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Scarica il booklet del CD - La Processione dei Misteri

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esse vi sono veri capolavori di scrittura musicale, dove i compositori curano tantissimo l’armonia,la melodia, i fraseggi e <strong>il</strong> contrappunto.Dopo un’attenta osservazione degli st<strong>il</strong>i, sono giunto alla conclusione che si possono distingueredue tipi di marce funebri: quelle processionali con un ritmo ben marcato al fine di permettere aimusicisti di portare <strong>il</strong> “passo” suddivise in 3 parti (solitamente introduzione, due ritornelli e <strong>il</strong> trioin maggiore) e marce funebri da concerto. Queste ultime si stanno meglio sv<strong>il</strong>uppando negli ultimianni a questa parte, soprattutto grazie al concorso compositivo che si tiene annualmente nellacittadina pugliese di Mottola; rispetto le prime esse sono meno schematiche, e di durata maggiore,possono cambiare i ritmi passando dal 4/4 al 2/4 persino <strong>il</strong> 3/4 in alcune, e sono presenti maggiorimodulazioni nelle melodie. Anche <strong>il</strong> contrappunto strumentale è più ricercato rispetto le altrequasi sempre a 2 voci più le parti armoniche. A dire <strong>il</strong> vero anche tra <strong>il</strong> XVII e XIX secolo ci sonostati compositori che hanno proposto composizioni di altissimo livello compositivo, come BiagioAbbate e i figli Ernesto e Gennaro, o ancora Domenico Gatti e i fratelli Alessandro e AntonioAmenduni. Nel corso degli anni, però, sia per la mancanza di una buona rete di scambio culturale,sia per una inut<strong>il</strong>e chiusura spesso avversativa tra i vari corpi bandistici, molte composizione sonorimaste campan<strong>il</strong>istica se nei cassetti degli archivi, e purtroppo nella maggior parte <strong>dei</strong> casi, colpaanche <strong>del</strong>l’ignoranza <strong>dei</strong> vecchi capobanda, tante di queste composizioni sono andate perse. Oggigrazie anche al concorso di Mottola, vi è un ritorno a quel genere “alto” di marcia funebre, e nuovicompositori hanno scritto veri capolavori in uno st<strong>il</strong>e più moderno dando gettando lo sguardo alpassato. Pionieri di queste nuove marce funebri possono essere individuati nei compositori SalvatoreMiraglia e Salvatore Bonaffini, vincitori <strong>del</strong> concorso di cui sopra, o i giovani Michele Gerardi eMirko Caruso tanto per nominare anche alcune nuove leve.Durante la Quaresima, in Sic<strong>il</strong>ia vengono eseguiti numerosissimi concerti bandistici dove propongonoquesto repertorio. E sono le stesse bande che durante la Settimana Santa suonano durante icortei <strong>del</strong>le Vare (a Caltanissetta) o <strong>dei</strong> <strong>Misteri</strong> (a Trapani).Durante le processioni si possono osservare due casi particolari: <strong>il</strong> primo è la cosiddetta annacata<strong>il</strong> secondo è <strong>il</strong> suono spesso forte e sgradevole <strong>del</strong>le bande. Per ciò che riguarda l’annacata le bandeportano <strong>il</strong> passo, partendo col piede sinistro, tutto <strong>il</strong> corpo si lascia andare obliquamente rispetto alpiano pavimentale, e seguono <strong>il</strong> ritmo ben cadenzato <strong>del</strong>la marcia che a sua volta viene suonata piùo meno lenta a secondo <strong>del</strong> passo <strong>dei</strong> portatori <strong>dei</strong> simulacri,e vedere come le bande riescono adeffettuare questa pratica schematica e uniforme è molto suggestivo.Per quanto riguarda la seconda pratica, ossia <strong>il</strong> suono forte e sgradevole, gli esperti musicisti e8musicologi si dividono: c’ è chi disprezza questo modo di suonare, c’è chi invece lo esorta. Io sono<strong>del</strong> parere che anche i musicisti che suonano durante queste processioni sono totalmente presiemotivamente. Non mancano episodi di fe<strong>del</strong>i devoti che durante la Quaresima portano all’esasperazionei sacrifici penitenziali: c’è chi cammina in ginocchio dalla porta <strong>del</strong>la navata centralefino all’altare maggiore, chi trascina la lingua per terra, chi si frusta, chi porta pesi enormi. Anchele bande musicali vanno contestualizzate: <strong>il</strong> loro suono è portato all’estremo, come se fosse una garaa chi realmente sente più la devozione verso <strong>il</strong> Cristo Morto o altre icone <strong>del</strong>la liturgia pasquale;spesso sono i comitati a chiedere di “farsi sentire di più” rispetto ad altri. Tuttavia capita anche chela devozione non c’entra nulla, diventando un mero atto di inut<strong>il</strong>e protagonismo.Forse, se si suonasse “bene”, la banda sarebbe fuori luogo, ormai ci si è abituati a sentire stonatureo squ<strong>il</strong>li “squarcianti”, tanto che anche quelle bande di livelli ottimi, in queste manifestazioni, siadeguano a quello che è <strong>il</strong> clima <strong>del</strong>la manifestazione. Il vero problema, puramente bandistico, èquando quei suoni assordanti continuano a ripetersi anche in altre manifestazioni che con la SettimanaSanta non c’entra nulla.Ad ogni modo, come ha anche detto <strong>il</strong> M° Bonaffini durante una mia intervista, non è fac<strong>il</strong>epoter scrivere a parole ciò che è la Settimana Santa: bisogna viverla e respirarne l’essenza per capirele emozioni, le impressioni, i sentimenti che essa suscita in coloro che ogni anno attendono impazientementequesti sette giorni.Giuseppe Scarlata - Etnomusicologo Antropologo sic<strong>il</strong>iano, esperto di bande musicali9


. LA SULITÀ DI ISNELLOCon la pubblicazione di questo Cd l’Associazione Musicale Culturale “Francesco Bajardi” confermad’essere una <strong>del</strong>le realtà più attive e propositive nel panorama isnellese. L’associazione ha volutoconcentrare la propria attenzione sulla “Marcia funebre” nel contesto celebrativo <strong>dei</strong> riti <strong>del</strong>la SettimanaSanta sic<strong>il</strong>iana.“Passione è Musica”: un titolo per un progetto che vuole analizzare <strong>il</strong> ruolo centrale <strong>dei</strong> componimentimusicali all’interno <strong>dei</strong> riti <strong>del</strong>la Settimana Santa e – posta l’identità istituita dalla lingua sic<strong>il</strong>ianafra Musica e Banda – l’importanza <strong>del</strong>la presenza <strong>dei</strong> corpi bandistici all’interno degli itinerariprocessionali <strong>del</strong> Venerdì Santo.Ad Isnello, come in tutte le piccole comunità <strong>del</strong> Sud-Italia, la festa patronale e le cerimonie<strong>del</strong>la Settimana Santa sono momenti cardine <strong>del</strong> calendario rituale tradizionale: «Quasi tutti i paesicattolici commemorano <strong>il</strong> Venerdì Santo la passione di Gesù, portando processionalmente per levie la sacra immagine di Lui deposto dalla croce. In Isnello questa usanza non manca. […] Questaprocessione però non sempre si esegue colla medesima solennità. Se si conduce in giro l’immagine diGesù in croce, steso su una bara portata da otto alabardieri vestiti all’antico costume romano, che <strong>il</strong>popolino chiama lapar<strong>dei</strong>, e quella <strong>del</strong>l’Addolorata, essa, perché semplice e modestissima, vien dettanica (piccola) o <strong>del</strong>la sulità; se poi per mezzo di persone, tutte in costume orientale, si rappresentanoi principali fatti e i più importanti misteri <strong>del</strong> Nuovo Testamento, allora la processione vien dettagrande o casazza. […] Quest’ultima processione, d’ordinario, viene reclamata dal popolo, a ogni ottoo dieci anni circa, dopo una buona raccolta di cereali, massime d’olio». 1Oggi, con <strong>il</strong> velocizzarsi di quel processo di annientamento <strong>del</strong>le tradizioni posto in essere dallanostra società <strong>dei</strong> consumi a resistere - nel nostro Comune - è la sola processione detta nica; <strong>del</strong>laprocessione grande o Casazza rimangono le testimonianze dirette di chi ha partecipato alla sua ultimaedizione nel 1950 e le pubblicazioni di quanti hanno scelto di farne oggetto di studio. 2Tutte le azioni rituali necessitano per <strong>il</strong> loro dispiegarsi <strong>del</strong>l’interruzione <strong>del</strong> tempo ordinario fuori edentro i contesti controllati dall’azione <strong>del</strong>la Chiesa, ecco cosa succedeva ad Isnello per esempio durante<strong>il</strong> rito <strong>del</strong>le Tenebre: «Dopo la Domenica <strong>del</strong>le Palme e i tre giorni <strong>del</strong> Passio e <strong>del</strong>le quarantore, chevengono celebrati con assai divozione, han luogo le tenebre, le quali, secondo <strong>il</strong> sacro rito, si recitano pertre dì sul tardi e finiscono con un lieve rumore. Che smania! Tutti i piccini ed i monelli sono in chiesacolle troccoline loro in mano, e chi ne è privo, con <strong>del</strong>le pietre in tasca.A vederli qua e là a gruppi, paiono mansueti come agnelli, ma quando è l’ora, nonostante che <strong>il</strong>sagrestano vada loro mostrando la ferla alle mani, per tre sere di seguito, ti fanno altro che lieto sueticome agnelli, ma quando è l’ora, nonostante che <strong>il</strong> sagrestano vada loro mostrando la ferla alle mani,per tre sere di seguito, ti fanno altro che lieto rumore, battendo e banchi e pre<strong>del</strong>le e confessionali:ma…! È stato sempre così». 3 Quelli <strong>del</strong> rito sono tempi “altri” all’interno <strong>dei</strong> quali insiste un paesaggiosonoro fuori dall’ordinario, «qui risulta palese la contraddizione fra <strong>il</strong> lieve rumore previsto dallaliturgia e <strong>il</strong> lieto rumore prodotto dai monelli nonostante le minacciate percosse <strong>del</strong> sacrestano». 4Oggi ad Isnello, trocculi e tabelle non sono altro che un lontano ricordo e <strong>il</strong> rituale <strong>del</strong>la Pasquaè stato adeguatamente “depurato” da arcaiche reminescenze, i ritmi lenti e i suoni sommessi <strong>del</strong>leMarce funebri eseguiti dalla Banda musicale – in occasione <strong>del</strong>la processione <strong>del</strong> Venerdì Santo -rappresentano l’unico medium sonoro da cui emana <strong>il</strong> cordoglio nei giorni <strong>del</strong>la Passione.<strong>La</strong> sulità di Isnello è una <strong>del</strong>le processioni religiose più sentite nel calendario festivo <strong>del</strong> nostroComune, come tutti gli itinerari processionali <strong>il</strong> suo procedere è altamente ritualizzato «in quantomovimento reiterato e codificato, spesso accompagnato da suoni, acclamazioni, la processione haun evidente valore vitalistico e di rigenerazione». 5 <strong>La</strong> processione è un’espansione <strong>del</strong> sacro nell’orizzontespaziale/esistenziale <strong>del</strong>la comunità, <strong>il</strong> fatto che si segua un percorso in teoria immutab<strong>il</strong>e conuna sosta obbligata nella piazza – prima <strong>del</strong>la sua definitiva conclusione– non può di certo essereuna casualità dettata da mere esigenze logistiche.Non a caso «la piazza è <strong>il</strong> punto di intersezione <strong>del</strong>le coordinate civ<strong>il</strong>i, economiche, religiose,spazio priv<strong>il</strong>egiato, principale e necessario non solo <strong>del</strong>la costruzione urbana, ma anche <strong>del</strong>l’organizzazionesociale. Un luogo dove i valori e le aspirazioni <strong>del</strong>la comunità insediata si manifestano eprendono corpo divenendo visib<strong>il</strong>i. […] In quanto sintesi materiale <strong>del</strong>la storia sociale, politica edartistica di un abitato, la piazza perpetua memorie e significati.In quanto frazione di territorio socializzato e culturalizzato, è una proiezione fisica <strong>del</strong>le ideologie resevisib<strong>il</strong>i dalle pratiche religiose e profane attraverso le quali tali ideologie si oggettivano e si esprimono.1C. Grisanti, “Usi, credenze, proverbi e racconti popolari di Isnello”, p. 105, 1899, Ed. Alberto Reber, Palermo.3C. Grisanti, “Usi, credenze, proverbi e racconti popolari di Isnello”, opera citata in “Forme espressive e società tradizionali,2Oltre all’opera <strong>del</strong> Grisanti, recenti pubblicazioni hanno analizzato <strong>il</strong> fenomeno, ad esempio: “<strong>La</strong> casazza di Isnello”, a cura <strong>del</strong>l’Associazionemateriali per <strong>il</strong> corso di Storia <strong>del</strong>le tradizioni popolari”, a cura di S. Bonanzinga, p. 59, anno accademico 2002-2003.culturale e teatrale Teatro Incontro; “Isnello piccolo e bello”, di Giuseppe Riggio e Giuseppina Serpotta, 2012, Ed. Arianna,4Ibidem.Geraci Siculo. Non meno importante a nostro avviso, <strong>il</strong> cortometraggio “Passione ad Isnello” di Ugo Fasano.5I. E. Buttitta, “<strong>La</strong> memoria lunga. Simboli e riti <strong>del</strong>la religiosità tradizionale”, p. 213, 2002, Ed. Meltemi, Roma.10 11


Ed è proprio nei riti pasquali che la piazza svolge un ruolo essenziale, riconfermando <strong>il</strong> suo significatodi referente centrale e unificante <strong>del</strong>l’universo sociale». 6Le musiche eseguite dalla banda lungo <strong>il</strong> corteo processionale insieme a tutto l’apparato simbolicocostituito da stendardi, costumi e dagli stessi simulacri, sono in sostanza <strong>il</strong> mezzo attraverso cui <strong>il</strong>sacro si impone alla realtà circostante sospendendola - seppur temporaneamente - e ricomponendoalmeno idealmente divisioni ideali o reali <strong>dei</strong> suoi abitanti. «Mediante la festa e i suoi riti dunque lesocietà ribadiscono e celebrano se stesse e le proprie rappresentazioni <strong>del</strong>la realtà cosmica e sociale. Irituali festivi infatti non sono semplicemente un prodotto sociale al pari di ogni prodotto culturale.Sono un mezzo attraverso <strong>il</strong> quale gli uomini rappresentano in termini mitici <strong>il</strong> proprio mondo,dunque la concezione <strong>del</strong> tempo e <strong>del</strong>lo spazio che lo sostiene».Pubblicare oggi un cd di marce funebri può apparire agli occhi <strong>dei</strong> più fortemente anacronistico,in un mondo che conosce e celebra la velocità come imperativo categorico: «Che si tratti di auto ovestiti, di dischi o di romanzi, i prodotti e i mo<strong>del</strong>li si succedono gli uni agli altri, addirittura mens<strong>il</strong>mente,ognuno con qualche modifica più o meno effettiva rispetto ai precedenti, ma tutti comunquecon l’etichetta ormai prestigiosa d’essere una novità, l’ultimo successo, la più recente conquista.L’etica corrispondente è quella <strong>del</strong>la rapidità <strong>del</strong>la consumazione come pregio, e <strong>del</strong> rinnovamentocontinuo come prestigio». A questo stato di cose noi opponiamo la nostra proposta di riscoperta diuna dimensione critica e riflessiva anche nell’ascolto <strong>del</strong>la musica, «un tentativo insomma per respingere<strong>il</strong> godimento fac<strong>il</strong>e ed evasivo e per impegnare invece <strong>il</strong> pensiero, alla riflessione sulla realtà, aldi sotto <strong>del</strong>le lucide vernici».<strong>La</strong> modernità senza freni è un treno lanciato a folle velocità, nelle sue caldaie bruciano tradizioniormai considerate fuori tempo e fuori luogo. Partendo dalla constatazione che sarebbe irrealisticopensare ad un recupero totale <strong>del</strong>la dimensione culturale tradizionale, crediamo tuttavia che siaquanto meno auspicab<strong>il</strong>e una sua approfondita analisi, convinti <strong>del</strong> fatto che «i rimedi ai mali <strong>del</strong>presente non stanno in impossib<strong>il</strong>i conservazioni o in disinvolte e superficiali liquidazioni; stannonella comprensione <strong>del</strong> passato e nell’azione sul presente per costruire un diverso futuro».Fabrizio Gargiulo6A. Casamento, “Il cuore <strong>del</strong>la città”, p. 8, opera citata in , “<strong>La</strong> memoria lunga. Simboli e riti <strong>del</strong>la religiosità tradizionale”,p. 213, 2002, Ed. Meltemi, Roma.7A. Buttitta, “Dei segni e <strong>dei</strong> miti. Una introduzione all’antropologia simbolica, p. 264, 1996, Ed. Sellerio, Palermo.8A. M. Cirese, “Dislivelli di cultura e altri discorsi inattuali”, p. 185, 2006, Ed. Meltemi, Roma.9Ibidem, p. 188.12PASSIONE È MUSICAIncidere un cd sulla “passione” in Sic<strong>il</strong>ia potrebbe sembrare cosa semplice data la grande quantità dimusica composta su questo tema, ma proprio questa copiosa produzione ha reso la scelta <strong>dei</strong> braninon così fac<strong>il</strong>e.A differenza <strong>del</strong> cd precedente “Sic<strong>il</strong>ia una terra in marcia” che voleva sottolineare <strong>il</strong> cammino fattoin circa un secolo dalla marcia sinfonica, <strong>il</strong> presente lavoro vuol promuovere un genere musicale, lamarcia funebre per l’appunto, composta da autori sic<strong>il</strong>iani viventi che operano geograficamente invari luoghi <strong>del</strong>la nostra Sic<strong>il</strong>ia, in cui tali musiche sono più o meno condivise e apprezzate dalla gente.Nel titolo “Passione è musica” si celano diversi significati: la passione per i patimenti di nostro SignoreGesù Cristo e <strong>del</strong>la Madonna, <strong>il</strong> richiamo ai riti <strong>del</strong>la passione <strong>del</strong>la Settimana Santa … e perchéno, la passione vista come sofferenza <strong>del</strong> corpo <strong>del</strong> musicista dietro quelle lunghissime e pesantiprocessioni… Tutto questo si può sintetizzare, volendo, anche nella passione per la musica, che è poiquella che unisce i musicisti di un’associazione come la “Francesco Bajardi” di Isnello.Questa passione negli anni ha permesso una stretta collaborazione con <strong>il</strong> coro “Anima Gentis” direttodal maestro Antonio Sott<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> recupero e la valorizzazione <strong>del</strong>le “Frottole” di Isnello. In questacomp<strong>il</strong>ation <strong>il</strong> coro “Anima Gentis” partecipa con l’esecuzione <strong>del</strong> brano “Stava Maria Dolente” percoro e ottoni, opportunamente riveduto da Antonio Sott<strong>il</strong>e.<strong>La</strong> musica costituisce parte integrante <strong>del</strong> rito <strong>del</strong>la Settimana Santa, non solo quella esclusivamentevocale, ma anche quella strumentale. <strong>La</strong> prima appartiene al repertorio sacro, ma si trovano anchemusiche popolari in lingua volgare, pensate per la processione e per le pratiche devozionali <strong>del</strong>leconfraternite. Accanto a queste musiche si affiancano le marce funebri, che pur non appartenendoal repertorio sacro, accompagnano le statue <strong>del</strong>l’Addolorata e <strong>del</strong> Cristo Crocifisso in processione,creando malinconiche e suggestive atmosfere.I brani che vi proponiamo in questo cd sono tutti di recente composizione. Quasi tutti affrontano<strong>il</strong> tema <strong>del</strong> ricordo, <strong>del</strong>la memoria, sono infatti dedicati a persone scomparse, vedi “Omaggio allamemoria <strong>dei</strong> vecchi musicanti” di S<strong>il</strong>vio Barbara, “A Mario” di Michele Gerardi, “Pianto” di SalvatoreBonaffini; o sottolineano fatti, avvenimenti, eventi trascorsi che permangono nella mente <strong>del</strong>compositore, come “A ricordo…” di Giuseppe Testa; o richiamano ad un naturale atto <strong>del</strong>l’uomoper esprimere <strong>il</strong> dolore e la commozione come in “Piangendo” di Giuseppe Lotario; mentre invece“<strong>La</strong> Mater Dolorosa” vuole descrivere in maniera garbata lo strazio di Maria per la perdita <strong>del</strong> figlio.Per quanto riguarda la loro provenienza, Piangendo rappresenta <strong>il</strong> territorio di Enna; A ricordo… quello di Palermo; A Mario, Omaggio alla memoria <strong>dei</strong> vecchi musicanti e <strong>La</strong> Mater Dolorosa13


“STAVA MARIA DOLENTE”quello <strong>del</strong> trapanese ed infine Pianto rappresenta <strong>il</strong> territorio nisseno.Cinque composizioni su sei portano la dicitura “marcia funebre” ed una “elegia funebre”. Diqueste, tre rispecchiano la forma canonica <strong>del</strong>la marcia, le rimanenti hanno una forma più libera.Tutte, comunque, hanno in comune alcuni elementi: i ritmi puntati, le pause, le melodie con <strong>il</strong> loroincedere lento e drammatico, i cromatismi presenti nei temi che sottolineano una instab<strong>il</strong>ità tonale.In alcune vi è una ricercatezza armonica in più, ma tutte fanno un largo uso <strong>del</strong>le dissonanze e <strong>del</strong>lerelazioni modali minore-maggiore. In alcune si evidenzia qualche sezione scritta in forma fugata,in altre è presente una interessante ricerca coloristica per quanto riguarda l’orchestrazione. Tutteperò assumono un valore simbolico legato ai riti, alla tradizione e alla cultura <strong>dei</strong> luoghi in cui sonostate composte e tutte sono ut<strong>il</strong>izzate oltre che per le processioni <strong>del</strong>la Settimana Santa anche peraccompagnare <strong>il</strong> feretro durante i funerali. … E allora quello che unisce queste sei composizioni nonè che un f<strong>il</strong>o invisib<strong>il</strong>e che si chiama proprio Passione.Voglio concludere spendendo qualche parola sui componenti <strong>del</strong>la banda “Francesco Bajardi”, dalcapobanda Giuseppe Ardizzone al più piccolo musicista appena entrato a far parte di questo meravigliosogruppo. Un gruppo di persone che ha deciso di investire sulla Cultura Musicale, lasciandosegni concreti <strong>del</strong> proprio vissuto nel mondo bandistico con la registrazione di Cd live tematici. Ungrazie di cuore va a tutti loro perché, senza l’aiuto di professionisti, pur non essendo sempre perfettinelle esecuzioni, sono riusciti anche in questo lavoro a trasmettere <strong>il</strong> loro grande attaccamento allaBanda, palestra di vita per tutti noi.14Giuseppe Testa - Direttore <strong>del</strong>la Storica Banda Musicale “Francesco Bajardi” di Isnello“…Quel canto divotissimo, che in quell’ora di generale s<strong>il</strong>enzio echeggiaper <strong>il</strong> paese e per le balze <strong>del</strong>le montagne vicine e ti commuove…”Così, Cristoforo Grisanti, (1835-1911) <strong>il</strong> grande letterato sic<strong>il</strong>iano, descrivein una sua pagina nell’Archivio per lo studio <strong>del</strong>le tradizioni popolar<strong>il</strong>’atmosfera <strong>del</strong> Venerdì Santo a Isnello.Il canto, la musica hanno avuto un ruolo importante anzi, fondamentale,nelle celebrazioni e nei riti religiosi <strong>del</strong> mio paese. Ne sono prova gli Inni Sacri<strong>del</strong>le Frottole, capolavori <strong>del</strong>la letteratura <strong>del</strong>l’ 800 musicale in Sic<strong>il</strong>ia, che necostituiscono un esempio di straordinaria endemicità e che di recente e in piùoccasioni sono stati proposti, attraverso eventi di grande r<strong>il</strong>ievo, al mondoculturale <strong>del</strong>l’Isola. Il contributo da parte <strong>del</strong> Coro “Anima Gentis” e <strong>del</strong>la stessa gente di Isnello verso lafelice idea <strong>del</strong>l’Associazione “Francesco Bajardi” nel racchiudere in un disco alcune tra le marce funebri piùconosciute in Sic<strong>il</strong>ia, si traduce qui in una spontanea registrazione live <strong>del</strong>lo Stava Maria dolente, avvenutaqualche tempo fa al termine di una processione <strong>del</strong> venerdì <strong>del</strong>la Settimana Santa a Isnello, appunto.Stava Maria dolente è un brano che è divenuto, da tempi assai lontani, in uso nei riti <strong>del</strong>la Passionedi Isnello e di pochissimi altri centri <strong>del</strong>l’interno <strong>del</strong>la Sic<strong>il</strong>ia. Si tratta di una versione che potremmodefinire “popolareggiante” <strong>del</strong>l’omonima composizione di Antonio Lotti (1667/1740), autore tra l’altro<strong>del</strong> celeberrimo Crucifixus a 8. Il suo incipit è, infatti, pressoché uguale a quello <strong>del</strong> mottetto a 4voci miste <strong>del</strong> musicista veneziano, da cui però si discosta ben presto per via <strong>del</strong> gioco modulante <strong>del</strong>lafrase contigua, percorsa da tratti contrappuntistici che ne rivelano ovviamente uno st<strong>il</strong>e assai più colto.Sul come e quando lo spartito e <strong>il</strong> testo <strong>del</strong> brano siano arrivati fino a Isnello e sulle ragioni per lequali essi siano entrati splendidamente nella nostra tradizione <strong>del</strong> Venerdì Santo non ci è dato disapere. Possiamo avanzare con una certa attendib<strong>il</strong>ità l’ipotesi che esso sia stato condotto fino a noigià nei primi decenni <strong>del</strong>l’800 da qualche sacerdote erudito nelle arti o da qualche musicista cheabbia gravitato intorno a Isnello ancor prima di Francesco Bajardi, <strong>il</strong> grande pianista ch’ebbe gloriain tutta Europa, qui nato e cresciuto. In un passo <strong>del</strong> suo volume Folkore di Isnello, <strong>il</strong> Grisanti ciparla infatti di uno Stabat Mater eseguito dalle “Pie congregazioni” mentre “… recavansi due a duein lunghe f<strong>il</strong>e dai loro sacri oratori alla Chiesa Madre…”.Di là da ogni semplice riflessione f<strong>il</strong>ologica mi piace ricordare tra queste righe quanto, per l’ intrinsecocontenuto di suggestione e pathos popolare che in esso vi è rappresentato, lo Stava Maria dolentedi Isnello sia stato scelto e preferito da Ugo Fasano, negli anni 50, come leitmotiv musicale portante15


per <strong>il</strong> suo meraviglioso documentario Passione a Isnello. Nelle sequenze più coinvolgenti e drammatiche<strong>del</strong> cortometraggio, <strong>il</strong> canto <strong>del</strong>le donne di Isnello trova <strong>il</strong> modo di ergersi con tutta la suanuda e scarna purezza, in eco assonante alla sulità <strong>del</strong> s<strong>il</strong>enzio e <strong>del</strong> dolore evocati dal racconto; quasiad accompagnare, per mezzo <strong>del</strong>la solidale unità <strong>del</strong> coro, la voce e <strong>il</strong> grido <strong>del</strong>la Madre fra tutte.“…Senza respiro e voce…”, appunto. Lo stesso cantare, lo stesso grido sommesso che la gente diIsnello muove e innalza, ogni anno, <strong>il</strong> venerdì santo, tra l’aria gelida che riscende dalla Madonìa;tra l’uguale bisogno, in ciascuno, di voler come lenire e al contempo spartirsi quell’essenza dolce,profonda, incomparab<strong>il</strong>e di pianto...E poi sia resurrezione.Antonio Sott<strong>il</strong>e , titolare <strong>del</strong>la Cattedra di Pianoforte principale eDirettore <strong>del</strong> Coro di Voci Bianche al Conservatorio di Musica di Stato “Vincenzo Bellini” di PalermoCORO ANIMA GENTIS di ISNELLOIl Coro Anima Gentis di Isnello, si è formato nel Gennaio 2006, in preparazione all’avvenimento storicomusicale de “I Suoni <strong>del</strong> Sacro” svoltosi <strong>il</strong> 24 Giugno di quell’anno, a cui presero parte, tra l’altro,centinaia di musicisti provenienti da ogni parte <strong>del</strong>la Sic<strong>il</strong>ia. Da allora ha intrapreso un’intensa attivitàmusicale, tesa fondamentalmente al recupero e alla valorizzazione <strong>del</strong>lo straordinario e unico repertorio<strong>del</strong>le Frottole, ossia gli Inni Sacri di Isnello, capolavori <strong>del</strong>la letteratura musicale sic<strong>il</strong>iana <strong>del</strong>l’800.Ha già preso parte a numerosi concerti e manifestazioni di r<strong>il</strong>ievo, tra cui ricordiamo quelli in collaborazionecon <strong>il</strong> Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, svoltisi alla Cattedrale di Palermo, allaBas<strong>il</strong>ica Cattedrale di Cefalù, alla Cattedrale di Mazara <strong>del</strong> Vallo, al Teatro Politeama Garibaldi diPalermo e in numerosi altri centri <strong>del</strong>l’isola.Nel 2011 è stato invitato alla 54 Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale, ottenendoun grande successo di pubblico e critica.E’ composto da oltre cento coristi, in massima parte nativi, residenti, o aventi un qualche vincolo divicinanza affettiva con Isnello.Gli obiettivi immediati di Anima Gentis, oltre le esecuzioni a Isnello e l’attività <strong>dei</strong> concerti, sonorivolti a produrre e a divulgare un’ ampia documentazione in audio e in video sulla straordinaria edendemica unicità <strong>del</strong> proprio repertorio musicale.Il Coro Anima Gentis è diretto dall’anno <strong>del</strong>la sua fondazione da Antonio Sott<strong>il</strong>e, docente di pianoforteprincipale e Direttore <strong>del</strong> Coro di Voci Bianche al Conservatorio di Musica di Stato “V. Bellini” di Palermo.16I componenti <strong>del</strong> Coro “ANIMA GENTIS” di IsnelloAlberti MicheleAgostara AnnaAlleca GiuseppinaAlleca PaolaAltomari CosimaAltomari StellaBev<strong>il</strong>acqua Cannici AntoninaBontempo NicolòCampisi DomenicaCangelosi LinaCapitummino RosaCarollo GiuseppeCarollo M.AntoniettaCascio AnnaCascio GabriellaCascio GiuseppinaCascio RosarioColleca GiovanniConoscenti AnnaCosta S<strong>il</strong>vanaCrapa AlessandraCrapa LiaCrapa SaraCrupi TeresaCultrara GiuseppeD’Agostaro EnricaD’Angelo CarmelinaD’Angelo SalvatriceDelli Fiori ElisaDi Bernardo EleonoraDi Bernardo NicolinaDi Gesare AntoninoDi Gesare SandroDi Gesaro SaraDi Martino AntoniettaDi Martino EnzaDi Martino DarioDi Martino NicolaFauci NunùFina BenedettoFina EnzaFina MelinaFiorino AntoninoFiorino MarioForti PatriziaForti PietroGaita AnnalauraGent<strong>il</strong>e Maria RosaGerardi GiovannaGervasi ConcettaGervasi SalvatriceGrassi AmeliaGrisanti EmanuelaGrisanti FrancescoGrisanti GloriaGrisanti LorenzoGrisanti MariaGrisanti MatteoGrisanti RosaGrisanti StefanoGuercio Giovanni<strong>La</strong>nza Maria<strong>La</strong>nza Maria Pia<strong>La</strong>nza SalvatoreLeggio GabriellaLeggio MarianoLiberti NicolaMartorana GiovannaMartorana VincenzoMazzola CarolaMazzola NicolòMazzola TizianaMendolia MariaMendolia NicolòMiranda RosariaMogavero LinaMogavero MariaMogavero SalvatoreMogavero SalvatriceNeglia MariannaNorato AldoNorato CaterinaNorato M. DomenicaOnorato GiusyPeri CarmelinaQuagliana SebastianoSanf<strong>il</strong>ippo StellaSi<strong>del</strong>i PiergiorgioSi<strong>del</strong>i RitaTrubia EnzaVacca CarmelaVento NicolòVirga Angela17


EMOZIONI DI PASSIONEI riti <strong>del</strong>la Settimana Santa costituiscono per <strong>il</strong> meridione d’Italia e soprattutto per la Sic<strong>il</strong>ia, l’eventopiù atteso e al contempo più vissuto. Dalla dominazione spagnola che ci ha lasciato queste suggestivetradizioni e sino ai nostri giorni, è sempre lo stesso fiorire di emozioni, di luci, suoni e colori chenella primavera sic<strong>il</strong>iana trovano la più profonda espressione. Se potessimo consigliare ad un turistain quel periodo di visitare la Sic<strong>il</strong>ia, senza alcun dubbio <strong>il</strong> consiglio andrebbe verso quei sette giorniche precedono la Santa Pasqua .Le processioni ed i riti <strong>del</strong>la Settimana Santa sono , seppur nella loro unicità spirituale, diversi dacittà a città, da paese a paese ma l’attesa che precede queste celebrazioni di fede popolare è ovunqueidentica. Delle processioni si comincia a parlare sin dal momento in cui l’evento che le ha poste inessere si è concluso. In pratica, dal concludersi di una processione si è già con <strong>il</strong> cuore e con la mentea ciò che avverrà l’anno dopo. E’ una partecipazione spontanea, che abbraccia tutte le categoriesociali, che non pone limiti d’età. Dalle anziane donne che, generalmente dietro l’Addolorata o <strong>il</strong>Cristo Morto o di Gesù verso <strong>il</strong> Calvario adempiono ad un voto, ai bimbi in tenera età che seppurignari <strong>del</strong> ruolo che interpretano sono già protagonisti di quello spirito cristiano e popolare che è laquintessenza di tutte le processioni <strong>del</strong>la Settimana Santa. <strong>La</strong>voratori che dedicano <strong>il</strong> loro tempolibero ad organizzare l’evento, sobbarcandosi costi non indifferenti e seguiti da quegli anziani checon la loro esperienza <strong>dei</strong> tempi andati offrono un prezioso contributo al perpetuarsi <strong>del</strong>la tradizione.Mamme, mogli , nonne, zie che si prodigano per ricamare, rammendare, cucire quei drappi chesf<strong>il</strong>eranno sulle sacre statue nel giorno <strong>del</strong>la processione. Non c’è posto in Sic<strong>il</strong>ia dove non vi siaattesa, passione, ansia, paura, speranza, felicità. Quei momenti di tensione che precedono tutte levig<strong>il</strong>ie si notano negli occhi seri, imperturbab<strong>il</strong>i <strong>del</strong> momento in cui si varca <strong>il</strong> sagrato <strong>del</strong>la chiesaper addentarsi tra la gente; così come sfociano profondamente meridionali e passionali in quegliabbracci e pianti collettivi al concludersi <strong>del</strong>le processioni. Abbracci e pianti che solo chi non ha maipartecipato o vissuto da vicino quegli eventi può definirli blasfemi; essendo invero segno di quell’intenso legame tra uomo, statua e Dio. Oggi che la tecnologia ci consente di rivedere e riascoltare per365 giorni immagini e suoni <strong>del</strong>le processioni si è forse un po’ persa l’emozione carica di attesa visivae acustica che ha contraddistinto le generazioni passate ma sarebbe utopico e scellerato arrestare <strong>il</strong>progresso che deve aiutare a vivere e non a cancellare la memoria. Un progresso che permette oggi, aitanti sic<strong>il</strong>iani sparsi nel mondo, di sentirsi vicini alla loro terra ma nel quale <strong>il</strong> futuro non potrà maisostituirsi all’attesa, a quell’amore che fa <strong>del</strong>la Sic<strong>il</strong>ia e <strong>del</strong>le sua Settimana Santa l’anima <strong>del</strong>l’isolapiù bella <strong>del</strong> Mediterraneo!Dott. Beppino Tartaro, giornalista18Storica Banda Musicale “FRANCESCO BAJARDI” di Isnello (PA)Maestro direttore e concertatore: Giuseppe TestaCapobanda artistico - disciplinare: Giuseppe ArdizzoneVice Capobanda artistico - disciplinare: Antonio AlfonsoConsiglio d’amministrazione: Salvatore Capitummino, Benigno Cannici, Giuseppe Ardizzone,Giuseppe Leggio, Massim<strong>il</strong>iano MondiaI componenti <strong>del</strong>la Storica Banda Musicale “Francesco Bajardi” di IsnelloAgostara F<strong>il</strong>ippo, Agostara Salvatore, Alfonso Antonio, Ardizzone Giuseppe, Cannici Benigno, CanniciGiovanni, Capitummino Francesca, Capitummino Salvatore, Cascio Giuseppe, C<strong>il</strong>lufo Pietro, CivelloGiovanni, Coccìa Debora, Costa Giampaolo, Cucco Vincenzo, Culotta Angelo, Culotta Nicole,D’Angelo Giuseppe, Di Gesare Cristina, Di Gesaro Cristina, Di Martino Antonio, Gargiulo Fabrizio,Gerardi Giovanni, Gerardi Michele, Grisanti Salvatore, <strong>La</strong>nza Nicola, <strong>La</strong>nza Nicolò, Leggio Giuseppe,Leone Davide, Maggio Alberto, Martorana Maria Pia, Mogavero Dan<strong>il</strong>o, Mogavero Giuseppe, MogaveroNicola, Mondia Massim<strong>il</strong>iano, Vacca Carmelo, Vacca Giuseppe, Vacca Paolo, Vacca RosarioLe registrazioni live <strong>del</strong> cd PASSIONE È MUSICA sono state realizzate nel “teatrino” presso i locali<strong>del</strong>le Suore <strong>del</strong> Collegio di Maria in Isnello (PA) nella seduta <strong>del</strong> 17 febbraio 2013.Si ringraziano per la preziosa collaborazione:Il Magnifico Rettore, Dott. Roberto <strong>La</strong>galla, e l’Ufficio <strong>del</strong> Cerimoniale <strong>del</strong>l’Università degli Studidi Palermo, le Suore <strong>del</strong> Collegio di Maria di Isnello, gli amici Patrizia Catanese, Concetta Maranto,Roberta Maranto, Martina Spinosa, i compositori Giuseppe Lotario, Michele Gerardi, S<strong>il</strong>vio Barbara,Nino Oddo, Salvatore Bonaffini, <strong>il</strong> Maestro Antonio Sott<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> Dott. Giuseppe Scarlata, <strong>il</strong> Dott. BeppinoTartaro, <strong>il</strong> Dott. Fabrizio Gargiulo, <strong>il</strong> Dott. Rosario Genchi, gli amici Francesco Genovese, OscarMorgana, Giuseppe Arena e Vincenzo Briganti per i contributi fotografici, l’ AGIN (AssociazioneGiovan<strong>il</strong>e per l’Identità Nissena ), l’Associazione Musicale “Santa Cec<strong>il</strong>ia” di Gangi (PA), <strong>il</strong> nostroNicola Mogavero per la sua amichevole disponib<strong>il</strong>ità e professionalità e tutti quanti hanno collaboratoa questa realizzazione <strong>il</strong> cui nome non compare tra quelli citati. Un particolare ringraziamento agliamici Salvatore Fulco, Daniele Cutrona, Giovanni Insana, Vincenzo Negrone, Tonino Cammarata eDomenico Giuseppe Privitera per aver condiviso insieme a noi, in questi anni, <strong>il</strong> percorso musicale<strong>del</strong>la nostra banda con grandissima professionalità.19

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