DISCUTIAMONE INSIEMERT/BCR IN SITU NELLA LMC: UNA NUOVA METODICA PER EVIDENZIA-RE LA PRESENZA INTRACELLULARE DI mRNA IBRIDONICOLETTA TESTONI, GIOVANNI MARTINELLI, PATRIZIA FARABEGOLI, MARINA BUZZI, SUSANNAPELLICONI, DONATELLA RASPADORI, MARZIA SALVUCCI, ALFONSO ZACCARIA, SANTE TURAIstitu<strong>to</strong> di Ema<strong>to</strong>logia "L. & A. Serag<strong>no</strong>li", Università di BolognaViene descritta una me<strong>to</strong>dica per l’identificazione di mRNA ibrido bcr/abl intracellulare, dipazienti con leucemia mieloide cronica. Le cellule vengo<strong>no</strong>b fissate e permeabilizzate, l’mRNAretrotrascrit<strong>to</strong> in cDNA ed il cDNA amplifica<strong>to</strong> mediante PCR.Vengo<strong>no</strong> utilizzati per la PCR primers specifici fluorescinati e la rilevazione può essere eseguitaal microscopio a fluorescenza o al ci<strong>to</strong>fluorimetro. Le cellule vengo<strong>no</strong> anche controcoloratecon ioduro di propidio, per mostrare la localizzazione ci<strong>to</strong>plasmatica del segnale fluorescina<strong>to</strong>.La morfologia cellulare è discretamente conservata dopo RT/PCR ed è visibile la localizzazioneintraci<strong>to</strong>plasmatica del DNA prodot<strong>to</strong> amplifica<strong>to</strong>. Fi<strong>no</strong>ra so<strong>no</strong> state eseguite provesu prelievi di midollo osseo sia di pazienti con LMC Ph+ sia di individui sani (dona<strong>to</strong>ri dimidollo osseo). Gli esperimenti per ora eseguiti dimostra<strong>no</strong> la validità e la specificità di taleme<strong>to</strong>dica. Ulteriori studi so<strong>no</strong> in corso per dimostrare la possibilità di evidenziare la malattiaminima residua in pazienti con LMC Ph+ sia in terapia con -interferone sia sot<strong>to</strong>posti a trapian<strong>to</strong>di midollo osseo au<strong>to</strong>logo e allogenico.32
DISCUTIAMONE INSIEMEIMPIEGO DELL’IBRIDAZIONE IN SITU NELLO STUDIO DEI LINFOMI AGRANDI CELLULE ANAPLASTICHE E DELLA MALATTIA DI HODGKIN:DIFFERENTE INCIDENZA DI EBER2S. PILERI, S. POGGI, E. SABATTINI, G. MELILLI, M. BENNI, A. DE VIVOSezione di Is<strong>to</strong>logia Emolinfopa<strong>to</strong>logica, Istitu<strong>to</strong> di Ema<strong>to</strong>logia “L. e A. Seràg<strong>no</strong>li”; servizio di Ana<strong>to</strong>mia Pa<strong>to</strong>logica,Università di BolognaIl linfoma a grandi cellule anaplastiche (LGCA) costituisce un’entità di recente identificazione,la quale condivide alcune caratteristiche morfologiche e fe<strong>no</strong>tipiche con le cellule neoplastiche(CRS) della malattia di Hodgkin (MH)). Diversi studi han<strong>no</strong> dimostra<strong>to</strong> come il LGCAcomprenda alcuna sot<strong>to</strong>varietà is<strong>to</strong>logiche, le quali pur possedendo simile dettaglio ci<strong>to</strong>logico,costante espressione del CD30 e varia combinazione degli antigeni B- e T-associati differisco<strong>no</strong>per aspetti architetturali, per la ricchezza in cellule giganti o per un’esuberante popolazionemacrofagica di accompagnamen<strong>to</strong>). Fra tali sot<strong>to</strong>varietà particolare rilievo ha quella Hodgkinsimile(LGCA-HS), la quale si caratterizza: sot<strong>to</strong> il profilo clinico, per il costante interessamen<strong>to</strong>del mediasti<strong>no</strong>; sot<strong>to</strong> quello is<strong>to</strong>pa<strong>to</strong>logico, per la presenza di <strong>no</strong>duli, costituiti da blasti ecircondati da grossolani tralci fibrosi.A causa delle modalità di presentazione e dalle caratteristiche architetturali (<strong>no</strong>dularità esclerosi), il LGCA-HS è sta<strong>to</strong> certamente in passa<strong>to</strong> inseri<strong>to</strong> nell’ambi<strong>to</strong> delle varietà aggressivadella MH a sclerosi <strong>no</strong>dulare e come tale viene, tut<strong>to</strong>ra, diag<strong>no</strong>stica<strong>to</strong> in alcuni Centri degliStati Uniti.Il suo rico<strong>no</strong>scimen<strong>to</strong> come linfoma <strong>no</strong>n-Hodgkin sembra, tuttavia, opportu<strong>no</strong> in considerazionedella buona risposta ai pro<strong>to</strong>colli di terza generazione per i linfomi ad al<strong>to</strong> grado dimalignità, osservata da alcuni Gruppi coopera<strong>to</strong>ri europei. Poichè esis<strong>to</strong><strong>no</strong> alcune resistenzead accettare il concet<strong>to</strong> che il LGCA-HS costituisca di fat<strong>to</strong> una pa<strong>to</strong>logia separata dalla MH,abbiamo intrapreso u<strong>no</strong> studio vol<strong>to</strong> a confrontare alcuni aspetti biologici delle cellule neoplastichenella MH e nel LGCA-HS. L’analisi fe<strong>no</strong>tipica ha evidenzia<strong>to</strong> soltan<strong>to</strong> come il LGCA-HS esprima la molecola CD15 in un numero di casi più basso rispet<strong>to</strong> alla MH, essendo lerestanti caratteristiche (espressione del CD30, frequente assenza del CD45, eventuale presenzadi antigeni B- e T-associati) rappresentate in maniera simile nei due processi. Di <strong>no</strong>tevolerilievo so<strong>no</strong> apparsi, invece, i dati emersi dall’analisi molecolare. In particolare, si è provvedu<strong>to</strong>ad esaminare le sezioni da materiale fissa<strong>to</strong> in formalina ed incluso in paraffina, relative a19 casi di MH a sclerosi <strong>no</strong>dulare di tipo I o a cellularità mista edi 28 LGCA, in massima partedel tipo HS, con una tecnica di ibridazione in situ, basata sull’impiego di una sonda oligonucleotidicafluorescinata diretta contro EBER2 e dell’immu<strong>no</strong>fosfatasi alcalina quale sistema dirilevazione. In tale maniera, si è inteso valutare l’incidenza di tale latent gene product dell’EBVnel LGCA, specie del tipo HS, in raffron<strong>to</strong> alla MH, nella quale esso è sta<strong>to</strong> riporta<strong>to</strong> esserepresente in un numero rilevante di casi. Da tale ricerca emerge una significativa differenza fraMH e LGCA-HS: infatti, analogamente a quan<strong>to</strong> apprezza<strong>to</strong> da altri, nella prima si <strong>no</strong>ta positivitàdella CRS nel 50% dei casi, nel secondo – invece – si rileva la presenza di EBER2 nel 17%soltan<strong>to</strong> delle biopsie esaminate. Quest’ultimo da<strong>to</strong> è del tut<strong>to</strong> sovrapponibile a quan<strong>to</strong> rileva<strong>to</strong>nella varietà comune del LGCA da Stein et al V° International Conference on MalignantLymphomas, Luga<strong>no</strong>, 1993 e da K<strong>no</strong>wles et al., i quali riporta<strong>no</strong> rispettivamente valori del33