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Vol. 79, supplement to no. 2, March-April 1994 - Supplements

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DISCUTIAMONE INSIEMEtransmembrana (env-mlp) che han<strong>no</strong> forti analogie con la superfamiglia dei recet<strong>to</strong>ri emopoietici.Ques<strong>to</strong> suggerisce che mutazioni dei geni per i recet<strong>to</strong>ri possa<strong>no</strong> essere responsabilidello sviluppo del clone leucemico. L’ipotesi di una au<strong>to</strong>-attivazione, indipendente dal ligante,come avviene per M-CSF-R <strong>no</strong>n è stata dimostrata su cellule leucemiche, ma potrebbe essereanche ques<strong>to</strong> un meccanismo responsabile della proliferazione leucemica. Certamente, c-fmse c-kit, pro<strong>to</strong>-oncogeni codificanti per recet<strong>to</strong>ri emopoietici, so<strong>no</strong> i candidati ideali per ques<strong>to</strong>tipo di meccanismo di leucemogenesi.Come si è vis<strong>to</strong>, i blasti di LAM dipendo<strong>no</strong> largamente dai fat<strong>to</strong>ri di crescita per la loro proliferazionein vitro. Tali fat<strong>to</strong>ri posso<strong>no</strong> essere esogeni, ovvero di produzione paracrina, ma inun cer<strong>to</strong> numero di casi di LAM, è possibile dimostrare una crescita del tut<strong>to</strong> spontanea. Inmolti di questi casi, è presente mRNA per GM-CSF, GCSF, M-CSF, IL-1, IL-6 e TNF- e lecorrispondenti proteine so<strong>no</strong> dosabili nel sovranatante delle colture cellulari. L’aggiunta dianticorpi bloccanti per i vari fat<strong>to</strong>ri riesce ad inibire la crescita.Questa produzione au<strong>to</strong>crina darebbe dunque luogo ad un loop di stimolazione che renderebbela cellula leucemica indipendente da indut<strong>to</strong>ri esogeni. Come le loro controparti <strong>no</strong>rmali,i blasti di LAM posso<strong>no</strong> essere indotti a produrre i trascritti per i fat<strong>to</strong>ri di crescita.Principalmente, insieme al TNF-, esercita tale attività l’IL-1, la quale alimenterebbe il circui<strong>to</strong>di crescita au<strong>to</strong>crina delle LAM inducendo il suo stesso trascrit<strong>to</strong> nei blasti e dunque perpetuandola stimolazione alla produzione degli altri fat<strong>to</strong>ri.Sebbene inizialmente vi sia<strong>no</strong> state discussioni sulla frequenza ed il significa<strong>to</strong> della produzionedi ci<strong>to</strong>chine da parte di blasti di LAM, attualmente si so<strong>no</strong> accumulate solide evidenzeper cui l’au<strong>to</strong>crinia è indicata come u<strong>no</strong> dei meccanismi, sia pure <strong>no</strong>n il solo, alla base dellaproliferazione leucemica.Benché i blasti leucemici conservi<strong>no</strong> la capacità di rispondere con la proliferazione alla stimolazionedei fat<strong>to</strong>ri di crescita, han<strong>no</strong> certamente perso le proprietà maturative caratteristichedei precursori emopoietici <strong>no</strong>rmali. Il blocco maturativo delle LAM può essere solo parzialmenteed incompletamente aggira<strong>to</strong> addizionando alle ci<strong>to</strong>chine molecole ad azione differenziante(G-CSF+ATRA, MCSF+vit. D3). Esis<strong>to</strong><strong>no</strong>, però, LAM con specifiche caratteristichemolecolari che conserva<strong>no</strong> capacità maturativa. La LAM con traslocazione (8;21), in cui ilgene coinvol<strong>to</strong> è AML-1, con attività di fat<strong>to</strong>re di trascrizione, è inducibile a maturazione siacon G-CSF che con IL-5. La leucemia promielocitica t(15:17), in cui il gene coinvol<strong>to</strong> èPML/RARa risponde sia in vivo che in vitro alla stimolazione maturativa terminale dell’acidoreti<strong>no</strong>ico.I fat<strong>to</strong>ri di crescita proteggo<strong>no</strong> i precursori emopoietici dalla fisiologica apop<strong>to</strong>si. Resta dadimostrare quan<strong>to</strong> una dilazione nella morte cellulare programmata contribuisca alla sopravvivenzadel clone leucemico nelle LAM e se questa sia dovuta ad una mancata down-regulationdel gene bcl-2.Lo sviluppo del clone leucemico risulta da un insieme di alterazioni molecolari e geneticheche conferisco<strong>no</strong> un vantaggio selettivo sulle cellule <strong>no</strong>rmali. La crescita spontanea in vitro ècorrelata ad un indice prog<strong>no</strong>stico sfavorevole per le LAM, sia in termini di remissione completache di sopravvivenza e parrebbe dunque individuare una caratteristica intrinseca di“malignità”. Certamente, lo studio in vitro dei meccanismi di crescita dei blasti di LAM puòchiarire la pa<strong>to</strong>genesi della malattia ed fornire indicazioni terapeutiche.2

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