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bibliografia - Università degli Studi di Ferrara

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sito catalitico <strong>di</strong> enzimi e cofattori e le ha sfruttate per <strong>di</strong>segnare nuovicatalizzatori, definiti “organocatalizzatori”. I catalizzatori impiegatinell’organocatalisi sono essenzialmente molecole organiche naturali, in modoparticolare aminoaci<strong>di</strong> come la prolina, che svolgono, in vivo, ruoli chiave comeprebiotici. In letteratura è descritta per la prima volta nel 1971 una reazionealdolica asimmetrica intramolecolare catalizzata dalla prolina [25], ma solotrent’anni dopo questo lavoro è stato riconosciuto come il primo esempio <strong>di</strong>reazione organocatalitica. In questo secolo, l’espansione dell’organocatalisi ha<strong>di</strong>mostrato la sua versatilità per la sintesi asimmetrica per molteplici reazionichiave <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> legami carbonio-carbonio e carbonio-eteroatomi (tra le qualiad<strong>di</strong>zioni 1,3-<strong>di</strong>polari, ad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Diels-Alder, condensazioni aldoliche, reazioni<strong>di</strong> Mannich e <strong>di</strong> Michael, epossidazioni, -alogenazioni ed amminazioni <strong>di</strong>aldei<strong>di</strong>).L’organocatalisi è la risposta moderna alla chimica dei metalli che, seppur <strong>di</strong>in<strong>di</strong>scusso rilievo per la sintesi organica, non è in grado <strong>di</strong> rispondere alleesigenze attuali <strong>di</strong> una chimica più ecosostenibile. La chimica dei metalli non puòovviare agli elevati costi della preparazione dei catalizzatori, alla tossicità deimetalli, che, sebbene in tracce, nella reazione contaminano il prodotto finale, allanecessità spesso <strong>di</strong> operare in con<strong>di</strong>zioni anidre ed anaerobiche ed alla necessità <strong>di</strong>introdurre gruppi protettori per le funzionalità reattive del substrato [26].L’organocatalisi testimonia la grande importanza della lezione che si può trarredalla natura come primaria fonte <strong>di</strong> ispirazione per la sintesi <strong>di</strong> molecolecomplesse e offre la risposta a questa domanda pubblicata su Science nel 2002:“How small can a highly active and stereoselective catalyst be? And what are theminimal functional and structural features required in a chiral catalyst?” [27].Nella struttura molecolare dell’organocatalizzatore, infatti, vengono “riassunti”elementi chiave del sito attivo dell’enzima (i suoi aminoaci<strong>di</strong> “catalitici”) o delsuo cofattore e i substrati naturali vengono parzialmente mo<strong>di</strong>ficati come“buil<strong>di</strong>ng blocks” per i processi sintetici, come talvolta accade anche per gliinterme<strong>di</strong> chiave della catalisi enzimatica. E’ questo il caso, ad esempio, della33

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