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Una bella pubblicazione su Bellaria Igea Marina s'intitola ... - Il Nuovo

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Si è chiuso con moltipartecipanti il concorsofotografico del <strong>Nuovo</strong>.PAG. 6Spostare classi del Ferrarinalla Panzini? Non si puòdice il Codacons.PAG. 9Raffaella Carrà non ciama? E <strong>Bellaria</strong> cos’hafatto per conquistarla?PAG. 13In cerca d’identità<strong>Una</strong> <strong>bella</strong> <strong>pubblicazione</strong> <strong>su</strong> <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> s’intitola“<strong>Il</strong> volto, la memoria”. <strong>Il</strong> volto di ciò che siamo stati e di ciòche siamo è abbastanza noto. Ma pochi conoscono ciò cheavremmo potuto essere se i piani di un bravo urbanista, nel1945, si fossero concretizzati. Visto che si sta discutendo diciò che vorremmo essere fra 15-20 anni, può ri<strong>su</strong>ltare utilequesto tuffo nella memoria. Pagine 2-4I <strong>bella</strong>riesi sono avanti, spessopiù avanti di tutti. Ricordate ilglorioso Arcidiavolo? Adesso stanascendo un’imbarcazionemegagalattica che ricalca la carenadel bolide uscito dal cantiere<strong>bella</strong>riese Acquaviva. PAG. 10


copertinaBELLARIA2 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>IGEA MARINALINEA FERROVIARIASTRADA PARALLELAALLA FERROVIAL’avveniristicoPrg del 1945Davanti alle premesse di un Piano strutturale che nonconvince, può essere utile guardare indietro. Quandoun grande urbanista si occupò di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.di Claudio MontiChi è Ernesto La PadulaBruno Ernesto La Padula (Pisticci 1902, Roma 1968), architetto e urbanista,si laureò nel 1931 e il <strong>su</strong>o “maestro” fu Marcello Piacentini. Nel 1928 LaPadula aderì al MIAR, Movimento Italiano di Architettura Razionale dal qualeprese il via il razionalismo italiano. Dopo aver progettato il Palazzo dellaCiviltà Italiana, nel 1941, d’accordo con i colleghi, accolse la nomina diprocuratore con pieni poteri nella progettazione artistica della Mostra dellaCiviltà italiana: ma la Mostra che doveva poi dar luogo ad un Museo permanentenon si tenne mai, causa l’entrata in guerra dell’Italia.Docente universitario, insieme ai fratelli architetti Attilio ed Emilio, gestì unprestigioso studio di progettazione con sede in piazza del Popolo a Roma.Dal ‘48 lasciò l’Italia per trasferirsi in Argentina dove l’Università di Córdobagli offrì la cattedra di Composizione architettonica e quella di Urbanistica. Aquegli anni sono databili gran parte dei <strong>su</strong>oi scritti di urbanistica e storiadella pianificazione urbana. Rientrò in Italia nel 1963 e morì tre anni dopo.Fra le opere di Ernesto La Padula vanno ricordate la sistemazione di VillaBellini nel centro di Catania, preture, palazzi postali, Palazzo del Littorio aRoma, Piazza Impero (attualmente Piazza della Libertà) a Ragusa, il progettourbanistico e architettonico della Città Universitaria di Bratislava.<strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> dal porto alla zonacolonie, confine con Rimini, secondo ilPrg dall’architetto Ernesto La Padula.Si discute, poco per la verità, di Pianostrutturale a <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.L’assemblea pubblica che si è tenutaal Palazzo del turismo il 18 dicembre,ha indicato le linee <strong>su</strong>llequali l’amministrazione comunaleintende muoversi, ma un po’ pertutti i presenti è stata una delusione.Nes<strong>su</strong>n guizzo, nemmeno unaipotesi convincente di sviluppo per<strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. I soliti tre miraggi(darsena, parco della musica,area artigianale) inseguiti col solitoritardo. Neanche un’idea forte e originaleper dare un’identità, turisticae non solo, a questa città che giàda diversi anni è diventata la propaggineperiferica di Rimini. La famosacittà dormitorio, senza servizi(la situazione dell’edilizia scolasticasi è fatta drammatica), “scollegata”fra la zona a mare e quella a montedella ferrovia, con la solita spiaggiafrancobollo, isole urbane asfittiche eirraggiungibili già ampiamente decotte,… insomma, i problemi di cuisi parla da tempo.Siccome l’occasione del Psc non puòessere sprecata (lo ripetono tutti, mainvece è facilissimo fumarsi anchequesta), perché senza due o tre ideeforti da concretizzare entro i prossimi20 anni questa città sarà diventatadel tutto marginale, allora bisognacominciare a fare <strong>su</strong>l seriosenza accontentarsi del solito nulla.Noi partiamo da lontano, da un pianoregolatore del 1945 che quasi nes<strong>su</strong>noconosce. <strong>Bellaria</strong> era ancora“sotto” Rimini (diventerà comuneautonomo 11 anni dopo). Ne siamovenuti in possesso grazie al geometraSalvatore Magnani che l’ha scovatonella Biblioteca Gambalunga diRimini e l’occhio gli è <strong>su</strong>bito caduto<strong>su</strong>i disegni relativi a <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong><strong>Marina</strong>. Quel “piano” porta la firmadell’architetto Ernesto La Padula, ungrande urbanista italiano che <strong>su</strong>bitodopo la seconda guerra mondialeebbe l’incarico dal costruttore ElioAlessandroni, di stendere il Prg dellaricostruzione. Ovviamente ne fucoinvolta anche l’amministrazionecomunale di Rimini all’epoca guidatadal sindaco socialista Arturo Clari.L’architetto La Padula non circoscrisseil <strong>su</strong>o intervento a Rimini(dove pure aveva immaginato scenaridavvero avveniristici) ma arrivòfino alla periferia nord, cioè a<strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. E va detto <strong>su</strong>bitoche se quel Prg avesse trovatoapplicazione, mentre invece rimaselettera morta a <strong>Bellaria</strong> come a Rimini,oggi la nostra sarebbe un’altracittà. Vediamo perché, cominciandoda <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, perché di<strong>Bellaria</strong> ci occuperemo nel prossimonumero.


copertina3 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>LA CITTA’ DEI BAMBININella zona colonie La Padula avevaimmaginato una grande “città deibambini”, che per l’epoca era l’equivalentedel Parco della musica odierno.Avrebbe occupato una <strong>su</strong>perficiedi circa 20 ettari, quasi il doppiodel “Mare d’Inverno”, il progetto targatoCmv che dovrebbe partire nelcorso del 2008. Se la spiaggia dellariviera è a mi<strong>su</strong>ra di famiglie, hapensato l’architetto, cosa potrebbeesserci di meglio di uno spazio tuttoper i bambini, con tanto di pontileper collegare la spiaggia al mare?Ma la lungimiranza e la capacità diprogettare gli spazi urbani di ErnestoLa Padula, spicca <strong>su</strong> un punto inparticolare: la viabilità. La necessitàdi una strada che costeggi la ferroviaè un ri<strong>su</strong>ltato al quale si è arrivatisolo oggi a <strong>Bellaria</strong>, per risponderealle esigenze poste dal Mare d’Inverno.<strong>Il</strong> Prg del 1945 aveva invecegià individuato questa problematica:dalle tavole si può vedere chel’architetto La Padula aveva previstouna strada parallela alla ferrovia,che però non si fermava a metàdi <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, ma arrivava fino alporto permettendo così di creare unpercorso unitario e senza interruzioniintorno alla zona turistica: si potevapercorrere il lungomare in direzioneRimini-<strong>Bellaria</strong> e poi tornareverso la zona colonie anche percorrendola strada lungo la ferrovia.Anche nella zona del porto, semprelato <strong>Igea</strong>, oggi un groviglio isolato distradine senza respiro, il prg del 45disegnava due strade di collegamento(belle grandi) fra il lungomare eSEGUE A PAG.4La zona del porto, colonia Roma e dintorni. E’ semplice il confronto fra l’oggi (adestra) e le previsioni del Prg del 1945 (qui sopra).Si noti la maglia regolare di arterie stradali previste dall’architetto Ernesto LaPadula oltre 60 anni fa, sia alla destra che alla sinistra della colonia Roma. Indirezione <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> si notano tre assi stradali che percorrono tutta la zonaturistica. Andando verso il porto (attuali vie Carducci, Leopardi, Foscolo, Alfieri,Ariosto) il discorso è analogo.


copertina4<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>l’assetto urbano di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.E così arriviamo al presente:sarebbe un <strong>su</strong>icidio accontentarsi diun Ptcp e di un Psc come quelli di cuisi sta discutendo. Che sostanzialmentehanno rinunciato a cambiare <strong>Bellaria</strong><strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> o che la concepisconocome un prolungamento dellacittà della costa senza una identitàspecifica. Seguire questa strada significamettere una croce sopra questacittà.Guardare lontano (come fece l’architettoLa Padula nel 1945), ripensarecon intelligenza e creatività i nodicritici e le potenzialità, senza accontentarsidell’ovvio e delle linee guidacalate dall’alto dalle amministrazionipubbliche (comunale e provinciale),è il grande lavoro che si prospettaper chi avrà voglia di cimentarsicon questa sfida.la strada lungo la ferrovia. Un po’tutta <strong>Igea</strong> era dotata di strade spaziosecon l’impronta urbanistica diuna vera e propria città. Questoaspetto lo si vedrà ancora meglioquando analizzeremo, nel prossimonumero, quello stesso piano regolatoreper la parte di <strong>Bellaria</strong>.Viene un po’ di rabbia nel pensare aciò che la città è oggi e come sarebbepotuta essere se le intuizioni di quell’urbanistafossero state realizzate.Se si pensa alla città dei bambini ealla desolazione che c’è attualmentenella zona colonie, il cuore si stringe.Idem se si pensa alla viabilitàodierna, con tutte le conseguenzedrammatiche nei mesi invernalianche per le attività commerciali.E viene rabbia a pensare che la primaamministrazione comunale chesi è insediata a <strong>Bellaria</strong> nel 1956 nonha fatto la cosa più semplice che avevaa portata di mano: fare tesoro diquel piano regolatore. Così come vienerabbia nel pensare alla vi<strong>su</strong>alecorta delle amministrazioni che sisono <strong>su</strong>ccedute in questo mezzo secolo,che non sono sostanzialmente statecapaci di scelte importanti circaLa “città dei bambini”. Avrebbe dovuto occupare un’area compresa fra lo scolo consorziale e l’attuale via Bacci,dalla ferrovia al lungomare, estendendosi per circa 850 metri con una profondità di circa 300 metri. La piattaformaentrava in mare per circa 200 metri dalla strada. Complessivamente la zona è due volte quella interessata dalprogetto del “Mare d’inverno”. L’architetto Ernesto La Padula aveva già previsto anche una strada che costeggiavala ferrovia (e che fra l’altro proseguiva anche in direzione Rimini alla stessa altezza).


opinioni5il Ficcanaso<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Strade come trincee, ma non è colpa della guerradi Cristian ScagnelliIn guerra ogni buco è una trincea,racconta chi le guerre le ha vis<strong>su</strong>te<strong>su</strong>lle propria pelle. E proprio ditrincee, seppure non create daibombardamenti, vi parlerò questavolta.Bordonchio è letteralmente attraversatada un’unica trincea cheparte in corrispondenza dell’acquedottodi Hera, in viale Ennio, incrociala via Ravenna e svolta asinistra in direzione Rimini per unbel tratto di strada fino alla zonadel Rio Grande. Lavori e scavi piùche legittimi a patto che una voltaconclusi vengano risistemati bene,cosa che non accade sempre, anziquasi mai.Ciclisti, motociclisti e scooteristiaffrontano questi tratti di stradacon non poche difficoltà, è facileinfatti perdere l’equilibrio e a voltecadere rovinosamente a terra.Molte strade del nostro comunesono rappezzate alla bene meglio ese considerate che in alcuni trattigli scavi vengono effettuati da piùenti (Hera, Sgr, Enel), è facile imbattersiin vere e proprie trincee.Alcune segnalazioni ricevute daresidenti parlano di muri delle casache tremano quando, ad esempio,un camion transita <strong>su</strong> uno di queibuchi scavati e rattoppati male,oppure di zone in cui condutturesotterranee si rompono regolarmente,come in viale Ennio, in corrispondenzadel Palazzetto delloSport. Ma chi paga se un motociclistacade? Potrebbe intentare unacausa al Comune, ma la colpa èproprio del Comune o di chi eseguei lavori? Inoltre, chi esegue i lavoridovrebbe provvedere al ripristinodell’asfalto e - se lo scavo è moltogrande e lungo - addirittura all’asfaltaturatotale.Bisogna poi tenere conto che lachiu<strong>su</strong>ra degli scavi viene effettuataa più riprese per via dell’assestamento,ma se il tratto è pericolosomeglio segnalarlo e si spera chealla segnalazione segua a breveanche il lavoro.Cittadini, oltre a pagare le variebollette e a controllare che non ciprelevino più soldi del previsto,badiamo anche che i lavori venganosvolti bene. Usciamo dalla trincea,non sventoliamo la bandierabianca ma la bandiera di chi vuolevivere al meglio la propria città, eprima o poi qualcuno batterà laritirata.La “trincea” di viale Ennio a Bordonchio: quasi sempre chi esegue lavori di scavo<strong>su</strong>lle strade comunali, non si preoccupa di asfaltare a lavori ultimati.


primo piano6<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>La home page del concorso fotografico<strong>su</strong>l sito internet del <strong>Nuovo</strong>(www.ilnuovo.rn.it): qui si possonoguardare tutte le 205 fotografie in gara.Un amico incrocia il nostro direttore edice, “bello quello che fate <strong>su</strong>lla città.Avanti così! Metto a disposizione duemilaeuro per un concorso fotograficoche sveli il bello e il brutto di <strong>Bellaria</strong><strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.” Nasce così, quasi per gioco,il concorso fotografico de <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>,titolato “<strong>Il</strong> bello e il brutto di <strong>Bellaria</strong><strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>”.Ebbene possiamo dire che la scommessaposta in essere dall’“ignoto” benefattore(in realtà un caro amico) è stataampiamente vinta. Ad oggi, a giochiconclusi, abbiamo raccolto oltre200 foto, e precisamente 111 relativealle sensazioni di bellezza <strong>su</strong>scitate dalvivere o passeggiare per <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong><strong>Marina</strong> e 94 relative alle sensazioni di“bruttezza”. Un bel <strong>su</strong>ccesso, dunque.<strong>Una</strong> buona partecipazione non solo perquantità, ma anche per qualità, comeognuno può visionare <strong>su</strong>l sito, appositamentepredisposto, a cui si accede apartire dalla nostra homepage(www.ilnuovo.rn.it). Centinaia di fotoche sono e rimarranno un patrimonioprezioso, quale espressione di una cittàche non si arrende rispetto a ciò chenon va e che sa guardare, ancora oggiin un mondo così frettoloso e complicato,alle scintille di bellezza che pervadonomalgrado tutto la nostra vita.E di scintille, in tal senso, i nostri lettorine hanno saputo cercare davverotante. Tra i temi prescelti imperanoovviamente gli elementi naturalistici.Su tutti primeggia il porto, in particolareil piccolo faro rosso, soggettodi sottolineature relative sia alla bellezzache alla bruttezza. Isolato <strong>su</strong>llosfondo del mare è un tocco di colorevitale che contrasta sia con i flutti tempestosiche gli si infrangono contro, siacon bei tramonti e colori da sogno. Allostesso modo la spiaggia, resa “magica”grazie alla presenza di una spruzzatadi neve, alle dune artificiali (chenelle foto richiamo ad altre latitudini),oppure per la presenza solitaria diun uomo pensoso, o ancora per il giocofestoso dei bambini. Un modo davverodiverso di vedere il bagnasciuga,capace di coglierne la poesia intrinsecae che ci insegna che la distrazione èuna perdita irreparabile per genteche, come noi, ha la fortuna di vivereal mare. Già, il mare. <strong>Il</strong> mare è lo spettacolodell’infinito che incombe <strong>su</strong>llaLo scatto di un paeseche fa ben sperareOltre 200 le foto giunte in redazione per il concorso del“<strong>Nuovo</strong>”. In attesa che la giuria assegni i due premi, unvincitore c’è già ed è la nostra città.vita dell’uomo, talora presenza materna,talora inquietante ma sempreamica nello scatto dei nostri autori.Segue a ruota il parco del Gelso o il percorso<strong>su</strong>ll’Uso, che ritratto qui apparetalora palude tropicale, talaltra luogodi pace metafisica. Originali vedute <strong>su</strong>icampi arati, oppure <strong>su</strong> volti, eventi epersone completano il tutto.Cambia “clima” nel visionare le fotorelative al brutto. Qui, accanto a elementidi nostalgia per una natura chenon c’è più, o ad architetture soffocateda edifici che sembrano cementifici,appare la denuncia di una incapacità,tutta moderna, nel generare labellezza. Dalle architetture più arditee discutibili, si passa alla sciatteria deisingoli o dell’amministrazione. Impera<strong>su</strong> tutto il ponte che permette diattraversare l’Uso nella zona della Ferrarin,ma non son da meno le vecchiecolonie <strong>su</strong>lla spiaggia. Scene da brivido,degne di una periferia Newyorkese,per degrado, abbandono, sintesi dicontraddizioni. E ce le abbiamo qui, acasa nostra. Le tolleriamo. Ci passiamodavanti magari decine di volte algiorno. Gli “scatti” le denuncianocome un’intollerabile atto di violenzanei confronti della nostra dignità disingoli e di comunità. <strong>Una</strong> ferita allaprofonda sete di bellezza che abita innoi, così come nei nostri ospiti.In totale sono 54 i fotografi partecipanti(si potevano consegnare fino atre foto per sezione) e che si contendonoil premio, che è pure discretamentesostanzioso. Ora, dopo aver raccolto,catalogato e pubblicato in rete lefoto, passo il testimone alla giuria presiedutada Massimo Siragusa, fotografodi fama nazionale, composta da ClaudioMonti e dai “fotografi de <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>”,ovvero da quei fotografi che permeriti personali indiscussi sono statipresentati dal nostro giornale nel corsodelle <strong>su</strong>e pubblicazioni. Bello pensareche tra poco potremo aggiungerea questi, altri due nomi. Quelli dei vincitoridel concorso. Presto daremo indicazioniaggiornate (la giuria si staorganizzando per incontrarsi e visionareattentamente tutte le foto e ledidascalie che <strong>su</strong>l sito non hanno potuto,per motivi di spazio, trovare posto)<strong>su</strong> come effettueremo la proceduradi premiazione dei bravi e fortunativincitori. Ma un vincitore ce l’abbiamogià. E’ il nostro paese, ricopertodi colori e di immagini che fanno capireche c’è di più, rispetto all’intollerabilemontagna di problemi che ciportiamo addosso. Foto che danno speranzadunque. Non è poco!Emanuele Polverelli<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>Giornale di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>Quindicinalewww.ilnuovo.rn.itDirettore responsabile:Claudio MontiRegistrazione:Tribunale di Rimini n. 12/2004Direzione e Redazione:via Orazio n. 101Tel. e Fax: 0541-33.14.43E-mail: cmonti@ilnuovo.rn.itepolverelli@ilnuovo.rn.itesantandrea@ilnuovo.rn.itStampa:La Pieve Poligrafica EditoreVilla Verucchio srl(Villa Verucchio)Società Editrice:Editoriale Nuova Comunicazione srlPubblicità: Tel. 0541-33.14.43Tiratura: 7000 copie. Chiuso intipografia il 9.1.2008


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il caso10<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><strong>Il</strong> mitico Arcidiavolo costruito nei primianni ‘70 a <strong>Bellaria</strong>. A bordo, GiorgioTognelli e Antonio Soccol. Sotto, la nuovaimbarcazione (illustrazione “Mediadigitali”) a “triciclo rovesciato”, la stessageometria sperimentata <strong>su</strong>ll’Arcidiavolo.Nel riquadro, lo “Snoopy” di GiulioTorroni al ritorno dalla Opatija-<strong>Bellaria</strong> (1972).Curiosando in edicola mi ha colpito lacopertina di Barche, mensile internazionaledella nautica a motore: “La sfida:100 metri a 100 nodi”. Da mezzomarinaio quale sono, e appassionatodi nautica ma anche di sfide, acquistoe inizio a sfogliare immediatamentecercando l’articolo.Qualcuno si è rivolto al Design StudioLevi Ltd, inglesi e figli d’arte, chiedendoloro una megabarca che possa viaggiarea 100 nodi. Loro sono figli di quelRenato Sonny Levi che ha disegnato eprogettato centinaia di barche tra cuiuna che negli anni ‘70 ha portato ilnome di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> in mezzaEuropa, il mitico “Arcidiavolo”.La sfida è stata accettata dallo studiodi progettazione, che ha sfornato unvero “mostro” in grado di correre a182 km/h in acqua, grossomodo comecorrere a 300 all’ora <strong>su</strong>lla terraferma.Trentasei metri di larghezza (sì,avete letto bene, 36 metri), 3 piani e3mila metri quadri di <strong>su</strong>perficie, praticamentecome 15 appartamenti da200 metri quadri, lunga 100 metri.E poi 120 mila cavalli di potenza, ilche vuol dire andare da New York aLondra in un giorno e sei ore. E a bordonon mancano sale congressi, spaziper la stampa, una pista d’atterraggio,hangar per elicotteri e una mega-L’Arcidiavolo ha fatto scuolae ha generato un “mostro”La megabarca che può raggiungere i 182 km/h, larga36 metri, tre piani e 15 appartamenti all’interno,ha una carena copiata dall’Arcidiavolo costruito neicantieri Acquaviva.piscina, ma sono solo alcune delle ideeche lo studio di progettazione ha indi Cristian Scagnellimente, e sarà comunque l’armatorea personalizzare i vari ambienti diquesta vera e propria reggia <strong>su</strong>ll’acqua.I volumi interni sono tali da ospitareun intero harem oppure un nutritogruppo di uomini d’affari contutto il seguito di assistenti, segretarie traduttori simultanei.“Ho pensato che, per una “barca” diqueste dimensioni, la carena ideale -sia per la velocità richiesta che peruna buona dose di confort in navigazione- fosse quella detta a “triciclo rovesciato”,ha spiegato Sonny Levi.Questo tipo di geometria è stato sperimentato,sempre <strong>su</strong> progetto di “Sonny”,nei primi anni 70 <strong>su</strong>ll’Arcidiavolocostruito a <strong>Bellaria</strong> dai CantieriAcquaviva, la prima barca da corsacon elica di <strong>su</strong>perficie a stabilire, il 20agosto 1976, un record mondiale divelocità assoluta: 67,69 nodi.Piloti di quello scafo erano Giorgio Tognellie Antonio Soccol, entrambi delCircolo Motonautico <strong>Bellaria</strong>.In molti <strong>bella</strong>riesi è ancora vivo il ricordodell’Arcidiavolo, gran fracassoe una colonna d’acqua altissima benvisibile da terra. <strong>Bellaria</strong> dal 1970 al1979 è stata la capitale indiscussadell’offshore.La nuova megaimbarcazione nascequindi da una carena creata, sviluppatae collaudata a <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>è chissà se l’armatore la utilizzeràper battere il record di attraversatadell’Atlantico, magari con una <strong>bella</strong>bandiera di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.Da questo “mostro” del mare parte ilnostro viaggio alla scoperta della gloriosanautica di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.Andremo indietro nel tempo fino aiprimi anni ’50, quando nella nostracittà è nato uno dei primi cantieri italiani,fino ad arrivare al titolo mondialeconquistato nel 2007 dall’equipaggioCannone-Mormile del CircoloNautico <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. E propriocon Antonio Soccol, autorevolegiornalista e seconda guida dell’Arcidiavolo,legato a <strong>Bellaria</strong> da un’amiciziaprofonda, che ripercorreremo laseconda puntata di questa storia.


direttore ti scrivoLa solita e immodificabile<strong>Bellaria</strong>Caro direttore,mi chiamo Marino Ottaviani,vivo e lavoro a e per <strong>Bellaria</strong><strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> da sempre.Ho creato i primi locali che in rivierahanno fatto tendenza (almeno 5 anniin anticipo) e portato nel nostro paesetutto il gotha delle vicine città.Ho proposto all’allora sindaco Fabbridi creare nella nostra Isola centrale ilfestival dei Buskers (ben prima cheFerrara realizzasse 200 mila presenze).Ho proposto sempre al sindaco Fabbridi creare quello che dopo 18 anni èstato fatto a <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, il Beky Bay(troppo, troppo tardi). Ho creato <strong>su</strong>commissione di Verdeblù il Polo Est,idea, logo e sviluppo erano nel mio cassettogià da 5 anni. Ho provato a parlarea tutti gli assessori e sindaci che nelnostro paese si <strong>su</strong>sseguono nelle poltrone,di incentivare con opinion leaders(qualcuno sa cosa sono?), come fannoMilano marittima, Cesenatico, Riccionee Cattolica ancora oggi.Ho nel cassetto idee per lo sviluppo turisticodella Cagnona Lido, idee fattibiliper il rilancio del nostro centro commercialeIsola dei Platani, ecc. ecc. Hobussato a tante porte…ma si sa, nes<strong>su</strong>noè profeta in patria. Si preferisce usarei nostri soldi in concorsi e con<strong>su</strong>lenzeesterne le quali restano immancabilmentesempre nel cassetto. Questa è<strong>Bellaria</strong>…da sempre e purtroppo persempre.Marino OttavianiPsc, una serata davveromortificanteConfesso la mia scarsa partecipazionealla vita politica,convinto come sono che sia,troppo spesso, la ribalta di un indegnoteatrino di ipocrisie e interessi e cosìsono stato punito, anzi la punizione mela sono inflitta da me medesimo.Ho avuto infatti la malaugurata ideadi partecipare alla serata di presentazionedel PSC, organizzata, lo scorso dicembre,dall’amministrazione al Palazzodel Turismo: presentata come occasioneanche di pubblico dibattito, la seratasi sarebbe avvalsa della presenzadell’ing. Farina, della società tal dei taliche ha avuto l’incarico d’indagare ilpre<strong>su</strong>mibile futuro sociale, economico,ambientale e quant’altro della nostracittadina.12Per scrivere al direttorefax: 0541.331443; e-mail: cmonti@ilnuovo.rn.it; posta: via Orazio101, 47813 <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. Tel. redazione: 0541.331443Orbene, come <strong>su</strong>o costume, il sindacoha avuto la bell’idea d’introdurre, brevemente,l’argomento con un’ora e unquarto di bolse parole, ripetute più voltecon il medesimo significato, logorandoe sfinendo gran parte del pubblico;tra un “concludendo” e “adesso finisco”ha raccontato ai <strong>su</strong>oi cittadini come, persventura, questo paese nell’ultimo decenniosia stato inopinatamente cementificato,come, sventuratamente, siaimprovvisamente aumentato di circaun terzo della <strong>su</strong>a popolazione e come,per malasorte s’intende, abbia smarritoogni identità e sia economicamente esocialmente in profonda crisi.Sembrava quasi parlasse di giunte edamministrazioni precedenti, per poirimarcare che tutto è accaduto negliultimi 10-15 anni…come se non fosselui sindaco da dieci anni e vice-sindacoprecedentemente!Non bastasse tutto ciò, mentre il pubblicoaspettava la relazione dell’ing.Farina, è stato invece il turno dell’arch.Facondini, tecnico del Comune che,con delle immagini, ha presentato lasituazione attuale, con le costruzionidell’ultimo decennio, sottolineandonel’invadenza e l’impatto negativo <strong>su</strong>lterritorio: anche in questo caso il tuttopresentato come se i quartieri propostie costruiti dagli imprenditori (o speculatori?)fossero stati sostenuti ed avallatida chissà quale amministrazione…A questo punto, con i microfoni che nonfunzionavano, l’ipocrisia e la tediositàdegli argomenti avevano già sfiancatoparte del pubblico che guadagnavasilenziosamente l’uscita; per i restantiecco finalmente l’ingegnere e la <strong>su</strong>arelazione: ahimé, anch’egli, con unmicrofono altalenante, (nes<strong>su</strong>no che sisia ricordato che quello del sindaco <strong>su</strong>lpodio funzionava perfettamente), evidentementepreso dal contesto dellaserata, ha presentato una serie infinitadi tabelle e grafici che hanno definitivamentestremato un pubblico mortificatoe deluso. Tralasciamo, per educazione,di commentare il finale dellaserata: quando finalmente un cittadinoè riuscito ad avere la parola, ahinoianche lui si è dilungato ed è stato pococortesemente messo a tacere.Qualcuno, forse sospinto dal clima dellaserata, si chiedeva: “...ma se non riescononemmeno ad organizzare decentementeuna serata come faranno adamministrare?” Infatti…C´è da aggiungere che il sindaco nonperde occasione per chiedere ai cittadinidi partecipare; solo a parole, perchénei fatti, ogni volta i presenti devonosolo ascoltare le <strong>su</strong>e solite, ripetute,baggianate.Lettera firmataTutti i problemi dell’annoche si apreAnno nuovo vita nuova: chissàse questo detto riuscirà aspazzare via tutte le cose negativeche il comune di <strong>Bellaria</strong> si èportato appresso nell’anno vecchio, ese la giunta riuscirà a camminare insintonia con i desideri e le aspettativedei <strong>su</strong>oi cittadini. Se ci guardiamo allespalle, qualche dubbio ci viene, salvoassistere a cambiamenti di opinioneradicali, <strong>su</strong>i tanti problemi che assillanola cittadinanza Bellariese.La sicurezza, la scuola, i problemi dell’immigrazione,la sanità, l’urbanizzazione,il turismo, la sistemazione dellestrade, e soprattutto le scelte delle grandiopere, come ad esempio la darsena,non hanno certo ricevuto un consensopositivo da parte dei cittadini.Chi ha i figli che vanno a scuola, sabenissimo che le strutture hanno bisognodi essere ristrutturate, e per giuntanon sono più in grado di far frontealla crescita della popolazione scolastica.Stesso discorso vale per gli asili.Chi pensa che per la sanità il comunedi <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> sia coperto a<strong>su</strong>fficienza con l’attuale struttura sanitaria,vive fuori dalla realtà: un centroturistico come il nostro deve avereun ospedale che funzioni.E’ necessario e doveroso lottare per portarsialla pari di Cesenatico, Cervia,Rimini, Riccione, Cattolica, dobbiamotener presente che d’estate il traffico ècaotico, ed il tempo nel soccorso di unpaziente è determinante.Uno dei temi più sentiti è la sicurezza,l’aumento della popolazione comportala necessità di aumentare le forze dell’ordinee di quegli strumenti adeguatia contrastare la microcriminalità enon solo. I cittadini lamentano da tempoquesta carenza, ma come al solitonon sono arrivate risposte adeguate, ecosì non ci resta altro che arrabbiarciquando si leggono <strong>su</strong>i giornali fatti spiacevolidi cronaca nera. Meglio rinunciaread altre cose <strong>su</strong>perflue, ma nonalla sicurezza.<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>L’immigrazione clandestina nella nostracittà è purtroppo alta, la sicurezzane risente in senso negativo; chi è costrettoa vivere nella clandestinità puòaderire a qualsiasi attività illecita a discapitodel cittadino onesto.Su questo argomento il nostro sindacopotrebbe fare molto, ad esempio cominciarea dare la residenza solo a quelliche dimostrano di avere un lavoro perpoter vivere: è necessario, secondo noi,associare l’ingresso degli immigratinella nostra città ad una reale attivitàlavorativa. L’ordinanza del sindacoLeghista Bitonci (sindaco di Cittadella)va in quella direzione, e dovrebbeessere un esempio anche per il sindacodi <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.Se i cittadini chiedono sicurezza, anchei sindaci devono chiedere sicurezzaper i loro cittadini, è un loro dovere; inpiù, sarebbe anche un modo per nonfar arrivare <strong>su</strong>l tavolo della commissioneassistenziale una montagna di richiestedi aiuto che provengono principalmentedagli immigrati senza lavoro,naturalmente a discapito dellafascia di povertà che esiste fra i cittadini<strong>bella</strong>riesi e igeani.E’ stato annunciato più volte che nelmese di gennaio incominceranno i lavoridella darsena e a quanto pare leposizioni della giunta non si discostanodalle decisioni iniziali, i cittadini dovrannorinunciare a quel patrimonioinestimabile che è la spiaggia nellazona porto, alla faccia del dialogo piùvolte paventato dai nostri autorevoliamministratori.<strong>Il</strong> nostro si alla darsena è solo se si salvala spiaggia, non vogliamo vederepalazzine costruite <strong>su</strong>ll’arenile, a <strong>Igea</strong><strong>Marina</strong> ce ne sono già abbastanza, l’impattosarebbe devastante. <strong>Il</strong> modo perevitare tutto questo c’è ed è stato presentato<strong>su</strong>lla stampa dagli albergatorie in particolare da Tito Savini: ora chiha proposto la soluzione alternativa aquella presentata dalla giunta, non puòpiù tacere ma deve farsi sentire peravere l’appoggio della popolazione, laquale non esiterebbe ad occupare inmassa la spiaggia per non permettereuno scempio ambientale difficile da digeriree dannoso per il turismo dellazona.Noi della Lega confidiamo nella lottache l’opposizione può e deve fare, perdare sì una darsena ai <strong>bella</strong>riesi, masalvando il patrimonio più grande cheè la spiaggia.Dante Stambazzi, Segretarioprovinciale Lega Nord Padania


società13 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>PensierisocialiImmondiziedi Vittorio GuerraImmagini di cumuli di immondiziehanno accompagnato cappelletti,lenticchie, capponi e capitonidi molte famiglie italiane.I passaggi televisivi di quei sacchettineri e fumanti, che in alcunicasi toccano i terrazzi delle abitazionial primo piano, hanno dell’incredibile.Ma ancora più incredibili sono itentativi costanti dei politici inCampania di nascondere le proprieresponsabilità.Eppure quei politici duri e puri,non mollano.Come in una lotta di liberazione i“partigiani” dell’immondizia resistonoresistono resistono.<strong>Una</strong> volta danno la colpa alla camorra,un’altra volta agli spazzini,che hanno poca voglia di lavorare,e un’altra ancora ai cittadiniche non vogliono gli inceneritori.Dai Sindaci e dai Governatori dellibero territorio di Marte, poichèevidentemente, mentre l’immondizia<strong>su</strong>lla Terra cresceva questistavano altrove, ci aspettiamo, abreve, l’annuncio di lanciare i rifiuti<strong>su</strong>l pianeta rosso salvo accorgersidella distanza, mandare tuttoa carte e quarantotto e poi darela colpa a Dio con l’accusa di nonaver piazzato Marte un po’ più vicinoalla terra.Insomma dalla prova dell’esistenzadi Dio, ad opera dei filosofi Cartesioe Leibniz, potremmo passare,attraverso la spazzatura, alla dimostrazionedella prova della colpadi Dio con buona pace di chi qualcheanno fa veniva ironicamenteapostrofato come il “Bill Clinton diAfragola”.Più semplicemente quando le cosein una città non funzionano non sipuò governare a dispetto dei Santie i cittadini quando sarà, hanno unsolo dovere: non votare più chi hagovernato e soprattutto non votarequegli uomini, quelle donne,quei partiti, e quelle associazioniche costantemente li hanno appoggiati.Nulla è escluso ma in politica, e gliultimi avvenimenti lo dimostrano,è più semplice dare la colpa ai cittadiniche non a Dio.Ma è stata la città a snobbare la “Raffa”“Raffaella Pelloni nasce a Bologna il18 giugno 1943, trascorre la <strong>su</strong>a infanziain un piccolo paese, <strong>Bellaria</strong>,in provincia di Rimini. A otto annilascia la cittadina per seguire aRoma, Jia Ruskaia, fondatrice dell’Accademianazionale di danza diRoma”. E’ quanto si legge nel sito internet,peraltro bellissimo e davverocompleto, <strong>su</strong>lla Raffa nazionale,www.raffaellacarrafans.com. Maqualcosa di simile si trova anche <strong>su</strong>llalibera enciclopedia online di wikipedia,che però ci risparmia il “piccolopaese”. Bene che vada è questa laversione mediatica che va per lamaggiore circa i rapporti fra RaffaellaCarrà e <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, praticamentecircoscritti ad un legamed’infanzia e nulla più. Da qui il solitotormentone: perché Raffaella Carràsnobba <strong>Bellaria</strong>? Perché in molte intervistedice di essere nata a Bologna?“Non dire sempre “sono bolognese”….”,scriveva già nel 1984 Loris ValentiniSavini (la lettera si trova in questa pagina)a Raffaella Carrà impegnata in“Pronto...Raffaella?”.Forse la domanda andrebbe ribaltata:cosa ha mai fatto <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>per tenersi stretta la Carrà? Nulla. <strong>Il</strong>fattaccio all’origine di molti problemil’abbiamo già raccontato <strong>su</strong> questo giornale.Si tenne una festa di beneficenzaallo Chez Vous (si parla di oltre 30 annifa), invitati d’eccezione Raffaella Carràe Gianni Boncompagni, ma per lesolite vendette locali, cioè per boicottarechi quell’iniziativa l’aveva organizzata,non si presentò quasi nes<strong>su</strong>no alla<strong>Una</strong> lettera di Loris Valentini Savini riapre una vecchiaquestione: il rapporto di <strong>Bellaria</strong> con la Carrà.Raffaella Carrà, “Miss eleganza” al Cristallodi <strong>Bellaria</strong>, anni ‘60. (Foto Archivio Raschi)serata. Raffaella ci rimase malissimo.Poi Nando Fabbri riuscì a fare il miracolo:portare la Carrà all’inaugurazionedell’Isola dei platani, nella primametà degli anni ’80, ma i rapporti sierano ormai raffreddati. L’ex sindacoItalo Lazzarini mandò a Raffaella unomaggio in occasione di un compleannodella conduttrice televisiva, showgirl,nonché attrice, cantante e scrittrice,unendo una foto in bianco e neronella quale i due ballano spensierati alCristallo. Quella foto deve essere statauna <strong>bella</strong> sorpresa per Raffaella, se èvero che chiamò in Comune per ringraziareLazzarini. Ma, a parte questiisolati episodi, in che modo la città èstata vicina alla Carrà? Cosa ha fatto<strong>Bellaria</strong>, 16.1.1984Cara Raffaella,sono una tua conterranea e 30 anni fagià ti ammiravo nelle sale del “Cristallo”quando ti esibivi nei tuoi primi ballettiartistici fra gli applausi di noi <strong>bella</strong>riesi…Ti ammiravo non pensandoaffatto che tu arrivassi a tanto livello:ora tu ammagli, affascini, incanti,guarisci la depressione, sollevi dalletristezze e dagli affanni quotidiani, faidimenticare gli acciacchi della vecchiaiae i tristi problemi di ciascuno: caritàvera!Penso in questo momento alla tuameravigliosa nonna che tutti qui benconoscevamo: quando la si incontravae le si parlava di te, lodandoti, Ellaraggiante mostrava più che mai il <strong>su</strong>osorriso indimenticabile.Sei brava, sei stata brava Raffaella,ma ti è stato d’aiuto, devi confessarlo,la tua indole romagnola, affiancataalla tua viva intelligenza e cultura.per ingraziarsela? Eppure non sarebbestato difficile, a partire dall’allestimentodi una mostra permanente conimmagini e dischi della Carrà. La bibliotecacomunale dispone dei libriscritti da Raffaella (sono tre) o <strong>su</strong> Raffaella(sono quattro)? No. Qualcuno hamai pensato ad un grande evento estivoche avesse come protagonista la nostraconcittadina? Si potrebbe continuareall’infinito. E allora che ci lamentiamoa fare? La “Raffa” è stataanche troppo buona con noi.Quindi, ti prego, non dire sempre“Sono bolognese”, anche se forse seiandata a nascere nel capoluogo emiliano.Bologna sarà “la Dotta” ma non è terradi Romagna. Bologna ha le <strong>su</strong>e torri,le <strong>su</strong>e piazze e le <strong>su</strong>e statue, l’università,ma noi a <strong>Bellaria</strong> abbiamosolo Te … e la casa del Panzini. Le tueradici, Raffaella, sono qui nella <strong>Bellaria</strong>semplice e operosa, romagnolissimad’inverno ed internazionaled’estate che qualcosa pur ti ha dato:la disinvoltura e la semplicità, la simpatiae la carica, il coraggio e l’abnegazione,il senso del dovere e l’amoreverso gli altri… Queste doti tutte in Teriunite, hanno forgiato quella piccolabambina che passeggiava per le nostrestrade, che giocava <strong>su</strong> questaspiaggia, che frequentava le nostrescuole, cresciuta poi con l’altro grandevalore umano della nostra Romagna,il sentimentalismo.Loris Valentini Savini


in breveEVENTIConvince e divertel’esperienza di CircusGiudizi positivi per l’esperienza di“Circus”, la proposta di Verdeblù perle festività natalizie. Sotto il tendoneallestito <strong>su</strong>l portocanale dal 22dicembre al 6 gennaio, si sono <strong>su</strong>sseguiticomici (Giovanni Cacioppo,Giuseppe Giacobazzi e Duilio Pizzocchi),la magia di Tony Binarelli, iballerini romagnoli Mirko e Sandra,Enrico il Pazzo da Radio Sabbia, laCompagnia dialettale di San Tomé,gli artisti del Circo Medini e tantoaltro. All’interno anche il mercatinonatalizio organizzato dal comitatodi <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. Chiu<strong>su</strong>ra in bellezzacon Barbara Chiappini e la sagradella mora romagnola, per l’Epifania,giornata ripresa dalle telecamereRai e andata in onda il 9 gennaio<strong>su</strong>lla prima rete alle 14.10, regalandocosì anche una visibilitàmediatica alla nostra città.Nella foto, Barbara Chiappini, AndreaPrada (mattatore di Circus nei pannidel presentatore), il presidente di VerdeblùEnzo Ceccarelli e l’assessoreUgo Baldassarri.UIL INFORMAAvviso per gli stagionali:domanda di disoccupazioneDal primo gennaio al 30 marzo 2008tutti coloro che hanno un’anzianitàassicurativa di almeno due anni e 78giorni di lavoro nell’anno 2007, potrannopresentare domanda di disoccupazionerequisiti ridotti.Per la verifica dei requisiti e la compilazionedelle domande, ci si può rivolgereal patronato Ital Uil in viaDon Milani 3, tutte le mattine dalle9 alle 12,30 e nei pomeriggi di mercoledìe giovedì dalle 14,30 alle 18.Tel. 0541.341223.15LA POESIA... ultime atmosfere natalizieTutto era bianco, la neve ricoprivaogni cosa, i rami parevano dicristallo, nel laghettoghiacciato sispecchiavano lestelle, un gran silenzioovunque,solo il vento che sibilavafra le siepi.Tutto era addormentato,non vi eraombra di vita, maad un tratto fra lecolline in un piccolopaese si sentono le campaneincessanti che battono rintocchidi festa, è nato Gesùè arrivato il Natale,liberiamoci da tutti irancori e vogliamociancora più beneperché non è maitroppo tardi per chiancora vuol ritornaread amare.MaurizioBattistiniPiù sicurezza e “più Europa”con la nuova Carta BCCAddio vecchia Carta di CreditoCooperativo. E’ in arrivoun cambiamento dellaveste grafica, ma anche dinome, logo e tecnologia: diventeràCarta BCC per risponderealle nuove regoledel progetto SEPA (SingleEuro Payment Area) che sipropone, come dice lo stessoacronimo inglese, di creare un’area unica di pagamento europea.Obiettivo di questo progetto europeo è l’eliminazione di tutte le barriere commerciali,legali e tecniche dando la possibilità ai cittadini europei di poter farepagamenti in euro a partire dal proprio conto bancario o da un’unica carta dipagamento con la stessa facilità con cui operano nelle rispettive nazioni.Al bando quindi le vecchie carte pagobancomat valide solo in Italia e latecnologia a banda magnetica: la nuova Carta BCC, infatti, possiede il requisitopaneuropeo del microchip e diventa anche carta di debito internazionale,inglobando nel nuovo prodotto Carta BCC Cash, tutti i bancomat epagobancomat di Romagna Est di nuova emissione, nonché quelli già incircolazione che dovranno essere sostituiti entro il 31 dicembre 2010, cheacquisiranno attraverso il circuito Maestro il requisito della spendibilità siaeuropea che internazionale.Conseguenza del progetto SEPA sarà lo “sdoppiamento” di tutte le cartemultifunzione attualmentein circolazione, la cuisostituzione sarà gestitain automatico daRomagna Est senza alcunonere a carico dei clienti.Spazio Romagna Est<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>LA CITTÀ A PORTATA DI NUMEROMunicipioP.zza del Popolo, 1Tel. 0541.343711Iat Informazioni turistiche<strong>Bellaria</strong>: Via Leonardo da Vinci, 2Tel 0541.344108 fax 0541.345491iat@comune.<strong>bella</strong>ria-igeamarina.rn.itPolizia MunicipaleVia Leonardo da Vinci, 10Tel. 0541.343811Pronto InterventoPiazza del Popolo, 1 - Tel. 0541.327152Pubblica Assistenza Croce BluVia Ricci, 9Tel. 0541.333222CarabinieriVia Giovanni Pascoli, 60Tel. 0541.344104OrientaexpressP.zza Gramsci,4Tel. (e fax) 0541.340144Biblioteca ComunaleViale Paolo Guidi, 108Tel. 0541.347186Nursing ExpressAssistenza infermieristica domiciliareVia Virgilio, 84 <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>Tel. 0541.333653Centro GiovaniTel. 0541.333220CUPTel. 0541-327153Hera (Nettezza Urbana)Tel. 0541.361361Protezione CivileTel. 0541.331148InformahandicapTel. 0541.343782Taxi <strong>Bellaria</strong> (servizio diurno enotturno) Tel. 0541.343132

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