stretto a <strong>le</strong>i. «Ci penso io»promise. «Te lo giuro, Lucas. Troverò <strong>le</strong> Furie e <strong>le</strong> fermerò.»Lucas si scostò appena per guardarla meglio e scosse il capo.«No, non vo<strong>le</strong>vo metterti ulteriore pressione. Mi fa ma<strong>le</strong>sapere che tutto il peso ricada sul<strong>le</strong> <strong>tue</strong> spal<strong>le</strong>.»«Lo so» rispose semplicemente, senza rivalse, senza nessudream<strong>le</strong>ss_def.indd29 16/04/12 15:57


na richiesta di compassione: accettava il suo compito e basta.Lucas la fissò, passando<strong>le</strong> <strong>le</strong> dita sul viso perfetto. Adorava isuoi occhi, erano in continua mutazione e gli piaceva catalogarementalmente tutti i possibili colori. Quando rideva, gliocchi di He<strong>le</strong>n erano ambrati, come il mie<strong>le</strong> in un barattolodi vetro colpito dal so<strong>le</strong>. Quando la baciava, si adombravanofino a raggiungere il colore intenso del cuoio invecchiato, macon qualche striatura rossa e oro. In quel momento stavanoscurendosi – invitandolo a premere <strong>le</strong> labbra sul<strong>le</strong> sue.«Lucas!» sbraitò suo padre. He<strong>le</strong>n e Lucas si staccarono dicolpo e quando si girarono videro Castor in cima al<strong>le</strong> sca<strong>le</strong>,sbiancato. «Mettiti una camicia e vieni a studiare. He<strong>le</strong>n, vaia casa.»«Papà, <strong>le</strong>i non ha…»«Subito!» gridò Castor. Lucas non ricordava di avere maivisto il padre così arrabbiato.He<strong>le</strong>n se ne andò in fretta. Scivolò oltre Castor a capo chinoe corse fuori prima che Noel potesse chieder<strong>le</strong> cos’era successo.30«Siediti.»«È stata colpa mia. Lei era preoccupata per me» cominciòLucas, con tono di sfida.«Non mi interessa» rispose Castor, gli occhi di fuoco piantatiin quelli del figlio. «Non mi interessa se è cominciata inmodo innocente. È finita con te mezzo nudo, <strong>le</strong> braccia intornoa <strong>le</strong>i e voi due a pochi passi dal <strong>le</strong>tto.»«Non avrei mai…» Lucas non riuscì a mentire. L’ avrebbebaciata e sapeva che in quel caso non si sarebbe fermato finoa quando qualcuno non lo avesse costretto: o He<strong>le</strong>n o un catadream<strong>le</strong>ss_def.indd30 16/04/12 15:57


31clisma. La verità era che Lucas non si curava poi tanto che unozio mai visto fosse il padre di He<strong>le</strong>n. L’ amava, e questo nonsarebbe mai cambiato, non gli interessava se tutti dicevanoche era sbagliato.«Lascia che ti spieghi una cosa.»«Siamo cugini. Lo so» lo interruppe Lucas. «Pensi che nonmi renda conto che <strong>le</strong>i è imparentata con me tanto quantoAriadne? Eppure la sensazione è diversa.»«Menti a te stesso» disse cupo Castor. «I Discendenti sonoperseguitati dall’incesto fin <strong>dai</strong> tempi di Edipo. E ci sono statialtri in questa Casa che si sono innamorati dei cugini di primogrado, come è capitato a te e a He<strong>le</strong>n.»«A loro cos’è successo?» chiese Lucas, guardingo. Sapevagià che la risposta di suo padre non gli sarebbe piaciuta.«Il risultato è sempre lo stesso» disse Castor fissandolointensamente. «Proprio come per E<strong>le</strong>ttra, i bambini nati <strong>dai</strong>Discendenti imparentati soffrono sempre della più tremendadel<strong>le</strong> ma<strong>le</strong>dizioni. La follia.»Lucas si sedette, con la mentre che andava a mil<strong>le</strong>, cercandodi trovare un modo per uscire da quella situazione. «Noi…noi non dobbiamo per forza avere figli.»Nessun segna<strong>le</strong> di avvertimento, nessun indizio che Lucassi fosse spinto troppo oltre. Senza dire niente, suo padrelo caricò come un toro. Lucas saltò in piedi, ma non sapevacos’altro fare. Era due volte più forte di suo padre, ma <strong>le</strong> manirimasero passive lungo i fianchi mentre Castor lo afferravaper <strong>le</strong> spal<strong>le</strong> e lo spingeva indietro fino a inchiodarlo al muro.Castor trafisse il figlio con lo sguardo e per un attimo Lucasfu convinto che suo padre lo odiasse.«Come fai a essere così egoista?» ringhiò, la voce che tradream<strong>le</strong>ss_def.indd31 16/04/12 15:57


32sudava disgusto. «Non sono sopravvissuti abbastanza Discendentiperché uno qualsiasi di voi due decida di non avere figli.Stiamo parlando della nostra specie, Lucas!» Poi, come perchiarire la cosa, Castor lo sbatté contro il muro con così tantaforza che l’intonaco cominciò a sbriciolarsi. «Le quattro Casedevono sopravvivere e restare separate per mantenere la Treguae tenere gli dèi imprigionati nell’Olimpo, altrimenti ognimorta<strong>le</strong> del pianeta ne subirà <strong>le</strong> conseguenze!»«Lo so!» gridò Lucas. L’ intonaco dal muro crollò su di loro,riempiendo l’aria di polvere mentre Lucas si divincolava dallamorsa paterna. «Ma ci sono altri Discendenti che possonofarlo! Cosa importa se io e He<strong>le</strong>n non abbiamo figli?»«He<strong>le</strong>n e sua madre sono <strong>le</strong> ultime della loro stirpe! He<strong>le</strong>ndeve partorire un Erede per preservare la Casa di Atreo e tenere<strong>le</strong> Case separate – non solo per questa generazione – maper quel<strong>le</strong> a venire!» Castor stava gridando. Sembrava indifferentealla polvere bianca e al<strong>le</strong> crepe sul muro. Era come setutto quello in cui aveva creduto stesse crollando sulla testa diLucas, ricoprendolo di detriti.«La Tregua è durata migliaia di anni e deve durare ancora,altrimenti gli abitanti dell’Olimpo trasformeranno di nuovo imortali e i Discendenti nei loro gingilli, facendo scoppiare laguerra e stuprando <strong>le</strong> donne e lanciandoci orrende ma<strong>le</strong>dizioni»continuò imperterrito Castor. «Pensi che qualche centinaiodi noi basterà a preservare la nostra razza e mantenerela Tregua? Non è sufficiente se vogliamo durare più a lungodegli dèi. Dobbiamo sopravvivere, e per farlo ognuno di noideve procreare.»«Ma cosa vuoi da noi?» reagì gridando all’improvviso Lucas,spingendo via il padre e staccandosi dal muro pericolandream<strong>le</strong>ss_def.indd32 16/04/12 15:57


te. «Farò il mio dovere per la mia Casa, e <strong>le</strong>i pure. Avremodei figli con un’altra persona, se è questo che dobbiamo fare– troveremo un modo! Ma non chiedermi di stare lontano da<strong>le</strong>i perché non posso. Possiamo obbedire a qualsiasi altra cosatranne quella.»Si guardarono in cagnesco, entrambi col fiato grosso perl’emozione e coperti di polvere ispessita dal sudore.«È tanto faci<strong>le</strong> per te decidere cosa He<strong>le</strong>n può e non puògestire, vero? L’ hai osservata di recente?» chiese con astio Castor,lasciando andare il figlio con un’espressione disgustata.«Quella ragazza sta soffrendo, Lucas.»«Lo so! Non pensi che farei qualsiasi cosa per aiutarla?»«Qualsiasi cosa? Allora sta’ alla larga da <strong>le</strong>i.» Era come setutta la sua rabbia fosse defluita in un lampo: invece di gridare,adesso stava implorando il figlio.«Hai pensato che quello che <strong>le</strong>i sta facendo agli Inferi potrebbenon solo riportare la pace tra <strong>le</strong> Case, ma anche far tornareHector in questa famiglia? Abbiamo già perso così tanto.Ajax, Ai<strong>le</strong>en, Pandora.» La voce di Castor si ruppe non appenapronunciò il nome della sorella. La sua morte era ancoratroppo recente. «He<strong>le</strong>n sta affrontando qualcosa che nessunodi noi riesce a immaginare, e ha bisogno di ogni briciolo diforza di cui dispone per farcela. Per il nostro bene.»«Ma io posso aiutarla» disse Lucas, il qua<strong>le</strong> vo<strong>le</strong>va solo cheil padre capisse. «Non posso seguirla giù agli Inferi, ma possoascoltarla e sostenerla.»«Pensi di aiutarla, ma in realtà la stai uccidendo» disse Castorscuotendo il capo tristemente. «Potrai anche controllarequello che provi per He<strong>le</strong>n, ma <strong>le</strong>i non riesce a gestire quelloche prova per te. Sei suo cugino e il senso di colpa la dilania.33dream<strong>le</strong>ss_def.indd 33 16/04/12 15:57


Perché sei l’unico a non accorgertene? Ci sono migliaia di ragioniper cui dovresti startene alla larga, ma se non ti interessano,almeno stai lontano da He<strong>le</strong>n perché è la cosa miglioreper <strong>le</strong>i.»Lucas avrebbe voluto essere d’accordo, ma non poteva.Si ricordava che He<strong>le</strong>n gli aveva detto una cosa: se gli avesseparlato degli Inferi, più tardi l’avrebbe pagata. Castor avevaragione. Più intimi diventavano, più lui <strong>le</strong> faceva del ma<strong>le</strong>. Ditutte <strong>le</strong> argomentazioni che aveva usato suo padre, questa eraquella che lo faceva soffrire di più. Si trascinò fino al divano esi sedette per non far vedere che gli tremavano <strong>le</strong> gambe.«Cosa dovrei fare?» Lucas era comp<strong>le</strong>tamente allo sbando.«È come l’acqua di un fiume che scorre verso il mare. Leiviene da me in modo natura<strong>le</strong>. E io non posso mandarla via.»«Allora costruisci una diga.» Castor sbuffò e si mise davantial figlio, pu<strong>le</strong>ndosi il viso dall’intonaco. Sembrava cosìfragi<strong>le</strong>… Come se avesse appena perso un incontro. Eppureaveva vinto e a Lucas aveva portato via tutto. «Tu devi esserequello che la ferma. Niente confidenze reciproche, nientecorteggiamenti a scuola e niente chiacchierate sottovoce neicorridoi bui. Devi fare in modo che ti odi, figliolo.»He<strong>le</strong>n e Cassandra stavano lavorando in biblioteca, cercandodi trovare qualcosa – qualsiasi cosa – che potesse aiutareHe<strong>le</strong>n agli Inferi. Era un pomeriggio frustrante, perché più<strong>le</strong>ggevano, più restavano convinte che buona parte del<strong>le</strong> cosescritte sull’Ade fossero opera di scribacchini medievali imbottitidi droga.«Hai mai visto qualche sche<strong>le</strong>tro di cavallo parlante nell’Ade?»domandò Cassandra scettica.34dream<strong>le</strong>ss_def.indd 34 16/04/12 15:57


«No. Niente sche<strong>le</strong>tri parlanti. Nemmeno di cavalli» risposeHe<strong>le</strong>n, stropicciandosi gli occhi.«Penso che questa la possiamo gettare tranquillamentenel mucchio “era-fuori-come-un-balcone”.» Cassandra posòla pergamena e fissò He<strong>le</strong>n per qualche momento. «Come tisenti?»He<strong>le</strong>n fece spallucce e scosse il capo, senza tanta voglia diparlare. Da quando Castor aveva beccato <strong>le</strong>i e Lucas davantialla camera da <strong>le</strong>tto, ogni volta che doveva venire lì a studiaresi muoveva in punta di piedi.Di solito agli Inferi, almeno una o due notti alla settimana,si ritrovava a camminare lungo una spiaggia infinita che nonportava mai all’oceano. Era irritante perché sapeva che quellaspiaggia non arrivava da nessuna parte, ma rispetto all’essereintrappolata nella casa inferna<strong>le</strong> era una specie di vacanza.Non sapeva quanto a lungo l’avrebbe sopportato, e purtropponon poteva parlarne con nessuno. Come avrebbe mai potutospiegare il cappotto rivoltante e <strong>le</strong> sudice tendine color pescasenza sembrare ridicola?«Penso che dovrei andare a casa a mangiare qualcosa» disseHe<strong>le</strong>n, cercando di non pensare alla notte che la attendeva.«Ma è domenica. Mangi qua, no?»«Mmm. Non penso che tuo padre mi voglia ancora in giro.»E penso che non lo voglia nemmeno Lucas. Non l’avevaguardata dal giorno in cui Castor li aveva sorpresi abbracciati,e anche se <strong>le</strong>i aveva provato diverse volte a sorridergli neicorridoi della scuola, lui aveva tirato sempre dritto come senemmeno la vedesse.«È assurdo» rispose decisa Cassandra. «Tu fai parte dellafamiglia. E se non vieni a cena, mia mamma si offende.»35dream<strong>le</strong>ss_def.indd 35 16/04/12 15:57


Girò intorno al tavolo e prese He<strong>le</strong>n per mano, guidandolafuori dalla biblioteca. He<strong>le</strong>n rimase così sorpresa dal gestostranamente affettuoso di Cassandra che la seguì doci<strong>le</strong>.Era più tardi di quanto non pensassero e la cena era giàpronta. Jason, Ariadne, Pallas, Noel, Castor e Lucas erano sedutia tavola. Cassandra prese il solito posto vicino al padree rimase libero solo il posto sulla panca, tra Ariadne e Lucas.Mentre scavalcava la panca, He<strong>le</strong>n per sbaglio urtò Lucas,toccandogli il braccio. Poi si accomodò. Lucas si irrigidì e cercòdi spostarsi più in là.«Scusami» balbettò He<strong>le</strong>n, cercando di allontanarsi a suavolta, ma non c’era abbastanza spazio su quella panca. Sentìche Lucas era infastidito, così fece passare una mano sotto iltavolo e gli strinse la sua come a chiedere «Cosa c’è che nonva?».Lui la sfilò subito. L’ occhiata che <strong>le</strong> lanciò era così caricad’odio che <strong>le</strong> fece gelare il sangue nel<strong>le</strong> vene. A tavola calò ilsi<strong>le</strong>nzio e tutti puntarono gli occhi su loro due.Lucas ribaltò la panca all’indietro, facendo cadere He<strong>le</strong>n,Ariadne e Jason per terra. Adesso torreggiava su He<strong>le</strong>n, guardandolain cagnesco. Aveva il viso stravolto dalla rabbia.Anche quando erano stati posseduti dal<strong>le</strong> Furie, e He<strong>le</strong>ne Lucas se <strong>le</strong> erano date di santa ragione, <strong>le</strong>i non aveva maiavuto paura di lui. Ma adesso quegli occhi sembravano neri estrani – come se dietro non ci fosse più lui. Purtroppo sapevache non era solo colpa della luce: un’ombra era cresciuta in luie aveva spento il bagliore di quei luminosi occhi azzurri.«Noi non ci teniamo per mano. Tu non mi rivolgi la parola.Tu non mi guardi NEMMENO, hai capito?» continuòsenza pietà. La voce si trasformò da un bisbiglio stridulo a36dream<strong>le</strong>ss_def.indd 36 16/04/12 15:57


37un urlo rauco mentre He<strong>le</strong>n si trascinava via sotto shock.«Lucas, basta così!» Noel aveva un tono quasi sgomento.Nemmeno <strong>le</strong>i, come He<strong>le</strong>n, riconosceva più suo figlio.«Noi non siamo amici!» ringhiò Lucas, ignorando la madree continuando a incedere minaccioso verso He<strong>le</strong>n. Lei siritirò tremante, indietreggiando <strong>le</strong>ntamente, <strong>le</strong> sneaker chestrisciavano sul<strong>le</strong> piastrel<strong>le</strong>, in cerca di appoggio.«Lucas, che diavolo…?» gridò Jason, ma il cugino ignoròanche lui.«Non ci frequentiamo, non scherziamo e non <strong>condividi</strong>amopiù niente. E se MAI ti venisse in mente di avere il DIRIT­TO di sederti di nuovo accanto a me…»Lucas allungò una mano per afferrare He<strong>le</strong>n, ma il padregli prese il braccio da dietro, impedendogli di far<strong>le</strong> del ma<strong>le</strong>.Poi la ragazza vide Lucas fare qualcosa che non avrebbemai immaginato: lo vide girarsi e colpire suo padre. L’ urto fucosì vio<strong>le</strong>nto che Castor volò attraverso la cucina sbattendocontro la credenza sopra il lavello, dove c’erano i bicchieri e<strong>le</strong> tazze.Noel gridò, coprendosi il viso, mentre <strong>le</strong> schegge schizzavanoda tutte <strong>le</strong> parti. Era l’unica persona totalmente morta<strong>le</strong>in una stanza di Discendenti guerrieri e rischiava seriamentedi farsi ma<strong>le</strong>.Ariadne corse da Noel e usò il suo corpo per proteggerla,mentre Jason e Pallas saltarono addosso a Lucas cercando diatterrarlo.Sapendo che la sua presenza non avrebbe fatto altro cheirritarlo ancora di più, He<strong>le</strong>n si mise in ginocchio e – scivolandosui cocci – arrancò fino alla porta, poi decollò.Mentre volava a casa, cercò di ascoltare il suono del prodream<strong>le</strong>ss_def.indd37 16/04/12 15:57


prio corpo che fendeva l’aria rarefatta. I corpi in genere produconoun chiasso inferna<strong>le</strong>. In un posto si<strong>le</strong>nzioso come gliInferi o l’atmosfera emettono ogni tipo di sbuffo, sussulto egorgoglio. Ma il corpo di He<strong>le</strong>n era muto come una tomba.Non sentiva nemmeno battere il proprio cuore. Dopo quelloche aveva appena passato, sarebbe dovuto andare a mil<strong>le</strong>, maavvertiva solo una pressione intol<strong>le</strong>rabi<strong>le</strong>, come se un ginocchiogigante <strong>le</strong> premesse contro il petto.Forse non stava battendo perché si era spappolato e poifermato.38«Non era questo che vo<strong>le</strong>vi?» gridò Lucas a suo padre mentrecercava di divincolarsi. «Adesso mi odierà, sei contento?»«Lasciatelo andare!» gridò Castor a Pallas e a Jason.Si fermarono, ma non lo liberarono subito. Prima si giraronoverso Castor, in cerca di una conferma. Castor si alzò inpiedi e fece un cenno di assenso prima di emettere la sentenza.«Vattene, Lucas. Esci da questa casa e non tornare finchénon sarai in grado di controllare la tua forza quando c’è tuamadre nei paraggi.»Lucas si pietrificò. Girò la testa appena in tempo per vedereAriadne asciugare una goccia di sangue dal viso di Noel, <strong>le</strong>sue mani scintillanti che risanavano all’istante la ferita.All’improvviso gli tornò in mente un vecchio ricordo, diquando ancora non aveva cominciato a parlare. Perfino appenanato era più forte di sua madre e una volta, mentre facevai capricci e <strong>le</strong>i cercava teneramente di calmarlo a suon di baci,lui l’aveva schiaffeggiata, spaccando<strong>le</strong> il labbro.Si ricordava il grido di dolore che Noel aveva lanciato – unsuono che lo riempiva ancora oggi di vergogna. Aveva rimdream<strong>le</strong>ss_def.indd38 16/04/12 15:57


pianto quel gesto per tutta la vita e da allora non aveva piùtoccato sua madre, nemmeno con un fiore. Ma adesso sanguinavadi nuovo. Per colpa sua.Lucas scostò <strong>le</strong> braccia da suo zio e da suo cugino, spalancòla porta sul retro e si lanciò nel buio cielo notturno. Non gliimportava dove l’avrebbe portato il vento.39dream<strong>le</strong>ss_def.indd 39 16/04/12 15:57

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