costruendo do<strong>di</strong>ci casette nel borgo <strong>San</strong><strong>di</strong>stribuzione dei valori bollati (1938). Nelme<strong>di</strong>a nazionale, corrispondeva un conside-<strong>Paolo</strong> per ospitare le famiglie più <strong>di</strong>sagiate.1940 l’Istituto incorporava i Monti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>-revole aumento delle più moderne forme <strong>di</strong>Quando fu costituito nel 1907 l’Istitutoto su pegno <strong>di</strong> Carignano e <strong>di</strong> Susa.operazioni <strong>di</strong> fido e un fortissimo sviluppo34LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOCase Popolari, le Opere Pie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>versarono un’ingente somma a fondo perdutoper la creazione del capitale iniziale.Un ruolo attivo, non solo finanziario,ebbe il <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> nella soluzione dellacosiddetta “questione ospedaliera” torinese,legata alla carenza <strong>di</strong> ricettività dellestrutture in rapporto all’aumento dellapopolazione e alla frequenza e gravità delleepidemie. Già nel 1879, a seguito <strong>di</strong> unagrave crisi, la gestione temporaneadell’Ospedale Maggiore fu affidata alRagioniere Capo dell’Istituto, che a finemandato suggerì importanti innovazioni.Costanti furono i sussi<strong>di</strong> erogati, in particolareper nuove strutture, come il Centro <strong>di</strong>agnosticoper lo stu<strong>di</strong>o e la cura del cancronel 1923 fino alla partecipazione al consorzioper la costruzione della nuova sededell’Ospedale Maggiore alle Molinette, ultimatanel 1935.L’Istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblicodal 1932 al 1945Alla fine degli anni Venti la crisi economicainternazionale causò il crollo <strong>di</strong> alcunigruppi industriali piemontesi e delle bancheche li finanziavano. Per il <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> questoè il momento della grande espansione: nel1931, forte della propria consolidata efficienzaamministrativa, fu in grado <strong>di</strong> rilevarei depositi della Banca Agricola Italiana, <strong>di</strong>proprietà <strong>di</strong> Riccardo Gualino, in Piemonte18. Lo statuto del 1932.e tre filiali fuori città, si trovò ad avere <strong>di</strong>eciagenzie in città e 110 filiali <strong>di</strong>ffuse prevalentementenelle regioni nord-occidentali.Nel 1932 il Governo ne riconosceva la rilevanzanell’economia del Paese e le finalità <strong>di</strong>pubblico interesse conferendogli lo statuto <strong>di</strong>Istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico. Lanuova denominazione Istituto <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong><strong>di</strong> Torino. Cre<strong>di</strong>to e Beneficenza rifletteva ilpersistere della duplice vocazione dell’ente.Parallelamente all’espansione territorialecon l’apertura, dopo la sede <strong>di</strong> Genova, <strong>di</strong>quella <strong>di</strong> Roma nel ‘36 e <strong>di</strong> Milano nel ‘37,fu ampliata la rete delle attività e dei servizi.L’Istituto fu autorizzato ad emetterepropri assegni circolari (1932); a funzionareda agenzia della Banca d’Italia per ilDopo l’emanazione delle leggi razzialidel 1938 il Cre<strong>di</strong>to fon<strong>di</strong>ario del <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>fu incaricato <strong>di</strong> gestire, principalmente inPiemonte e Liguria, le proprietà immobiliarisequestrate agli ebrei, cui si aggiunsero,dopo l’entrata in guerra, quelle degli stranieri<strong>di</strong> nazionalità nemica.L’Istituto Bancario <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong> Torinodal 1950 al 1975Le tappe dell’evoluzione <strong>di</strong>mensionale equalitativa compiuta dall’Istituto nelsecondo dopoguerra fino alla privatizzazionedel 1991 si possono <strong>di</strong>stinguere, percomo<strong>di</strong>tà, in due perio<strong>di</strong> demarcati dal1975, anno in cui fu autorizzato ad operaresu tutto il territorio nazionale.Nel dopoguerra l’Istituto ricoprì un ruolodeterminante in Piemonte nella ricostruzionedel patrimonio <strong>di</strong>strutto e nell’eccezionaleincremento e<strong>di</strong>lizio <strong>di</strong> Torino, attraversol’erogazione <strong>di</strong> mutui fon<strong>di</strong>ari chefavorirono la piccola proprietà e la costruzione<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> condomini. Nel 1963 lasede della banca fu trasferita in Piazza <strong>San</strong>Carlo, dopo una lunga e attenta opera <strong>di</strong>ricostruzione del palazzo semi<strong>di</strong>strutto daibombardamenti.Nel 1950 il cambiamento della denominazionein Istituto Bancario <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong>Torino sanzionava il passaggio da bancaprevalentemente raccoglitrice <strong>di</strong> risparmio avera e propria banca commerciale. Neglidelle operazioni a me<strong>di</strong>o e lungo termine.Furono potenziati i finanziamenti alleimprese industriali e commerciali e incrementatii mutui agli enti pubblici e agli entimorali. Nel 1960 fu costituita la Sezioneopere pubbliche per il finanziamento ame<strong>di</strong>o e lungo termine <strong>di</strong> opere pubbliche eimpianti <strong>di</strong> pubblica utilità. Nel 1961l’Istituto ottenne l’autorizzazione governativaa operare <strong>di</strong>rettamente anche nel campodel cre<strong>di</strong>to agrario <strong>di</strong> miglioramento. Il settoretitoli veniva completamente rinnovato,aprendosi alle nuove esigenze del mercato.Nel periodo dell’espansione economicagenerale (anni ’50 e primi anni ’60), lo sviluppoeconomico del “triangolo industriale”e lo sviluppo operativo del <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> sonostrettamente e reciprocamente correlati.Tra il 1965 e il 1969 l’Istituto assorbiva leattività della Banca Grasso in liquidazione,i cui depositi furono trasferiti alla BancaSubalpina, istituto costituito dal <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>stesso assieme alla Cassa <strong>di</strong> risparmio <strong>di</strong>Torino e all’Ifi - Istituto finanziario industriale,per il salvataggio dell’Istituto bancariopiemontese.Le incorporazioni della Banca depositi esconti <strong>di</strong> Milano, della Banca fiorentina <strong>di</strong>cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Firenze e del Banco <strong>San</strong>ti <strong>di</strong>Bologna, attuate nel biennio 1971-1972,consentirono l’ampliamento della rete <strong>di</strong>filiali a Milano e l’istituzione delle se<strong>di</strong> <strong>di</strong>35LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOe Liguria e parte della provincia <strong>di</strong> Pavia.commercio delle <strong>di</strong>vise estere (1935), aanni successivi all’evoluzione qualitativa eBologna e Firenze. L’apertura della sede <strong>di</strong>Così l’Istituto <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, che ancora nelesercire il cre<strong>di</strong>to agrario d’esercizioquantitativa della raccolta, il cui tasso <strong>di</strong>Bari e delle delegazioni <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to fon<strong>di</strong>ario1928 contava soltanto tre agenzie in Torino(1936), ad assumere, primo in Italia, laincremento superava notevolmente laa Pescara, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria,
Catania, costituirono i primi passi dell’espansionesull’intero territorio nazionale.Quando nel 1975 l’Istituto ottenne l’autorizzazionea operare in tutte le regioni, essocontava 260 filiali, contro le 115 del 1946.Il <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> contribuiva a promuovere losviluppo dell’apparato produttivo del Paeseanche attraverso l’assunzione <strong>di</strong> partecipazioniin molteplici iniziative esterne, dalsettore bancario a quello turistico. Favorì adesempio la creazione <strong>di</strong> infrastrutture atte aintegrare il Piemonte nel mercato comunitario,con la partecipazione alle società perle costruzioni <strong>di</strong> autostrade e trafori alpini.Nel contempo l’Istituto non cessava <strong>di</strong>svolgere quelle attività sociali che le eranostate proprie, e alle quali era destinata una3619. La sede <strong>di</strong> Piazza <strong>San</strong> Carlo dopo i bombardamenti della Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.consistente quota degli utili <strong>di</strong> esercizio,intervenendo a favore <strong>di</strong> ospedali, istitutiuniversitari, enti educativi, orfanotrofi, cen-21. «Le Stagioni», inverno 1963-1964, a. IV, n.1.37LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOtri <strong>di</strong> assistenza, ambulatori, comitati <strong>di</strong>borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e altri enti. L’Ufficio pio, il cuipatrimonio era stato polverizzato dall’inflazionedurante la guerra, proseguiva la suamissione grazie alle erogazioni della banca.L’attività dell’Educatorio Duchessa Isabellaera stata interrotta il 22 novembre 1942, inseguito a un <strong>di</strong>sastroso bombardamento cherecò gravi danni all’e<strong>di</strong>ficio, pur senza causarevittime. Nel dopoguerra, i locali venneroricostruiti e tornarono a ospitare l’Istituto“Berti” e la Scuola Me<strong>di</strong>a Statale “GiovanniPascoli”, mentre l’Educatorio sospese la pro-LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOpria attività educativa <strong>di</strong>retta e continuò lapropria opera attraverso l’erogazione <strong>di</strong>borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.20. Sede <strong>di</strong> Piazza <strong>San</strong> Carlo, 1978.Nel 1951 prendeva avvio la collana <strong>di</strong>volumi d’arte de<strong>di</strong>cata alla valorizzazione22. «I Mesi», febbraio 1974.