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MadamaMargarita Palio - La Piazza

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IndiceStoria 6Il Carnevale 10<strong>La</strong> festa popolare 20Corteo 27Castel Madama 30Albo d’oro 36Schema del Corteo 385


ientò il nemico agevolandola vittoria daparte dei castellani. Inmemoria a questo sanguinosoevento, icastellani eressero sulcampo di battaglia unachiesa chiamata SantaMaria della Vittoria,chiamata in seguitoSant’Anna.A porre fine alle ostilità fù primaPaolo III, imponendo una tassa a chiavesse infranto la pace, poi S. Ignazio diLoyola, che riuscì veramente a dissiparel’odio nell’animo dei suoi due popoli.Nel 1504 il feudo degliOrsini passò ai Medicicome dote diAlfonsina Orsini chefu presa in sposa daPietro dei Medici. Daquesto matrimonionacque Lorenzo II,padre di Alessandro eCaterina dei Medici.Alessandro sposòMargherita D’Austria,figlia di Carlo V, cheben presto rimasevedova, e nel 1538decise di risposarsi;con questo evento ilfeudo di Castel S.Angelo passò sotto ilpotere dei francesi. <strong>La</strong>Madama MargheritaChiesa di S.AnnaMadama Margarita d’AustriaD’Austria si interessòa risolvere i problemidel feudo guadagnandoin breve tempo lastima dei suoi abitanti,i quali, in segno diriconoscenza, mutaronoil nome da Castel S.Angelo a CastelMadama.In seguito ci saràun susseguirsi di proprietari del castello,fino ad arrivare al 1924 quando la proprietàdell’edificiopassò all’ingegnere Oreste Vulpianiche in breve tempo lo restaurò e lo arredònel miglior deimodi. Nell’annoseguente lo donò alComune di CastelMadama, affinché unaparte fosse destinata adaule scolastiche perasilo infantile e ad abitazionedelle suore,l’altra ad uso amministrativo.Inoltre l’ingegnereVulpiani, semprea Castel Madama, progettòe fece costruire asue spese all’internodel Tempietto dei“Collicelli” l’Altare, la<strong>La</strong>pide dedicata aicaduti della primaGuerra Mondiale.Sempre con il proprio8


denaro, progettò e diresse la costruzionedell’Altare delle Madonna della chiesaparrocchiale di San Michele Arcangelo.Il CarnevaleIl carnevale è una festa le cuiorigini sono antichissime. Gli studiosifanno risalire la sua nascita ai Saturnalilatini. In quei giorni i romani nel celebrarel'anniversario della costruzionedel tempio dedicato al dio Saturno, siriversavano nelle strade cantando edosannando il padre degli Dei. Durantequei festeggiamenti veniva praticato ilcapovolgimento dei rapporti gerarchicied in genere delle norme costituite dellasocietà, sicchè i plebei potevano confondersicon i nobili e viceversa grazie adun travestimento."Semel in anno licet insanire": unavolta all'anno è lecito impazzire, questoantico detto rappresenta lo spirito delCarnevale.Caratteristiche delle rappresentazionisimboliche erano le maschere: la praticadel travestimento risale alPaleolitico, quando, in occasione dei ritimagici, gli stregoni si adornavano dipiume e sonagli e si coprivano il voltocon maschere dipinte dall'aspetto terrificanteper scacciare gli spiriti maligni. Inetà romana l'uso delle maschere eralegato ai Baccanali, le feste in onore diBacco, che animavano le strade, trafiumi di vino e danze. Con l'avvento delcristianesimo il carnevale continuò adessere celebrato, ma perse il suo contenutomagico e rituale.Durante il Medioevo, il clero tolleròle feste popolari, anche le più grossolane,come la festa dell'asino e la festa deifolli (feste popolari, caratterizzate dagare tra asini o, nel secondo caso, dallacelebrazione di stravaganze, definite follie).Nel Medioevo risale anche la personificazionedel carnevale in un essere10


umano o in un fantoccioe l'usanza di bruciarlorichiama i sacrificiprimitivi. Fudurante i secoli XV eXVI, che si diffusero lemascherate pubbliche,e si rinnovarono alcunetradizioni. I Medicia Firenze organizzavanograndi mascheratesu Carri chiamati"Trionfi" e accompagnatida canti carnascialeschi,cioè canzonia ballo di cui anche Lorenzo il Magnificofu autore.<strong>La</strong> lunga storia del carnevale diRoma è una metafora del potere temporaledella Chiesa. E', infatti, proprio laChiesa che riassorbe e amplifica lavoglia di divertirsi del popolo romano.Le notizie che emergono dalle cronachedell'epoca e dalle biografie di alcunipontefici, ci dicono che fino al X secolo ipapi osteggiavano le Feste dei Pazzi.Queste feste erano chiamate anche dellaIl Carnevale Romanolibertà e lo stessoclero, o almeno laparte peggiore diesso, profanava lechiese insieme alpopolo più libertinomescolando il sacroal profano. I festeggiamentiperò eranotutt'altro che garantiti:ogni anno si dovevaattendere che ilpapa con un edittoapposito concedessela licenza di tenerli.Fu per queste feste che sui resti del circoagonale di Domiziano si spianò <strong>Piazza</strong>Navona che doveva per alcuni secoli,essere il teatro principale del carnevaleromano. Qui si svolgevano tauromachiee tornei di cavalieri consistenti nel colpireun bersaglio rotante (un classicoSaracino), oppure varianti quali il giocodell'anello. Le feste, ridotte dai ponteficial giovedì grasso in <strong>Piazza</strong> Navona e alladomenica di "carnis privium" alTestaccio, furono chiamate carnevale-13


Monte Testaccio in un'incisione cinquecentesca:è in corso una corridasche e precedevano un periodo di penitenzechiamato Quaresima. Fino al secoloXV mancano notizie di altre feste carnevalesche,oltre a quelle di Agone eTestaccio, che, tra l'altro, non si ripetevanotutti gli anni.E' nel 1467 che il carnevale romanoinizia nella forma e nei modi che noiconsideriamo attuali; inizia con PapaPaolo II che volle che il Carnevale sisvolgesse in piena città, trapiantandolodal Testaccio, dove esisteva in linea primordialee popolaresca. <strong>La</strong> via <strong>La</strong>tadove avevano luogo le corse, soprattuttoa piedi, che si organizzavano per ilCarnevale, cambiò appunto il suo nomein quello di via del Corso, e la zona dellefeste divenne proprio quella del Corso,di piazza Venezia, di palazzo SanMarco. Qui la fantasia popolare partorì14


un'altra competizione quanto mai bizzarrae decisamente crudele: una corsalungo il rettifilo di circa 1.5 Km a cuiprendevano parte zoppi, deformi, nani,...ed ebrei anziani. Il popolo gioiva allavista degli strani competitori e nonrisparmiava loro salaci battute ed il lanciodi ogni sorta d'oggetti.Si corsero anche i pali degli asini,delle bufale e dei cavalli. Il secolo XVI fuinaugurato col Giubileo, vale a dire conl'Anno Santo, ma ciò nonostante in<strong>Piazza</strong> Navona vi fu una sfilata di benundici carri con la rappresentazionedella Gloria di Giulio Cesare, fu addiritturapermesso di entrare nelle chiese inmaschera. Con Giulio II, le cose cambiaronoe il carnevale finì col passare quasiinosservato. Con l'elezione di Leone X,Roma divenne la vera caput mundi, ilcentro dei divertimenti e delle feste etutto il pontificato di questo Papa fu "unbaccanale continuo", a dire dei cronisti.Le feste carnevalesche non ebbero piùcalendario e diventarono più allegre emeno agonistiche; poche giostre e moltopiù teatro e divertimenti, e s'inventaronocose nuove come una corsa di cavallidivisa in varie squadre di cavalieri.Fu proprio nel '500 che i giochi e le17


carnevalate al Testaccio si affermaronosì da diventare tradizionali e duraronocirca quattro secoli. Dopo le felici parentesidi papi come Giulio II e Leone X,nella Roma traumatizzata dalle tristivicende del Sacco, il carnevale nonvenne quasi più festeggiato fino all'elezionedi Papa Paolo III Farnese, papa dal1534 al 1549, che venne salutato comeiniziatore di un nuovo "secol d'oro", diun'età di pace, giustizia e abbondanza.Paolo III, seguendo l'esempio deisuoi più splendidi predecessori, duranteil suo pontificato colse per tre volte (nel1536, nel 1539 e nel 1545) l'occasione didare sfoggio di magnificenza in occasionedei festeggiamenti di carnevale utilizzandoalcuni tra i migliori artisti deltempo per realizzare apparati e carritrionfali decorati con pitture e sculture.In particolare, il Carnevale del 1539 fudedicato ai festeggiamenti per il matrimoniotra Margarita d'Austria, figliadell'Imperatore Carlo V e Ottavio, nipotedel Papa, matrimonio da cui i Farnesesperavano di ottenere un principato cheli facesse entrare tra le grandi famiglieregnanti d'Europa. A Margarita eradedicato il carro del rione Ripa, doveuna grande luna coronava tutto l'apparato,mentre a Ottavio Farnese, in atto diricevere Margarita, era dedicato il carrodel rione della Regola (carro del papa),sormontato da un gran sole che alludevadirettamente al papa così come la lunaalludeva all'imperatore.<strong>La</strong> volontà simbolica era quella diriferirsi all'antica teoria del sole e dellaluna che accreditava la superiorità delpapa sull'imperatore; secondo questateoria, infatti, l'imperatore riceveva ilproprio potere dal papa come la lunariceve la sua luce dal sole. Paolo III, dunque,celebrava le nozze del nipote manon perdeva l'occasione per ribadirel'importanza del suo ruolo di arbitrodella politica europea e di capo dellaChiesa. Gli altri carri mostravano la sta-18


tua della Fortuna, Saturno che accolto daGiano portava nel <strong>La</strong>zio un'età dell'oro(allusiva al felice regno di papa PaoloIII), i templi di Bellona e del BuonEvento, Ercole e il Leone Nemeo e altrescene tratte dalla storia romana e dallamitologia. L'ultimo carro era quello delrione Monti, che rappresentava la Romatrionfante, seduta sui sette colli.Dal 1545, fino alla morte di Paolo III,il carnevale non venne più festeggiatocon lo stesso splendore e la stessamagnificenza scaturita sotto il pontificatodel papa Farnese, momento di gioiaper tutta la cristianità e per la città diRoma.<strong>La</strong> FestaPopolareIl carattere spiccatamente popolaredella nostra proposta per l'addobbo, è ilfrutto delle ricerche eseguite durantel'anno sulle vicende appartenenti allastoria locale. Essendo questa priva diriferimenti a vissuti nobiliari e cortiprincipesche, abbiamo ritenuto opportunoanalizzare, per coerenza rappresentativae storica, solamente l'aspettorurale che caratterizzava il nostro territoriointorno agli anni che vanno dal1530 al 1560. Qualsiasi riferimento adapparati e personaggi nobili sarebbestato inappropriato per il contesto danoi scelto, ed abbiamo quindi preferitol'approfondimento e la riproposizionesolo ed esclusivamente di tematichepopolari.E' in questo scenario storico, dunque,che si colloca la rappresentazionedel nostro Rione. Cercando di riproporrefedelmente gli usi e i costumi dell'epocacon attività commerciali ed artigianali,e antichi mestieri, il nostro intento èquello di ricostruire, al meglio dellenostre possibilità, le atmosfere di quegli20


anni dove i nostri antenati soleano venderenelle fiere e nei mercati i prodottidei loro campi e della loro Maestria artigiana.A questo scenario abbiamo volutoperò introdurre la frenesia, il divertimento,la burla e l'arte del camuffamentotipici dei festeggiamenti del"Carnevale", da sempre una festa delpopolo, che si contrappone alle festivitàreligiose ufficiali. E' un momento in cuivige la più assoluta libertà e tutto divienelecito: ogni gerarchia decade perlasciare spazio alle maschere, al riso, alloscherzo e alla materialità. Lo stessomascherarsi rappresenta un modo attraversoil quale uscire dal quotidiano,disfarsi del proprio ruolo sociale, negarese stessi per divenire altro.Il tutto concepito e realizzato comeun unicum ideale con i temi del corteostorico del giorno successivo, a volersottolineare il progetto d'insieme con ilquale abbiamo ideato la nostra rappresentazione.In occasione dei festeggiamenti inonore del carnevale, il Massaro delRione di Santa Maria ha concesso ancheai popolani di festeggiare. Le occasionidi far festa erano molto rare, e questaoccasione si aggiungeva ai riti religiosi21


dell'Epifania, della Pasqua, dellaPentecoste, o a quelli più pagani come iriti Carnascialeschi.Le feste, religiose o civili, si distinguevanosempre per il loro aspetto ironico,pubblico e popolare, anch'essoconsacrato dalla tradizione. L 'atmosferacarnevalesca era presente anche in alcunefeste agricole, come la mietitura, lavendemmia e in tutte le occasioni nonmancava mai l'allegria, lo scherzo, laparodia che accompagnavano anche lecerimonie e i riti civili della vita di ognigiorno. Buffoni e stolti vi partecipavanoe spesso parodiavano i diversi momentidel cerimoniale serio.Il CorteoCome già ampiamente espostonell' introduzione dell'addobbo, anche ilcorteo affronterà il tema del carnevale,ma questa volta, con un respiro piùampio rispetto alla storia locale. Il tematrattato infatti, si rifà al Carnevale dellaRoma Rinascimentale quindi rappresentando,oltre l'aspetto popolare, anche losfarzo, l'eleganza e la raffinatezza propriadella classe nobiliare del tempo.Come spunto iniziale per il nostroCorteo abbiamo scelto l'episodio del1539, nel quale in occasione delle nozzetra Madama Margarita d'Austria eOttavio Farnese, Papa Polo III ordinòche venisse organizzato l'evento in loroonore facendo sfilare i carri allegorici delSole e della Luna, il primo a rappresentareil potere papale, il secondo quelloimperiale.<strong>La</strong> nostra non vuole essere unariproposizione, ma una rielaborazionein chiave puramente allegorica e carnevalescadell'avvenimento, ed è soprattuttoconcentrata sulle valenze simbolichee alchimistiche del sole e della luna.A questa visione simbolica della parte27


nobiliare abbiamo associato anche l'avvenimentovisto questa volta dagli occhidel popolo, un allegro convivio trattodalle scene di tutti i giorni, dalle ricorrenzeagresti che diventano motivo difesta e di aggregazione. Da qui la riproposizionein chiave allegorica dei festeggiamentiper la vendemmia, dove lagioia dell'ebbrezza provocata dal vino el'allegria che ne consegue dà vita allapersonificazione di Bacco. Nell'antichità,l'ebbrezza prodotta dal vino era consideratacome uno stato di estasi mistica,che assumeva un carattere religioso.Permettendo di evadere provvisoriamentedalle preoccupazioni, e soprattuttorendendo più acute le percezioni, essasembrava infatti avvicinare l'uomo alladivinità, spingendolo ad esperienzenuove, che avrebbero in seguito fattoavanzare l'umanità anche nel camminodell'arte e della poesia. Bacco è un'altradelle raffigurazioni del ciclo del Sole edella Natura attraverso la vite. <strong>La</strong> vite èl'espressione vegetale dell'immortalità,come il vino è rimasto nelle tradizioniarcaiche il simbolo della giovinezza edella vita eterna. L'uva ed il vino simboleggianola Sapienza e la Conoscenza. Ilvino sembrerebbe dunque essere la chiavedell'essenza stessa della religione.L'uomo deve conoscere l'ebbrezza, manon un'ebbrezza materiale; essa gli daràbeneficio solo se sarà spirituale.Occorre sottolineare il valore propiziatoriodella danza nelle feste soprattuttopopolari. Ha il preciso scopo simbolicodi propiziare la fertilità del suolo,di favorire l'abbondanza delle messi: piùalti sono i salti di danza e più alto cresceràil grano. Nelle processioni carnevaleschela tradizione dei gruppi mascheratiche si fermano regolarmente e danzanoè il residuo di un costume antico che ètuttora vivente in molti luoghi. <strong>La</strong> musicaè unita alla processione col suono ditamburi, flauti, trombe ed altri strumentiche servono a scandire il ritmo o ravvivareil passo."Ed ecco allora un drappello di mascherea dorso di some, ma anche su carretti o apiedi, girare per il paese e negli angoli piùaffollati e nelle piazze recitare ciascuno lasua arte".28


Castel MadamaCastel Madama (428 m slm), unodei centri più rinomati della zona, dista39 km da Roma, ed è facilmente raggiungibilecon l’autostrada per l’Aquilae con la statale Tiburtina.Offre al turista appassionato notevoliesempi di architettura medioevale e,soprattutto, edifici del periodo rinascimentale.Luoghi da vedereCastello Orsini (X sec.): conserva tutti icaratteri di un’antica e signorile dimora,con i suoi splendidi giardini pensili e lesue mura molto ben conservate. Fattoerigere dalla famiglia Orsini nel XIVsec., passò in seguito (XVI sec.) aMargarita d’Austria, figlia di Carlo V.Varcata la soglia del grande portone ci sitrova subito nel chiostro; strutturato sudue ordini, con un portico inferiore euna loggia superiore, è veramenteammirevole per ritmo e proporzioni.Dal cortile, con il caratteristico pozzo alcentro, si accede in alcuni ambienti, unavolta sede delle scuderie. L’ing. OresteVulpiani, ultimo proprietario del palazzo,nel 1925, lo lasciò in dono al Comunedi Castel Madama. Salendo alla loggiasuperiore si accede alla sala delConsiglio, signorilmente arredata ecurata in ogni piccolo particolare. Sipassa quindi alle altre stanze dove ogniangolo, ogni oggetto, ogni drappo invitaalla meditazione e alla concentrazione.Il Centro Storico di Castel Madamaoffre notevoli esempi di architetturamedievale e soprattutto edifici del periodoRinascimentale.Numerose le chiese: S. Anna (XVIsec), un tempo S. Maria della Vittoria,edificata a ricordo della vittoria militaresui tiburtini (da qui il nome del nostroRione); S. Lorenzo (1727); S. Sebastiano30


32con affreschi attribuiti alla scuola dei fratelliZuccari; la chiesa parrocchiale di SanMichele Arcangelo eretta nel 1775, ove èconservata un’effige di S. Ignazio diLoyola e un quadro raffigurante S.Filippo Neri. Più recente è il Tempiettodi S. Michele dedicato al santo dopo l’ultimamanifestazione del colera del 1867.Oltre alle altre chiesette dislocatefuori del centro abitato, sono di notevoleinteresse i ruderi dell’acquedotto AnioNovus e Anio Vetus.


Albo d’oro1982Rione di Margarita: CastelluccioRione Nobile: Borgo1983Rione di Margarita: S. M. della VittoriaRione Nobile: S. M. della Vittoria1984Rione di Margarita: EmpolitanoRione Nobile: Empolitano1985Rione di Margarita: BorgoRione Nobile: Borgo1986Rione di Margarita: EmpolitanoRione Nobile: S. M. della Vittoria1987Rione di Margarita: BorgoRione Nobile: S. M. della Vittoria1988Rione di Margarita: EmpolitanoRione Nobile: Empolitano36


1989Rione di Margarita: CastelluccioRione Nobile: Castelluccio2004Rione di Margarita: BorgoRione Nobile: Borgo2005Rione di Margarita: CastelluccioRione Nobile: Castelluccio2006Rione di Margarita: CastelluccioRione Nobile: S. M. della Vittoria2007Rione di Margarita: S. M. della VittoriaRione Nobile: S. M. della Vittoria2008Rione di Margarita: BorgoRione Nobile: Castelluccio2009Rione di Margarita: EmpolitanoRione Nobile: S. M. della Vittoria2010Rione di Margarita: BorgoRione Nobile: S. M. della Vittoria37


Schema del CorteoGruppo di ContesaArmigeri a CavalloGruppo dei MusiciIl Capitano del RioneconScorta armata38


Gruppo allegorico del Sole e della LunaIl Massaro del Rione ela sua consorteGruppo del SoleAllegoria del fuocoPortatoriAllegoria del SolePortatoriDama del CrepuscoloDama dell AuroraDama del Giorno39


Gruppo della LunaAllegoria dell’AcquaPortatoriAllegoria della LunaPortatoriDama della LunacalanteDama della LunacrescenteDama della Lunapiena40


Gruppo allegorico popolarePopolani con teste di animaliCarro con allegoria dellaVendemmiaGruppo di musicanti e danzatori popolariArmigeri a chiusura41


Il Comitato del RioneSanta Maria della Vittoriaringrazia anticipatamentetutti coloro che hanno resopossibile la realizzazione del<strong>Palio</strong> 201143

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