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La traduzione come processo creativo - Bruno Osimo, traduzioni ...

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intervento più <strong>creativo</strong> dell’omissione e meno <strong>creativo</strong> della sostituzione deglielementi del testo. Indubbiamente tutto dipende dal contesto e i nostri ragionamentihanno un carattere prevalentemente generico, tipologico. Dal punto di vistatipologico il più caratteristico segno della “creatività” traduttiva è l’aggiunta dielementi non presenti nell’originale (non dettata dal desiderio di compensare iresidui). Proprio questo <strong>processo</strong> è diventato oggi oggetto di dura critica.L’omissione (senz’altro solo in alcune circostanze) è perdonabile; l’interventoinventivo causa sempre rabbia. Ecco perché Vvedenskij risulta l’eroe negativo dellastoria della <strong>traduzione</strong> narrativa russa. Nel 1930 Čukovskij affermò che «il maggiorpeccato di Irinarh Vvedenskij è l’amore immenso per gli interventi inventivi. Appenaritiene che Dickens si stia esaurendo, stia fallendo, si mette a scrivere al posto suo, acompletare e ad abbellire il suo testo» (Čukovskij 1930: 78). Dunque, l’espressione«scrivere al posto dell’autore» è l’antonimo di «tradurre».Seconda osservazione: l’asimmetria avvolge la struttura del testo. Più alto è illivello della struttura, meno spazio c’è per l’invenzione creativa. Come si è già visto,il canone del classicismo permette di trasformare il campo dei «costrutti semanticiimportanti».Nel Cinquecento Łukasz Górnicki poteva includere nel suo liberoadattamento dell’opera di Castiglione nuovi capitoli, cambiare personaggi, oaddirittura “trasfondere” la morale. È curioso che la <strong>traduzione</strong> intersemiotica,nell’ambito delle arti figurative (teatro e cinema), goda finora di simili agevolazioni.Nella <strong>traduzione</strong> letteraria è inconcepibile oggi la scomparsa dei personaggi,l’integrazione dell’intreccio e così via. Che cosa direbbe la critica se in una<strong>traduzione</strong> delle Tre sorelle di Čehov le sorelle fossero quattro o due o se ci fosserofratelli? Eppure tale metamorfosi dell’opera originale accade abbastanza spesso negliallestimenti teatrali. Nonostante le limitazioni delle competenze autoriali, la<strong>traduzione</strong> letteraria viene percepita oggi <strong>come</strong> arte. Si può presumere che l’idea di<strong>traduzione</strong> <strong>come</strong> arte serva ai traduttori stessi, sensibili alle specifiche e molto varieaspettative del lettore modello. L’analisi del testo secondo Lotman è determinatadall’opposizione: «testo non verosimile» versus «testo verosimile» (Lotman 1973).<strong>La</strong> <strong>traduzione</strong> è passibile di doppia “falsità”: inadeguatezza e casualità. Ci interessadi più il secondo aspetto del fenomeno. <strong>La</strong> fiducia del lettore contemporaneo nella17

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