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La traduzione come processo creativo - Bruno Osimo, traduzioni ...

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d’uscita potrebbero essere almeno quattro: tradurre alla lettera spiegando in una notaa piè di pagina il significato e la funzione della frase; tradurre alla lettera senza darespiegazioni; sostituire l’elemento con un altro simile tipico della cultura ricevente,applicando il principio dell’apocrifo, ma correndo il rischio di inserire elementiestranei alla cultura emittente; oppure omettere il segnale di genere (nel peggiore deicasi). È una considerazione di carattere generico dato che tutto dipende dal contesto eogni traduttore considera il testo nel suo insieme per non compromettere ladominante scelta. Quale alternativa avrebbe scelto Balcerzan? Di sicuro non avrebbetradotto la frase alla lettera con una nota esplicativa, di certo non avrebbe neanchepensato di ometterla, ma l’avrebbe forse sostituita con una figura retoricacomprensibile al lettore del metatesto (magari ce ne fosse una con funzione moltosimile a quella dell’autore dell’originale! Sarebbe ideale!), ma non avrebbe maipiantato in asso l’autore tralasciando questa particolarità visto che l’aspetto piùimportante di ogni <strong>traduzione</strong> per Balcerzan è che il lettore riesca a coglierel’intenzione dell’autore dell’opera originale e che il traduttore rimanga un mediatoremai troppo <strong>creativo</strong> per cercare di superare e riscrivere l’opera inventiva altrui, masufficientemente e inevitabilmente <strong>creativo</strong> per produrre un testo leggibile, diversoda quello che anche un traduttore elettronico sarebbe in grado di fare.Detto questo mi sembra opportuno soffermarmi sulle difficoltà che horiscontrato traducendo l’articolo Perevod kak tvorčestvo. A scopo informativoricordo che Balcerzan è di madrelingua russa, ma ha passato in Russia solo pochianni della sua infanzia. Questo ha avuto alcune ripercussioni sulla sua conoscenzadella lingua, o meglio: è evidente l’influenza di una lingua europea, anche se diorigini slave. L’articolo che ho riportato in seguito con la mia <strong>traduzione</strong> è l’operaoriginale di Balcerzan scritta in russo, non tradotta. Il saggio è senza dubbiostrutturato molto bene, ma un occhio attento riuscirà a notare che l’autore usastrutture grammaticali atipiche per il russo, un po’ differenti da quelle usuali; usavocaboli di origine straniera, sostantiva i verbi e viceversa (facoltà superflua data laricchezza della lingua russa) e esagera, a mio avviso, con l’uso delle virgolette. Nonsono abbastanza esperta in materia e non posso perciò spiegare con certezza talicaratteristiche del linguaggio di Balcerzan in questo articolo.12

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