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ArchivioStorico 178 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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tempo durante l’occupazione francese.case femminili si trasformarono progressi-del Seicento i confratelli promossero l’ere-Ottenuta nel 1579 l’autorizzazione da papavamente in istituti educativi, a cui accede-zione dell’Ospedale <strong>di</strong> carità, con il qualeGregorio XIII e dal duca Emanuele Filibertovano anche pensionarie a pagamento.la <strong>Compagnia</strong> continuò a collaborare, siaper la ricostituzione del Monte con nuoviL’istruzione impartita, in sintonia con ipartecipando alla sua <strong>di</strong>rezione sia erogan-statuti, la <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong>ede inizio al prestitotempi, era basata sull’appren<strong>di</strong>mento deido prestiti a suo favore. Nel secolo succes-gratuito su pegno per sottrarre all’usura i cetilavori domestici <strong>di</strong> cucina e <strong>di</strong> cucito e sul-sivo la <strong>Compagnia</strong> contribuiva con unapiù deboli. Ancora oggi una delle più antichel’educazione religiosa.somma considerevole anche alla costruzio-strade <strong>di</strong> Torino, dove è ubicata la sede sto-La <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, legata aine del nuovo Ospedale dei pazzi.rica della banca <strong>San</strong>paolo, porta il nome <strong>di</strong>gesuiti, contribuì alla costruzione dellaNel XVI secolo la città <strong>di</strong> Torino fu ogget-via Monte <strong>di</strong> Pietà, mentre una targhetta conchiesa dei <strong>San</strong>ti Martiri e all’istituzione delto <strong>di</strong> una profonda ristrutturazione urbani-la scritta “Isola <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>” nell’isolatoCollegio dei nobili, per l’educazione dellestica, voluta dai duchi per trasformare ladella chiesa dei <strong>San</strong>ti Martiri in via Garibal<strong>di</strong>classi agiate. Per la formazione e l’impiegocittà in una capitale a livello europeo: il(all’epoca via Dora Grossa) ricorda uno deidei ragazzi poveri nelle arti meccaniche e“<strong>di</strong>rizzamento” della via Dora Grossa, l’at-primi luoghi <strong>di</strong> incontro dei confratelli.manifatturiere, fu promotrice della fonda-tuale via Garibal<strong>di</strong>; il primo ingran<strong>di</strong>mentoNello stesso periodo prese avvio l’assi-zione dell’Albergo <strong>di</strong> virtù, in accordo condella città, promosso da Carlo Emanuele Istenza femminile: la Casa del soccorso, eret-il <strong>di</strong>segno ducale <strong>di</strong> introdurre in Piemonteaffidando ad Ascanio Vittozzi il progetto <strong>di</strong>ta nel 1589, ospitava fanciulle povere <strong>di</strong>la lavorazione della seta. Nella prima metàPiazza Castello e dell’apertura della via26LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOcivile con<strong>di</strong>zione che, per la morte dei genitorio per altre cause, non potevano ricevereun’educazione adeguata al loro stato eanzi correvano il rischio <strong>di</strong> cadere vittime <strong>di</strong>profittatori (ed erano perciò dette “pericolanti”).La soluzione migliore per queitempi era la collocazione in matrimonio:per questo la permanenza nella casa si concludevacon l’assegnazione <strong>di</strong> una dote. Nel1595, proprio per venire incontro allenumerose richieste <strong>di</strong> dote da parte <strong>di</strong>ragazze povere, fu costituito l’Ufficio pio.Nel volgere <strong>di</strong> poco tempo l’Opera accentròla gestione <strong>di</strong> tutta l’attività assistenzialedella <strong>Compagnia</strong>: sussi<strong>di</strong> ai decaduti, aimalati, ai men<strong>di</strong>canti, doti, servizi religiosi,Nuova (attuale via Roma) a sud, sul cui tracciatoCarlo Castellamonte progettò la Piazza<strong>San</strong> Carlo; il secondo ampliamento, realizzatoda Carlo Emanuele II verso levante attraversola strada Po. Queste trasformazioniconferirono a Torino la sua caratteristicafisionomia barocca.A cento anni dalla fondazione, il ruolosociale ed economico raggiunto permettevaalla <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>di</strong> affidare lastesura della propria storia all’intellettualepiù influente della corte sabauda, EmanueleTesauro, che in quel periodo ricopriva unruolo importante proprio nel programma <strong>di</strong>trasformazione <strong>di</strong> Torino in una capitaleeuropea e fu regista delle decorazioni delle12. <strong>San</strong> Pietro e san <strong>Paolo</strong>. Antiporta incisa, dallaprima e<strong>di</strong>zione della storia della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong>Emanuele Tesauro, Torino, 1657.Cannocchiale aristotelico, Tesauro fu fecondoautore <strong>di</strong> panegirici, epigrafi, imprese, trage<strong>di</strong>ee drammi, <strong>di</strong> un trattato filosofico, <strong>di</strong> unaraccolta <strong>di</strong> favole e <strong>di</strong> opere storiche ed eru<strong>di</strong>te.Tra queste si colloca l’Istoria della<strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, stampata nel 1657,pregevole sia dal punto <strong>di</strong> vista letterario siacome fonte non solo per le vicende della<strong>Compagnia</strong>, ma per la storia sociale, religiosa,economica, artistica della città.Nel corso del XVII secolo la Confraternitaconsolidò la propria struttura organizzativa e27LA STORIA PLURISECOLAREDELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLOpagamento delle rette del Soccorso. Piùresidenze ducali (il Valentino, Palazzo Reale,assunse un ruolo via via più importantetar<strong>di</strong>, nel 1683, venne fondata la Casa delil Castello <strong>di</strong> Rivoli, la Venaria Reale, ilnella società civile. Il rafforzamento deldeposito per ospitare donne <strong>di</strong> qualunqueCastello <strong>di</strong> Racconigi) e del Palazzo <strong>di</strong> Città.patrimonio della <strong>Compagnia</strong>, grazie a nume-con<strong>di</strong>zione ed età desiderose <strong>di</strong> abbandonarela loro situazione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sonestà”. Le due11. Bartolomeo Caravoglia, Giovan FrancescoBellezia, 1670. Torino, Palazzo <strong>di</strong> Città.Considerato oggi come il massimo teoricobarocco per il fondamentale trattato Ilrosi legati <strong>di</strong> piccola entità, cui si aggiungerannogran<strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> famiglie piemontesi,

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