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ArchivioStorico 178 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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permise l’avvio <strong>di</strong> un’intensa attività finanziaria,gestita dal Monte <strong>di</strong> pietà, all’internoDalle Opere Pie all’Istituto <strong>di</strong> <strong>San</strong><strong>Paolo</strong> <strong>di</strong> Torino 1853-1931ipotecari, portafoglio sconti, depositi pressoaltri istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to. Con l’assunzione28del quale si affermava la <strong>di</strong>stinzione tral’Opera dei red<strong>di</strong>ti e l’Opera dei pegni. Leprincipali forme <strong>di</strong> impiego consistevanonell’acquisto <strong>di</strong> quote del prestito pubblico,statale e municipale, in prestiti a comunità eprivati, in particolare al Comune <strong>di</strong> Torino,in acquisto <strong>di</strong> censi e tassi, in investimentiimmobiliari. Nel 1653 il Monte <strong>di</strong> pietàassunse l’amministrazione del debito pubblicodello Stato sabaudo, il cosiddettoMonte della fede (eretto da Carlo EmanueleI ed estinto nel 1730), ricavandone grandeprestigio e nuova <strong>di</strong>sponibilità liquida.Dopo aver raggiunto, a metà Settecento, ilculmine dello sviluppo organizzativo e dellaattività cre<strong>di</strong>tizia, estesi a tutto lo Stato, la<strong>Compagnia</strong> subì a fine secolo l’influenza13. Decreto con il quale il Prefetto del Dipartimentodell’Eridano or<strong>di</strong>na la chiusura del Monte <strong>di</strong> pietàgià amministrato dalla <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>,Torino, 27 giugno 1801.Sopravvissuta ai rivolgimenti <strong>di</strong> quasi tresecoli, la <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> attraversòuna crisi profonda nel momento <strong>di</strong> passaggiodel Piemonte dall’assolutismo allamonarchia costituzionale nel 1848, mentrel’Italia andava faticosamente costituendosiin Stato unitario e moderno. Con il <strong>di</strong>ffondersidelle idee liberali maturò negliambienti politici torinesi la convinzionedella necessità <strong>di</strong> abolire le congregazionireligiose, incamerandone i beni. Nel 1853Vittorio Emanuele II limitava le funzionidella <strong>Compagnia</strong> all’esercizio delle pratichereligiose, e affidava il patrimonio e l’amministrazionedelle Opere Pie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong>Torino (dal 1901 Istituto delle Opere Pie <strong>di</strong><strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> in Torino. Beneficenza e Cre<strong>di</strong>to)dell’esercizio del Cre<strong>di</strong>to fon<strong>di</strong>ario nel1867, in concomitanza con le riforme agrariee con l’incremento dell’e<strong>di</strong>lizia urbana,prese avvio un settore <strong>di</strong> attività molto rilevanteanche successivamente per la banca.In parallelo allo sviluppo industriale piemonteseanche il <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> iniziò una fase <strong>di</strong>vivace espansione, sempre improntata tuttaviaad una politica <strong>di</strong> estrema cautela, che glipermise <strong>di</strong> passare indenne sia attraverso lacrisi del 1887-1894, legata all’abuso del cre<strong>di</strong>toe alla speculazione e<strong>di</strong>lizia, sia più tar<strong>di</strong>alla grande crisi del 1929. Nel 1923 il Monte<strong>di</strong> pietà ricevette con la classificazione nellaprima categoria il riconoscimento della prevalenteattività bancaria, mentre l’Istituto si29LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOdella generale crisi economica, dovendo daun lato sopperire alle aumentate richieste <strong>di</strong>soccorso da parte della popolazione gravatadalla miseria, e dall’altro sottostare allepesanti imposizioni fiscali dettate dallenecessità belliche.Con l’avvento del governo repubblicanofrancese in Piemonte la Congregazione <strong>di</strong><strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> perse progressivamente lagestione delle Opere e il possesso del patrimonio,fino alla soppressione decretata il26 marzo 1802, con la contestuale sostituzioneda parte <strong>di</strong> organi <strong>di</strong> nomina pubblicarispondenti ai nuovi modelli culturali edente. Il Monte <strong>di</strong> pietà venne riaperto,dopo due anni <strong>di</strong> chiusura, nel 1804 e riorganizzatosu modello del Monte <strong>di</strong> Parigi,accentuandone il carattere bancario.Alla Restaurazione, nel 1814, la<strong>Compagnia</strong> venne reintegrata nelle sue funzioni,assumendo anche la gestione delMonte <strong>di</strong> pietà ad interessi, accanto al Montegratuito. Mentre riprendevano le attivitàassistenziali dell’Ufficio pio, alla <strong>Compagnia</strong>fu affidato, per il periodo 1814-1851, il serviziosanitario per i poveri nella città <strong>di</strong> Torino.La gestione non si limitava alle cure me<strong>di</strong>chead una Direzione <strong>di</strong> nomina governativa emunicipale, con un presidente e un vicepresidente<strong>di</strong> nomina regia.Nel ventennio 1859-1879 l’attività cre<strong>di</strong>tiziasi sviluppò ampiamente. GiovanniGiolitti, futuro grande statista e nel 1879commissario regio delle Opere Pie <strong>di</strong> <strong>San</strong><strong>Paolo</strong>, descrive il Monte <strong>di</strong> pietà a interessicome un vero e proprio istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to,con regolare servizio <strong>di</strong> conti correnti, nelquale i prestiti su pegno rappresentavanoormai meno della decima parte delle attività.Fino al 1859 il Monte si era limitato aricevere depositi e a investirli in prestiti suLA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOpolitici. Una parte consistente del persona-<strong>di</strong> base, come nelle tra<strong>di</strong>zionali condotte, mapegno; successivamente incominciò adle dei nuovi comitati <strong>di</strong> beneficenza eracomprendeva l’assistenza farmaceutica eimpiegare i capitali eccedenti le richieste <strong>di</strong>composta tuttavia da ufficiali paolini,soprattutto avvocati e borghesi, che assicuraronola continuità con l’esperienza prece-prestazioni specialistiche.prestiti in nuove operazioni: acquisto <strong>di</strong>titoli <strong>di</strong> Stato e obbligazioni garantite, anticipazionisu titoli, mutui e conti correnti14. Decreto con il quale Vittorio Emanuele II affidal’amministrazione delle Opere Pie alla Direzionedelle Opere Pie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, 13 febbraio 1853.

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