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ArchivioStorico 178 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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16elegante e sobria, degna del suo rango <strong>di</strong>figlia <strong>di</strong> Re e vertice del Ducato con cui siidentifica. Segue i lavori <strong>di</strong> persona; ispeziona,<strong>di</strong>scute ogni particolare, consiglia, pretende,sceglie. Fornaci <strong>di</strong> mattoni sorgono inloco, cave <strong>di</strong> sabbia e cave <strong>di</strong> pietra; sononecessari imponenti movimenti <strong>di</strong> terra perle fondamenta e la stabilità dei giar<strong>di</strong>ni.La Vigna, abitata da Maria Cristina negliultimi <strong>di</strong>eci anni della sua vita, si arricchisce<strong>di</strong> ombrose allee e <strong>di</strong> magnifici spazi;giar<strong>di</strong>ni a più livelli vengono collegati traloro e con la Villa da gran<strong>di</strong> scalee <strong>di</strong>marmo, e si adornano <strong>di</strong> statue, obelischi,fontane, giochi d’acqua, porticati ed esedre.Maria Cristina trasfonde nella splen<strong>di</strong>dacornice della Vigna il senso <strong>di</strong> natura e aprealla fantasia labirinti, boschi, “teatri <strong>di</strong> verzura”,grotte <strong>di</strong> “Citroni, Cedri e Naranci”.Mille echi ritroviamo qui del mondo miticoe ingegnoso <strong>di</strong> Giovan Battista Marino,ben noto alle corti del Piemonte e dellaFrancia; il piacere inteso come arte, stimoloall’alta fantasia e all’immaginazione: lavista sui gran<strong>di</strong> panorami in fuga sino alleAlpi; il profumo dei mille fiori a ghirlanda, edei pergolati; il sapore dei frutti a piena estate;il calore del sole e dei sentimenti, cheella tanto ricerca, e qui finalmente trova.I giar<strong>di</strong>ni all’italiana richiamano sì all’or<strong>di</strong>nedei pensieri, alla misura dei sentimenti,ma alla deroga invitano le fughe <strong>di</strong> terrazzi,portici, logge, verso spazi più liberi egiar<strong>di</strong>ni segreti.Popolano la collina animali esotici e alpestri,cervi, camosci, caprioli, stambecchi e -occasione <strong>di</strong> stupore e <strong>di</strong> giochi - timi<strong>di</strong> orsie infreddoliti leoni.Parco e villa, ancora nel corso dei lavori,subiscono riduzioni e trasformazioni. Delprogetto originario, non compiutamenterealizzato, G. Tommaso Borgonio, celebrecalligrafo e cartografo <strong>di</strong> corte, ha lasciatodue tavole, in cui <strong>di</strong>lata gli spazi, inventaarchitetture, interpreta intenzioni, documentadesideri. Più fedele resta il Borgonioin alcune scene teatrali del 1681 in cui,sullo sfondo del palcoscenico, si affaccianoa sinistra la Vigna <strong>di</strong> Madama Reale e <strong>di</strong>fronte il Castello del Valentino mentre, inprimo piano, l’interno del Teatro Regio siaffolla <strong>di</strong> ben stemmata nobiltà.Una villa fastosa anche negli interni, perQuest’opera, “iniziata per comando, proseguitaper debito”, conclusa poco prima<strong>di</strong> morire, ripropone, attraverso la Vigna,l’apoteosi <strong>di</strong>nastica della Casa Sabauda e<strong>di</strong> Francia, rivissuta nel segreto rimpianto<strong>di</strong> un Eden perduto in cui storia, affetti,arte, poesia, natura trovano collocazione.Ornavano le sale gran<strong>di</strong> tele e affreschi,ora <strong>di</strong>spersi o perduti, che illustravano episo<strong>di</strong>della vita e delle virtù <strong>di</strong> Maria Cristina- matrimonio, reggenza, <strong>di</strong>fesa della città,pace raggiunta - e, specularmente, rappresentazioniesemplari del mondo naturale,fronde, fiori e frutti; fonti e fiumi; mari; ilcorso delle stagioni; caccia e pesca.Con la morte <strong>di</strong> Maria Cristina, nel 1663,la Vigna alterna brevi possessi dei Duchi e<strong>di</strong> pie istituzioni, tra cui l’Ospedale <strong>di</strong>Carità <strong>di</strong> Torino, fondato dalla <strong>Compagnia</strong>17LA VIGNA DI MADAMA REALEMARIA CRISTINA DI FRANCIAricchezza <strong>di</strong> arredo e affreschi, per dovizia<strong>di</strong> stucchi e dorature, argenti e legni preziosi,arazzi e tappezzerie.Qui, così come nel Castello del Valentinoper opera dell’eru<strong>di</strong>to Emanuele Tesauro e<strong>di</strong> Filippo d’Agliè, nell’affollamento dell’ornato,bande e veli offrivano <strong>di</strong>pinti florilegi<strong>di</strong> metafore preziose, concettose acrobazie<strong>di</strong> arguzie, capricciosi arabeschi <strong>di</strong> invenzione,compiaciuti bouquets <strong>di</strong> incantateallusioni amorose de<strong>di</strong>cate a Maria Cristina.Filippo d’Agliè, “Filindo il Costante,<strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> nella prima metà del Seicento.All’inizio del Settecento, durante l’invasionefrancese, la Vigna viene eletta per treanni a quartiere militare del marchese <strong>di</strong>Pianezza, Luogotenente generale dellaCavalleria piemontese. La collina è messa afuoco dai francesi; centocinquanta villevengono <strong>di</strong>strutte; la Vigna non subiscedanni rilevanti.Dal 1729 al 1798 la proprietà, ridotta neiconfini, è sede estiva della Congregazionedei Padri Missionari <strong>di</strong> <strong>San</strong> Vincenzo de’LA VIGNA DI MADAMA REALEMARIA CRISTINA DI FRANCIAAccademico Solingo”, della Vigna haPaoli. Una ra<strong>di</strong>cale trasformazione dellasciato compiuto ricordo ne Le Delitie,palazzo e dei giar<strong>di</strong>ni muta lo stesso orien-Relatione della Vigna <strong>di</strong> Madama Realetamento della villa, in origine rivolto signi-Christiana <strong>di</strong> Francia, Duchessa <strong>di</strong> Savoia,ficativamente verso il Castello del5. Tommaso Borgonio, Il Castello del Valentino e Vigna <strong>di</strong> Madama Reale, scena per il Prologo del Lisimaco,rappresentato al Teatro Regio <strong>di</strong> Torino, 1681. Torino, Biblioteca Nazionale.Regina <strong>di</strong> Cipro, posta sopra i Monti <strong>di</strong>Torino, Torino 1667.Valentino. La Villa oggi esistente è il fruttodella ristrutturazione del corpo <strong>di</strong> fabbrica

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