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Un'azione sindacale sempre più incisiva - Confagricoltura Alessandria

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maggio 20117Fissate le basi per l’accordo 2011 del Gavi DOCGGrande presenza di produttoripresso il Teatrocivico di Gavi, gentilmentemesso a disposizione dall’Amministrazionecomunale,dove il 5 maggio si è svolta lariunione convocata da <strong>Confagricoltura</strong><strong>Alessandria</strong> con le altreAssociazioni Agricole Provincialiper esaminare l’attuazione dell’accordointerprofessionale del2010 e impostare l’accordo 2011per il Gavi DOCG.Al tavolo dei relatori erano presentiil presidente di <strong>Confagricoltura</strong><strong>Alessandria</strong> Gian PaoloCoscia, il presidente della Coldiretti<strong>Alessandria</strong> Roberto Paravidinoe il presidente della ConfederazioneItaliana Agricoltori di<strong>Alessandria</strong> Carlo Ricagni. Vierano poi i componenti del settoreagricolo in seno alla commissioneparitetica ossia MarcoGemme per <strong>Confagricoltura</strong>,Fulvio Bergaglio per Coldiretti eGianfranco Semino per la CantinaProduttori del Gavi.Erano anche presenti i componentidel neo insediato Comitatoper la promozione EnricoTomalino per <strong>Confagricoltura</strong>,Emiliano Bracco per Coldirettie Giusi Scaccuto Cabella per laConfederazione Italiana Agricoltori.Per poter esaminare l’attuazionedell’accordo 2010 occorre conoscerei numeri del Gavi.Il direttore del Consorzio Tuteladel Gavi Mauro Delfino ha presentatoagli agricoltori presentiin sala i dati aggiornati al 30aprile 2011 riguardanti il prodottovinificato e imbottigliato.“La Filiera del Gavi DOCG vedeconvivere tre poli, ciascuno con importantiinteressi economici spessoin contrasto tra loro: i produttori diuva, i produttori – vinificatori e i vinificatori.In questo ambito spessoconflittuale le Associazioni Agricolehanno svolto un ruolo importantissimo,nello scorso 2010, quello diraggiungere un accordo interprofessionaleche potesse dare stabilità ecertezze a tutto il comparto, attraversoun confronto sereno tra levarie componenti” ha commentatoil presidente di <strong>Confagricoltura</strong><strong>Alessandria</strong> Gian Paolo Coscia.E il direttore provinciale di <strong>Confagricoltura</strong>Valter Parodi ha aggiunto:“L’accordo raggiunto nel2010 è stato il primo passo dell’attivitàdella commissione paritetica;la sua attuazione però non è conclusa:occorre che venga completatoil fondo per gli interventi di mercatoe di sostegno della DOCGGAVI, dando il via al progetto dipromozione da presentare al tavolointerprofessionale per la sua approvazionedefinitiva. Occorre però soprattuttoadottare atteggiamentipositivi, propositivi e collaborativiper proseguire nella crescita commercialedel Gavi nel mondo.Anche se l’accordo 2010 è statoraggiunto in un tempo piuttosto limitato,per cui è sicuramente perfettibile,occorre riconoscere che glisforzi compiuti hanno ottenuto risultatipositivi”.“L’accordo del 2010 è stato il primosul Gavi. Esso è scaturito da unconfronto serrato, ma l’intesa raggiuntaè stata fondamentale perdare stabilità e certezze a tutto ilcomparto, nell’interesse del territorio;può essere sicuramente migliorato.Le principali criticità cheabbiamo riscontrato sono: le reseproduttive; la contrattazione delprezzo delle uve; le strategie di promozione;le tempistiche dei pagamenti;soluzioni agli eventuali superi”ha affermato il presidenteGian Paolo Coscia.Dal dibattito è scaturita la volontàunanime dei produttori dicontinuare la strada intrapresanel 2010, rinnovando e adeguandoalle nuove esigenze dimercato e di produzione l’accordointerprofessionale sulleuve Gavi DOCG per la vendemmia2011.Rossana SparacinoAL VINITALY DI VERONAGiunta: no alla liberalizzazione degli impiantiLa Giunta di <strong>Confagricoltura</strong>, riunita il7 aprile scorso a Verona, in occasionedel Vinitaly, ha ribadito la suanetta contrarietà alla liberalizzazionedegli impianti vitati voluta da Bruxelles apartire dal 2015.“Si andrebbe verso l’ingovernabilità delsistema vitivinicolo - ha detto il presidenteMario Guidi - Eliminare i diritti diimpianto avrebbe conseguenze gravissime:aumento incontrollato delle superficia denominazione d’origine, eccedenzenell’offerta, concentrazione nellearee con costi di produzione <strong>più</strong> bassi,flessione del valore del vigneto, affermazionedi una viticoltura lontana dalla nostrastoria”.Senza il sistema dei diritti - a parere di<strong>Confagricoltura</strong> - crollerebbe la base della piramide qualitativa del nostrosistema di denominazioni. Il senso di responsabilità verso i nostriproduttori ci impone di difendere quanto da loro storicamente creato evalorizzato, in primis il patrimonio territoriale e ampelografico.Il problema non è solo per le denominazioni di origine, ma riguardaanche i vini comuni. L’Ocm ha aperto la strada ai “vini varietali” che,con la liberalizzazione e la delocalizzazione potrebbero minare fortementeil mercato dei vini Igt/Igp.

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