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1968 - 08 - Italy

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perimentareRIVISTA MENSILE DI TECNICA ELETTRONICA E FOTOGRAFICA DI ELETTROTECNICA CHIMICA E ALTRE SCIENZE APPLICATEMX-2ATTRAVERSAI MURI


Altoparlante " PHILlPS »Potenza nominale:Campo di frequenza:Flusso magnetico:Frequenza ,di risonanza:Impedenza:Dimensioni d'ingombro:Diametro del cono:AD 3506 RX3W10...;-.20000 Hz8100 Gauss184 Hz4no 130x551<strong>08</strong>AA/0202-12Giradischi stereo " GARRARD »Mod.25MKII4 velocità - motore sincrono a 4 poliBraccio in lega leggeraSenza cartucciaSede cartuccia:standardDispositivo di discesa frenata delbraccioAlimentazione:Dimensioni:Altezza sopra la piastra :Altezza sotto la piastra :Parti eli ricambio principali:braccio RA/21 64-00motore RA/1 150-00220 V-50 Hz375x3177370RA/0154-00" Personal TV »Straordinario apparecchio che permettel'ascolto del TV, della radioecc. personalmente, regolando il volumea proprio piaci mento senza disturbareod essere disturbati.Può essere allacciato a qualsiasi trasformatoresuono che abbia una impedenzacompresa tra 3 e 15 oh m.Completo di auricolare con cordonee spinotto, e di 6 m di cavetto perl'allacciamento.Confezione « Self-Service ..Ventilatore " MINI FRILEC »Per usi elettronici - Tipo a 7 paleAsse su -cuscinetti a sfereN° giri:2800/min.Temperatura di lavoro: ·-25 +75°CAlimentazione:220 V 50 HzDimensioni :92 ,3x92,3x38V -80-52-1-2PP/OSOO-OOWW/0103-00Microfono omnidlrezionale a stiloCompleto di 1,8 m di cavetto schermatoTipo:magnetodinamicoSensibilità :0,4 mV/l-l-barCampo di frequenza: 70...;-.9500 HzImpedenza:500nConfezione" Self-Service "00/0017-02Altoparlante " ISOPHON »Potenza nom inale:Campo di frequenzaFlusso magnetico:Frequenza di risonanza :Impedenza:Dimensioni d'ingombroDiametro del cono:PSL 203 S20 W35...;-.6000 Hz10500 Gauss25 Hz40o 230x1 14190AA/0466-06CHIEDETE ULTERIORI INFORMAZIONI PRESSO TUTTI I PUNTI DI VENDITA DELL'ORGANIZZAZIONE G.B.C.


TRANSISTOR cc OVERLAY » AL SILICIO2 N 3924 P.> 4 W con Ves = 13,5 V ed f = 175 MHz2 N 3926 P.> 7 W con Ves = 13,5 V ed f = 175 MHz2 N 3927 P. > 12 W con VE = 13,5 V ed f = 175 MHz2 N 3553 P. > 2,5 W con Ves = 28 V ed f = 175 MHz2 N 3375 P. > 3 W con Ves = 28 V ed - f = 400 MHz2 N 3632 P. > 13,5 W con Ve. = 28 V ed f = 175 MHzBFW 16P. >70 mW con Ves = 18 V ed f = 200 MHzFT = 1,65 GHz con Ves = 18 V ed 50 mA1.=


Ingrandite in casa lecon DURST M 300 evostre fotografieDURST M600Per ottenere gli INGRANDIMENTI che voi desiderate e come voi li desiderate (e per di piùcon notevole risparmio!) bastano delle semplici manovre " 0inserite la negativainquadrate il particolaremettete a fuocoinserite la carta fotograficaesponetesviluppate e fissatelavate e asciugateL'INGRANDIMENTO E' FATTOCon un DURST M 300 o M 600potrete anche eseguire fotomontaggie trucchi di ogni genere,fotografare oggetti moltoda vicino, riprodurre fotografiee disegni in qualsiasiformato, eseguire circuiti stampati,produrre targhette e pezziin « chemical milling ».Richiedete i seguenti opuscoli:Ingrandire le foto in casaGuida per il dilettanteDurst M 300Durst M 600Listino prezzi ingranditori DurstodDDDDalla concessionaria esclusiva perl'Italia: ERCA S.p.A. - Via M. Macchi,29 - 20124 MilanoDurst M 300Ingranditore-riproduttore per negative finoal formato 24 x 36 mm° Ingrandimento massimo, sulla tavoletta base:24 x 36 cm.Ingrandimento massimo con proiezione aparete: illimitato.Con obiettivo Iseo Iscorit 1 : 4,5 f = 50 mmL 43.000Durst M 600Ingranditore-riproduttore per negative finoal formato 6 x 6 cmIngrandimento massimo, sulla tavoletta ba·se: 50x 50 cmIngrandimento massimo con proiezione aparete: illimitatoCon obiettivo Schneider . Durst Cbmponar4,5/75 mmL. 73.400


MX-2ATTRAVERSAI MURIIn copertina:Il sensibilissimo M X 2eperlmentareEditore J.C.E.Direttore responsabile: ANTONIO MARIZZOLIConsulente e realizzatore: GIANNI BRAZIOLIRivista mensile di tecnica elettronicae fotografica, di elettrotecnica, chimicaed altre scienze applicate.Direzione, Redazione, Pubblicità:Viale Matteotti, 6620092 Cinisello Balsamo - MilanoTel. 92.81.801Amministrazione:Via V. Monti, 15 - 20123 MilanoAutorizzazione alla pubblicazione:Tribunale di Milanonumero 392-66 del 4 novembre 1966Stampa: S.Ti.E.M. - 20097 San Donato MilaneseConcessionario esclusivoper la diffusione in Italia e all'Estero: SODIPVia Zuretti, 25 - 20125 Milano - Tel. 68.84.251Spedizione in abbonamento postale gruppo 111/70Prezzo della rivista L. 350Numero arretrato L. 700Abbonamento annuo L. 3.500per l'Estero L. 5.000I versamenti vanno indirizzati a:SperimentareVia V. Monti, 15 - 20123 Milanomediante emissione di assegno circolare,cartolina vaglia ° utilizzandoil c/c postale numero 3/2204.Per i cambi d'indirizzo,allegare alla comunicazione l'importodi L. 300, anche in francobolli,e indicare insieme al nuovoanche il vecchio indirizzo.SOMMARIOQuesto mese parliamo di .M X 2: ascolta attraverso i muriLe cartucce per giradischiIl Micro Stereo .Minidip: strumento per laregolazione e la verifica deiricetrasmettitori .Generatore di C.A.per autovetture .La chimica delle incisioniUn economico survoltoreLa clessidra elettronicaAmpi ifìcatore-si ntonizzatorestereo « Beomaster 900 »Come progettare i circuitistampatiCostruzione di unfonendoscopioIl robot che segue il soleSSB per tutte le radioLenti liquide per i piccolitelevisori .Come capire le pellicole .Costruzione di un cicalinopago 530»»»»»»»»»»»»»»»»532536541546550555559563565569574581587592594599© Tutti i diritti di riproduzione o traduzionedegli articoli pubblicati sono riservati.Corrispondenze dei transistor»601SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>529


questo mese... qualche cosaparliamo di .di insolito. .Anzi, di un argomento che, per ora, non ha relazione con gli sperimentatori,sal vo la curiosità scientifìca che, per essi, è fìamma ines auribi le.Og ni tanto fa ,bene spingersi un po' lontano ad os servare orizzonti piùvasti, preclusi a noi che stiamo seduti ai tavol i di hobbista. Ma nelle prossimegenerazi oni, chissà, anche la nostra categoria si muoverà agevolmentenegli spazi che in questa seconda metà di secolo appartengon o al la purascienza. E porteranno anche in futuro il loro contributo perchè ricordiamocibene, noi amat orijsperimentatori siamo il lievito delle realizzazioni,mentre dal le nostre schiere esCon o tal volta i grandi iniziati del sapere scientifìco:ricordiamo soltanto Ed ison e Marcon i, e non diciamo altro.Dunque, dicevamo di cambiare argomento per cui parleremo brevissimamente,a solo titolo di curiosità, dell 'energi a at omica applicat a allamedicina.Sapete tutti che es iste lo stimolatore cardiaco funzionante a pile ilquale, se ha il grandissimo merito di conservare in vita gente che, neitempi passati, sarebbe stata ines orabilmente condannata a lasciare questaval le di lacrime, presenta lo svantaggio di costringere i pazienti a subireun'operazione chirurgica ogni 2-3 anni per sostituire le pile. Sì, perchè glistimolatori, per ragioni mediche, vanno impiantati al l'interno del corpoumano.Ebbene, la Commissione americana per l'energia atomica - AECha collaudato il modello di uno stimolatore cardiaco ali mentato con ungeneratore ad energia nucleare.Ci si sta quindi avvi ando verso stimolatori cardiaci della durata di 10anni e si prevede, in un secondo tempo, che potranno durare almeno 20 an ni.Anche se, al meno al l'inizio, gli stimolatori ad energia nucleare sarannoverosimilmente più costosi d quel li alimentati a batterie, va tenuto contodella minore spesa, e del minor disagio, per la soppressi one dei frequentiinterventi chirurgici.Ed ora qualche dato tecnico. Si tratta di un generatore di impulsi elettrici,usato nel trattamento del « blocco cardiaco ». Funziona a bassa potenza,circa 160 microwatt, e viene al imentato con plutonio-238.Si è pensato anche alla riduzione, a livelli accettabi li, dell'esposizioneal le radiazioni cui si trove rà sottoposto il corpo del paziente. A ciò si èprovveduto con l'assoluto confìnamento del combustibi le radioisotopico econ la riduzi one al minimo delle dimensioni e del peso, in modo da facilitareanche l'impianto nel corpo umano.La scelta del plutonio-238 dipende dal fatto che questo combustibilerichiede una schermatura molto modesta e perchè l'isotopo ha un tempodi dimezzamento relativamente' lungo in 89,6 anni. Infìne , perchè è sufficientela modesta quantità di 3 decimi di grammo. Lo stimolatore nuclearefunziona a termoelettricità, per la diretta conversione del cal ore sviluppatodalla disintegrazione del plutonio-238 in energia elettrica.Che ne dite? siamo andati un po' fuori del nostro campo, ma una voltatanto ci consentirete di ap rire una fìnestra dall'altra parte del nostrosolito panorama. Respiriamo aria che viene da un altro punto cardinale.Ed ora, nelle pagine che seguono, torniamo ai nostri dilettevol i esperimenti.Ci rived iamo.530 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


OSCILLOSCOPIOmode G45L'Oscilloscopio G 45 è stato particolarmente studiato per soddisfare le esigenzedei laboratori che si occupano di televisione, ma, essendo dotatodi un amplificatore verticale in corrente continua ed a larga banda, puòessere utilmente impiegato per qualsiasi applicazione in cui siano presentiforme d'onda comprese fra la corrente continua e 8 MHz.L'amplificatore verticale è del tipo bilanciato con accoppiamento direttofra i vari stadi e pertanto consente di ottenere elevate stabilità e sensibilità.Un particolare circuito calibratore permette di tarare direttamentel'amplificatore in Vpp. Come generatore di asse dei tempi viene impiegatouno speciale multivibratore, che presenta il vantaggio di fornire una tensionecon forma a dente di sega lineare in tutto il campo di frequenzacompreso fra 1 Hz e 100 KHz. Il segnale di sincronizzazione, opportunamenteamplificato controlla direttamente il generatore a denti di sega perl'asse dei tempi ed appositi comandi consentono di regolarne l'ampiezzae la polarità.Viene impiegato un tubo da 5" alimentato con 1000 V di accelerazione inmodo da ottenere una traccia brillante, e opportunamente protetto da campimagnetici esterni ed interni mediante uno schermo in mumetal. Un reticolograduato ed un calibratore ad onde rettangolari, consentono di determinarecon buona precisione le ampiezze verticali.L'Oscilloscopio G 45 è contenuto in una cassetta metallica con pannellolitografato ed è fornito corredato degli accessori di uso e delle istruzioni.A richies',a possono essere forniti i seguenti accessori: Partito re di ingressotipo P 102 - Demodulatore tipo P 103,Principali caratteristiche:Amplificatore verticaleSensibilità: 50 mVpp/cm.Risposta di frequenza: dalla cc a 8 MHz.Attenuatore: tarato in Vpp/cm, regolazione continua ed a scatti (9 posiz.).Impedenza di ingresso: 1 Ma con 50 pF in parallelo.Calibratore: consente di tarare l'amplificatore verticale direttamente in Vpp/cm tramite un generatore internoad onda trapezoidale.Amplificatore orizzontaleSensibilità: 100 mVpp/cm.Risposta di frequenza: da 5 Hz a 500 KHz.Attenuatore: regolazione continua ed a scatti (2 posiz.).Impedenza di ingresso: 1 Ma con 50 pF in parallelo.Asse dei tempi: da 1 a 100.000 Hz in 5 gamme decadiche; regolazione continua con rapporto massimo di 10.Soppressione automatica della traccia di ritorno in tutto il campo di frequenza.Sincronizzazione: interna, esterna ed alla frequenza di rete, con possibilità di regolazione continua ed inversionedi polarità.Asse Z: un impulso positivo spegne la traccia.Tubo a RC: da 5" a schermo piatto. Traccia color verde a media persistenza.cr.• D,H." " " ' , dell. START S.p.A.STRUMENTI DI MISURA E DI CONTROLLO ELETTRONICI D ELETTRONICA PROFESSIONALEo Stabilimento e Amministrazione: 20068 Peschiera Borromeo - Plasticopoli - (Milano) O Telefono: 9060424/425/426 OSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 531


Presentiamo un apparecchietto che non mancherà di darvi notevolisoddisfazioni. Unisce ad una sensibilità eccezionale, una estrema sem·plicità di montaggio. Costruitelo! ma usatelo solamente per fini leciti.MX2: ascolta atQuando i venditori di armi produconoo vendono una pistola, non lofa nno ovviamente col preciso intentodi accoppare il prossimo, ma per metterequest'ultimo in condizione dilegittimamente difendersi.Cos ì, chi costruirà questo apparecchio« spionistico » MX 2, sarà in regolacon la legge e la sua coscienzase lo userà per fini leciti. Ad esempio:ascoltare al di là del muro diuna stanza cosa dicono i propri bambinidurante i giochi per meglio comprenderlied educarli, per scoprirerumori sospetti nel sottostante proprionegozio, per cog liere sul fatto dipendentiinfedeli, ecc.Quindi ciò che può essere lecito omeno, non è l'apparecchio in se stesso,quanto l'uso che se ne fa. Infatti,questo piccolo apparecchietto può ancheessere usato come « stetoscopio»,per mettere in risalto particolari vibrazionidi macchinari e motori, comepure di strutture di cemento o metalliche, ecc.Esso infatti è in grado di captare,entro una vastissima gamma di frequenzeudibili, qualsiasi vibrazioneche si propaghi attraverso mezzi elasticianche diversi da ll'aria. Il suoimpiego è oltremodo semplice. Completamentealimentato a batteria, egrazie all'uso di un circuito integ ratoche congloba un completo amplificatoredi bassa frequenza di notevolepotenza, si avva le di uno o più captatori(microfoni di vario tipo e concezione),appoggiando i quali al murood alla struttura di cui si vog lionoascoltare i suoni o le vibrazioni riescepossibile senti re anche tutto ciòche in condizioni normali e ad orecchionudo non si sarebbe mai potutoascoltare.Il circuitoL'apparecchiet'to, che nella sua versionesperimenta le è raffigurato nellafig. sopra il titolo, è realizzato secondoil circuito di fìg. 1.In questo circuito si vede che laparte più importante di tutto l'apparecchioè il circuito integrato Q1del tipo N30-0M, eq uivalente al tipoTAA 300. Questo circuito integrato hanel suo interno ben 11 transistor e5 diodi ed è in sostanza un completoamplifìcatore di bassa frequenzache se viene .munito di una adattaaletta di raffreddamento può fornirela potenza di uscita di 1 W con ilrendimento del 58 per cento ed unasensibilità di entrata di pochi millivolt.Q1 è provvisto di 10 terminali chenella fìg. 1 sono numerati da 1 a lO.Si noterà che il· n. 3 non viene utilizzato. L'ingresso corrisponde a I terminalen. 7 mentre l'uscita corrispondeal terminale n. 2.Sempre riferendoci alla fìg. 1 ilcondensatore Cl che fa capo all'entratajack E invia il segnale all'ingressodi Q1, mentre il condensatoreC2 elimina eventuali componenti afrequenza troppo elevata. Il condensatoreC3 serve sclusivamente di filtraggioper l'alimentazione di Q1 etramite la ghiera meta llica di E vaa massa .Il condensatore C4, unitamente allaresistenza R1, costituisce un fi ltro.Variando i valori di questi due componentisi può modificare in modonotevole la curva di risposta dell'amplificatore,e ciò può riuscire moltoutile quando si devono eliminare, durante particolari ascolti, rumori estranei,ecc.La resistenza R2 va regolata divolta in volta (inserire in un primotempo al suo posto un potenziometro532SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


da 25.000 fl) in modo che il consumodell'amplificatore in quiete siadi circa 8 mA. " segnale entrato inQl attraverso il terminale 7, esce dalterminale 2 e tramite il condensatoreC5, che può essere da 200'fa capo alla presa jack U a cui va applicatol'auricolare PH o comunqueil dispositivo che si è scelto (ancheeventuali reg istratori a nastro, ecc.).Tutto l'amplificatore che ha dimensionimolto ridotte è alimentato dauna picco la batteria miniatura a 9 Ve può quindi essere facilmente occultato.tra vers-o i muri" condensatore C6 che comparenella fìg. l serve per assicurare unastabilità alle più alte frequenze ed ècollegato internamente a Ql al collettoreed emettitore dei transistorfi na li. Occorre notare che Ql fornisceuna potenza d'uscita di l W quandoè munito di un'a letta di raffreddamentoche abbia almeno le dimensioniillustrate in fìg. 3.In tal caso il valore del carico chesi co llega in U può essere di 8-10 fl.Se Ql, come è il caso ·del modellinorappresentato in fìg. l, viene utilizzatosenza alcuna aletta di raffreddamento,la potenza massima che puòfornire è di 0,5 Wi in tal caso l'impedenzadel carico dev'essere dell'ordinedi circa 16 fl, oppure si deveevitare di ricavare dal l'amplificatorede lle potenze superiori a 0,5-0,6 W.L'impedenza di entrata è invece dicirca 18 k.n e ciò permette d'impiégareuna vasta gamma di microfonie captatori senza particolari ' adattamenti.tavia notato che la. distanza che separai 10 terminali di Q1 è oltremodominima e quindi s'incontrano nonpoche difficoltà nel' sistemare Q1 inmodo appropriato.Le dimensioni del circuito stampatopossono essere di 35 x 70 mm eQ1 può trovare posto al centro delcircuito stampato. Nella fìg. 3, sonoriportati anche i jack di entrata (E)e di uscita (U) a cui vanno co llegatii microfoni e gli organi di ascoltoscelti di volta in vo lta.Si deve tener presente che la resistenzaR2 va determinata nel suovalore esatto in sede di provai infatti,vi possono essere differenze fravari circuiti integrati, sia pure delloCostruzioneL'apparecchietto può essere montatosu un circuito stampato comequello raffigurato nella fìg . 3. Va tut-SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>533


,-9L ...---Io&o__L. .. ---.. .. ..Nel modellino che abbiamo realizzatoquesto va lore era di circa 10 kn.La batteria a B l è fissata al di fuoridel circuito stam pato e col legata aquest'ultimo mediante una treccioladi fili colorati ed apposito attacco.Il collegamento va effettuato nei pun- 'ti segnati rispettivamente + e -nella fig. 3, ovviamente rispettandola po larità. Quando il circuito non èin uso, non essendo previsto un interruttore,s'interrompe la corrente,per non consumare la pila, semplicementestaccando quest'ultima dal proprioattacco a c1ips.Messa a punto ed usoQuesto apparecchietto non richiedealcuna messa a punto. Se correttamentereal izzato, senza errori dicircuito e componenti difettosi, de'lefunzionare subito, La presenza di uncircuito integrato, in luogo d,::j so lititransistor, fa sì che i collegamentisiano della massima semplicità edalla portata di chiunque.L'unica operazione da effettuare,come già detto, è quella di trovareil valore di R2 che corrisponde adun consumo, senza segnale in entrata,di 8 mA.----28----Fig. 2 . Aletta di raffreddamento per Ql."stesso 111'b, per cui si deve procederein un primo tempo ad inserire al postodi R2 un potenziometro di 20-25 k..n, e solo dopo aver determinatoil valore esatto che porta il consumodell'amplificatore a circa 8 mAin condizione di riposo, si puo inserireal posto di R2 ' una resistenzafissa.534SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


L'apparecchietto s'impiega collegandoal suo ingresso il piccolo altoparlanteAL ed all'uscita l'auricolare M.Benché ciò possa apparire assai strano,ossia che l'altoparlante vengacollegato in entrata e non in uscita,è questa la disposizione più efficacequando si vogliono captare suoni attraversoopere in muratura, porte, divisoriecc.L'altoparlante AL, non va usatoappoggiando il cono contro la parete,ma bensì in un certo senso alla rovesciaossia appoggiando contro il murola parte meta llica che corrispondeall'alloggiamento del magnete permanente.Il cono vero e proprio vaquindi rivolto verso il lato oppostodel muro. E' questa una disposizionetrovata sperimentalmente e che hafornito i migliori risultati. AI postodell'altoparlante AL si possono usarein alcuni casi anche comuni microfonimagnetodinamici, oppure dei pick-uPii risultati variano di volta in volta secondole condizioni ambientali.All'uscita U può essere collegatauna cuffia od un auricolare M, oppureun reg istratore a 'nastro od, ancora,un lungo cavetto che permette uncomodo ascolto a distanza. Nulla vietadi· collegare pure ad U anche unrelé fonico che scatti quando l'ele_mento captatore AL accusi che nell'ambientesotto sorveglianza è avvenutoun rumore di una certa intensità.Può darsi che i I livello dei rumorinell'ambiente tenuto sotto sorveglianzasia molto esiguo per cui occorrePONTE DI PRECISIONE PER RADIOFREQUENZALa Wayne Kèrr Co., Ltd., New Malden, Surrey, Inghilterra, annuncia il 8201 unnuovo ponte di precisione portatile, per misurare capacitanza e conduttanza aradio frequenza tra 100 kHz e 1 MHz. La precisione d'esercizio è dello 0,1%;la portata, tuttavia, si presta a venir estesa fino a 5 MHz, a precisione ridotta.Il ponte è dotato di batteria o raddrizzatore, spina prelievo alimentazione e rivelatore,indicatore dello zero e valori di riferimento. Per l'impiego di cuffie, sideve r6go/are la modulazione interna a 1000 Hz, e far uso delle apposite presesul rivelatore. Il livello del segnale e il guadagno del rivelatore sono rego/abili.La zona di portata oscilla da 0,0001 pF a 0,1 :fJ.F, e da 0,001 j.J.f! a 1 n.I rapporti di precisione tra tensione e corrente sono assicurati da trasformatori.Detti rapporti vengono usati per il confronto della componente incognita con ivalori interni di riferimento di capacitanza e induttanza. Un terminale neutrosulla scatola di derivazione permette di neutralizzare l'effetto di capacitanza oinduttanza di shuntaggio sui valori del componente in corso di misura. Il gruppoalimentazione e rivelatore viene fornito per 100 KHz e 1 MHz, però è possibileeffettuare il collegamentocon apparecchiaddizionali per portarela misura tra100 kHz e 5 MHz. Ledimensioni dello strumentosono di cm. 30,5x 30,5 x 12,7 di altezza;peso 5,5 Kg.poter disporre all'entrata di un seg naleassai consistente. In tal caso, l'a l­toparla nte AL va collegato all'entratainterponendo un trasformatore Tl da40 --;- 10.000 ,n adattatore d'impedenza(vedasi fig. 4) che, unitamente adun potenziometro R3, consenta disfruttare al massimo le possibilità diamplificazione. Il potenziometro R3può avere un valore di la kn e,come si constaterà ben presto da provepratiche, basta un minimo inserimentodella sua resistenza per avergià dei fortissimi seg nali in uscita.Si può avere anche i I caso di rumoriparticolari che devono essereelimi nati, oppure scelti ed esaltati fraaltri. Allo scopo, si può in ta l casodiminuire od aumentare il va lore diCl (diminuendolo vengono eliminatele freq uenze più basse) od aumentatoil valore di C2 (in tal caso vengonoeliminate le frequenze più alte). E'anche possibile variare il valore diC4-R l (in fìg . 2) in modo da modificarela curva di risposta dell'amplificatore.Riscontrandosi in pratica moltissimicasi differenti fra loro, è difficile dareuna regola genera le, per tutte lecircostanze. Tuttavia, con un'opportunascelta del l'elemento captatore Le della curva di risposta, questo piccoloapparecchietto può fornire deipreziosi ed utili risultati.G.A.U.535


L e testine o cartucce di lettura, sonoelementi fissati all'estremità delbraccio del giradischi che hanno il:ompito di tradurre in tensioni elettrichevariabili, i segnali incisi sul disco,che rappresentano il suono. Ciascunosà che esistono · dischi monofonici estereofonici, e che la loro incisioneviene fatta in modo diverso.Il tracciato monofonico, come si vedein fig. l, ha la forma di una sinusoidesemplice, e le due facce del solcosono identiche.In assenza del segnale sonoro, l'incisoretraccia una spirale ideale dal bordoesterno del disco fino al solco centrale.Quando però nel tracciato si inviaun segnale musicale, si iscrive sul discouna sinusoide rappresentante esatnusoidepural e ciò è dovuto al fattoche il suono è composto da una seriedi sinusoidi rappresentanti la fondamentalee le sue armoniche.La seconda parte della figura l ra p­presenta una incisione stereofonica, ilfondo del solco, come si può vedere,sembra seguire più da vicino la spirale,ed i due fi anchi del tracciato nonsono più identici.Infatti su uno dei fi anchi la registrazionerappresenta l'informazione destinataal canale di sinistra, sull'altrol'informazione destinata al canale didestra.E' evidente quindi che le testi ne destinatealla lettura dei dischi stereofonicisaranno differenti da quelle destinatealla lettura dei dischi monofonici.Le testine stereofoniche comun-In figura 2 si può notare che la puntinadi lettura, non tocca il fondo delsolco, ma appoggia sui due fi anchi diesso.La figur.a inoltre ci mostra chiaramenteche la puntina di lettura hauna forma conica terminante all'estremitàsecondo una sezione sferica.Le dimensioni indicate dai fabbricatinelle loro nomenclature sono propriorelative al raggio di questa sfera.I maggiori istituti internazionali hannostabilito delle norme ben preciseper le puntine; esse sono:Dischi monofonici: raggio massimo26 IJ., minimo 18 IJ.Dischi stereofonici: raggio massimo18 IJ., minimo 13 IJ..CIO' CHE BISOGNA SAPERE SULLEPER GIRADISCHItamente il segnale musicale stesso.Questa sinusoide è .Ia stessa che siouò vedere sullo schermo di un oscilloscopio;anche se in realtà, un segnale 'musica le non rappresenta mai una si-536Fig. 1 • Tracciato monofonico e sterp.o·fonico.que possono leggere anche i dischimonofonici, mentre il contrario non èempre possibile.Cerchiamo in questo articolo di spiegareattraverso schemi chiarissimi comesono fabbricati e come funzionanoi diversi modelli di cartucce.Prima di parlare delle cartucce stesseperò è necessario parlare delle puntinedi lettura. Esse rappresentano lasola parte movibi le delle cellule fonocaptatrici,e per evitare di logorare idischi vanno periodicamente sostituite.La puntina di lettura è costituita dauno zaffiro o da un diamante tagliato,col locato su una linguetta metallicache si introduce nella testina di lettura.Lo scopo di quest'ultima è di trasmettere.all'equipaggio mobile informazioniche avrà letto sul solco deldisco.L'angolo della puntina inoltre deveessere compreso tra 40 e 50°.Alcuni costruttori di cartucce peralta fedeltà utilizzano delle puntinedette ellittiche (fig. 3) che sono abbastanzacomplesse.Per semplificare le cosel diremosemplicemente che una puntina ellitticapuò essere ottenuta appiattendouna puntina conica. La sezione delcono in questo caso diventa ellitticae la puntina ha una forma che si definisceattraverso la misura dei suoidue raggil di cui il minore è paralleloal solco ed ha un valore di 5IJ., il maggiorevaria leggermente secondo i tipi,ma in generale è uguale al diametrodi una puntina conica.Gli allungamenti laterali della sinusoideche animano lo spostamento del-SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


la puntina intorno alla sua posIzionedi equilibrio, devono essere integralmentetrasmessi all'equipaggio mobilee mai al braccio, che in teoria dovrebbeseguire la spirale ideale del solco.Lo spostamento laterale della punlina attorno alla sua posizione 'd'equilibriopuò essere di ± l 00 ' ed èmolto più rapido quanto più elevatesono le frequenze.Per seguire perfettamente anche lealte frequenze la pressione esercitatasu l solco non deve superare i pochigrammi.In quasi tutti i giradischi di. grandediffusione questa pressione è determinataattraverso la regolazione diuna molla, mentre in certi apparecchidi alta fedeltà molto perfezionati laCARTUCCELa conoscenza delle cartucce per giradischi, è indispensabile per larealizzazione di un impianto ad alta fedeltà. Riteniamo quindi utile, percoloro che aspirano ad una ta le realizzazione, fornire le caratteristichedei diversi tipi. Nei prossimi numeri pubblicheremo la realizzazione di untale impianto nei suoi elementi principali: amplificatore e preamplificatore.pressione viene determinata con lospostamento di un contrappeso a mezzodi una vite micrometrica.In genera le la pressione della puntina sul disco oscilla entro 3 e 5grammi.Vediamo ora come sono compostii differenti equipaggi mobili util izzabilinelle cartucce per giradisch.LE CARTUCCE A CRISTALLOE CERAMICHEQuesti due tipi di cartucce (fig. 4)danno dei risultati abbastanza soddisfacenti,ed equipaggiano tutti i giradischidi tipo comune, eccettuati gliapparecchi ad alta fedeltà. " lorofunzionamento è basato sulle proprietàdi certi cristalli piezoelettrici che generanouna corrente elettrica sotto l'ef-fetto di una pressione o di una deformazione.La fabbricazione è semplicissima;il crista llo viene fissato auna delle due estremità su un supportofi sso, mentre l'altra estremità èFig. 3 • Sezione di una puntina ellittica eti i una puntina conica.so lidale alla puntina di lettura. Ledeformazioni del cristallo, causate dalleoscillazioni, della puntina di lettura,generano una corrente elettrica sinusoidalepraticamente proporzionale allospostamento della puntina. Questacorrente è raccolta da degli elettrodisistemati su due facce opposte delcristallo o del ceramico. La tensionegenerata da una cartuccia di questotipo può arrivare a circa 500 mV.Questa tensione di uscita elevatafacilita di molto la fabbricazione diamplificatori. Inoltre, le tensioni generatesono praticamente proporzionaliagli sposta menti della puntina, ciòvuoi dire che le frequenze basse, comeper le frequenze alte, la tensionecorrisponde a Ile caratteristiche d'incisionedei dischi. Così le correzioni daapportare alla curva dell'amplificatoreSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>537


Bas. fis saCristallo pi4tzO .I.ttricoo c.ramico.Fig. 4 - Rappresentazione schematica dF una cartuccia monofonica a cristallo o ceramica.Fig. 7 - Rappresentazione schematica diuna. cartuccia· monofonica dinamica.saranno minime. Inoltre, le cartuccedi questo genere non sono inifluenzateda campi magnetici esterni.E' da notare però che l'impedenzadi queste cellule è molto elevata, el'adattamento all'entrata dell'amplificatore,soprattutto se è a transistor, faperdere gran parte delle loro qualitànaturali.CARTUCCE MAGNETICHEIn realtà esistono due tipi di cartuccemagnetiche (fig. 6): a magnetefisso e a magnete mobile. Per distinguerele seconde dalle prime, si ricordiche le seconde sono chiamatemagnetodinamiche.Esaminiamo lo schema d'una carlucciadel primo tipo, a magnete fisso,che noi chiameremo solamente magneticae che alcuni chiamano a riluttanzavariabile. Essa è costituita da un magnetea forma d'anello, generalmentedi sezione rettangolare, sulla quale siavvolgono un gran numero di spire difi lo isolato. Nel traferro di questo magnetesi mette una placchetta di ferrodolce che è collegata alla puntina dilettura. Tutto il movimento di questaplacca farà variare il campo magneticonel traferro, e per conseguenzanell'avvolgimento, cosicché in esso SIgenera un segnale elettrico. Viceversase la pa rte mobile è un magnete el'anello è in ferro dolce si ha un tipomagnetodinamico.L'impedenza di queste cartucce ègeneralmente compresa tra 10 e 50kO; malgrado ciò la tensione di uscita538Plach.ttamobit.Fig. 6 - Rappresentazione schematica diuna cartuccia monofonica magnetica (A)e magnetodinamica (B).RCj1330RCj1260è bassa e varia all'incirca tra 1,25 e9 mV. Ciò vuoi dire che il guadagnodegli amplificatori dovrà essere piùelevato che non utilizzando cartuccepiezo.La curva di risposta data, è generalmentebuona, però la curva dell'amplificatoredovrà essere corretta, poichécon questo tipo di testina di lettura,non si ha correzione automaticadella curva d'incisione.A favore di queste cartucce, comedi quelle che descriveremo più avanti,sta il fatto che le cedevolezze lateralie verticali non sono funzione della rigiditàdel crista llo, ma sono determinatida I costruttore stesso.Praticamente tutti i giradischi adalta fedeltà sono 'equipaggiati con cartuccedi questo tipo.RCj1390Fig. 5 - Alcune cartucce stereofoniche ceramiche e a cristallo delle case: SONOTONE, PER,PETUUM, ELAC e LESA.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


RC/S60RC/630RC/1010RC/740campo magnetico esistente nel traferros'introduce una bobina collegataalla puntina di lettura. In realtà, e persemplifìcare le spiegazioni, diciamoche un elemento dinamico funzionaesattamente all'inverso di un voltmetroche è costituito allo stesso modo.In un voltmetro, se si invia una tensionenell'avvolgimento, la lancetta sisposta, in una cellula dinamica invecedello spostamento della lancetta sigenera una tensione elettrica. Evidentemente,una tale bobina non può portare molte spire e l'impedenza è bassa,inoltre, poiché gli sposta menti dellapuntina sono di picco la ampiezza, latensione generata non supera qualchecentinaia di microvolt.Fig. 8 - Alcune cartucce magnetiche stereofoniche delle case: PICKERJNG, B. & O., ELAC e Shure.Queste cellule sono adatte per impieghiprofessionali, poiché la loro cur-CARTUCCE DINAMICHELe cartucce dinamiche (fìg. 7) sonocostituite da un magnete a forma dianello di sezione rettangolare, e nelt41---,---Canale B ---....--.,.Mollaporta puntinaPunt ina di letturaFig. 9 - Cartuccia ceramica o a cristallo inversione stereofonica.fig. lO· Cartuccia magneticain .enione stereofonica.CARATTERISTICHE DI ALCUNE FRA LE MIGLlO"RI CARTUCCE STEREOCasa e Sigla8.&0. SHURE PICKERING PHILlPS ELAC ADCSP 7 M 55-E V- GP!404 STS 322-E 770Tipo magnetica magnetica magnetica magneto-dinamica magnetica magneticaRaggio puntina 17 p. 18 !J. .sx 22 181J. 5 x 22 P. 18 !J.Pressione sul disco l-i-3 9 0,75-i-l,5 g 0,75-i-3 93-i-5 91,5-i-3 9 2 -i- 6 9Cedevolezza 12-i-15x 10-6 cm/dyna 25 x 10-6 cm/dyna 15 x 10-6 cm/dyna 4,7 x 10-6 cm/dyna 12 x 10-6 cm/dyna 15 x 10-6 cmldynaRispostadi frequenza 20 -i-20.000 Hz 20 -i-20.000 Hz 20 -i-20.000 Hz 30 -i-20.000 Hz 20-i-20.000 Hz 10-i-20.ooo HzLivellodi uscita ad 1 kHz 7 mV a 5 cm/s 6,6 mV a 5 cm/s 5,5 mV a 5,5 crn/s 1 mVad 1 cm/s lO, mV a 10 cm/s 8 mV a 5,5 cm!sSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 539


Calamita mobil.Poi i c naiesinis troPuntina di le ttur.Fig. 11 - Cartuccia dinamica in versione stereofonica.sul quale esse appoggiano; cosicchédopo un lungo uso la puntina prendela forma che appare schematizzata inFig. 13.Arrivati a questo punto la puntinanon appoggia più sui solchi del tracciato,ma sul fon"do,notevole rumore di fondo, ed una riproduzionedifettosa.Le puntine sono fobbricate con deimateriali durissimi, zaffiri o diamanti;. le durate ammesse per le puntine professionalisono di 20 ore per lo zaffiroe 200 per il diamante. E' evidente chequeste durate sono molto brevi ma noicrediamo sinceramente che si possonoammettere solo quando si voylia conservaredei dischi di musica classicain perfetto stato.va di risposta è eccellente" Per aumentareil livello d'uscita, e facilitare l'impiegodi queste cellule,. i fabbricantiincorporano sovente un preamplificatorenella testina di lettura stessa.Questo preamplificatore aumenta il livello d'uscita a qualche millivolt, cioèpraticamente al livello d'uscita dellecellule magnetiché.Le fig. 9-10-1 1 rappresentano tuttele cellule che abbiamo descritto .in versionestereofonica. Le realizzazioimeccaniche sono differenti, ma le spiegazionidate permettono ugualmentePu n t i naP u n t i n anuovcl logorataFig. 12· C ... avv .. n .. ,.... cft ..." ..:""llllil!I"! illllii!I!!' il'jillll!:'] 'li",ill!!llVISTADI FRONTE•Senso di rotazionedel discoVISTA DI PROFILOFig. 13 • Come si presenta una puntina .logorata.di comprendere il funzionamento. Neitipi stereo è molto importante la separazionetra i due canali, che devesuperare almeno venti 20 dB.LOGORIO DELLE PUNTINEDI LEnURALe puntine di lettura si logorano comepure i fianchi (fig. 12) del solco'Quando si usano dei disçhi di scarsovalore, si possono concedere periodidi uso più lunghi: 1000 ore per un diamantee 100 ore per uno zaffiro. AIdi là di questi tempi la punti ha iniziaa rovinare i dischi, ancor prima che sioda il classico rumore di fondo. Quindia1tenzione alle puntine se non voleterovinare i vostri dischi!540SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


COSTRUIAMO ILMICROSTEREOC'era una volta ... un amplificatore stereofo nico costituito da una miriade dipezzi: condensatori a decine, trasformatori, una fortu na in diodi e transistor,circuiti e pannelli complicati... mani di fili!Eh: c'era una volta.E oggi? Beh, oggi lo « stereo » lo si può realinare con una scarsa manciatinadi peni: due Circuiti integrati alcuni complementi, poche connessioni. In vero,odiernamente, la costruzione di un amplificatore stereofonico è « discesa » al·la portata d'UN PR0GETTODI GIANNI BRAZIOLIi chiL'han detto sopra e non lo ripeterò:ma ... maniscalchi e gasisti, fi nalmenteanche voi potete costruirvi lo «stereo»!Usa allora delle unità premontate?No, no: eh, dove andrebbe allora lasoddisfazione di costruire?No, non voglio essere irriverente conchi ferra i nobili animali, e lungi da meè bene una scarsa considerazione per igasisti: moderni emuli di Prometeocon la Rolls-Royce «Silver Ghost » ela villa su ll'Appia antka, grazie allaprofessione artigiana! 'Dicendo « Maniscalchi e gasisti » intendodire «menO esperti di elettronica», null'altro. Sì, perchè proprio acostoro mi rivolgo proponendo la costruzionedi un ampi ificatore stereofonico:il bravo « due canali ».Amico lettore, non si sventoli orala mano dalle dita raccolte a mazzettodavanti alla sua fronte pensosa:creda, sono in perfette condizioni mentali,almeno per quel tanto che questistra ni tempi permettono (sic!).Lo proverò dicendo che questo amplificatorestereofonico prevede l'impiegodi ventiquattro pezzi in tutto, eche, come cablaggio, è dotato di unatale se mplicità costruttiva da richiama-'re quella del ricevitori no a tre o quattrotransistor.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>Usa invece due CIRCUITI INTEGRA­TI, i nuovi se non nuovissimi «TAA3'00 » della Philips; unità estremamenteminuscole, che però dissipano ciascuna900 mW offrendo una potenzamusicale (lHFM) che eccede il W: anzi,che giunga a 1,5 W.Questo è un dato, uno so lo dellostereo: vediamo quindi gli altri. Oltreche una potenza di 1,5 + 1,5 W, l'amplificatoreoffre:- una distorsione che NON superalo '0,5 per cento ad l W di potenza(per canale). Questo è un valore davveroHI-FI, degno di riproduttori ditipo professionale;- una risposta (banda passante) chesi estende tra 4'0 Hz e 100.000 Hz en­Iro 6 dB. La banda a - 3 dB (valoreclassico per la valutazione deg li impiantiHI-FI) vale 8'0 Hz-82.000 Hz;- una stabilità termica « provvisoria» assa i buona, anche se non eccezionale nel prototipo (vedremo poi il, ' perchè) e comunque tale da assicurareAspetto del pannello del mi ero-stereo.il funzionamento lineare del complessotra l'OoC e 45°C;- un rumore di fondo tanto ridottoda essere inavvertibile in asso luto (60dB sotto al segnale). 'Buoni, questi dati, nevvero? Ta li dafar venire ... l'acquolina a ben più di541


lK6KFig. 1 . Schema elettrico del circuito integratoTAA 300.un audiofilo! Ho forse esagerato? No,no, vi garantisco io, Gianni Brazioli,che i dati suesposti sono veritieri,sc rupolosamente esatti e magari arrotondatiper difetto.Si tratta quindi di uno «Stereominimo» assolutamente fedele, checome qualità batte moltissi me realizzazionicosiddette «di classe », indùstriali,e parimenti tutti gli amplificatoridetti «economici ».Certo amici, Voi direte che 1,5 ++ 1,5 W di potenza non sono proprioquel che ci vuole per sonorizzare uncinematografo: ma Voi avete delle salecinematografiche da alimentare? lono, e per l'impiego casalingo ho con-1)statato che ta le potenza è più che sufficiente:provate pure anche Voi; conil volume al massimo, 1,5 + 1,5 Wfanno un bel baccano; anche se è incorso una festicciola!Molti diranno allora: «Perchè lefabbriche • costriscono gli impiantistereo da 20 + 20 W o addiritturada 500 + 50 W? se la potenza di 1,5 Wpuò bastare?Beh, vediamo: 50 + 50 W è unapotenza ... «americana »; una possibilitàdi «tornado fonico » che da noinon trova utilità. Va bene per chi hala villa con il «friggibarbecue » 911'apertoe la piscina. Per chi ha dei vicini;non dei coinquilini nè dei condomini.Possibilmente dei «vicini »posti a venti minuti d'automobile ogiù di lì.Anche 20 + 20 W sono una bellapotenza, e sono certo che difficilmentechi possiede un amplificatore del generene ha mai sfruttato il massi movo lume. V'è comunque una considerazioneda fare: ed è che l'orecchio umanoha un funzionamento non lineare;né relativamente alla frequenza néalla potenza.Per esempio, se voi udite un discoriprodotto da un amplificatore dellapotenza di so li 5000 mW, e poi unopotenza di so li 250 mW, e poi unoda 2,5 W, e non sapete a priori lecaratteristiche degli apparati, saretepronti a giurare che l'amplificatorepiù «grosso » possiede una potenzaal massimo doppia de"'a ltro ma NONcerto quintupla. Così se voi ascoltateun disco riprodotto a 1,5 W ed a 5-6W, noterete una differenza nel volume,ma non vi parrà certo ta le dagiustificare una potenza più che tripla:tuttociò, appunto, per la diversa sensibilità dell'orecchio ai suoni via viapiù intensi.Ora, alla luce di quanto detto, èpossibile affermare che tra la potenzasonora di questo apparecchio equella prodotta da uno stereo da4 o 5 W per canale, poco ci corre:il che, in sostanza conferma l'assuntodella praticità . di un amplificatoreda so li 1,5 + 1,5 W, come questo,per sonorizzare un impianto stereofonico«casalingo ». Come volevasi dimostrare.Come dice quel lettore con le basetteche gli si congiungono su l men­, Quello con gli occhiali in acciaioalla Ringo Starr? Che ho «stancatoil pubblico > ?Beh, beh, al tempo: una introduzioneci voleva, e chi mai vi avevafatto notare amici, le caratteristichedel particolare udito umano e dellasua «strana » risposta?Comunque, se l'introduzione è sta­;a lunga, prolissa, spremo una lagrimucciadi pentimento e vengo al fatto,anzi: allo sc hema. Prima di tutto vediamol'ICS.Figura l, eccolo lì: è ii TAA 3000.E' il circuito integrato che forma il« clou »; il pezzo principale, il «cuore» dell'assieme.Ditino e contare: uno, due, tre,quattro ... però! Il TAA 300 comprendeben undici transistor, cinque diodi,tredici resistenze, un condensatore.Che zuppa !r--- ----------- 4 -lI s ------+__4 AP:8"ICIRCUITO INTEGRATO TAA 300I3rINGRESSOFig. 2 - Circuito di principio in cui il T AA 300 deve operare.542 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


CIRCUITO INTEGRATO TAA 300R625K/\r- --,I I: l USCITA CANALE DESTRO:8/\L _ _ JlOC9:50KpFC13500Fr- - ì+lOCIRCUITO INTEGRATO TAA 300R125K/\I III USCITA CANALE SIN ISTRO:8/\IIL _ _ ..JFig. 3 • Schema elettrico dell'amplificatore stereo.Genera lmente chi scrive, so rvolain modo più o meno destro ed elegantesu lla natura intima degli ICS:essi sono infatti non sempre comprensibili.Sarebbe però un peccato non« vedere }) il nostro TAA in dettaglio,quindi, cerchiamo di capirci qualcosa !. L'ingresso del «TAA 300 }) (terminale7) è uno stadio duplice a ... « codalunga », detto dagli americani « longTa iled pair »: traduzione letterale.Di che si tratta? Beh di due tra nsistorconnessi ad emettitore comunetra loro, che fungono da sistema autobilanciantenei confronti della temperatura,della tensione di alimentazione,del guadagno grazie ad una fortecontroreazione.Il paio si comporta, in pratica, dasingolo transistor munito di uno specialecontrollo di guadagno che nestabilizza i parametri in modo da otteneresempre ed in ogni condizioneuna linearità assoluta delle funzioni.Generalmente, lo stadio di ingressodi un ICS ha la polarizzazioneesterna, o esternamente aggiustabileper stabilire di volta in volta quellecondizioni di lavoro che possono esserepreferite: nel caso del TAA 300SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>ciò non si verifica; la Philips, per ragionichiare a sé stessa, ha stabilitoil valore ottimo e lo ha integrato nelsi licio che compone il complesso : nerisulta una impedenza di ingressoche vale all'incirca 10 kn: media. Peraltro utile in vari casi.Allo stadio di entrata a «coda lunga» segue un primo amplificatoretristadio, utilizzante appunto tre transistor:uno PNP, un altro NPN, un altroancora NPN. Il primo non è tanto unamplificatore quando uno stabilizzatoreed un trasferitore dei segnali: lasu a funzione integratrice premette aiseguenti di lavorare in un regime linearee favorevole ai segnali di ampiezzamodesta.È da notare il condensatore da10 pF col legato al primo transi storNPN; serve unicamente come limitatoredell'estremo elevato della risposta:evidentemente, a parer mio, iprogettisti, avendo scoperto che il pro-10tipo del TAA 300 aveva una eccessivarisposta alle frequenze alte lohanno inserito in seguito. Con l'introduzionedel condensatore hanno tagliatoil picco abnorme ... così sia.Il TAA 300, rimane comunque unraro esempio di ICS recante una ca-pacità; generalmente i costruttori preferisconoevitare questi complementi,e « girano attorno » alla loro eventualenecessità.Sia dato atto alla Philips di sa percostruire delle capacità integ rate precise:non è poco!Tra il «driver }) detto ed il fi nale,vi è un transistor PNP che non ha impieghinell'elaborazione del segnale,ma serve per la stabilità termica · efunzionale del sistema.Il fi nale propriamente detto è cos1i1uitoda due coppie di transistorNPN connessi in circuito «Darlington».La figura 2, mostra il circuito dipricipio (sia pure completo di va lori)in cui il TAA 300 deve operare.Semplice, come si vede: potenziometrodi volume (R l) condensatoredi accoppiamento al primo stadio (C l)equal izzatore (C3) uscita all'a ltoparlantesui terminali 2 e 5, tramite C6.Il circuito C4-R2 crea la controreazioneuscita-ingresso atta a linearizzarele funzioni del complesso: C5 èaggiunto per la migliore stabilità. Meritauna nota, questo condensatore:543


AFig. 48"m! I....-,-2.$4deve avere effeHivamente la capacitàdetta; se la sua tolleranza lo portaad un valore reale minore, può innescarsiuna oscillazione ultrasonicache compromette il funzionamento:impiegando dei condensatori al 20%di tolleranza è quindi meglio « abundarequam deficere! » ... Come dicevaquel Presidente della Cassazione, comminandoun ergastolo.Come abbiamo visto, il TAA 300è un circuito integrato piccolino ma ...« muscoloso »: può elaborare dei segnaliforti ed ampi.Nella serie campione che per vietraverse ho avuto, codesto ICS ha ilcontenitore «SOT 14 »: vale a dire,che è incapsulato ' in un invol ucro« TO-5 » ribassato,' piatto.Scalda, e giunge rapidamente atemperature proibitive nel caso chesia impiegato al limite delle prestazioni.Il TAA 300 contenuto nell'S0T14 èperò un tipo vecchio, ed il mio prototipo,che ne impiega due in tal guisaè da ritenersi superato. Infatti, laPh ilips, annuncia ora che il TAA 300non sarà più prodotto con il «case »S0T14, ma con il « Dual-in-line » chesi vede nella figura 4, familiarmentedetto ... « millepiedi ».Mentre . scrivo non so ancora leconnessioni che avrà ta le «mi lliepiedi», ma ovviamente saranno assai« logiche » ed il lettore non avrà laminima difficoltà nell'interpretarle.CPerché mai la Philips ha preferito.!:"'".. ..-- -Fig. 4-A - Connessioni del TAA 300oggi in distribuzione, con il contenitore.. S0T14 ... B - Vista del radiatoreche è necessario montare sul TAA 300al fine di ricavare la massima potenzasenza superare la dissipazione. C - Vistain pianta e profilo del nuovo TAA300, munito di contenitore piatto euscite laterali. Si noti lo strato di rame(copper) che funge da radiatore internoincorporato in questo modello . aggiornatodell'ICS.in segu ito il «dual in line » al primieroe più piccolo SOT 14? logico,PROPRIO perché lo S0T14 è troppopiccino, e non può dissipare più diquel tanto. Con il TAA 300 nel « millepiedi» la Casa otterrà un marginedi dissipazione tale da garantire leprestazioni migliori anche nelle peggioricondizioni d'impiego: in particolare,considerando che munirà la nuovaversione di una piastrella di legaad alta conduzione termica direttamentesaldata al contenitore. Un radiatoreincorporato, Insomma.AI lettore, l'ICS perverrà in questaversione «ultimo stri llo ». lo ... behio m'accontento!Vediamo ora lo schema genera ledel sistema «stereo » presentato: figura3. Come si nota, il tutto è formatoda due amplificatori identici allafigura 2, muniti dello «stereo-balance» ovvero del sistema di regolazioneche crea para llele caratteristichedi funzionamento per ambedue gliamplificatori (R3).Ho spiegato prima il canale singolo;non occorre quindi che mi ripeta perlo stereo: og ni comme nto in meritosarebbe un duplicato.Mi accorgo anzi che la chiacchierataè divenuta anch'essa.. longtailed:ha una ... coda lunghissimaTaglio quindi; taglio secco e passote legraficamente alle note di rea lizza.donepratica.Il prototipo da me costruito non èuna gran bellezza... di rado, comunquegli apparecchi sperimenta li hannouna estetica brillante. Nondimeno,è razionale e la sua impostazione puòessere presa com'e idea-base da par- 'te del lettore per una successiva elaborazione.Ha un pannellino scatolato in alluminioche regge il doppio controllodi vo lume (R 1-R2) ed i I potenzio metrodi bilanciamento R3.I due T AA 300 i condensatori e leresistenze fIsse sono sistemati su diuna basettina a settori stampati: alcuneparti sono «sopra » alla plastica;altre (R6-R7-C3-C4-C 13) sono montateal di sotto con le varie interconnessioni.Le parti sono disposte secondouna logica funzionale ' che prescindedalle sq uadrature e dai parallelismi.Gli ICS sono infilati in' due piccolidissipatori a «ste lla », Jer'1iyn-GBC;alla massima potenza, con questi radiatori,non raggiungono una temperaturata le da rischiare il fuori uso.Come ho detto, i « TAA 300 » nuovaserie non avra nno proclemi ditemperatura; quindi nulla da aggiungere.Se non si mantengono corte · Ie connessioni,i circuiti integrati innescanoa freq uenza elevata: l'amplificatore inquesto caso fischia e distorce. E' quindinecessario curare bene la fi latura: inparticolare, i condensatori di fuga edisaccoppiamento (C5-C6-C9-C 1 0-C3-C4) devono giungere ai punti «comuni» con la massima brevità .Vi sarebbero varie altre cosette dacommentare, ma nessuna è nuova odi particolare interesse: quindi mi paredi aver dato a chi legge sufficientiinformazioni per una fe lice riuscitadel montaggio. Vediamo allora ilcollaudo,Il pick-up stereo da abbinare all'amplificatorebicanale deve ' esseremagnetico e deve avere una impedenzacompresa tra qualche migliaiodi n ed una quindicina di k.n. Devealtresì erogare un segnale minimo efficacedi 10 mV per ca nale, ad ottenerela massima potenza di uscitaprevista.Trattasi comunque di una ampiezzatanto modesta che ogni testina lapuò erogare, salvo sporadici e particolaricasi.544,SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Inutile dire che il pick-up deve essereHI-FI.Gli altoparlanti connessi all'uscita,debbono presentare ad ogni canale,un carico compreso tra 6 e 12 !l, edevonò possedere una qualità elevataoltre che una pote nza non inferiorea 3 W.Con gli altoparlanti collegati, masenza segnale d'ingresso vi è comunqueuna duplice regolazione da effettuare,prima del co llaudo. Si trattadi portare i potenziometri semifìssiR6-R7 ad un valore ta le che la correntedi riposo di ogni T AA 300 (ingressiin cortocircuito a massa) siapari ad 8 mA. Per effettuare la misura,si staccherà dal positivo genera le(S 1) 1!3 connessione numero 4 di ciascunICS ed ivi si inserirà il testercommutato sulla portata x 10 mA fondoscala.Fig. 5 - Aspetto interno dell'amplificatore.Regolati che siano ambedue i trimmer,si ripristineranno le connessionie si potrà di conseguenza provare ilcomplesso.Forse non sarete sorpresi dalla potenzadel vostro «Microstereo »: losarete però dalla qualità del suono sepick-up e diffusori avranno la classeauspicabile.Effettivamente, è difficile udire nelcomune una purezza musica le cosìelevata d una così tota le assenza dirumore e distorsione!Comunque: . giudicate Vo i. Il costodei TAA 300 ' di tutti gli altri componentiprèsi assieme . è di gran lungaminore di 10.000 lire (pick-up edaltoparlanti, ovviamente esclusi - sic !).Quindi, vista la limitata difficoltà costruttiva,è ce rto che la maggioranzadei lettori, se lo desiderano, possonotentare léi rea l izzazione di questo progetto.lo penso a ragion veduta che nevalga la pena.Ebbene, ai posteri. ..Beh, ciao gente : ci sentiamo! Ditemicome avete trovato questo progettino,all'atto pratico e ditemi se mammaPhilips vi ha fornito il TÀA 300nel «Dual-in-line »: come dice quellavecchia canzone?... « Mandatemi una be lla ca rfolinaa... » Ciao !SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>545


COSTRUIASTRUIlENTO PER LA REGOChi non ha su l tavolino degli esperimentiun qualche misuratore autocostruito?Chi non ha la scatolettamezzo-scassata da cui occhieggianoboccole e spuntano cavetti vari e ta l­vo lta abbastanza spelacchiati?Può essere un alimentatore, o chissà,un oscilloscopio: è però semprequalcosa di meditato, qualcosa dielaborato in seguito ad una precisanecessità scoperta trafficando con ifi li ed i condensatori.In questo articolo presenteremo unapparato della medesima specie, natoda constatazioni essenzialmentepratiche, ed in particolare dalla regolazionedi numerosi apparati riceventio emittenti previsti per la gammatipica delle applicazioni radiotelefoniche:quella situata tra 27 e29 MHz.Il nostro, e In sostanza un generatoreRF a diodo-tunnel, ma puòrientrare nella categoria dei «griddip-meter» e degli onda metri, grazieal particolare circuito di cui èdotato.Lo schema è nella figura 1: vediamolo.Se si esclude il circuito formatoda M l-DG 1-C2, la disposizione dell'apparecchioè quella classica per gli546oscillatori R.F. a diodo Tunnel. Tramitei I potenziometro R2 i I diodo puòessere portato all'oscil lazione, e tramiteCl il relativo segnale RF puòessere sinlonizzato nella gamma 26-30 MHz, comprendente per intero labanda 27-29 MHz dei radiotelefoni.Vediamo ora la figura l/B.Qui si nota un Jack in aperturache può interrompere il circuito traRl - R2 ed il diodo Tunnel.Inserendo nel Jack il secondario abassa impedenza facente parte di untrasformatore di uscita (3-8 n) è possibilemodulare l'oscil latore. Infatti ilprimario del trasformatore, munitodell'apposita impedenza scelta casoper caso, può essere collegato ad unqualsiasi generatore audio (multivibratore,oscillatore bloccato, apparecchioautocostruito o di serie) cheassumerà le funzioni di modulatore.Di conseg uenza, il nostro strumentopotrà fungere da generatore diRF «pura » o modulata.Vediamo ora quella parte di circuitoche avevamo trascurato prima:C2, DG1, Ml.I tre, formano un misuratore RF cheha un duplice scopo.Allorchè il diodo «DT» è postoin oscil lazione, M 1 segnala l'ampiezzadel segnale a radiofrequenza presenteai capi del circuito oscillanteLl-Cl.Se ad esso si acco'sta un secondocircuito oscillante che abbia una identicafrequenza, si assi sterà a I passaggiodi energ ia RF verso questo. Diconseguenza, calerà l'ampiezza delsegnale disponibile ai capi di Ll-C1.Ora se Cl ha una sca la tarata infrequenza di accordo, e se il ci rcuitooscillante accop·piato a quello dell'indicatore,ha una frequenza incog nita,osservando l'indicazione della scalasarà facile arguire l'accordo delcircuito oscillante accoppiato: quandosi verifica il passaggio di energia RF,ed M l segnala il minor valore, essosarà eguale a quello del generatore.Il nostro strumento, in tal modo assumeràle tipiche funzioni del «griddip-meter»a valvole: sia pure con tuttii vantaggi di miniaturizzazione eleggerezza che comporta.Non è tutto: oltre che da generatoreRF e modulato, oltre che da« grid-dip » questo apparecchio puòse rvire anche da onda metro ad assorbimento.Questa funzione si compie automaticamenteaprendo S l. I n ta I caso,il «DT» rimane inerte, passivo, edil circuito dello strumento è limitatoa L l-C 1 -C2-DG l-M l .SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Nessuno strumento è tanto utile e tanto pratico come il grid-dip-meter, perl'aggiustamento degli apparati ricetrasmittenti.Se poi a questo è abbinato un onda metro, lo strumento vale un interobanco di prova!MO IL "MINIDIP" :LAZIONE E LA VERIFICA DEI RICETRASMETTITORIcinque, particolarmente,,' formanoun' « ondametro » ed M 1 segna lamassima intensità ove Ll-C1 siano accoppiatiad un circuito identicamenteaccordato e percorso da un segnaleRF. Se per esempio si vuole saperea che esatta frequenza stia funzionandoun oscillatore, è sufficiente accoppiarela bobina del nostro stru- .Profilo del cc Minidip »: in primo piano siscorge una boccola isolata accoppiata me- .-diante un condensatore ceramico allo sta·lo re del variabile. Si tratta di una varianteche può essere ignorata; in pratica sitratta di una uscita. RF supplementare dausarsi ove risulti scomodo l'accoppiamen.to induttivo al circuito in esame.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>I· pilota,mento alla bobina di uscita dello stadioin esame e regolare Cl.Nel momento in cui M 1 indica lamassima corrente, "accordo sa rà perfettoe basterà controllare la scalatracciata atto rno a Ila manopola delcondensatore per conoscere la frequenzacui è accordato l'oscillatore inprova.Da quanto detto, appare evidentela estrema utilità del nostro strumento.Poniamo sia da tarare un ricevitore:si potranno allineare i circuitidi ingresso alla . frequenza desiderataimpiegandolo come grid-dip:poi si potrà inettare sull'apparecchioun segnale RF modulato sempre colnostro apparecchio e regolare i circuiti'. di media frequenza ... così via.Nel caso sia un trasmettitore, l'apparecchioin fase di collaudo, lafunzione di grid-dip recherà analoghivantaggi· evitando ' lunghe e noioseregolazioni dei nuclei e dei compensatori.Il nostro strumento poi, funzionandoda onda metro, consenti rà i I rapidoottenimento della maggiore potenza,l'allineamento di og ni stadioper la migliore efficienza (osci llatore,finale) e persino, nel caso ditrasmetti tori a potenza ridotta , lasostituzione dell'oscillatore per varieprove sugli stadi amplificatori RF(banda passante, funzionamento inFM, ecc. ecc.).Tuttociò scusate l'immodestia, nonè poco. per un dispositivo così semplice:come si vede allo schema, bastanoappena undici parti per costruireil «Minidip ».Vista posteriore del cc Minidip »: il cavosulla destra è quello di alimentazione. Sinoti il diodo rivlatore, direttamente col.legato ai morsetti dell'indicatore e la bre·vità dei cqllegamenti della radiofrequenzasenza alcuna curvatura.547


LI1DT IIRl-R21LJ _ __ _,I l 'L _ ___ ...JJACK PER LA MODULAZIONE ESTERNA(DA INSERIRE NEL PUNTO 'A' )+FiS l/B.L--_________- t---1 +Fig. 1 • Schema elettrico.Anche nelle fotografie che illustranoil testo, balza all'occhio la semplicitàdell'apparecchio.I collegamenti sono pochini, faci l­mente eseguibili, ben spaziati. A chivuole real izzare un duplicato del «Minidip»noi consigliamo l'impiego diun contenitore metallico. Usando questo;l'effetto di capacità verso terraintrodotto dalla mano dell'operatore,è nocivo per la precisione delle misure,sarà assai meno marcato. Quasiirri levante.Sul fronte della scatola, come mostranole foto e lo schema partico,si monterà , l'indicatore. Il variabiledeve essere accostato ai terminali dellabobina Ll , ovviamente, per mantenerele connessioni più corte possibile.Se la bobina è posta alla so 1)1 m i­tà del contenitore, come nel caso delnostro erototipo (soluzione assai consigliabilesotto ogni aspetto) il variabileverrà a trovarsi sopra all'indicatore.Sempre per abbreviare le cpnnessioni,conviene collegare DG 1 direttamenteai morsetti di M 1. Fate peròattenzione a Ila polarità dell'uno e dell'altroche deve essere corrispondente.La polarità di M 1 è indicata sulfondello: al positivo, co llegate il terminale d,el DGl che esce dalla parte('"\ntrassegnata da una striscetta bianca.i: questo il catodo del diodo. Collegatedirettamente C2 dal morsettoB1:1.5Vnegativo di M 1 allo statore del variabile:il rotore' di questo, ovviamenteandrà al morsetto positivo dell'indicatoreed alla massa generale.Allo statore del varidbile, sarà collegatoanche il catodo del diodo tun-AVVISOI PREZZI ELENCATINELLE TA BELLE DEIMATERIALI SONO DI LI­STINO ; SUGLI STESSIVERRANNO PRATICATIFORTI SCONTI DALLAG.B.C.I MAlIRfAURegolàte ancora R2 con dei piccolisposta menti della manopola: l'in-.1 re ... ... II il . 1 W • lqet I ,...DZi. ... 1ft ... . Mo •• aab _ ... . UQ . 1 W· '....I: pii . ... I,$ Y • • t .... ..CI I coml ... satore v ..... ad .... ciii IO piiCI .: concIelllatore c8rIIIìdCo •• 1' '''DGh cIlod. al ChrnI . .. OA esDr cfioclo Tunnel • AI'f l'4tI hbIaa c ..... Ila Il '.1,. cii Il. di ,. .... ...de, ....,. di '" .. . . uc ...... •• .."... 1 . .....MI : incIIcatore "' '' fOncfo ..5' .... v" P, ... ..... 411 UiIinonel: curate bene di non invertirequest'ultimo, perchè nel caso potrebberovinarsi, oltre ad impedire ilfunzionamento dello strumento. Osservatequindi con gran cu ra il fogliettoallegato al semiconduttore, primadi connetterlo.Relativamente al circuito di polarizzazionedel DT, la eventuale lunghezzadei collegamenti non ha eccessivaimportanza: Rl , R2 ed R3 sarannoconnesse con cura e « logica »ma senza eccessive preoccupazioni.Prima di collaudare lo strumento,osservate bene la connessione dellapila: curate che il NEGATIVO vada alcatodo del DG1 , al positivo di M 1 , alrotore del Cl.Se la pila è esattamente inserita,dopo una ultima occhiata al verso del« DT », azionate pure l'interruttore.Ruotando con lentezza R2, vedreted'un tra tto l'indice di M 1 portarsiverso il fondo-scala. Non appena ciòaccade, il diodo oscilla.•'"IO".MI18-S.IOO*, .... 228548SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Perchèusareaspirapolvereper dissaldareunFig. 2 - Schema di cablaggio.dice, andrà esattamente a fondo-scala.Ruotate poi Cl; raggiunta la minorecapacità, l'indicazione sulla sca ladi M 1 calerà leggermente: compensatela variazione riportando a fondoscala M 1 mediante R2.A questo punto, il collaudo è riuscito.Per ottenere uno strumento usabilein laboratorio, sarà comunque necessariotracciare la scaletta per ilvariabile.In molti casi, si tratta di una operazioneassai difficile e complicata:non in questo.Per un risultato rapido, con S 1aperto, si accoppierà un · oscillatoreda radioriparazioni, tarato, alla L 1 elo si regolerà per una emisionè diRF non modulata alla frequenza di26 MHz. Si porterà alla capacità massima Cl ; prima che le lamelle si chiudano completamente M 1 manifesteràuna notevole indicazione. Regolandoallora con maggiore lentezza Cl, sirintraccerà il punto in cui l'indice salear massi mo. Avvenuto ciò, il circuitooscillante del nostro strumento è insintonia coni segnale del generatore:è quindi regolato a 26 MHz; si scriveràquesta indicazione, sulla scaladel Minidip, accanto al riferimentodella manopola del variabile.. L'operazione sarà ripetuta a 26,1MHz, poi a 26,2 MHz e via via, sempresegnando i riferimenti su lla scala.Terminato il lavoro, a 30 MHz epoco più (il valore esatto dipendedalle capacità parassitarie del cablaggio)il tutto sa rà pronto.Osiamo dire che, in possesso del« Minidip », ogni qual volta dovreteregolare qualche trasmettitore o radiotelefono,sa rete lieti di aver lettoquesto articolo!MOSTRA NAZIONA,LE RADIO TELEVISIONEE SALONE INTERNAZIONALE COMPONENTI ELETTRONICIIl quartiere della Fiera campionaria di Milano ospiterà, anche quest'anno, le ormaitradizionali mostre dell'ANIE.La decisione, infatti, di renderle annuali è stata accolta con vivo favore tanto dagliespositori quanto dagli operatori economici.La 33' Mostra Nazionale Radio-Televisione si inaugurerà il 1° settembre contemporaneamenteal 5° Salone Internazionale Componenti, Strumenti di misura elettronicie Accessori. Essi si concluderanno il giorno 8 settembre.Nel quadro del Salone dei Componenti, verrà pure organizzato il 6° Convegno TecnicoComponenti Elettronici. Si tratta di una manifestazione di alto interesse internazionale,che è ormai divenuta. parte integrante delle mostre promosse dall'AN IE.N. G.B.C.LU/6130Schreiben Sie an ERSA698 Wertheim/MainSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>549


Esistono numerose apparecch iature elettriche di minime dimensioni, ilcui impiego può risultare utile' anche in un'autovettura, e che di solitofunzionano con alimentazio·ne' a corrente alternata di rete. Ad esempio,a questa categoria di apparecchi appartengono i piccoli ventilatori, irasoi elettrici, ecc. Orbene, indipendentemen,te dal fatto che le apparecchiature di questo genere esistono anche con alimentazione a batterie,può risultare utile per qualche lettore realizzare questo piccolo alimen ..tatore, mediante il quale è possibile trasformare la, tensione conti nua di12 V dell'impianto elettrico di bordo in una tensione alternata a 220 V,ed avente una frequen,za di 50 Hz, con un' rendimento dell'ordine del40%.una tensione primaria del trasformatoreT. Gli avvolgimenti L1 ed L4 sonoinvece i due avvolgimenti di reazione,che provvedono ad applicare alle basidi entrambi i transistor i segna li provenientidall'accoppiamento induttivotra i quattro avvolgimenti primari, conla fase e l'ampiezza opportu ne per determinarelo stato di oscillazione.Gli avvolgimenti sono dimensionatiin modo ta le da ottenere ai capi dell'avvolgimentotota le' L2-L3 una ten-COSTRUITEVI UN GENEDI CORRENTE ALTERNASe un tempo, per convertire unatensione continua fornita da una batteriadi accumulatori in una tensione alternata,ci si serviva di un complessovibratore a contatti mobili, il cui rendimentoera assa i basso a causa dellaenorme quantità di energia che andavapersa per il gioco di commutazione,oggi la medesima applicazione può esserereal izzata con l'impiego dei semiconduttori,ottenendo un rendimentonotevolmente maggiore.Per ottenere la trasformazione dell'energiada un tipo all'altro, è sufficientein pratica creare un circuitooscillante, che funzioni sulla frequenzadesiderata, e che trasformi quindil'energia a corrente continua fornitadalla batteria di accumulatori in unacorrente alterna'ta. Tale corrente alternata,avente una frequenza che dipendeesclusivamente dalle caratteristicheintrinseche del circuito che producele ' oscillazioni, può quindi essereaumentata di ampiezza o ridotta,usufruendo semplicemente del notoprincipio del trasformatore di tensione.In base a quanto sopra, non esistonogravi difficoltà nel realizzare unci rcuito che oscilli sulla frequenza di55050 Hz (corrispondente cioè a quellaunificata della tensione di rete in tuttaItal ia), ottenendo così una vera e pro-'pria corrente a Iternata che può esse reportata al valore voluto con un adeguatorapporto di trasformazione.La figura 1 illustra il circuito elettricodel dispositivo che intendiamo de-. scrivere. Esso consiste so stanzialmentein due transistor, del tipo AD149, funzionantientrambi come oscillatori inopposizione di fase. Infatti, TR l costituisceun vero e proprio oscillatoreunitamente ai componenti R l, R2, L led L2, e TR2 costituisce uno stadio assolutamenteeguale e simmetrico, uilitamenteai componenti R3, R4, L3,ed L4.In pratica, i due stadi oscil latorifunzionano simultaneamente ed in opposizionedi fase, per cui i due avvolgimentiL2 ed L3, in serie tra loro edavvolti nel medesimo senso, vengonopercorsi da due correnti alternate (sovrappostenatura lmente ad una componenteche costituisce la corrente diemettitore dei due transistor) e presentanotra i capi esterni una diffeenzadi potenziale alternata che può essere considerata alla stessa stregua disione alternata avente una intensità dicorrente di valore adeguato per ottenereal secondario (L5) una tensionealternata avente l'ampiezza di 220 V,ed una frequenza di 50 Hz. Le capacitàCl e C2 sono anch'esse eguali tra loro,ed hanno il compito di stabilire con lamassima esattezza possibile il va loredella frequenza di funzionamento deidue stadi oscillatori.In pratica, il trasformatore può esserecalcolato in base ai medesimi daticon i quali si può calcolare un trasformatorefunzionante alla normaletensione alternata di rete: infatti, qualsiasitrasformatore di piccole dimensioniavente un primario adatto allatensione di rete di 220 V, 50 Hz, vieneavvolto con un determinato numerodi sp ire, e con un conduttore di sezioneadeguata all'intensità della corrente.Oltre a ciò, il fattore spire/voltviene stabilito in base alla frequenzaed alla sezione del nucleo.Realizzazione del trasformatore" trasformatore necessario per questatipica costruzione non è facilmentereperibile in commercio, per cui è be-SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


ne fornirne i dati costruttivi. In lineadi massimal qualsiasi tipo di lamierinomagnetico è adattol purché sia di dimensionirelativamente piccole, e possacostituire una sezione interna delnucleo pari approssimativamente a6 cm quadrati. In altre parole, tale sezionepotrà essere ottenuta -- adesempio -- con una larghezza del nucleodi 20 mm, ed uno spessore di30 mm: un altro caso potrà esserequello di un lamierino avente una lar-RATORET A PER AUTOVETTUREghezza di 24 mml con uno spessore di25 mm circa.La figura 2 illustra a titolo indicativole caratteristiche del tipo di lamierinoche è possibile usare. In pratica, affinchéil lamierino sia adatto alla costruzionedel trasformatore, è sufficienteche il prodotto tra la larghezza dei lamierini(L) e l'a ltezza (·n, ossia lo spessore del nucleo, entrambe espresse inmillimetri, dia un valore corrispondenteappunto a 6 cm2•L'intero trasformatore può essereavvolto in un carcassino realizzato incartone bachelizzatol col sistema chesupponiamo sia già noto al lettorel cosìcome è illustrato alla figura 3. Agli effettidell'avvolgimentol sarà bene procederecome segue: per prima cosa siavvolgeranno L2 ed L3, col sistemadel l'avvolgimento bi-fìlare: ciò signifìcache occorre avvolgere 120 doppiespire, con conduttore di rame smaltatodel diametro' di l mm. Natura l­mente, occorre rammentare che al terminedi ciascuno strato, è bene sovrapporreuno strato di carta paraffinata .12 V c.c. ----Fig. 1 • Circuito elettrico del dispos.itivo.L5 C3 220 V C.A.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>551


abbastanza sottile (spessore O, l mm),onde separarlo dallo strato successivo.Non ci dilunghiamo sul metodo diancoraggio delle estremità dell'avvolgimento,in quanto è presumibi le che illettore abbia già la necessaria esperienza:in ogni modo, è sufficienteche le estremità del doppio avvolgimentovengano fi ssate con un breveseg mento di nastro adesivo in plastica,e vengono portate all'esterno delcarcassino o tramite dei fori appositamentepraticati nelle pareti./ ""\IJ IL./_JFig. 2 - Rappresentazione dell'aspetto delpacco lamella re, con circuito magnetico illustratovolutamente aperto, per mèttere inevidenza la sezione del nucleo centrale.Fig. 3 - ' Esempio di aspetto che è possibileconfer"e .1 carcassino per la realizzazionedell'avv()lgimento.552Il doppio avvolgimento costituito daL2 ed L3 deve essere quindi ricopertocon un unico strato di lateroid, dellospessore di 0,2 mm. Lo strato di questocartoncino isolante potrà essere fissato in modo da evitare che si apra,con l'aiuto di un breve segmento di nastroisolante, si provvederà ad avvolgere(sempre col sistema bi-fi lare) gliàvvolgimenti di reazione L l ed L4. Taliavvolgimenti consistono in un totaledi 40 doppie spire con conduttore inrame smaltato avente un diametro di0,6 mm. Si rammenti che questo secondoavvolgimento bi-filare deve esserenecessariamente avvolto nel medesimosenso di rotazione in cui sono stati avvoltii due avvolgimenti precedenti.Ultimato questo secondo avvolgimento,l'ultimo strato verrà a sua voltaricoperto con uno stra to di lateroidcostituito da 3 spire complete del medesimocartoncino usato per la separazioneprecedente (dello spessore di0;2 mm). AI di sopra del suddetto stratoisolante si provvederà infine ad avvolgere(sempre nel medesimo senso)un totale di 1.800 spire di conduttoredi rame avente una sezionedi 0, 15 mm. Natura lmente, anche perquest'ultimo avvolg imento è indispensabileseparare uno strato dall'a ltrocon un sottile foglio di carta paraffinata.AI di sopra del l'ultimo strato diquest'ultimo avvolgimento si applicherannoinfine tre o quattro giri completidi cartoncino lateroid sempre dellospessore di 0,2 mm, per proteggereesternamente il trasformatore. Ciò fatto,si potranno inserire i lamierini neltrasformatore in modo da chiutJere ilcircuito magnetico in modo alterno.Ciò significa che un lamierino ad « M»verrà inserito da un lato, mentre lalamella rettilinea verrà applicata dall'altro;ciò fatto, si inserirà un lamierinoad « M» dal lato opposto, mentrela lamella rettilinea verrà applicatadall'altro lato, e così via, fi no all'introduzionedell'ultimo lamierino chedeve essere pressato nella finestra delnucleo tanto quanto basta per evitareche l'intero pacco lamellare entri in vibrazionedurante il funzionamento.Realizzazione del circuitoL'inizio di uno qualsiasi di essi faràcapo - ad esempio - all'emettitoredi TR l, mentre l'estremità opposta delmedesimo avvolgimento verrà unitaall'inizio del secondo avvolgimento adesso affiancato, per far capo al terminalepositivo della batteria di bordo.L'estremità opposta di questo secondoavvolgimento farà invece capo aI-l'emettitore di TR2. Anche per quantoriguarda gli avvolgimenti L 1 ed L4, innanzituttooccorrerà individuare conesattezza il terminale opposto corrispondentea quello di inizio di ciascunodei due avvolgimenti: ciò fatto, saràsufficiente collegare un'estremità diuno di essi alla base di TR l, e l'altraestremità al punto di unione tra R1 edR2, e procedere in modo analogo neiconfronti del secondo avvolgimento edel secondo stadio TR2. Si rammentiperò che la fase di collegamento diquesti due avvolgimenti di reazione,e quindi la fase dei segnali applicatialle due basi, devono essere ta li da determinarelo sta to di oscil lazione simmetrico:di conseguenza, al momentbdel collaudo, qualora il funzionamentonon venisse riscontrato regolare, occorreràprovare tutte le possibile combinazionidelle connessioni dei relativiterminali. Ciò significa - in pratica -che occorrerà in primo luogo invertiretra loro i terminali di uno solo dei dueavvolgimenti, e verificare il funzionamento.Se esso non è ancora regolare,occorrerà provare ed inverti re tra loroi terminali del secondo avvolgimento,o" circuito può essere realizzato as,sai semplicemente montando lo su diuna basetta di bachelite dello spessoredi circa 2 mm, così come è illustratoalla figura 4. Essa mette in evidenzala posizione dei due transistor, nonchéla posizione delle quattro resistenzeR l, R2, R3 ed R4; e quella delle trecapacità Cl, C2 e C3.Come è facile rilevare, non esistonodifficoltà agli effetti del montaggio, edinoltre - data la semplicità del circuito- non sussistono in pratica possibilitàdi errore. Unico particolare cheoccorre tenere nella massima considerazioneè l'ordine di collegamento deivari terminali degli avvolgimenti primaridel trasformatore. Sotto questoaspetto, si rammenti che, per quantoriguarda L2 ed L3, essi vanno consideraticome due avvolgimenti separati. Le estremità di entrambi escono contemporaneamentedai due medesimifori del ' carcassino, per cui occorreràdistinguere i terminali di ciascuno diessi.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


ed in un terzo tentativo invertire dinuovo i collegamenti del primo, e successivamente(ove ciò si renda necessario)anche quelli del secondo avvolgimento.Con tutti questi tentativi, sifi nirà certamente col trovare l'ordinedi collegamento dei terminali di L l edL4, tale da stabilire le condizioni di fasenecessarie per ottenere al secondaoriola tensione di 220 V.Messa a punto del convertitoreLe operazioni di messa a punto sonogià state in parte testé descritte, al,meno per quanto riguarda l'ottenimentodello stato normale di oscil lazionenel circtJito primario. Ciò che resta dafare è stabilire che la frequenza dioscillazione corrisponda effettivamenteal valore di 50 Hz, cosa che può esserefatta esclusivamente con l'aggiuntadella capacità Cl e C2; in paralleloalle due sezioni dell'avvolgimento primariocentrale.I valori delle suddette capacità nonpossono essere stabilite a priori conassoluta esattezza, in quanto dipendonosia dalle caratteristiche intrinsechecon cui è stato realizzato l'avvolgimento(vale a dire dal valore induttivorisultante in pratica a costruzione ultimata),sia dalle caratteristiche dei duetransistor, che possono variare da tipoa tipo. Di conseguenza, potendo disporredi un generatore di segnali aBassa Frequenza e di un oscilloscopio,è assai facile ottenere la frequenza necessariaprovando vari valori capacitivisimmetrici (ossia eguali per Cl eC2), fino ad ottenere il valore voluto odalla frequenza di oscillazione. In casocontrario, ossia non potendo disporredei due strumenti suddetti, un sistemaempirico ma abbastanza soddisfacentepotrà consistere nell'applicare ad unqualsiasi amplificatore di Bassa Frequenzail segnale che si sviluppa aicapi di L2 ed L3, tram ite una capacitàdi protezione del valore approssimativodi 1.000 pF, all'ingresso di un amplificatoredi Bassa Frequenza, e paragonaread orecchio la frequenza delronzio che in ta l modo si o oftiene conla frequenza del ronzio che si ottieneinvece toccando con la punta di un cacciaviteil contatto di ingresso dellostesso amplificatore. Un altro metodoempirico ma altrettanto efficace consistesemplicemente nel collegare ai capidell'avvolgimento secondario L5 undispositivo qualsiasi di util izzazione (adSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>esempio un rasoio elettrico, e sperimentarevari valori eguali tra loro diCl e C2, fino ad ottenere la normalevelocità di rotazione da parte del rasoio.In genere, se il trasformatore è statorealizzato con un minimo di perdite,e se la tensione fornita dalla batteriaè del valore esatto di 12 V, ossia nellecondizioni ideali di funzionamento,il valore delle due capacità Cl e C2potrà essere compreso tra un minimodi 50 kpF, ed un massimo di 500 kpF.In ogni modo la messa a punto può essereeffettuata solo sperimenta lmente,ed il lettore non avrà certamente difficoltàa provare eventualmente variecoppie di condensatori, sistemati inparallelo a due a due a seconda delleesigenze, fino ad ottenere le condizionidi funzionamento ideali. Regolatela frequenza, l'aggiunta di C3, divalore compreso anch'esso tra 50.000C1Tr1 ----1--R3R1R 2USCI TA220Ve 500.000 picofarad, è utile per renderela tensiene di uscita il più possibilesinusoidale.ConclusioneL'intero apparecchio così concepitooccupa un volume totale pari a pochediecine di centimetri cubi, per cui iltutto può essere comodamente insta l­lato in una scatoletta di plastica: la suddettascatoletta, potrà recare sulla sommitàl'interruttore generale collegatoin serie alla batteria di bordo, la qualedeve far capo (ben inteso con la polaritàcontrassegnata nel circuito di figura1) rispettivamente al punto diunione dei due collettori di TR 1 e TR2,ed alla presa centrale dell'avvolgimentoprimario, vale a dire al puntoin cui L2 ed L3 sono direttamenteunite tra loro. Su uno dei lati dellasuddetta scatoletfa può invece essereR4INTERRU TTO REI1 F==-- (+BAT T.)I-- Tr2t....-.-,::;o,_BAT ToFig. 4 • AspeHo della basetta di materiale isolante sulla quale vengono installati tutti i compo.nenti, ivi compreso il trasformatore. Per i due transistor è bene prevedere due pastrine dialluminio aventi dimensioni adeguate, onde facilitare la dispersione del calore che inevitabil.mente essi sviluppano.553


insta llata una normale presa di corrente,' adatta .cioè all'inserimento diuna comune spina bipolare da 6 A,per il collegamento del dispositivo diutilizzazione (rasoio, ventilatore, ecc.).Si tratta in sostanza di un dis'positivoche non dovrebbe presentare dimensionimaggiori di quella di una comuneradiolina tascabile, che può essere facilmentetrasportato in occasione dieventuali sposta menti. Oltre a ciò, undispositivo di ta li dimensioni può esserefacilmente insta l l'a to in modopermanente in un punto qualsiasi dellepareti interne dell'autovettura, co l­legando direttamente alla batteria ilcircuito primario tramite l'apposito interruttore:in ta l caso, il collegamentopuò essere effettuato sia tramite lapresa della corrente continua a 12 Vso litamente disponibile in qualsiasi tipodi autovettura, sia effettuando laconnessione diretta mente attraverso ilpunto di ancoraggio dei vari circuitialimentati dalla batteria. In ogni caso,per ta le collegamento è sempre consigliabilerivolgersi ad un elettrauto, ondeevitare di compromettere l'integritàdell'impianto di bordo.La realizzazione di questo semplicedispositivo, che al vantaggio della semplicitàabbina anche quello di un costoassai limitato, si rivelerà assa i utile perchiunque abbia frequente occasionedi usare la vettura, in modo particolarequando si compiono lunghi viaggi,specie nella stagione calda. Esso infattipermetterà a chiunque di radersiin macchina, ed anche di usufruire diuno dei tanti piccoli ventilatori che diso lito si usano nell'ambito domestico,senza dover necessariamente acquistareta li dispositivi previsti per il funzionamentoin corrente continua ed abassa tensione.MILANO · VIA VALLAZZE, 95 • TEL. 23.63.815•E L E C T R O NICVOLTMETRO ELETTRONICOMod. A.V.O. 7/ETensioni cc: 1,5 - 5 - 15 - 50 - 150 - 500 - 1500 V 30 kV,max 50 kV con puntale AT 7/ETensioni ca: 1,5 - 5 - 15 - 50 - 150 - 500 - 4500 VTensioni pp: 4 - 40 - 140 - 400 - 1400 - 4000 VLivelli di uscita: - 20 a + 65 dB 7 portateResistenze: 1 - 10 - 100 - 1000 kfl. ; 10 - 100 - 1000 MnResistenza d'ingresso cc: 11 Mfl. co .. n 2pFResistenza d'ingresso ca: 1,4 Mfl. con 15 + 30 pFBanda passante: 30 Hz + 10 MHz; 250 MHz con sondaRF 7/EPrecisione: Vee ± 2,5%, Vea ± 4 % n ±3%Alimentazione: 220 V 50-60 HzDimensioni: 184 x 164 x 80OHI'!·DC-DCACSPlR.H.5 ViR•IO•5VR.IDO·15VRz1K-50VR.K11-15OVR,1OOX500\Rr'MWlOV554SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Presentiamo un elencodi metodi semplici e praticiper incidere tutti i materiali,vetri e metalli, di usopiù comune./, , \• ....- l"LA CHIMICA• • • • •• • • •delle InCISIonIL'acido fluoridrico ed alcuni suoi salisono le sostanze generalmente usateper incidere vetri, crista lli ed anchesuperfici di quarzo.L'acido fl uoridrico si trova in commercioin recipienti di polietilene o,più ra ra mente, in bombolette di pi·ombo.t una sostanza fortemente· causticae pertanto va maneggiata con estremaprudenza, usando guanti, bacinelledi po lietilene ed operando sotto cappein locali ben ventilati. Infatti, anche ivapori che si sviluppano dall'acido durantel'incisione, sono fortemente aggressivied occorre evitare che raggiunganoconcentrazioni nocive accumulandosinegli ambienti di lavoro.Le incisioni che si possono effettuare,raggiungendo anche notvoli profondità,possono essere sia del tipotrasparente che « smerigliato ».Allo scopo può essere usata dellacera (bitume o paraffina) sciolta in unamiscela di benzina, petrolio ed esse n­za di trementina (acquaragia). Si ottieneuna specie di vernice, la cui consistenzapuò essere opportunamente regolatavariando i quantitativi e le proporzionidei so lventi e che viene stesaL'acido da usare non dev'esserequello pum per analisi ed usi chimici(che tra l'a ltro è assai costoso) ma quellocommerciale al 50%, adatto per incisioni,che viene venduto anche inpiccole confezioni da 250 e 500 gr perpoche centinaia di lire. Poiché l'acidofl uoridrico i ntacca i ndiscrim i natamentequalsiasi superficie di vetro o crista llocon cui viene a contatto direttamenteod anche so lo sotto forma di vapore,occorre proteggere tutte le parti che sivog liono lasciare intatte con uno spe,ciale strato protettivo che, In gergo,chiamasi « riserva ». Fig. 1 - Con l'acido fluoridrico ed i suoi sali si possono realizzare dei capolavori.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 555


sulle parti di vetro, di quarzo, di cristalloda proteggerei mediante un pennello.Dopo essicazione completa e perfetta,le lastre ed i pezzi da incidere vannoimmersi in una bacinella di polietilene contenente un quatitativo diacido fl uoridrico sufficiente a coprirli.Una variante a questo sistema, studiatoper risparmiare molto acido ed applicabilespecialmente alle lastre divetro . piane, consiste nel trasformarela lastra stessa in vaschetta.Allo scopo si prepara una pasta assaidensa mescolando a lungo paraffinacon poca benzina, in modo da ottenereuna specie di stucco ceroso modellabile.Si applica allora questa pastaattorno alla zona da incidere in mododa formare un bordo continuo capacedi trattenere l'acido. Quest'ultimo,quando verrà versato sulla lastrain modico spessore (4-7 mm) sarà trattenutodal bordo che gl'impedirà dispargersi oltre.Il tempo necessario per ottenere l'incisionedel vetro dipende da molti fattori(profodità da raggiungere, temperature,qualità del vetro, ecc) ma, ingenere, risultati bastevoli per i casipiù comuni si ottengono lasciando agirel'acido per mezz'ora od un'ora.Occorre tuttavia osservare che durantel'incisione si formano dei cristallidi fl uosilicato che tendono a depositarsisull'incisione stessa ostacolandoneil progredire. Pertanto, occorre diquando in quando sfregare leggermentecon una bacchetta di polieti leneo di ebanite le parti sottoposte all'azionedell'acido per allontanare icristalli che mano a mano si formano epermettere così all'acido che possa raggiungerele zone da incidere.Quando si giudica che la profonditàdell'incisione ha raggiunto il va loredesiderato, la lastra viene rimossae lavata con abbondantissima acqua,eventualmente mescolata con un pocodi carbonato di soda. L'acido cresciutopuò essere riposto in bottiglie bentappate per venir utilizzato altre volte.Le incisioni che così s'ottengono sonodel tipo trasparente.Desiderando delle incisioni del tipo« opaco » o « smerigliato », si deveprocedere come già indicato, conla sola differenza di non pulire periodicamentedurante il procedere dell'incisionela lastra, in modo che i cristallidi fiuosilicato che si formano su diessa conferiscano al vetro una certaopacità. Tuttavia, l'opacità che si ottienecon questo sistema è ancora piuttostoscarsa per certe applicazioni percui si può ricorrere, quando si richiedeun grado di smerigliatura massimo, all'usodel seguente bagno: si aggiungeall'acido fl luoridrico diluito usato perl'incisione, del carbonato di sodio commerciale(soda Solvay) ossia la comunesoda « da cucina » e si ottiene cosìdel fl luoruro di sodio che rimane scioltonel bagno d'incisione.Il rapporto da dare ai vari ingredientiè il seguente: acqua distillata gr 600;carbonato di sodio gr 100; acido fl luoridricoal 50% gr 200. Anche questamiscela verrà conservata in recipientidi polietilene e versata sulla lastra opportunamenteprotetta con vernice diriserva al momento dell'uso. Per ottenereincisioni opache, è ovvio che ilbagno deve restare quieto sulla lastrae quindi non va agitato per osportaredi quando in quando i suoi silicati chesi formano durante l'incisione.La durata per le incisioni di tipo« smerigliato » è uguale a quella delleincisioni trasparenti. Anche la proceduraè la medesima ed al terminedell'incisione si lava abbondantementecon acqua e si spazzolano a lungole zone dove ha agito l'acido. Incidentalmentenoteremo che, per ottenereparticolari effetti estetici, si può procederea ritocchi od a smerigliature locali,inbibendo fogli di carta assorbentenel bagno d'incisione opaca ed appoggiandolisulla lastra da incidere.La vernice di riserva, al termine delleoperazioni, si toglie lavando la lastracon essenza di trementina.Si possono incontrare alcune difficoltànella incisione di particolari vetri,soprattutto del tipo colorato, a causadeg l'ingredienti chimici conglobati nelvetro. Quando si notasse che l'acido,sia pure correttamente preparato,stenta ad agire, si potrà accelerarnegrandemente l'azione aggiungendo albagno d'incisione piccoli quantitatividi cloruro di zinco e di acido solforico.In genere, con questa aggiunta,og ni vetro riesce più facile da incidere.Per iAfidere i metalli occorre adoperare,in genere, un acido appropriatoper ogni tipo di metallo. Ad esempio,per incidere il rame e l'ottone,556SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


vengono generalmente usati o il cloruroferrico in apposita soluzione oppurel'acido nitrico.Il primo acido ha il vantaggio di esseremolto meno aggressivo e corrosivoche non l'acido nitrico, ed inoltredi fornire delle incisioni molto nitide,anche se è piuttosto lento nellasua azione.Il rame e l'ottone da incidere devonoessere accuratamente detersi (e ciòvale per qualsiasi altro materiale daincidere) e ricoperti con l'apposita vernicedi riserva protettiva delle partiche non devono essere incise.Durante qualsiasi incisione, occorreperiodicamente asportare le partidi materiale rimosse dall'acido che serestassero nelle zone attaccate dall'acido,impedirebbero od altererebberol'azione uniforme d'incisione in profondità.A proposito delle incisioni medianteil cloruro ferrico, sono già state fornitenote ed osservazioni sul numero disettembre di « SPERIMENTARE » 1967,e qui basterà ricordare che la concentrazioneottima da adottare è di 30-45°B. La velocità d'incisione, usando ilcloruro ferrico, è massima quando laconcentrazione del bagno è di 33° B;con tale concentrazione vengonoasportati soli 0,<strong>08</strong> mm (a parità ditempo) se la concentrazione viene aumentataa 48° B.La velocità d'incisione cresce anchecon la , temperatura, ed in media aumentadel 40% per ogni aumento dellatemperatura del bagno di 10 ° C.Nei bagni d'incisione realizzati con cloruroferrico, si usa aggiungere il 5-10%di acido cloridrico allo scopo di proteggerela soluzione dall'ossidazÌDneper contatto diretto con l'aria.Usando invece acido nitrico delcommercio, se non è diluito, si ha unacorrosione del rame e dell'ottone di0,5 mm in un minuto primo. Questavelocità d'incisione è molto soventetroppo rapida, per cui se si dà la preferenzaall'acido nitrico invece che alcloruro ferrico, occorre diluirlo con il50% di acqua.Tutti gli acidi usati per incisionesono molto corrosivi ed aggressivi equindi occorre ricordarsi che vannosempre manipolati con estrema cura,usando guanti di gomma, evitandospruzzi ed operando in ambienti benventi lati. buona norma effettuaresempre qualche esperienza preliminaresu piccoli ritagli di metallo usandopoche gocce del bagno d'incisione chesi vorrebbe adottare.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>IFig. 4 • Con una punta si9rasporta il disegno.Per il rame, quando ciò è possibile,si può fare a meno di asportare periodicamenteil materiale d'incisione, sesi ha l'avvertenza di disporre le superficida incidere a faccia in giù. In talcaso, i detriti si staccano da soli dallalastra di rame e si depositano sul fondo.Occorre usare delle bacinelle dipolietilene o di materiale comunqueresistente agli acidi et per quanto concernele vernici di riserva, oltre che itipi già indicati nel caso del vetro, sipossono adottare anche altre formule,come ad esempio quelle basate sullaFig. 3 - Applicazione dello strato protettivo.dissoluzione di bitume in polvere inbenzina. Aumentando o diminuendo leproporzioni di bitume rispetto al solvente,si possono ottenere delle vernicidi varia consistenza; aggiungendopiccole quantità di paraffina si ottengonodelle vernici più elastiche e morbidee quindi meno facili a screpolarsie fessurarsi.Una volta inciso il rame o l'ottonepuò essere giovevole, da un punto divista estetico, dare particolari coloritureindelebili alle superfici metalliche.Per ottenere delle ossidazioni permanentidi bellissimo effetto, si potrannoallora passare alcune mani di una soluzionecomposta da nitrato di rame(7 gr) sciolti in acqua (100 c.c.). Occorreriscaldare il metallo dopo og niapplicazione di questa soluzione e ripeterlafi ntanto che si è ottenuto ilgrado di brunitura desiderato.Per incidere l'alluminio, si procedein linea di massima come per il ramee l'ottone, tranne che l'acido usato èquello cloridrico, che si trova in commercioanche con il nome di «acidomuriatico ».L'acido cloridrico non diluito incidel'alluminio con una velocità di 0,8 mmal minuto; questa velocità d'incisione,eccessiva per la maggior degli impieghipratici, può essere ridotta sino avalori tali da essere facilmente seguitie controllati, diluendo nei rapportida l a 3 l'acido muriatico con acqua.Oltre a quest'acido, sono usati in praticaanche il bicloruro di mercurio (velenosissimo)e la soda e la potassa caustica.Tuttavia, l'impiego di queste ultimesostanze è particolarmente criticoe delicato ed occorre effettuare prima557


Fig. 5 . A) Incisione ideale, B) Incisione reale in bagno lasciato in quiete, C) Incisione inbacinella bascula'a.numerose incisioni sperimentali perraggiungere una sufficiente pratica.In particolare, la soluzione di sodacaustica intacca l'alluminio in modo dadistruggere lo strato di ossido sottileche lo protegge dall'aria ed ottenerecosì una. specie di autocorrosione perossidazione. Le superfici di meta llo siriscaldano fortissimamente e ciò puòprovocare sovente danni alla vernicedi riserva . Impiegando il bicloruro dimercurio o sali di mercurio, si ha ache fare con i pericolosissimi e ve lenosivapori di mercurio quando si devearrestare l'i ncisione; infatti, soffregandoquesti sali sulla superficie dialluminio da incidere, si viene ad eliminarelo strato di ossido che proteggeil meta llo.S'innesca allora una specie di ossidazionea catena che rapidamente trasformal'alluminio in ossido senza consumori levante di nessun'altra sostanzaall'infuori dell'ossigeno dell'aria.Tuttavia, per arrestare quest'incisioneche progredisce spontaneamenteoccorre ad un certo momento elimina-re la presenza di qualsiasi traccia dimercurio, sia usando appositl. soluzioni,sia riscaldando l'alluminio.Come a molti sarà noto, i vapori dimercurio che si sviluppano duranteuna qualsiasi operazione di risca ldament(4sono estremamente velenosi e,quindi, questo tipo di incisione dell'alluminio,sebbene sia economicissimaperché in definitiva consuma soprattuttol'ossidego dell'aria, va usato conprecauzioni eccezionali (cappe aspiratrici,maschere protettive, ecc.).L'acido cloridrico può servire ancheper effettuare incisioni sul ferro e l'acciaio.A tale scopo, si aggiungono ci r- .ca 50 gr di acido cloridrico in mezzolitro di acqua, rimestando bene e versandovisubito dopo 15 gr di cloratodi potassio. Questa soluzione incide i Iferro con discreta energia e permettedi effettuare tutti i principa li tipi d'incisione.AI termine di ogni incisione, occorresempre lavare con moltissima acquail metallo che è venuto a contatto conl'acido e quindi asportare accuratamentecon benzina od altri solventiadatti gli strati di vernice protettiva.Per l'alluminio ed il ferro, in luogodelle vernici alla paraffina ed al bitume,vengono sovente usate anche dellevernici a base di gommalacca.Per ottenere quest'ultima, basta scioglierein alcoo l, secondo la densità chesi vuole ottenere, quantitativi più omeno grandi di gommalacca in scaglie.La dissoluzione della gommalaccanell'alcool procede molto lentamente,per cui occorrerà immettere la gommalaccanell'alcoo l almeno ql,Jalchegiorno prima rispetto all'epoca che siprevede di u'sarla.Per ottenere una vernice non incoloree quindi più facilmente visibile,specialmente quando si devono su diessa tracciare disegni od altro in vistadelle future incisioni, si possono aggiungerealle soluzioni di gommalaccadelle tracce di blu di metilene.Per incidere superfici di zinco, comead esempio avviene quando sidevono realizzare d iché tipografici, siusa esclusivamente l'acido nitrico puro,o quasi puro. Durante l'incisionel'acido dev'essere mantenuto continuamentein ag itazione: la lastra di zincosottoposta ad incisione si sca lda notevolmente e si sviluppa una notevolequantità di vapori rossastri di perossidodi azoto che sono altamente pericolosi.Pertanto, qualsiasi incisione di zincomediante acido nitrico deve venire effettuatasotto cappe aspiratrici, oppureall'aperto. L'acido nitrico aggrediscefortemente lo zinco ed in poche decinedi minuti permette di conseguiredelle incisioni di notevolissima profondità.Le superfìici di meta llo, dopo l'avvenutaincisione, sono in genere sempresoggette ad ossidarsi con faci litàall'aria. Per proteggerle in modo completoe definitivo, si usa ricoprirle conun sottile strato di vernice trasparente.A questo proposito, riesce moltoutile la vernice acrilica G. B.C. « Kleerspray », che è appunto una composizionespeciale per proteggere dall'ossidazione,da lla ruggine e dal l'usuraqualsiasi superficie. infiammabile ed è in catalogocon il n. LC 830.558SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


SU RVOLTOREPER SOSTITU IRELE PILE A. T.Presentiamo un progetto semplice, economico e di sicuro funzionamento. La pubblicazione di questo progetto ci èstata più volte sollecitata da numerosi lettori costretti ad impiegare per i loro apparecchi le costose pile anodiche.L'avvento dei transistor è ormai remoto:i primi ricevitori supereterodinache li impiegarono furono messi sulmercato più di quattordici anni fa edodici o tredici anni addietro, apparveroi primi strumenti portatili transistorizzati:misuratori di campo, ondametri,fotometri.Ciò è vero, ma non toglie che ancoraoggi molti siano in possesso di misuratoridi campo, fotometri, cercametallio addirittura ricevitori portatili a valvolee che numerosi radiotelefoni, radiogoniometried apparecchi vari diquesta specie siano ancora ben lungidall'essere messi fuori servizio, essendodotati di interessanti prestazioni.Vi sono ta nti e tanti lettori che usanoil vecchio misuratore «TES » perimpianti di antenne; il radiotelefonodella « Iris » o il Be 1 .000; il cercametalliSCR 625; il ricevitore plurigammaPhilco o Zenith ...Li usano ma, oseremmo dire, forseli usano malvolentieri perchè il loroimpiego è eccessivamente costoso.Come mai? Per le valvole che bruciano?No, no: per il consumo dellepile anodiche!SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>In effetti, queste pile, generalmenteda 9.0 V, risultano troppo elevatecome prezzo èd hanno una duratatroppo scarsa.Scrivono, così, questi lettori; anzi ciscrivono; sol lecitano quasi continuamentela pubblicazione del progettodi un survoltore anodico capace di sostituirele pile AT necessarie per i loroapparecchi.Ebbene, il progetto eccolo qui.Non è troppo costoso, non è assolutamente difficile da costruire.Noi abbiamo sperimentato a lungoil prototipo, lo abbiamo via via sottopostoa quelle modifiche che sono risultateproducenti, e l'edizione definitivadel survoltore è un apparecchiosicuro, robusto ed a elevato rendimentoelettrico. Il suo schema appare nellafigura l. Nulla di troppo speciale,come si vede: un classico osci 1-latore push-pull. Il «bello » del progettosta però nei vari dettagli costruttivielaborati, più che nel circuito dibase: dettagli, che appunto permettonouna particolare efficienza. Vediamocomunque il «funzionamento » dell'apparecchioper chi non conoscessequesto genere di elevatori di tensione.Da sempre, dai primordi dell'elettronica,i progettisti hanno studiato deisistemi atti ad elevare le tensioni co o n­tinue partendo dai pochi volt erogatidalle pile per giungere alle diecine,centinaia o migliaia di volt necessarinelle varie applicazioni. Questi sistemi,in pratica, sono sempre stati basati sullatrasformazione della corrente continuadisponibile in una corrent impulsivaod alternata.Ciò per una semplice ragione: latensione continua non può essere elevatamediante un trasformatore, quellaalternata invece sì.Ora, dato che il trasformatore è ilpiù semplice ed il più efficliente elevatore,quasi tutti sono sempre partitidal concetto che la modesta tensionedoveva essere prima resa CA, poi passataattraverso i I trasformatore.Prima dell'avvento dei semiconduttoriquesta funzione era affidata ai vibratorielettromeccanici: si avevano cosìdegli apparecchi funzionali ma dal559


asso rendimento; essi assorbivanotroppa potenza d'ingresso nei confrontidi quella resa.Anche i survoltori rotanti, unioni dimotorini a bassa tensione e dinamo AT,non erano migliori. Soggetti a guasti,bisog nosi di periodiche revisioni, ru.morosi e pesanti, neppure questi rappresentavanouna soluzione raziona leal problema.Aspetto del survoltore montato.Fig. 1 • Schema elettrico del survoltore.La formula migliore per elevare latensione continua fu scoperta quando« uscirono » i primi transistor di potenza.Essi potevano sostituire i vibratorifungendo da oscillatori e, alimentati abassa tensione, potevano direttamenteapplicare ad un trasformatore-elevatorela tensione medesima resa alternata.CIr-100JJF I+ II- IIL _-l+ II:JTA- I_ JQuando il principio fu reso noto, siassistè alla quasi totale scomparsa ditutte le altre speci di elevatore che purerano impiegate da decine d'anni.Ciò appunto per il rendimento incredibilmente più elevato del nuovosistema, che, tra l'altro elimina granparte del peso, delle vibrazioni, dellanecessità di manutenzione comuni aivibratori e survoltori elettromeccanici.Anche il nostro progetto usa i transistorper elevare la tensione, ed ancheil nostro funziona nel principio ormaida considerare classico dell'oscillazioneapplicata al trasformatore-elevatore.Nel caso qui trattato i transistor sonodue: gli osci llatori push-pull comequesto, hanno migliori caratteristichedi quelli «bloccati » impieganti untransistor solo di grande potenza.TR1 e TR2 sono dei comuni AD 149(OC26) poco costosi ma perfE,ttamenteadatti alla funzione richiesta. E' utile,se non proprio tassativo che i dueabbiano una buona affinità di caratteristiche,ma ciò non rappresenta unprob lema essendo disponibi le la coppia«2XAD149 » selezionata già difabbrica.La parte più interessante del complesso,è comunque il trasformatoren. Ricercando il rendimento maggiore,ovvero l'ottenimento della più elevatapotenza all'uscita nei confronti diquella assorbita dall'ingresso, noi abbiamovia via sperimentato e scartatodiversi nuclei fì no a giungere a quelloche riteniamo l'ideale per queste applicazioni.Si tratta del moderno «blocco diferrite » a «doppio E» tipo Ph ilips56 907 49/3E1 reperibile presso laG.B.C. su ordinazione. Ta le nucleo assicuraal nostro apparecchio un rendimentoche sfìora l'ottanta per cento!La Casa produttrice, vo lendo, fornisceanche un «cartoccio » plastifìcatoadatto, il che semplifìca la costruzione.Sul cartoccio devono essere effettuatigli avvolgimenti, a mano. Sappiamoche questa operazione è ingrata a moltilettori, ma il numero delle spire daavvolgere non è eccessivo: infì ne, chiproprio odiasse questo genere di lavoropuò sempre rivolgersi al più vicinolaboratorio di riparazione «motori-trasformatori» per farlo eseguirecon una modica spesa.560SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Come si vede nello schema, il trasformatoreha cinque diversi avvolgimenti:P1-P2; 51-52; 53.I primi, per ottenere un rendimentoelevato, devono essere bifilari; le spirevanno avvolte a due a due, intercalate:una spira per P1, una per P2, ancorauna per P1 ... eccetera.Nulla di che spaventarsi via ! La tecnicadell'avvolgimento bifilare può facilmenteessere riprodotta in casa, comeora diremo.Il perimetro del cartoccio adatto alnostro nucleo, misura 68 millimetri,quindi, il primo avvolgimento effettuatosu di esso, necessiterà di circa70 mm. per spira. Ora, P1 deve essereformato da 20 spire e così P2. Intutto, per P 1 + P2 occorreranno tre metridi fi lo, calcolati i terminali. Si prenderàallora del fi lo da 6/10 di mm.in rame smaltato, si misureranno i tremetri, e si piegherà il filo raddoppiandolo.Si fisserà un capo del doppiofi lo ad un supporto, si introdurrà l'altronel cartoccio e si avvolgerà ildoppio filo (fig. 3) come se avesse uncapo solo, eseguendo le 20 spire previste,che in effetti saranno 20 + 20essendo l'avvolgimento, appunto, bifilare.Vediamo ancora la figura 3: essamostra come devono essere interconnessii fi li per ottenere la presa centrale e quali di essi debbano andareai collettori.Eseguito in ta l modo il primario, siprenderà una striscia' di carta leggeraper trasformatori, la si incollerà sullespire e si procederà con il secondario51-S2.Questo ha ancora meno spire dell'altro.. e deve essere realizzato ancorain «bifilare ». Il sistema.esposto saràval ido anche stavolta, usando però delfilo da 3/ 10 di mm. ed avvolgendo8+8 spire, ovvero 8 spire bifilari.50pra 51-52 si incollerà un giro ditela sterlingata per trasformatori, curandodi coprire ben bene lo strato dispire.5arà ora la volta del secondario« reale » (S l -52 è da definirsi tecnicamente- «avvolgimento di reazione» cioè 53.Questo, per una tensione di 90 Vsotto carico all'uscita, dovrà avere 500spire, ma conviene effettuare alcuneprese a 420, 450, 475 spire al fine diaggiustare l'esatto valore di tensioneall'atto pratico.53 non deve essere bifilare, ma unnormale avvolgimento continuo a spireaccostate, disposte su più strati isolai tra di loro mediante carta incollata.Il fi lo di rame da usare per questo secondarioè il «2/10 » di mm. Nonconviene impiegare una sezione maggiore,perchè alla fi ne del lavoro sipotrebbe constatare che le spire ... nonentrano nel cartoccio!Ultimato 53, il trasformatore è finito:non resta che infilare le due sezioni delnucleo nel cartoccio e montare il « serrapacco» di alluminio.Vediamo ora il resto della costruzione.I due transistor, non dissipano unapotenza tale da necessitare di un radiatorealettato.Possono quindi essere fissati direttamentesu di una parete della scatolinametallica che funge da contenitore;. ovviamente, i collettori di TR 1 eTR2 devono essere reciprocamente isolatied isolati dalla lamiera. Le resistenzeR 1-R2-R3, ed il condensatoreC 1 possono essere montati su di unabasettina porta-capicorda.CITA:90VFig. 2 - Schema di cablaggio del survoltore.COLLETTOREFig. 3AVVOLGIMENTOBIFILAREPRESA CENTRALE3 4CAPOlfCOLLETTORESPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>561


Vista dall'alto del survoltore: si noti la presa d'uscita che consente l'attacco diretto dell'apparecchioservito, in luogo della pila anodica.Le boccole grosse, retrostanti, che si scorgono nella parte alta della foto, servono per latensione di ingresso.Il raddrizzatore a ponte « RS l » chein pratica sarà il modello G.B.C.« E/76-l », verrà fi ssato di rettamentesulla scatola contenitore mediante dueviti autofilettanti o due bulloncini condado.Per l'uscita, volendo fare una cosaassai pratica, si può prevedere un paiodi contatti «a bottone » identici aquelli della pile che l'apparecchio sostituisce:in ta l modo non sarà necessariooperare alcuna modifica sul dispositivouti I izzatore.La coppia dei contatti può essereprelevata da una pila scarica.Nel connetterli al survoltore, logicamente,è necessario osservare conattenzione la polarità.Veniamo ora al collaudo.Il nostro apparecchio prevede l'erogazionein uscita di una tensione continuadi 90 V con un carico massimopari a 50 mA.Nulla di meglio che effe,ttuare leprove, con un carico idoneo, che puòessere forriito da una resistenza, dall'apparecchioutilizzatore, o, alla peg- 'gio, da una lampadina per rete a125 V.L'alimentazione può essere invecefornita da tre o quattro pile « piatte »da 4,5 V (Idea li i vari modelli Helle-sens 1/742-1/743-1/745 G.B.C.) connessein paral lelo tra loro.E ... occhio alla polarità, nel col legarle:pi le inverse = transistor bruciati!Non appena azionato S l, se la provaè effettuata nel silenzio, o comunquein un ambiente poco rumoroso,Tl deve emettere un... «borbottio »ronzante percepibile, anche se estremamentedebole. Ciò è indice del buonfunzionamento: misurando la tensioneall'uscita, applicata ai capi del carico,si riscontrerà un valore situato tra 80e 130 V.Qualora sia strettamente necessarioaver 90 V all'uscita, sarà uti le la precauzionedi . aver praticato le presedette prima su «S3» a 420, 450,475 spire: alternandole al capo esternodell'avvolgimento, sarà possibileottenere il valore esatto.Per quei lettori che possiedono untester ed un amperometro, descriveremoora una prova interessante.Si tratta di migliorare il rendimentodel survoltore sperimentale. Per questotentativo, si estrarrà il fusibile «F»collegando ai capi del portafusibile loamperometro (l A fondo-scala). Si collegheràpoi il tester (100-120 V fondoscala) ai capi del carico: uscita.Ciò fatto, si toglierà la Rl dal circuito,sostituendola con una resistenzaa fi lo munita di cursore, o con un restatodel valore di 5 O.Si chiuderà S l dopo aver portato ametà corsa i I sostituito della R l, e sivedrà cosa accade.Regolando piano piano il cursore,o l'albero del restato, si noterà che v'èun rapporto notevolissimo tra la tensioneapplicata al carico e la correnteassorbita.Ovviamente il rendimento del survoltoreè massimo quando la tensioneal carico sale senza che l'assorbimentocresca: di converso, peggiora allorchè. la tensione rimane eguale e la correnteassorbita cresce.1/ compromesso migliore lo si raggiungeallorchè sotto carico è presenteuna tensione di 90 V all'uscita con, ilminimo assorbimen,to. Raggiunte questecondizioni, il survoltore è perfetto;rende il massimo, non è ulteriormentemigliorabile: può quindi essere impiegatocon soddisfazione.562SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


LA CLESSIDRA-, .. i. .... ... ." .ELETTRONICAPresentiamo un interessante ed originale temporizzatoreelettronico, ben più serio di ciò che il titolo vorrebbefar intendere.di L. MarcelliniCertamente l'inventore della clessidraavrebbe mai supposto che la versioneoriginale del suo strumento sarebbeun giorno servita so ltanto per ...cuocere delle uova. Non si pensi tuttaviache ciò sia piuttosto irriverente:molti strumenti della nostr.a epoca nonsono altro che una versione «elettronica» di invenzioni risalenti a molto,molto tempo fa. La clessidra non èsfugg ita a questo trattamento di « bel-lezza », se così si può dire, e ne haguadagnato negli usi d'impiego e nelleprestazioni. Avrete già capito che tuttoquesto discorso « storicheggiante » miravaad introdurre il co lto e l'inclitaalla presentazione di un temporizzatore· elettonico.Non abbandoneremo però la similitudinecon la clessidra perchè ci serveper spiegare il funzionamento delcircuito.Il cuore del temporizzatore infatti ècostituito da un condensatore (serbatoiodella clessidra) che viene caricatoda un fl usso di elettroni (granelli disabbia) dosato da un transistor (strozzaturadella clessidra).Come vedete l'analogia fra vecchioe nuovo è molto stretta.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>563


Fig. 2 • Schema di cablaggio del temporizzatore.Tutto questo viene realizzato in praticanel circuito di Fig. l.Il transistor TR l viene polarizzato daR l , R2 ed R5 in modo da forzare unacorrente di emettitore costante. Questaco llettore, carica il condensatore Cl .Il potenziometro R4 regola la velocitàdella carica. Il pulsante 51 serve persca ricare attraverso R3, il condensatoreCl e riportare il cicuito nella posizionedi « partenza ». Il resto dello schema,formato da TR2 e TR3 e relative polarizzazioni,non è altro che un amplificatorein continua per pilotare il relèRL l senza caricare il circuito di caricae alterare così il funzionamento. Aquesto scopo TR2 è montato nella connessionea collettore comune per ottenereun'elevata impedenza d'ingresso.Il diodo Dl, in para llelo alla bobinadel relè, serve per impedire che i picchidi sovratensione generati dalla bobinastessa all'attimo della diseccitazione,possono danneggiare il transistC!?rTR3. Sono disponibili come uscita icotatti del relè, che possono essereus'ati per azionare segnali acustici (campanelliecc.) ad ottici (per es. lampadine)allo scadere del tempo prefissato.cTR3cBContattidel relé01+ 9VMassaIl montaggio è ta lmente sempliceche non merita particolari descrizioni,qualsiasi tecnica di costruzione andràaltrettanto bene (circuito stampato) basettaperforata, ecc.) L'unico comandoaccessibile all'esterno è il potenziometroR4, che deve essere fornito di unquadrante graduato.La taratura è altrettanto semplice: èsufficiente disporre di un orologio conla lancetta dei secondi, anche non cronometroe di un tester universale. Interrompereil co l legamento di R5 nelpunto indicato con la X nello schemaelettrico in fig. l e interporre il testerin funzione di milliamperometro, conla portata a fondo scala immediatamentesuccessiva a l mA fra quelle disponibili.Applicare quindi l'alimentazioneal circuito e regolate R3 con uncacciavite fi no a leggere esattamentel mA sullo strumento, ripristinare quin.di il co l legamento di R5.Ruotare quindi il potenziometro R4in modo che sia del tutto cortocircuitatoed azionare S l : il relè deve scattaree rimanere attratto per circa 20 secondi.A questo punto è necessario munirsianche di molta pazienza e tracciaresul quadrante graduato di R4 itempi corrispondenti alle varie posizionicorrispondenti ad intervalli ditempo regolari. La durata massima ottenibileè di circa 3 o 4 minuti, ma èfacilmente variabile a piacere giocandosul valore di Cl, direttamente proporzionaleal tempo massimo ottenibile.E se volete ristorarvi dopo questafaticaccia vi potete fare un uovo sodo,temporizzato elettronicamente!564SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


l:;.ir..:.::;t7:)1, :1 l :.ffil:' .. _IW l'' "l'-1"'''1': "f;.J""r"!' ''l'' 'Fl:i,:,:';::ò ,jyNOTE01SERVlllOAMPLIFICATORESINTONIZZATORESTEREO "BEOMASTER 900"Il « Beomaster 900 » è un ap·parecchio interamente a transi.stor che incorpora un ricevitore:'3dio per onde lunghe; medie ecorte e modulazione di frequen.za, con decoder stereo incorpo.rato ed un amplificatore stereocon potenza continua di 6 W peil'> canale. Questo apparecchio è di.sponibile in due versioni: tipo K'umprendente due alto parlantiinseriti in speciali diffusori apressione e tipo M privo di alto·parlanti.Descrizione del circuitoA questo scopo è opportuno riferirsisempre allo schema elettrico cheappare nella pagina 566. " segnaleFM prelevato da l l'antenna è applicatoattraverso il trasformatore di ingresso,al primo transistor BF 115, che lavoracome amplificatore a radio frequenza." segnale così amplificato viene inviatoal secondo transistor BF 115, ilquale agisce da miscelatore autoeccitato.Un diodo per il controllo automaticodi frequenza, il BA 101 è incorporatonel circuito oscillatore e vienecontrollato direttamente dal rivelatoreFM. Per mezzo di un commutatore, ilsegnale a frequenza intermedia vieneapplicato alla base del . transistor AF116 l, il quale a seconda dei casi, agiscecome miscelàtore AM o come am-plificatore della frequenza intermediaFM. L'AF 116 " ed il 2N2654 lavoranocome amplificatori a frequenza intermedia." segnale viene rivelato da ldiodo OA79, il quale permette inoltredi inviare alla base del primo BF 115il segnale di controllo automatico divolume, tram ite il resistore da 680 !!." ricevitore AM è dotato di una antennain ferrite per onde lunghe, mediee cortei la quale può essere disinseritapremendo l'apposito pulsant.e che predisponeil co llegamento ad una antennaesterna. " segnale in arrivo è applicatoal transistor AF 116 I che in questocaso lavora come miscelatore. Glistadi amplificatori a frequenza intermedialavorano come già descritto inprecedenza.Il transistor OC 71 funziona comeamplificatore di segnale per l'indicazionedi sintonia (radicator).Oltre che dal sintonizzatore il segnale audio può essere ottenuto attraversogli ingressi per giradischi e perregistratori. L'indicatore stereo si accende,se il pu lsante mono è sollevato,quando riceve il segnale da un giradischi un reg istratore o dal decoder stereoincorporato.I due amplificatori audio hanno laparticolarità dei Vari stadi accoppiatidirettamente, mentre il segnale diuscita è inviato ag li altoparlanti attraversodue grosse capacità.Sebbene sullo schema non sia indicatoil « Beomaster 900 » viene orafornito di serie con il decoder stereoincorporato.Poichè il consumo dello stadio diuscita varia entro limiti molto ampi (daO, l a 1,6 A), nel circuito di alimenta-SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>565


8050010 __________..IIII_______ L __________________ <strong>08</strong>40465IrLBMBINOB ANTFBLBOSCILL .MBFBSttekodertypte: 0001/4 ' 6 7 • • '(I 11 t2. . . . . . . . .:I :1 :I :1 :1:1Jl.02026 . .:1 :1 :1:113 110 e 16 17 18 19 2021. .. . . .:1 :1 ·1 :I :1 :1 :1. . .·1 :1 :1 ·1 :I :1 :1 :122 23 24. ..:I:...:1 ·1 :Le tensioni indicate si ritengono negative rispettoal telaio, e misurate in assenza di segnale.Le sensibilità misurate a 50 mW di uscita nei pun·ti indicati dalle lettere racchiuse entro i circoletti,risultano (con modulazione AM al 300/0 e FM con11 F = 22,5 kHz)A = l (J.V (468 kHz); 0,8 p.V (1 MHz);25 '(J. V (10,7 MHz)B = 7 ;(J.V {468 kHz); 250 p.V (10,7 MHz)C = 230 tJ.V (468 kHz); 35 mV (10,7 MHz)D = 4 mV (400 Hz via 0,1 (.l.F)E = 30 mV (400 Hz via 0,1 {lF)F = 140 mV (400 Hz via O,l IJ.F)Inoltre nei punti G ed H si riscontrano, in assenzadi segnale le seguenti correnti:G = 10 -100 mAH = 50 - 180 mAK~EA01392N555 o. .B EoKe @ (§ @ 9K S B.})J""AF126EBF 115KEB (D0C71@ e @SE,,KB@K.ABC) . A1>1EA'"566SPERIM6NTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


.........._mD ......................................----------------,ttvr.lodt. prop-emphasis jack0994027 ,..119I II'n.li.c '".- ."C"ii .-§ gti I I'" I L...Q.--+-,rll .. T"t"1...126127128132153L. ___________________________ 8000SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>567


zione è stato incorporato un circuito distabilizzazione di tensione, costituitoda un diodo zener e due transistor pilota.logicamente i quattro transistordi uscita ed il transistor di potenza dell'alimentazione.sono montati all'esternodel pannello posteriore, in mododa poter dissipare ca lore più faci lmentein aria libera.Allinea mentol'allineamento per i 444 kHz (AM)deve essere effettuato con il pulsanteAM (fig. 1) premuto e il condensatoreva riabile completamente chiuso. Il segnaledi ampiezza opportuna deve essereinviato dal generatore alla basedel transistor AF 116 I tram ite un condensatoreda O, l JJ.F. Il segnale vieneprelevato all'apposita presa AF-AM edil circuito deve essere accordato per laSEZIONE AMPLIFICATOREPotenza d'uscita: 2 x 6 W continuiRisposta di frequenza: 60 -:-15.000 Hz ± 3dBIngresso per giradischi: sensibilità lBO mVper la massima uscita - 220 Vca.Distorsione armonica: 1 010Rapporto segnale/disturbo: 60 dBImpedenza: 3·5 nCARATTERISTICHE TECNICHESEZIONE SINTONIZZATOREEnlrata d'antem.a: 75 nGamma di frequenza: FM 88 -:- 1<strong>08</strong> MHzOC 1.550 -:- 4.000 kHzOM 520 -:- 1.600 kHzOl 147 -:- 320 kHzRisposta di frequenza: 60 -:- 15.000Hz ± 3 dBDistorsione armonica: 1 010Rapporto segnale/disturbo: 60 dBAlimentazione: 220 VcaDimensioni tipo K: 744x 142x229DimHsioni tipo M: 432x 142x229lA Snc.RINGlA SICHERUNGlA FUSE11.---1'--...,premendo il pulsante antenna. l'a llineamentoper i 10,7 MHz deve essereeseguito con un geheratore modulato.Questo, sintonizzato su 97 MHz, vacollegato alla presa d'antenna, mentreil segnale viene prelevato dal co l lettoredel 2N2654 tram ite un probe condiodo incorporato (vedi fig. 2) e inviatoad un' oscilloscopio.AFSfE .. GABSlM4UNGTUNINODISJ(ANTDISKANTTREBlE1MBASSBASSFig. 1massima risposta e la migliore simmetria.Per questo è opportuno usare unoscilloscopio; la larghezza di bandadeve risultare a 6 dB di 5 kHz ± 0,5kHz.le sensibilità misurate alJ'ingressodi antenna con 50 mW di potenza diuscita devono risultare come segue:568Ol: a 160 kHz = 5 'JJ. VOM: a 584 KHz = 5 JJ. VOC: a 1.596 kHz =5 JJ.Va 272 kHz = 5 JJ.Va 1.484 kHz = 12,5 JJ.Va 3.750 kHz = 5 JJ.VPer procedere all'allineamento FMoccorre innanzitutto disattivare l'AFCla larghezza di banda a 6 db deverisultare di 250 kHz ± 30 kHz. l'oscilloscopiova poi collegato alla presaAF-FM senza il probe, quindi si cercala migliore soppressione di rumoreagendo sull'apposito trimmer.la sensibilità deve risultare di 3,5JJ.V a 92 MHz con 500 mW in uscita.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


chiunquepuò progettareun circuitostampatodi L. BiancoliNel N. 9 - 1967 della nostra rivista abbiamo pubblicato un articolo che chiariva le norme principali inbase alle quali è possibile realizza re un circuito stampato. In questa occasione - per completare l'argomento- ci proponiamo di fornire altri interessanti ragguagli sul metodo di progettazione dellebasette a circuito stampato.La principale esigenza che deve esseresoddisfatta agli effetti della realizzazionedi un circuito stampato èche non vi siano collegamenti che siincontrino: infatti, se due collegamentipossono incrociarsi in un circuito convenzionale,nel quale ogni connessionesi trova su di un determinato pianoall'interno dello chassis, nel caso delcircuito stam pato - che viene notoriamentead aderire su di un unico pianocostituito solitamente da una delledue superfici de lla basetta - ciò nonè assolutamente possibile.Da quanto sopra deriva che, primadi procedere alla realizzazione praticadi un circuito stampato, si impone unaccuratissimo studio della disposizionedei vari componenti, .sia allo scopo dievitare incroci, sia allo scopo di contenereentro il minimo possibile la lunghezzadelle connessioni che possonodare adito ad inconvenienti a causa diaccoppiamenti parassiti, o per la loroinduttanza intrinseca.LA FASE DI PROGETTAZIONELa prima fase per la rea lizzazione diun circuito stampato consiste quindinello studio del circuito, che deve esserecompiuto in un primo tempoesclusivamente sulla carta. A titolo diesempio, riportiamo alla figura 1 duediverse versioni di un medesimo circuito,nelle quali si osserva che in Adue connessioni sono interrotte a cau-sa di un incrocio, nel modo convenzionaleusato per tracciare gli schemielettrici. In B - invece - è facile riscontrareche - adottando un'a ltra d:­sposizione dei componenti, semprenella loro rappresentazione grafica, idue punti di incontro vengono eliminati.E' assai facile osservare che -per risolvere l'inconveniente - è statosufficiente disporre in modo diversola resistenza di base Rb ed il condensatoredi disaccoppiamento Cd, facendoin modo che la comune connessionedi massa passi al di fuori della bobinadi ingresso L.Naturalmente, il circuito consideratoè assai semplice, e le difficoltà di questanatura che normalmente si presentanonella progettazione di un circuitostampato di maggiore complessità sonoassai più numerose: ad esempio,trattandosi di un amplificatore a tre oquattro stadi, munito eventualmente direti di controreazione, o ancora delcircuito di un ricevitore supereterodinaa transistor, è indubbio che le probabilitàdi creare deg li incontri sono assaipiù numerose. Per questo motivo,si può affermare che la fase di progettazionedi un circuito stampato è forsela più difficile nell'intero procedimento.In questa sede non è davvero possibileelenca re tutti i casi probabili,anche per il fatto che le eventualitàsono praticamente infi nite: ciò checonta - in ogni modo - è che la disposizionedei componenti può esserestudiata in tutti i suoi dettagli su diun semplice foglio di carta, prima disprecare tempo e materiale.In pratica, per quanto complessopossa essere un circuito, il lavoro consistenel disegnarlo' tante volte, convarie disposizioni, fi nché non si riescead eliminare tutti gli incontri, o almenoa ridurli al minimo indispensabile. Sequalcuno di essi deve inevitabilmenteesistere, ciò non significa che il circuitonon può essere realizzato. Vedremo infattipiù avanti come sia possibile tollerarnela presenza.Una volta ottenuto l'intero circuitosenza incroci di connessioni, oppurecon un numero minimo di incroci, laoperazione successiva consiste nellasua realizzazione sperimentale medianteuna basetta forata. Esistono infattiin commercio delle basette di materialeisolante, provviste di una serie di foridisposti a reticolo (vedi figura 2),che si prestano perfettamente allo scopo.Ad esempio, esse sono disponibilinelle misure di centimetri 13,5 x 9,5,18,2 x 14 e 27 x 9,4. Queste basette,allestite proprio per lo studio di circuitistampati, presentano dei fori del diametrodi l millimetro circa, ciascunodei quali è circondato da una piccolacorona in rame che facilita l'ancoraggiodei componenti mediante saldatura.I fori distano tra loro di circa 5SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>569


570RlRl---\' ;-ì ---OR3R3USCITA+USCITAFig. 1 - Esempio di ridisposizione dei componenti in uno schema grafico, per la realizzazionedi 'un circuito stampato: in .A sono presenti due incroci, evidenziati da un circo Ietto.In B, grazie ad una diversa disposizione .di due . componenti, i due punti di incrocio sonostati eliminati.e o o 0 ' 0 0 0 o o 0 0o o o 0 0 o o o o 0 00 0 e 0 0 o Cl) o o 0 0o o o 0 0 o o o 0 , 0 oo o • G o o G o G Oo o o 0 0 o.0o O O Go e o G O " o o o 0 0o o O '0 0 0 0 o o 0 <strong>08</strong> 0 8 Cl) .• e 8 o 0 0 0e o e o o o 0 00 0 O G o o o oo .ti) o o 0' 0 o oo o o o o ' 0 o o0 -0 o G o G 0 00 0 O G o o Ci) oo o0 0 G o G O0 0 G o O 6 Cl)0 0 0 0 o o o oFie_ 2 • Alpette di una ba .. in .. feriel. isohInte .... _, per I .... Ib:.aaio)I. di circuitisperhn.nteli, d1 tipo dlsponilliJè In. cOlll ..... 1ò.+AB'millimetri tra centro e centro, per cuitra due di essi è possibile montare anchecomponenti delle dimensioni minime,appartenenti alla tecnica della piùrecente miniaturizzazione. La fìgura 3illustra le caratteristiche di foratura.Chi avesse frequenti occasioni diprogettare circuiti stampati in varieversioni e di varia complessità, avràcertamente inter.esse ad acquistare unabasetta delle dimensioni maggiori, inquanto - in fase di studio - è semprepossibile usarne solo una pa rte. Inogni modo, si tenga presente che -una volta studiato il circuito in tutti isuoi dettagli la basetta' può esserericuperata ed utilizzata per un numerodi vo lte tanto maggiore quanto miglioresarà il suo stato di conservazioneagli effetti dell'iso lamento tra i fori.La realizzazione sperimenta le delcircuito sulla basetta di cui si è dettopuò in molti casi costituire una notevoleperdita di tempo. In pratica, essapuò essere persino evitata quando il. circuito è di semplicità tale da evitarea priori complicazioni derivanti da dimenticanzeo da errori. Quando inveceesso è di una certa complessità, questafase può essere considerata addiritturaindispensabile, in quanto permette diaccertare in primo luogo la regolaritàdi funzionamento, a riprova del fattoche non vi sono né errori né dimenticanze:in secondo luogo, essa consentedi constatare se la disposizioneattribuita ai vari componenti ed allerelatìve connessioni è tale da non creareaccoppiamenti indesiderati, chespesso si risolvono in oscillazioni parassite,in instabilità di funzionamento,o in uno scarso rendimento.La fìgura 4 illustra - sempre a titolo di esempio, il metodo di realiZzazionedel circuito di cui alla fìgura 1-8su di una parte di una basetta del tipodescritto. In A essa è vista da l lato deicomponenti, mentre in B è vista dallato delle connessioni. Da l punto di vistadidattico, questa fìgura serve esclusivamenteper mettere in evidenza comesia possibile realizzare il circuitodi dimensioni assai limitate, rispetto aquelle che potrebbero essere supposteoservando il solo schema. Infatti, senello schema grafìco è sempre . benerispettare una certa estetica, che comportail vantaggio di una maggioreleggibilità nel seguire il percorso deisegnali e delle tensioni, nèl circuitostam pato tale esigenza non sussisteSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


più. AI contrario, gli unici fattori dU::uioccorre tener conto sono i seguenti:- In genere, non esistono esigenzeestetiche, che vengono però sostituiteda quelle relative alle dimensionifisiche dei componenti, ed alla possibilitàdi installarli in posizione verticale oppure orizzontale rispetto é!.1 pianodella basetta.- Nelle ampie zone vuote chespesso si presentano in un circuitostampato, è sempre possibile lasciareuna zo na di rame avente un contornotale da non compromettere l'isolamentoco l circuito propriamente detto. Ta lizone - ove siano presenti - possonosempre essere collegate a massa, ecostituire quindi un mezzo più prossimoper co llegare appunto a massaqualche componente. Altrettanto dicasiper la possibilità di ottenere puntidi ancoraggio di diversi componentiche devono essere in contatto direttotra loro.Ag li effetti della disposizione deicomponenti, se lo spazio nel quale ilcircu ito stampato dovrà in seguito esserealloggiato lo consente, essi possonoessere applicati vertica lmente, comenel caso illustrato alla fìgura S, cherappresenta lo stesso circuito di cui allafigura 4, visto da entrambi i lati macon la nuova posizione delle resistenze,dei condensatori, della bobina edel transistor. Come si può osservare,in questo caso si è ottenuto un certovantaggio agli effetti della riduzionedi superficie del circuito stampato completo,a scapito però dell'ingombro nelsenso dello spessore.In sostanza, tutti questi particolari, ele re lative possibili so luzioni, vannosempre considerati alla luce delle esigenzedi spazio nei confronti dell'impiegodel circuito completo.Per procedere per gradi, supponiamoora che il circuito, così come è statoconcepito · ad esempio alla figura 4,5mmle. 3 • Caratteristiche approssimative diforatura de'le ba..... del tipo Illustratoalla flgun 2.ooooooooO-ooooOoooOoooo• o+oUSC IlAoou +AFig. 4 • Aspetto del circuito di figura 1-8, realizzato su di una basetta forata. In A è vista dal lato dei componenti, fissati in senso orizzontalerispetto al piano di appoggio, ed in 8 dal lato delle connessioni.BSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 571


-:-V---presenti un funzionamento soddisfacente:a questo punto, occorre perciòpassare alla fase del disegno del circuito.Sotto questo aspetto, esistonodue diverse possibilità.Se la precisione richiesta è grande,è bene realizzare il disegno aumentandonele dimensioni con un rapportopari a 3 o maggiore. In ta l caso -ovviamente - è indispensabile tenerconto delle dimensioni dei componenti,moltiplicate per il medesimorapporto, onde stabilire con assolutaesattezza le posizioni dei diversi foridi ancoraggio. Se invece non occorregrande precIsione (trattandosi adesempio della realizzazione di un unicoprototipo) il disegno può essererealizzato anche in dimensioni naturali,a patto che i contorni siano precisie ben delimitati.Se si adotta il primo metodo, il disegno,che riporterà le connessioni innero su fondo bianco dovrà essere fotografatosu pe"icola per fotomeccanicaa forte contrasto, ottenendo cosìuna negativa ridotta alle dimensionieffettive. Con essa si effettuerà poi laesposizione, in quanto le connessionirisulteranno in bianco su fondo nero.Ciò che è più importante rammenta-re è che la luce - durante l'esposizione- deve colpire soltanto quelle zonenelle quali il rame deve rimanere sullabasetta isolante: di conseguenza, seil disegno del circuito stampato vieneeseguito a grandezza naturale, esso deverappresentare una negativa del circuito,con le connessioni in bianco sufondo nero.Per maggior chiarezza, la figura 6 illustrain A l'aspetto che potrebbe essereattribuito al disegno del circuitostampato di cui alla fìgura 4, con ingrandimentodi 3 volte per ridurlo fo'­tografìcamente ad 1/3 ottenendo cosìla negativa, ed in B il disegno a grandezzanaturale, eseguito su carta trasparentegià in negativo.Qualunque sia il sistema adottato,una volta ottenuta la negativa, sia essasu pe"icola fotografìca o su cartatrasparente, si può procedere all'esposizioneed all'incisione, con le relativeoperazioni di lavaggio, nel modo descrittonel precedente articolo.ConclusionePer concludere l'argomento, non restache citare l'assortimento dei diversimateriali disponibili in commercioper la realizzazione di circuiti stampati:essi consistono in lastrine di materialeisolante in varie dimensioni, ricopertedi un fog lio di rame di spessoreadeguato, che possono essere impiegatenelle loro misure standard,oppure tagliate in misura a secondadelle esigenze; in sostanze chimichegià pronte per l'uso e adatte allosgrasaggio, al lavaggio, all'incisionepropriamente detta, ecc. Oltre a ciò,esistono in commercio prodotti particolariche consentono di riparare conmezzi più o meno di fortuna circuitistampati non perfettamente riusciti, dicreare al momento connessioni dimenticateo da aggiungere, di applicareponti di collegamento sul lato oppostoa quello recante le connessioni stampate(come nel caso illustrato ad esempioalla figura 7), ecc.In sostanza, il lettore che volessecimentarsi nella realizzazione di uncircuito stampato non ha che il problemadella scelta: una volta studiato ilcircuito, potrà o meno rea lizzarlo informa sperimentale nel modo descritto,usufruendo di una basetta forata.Successivamente dovrà tracciare il disegnodel circuito vero e proprio, dopoaver stabilito se è per lui più convenienteottenere una negativa fotomecoo • Cl: •O ORC2O d---e O O0. oo O O2 R3O .-..o ()---e O--® O o o o O• O+•BAFig. 5 . Aspetto del medesimo circuito di figura 1-8, realizzato su di una basetta forata, ma con i componenti in posizione verticale rispetto alpiano di appoggio. In questo caso si ha una minore superficie della basetta, ma un maggior spessore572 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


BAFig. 6 - Aspetto del disegnooriginale del circuito stampatorelativo allo schema di figural-B. In A, disegno in positivoda ridurre ad un terzo dellesue dimensioni con l'esecuzionedella negativa fotografica.In B, negativa tracciata direttamentea grandezza naturale.canica dell'originale disegnato in dimensionimaggiori, oppure disegnaredirettamente il negativo a grandezzanatura le. Ciò fatto, potrà scegliere trala possibilità di preparare da sè lenecessarie soluzioni, in base a quantodetto a suo tempo, oppure usufruiredei prodotti preparati, elencati nell'appositatabella.Non resta che provare, e ci auguriamoche molti dei nostri lettori vorrannosperimenta le la propria abilità anchein questo campo, che non è certamentedei meno affascinanti.AFig. 7 . In A il ponte consiste in unatraccia di vernice cotlduttiva, collegataalla connessione interrotta al di sotto mediantepassaggio della vernice attraversoi fori. In B il medesimo ponte risultainvece costituito da un normale conduttorein rame, che passa · attraverso duefori appositamente previsti.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>573


Uno degli strumenti plU preZIOSI, sia per il medico generico, sia per ilmedico specialista, è il cosiddetto stetoscopio, mediante il quale è possibile « auscultare » i battiti cardiaci assai meglio che non ad orecchionudo. Quando i suoni che si manifestano all'interno della cassa toracicavengono auscultati tramite un amplificatore, quest'u lti mo prende il nomedi « fe'nendoscopio », assai utile per udire suoni non udibili ad orecchionudo, quali alcuni particolari « toni cardiaci » ed alcuni rumori polmonari.Oltre che per i suoni più deboli, il fenendoscopio risulta preziososoprattutto per i medici che - a causa dell'età avanzata, o di incipienteipoacusia - hanno un udito inferiore al normale.Ebbene, in questa occasione vi proponiamo la costruzione di un vero eproprio fenendoscopio, le cui prestazioni sono tali da soddisfare le esigenzedi qualsiasi medico.tenuazione delle frequenze acute. Inposizione N, il commutatore predisponeinvece l'amplifìcatore per un responsoNormale su tutte le frequenzecomprese tra un minimo di 20 Hz edun massimo di 4.000 Hz: ciò è dovutoal va lore di C4, ed all'assenza di componentiche influenzino il responsolungo il percorso del segnale. In posizioneA - infìne - il commutatoreinserisce la capacità C5 per l'accoppiamentotra TR l e TR2, ed aggiunge laresistenza R4 tra la linea del segnale ela massa. A causa di ciò, l'amplifìcato-Indipendentemente dalle possibilitàdi sfruttamento commerciale del fonendoscopio(ne esistono in commercioalcuni esemplari, paraltro assai costosi),la sua rea lizzazione è utile sottomolti aspetti. In primo luogo, essoconsente di asco ltare i battiti del propriocuore, cosa altrimenti praticamenteimposibile. Oltre a ciò, chi lo realizzapuò - ad esempio - farne unomaggio che sarà ben gradito al medicodi famiglia, specie in quanto facilitanotevolmente il ri levamento dellapressione sanguigna tramite lo « sfìgmomanometro».Sebbene le apparecchiature di questotipo attualmente disponibili in commerciosiano alquanto costose (il loroprezzo non è mai inferiore alle 50.000lire), il modello che proponiamo nonha un costo superiore alle 15-16.000lire, e - se realizzato con cura, soprattuttocol metodo del circuito stampato,e con una buona presentazioneesterna - non ha nulla da invidiareai tipi in commercio, grazie in particolarealle sue elevate prestazioni.Il circuito elettricoIn sostanza, l'apparecchio che descriviamoconsiste in due trasduttori, ricavatidai due padiglioni di una cuffiamagnetica avente un'impedenza di500 + 500.0, uno dei quali deve essereopportunamente modifìcato per poterfunzionare da rilevatore, ossia damicrofono sensibile alle sole vibrazionimeccaniche, ed in un amplifìcatore574AMPLIFICATOL'ASCOLTO DEa tre transistor, che può faci Imenteessere realizzato su di una basetta acircuiti stampati.La figura 1 illustra il circuito elettrico.Il mocrofono M, del quale diremoin dettagio tra breve, trasforma le vibrazionimeccaniche ri levabili sul torace,sul dorso o sul polso del paziente,in oscillazioni elettriche che vengonoapplicate alla base del transistor TR1.All'uscita di quest'ultimo, esse hannosubìto una prima amplifìcazione, e -prima di passare al secondo stadio diamplifìcazione (TR2) - vengono fattepassa re attraverso un fì Itro selettoreregolabile. Quest'ultimo consiste in unmicro-commutatore a due vie, tre posizioni,e nei componenti C3, C4, C5,C6 ed R4.Quando il commutatore è in posizioneB, le caratteristiche del selettore sonotali da consentire la massima amprifìcazionedelle frequenze Basse, grazieal valore elevato di C3, ed alla presenzadi C6 tra la linea del segnale ela massa, che determina una certa atreviene predisposto per la massimaamplifìcazione delle frequenze Alte,con conseguente attenuazione di quellepiù basse.All'uscita del se lettore di responso,è presente il potenziometro P, medianteil quale è possibile variare a piacere,ossia a seconda delle esigenze dell'utente,il fattore di amplifìcazione deldispositivo.TR2 amplifìca ulteriormente i segnalielettrici forniti da M e dosati da Pe dal selettore, ed agisce da stadio pilotanei confronti dello stadio fì naleTR3, alla cui uscita è co llegato il trasduftoreTR, che riproduce i suoni amplifìcati.L'intero amplifìcatore viene alimentatomediante due batterie al carboniodel tipo a stilo, per un tota le di 3 volt:l'alimentazione viene stabilizzata mediantele due capacità C2 e C 1 1, cheevitano la produzione di oscillazioniquando la resistenza interna delle duepilette supera il valore tollerabile.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Allestimento del rilevato reTutti sappiamo che - in una cuffiamagnetica - la membrana vibra quandogli avvolgimenti di eccitazione vengonopercorsi la correnti foniche. Ilprincipio è però reversibile, per cui -se si fa vibrare la membrana - ai capideg li avvolgimenti di eccitazione sipresentano delle oscillazioni elettriche,il cui andamento corrisponde a quellodelle vibrazioni della membrana.RE PERI BATTITI CARDIACIOccorre però precisare che il microfonodi un fonendoscopio deve presen-R5-R10C118c:::::J+R1C2+p,IIR6R9Rnc R12+,,II--- - - - - - - - - - --- - --- - - ---- - - ----- - _ _ _ _ _ _ IFig. 1 . Circuito elettrico dell'amplificatore per il fonendoscopio. Esso consiste in tre stadi, muniti di un controllo di volume e di uncontrollo del responso a tre posizioni.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 575


esso verrà separato dall'amplificatore,oppure potrà essere di tipo normalese il rilevatore verrà fissato all'involucrocontenente l'apparecchio, cosa assaipiù consigliabile.PIANO O IAPPOGGIOFig. 2 • Modifica da apportare ad uno dei padiglioni della cuftìa, per trasformarlo in micro·fono a contatto, ossia in rilevatore dei suoni cardiaci e polmonari.tare la minima sensibilità alle onde sonoreche si propagano attraverso l'aria,e la massima sensibilità alle onde sonorepresenti nella sorgente con cuiviene messo a contatto diretto. Per ottenerequesto risultato, basta modificareun padig lione di una cuffia magneticanel modo illustrata alla figura 2.AI centro del padiglione è semprepresente un foro del diametro di almeno10-12 mm: se esso non è presente,occorre praticarlo svitandolomomentaneamente. Ciò premesso, èassai facile procurarsi un cilindretto diplastica.o di ebanite, avente un diametrodi poco inferiore al suddetto foro,ed una certa lunghezza, sulla quale cidilungheremo tra breve. Questo. cilindrettopuò essere fàcilmente incollatoal centro della membrana vibrante, inmodo da evitare che esso tocchi il padiglionedella cuffia. Sulla superficiepiana esterna del suddetto cilindro è576inoltre possibile incollare un dischettoa bordo conico, anch'esso di materiaplastica (plexigtas, polistirolo, urea oebanite), così come si osserva alla citatafigura 2. Per effettuare le due incollature,si potrà usare del « bostick »,seguendo attentam ente le istruzionidi impiego, riportate sul tubetto.La lunghezza del cilindretto, e lospessore del disco, devono essere talida giungere all'incirca ad 1 millimetrodi distanza all'interno, rispetto al pianodi appoggio del padiglione. Ciò per ilfatto che il dischetto deve appoggiarsisulla superficie su cui si intende efffettuarel'auscultazione, senza peròspingere la membrana tanto da farlaaderire contro le espansioni polari delmagnete: in tal caso - infatti lamembrana non potrebbe più vibrare,e l'apparecchio non funzionerebbe.Il cavetto di uscita del ri levatore co·sì concepito dovrà essere schermato seL'aggiunta del cilindro e del dischet·to comporta due vantaggi: in primoluogo la sensibilità da parte dellamembrana alle onde sonore viene notevolmenteattenuata; in secondo luogo,appoggiando delicatamente il padiglionesul torace, sul dorso o sulpolso di un paziente, senza eccessivapressione, il lieve affondamento nellapelle della superficie limbica di contattofa sì che il dischetto a bordo conicovada ad appoggiarsi direttamentesulla pelle, ricevendone tutte le vibrazioniacustiche che essa presenta, etrasmettendole alla mebrana che fafunzionare il rilevatore. Beninteso, lapressione non deve essere tale da bloccarela membrana contro le espansionipolari, bensì deve essere appena sufficientea stabilire un contatto di appoggiotra la pelle ed il dischetto.Agli effetti del collegamento del rilevatoreall'amplificatore, se il padiglionedella cuffia contiene un'unicabobina, occorre fare in modo che ilcapo più esterno dell'avvolgimentosia collegato alla massa, onde evitareil più possibile che la bobina capti deiflussi magnetici alternati, producendorumore di fondo. Se invece il padiglionecontiene due avvolgimenti applicatisu due espansioni polari, occorreràsceg liere per il collegamento amassa quel terminale che corrispondeallo strato esterno di spire di uno deidue avvoligmenti. Oltre a ciò, l'involucroesterno del padiglione, e precisamentelo scodellino contenente il magnete,le espansioni polari e l'avvolgimento,deve essere di metallo, e nondi materiale plastico! e deve essere co l­legato a massa. Se l'involucro è di materialeplastico, occorrerà applicare all'internouno spesso strato di vernicedi grafite o di argento colloidale, facendomolta attenzione a non provocarecorto-circuiti. Il suddetto stratoverrà poi col legato a massa con unapposito conduttore facente capo alterminale di massa dell'avvolgimento.Tale precauzione è indispensabile perSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


evitare rumori di fonlo che risulterebberoaltrimenti intollerabili.Realizzazione dell'apparecchioCome già abbiamo visto in altre numeroseoccasioni, il circuito illustratoalla fìgura 1 può essere facilmente realizzatosu di una basetta di materialeisolante (ad esempio cartone bachelizzatoavente lo spessore di 1,5 mm circa),disponendo i componenti nel modoillustrato alla figura 3. Le dimensionidella basetta dipendono da quelledei componenti, che possono variarea seconda della Casa produttrice. Inogni modo, resta invariata la disposizioneillustrata, con la quale è possibileanche la realizzazione a circuitostampato, grazie all'assenza di incrocitra le connessioni. A sinistra l'apparecchioè illustrato dal lato dei componenti,mentre a destra è illustrato dallato delle connessioni, ossia ribaltatolatera Imente.Prima di procedere, è bene considerareche il micro-commutatore consigliatonell'elenco dei materiali presentadue teme di contatti per lato: adogni posizione corrisponde il corto-circuitotra due coppie di contatti, e precisamentetra due contatti di un lato,ed i rispettivi contatti dall'altro. Perquesto motivo, il commutatore è illustratoper trasparenza (in tratteggio)sulla sezione destra, in modo da metterein evidenza le connessioni necessa-rie da entrambi i lati. In ogni modo,prima di effettuare i collegamenti, èbene controllare il gioco di commutazionecon un tester (ohmetro), e modifìcareopportunamente i collegamentiove se ne riscontri la necessità. Si rammentiche i due settori del commutatorenon devono avere i contatti mobiliuniti elettricamente.Il potenziometro P è collegato inmodo che il volume aumenti ruotandola manopola relativa nel senso indicatodalle frecce. Oltre a ciò, si noti chele tre connessioni del potenziometro, ele due facenti capo all'interruttore, nonrisultano visibili nel disegno di sinistra.RILEVATORERILEVATORE- + BATTERIA __ """"'// IICONTATTI l'INTERRUT TORE-- -BATTERIA ___04+ C11o OTRTRFig. 3 . Realizzazione dell'amplificatore su di una basetta isolante, vista a sinistra dal lato dei componenti, e a destra da quello delleconnessioni. La basetta è stata concepita in modo da consentire la realizzazione a circuito stampato.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 577


Fig. 4 - AspeHo dell'apparecchio flnito: il rilevatore è fissato inferiormente all'involucro,mentre il trasduttore di riproduzione fa capo all'amplificatore tramite un cavetto flessibile.Il disegno illustra la posizione della leveHa del controllo di responso, simmetrico a quellodi volume (sul fianco opposto).Dopo aver fìssato ì componenti nellaposizione illustrata, con l'aiuto di foridi diametro adatto praticati nella basetta,è possibile stabilire con esattezzale dimensioni di quest'ultima, e progettre- eventualmente - il circuitostampato, in base a quanto già detto inproposito su questa stessa rivista. Volendo,la basetta potrà essere prolungata,per consentire lo spazio necessarioal fìssaggio del portapile, del tipoprecisato nell'elenco dei materiali.La figura 4 illustra uno dei possibi liaspetti dell'apparecchio: in essa si notache il rilevatore magnetico può esserefìssato (mediante viti) all'involucrodell'amplifìcatore: ciò è consigliabileper tre diversi motivi; in primo luogo,si evita un lungo collegamento tra ilri levatore e l'amplifìcatore, il che evitaulteriormente di introdurre rumori difondo. In secondo luogo, con una solamano è possibile appoggiare il rilevatoreal paziente, e regolare il tono edil volume con l'indice ed il pollice. Interzo luogo, l'apparecchio risulta menoingombrante, e di impiego più razionale.578L'involucro potrà consistere in unascatoletta di plastica o di alluminio,avente dimensioni opportune. Nel primocaso, occorrerà verniciarla all'internocon vernice conduttiva, collegata amassa: nel secondo, si farà in modoche il metallo dell'involucro faccia capoa massa con un apposito collegamento.Lungo i bordi della scatolettasi praticheranno due fì nestre, di cuiuna per la regolazione del potenziometroabbinato all'interruttore, ed unaper la regolazione del controllo di responso(visibile alla fìgura A.Il cavetto di uscita, eli ti:JO moltofl essibile, costituito da un conduttorebipolare in plastica non schermato,avrà una lunghezza di circa 60 cm, efarà capo al secondo padiglione dellacuffia, usato come riproduttore dei suoniamplificati.Così concepito, l'apparecchio potràessere aperto semplicemente tog liendoil coperchio della scatoletta, per accedereal circuito interno in caso di necessitàdi controlli, oppure per la sostituzionedelle pi le.Messa a punto ed uso dello strumentoLa messa a punto è assai semplice.A ta le scopo, è sufficiente - a costruzioneultimata - appoggiare il rilevatoresul corpo di un orologio, di unasveglia, o di qualsiasi altro dispositivo, che produce un suono qualsiasi con vibrazionimeccaniche, non senza averprima co l legato un milliamperometrocon portata di 10 mA fondo scalain serie tra il co llettore di TR3 ed' W'terminale di TR che ad esso fa capo.Ciò fatto, col vo lume al massimo, edescoltando nel riproduttore (TR) appoggiato' al proprio orecchio, si regoleràR 10 (trimmer potenziometrico) fi no adottenere le condizioni ideali tra la massimaamplifìcazione, la massima fedeltà,e la minima corrente di co llettore.Quest'ultima non dovrà superare il valoredi 4 milliampère circa.Agli effetti della fedeltà di riproduzione,occorre tener presente che lacomponente continua della corrente dicollettore di TR3 deve produrre in TRun fl usso magnetico che si sommi aquello fornito dal magnete permanente,anziché sottrarsi. Sotto questo aspetto,è quindi bene provare ad invertiretra loro i terminali di collegamento diTR alla basetta, sceg liendo quella posizioneche fornisce il risultato migliore.Una vo lta effettuate queste due regolazionil'apparecchio deve poterfunzionare regolarmente, fornendouna notevole amplifìcazione, ta le cioèda rendere i suoni cardiaci e polmonaricon grande naturalezza, e con unapotenza sonora assai maggiore di quellaorigina le.La figura 5 illustra indicativamentele tre curve di responso corrispondenti- alle tre diverse posizioni del selettore.La curva tratteggiata rappresentail responso che si ottiene con il commutatorein posizione B, ossia con la massimaesaltazione delle frequenze gravi,e con attenuazione di quelle-acute.Questa posizione verrà usata preva lentementenella normale auscu ltazionedei battiti cardiaci, e per il rilevamentodella pressione con l'aiuto dello sfìgmomanometro,applicando il rilevatoreal polso del paziente. La curva inSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


umento in ispensabile pe•torepoe l'instal latore tvIndispensabile per:Installazioni di antenne - - Impianticollettivi central izzati -Ricerca del segnale utile inzone critiche - Controllo resamateriali e antenne.s.r.l. •C.so Sempione, 48 •20154 •MIi campo può essere a.cquistato pressdita dell'organizzazione G. B. C. in


tratto continuo rappresenta il responsonormale che si ottiene in posizioneN: tale posizione viene usata per unesame acustico più approfondito deitoni cardiaci, per ascolto in profondità(battito fetale, ecc.), e per esami diagnosticieseguiti in ambienti assai silenziosi.la curva tracciata a punti elinee rappresenta infìne il responsocon massima attenuazione delle frequenzegravi e con esaltazione di quelleacute (posizione A). il cui uso è opportunoper l'ascolto dei rumori polmonari.In ogni modo, la scelta della posizionepiù idonea del selettore vieneeffettuata dal medico che usa lo strumento,a seconda delle sue esigenzeparticolari, sia dal punto di vista delsuo udito, sia da quello dell'opportlJnità.l'apparecchio deve essere appoggiatoal corpo del paziente, e deve esseretenuto il più possibile fermo, onde evitareche le vibrazioni dovute alla manodell'utente producano rumori indesiderabili.la pressione -:- ripetiamo- deve essere appena sufficiente adassicurare un leggero contatto tra ildischetto e la pelle. Durante l'uso, siprovvederà con la stessa mano cheregge l'apparecchio a regolare il tonoed il volume, mentre con l'a ltra si terràil padigliore di TR appoggiato controil proprio orecchio.l'amplifìcazione non deve mai esserespinta oltre il necessario, poichéun eccesso di amplificazione determinainevitabil mente un'alterazione deltimbro dei suoni. E per concludere, lostrumento è in grado di funzionaresenza incertezze per molti anni, conla sola manutenzione consistente nellaperiodica sostituzione delle pile. Questeultime, per un uso intermittente,avranno un'autonomia di almeno 50ore, il che significa diversi mesi. Diconseguenza, se realizzato con cura ecompetenza, questo semplice fonendoscopio,dalle prestazioni più chesoddisfacer:tti, potrà essere un valido ecostante aiuto del medico o del veterinarioche ne sarà in possesso.580SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


, COSTRUITE IL"GIRASOLE" :UN ROBOTSPAZIALELa maggior parte dei satelliti artificiali che ruotano attorno alla Terra, èalimentata mediante pile solari che convertono la luce solare in correnteelettrica.Non v'è dubbio che, anche in futuro, tale sistema di alimentazione saràseguito. Addirittura, si pensa già di far funzionare i molteplici servizi delle«basi spaziali )) che saranno poste sulla Luna, nell'identico modo.In questo articolo, presentiamo un robot affatto insolito; è progettato perseguire il sole, ovvero, per puntare verso l'astro una batteria di pHe fotoelettriche,seguendolo attraverso i suoi apparenti sposta menti nel delo.Non v'è dubbio, che le stazioni spaziali adotteranno un sistema del genere per i loro alimentatori. Non sarà impiegato il medesimo circuito, èchiaro; ma la sostanza di quei futuri apparati, non dovrebbe discostarsidi molto dall'essenza di questo.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>In questo articolo, presenteremo unrobot che segue il sole.In altre parole, un sistema di contro'lIoche «punf'a » verso la luce de'll'Astro,ruota'do in senso polare edorizzontale al fine di rimanere semprediretto verso i suoi raggi.Il prototipo è stato utilizzato per varistudi relativi alla conversione dellaenergia luminosa in energia elettricaper mezzo di fotopile al Silicio: nullatoglie che il comp'lesso sia impiegatocome « fornace solare » per la fusionedei metalli, o per altri molteplici esperimentidi misura e di verifica che ognilettore saprà escogitare,581


FRIAMP' A 'MOTOREFR2AMP'S''O RIZZONTALE"ALIMENTATOREFig. 1 • Schema a blocchi della macchina che segue il sole.FR3AMP'C'MOTORE'AZIMUTALE'FR'AMP'o'L..-________RETECome si nota, ciascuno è .. , «bicanaie» e per ogni «canale » una coppiadi transistor segue ·Ia pila solare,tendendo ad attirare il rispettivo relaisse questa è illuminata.« Tendendo » abbiamo detto: e ciòper una semplice ragione; in effetti,nello schema di base, non vi sono duerelais all'uscita di ciascun amplificatore,ma un dispositivo unico detto « relaispolari!zato » che possiede due avvolgimenti diversi.In questo genere di attuatori, non siha la sola posizione di «chiuso » inalternativa a quella di «aperto »: mai casi, o le posizioni possibili sono invecetre. Vi è una pòsizione di riposo,centrale. Vi è poi


..,: A B:L ___ ____ ...JALIMENTATORESe ambedue le pile solari sono illuminateda lla stessa intensità, il relérimane a riposo: nella posizione centrale;se ambedue le pile solari nonsono illuminate, idem.Gli amplificatori-attuatori sono ta l­mente semplici che una 'Spiegazionepare superflua: diremo comunque, apro dei meno pratici, che si tratta disemplici «coppie di Darlington » ovverodi elementari amplificatori in correntecontinua.Ad ottenere una eccellente stabilitàdi lavoro, si sono impiegati, per ogniamplificatore, due transistor al Silicio.Odiernamente, il prezzo di questi dispositiviè tanto calato che sarebbeass,urdo qui, usare dei trans'istor alGermanio, instabili e muniti di unamaggiore Ico. I transistor, otto in tutto,per i quattro « canali » sono BC 1<strong>08</strong>:il modello già ben conosciuto daglisperimentatori che unisce economia edefficienza.TR 1 -TR2-TR3-TR4, servono per ildoppio amplificatore che controlla lospostamento della testa sul piano orizzontale; TR5-TR6-TR7-TR8, sono impiegatinell'amplificatore «azimutale »:quello che produce lo spostamento dalbasso all'alto, e viceversa.Ciascun amplificatore, deve averei due «canali » accuratamente bilanciati,per un funzionamento lineare.A1tualmente, i transistor sono prodotticon una affinità di caratteristichedi molto superiore al passato; ciò apriori 'Semplifica il bi'lanciamento: comunqueuna regolazione «fine » ins,+pratica appare indispensabile: ne parleremotra poco.Vediamo ora la «testa esploratrice». ovvero la scatola che contiene le pileso lari.Essa, figura S, è in alluminio, divisain due sezion'i.Una «camera » racchiude FR 1 edFR2, le pile sensibili al movimento« orizzontale » della 'luce; l'a ltra, FR3ed FR4, responsabili per il « tracking »verticale od azimutale che dir si voglia.Nelle figg. 6-7, si vede come la luceinfl uenzi la superficie delle cellu le,passando per una stretta fessura: manmano che la l'uce solare si «sposta »,i raggi passano da ambedue le superficisensibili ad una sola. La pila sol'are,che in tal modo ri mane meno illuminata,produce una minore eccitazionedell'amplificatore transistorizzatoche la segue: ne consegue lo scattodel relais verso il polo controrlato dall'opposto«canale amplificatore » edun azionamento del motore che ruotasin che la luce solare non co lpisce nuovamenteed in eguale misura le duefotopile.E' da notare, che la testa, per colpadella spinta essenzialità del sistemadi controllo, spesso ruota più volte sulpiano orizzonta le Ò su, quello vertica-DS'D52++r----- ', ,, I18II!I:III :AI ', IL _____ ...Jr------lI:eII, :DI::EI______ JFig. 3 - Schema .elettrico dell'alimentatore, da utilizzare in ogni versione dell'apparecchio (conrelé polarizzati o normali).iSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>583


I",." """" ..r ---'"I CI::o !!: l'-___ ...JFig. 4 . Modifica da apportare al circuito d'uscita dell'amplificatore per evitare l'impiego deirelé polarizzati. ,le, oscillando, sino a «trovare la posizione»: il controllo, non è qU'indiproprio ... immediato.Bastano pochi secondi, comunque,perchè l'assestamento nuovo si verifichi,ed i movimenti accadono in mediaogni tre-otto minuti, in dipendenzadella larghezza della fessura. Si puòquindi affermare che solo per una frazionemillesimale di tempo, non si ottienela perfetta esposizione al soledella «fornace » o del pannello cheinteressa; durante tutto il restante periodo,i raggi investono la superficieinteressata.elettrici che ruota no la testa, dato chei relé invertono il segno della correntea seconda che occorra il moto a destraod a sinistra per «centrare la luce ».Vediamo ora ' la costruzione del robotche «segue i I sole »: 'Per prima la parte meccanica: evidentementela più complicata." tutto è montato su di un palo metallico,alto, nel prototipo, 120 cm." palo regge la piattaforma rotanteche è la base della testa." complesso per il movimento orizzontaleè contenuto nel tamburo chesi scorge alla base dell'apparecchio econsta di una corona dentata che èso lidale al palo. M1 agisce su di essamediante un pignoncino calettato sull'asse.Ove il motore sia eccitato, lapiattaforma ruota perché la corona èfissa.Per il movimento verticale, o azimutaleche dir si voglia, è previstoun ingranaggio semicircolare fisso, chesi accoppia al pignone di M2. Ove questor'uoti, tutta la testa è costretta amuoversi in alto o in basso facendoleva su l perno fissato sulla piattaforma.Dato che occorrono dei movimentidi ampiezza assai limitata (spesso pochigradi sono sufficienti a ristabilirel'equilibrio della luminosità su lle superficidelle cellule) i motori devonoessere fortemente demoltiplicati; nelprototipo si usano dei castelli demoltiplicatoricon un rapporto di 700: l, tral'asse del motore ed il pignone diuscita.l'alimentatore del complesso elettronicoe dei due motorini (M1 per larotazione orizzontale, M2 per quellaazimutale) è piuttosto semplice; loschema relativo è presentato nella figura3.Come si vede, consta di due diversicomplessi rettificatori.Il primo (T l-DS1-Cl) eroga 12 V peril funzionamento degli ampl ificatoridifferenziali. Il secondo (T2-DS2-DS3-C2-C3) serve per i motori e prevede lo,zero centrale della tensione continuauscente, con il positivo ed il negativoseparati. In ta l modo si può invertirefacilmente il movimento dei motori---- 72Fig. 5 . Dettaglio della scatola che contiene le pile solari.584 SPERiMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Fig. 6 • Coperchio della scatola di Fig. S.Uno dei due amplificatori che determinano lo spostamento della testa esploratrice .. Trattasi di elementi per macchineutensili, che ch iunque può reperirepresso quei negozi che trattano ricambiper' trapani o macchine da cucire., Le altre parti meccaniche sono trattedalle varie serie di accessori che laMeccano LTD, la F.R. Models, e laPhilips (Esperto Meccanico) prevedonoper i propri kits.Dato che esistono molte parti dotatedi dentatura simile, di dimensioni intercambiabili,di eguale duttilità neiconfronti del montaggio, nella sceltasi potrà badare più al costo che ad altrifattori.E' giusto, comunque, investire qualche... centinaio di lire in più, ed approvvigionaredeg li ingranaggi buonie tag liati alla fresa escludendo quellidi lamiera stampata: così, è bene evitaretutti quegli scadenti particolarimeccanici propri delle produzioni ipereconomiche,preferendo qualcosa di' 'Imeglio. 'te quei dettag li del montaggio meccanicoche sarebbe inutile descrivereverbàlmente.Relativamente al montaggio deicomponenti elettronici, vi sono ben pochenote da esprimere. I canali amplificatori,nel prototipo hanno una unicabase; la plastica « stampata a dischetti» che tutti g I i speri mentatori conoscono.Questa, oltre ai transistor portai relé.L'alimentatore è raccolto in una sca­Ida dalle dimensioni eguali a quellache contiene gli amplificatori, ed il relativocablaggio è semplicemente effettuatocon l'ausilio di basette isolate.I due contenitori, delle pile solarie degli amplificatori, sono fissati su diuna unica staffa metallica facente partedella testa, e sono Iidamente tenutisulla ' piattaforma che ruota verticalmente,mediante quattro bu1lloni con, dado.Se poi il lettore vuoi «fare sul sério» e rea lizzare un robot davvero« professionale » può scartare i componentida «meccani » ' vari e loroparti per orientarsi sui ruotismi di precisioneprodotti per telescopi ed arnesiottici in genere. Questi ovviamente costanodi più, ma raggiungono una precisioneche gli altri non conoscono neppureper sentito dire.Le fotografie, illustrano praticamen-SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>Aspetto della macchina completa escluso il solo alimentatore. La scatola posta accanto allatesta dei ruotismi, contiene gli amplificatori. Su quella esterna contenente le pile solari, èposto un congegno ottico che non fà parte del robot, ma che è servito per varie esperienzetermiche sui materiali.585


si noti alcuna « incertezza » nella correzioneautomatica.FR' E' P OSTA SOTTO ALLA FR3/'STAFFAISOLATA----- -- lARe - ---Se il bilanciamento non è effettuatocon cura, il robot può anche ... « impazzire». Nel caso la testa oscillerà dicontinuo, i motori saranno sempre inazione prima a destra poi a sinistra,poi a destra ... così via, senza che iltutto possa trovare una posizione dicompromesso ove fermarsi.Fig. 7 . Vista in pianta della testa esploràtrice.La scatola-obbiettivo, quella che recale pile solari, misura cm 72x60x40:la fi gura 6 indica le dimensioni e laposizione delle fessure, con i puntidi fissaggio per le pile.Passiamo all'argomento fi na,le, laregolazione del complesso.Per effettuarla, il migliore sistema,è co llegare alcune resistenze fisse alpositivo generale ed alle basi dei TR l,TR3, TR5, TR7 e regolare « staticamente'» il tutto.Tali resistenze, per simulare le normalicondizioni di lavoro, sotto po larizzazionedata dalle pile solari, devonoessere da 270 k!l, ed all'uno percento di tolleranza (G.B.C. DRj200).Col legate che esse siano, ovviamentedopo aver staccato ogni contatto provénientedalle pile so lari, si co llegherannodei trimmer resistivi da 25 !lin serie agli emettitori dei TR2, TR4,TR6, TR8: questi fungeranno da potenziometridi bilanciamento e sarannoregolati in modo che i relais rimanganoinerti : nella posizione centrale« di riposo ».Essendo parimenti bilanciate le polarizzazioni,essendo i relais in condizionidi « aperto » certamente uno statodi parità nel guadagno degli ampli-SC ATOLAIN A LL:J M I NIQficatori è raggiuntol non si creda peròche sia quello defi nitivo.Spesso, togliendo le resistenze aggiunteper la prova e co llegando lepile solari, si hanno degli imprevedibilifenomeni di sbilanciamento, fenomeniche vanno corretti per tentativicon pazienza e costanza, sin che nonNel caso, senza fretta, senza precipitazione,i potenziometri andranno ritoccati:magari isolando prima la sezioneche controlla il movimento verticale,ed effettuando questo posiziona mentoa mano nei confronti della luce solare.In seguito, si procederà alla attentaregolazione della sezione contraria,staccando l'amplificatore che controllail movimento orizzontale e bilanciandol'altro.Concludiamo dicendo che questonon è certo il montaggio adatto a chiè digiuno di elettronica; è però unarealizzazione che può dare non pochesoddisfazioni e soprattutto costituire labase per effettuare interessantissimeprove sui materiali e sui componentia livello « scientifico ».586SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


· Vengono descritte le poche varianti da apportare alle comuniradio capaci di ricevere le onde corte, per metter le in gradodi ricevere anche le interessanti trasmissioni SSB.Ascoltando le onde corte, cortissimeod anche le V.H.F., capita talvoltad'imbattersi in singolari stazioni cheemettono suoni incomprensibili, chericordano alla lontana la voce umanama pOlTebbero benissimo appartenereJd antropoidi od a loquaci marziani.I radioamatori più spiritosi hannoda tempo battezzato queste singolaristazioni « Mau Mau », forse per latota le incomprensibilità dei selvaggisuoni guttu rali che emettono trasmettendocon il sistema «SSB ».Questa sigla, com'è noto, sta per laabbreviazione di « Single Si de Band »,che si pronuncia all'incirca «Singlsaidbend », si traduce letteralmente« singola laterale banda » e vuoi dire« banda laterale unica ».Il sistema di trasmissione SSB è1utt'altro che una novità: i nostri nonnigià radiocomunicavano con ta le sistemanegli anni '20[ sia pure con qual-che difficoltà. Ora il sistema, debitamenterispolverato e tratto dal dimenticatoio,è tornato di moda.Trasmettono in SSB molti radioamatorisui 2, 1'0, 15, 20, 40 e 80 m.Mo lte stazioni radiotelefoniche di bordoche collegano unità in navigazionecon centri a terra usano i I sistemaSSB e lo stesso dicasi di certi collegamentiradio effettuati fra redazioni digiornali e loro corrispondenti. Tuttequeste interessanti trasmissioni SSBsfuggono però a !l'ascoltatore che possiedesolo apparecchi radioriceventinormali, poichè con essi non è possibiledecifrare, in modo nemmeno approssimativo,la loro modulazione. Puòessere pertanto utile esaminare qui diseguito i termini del problema · pervedere cosa occorre fare per riusciread asco ltare « in chiaro » anche questestazioni.Innanzitutto converrà ricordare perquali motivi è stato tolto dal dimenticatoioquesto strano sistema di trasmissione.I suoi sostenitori affermanoche quando una stazione normaletrasmette, non meno del 75% dellapotenza che emette non serve assqlutamentea nulla perché le informazioniutili che servono per comunicaresono già tutte contenute in una partedell'onda la cui potenza è solo il 25%di quella totale. A riprosa portano iseguenti esempi:- un'onda portante di 100 W dipotenza, quando viene modulata inampiezza al 100%, si modifica in modoche 5'0 W restano comunque nonmodulati ed i restanti 5'0 W si ripartisconoin due bande laterali in ragionedi 25 W di potenza per ciascunabanda.Infatti, se al microfono di una emit·tente che trasmette sulla frequenza di30 MHz (con la potenza di 100 W)giunge un suono avente, ad esempio,una frequenza di 1.000 Hz ed unaSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>587


intensità tale da determinare una modulazioneal 100% dell'onda portante,data la presenza dei 1.000 Hz (ossia0,00 1 MHz) dovuti alla modulazione,oltre alla frequenza di 30 MHz- dovuta alla portante - comparirannole frequenze somma-sottrazioneseguenti:30 MHz + 0,00 1 MHz = 30,00 1 MHz30 MHz - 0,001 MHz = 29,999 MHzQueste due frequenze, una più alta(USB = «Upper Side Band ») e l'a l­tra più bassa (LSB = «Lower SideBand ») rispetto alla frequenza portante,sono appunto le famose « bandelaterali ».Poiché anche una sola banda late- 'rale contiene tutti gli sposta menti diampiezza e di frequenza rappresentantil'informazione utile, l'altra bandapuò essere eliminata assieme allaportante. Col sistema SSB viene trasmessasolo una delle bande lateraliche in genere è quella LSB per lefrequenze di trasmissione superiori ai7,5 MHz, e quella USB per tutte lealtre frequenze più elevate.Dato che 25 W trasmessi in SSBtengono il posto di 100 W trasmessi inAM ne deriva il paradosso che un TX­SSB da 100 W è molto più ... potentedi un TX-AM pure da 100 W! Per laesattezza il guadagno teorico di potenzadel sistema SSB rispetto a quelloAM è di 9 dB, pari ad 8 volte!Purtroppo, ogni medaglia ha il suorovescio ed al citato vantaggio in trasmissionecorrisponde l'inconvenientein ricezione di dover ricreare ex-novol'onda portante, altrimenti non si riescea comprendere ciò che viene trasmesso.In più, mancando nell'ondain arrivo la portante tradizionale, icontrolli automatici di guadagno presentinelle" normali radio non sono ingrado di funzionare correttamente edin modo utile, per cui è facile che avvengail sovraccarico degli stadi dialta e media frequenza.In pratica vi sono molti altri inconvenientiche si manifestano all'attodella ricezione, ma la necessità di ricostruirel'onda portante e di ovviareall'inefficienza del CAV o AGe sonodue punti imprescindibili, trascurandoi quali non è util mente possibile affrontareil problema di rendere comprensibili,alla ricezione, i segnali SSB.Nei ricevitori professionali appositamentestudiati allo scopo si fa grandeuso di medie frequenze controllate aquarzo, oscillatori super-stabili, rivelatoria prodotto, CAV speciali, il tutto01S.6 KI\ R7+B2SlAMRSA'_""'---yy...--- + 82S.6 KI\r------ - - -r-- - - - --I II II II II IC'8FOc----OAMCSSB-1"I+ .IFig. 1· Parti da aggiungere (segnate in· tratto più m-areato).588 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Fig. 2 - Schema elettrico del BFO.C'RlClr- - - - - - - --,3IIIIIIIIIIII120pFIIIII2 1IL __ _ _ _ _ _ ...JMFcompletato da controlli automatici difrequenza che, sincronizzati dalla trasmittentemediante una sottoportantedeterminano una ricostruzione fedeledel segnale.Ma qui, il compito che ci prefiggiamoè solo quello di esaminare il minimodi aggiunte e di economichemodifiche che occorre apportare aduna radio comune per metterla in gradodi ricevere in modo chiaro ed intelligibileanche le emittenti SSB. Abbiamopotuto sperimentare varie soluzionie quella che qui di seguito presentiamosi è dimostrata una delle piùsemplici, versatili e di discreto affidamento.Essa prevede l'impiego diR2C2 __ ________ I·----oouC303 4 o0201 6<strong>08</strong>201"\pochissimi componenti ed è adattaper essere sperimentata su radio atransistor provviste di una o più 'gammedi onde corte.Circuito9VCom'è visibile nella fig. l, la parteda aggiungere ad un ricevitore normalea transistor, per ottenerne il funzionamentoanche in SSB, è disegnatacon tratti più marcati e consta essenzialmentedi un oscillatore (BFO) lacui frequenza è finemente regolabilemediante C5; 'un deviatore a 2 vie - 2posizioni ($1 - 52) ha la funzione diincludere od escludere il CAV (S 1) ela batteria B l (52).Con S l - 52 nella posizione AM (figural) è in funzione il CAV normaledi cui è provvisto l'àpparecchio (R6 -R7) mentre il BFO è inattivo, dato che52 ha escluso B l.Nella posizione SSB, la tensione diB l giunge al BFO, che pertanto oscilla,ed invia una parte delle proprieoscil lazioni all'emettitore (C6) del transistorTR3, dove si sovrappone al segnalein arrivo. Pertanto, al diodo Dlsi presenta un'onda nuovamente provvistadi portante che quindi può essererivelata senza distorsioni. Contemporaneamente,il CAV viene escluso,e per non alterare le tensioni del ricevitoreuna resistenza R5, alimentata dauna tensione fissa (B2) prende il postodi . R7 che prelevava la tensione dicontrollo da Dl ; R5 deve avere un valoreuguale a quello di R7.B2 è già presente nel ricevitore perchéè la normale batteria di pile dialimentazione; B l, invece, va aggiuntae può essere costituita da una piccolabatteria miniatura a 9 V. In teoriasi potrebbe alimentare il BFO tramiteB2, ma l'estrema stabilità di frequenzanecessaria per un buon funzionamentosconsiglia questa soluziou+9V- 9VFig. 3 - Circuito stampato.Fig. 4 - Disposizione dei componenti sul circuito stampato.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong> 589


lungo occorrerà usare un cavetto schermato.•La batteria B l si può invece col locarea qualsiasi distanza.L'ancoraggio dei vari componentidev'essere molto solido in modo chele vibrazioni impresse dall'altoparlantenon causino variazioni di frequenzadel BFO. 1/ condensatore C6 nellamaggioranza dei ricevitori del commercionon supera in genere il va loredi 22.000 pF; se tuttavia avesse valorepi alto, questo condensatore vasostituito con uno da 22.000 pF.Fig. 5 • Il montaggio ultimato.ne. Lo schema elettrico del BFO èriportato nella fig. 2.il transistor Ql (AF170) osci lla conaccoppiamento fra base ed emettitore,ciò che permette di prelevare una partedelle - oscillazioni dal co llettore senzainfluire sensibilmente sul circuitooscillante vero e proprio. Questo è costituitoda un trasformatore di MF chedeve avere circa lo stesso valore dellamedia frequenza usata nel ricevitore.In genere, tale valore si aggira sui467-470 kHz e può essere regolatomediante C5. "Nelle fig. l e 2 è indicato il montaggiocon negativo a massa; qualorasi disponesse di ricevitori di veèchiotipo ancora con positivo a massa, occorreràmodificare opportunamente ilcircuito ed i collegamenti per addottarnela po larità.Nella fig. 3 è visibile il circUitostampato di 40 x 54 mm da approntareper montarvi il BFO; esso è deltipo « tutto sopra » ed in fig. 4 si puòvedere come vanno disposti i varicomponenti.Con un ohmmetro si accerterà la posizioneesatta delle prese 1-2-3 (fig. 2);il tratto di avvolgimento 1-2 sarà riconoscibileper il fatto di avere una resistenzaminore del tratto di 4-5.Le prese 4-6 si riferiscono a I secondarioche non viene utilizzato. Il cavettoschermato che collega C5 nondeve essere troppo lungo (1 0-15 cm almassimo), mentre il co llegamento fro Ue l'emettitore del transistor TR3 (fig 2)non deve superare qua lche"centimetro;se necessitasse " un collegamento piùMessa a pun.to e taraturaMontato il BFO sul circuito stampatoe collegati C5 e B l si può controllareil funzionamento inserendo unmilliamperometro (5-1'0 mA f.sc.) fra52 ed i I +; lo strumento dovrà segnareuna diminuzione di corrente dicirca 2 mA quando si collegano assiemela base e l'emettitore di Ql servendosidi un condensatore (di tipo qualsiasi)avente una capacità di circa50.000 pF.Desiderando oscillazioni più energi-·che R2 può essere ridotta sino al valoredi 390 n. 5e compiendo questocontrollo la corrente non varia vistosamente,vuoi dire che il BFO non oscillaed occorre rintracciarne le cause(guasti, errori, ecc.); se invece tutto èRealizzazioneLa fig. 5 mostra il montaggio ultimato.Poiché del trasformatore MF si usasolo il primario, occorre avere curache i capi re lativi al secondario (nonindicati in fig. 2) vengano lasciati liberie non si tocchino fra loro pernon causare cortocircuiti.590SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


egolare, si può procedere oltre. Sipuò montare definitivamente il montagginosul ricevitore e tentare di ·sintonizzare (con S 1-S2 sulla posizioneAM) qualche segnale telegraficonon modulato (CW). Se il segnale ricevutoè particolarmente forte, occorreridurre l'antenna del ricevitore o farrientrare in parte l'eventuale antennaa stilo di cui è munito per evitare sovraccarichidella MF.Ciò fatto, si commuta 51-52 sullaposizione SSB e con C5 posto con lelamine a metà finché si ode nell'altoparlanteche la nota di battimento generataè ca lata di tono sino quasi adannullarsi. Ruotando poi C5 in un sensoo nell'altro, si controllerà che ilfischio di battimento ricompare; si puòallora riportare S l-52 sulla posizioneAM cercando di ricevere una emissioneSSB. Dopo averla sintonizzata perfettamente,ed eventualmente ridottad'intensità agendo sull'antenna, sicommuterà 51-52 su SSB.La posizione di C5, che darà unasco lto comprensibile, può essere cercataper tentativi e corrisponderà allaposizione di va riabile più aperto o piùchiuso, rispetto al battimento zero, aseconda del tipo di stazione 5SB che siè captata (L5B oppure U5B). Il buonfunzionamento di questo semplice dispositivodipende molto dalla selettivitàe stabilità del ricevitore. Mentreper la prima caratteristica non vi sonosemplici possibilità concrete d'intervento,per la seconda ca ratteristica, la stabilità,si è sempre avvantaggiati limitandol'intensità dei segnali sia in altache in bassa frequenza, in mododa evitare sovraccarichi ed eccessivevariazioni di corrente. Qualora non siriesca di primo acchito a ben regolarela ricezione 55B, conviene ritornare inAM, sintonizzare meg lio la stazione epassare poi nuovamente in 55B regolandoC5.Anche se il ricevitore a cui si è adattatoquesto dispositivo non è troppo. idoneo per il sistema 55B, tuttavia abbiamopotuto constatare, da numeroseprove pratiche effettuate, che quasitutte le stazioni SSB diventano comprensibiliin modo soddisfacente, senzaeccessive difficoltà di manovra e diregolazione.G.A.U.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>Elegante impianto stereoideale per la sistemazionein scaffali o librerieAmplificatore-sintonizzato re stereo - Beomaster 1000dalla linea ultrapiatta ed elegantissima - Potenza d'uscita15 + 15 W.Adatto per altoparlanti B & O di vari tipi e potenze - Giradischistereo Beogram 1000 con caratteristiche semiprofessionali.Provvisto della famosa testina originale B & O SP7.Beomaster 1000GARANZIA QUALITÀ PREZZO591


UNA IDEA RUSSA ABBASTANZAORIGINALE:LENTI " LIQUIDE" PERED .ALTRI ' IMPIEGHIIn molti Radar di vecchio tipo siimpiegava una lente ottica per osservarepiù facilmente la traccia riprodottasui piccoli schermi. Anche aglialbori della tecnica televisiva, gli « ingranditoriottici » ebbero il loro periododi successo allorché i telericevitoriimpiegavano dei tubi (a 7(0) dimodesto diametro.Si avevano però due inconvenienti:1) L'immagine risultava esente daaberrazioni ottiche solo se lo spettatoreassumeva una posizione tale daosservare l'immagine da un punto direttamentein linea con l'asse ottico delsistema ingranditore e del tubo.Fig. 1o


I PICCOLI TELEVISORIFf6) Si rimetta in acqua il complesso,si colleghi il tubo flessibile ad un compressoredel tipo usato per gonfìare legomme delte autovetture, si dia via liberaall'aria compressa.7) Raggiunta la curvatura voluta, sistrozzi il tubo flessibile mediante unapinza. a morsa e sì versi istantaneamentenell'acqua portata all'ebollizionedell'acqua gelata presa dal frigorifero,in modo da bloccare la superfìciecurvata di plexiglass nella posizioneassunta.8) Si tolga il collare a pressione,svitando i dadi. Si recuperi la lastradi Plexiglass curvata.Per montare il tutto su·1 tubo, eccoil procedimento.L'imbuto di alluminio sarà raccordatoalla lente di p'lexiglass medianteuna guarnizione a pressione." tutto sarà riempito di acqua distillata,oppure di Glicerina." liquido impiegato darà luogo adun diverso effetto ottico, quindi, apriori, sarà necessario stabilire la curvaturadel plexiglass in base a ciò chesi è deciso d'impiegare.Comunque, la dimensione «A », aseconda del liquido sarà la seguente:Tubo da 7 pollici:Con acqua 90 mm.Con glicerina 40 mm.Tubo da 9 pollici:Con acqua 115 mm.Con glicerina 50 mm.Fig. 2GUARNIZIONE di GOMMAFig. 3" liquido potrà andare direttamentea contatto della superfìcie del tubo,avendo ovviamente l'avvertenza dimettere in opera un anello di tenutatra l'alluminio ed H vetro.In questo modo si ottiene un ingrandimentodi 1,5 diametri, ovvero,di ' una volta e mezzo la fìgura originale.Le' distorsioni sono minime in unangolo visuale di 7CY' (acqua) o di 90°(glicerina).La fìgura 3 riporta una diversa esecuzionedella «lente liquida » menosperimenta le di quella vista sopra.Seppure leggermente più laboriosacome effettuazione, questa ha il vantaggiodi offrire una visione ancor menosoggetta alle distorsioni «da posizione».Da « Radio » (U.R.S.S.)SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>593


---« Molto spesso », racconta i I nostroprincipale collaboratore per la fotografia,che è anche un noto esercente,« Si presenta in negozio qualche dilettanteche dice: Mi dà una pellico la? »« lo gli chiedo: Quale pellicola? »«Lui ribatte: mah, una adatta allaFotoexacta ! »« Il che » - soggiunge il nostro -« Dice almeno due cose: quasi nessunocapisce le pellicole, e molti non comprendononemmeno la loro macchina,dato che le Fotoexacta sono almenoquattro: la Exa l/a, la Exa 500, la Varex2/B e la Varex 1000. Eh, che confusione!»Sono stati questi colloq ui che ci hannoindotto a trattare, una volta per tutte,le pe llicole.Non cred iate, cari lettori, che « capirele pe llicole sia un'arte ».Solo gli svogliati trancia no questigiudizi: coloro che non ottengono maibuone riprese: co loro che acq uista nocostosissime camere per poi dire chenon valgono nulla dato che ... «Nonfanno buone fotografie! »Vogliamo cercare di spiegarvi così,alla buona, cosa siano e come si debbanousare le pellicole. Se avrete la .pazienza di seguirci in queste note, nesiamo certi le vostre fotografie ne guadagneranno.Prendiamo una pellicola qualsiasi:quali sono le sue caratteristiche salienti?Eccole:a) La sensibilitàb) Il potere risolventec) Il contrastod) la « latitudine di posa »e) la sensibilità cromatica.Esaminiamole una per una.LA SENSIBILITAQuesta caratteristica indica la «quantità»di luce che deve investire l'emulsioneper ottenere un annerimentoprefissato dei cristalli di aliogenurid'argento in essa sospesi.Eh... che paroloni! Ma cosa sonoquesti crista lli « Aliogenuri »?Vediamolo.La pellicola, è un film, una strisciadi plastica, ricoperta nella zo na sen-La redazione di « Sperimentare » ri ngrazia la ditta « Fotoservizi Stellina » di Bologna per la consulenza e l'assistenzaprestata durante l'elaborazione di questo articolo..594 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


CAPIRE LE PELLICOLE:ECCO CIO CHE SERVEPER· FARE BUONE FOTOIl fotografo dilettante è generalmente avverso ai cc misteri delle pellicole )):pensa che la relativa conoscenza implichi l'acquisizione di dati astrusi, difficili,di una competenza tecnica particolare.Non è vero: le Case produttrici si cc fa nno in quattro )) per divulgare le principalicaratteristiche delle emulsioni; leggendo attentamente le loro de!crizioni,non è difficile trarre un concetto preciso, un'idea globale. Se voi non avete lapazienza di scrutare i bollettini tecnici, se li trovate... ccfreddj,) ed inattraenti,se infine, non sapete ove trovarli, leggete questo articolo. È una attenta selezionedi ciò che le Case vogliono co municarVi, ed è infine, tuttociò che vi interessasapere sulle pellicole ... questi strani mostri nastriformi!COLOR C NE FILMMC25 15 OIN ASA 25/3°7.62 M 25 FEETsibile da un impasto, detto appuntoemulsione che consiste, come base,in una gelatina di origine per lo piùanimale. Tale gelatina contiene dei cristallimicroscopici di un metalloidedetto «Alogenuro d'argento ».Quest'ultimo è un composto di argentoe di bromo, oppure di argentobromo e iodio, o anche dei predetticon tracce di fl uoro.Sono appunto il bromo, lo iodio, ilfluoro ed altre sosta nze, gli «alogeni»detti, che con l'argento formano ilcomposto capace di scurire non appenaè investito alla luce.Se la sensibilità dell'argento può essereconsiderata uniforme, entro certilimiti: gli alogeni han,no appunto ilcompito di modificarla ' e per ognunodi essi si verifica una maggiore o minoresensibilità: ne deriva che la sensibilitàdelle emulsioni è estremamentevaria: dalla Adox KB 14, decisamente« dura », alla Ilford HPS, tanto sensibileda essere difficilmente impiegabiledi giorno, vi è una gamma riccae variabile per ogni situazione ed og nigenere di ripresa.La sensibilità delle pellicole è definitada una cifra seguita da « DIN » o« ASA ». La classificazione «DIN 1>,sotto certi aspetti è forse più pratica,ed in questa le sensibilità più elevatecorrispondono alle cifre 30'-40', 29-Q,32-35.Per contro, le pellicole munite diuna sensibilità minore sono classificateda i 14 - 15 - l 6 « DI N ».Si po ' ssono addirittura formularedelle ... « categorie » di pellico le; quattro,ciascuna delle quali serve ad unparticolare e determinato impiego.La «categoria» meno sensibile, quellatra 14 e 16 « DIN » (Adox KB14,Ferrania P24, Kodak Panatom ic-x, OrwoNP15, Agfa Isopan IFF, altre) èadatta per gli ingrandimenti « bruciati», quelli tanto usati nelle pubblicitàe nei pannelli decorativi, nelle fotografiea risalto di monumenti e di compiessiarchitettonici, nonchè di esemplarientomologici e di reperti scientifici. Le 14-16 «DIN»,si usano anche perriprendere i documenti e le stampe,per ottenere . effetti grafici (titoli «arrotolati e curvi»: etichette «fluttuanti») eovunque occorra estrarre dalla posa uningrandimento più che notevole. CiòSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>595


in grazia della loro « grana » fi ne, chenon « salta fuori » neppure nella macrofotografia.Vi è poi la «categoria di mezzo »cui appartengono le pellicole di usogenerale, quelle che hanno una sensibilitàcompresa tra 17 e22 « DIN ».Troppe sarebbero, in questa gamma,le pellicole da citare: ci accontentiamodi esemplificare quelle tipiche, comele Adox KB17 (1 7 DIN); Adox KI>2 1(2 1 DIN); Agfa Isopan IF (17 DIN);Agfa Isopan ISS (2 1 DI N); Ferrania P27(17 DIN); Ferrania P30 (20 DIN); Gevapan30 (20 DIN); Ilford Pan F (1 8 DIN); .IIford FP3 (22 DIN); Kodak Plus X pan .(22 DIN); Kodak Verichrome pas (22DIN); Orwo NP 20 (20 DIN); Orwo N'P22 (22 DIN).Tutte queste pellicole sono adatte ariprese interne ed esterne.Sono quelle che il fotografo vi vendese voi non siete in grado di esprimereuna preferenza; spesso, in particolarese trattate con sviluppatori speciali,consentono anche effetti «artistici».Veniamo ad una «categoria » giàspeciale.Si tratta delle pellicole comprese trauna sensibilità di 26 e 27 DI N; adesempio le «Agfa Isopan Ultra; FerraniaP36; IIford HP3; Kodak Tri-X PaniOrwo NP27 ». Sono tutte da usarsi incasi un po' particolari. Per le fotografiedi gare sportive ad esempio: podismo,hockey, pugilato (ma solo allaluce diurna). Hanno una grana «semifine » ma tranne particolari modellimal si prestano per ingrandimenti notevoli.La categoria specialissima, è quellala cui sensibilità è compresa tra 30 . e40 DIN come la già rammentata IlfordHPS, davvero buona, e le consorelle·Agfa Isopan Record, Kodak «RoyalX » Pan e similari giapponesi non tutteperò altrettanto pregevoli.Queste sono « pellicole da profes- ·sionisti » dotate di una sensibilità incredibile,facilmente « bruciabili » anchedalla luce di un giorno nebbioso !La loro grana è molto densa: ovvio,volendo raggiungere una sensibilitàdel genere; si usano per fotografaregli ambienti semibui, per conseguireeffetti speciali, per riprese molto con-596trastate in scarse condizioni di luce;sono pellicole critiche che richiedonouna attenta valutazione dello svil uppatoreda impiegare.Un bagno non accorto può rovinarele riprese effettuate su di esse, cosìcome uno sviluppo tecnicamente validopuò consentire la creazione di eccezionaligiochi di luce e di ombre.IL POTERE RISOLVENn. Questo è un concetto che richiamala tecnica TV.Il «potere risolvente » di una pellicola,corrisponde alla sensibilità, main un senso particolare: identifica la finezzaJdei dettagli che l'emulsione puòritenere dopo tanti minuti di esposizione.Si usa definire questo fattore con ilnumero di linee per millimetro chepossono essere « risolte », ovvero chela pellicola può riprodurre distintamente:è una caratteristica di maggiore interesseper il professionista della fotografia,ma anche il dilettante non deveignorarla, come vedremo nella voceche segue.IL CONTRASTOCome abbiamo visto, l'emulsione digelatina, è sensibilizzata dalla presenzadei corpuscoli di argento detti« alogeni ».In ogni pellicola l'argento ha una tipicadensità che determina la possibilitàdi scurire più o meno og ni punto,sotto l'influenza della luce. Vi sonopellicole più ricche di argento che sonodette « contrastate » ed a Itre menocariche che sono dette «a contrastomedio ».Il contrasto è proporzionale alla« grana » alla sensibilità, ed al potererisolvente si può dire che la relazionesia questa:Contrasto elevato: sensibilità modesta,potere risolvente elevato, granasotti le .Contrasto medio: sensibilità media,potere risolvente parimenti medio,grana media.Contrasto basso: sensibilità elevatao molto elevata, potere risolvente scarso,grana grossa e talvolta difficile datràttare.Il motivo di queste relazipni balzaall'occhio. Se i cristalli d'argento sonopiù fitti, come si verifica nelle pellicolead alto contrasto, la luce incontraunà maggiore difficoltà a penetrarel'emulsione, quindi la sens.ibilità cala.Per altro, la presenza di un elevatonumero di corpuscoli per millimetroquadro corrente la impressione di un8maggior numero di righe (o dettagli).Nella scelta di una pellicola, questo- il contrasto - non è davveroun fattore da trascurare, come si vede:anzi, è un dato da valutare conla migliore attenzione.I professionisti usano definire il contrastocome « contrasto inerente » riferendosialla pellicola in uso. Vi sonopellicole (e per esse emulsioni) cheSPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


una volta sviluppate creano zone di lucied ombre maggiori nel soggetto ripreso,ed altre che invece «rendonoplastica » il tono smorzando i puntineri-neri e quelli splendenti.illuminazione: un ' tempo esatto in cuil'emulsione ha ricevuto la luce.Vi sono talune pellicole che hannouna esposizione critica: basta un minimoinferiore a quello previsto e risultano« poco esposte » basta un attimodi più e sono irrimediabilmente « bruciate».se accade che l'inesperienza dell'operatorela sottoesponga o la «bruci ». da notare però che le pellico ledotate di un contrasto più elevatohanno una minore latitudine di posa.Ora, abbiamo visto poco sopra chele pellicole a bassa sensibil ità hannoSe doveste errare emulsione, le primevolte, niente paura ! Vi sono moltimodi di correggere il contrasto ed anchedegli sviluppi correttivi progettatichimicamente allo scopo.Ne parleremo presto.Per ora chiuderemo dicendo che lamisura matematica del contrasto è tecnicamentedefinita gamma. Ovviamente,ci si riferisce alla emulsione.LA LATITUDINE DI POSAE questa una misura della criticitàdella pellicola: ovvero della sua ... «elasticitàd'impiego».Per comprendere bene questo interessantefattore, riferiamoci al principiodell'impressione fotografica.Come sappiamo, i granuli, espostipiù o meno alla luce anneriscono inproporzione. Quindi, in linea di principio,se si sviluppa una pellicola cheha ricevuto troppo poca luce, l'immagineappare sbiadita, non bene dettagliata,bianchiccia.Se per contro si sviluppa una pellicolache ha ricevuto troppa luce, essasarà una «chiazza nera » poichè tuttii punti sensibili si sa ranno eccessivamentescuriti.Entro certi limiti si ha una giustaVe ne sono altre che hanno il poteredi essere «tolleranti» rispetto allaesposizione, consentendo buone ripresesenza che vi sia la necessità di regolaretutto con uno scrupolo particolare.Essendo la prima categoria materia-FerraniaCOLOR CINE FILMMC25 15 olN ASA 25/3°7.62 M, 25 FEETole per' « supertecnici » noi ci interesseremodelle altre.Le pellicole normali, pancromatiche,hanno un rapporto di LATIDUINE DIPOSA pari a l : 130 circa. " che significauna cosa molto semplice: lezone più «bianche » della pellicolapossono essere centotrenta volte piùluminose delle oscure e la pellicolasarà ancora in grado di registrare unagamma tonale completa, e di conseguenza,di rendere una immagine fdele.Si noti che nell'immagine di unafigura umana, in condizioni di lucenormale, si hanno delle variazioni di1 : 40, nelle immagini di monumentio macchinari variazioni poco più notevoli(si parla ovviamente di medie) .Una pellicola da 1 : 130 può quindiassicurare una fedeltà elevata ancheun elevato contrasto: quindi una LATI­TUDINE DI POSA minima. Ne consegueche almeno sotto questo aspetto,le emulsioni da 15-1 6 DIN siano quelleche « perdonano meno » ed in genereda evitare, almeno da parte dichi non ha grande confidenza co l diaframmae l'esposimetro.LA S'ENSIBILITA' CROMATICA questo un fattore secondario, manon troppo.Avete mai notato quella scritta« Pancromatica » che appare sulle scatolinedelle pellicole?Significa che l'emulsione è sensibilea tutti i colori della luce: ovverodella gamma spettrale.Se non avete speciali esigenze artisticheo tecniche, queste sono le pellicoleda impiegare.Erano assai diffuse sino a poco tempofà ed oggi si trovano solo su ordinazione,le pe llicole «ortoc romatiche))che non rispondono alla luce rossa.Queste pellicole possono dare effettidivertenti, ed in certi casi (riprese nellefonderie, nelle officine) ecc. sononecessarie per ottenere una maggiore«pulizia» nella immagine: nell'uso normalesaranno però da evita.re.A puro titolo d'informazione riferiremoche vi sono anche emulsionisensibili solo ed unicamente alla luceblu. Queste si usano negli stabilimentirotocalcografici, nei microfilm, nelleselezioni di co lori, negli «effetti speciali» dei fi lm e dei reportages.SPERIMENTARE - N. 8 .:.. <strong>1968</strong>597


MILANO - VIA VALLAZZE, 95 - TEl. 23.63.815•OSCILLATORE MODULATOAM -. FM 30Generatore modulato in ampiezza, particolarmente destinatoall'allineamento di ricevitori AM, ma che può essere utilmenteimpiegato per ricevitori FM e TV.Campo di frequenza da 150 Kc. a 260 Mc. in 7 gamme.Gamma A 150 : 400 Kc. - Gamma B 400 : 1.200 Kc. - GammaC 1,1 : 3,8 Mc. - Gamma D 3,5 : 12 Mc. - Gamma E 12 : 40 Mc.- Gamma F 40 : 130 Mc. - Gamma G 80 : 260 Mc. (armonicacampo F.) .Tensione uscita: circa 0,1 V (eccetto banda G) .Precisione taratura: ± 1 %.Modulazione interna: circa 1.000 Hz - profondità di modulazione:30%.Modulazione esterna: a volontà.Tensione uscita B.F.: circa 4 V.Attenuatore d'uscita R.F.: regolabile con continuità, più dueuscite IX 1 e 100.Valvole lmpiegate: 12BH7 e raddrizzatore al selenio.Alimentazione: in C.A. 125/160/220 V.Dimensioni: mm. 250 x 170 x 90.Peso: Kg 2,3.E L E C T RONIC• •OSCilLAIOR! A.fM.30Altre produzioni ERREPI:ooqo::tC\IANALIZZATORE PER ELETTRICISTI modo A.v.O. 1°ANALIZZATORE ELECTRICAR per elettrautoOSCILLATORE M. 30 AM/FMSIGNAL LAUNCHER PER RADIO e TVStrumenti a ferro mobile ed a .bobina mobile nellaserie normale e nella serie Lux.JOl- I-WZONNWa:a..,z,'aerF ,PURÈTÉ RAPIDITE - ECONOMIEI MIGLIORI STAGNI DECAPATI IN FILI A 4 CANALIMÉTAUX BLANCS OUVRÉS - USINE ET BUREAUX A DIJON SAINT - APOLLINAIRE - TÉLÉPHONE 32.62.70


-,--AVETE MAI PRO VATOA COSTRUIREAvetepresentata, certo avrete constatato la scarsa disponiariGC:4 LNO? '----mai cercato di acquistare un cicalino miniaturaa bassa tensione per qualche vostro congegno d'allarmeo di segnalazione? Se la situazione vi si èbilità di questi diSPOSitiVi sul merc ato, o il loro___prezzostranamente elevato. Perché, allora, non li costruiteda so li?._Chissà perchè i cicalini a bassa tensionesono considerati « componentiprofessionali »?Chissà perchè trovarli nei magazzinianche più forniti è tanto difficile?E, chissà perchè risultano tanto costosi?Ma h: misteri del mercato dell'elettronica!Comunque, se vi serve un dispositivominiatura che emetta un segnaleacustico non appena è alimentato conuna tensione continua, e se tale dispositivoha prezzo elevato o non risultadisponibile, vi suggeriamo qui un rapido« rimedio »: costruitelo!Un cicalino, in sostanza è un picco'ocampanello elettrico ... senza campanaiun vibratore quindi, che ro nza, e nonsq uilla per sua natura.A parte la mancanza di campana, ilcicalino è del tutto simile ad un campanelloe funziona in maniera identica.SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>La figura 1 illustra un cicalino tipicovisto in pianta.Il pezzo principale è l'elettromagneteBi quando la bobina « A » è percorsada lla tensione, esso attira l'armaturaF! che a riposo è a contatto con lavite E, montata sulla staffettina angolare« H ».Ora, come si vede, la tensione èinviata alla bobina proprio tramitel'armatura F e la vite E. Ne risulta chela bobina non è più alimentata nonappena l'armatura si scosta dalla vite.Di conseguenza, l'armatura « vibra »muovendosi alternativamente « avantie indietro » su di un piano orizzontale,dato che la molla «I» la riporta ariposo non appena manca l'attrazionedell'elettromagnete.Certo questo movimento alternatonon crea un gran rumore: ma alla segnalazione acustica provvede la vite« C » solidale all'armatura.La « C », sporge di quel tanto cheserve per urtare contro l'involucro metallico del dispositivo og ni qual voltache l'armatura torna a riposo: urta contro. alla parete alcune diecine di volteal secondo e determina così l'emissionedi un ronzio forte e metallico, udibilea vari metri di distanza.Se la scatoletta-contenitore è di plastica,il rumore sarà diverso: semprperò nettamente udibile.Vediamo ora le parti del cicalinoautocostruibi le.La base del tutto può essere un rettangolinodi fi bra, bachelite e altraplastica. Le misure possono essere35x25 mm. O simili.L'elettromagnete « B » con la bobina« A » è reperibile già pronto.Si tratta di una bobina per padig lioneda cuffia da 250-30'0' ,n di impedenza,se il cica lino deve funzionare atensioni minori di 6 V, oppure da50'0'-60'0' n o più, a seconda delle tensionidi lavoro previste. Quasi tuttihanno in casa una vecchia cuffia smagnetizzatae divenuta poco sensibile:sarà un'ottima « sorgente » per ricavarel'elettromagnete.599


Fig. 1Fig. 2Fig. 2/bF ---.JBA SE IN PLASTICAGli altri pezzi sono tutti da costruiree i materiali necessari saranno alcuniritag li di lamiera, un pezzetto dimolla da sveg lia ed alcuni bu lloncinicon dado e rondelle.Gli arnesi necessari saranno le forbicida lamiera, le pinze ed un trapanino.Vediamo per prima l'armatura .Fig. 3Essa è composta da tre sezioni: ilsupporto «G» piegato a squadra; lamolla « I »; l'armatura vera e propria« F ».La figura 2 mostra il pezzo in dettaglio.Per l'unione delle tre parti, sipossono usare dei bulloncini muniti diranelle, rondelle e « grower ». A causadelle vibrazioni però, nel tempo leviti tendono ad allentarsi: è quindipiù opportuno l'impiego di rivetti benschiacciati.La piegatura degli angoli « Q » delpezzo « F » (fig. 2) è molto importante.L'angolo di sinistra, quello prossimoall'unione del pezzo F con la molla l,determina l'accostamento dell'armaturaall'espansione polare: deve esseresufficiente per una decisa attrazione,ma anche tale da consentire un « gioco» non troppo critico e « stretto » neiconfronti del contatto fisso « E » fig. 3.IL'angolo di destra! deve essere chiusoquel ta nto che permette alla vite« C » di battere contro al contenitorequando l'armatura torna a riposo inassenza di eccitazione elettromagnetica./I contatto di riposo « E », come sinoti nella figura 2/b, sarà costituito daun bulloncino munito di due dadi.1/ bul loncino sarà sostenuto da unasquadrettina ad « elle ».Dire che il cicalino necessità di uncablaggio, sarebbe certo troppo; comunquedue conness ioni sono da farsi:precisamente, un capo da lla bobinadovrà essere sa Idata a I contatto « H »,ed un fi lo, dal l'ingresso, dovrà esseresaldato al contatto « G ».A questo punto il cica lino può esserecollaudato: se la frequenza dellavibrazione è troppo lenta, la si puòaumentare facendo sporgere maggiormentela vite « E» dalla pa rte dellabobina.Se, per contro, l'armatura «imballa»vibrando troppo rapidamente, la vite« E» sarà ritratta facendola sporgeremeno da lla parte dell'armatura.Ultima nota.Lo scintillio che inevitabilmente sifo rma tra la vite « E » e la superficiedell'armatura «F» può risultare unnotevole fastidio per le radiocomunicazionied a lungo andare corrode edossida vite e lamiera, impedendo ilfunzionamento. Per minimizzare l'inconvenientesi può co l legare alle pagliette« H » e « G » un condensatorea carta da qualche decimo di IJ.F.CORRISPOND ENZE' DEITRANSISTORContinuiamo in questo numero la pubblicazione di tabelle di corrispondnza -dei transistor iniziata sul numero precedente ove, oltreai più noti componenti americani ed europei, vengono elencati anche numerosi tipi di transistor giapponesi. Riteniamo con questo,di rendere un utile servizio a tutti coloro che hanno il problema di riparare le diffusissime « radioline » giapponesi o altri apparecchisimili.600 SPERIMENTARE - N. 8 - <strong>1968</strong>


Microtelevisore portatile "CROWN ..A transistorCon radio AM/FM incorporataSezione TVCinescopio da 4,5"VHF canali 2-.;-12UHF canflli 21 -.;- 68Controllo automatico sensibilitàAntenna telescopica a 7 sezioniAttacco per antenna esternaSezione radioSelezione di gamma a commutatoreAntenna in ferrite incorporataPotenza nominale:240 mWAlimentazione: 220 V ca mediantel'alimentatore di cui è dotato, oppure12 V cc mediante la batteria autoo anche tramite 9 Pile a secco da1,5 VCompleto di auricolareMobile in materiale antiurtoDimensioni:250x93x215Giradischi automatico cc FULL ..ZZj2460-00Con amplificatore a transistorAltoparlante ad alto rendimento acusticoPotenza d'uscita :1,3 WAlimentazione: 9 Vcc mediante 6 pilea torcia da 1,5 VMobile in skaiDimensioni: 245x230x1 15ZZ/1580-00Registratore " HIT ACHI ..Mod. TR0210A caricato ri - portatileCaricatori a due piste con duratamassima di registrazione di 90 minutiIndicatore della profondità cii modulazionee della efficienza delle piieVeloc. di trascinamento: 4,75 cm/sPotenza d 'uscita:600 mWRisposta di frequenza: 100-.;-8500 HzAltoparlante ad alto rendimento acusticoImpedenza ,d 'uscita :8 OAlimentazione: 6 Vcc mediante4 pile a mezza torcia da 1,5 VPresa per adattatore da 6 V per alimentazionein c.a.Corredato di microfono dinamicocon comando a distanza, eleganteborsa di pelle, auricolare, 1 nastrocassetta Hitachi C-60Dimensioni:220x1 27x60ZZj1002-00Registratore " HIT ACHI ..Mod. TR0220A caricatori - portatileCaricatori a due piste con duratamassima di registrazione di 90 minutiIndicatore della profondità di modulazionee della efficienza delle pile.Controllo di volume e tonoDispositivo POP-UP per l'espuisionedel caricatore.Veloc. di trascinamento: 4,75 cm/sPotenza d'uscita :800 mWRisposta di frequenza : 100-.;-9000 HzAltoparlante ad alto rendimento acusticoImpedenza d'uscita :8 OAlimentazion: 6Vcc mediante 4 pilea mezza torcia da 1,5 V; oppure220 V-50 HzCorredato di microfono dinamicocon comando a distanza, eleganteborsa in cuoio, auricolare, cavo peralimentazione a rete, 1 nastro cassettaHitachi C-60.Dimensioni:248x1 40x60ZZj1004-00Capsula microfonicaCapsula microfonicaTipo:Sensibilità:Campo di frequenza :Dimensioni:piezoelettrico5,5 mV/!J.bar50 -.;-10000 Hzo 44x14Tipo:Sensibilità :Campo di frequenza :Dimensioni:piezoelettrico5,5 mVI'!J.bar40-.;- 1 0000 Hz'" 48x1400/0224-0000/0225-02 .CHIEDETE ULTERIORI INFORMAZIONI PRESSO TUTTI I PUNTI DI VENDITA DELL'ORGANIZZAZIONE G.B.C.


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