Monitoraggio della mobilità e del trasporto - Mobilità - Regione ...
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RAPPORTO ANNUALE DI MONITORAGGIO 2013Il processo di riforma nel settore dei servizi pubblici attraverso le disposizioni dell’art. 25 del D.L.1/2012 (art. 3bis della L. 27/2012 di conversione), recante “Ambiti territoriali e criteri diorganizzazione dei servizi pubblici locali”, attribuisce alle Regioni il compito di organizzare losvolgimento dei servizi pubblici locali in ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei - di norma didimensione “non inferiore almeno a quella del territorio provinciale” - “tali da consentire economiedi scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza del servizio“ a tutela dellaconcorrenza e dell’ambiente. Si è proceduto a dare attuazione alla norma attraverso la definizione,con delibera di Giunta regionale 908/2012, degli ambiti sovra-bacinali ottimali e omogeneicorrispondenti ai confini amministrativi delle relative province, ai fini dell’organizzazione dei servizidi TPL autofiloviari (su gomma) e degli affidamenti degli stessi servizi mediante procedure adevidenza pubblica, in applicazione anche delle vigenti normative regionali (art.14 ter comma 1della L.R. 30/98 e art. 24 della L.R. 10/08).Gli ambiti individuati sono i seguenti:1. Ambito Trebbia – Piacenza;2. Ambito Taro – Parma;3. Ambito Secchia-Panaro - Reggio Emilia e Modena;4. Ambito Reno – Bologna e Ferrara;5. Ambito Romagna - Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini;Con lo stesso provvedimento è stato stabilito inoltre che l’intero bacino unico regionalecostituisce il riferimento territoriale per l’organizzazione e l’affidamento con procedura adevidenza pubblica dei servizi ferroviari regionali, essendo tale ambito territoriale ottimale, sia perestensione che per omogeneità, ai fini di consolidare e ulteriormente accrescere le economie digestione dei servizi ferroviari di interesse regionale, i loro standard qualitativi, il miglioresfruttamento del materiale rotabile e i livelli di efficacia.Sul piano nazionale, il 2012 ha vissuto un periodo di profonda trasformazione, con l’entrata invigore della Legge n. 135, di conversione del decreto n. 95 “Spending review”, che impatta con ilsettore TPL prevedendo il concorso delle Regioni alla riduzione della spesa pubblica, che deveregistrare un risparmio già dal 2012 e per gli anni successivi. Attraverso le disposizioni contenuteall’art. 16 bis infatti è prevista la definizione di criteri e modalità incentivanti la razionalizzazionee l’efficientamento dei servizi, sulla base dei quali ripartire e trasferire alle Regioni le risorsedestinate al settore TPL, compreso il ferroviario. Successivamente l’art. 1, comma 301, dellaLegge di stabilità 2013 (Legge n. 228), che sostituisce il citato art. 16 bis, prevede l’istituzione, adecorrere dal 2013, del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del TPL,anche ferroviario, nonché l’emanazione di un decreto di definizione dell’aliquota di partecipazioneal fondo in misura tale da assicurare strutturalmente le risorse necessarie. Inoltre se le Regioni nonassicurano l’equilibrio economico della gestione e l’appropriatezza della gestione stessa, secondo icriteri stabiliti con il decreto in fase di emanazione (comma 9 art. 16 bis), non sarà certo il completoaccesso al Fondo.Tale decreto (peraltro non ancora pubblicato) dovrà definire i criteri e le modalità di ripartizione etrasferimento, tenendo conto di:• un’offerta più idonea, efficiente ed economica;• il progressivo incremento del rapporto tra ricavi del traffico e costi operativi;• la progressiva riduzione dei servizi offerti in eccesso in relazione alla domanda;• la definizione di livelli occupazionali adeguati;• la previsione di idonei strumenti di monitoraggio e verifica.25
CAPITOLO 2 – IL CONTESTO ISTITUZIONALE E TERRITORIALEIl decreto medesimo prevederà l’adozione, da parte delle Regioni, di un “Piano diriprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviarioregionale”, in relazione ai criteri di cui sopra, nonché la trasmissione dei dati economici etrasportistici ai fini del monitoraggio del settore all’Osservatorio nazionale sulle politiche del TPL(Legge 244/2007, art. 1, comma 300).Tabella 1Quadro dei regolatori e dei gestori dei servizi di TPL in Emilia-Romagna(Aggiornamento aprile 2013)Bacino Regolatore PatrimonioregolatorePiacenzaParmaTempiAgenzia SRLSMTP SpAReti, impiantie dotazionipererogazioneservizioFabbricatiindustriali,filovia,depositi e retiTitolari diCdSATI (SETASpA + ApamEsercizio SpA+ ATC SpA LaSpezia)TEP SpAOggetto gara- Progettazioneed esercizioservizi- Gestione reti eimpiantiEsercizio serviziurbani di bacinoe interbacinoGestoreprevalenteSETA SpATEP SpAScadenzagaraProroga CDS31/12/2014Proroga CDS30/12/2013ReggioEmiliaConsorzioACTDepositi, buse tecnologieConsorzioTPL(SETA SpA)Progettazione edesercizio serviziSETA SpAProroga CDS30/12/2014ModenaBolognaFerraraAMO SpASocietà Reti eMobilità SrlAMI SrlDepositi,filovia,infrastrutturedi fermateextraurbane,sistema AVMReti e depositiImpianti,depositi etecnologieSETA SpATPB Scarl(T>per SpA,Autoguidovieitaliane SpA,Omnibus)TPF Scarl(T>per SpA +ConsorzioFEM )Ravenna AM.bra Srl Fermate tpl Mete SpAForlì-CesenaConsorzioATRDepositi, bus,officine,tecnologieSocietàConsortileA.T.G. SpA(Start Spa)Esercizio servizisu gomma efilovia urbani eextraurbani- Esercizioservizi urbani einterbacino e dilinea tram sugomma seattivata- Gestione dellereti e degliimpiantiProgettazione edesercizio deiservizi- Progettazioneed esercizioservizi urbani dibacino einterbacinoautofilotranviari esu acqua- Gestione reti edegli impiantiEsercizio serviziurbani di bacinoe interbacinoSETA SpAT>PER SpAT>PER SpASTART SpASTART SpAProroga CDS31/12/201431/12/2016Prorogabile di 3anni31/12/2013Proroga CdS14/4/2013Proroga al31/06/2013RiminiAgenziaMobilitàImmobili, reti eimpiantiSocietàConsortileA.T.G. SpA(Start SpA+FER Srl +TEAM Srl)Effettuazione delservizio ditrasportopubblico localeautofiloviarioSTART SpAProroga mensileconcessa dalConsiglio diamministrazionedi AM Rimini26
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RAPPORTO ANNUALE DI MONITORAGGIO 2013Il processo di riforma nel settore dei servizi pubblici attraverso le disposizioni <strong>del</strong>l’art. 25 <strong>del</strong> D.L.1/2012 (art. 3bis <strong><strong>del</strong>la</strong> L. 27/2012 di conversione), recante “Ambiti territoriali e criteri diorganizzazione dei servizi pubblici locali”, attribuisce alle Regioni il compito di organizzare losvolgimento dei servizi pubblici locali in ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei - di norma didimensione “non inferiore almeno a quella <strong>del</strong> territorio provinciale” - “tali da consentire economiedi scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza <strong>del</strong> servizio“ a tutela <strong><strong>del</strong>la</strong>concorrenza e <strong>del</strong>l’ambiente. Si è proceduto a dare attuazione alla norma attraverso la definizione,con <strong>del</strong>ibera di Giunta regionale 908/2012, degli ambiti sovra-bacinali ottimali e omogeneicorrispondenti ai confini amministrativi <strong>del</strong>le relative province, ai fini <strong>del</strong>l’organizzazione dei servizidi TPL autofiloviari (su gomma) e degli affidamenti degli stessi servizi mediante procedure adevidenza pubblica, in applicazione anche <strong>del</strong>le vigenti normative regionali (art.14 ter comma 1<strong><strong>del</strong>la</strong> L.R. 30/98 e art. 24 <strong><strong>del</strong>la</strong> L.R. 10/08).Gli ambiti individuati sono i seguenti:1. Ambito Trebbia – Piacenza;2. Ambito Taro – Parma;3. Ambito Secchia-Panaro - Reggio Emilia e Modena;4. Ambito Reno – Bologna e Ferrara;5. Ambito Romagna - Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini;Con lo stesso provvedimento è stato stabilito inoltre che l’intero bacino unico regionalecostituisce il riferimento territoriale per l’organizzazione e l’affidamento con procedura adevidenza pubblica dei servizi ferroviari regionali, essendo tale ambito territoriale ottimale, sia perestensione che per omogeneità, ai fini di consolidare e ulteriormente accrescere le economie digestione dei servizi ferroviari di interesse regionale, i loro standard qualitativi, il miglioresfruttamento <strong>del</strong> materiale rotabile e i livelli di efficacia.Sul piano nazionale, il 2012 ha vissuto un periodo di profonda trasformazione, con l’entrata invigore <strong><strong>del</strong>la</strong> Legge n. 135, di conversione <strong>del</strong> decreto n. 95 “Spending review”, che impatta con ilsettore TPL prevedendo il concorso <strong>del</strong>le Regioni alla riduzione <strong><strong>del</strong>la</strong> spesa pubblica, che deveregistrare un risparmio già dal 2012 e per gli anni successivi. Attraverso le disposizioni contenuteall’art. 16 bis infatti è prevista la definizione di criteri e modalità incentivanti la razionalizzazionee l’efficientamento dei servizi, sulla base dei quali ripartire e trasferire alle Regioni le risorsedestinate al settore TPL, compreso il ferroviario. Successivamente l’art. 1, comma 301, <strong><strong>del</strong>la</strong>Legge di stabilità 2013 (Legge n. 228), che sostituisce il citato art. 16 bis, prevede l’istituzione, adecorrere dal 2013, <strong>del</strong> Fondo nazionale per il concorso finanziario <strong>del</strong>lo Stato agli oneri <strong>del</strong> TPL,anche ferroviario, nonché l’emanazione di un decreto di definizione <strong>del</strong>l’aliquota di partecipazioneal fondo in misura tale da assicurare strutturalmente le risorse necessarie. Inoltre se le Regioni nonassicurano l’equilibrio economico <strong><strong>del</strong>la</strong> gestione e l’appropriatezza <strong><strong>del</strong>la</strong> gestione stessa, secondo icriteri stabiliti con il decreto in fase di emanazione (comma 9 art. 16 bis), non sarà certo il completoaccesso al Fondo.Tale decreto (peraltro non ancora pubblicato) dovrà definire i criteri e le modalità di ripartizione etrasferimento, tenendo conto di:• un’offerta più idonea, efficiente ed economica;• il progressivo incremento <strong>del</strong> rapporto tra ricavi <strong>del</strong> traffico e costi operativi;• la progressiva riduzione dei servizi offerti in eccesso in relazione alla domanda;• la definizione di livelli occupazionali adeguati;• la previsione di idonei strumenti di monitoraggio e verifica.25