'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio
'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio
'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
école numero 68 pagina 40<br />
Anna Nacci, Jesce<br />
Fore. Un anno <strong>di</strong><br />
musica e parole<br />
a Rebibbia con <strong>il</strong><br />
Tarantola Rubra<br />
Ensemble, Roma<br />
2007, con CD e DVD,<br />
euro 20<br />
Durante <strong>il</strong> 2006 <strong>il</strong> Tarantola<br />
Rubra Ensemble (gruppo composto da Anna Nacci, Vincenzo<br />
Gagliani e Gianluca Casadei), ha condotto, all’interno <strong>del</strong> carcere<br />
masch<strong>il</strong>e <strong>di</strong> Rebibbia, un laboratorio<br />
musicale che ha coinvolto una decina<br />
<strong>di</strong> detenuti comuni con condanna<br />
definitiva.<br />
Il progetto è scaturito dalla convinzione<br />
<strong>di</strong> Anna Nacci, sociologa e musicista,<br />
che alcune musiche siano in<br />
grado <strong>di</strong> smuovere nel profondo e<br />
produrre cambiamenti<br />
e relazioni.<br />
Ecco quin<strong>di</strong> la<br />
scelta <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzare<br />
per le attività la pizzica che, con <strong>il</strong> suo ritmo catartico<br />
e iterativo, suscita coinvolgimento e partecipazione.<br />
Ben noto è, a questo proposito, <strong>il</strong><br />
suo potere terapeutico che la pone al centro <strong>di</strong><br />
rituali popolari <strong>di</strong> cura ormai ampiamente documentati.<br />
In una situazione <strong>di</strong> isolamento affettivo<br />
e relazionale come quella <strong>di</strong> un carcere le<br />
emozioni rischiano <strong>di</strong> atrofizzarsi, portando all’inari<strong>di</strong>mento<br />
<strong>del</strong>le persone e al vuoto relazionale.<br />
Smuovere le emozioni, riscoprirle, riuscire ad<br />
esternarle per rompere l’isolamento riuscendo ad ascoltare e a farsi<br />
ascoltare era quin<strong>di</strong> l’ambizioso obiettivo <strong>del</strong>l’attività.<br />
Il Tarantola Rubra Ensemble si è avvicinato con rispetto alla realtà<br />
dei carcerati riuscendo a vincere l’iniziale <strong>di</strong>ffidenza. Le persone si<br />
sono quin<strong>di</strong> lasciate coinvolgere, mettersi realmente in gioco per<br />
dare vita a un vero e proprio gruppo con tutto quello che questo<br />
termine comporta sul piano relazionale, e affettivo.<br />
Dall’attività iniziale <strong>di</strong> sottolineatura <strong>del</strong> ritmo <strong>del</strong>la pizzica con<br />
l’uso <strong>di</strong> tamburi si è passati<br />
all’espressione <strong>del</strong>le<br />
proprie sensazioni e <strong>del</strong>le<br />
proprie emozioni attraverso<br />
i ritmi e i suoni,<br />
dando vita a improvvisazioni<br />
solistiche e <strong>di</strong> gruppo.<br />
La rabbia iniziale, <strong>il</strong><br />
sentimento più <strong>di</strong>ffuso<br />
ed evidente, ha quin<strong>di</strong> lasciato<br />
<strong>il</strong> posto anche alla<br />
nostalgia, al rimpianto,<br />
all’affetto, all’amore.<br />
L’attività è sfociata nella realizzazione <strong>di</strong> un CD con la collaborazione<br />
<strong>di</strong> musicisti quali Marcello Colasurdo, Teresa De Sio, Gabin<br />
Dabirè, Sud Sound Sistem e molti altri, che hanno tenuto laboratori<br />
<strong>di</strong> una giornata nel carcere e partecipato alla registrazione finale.<br />
Il CD Jesce fore − che viene ora <strong>di</strong>ffuso insieme a un libro e<br />
un DVD che testimoniano momenti significativi <strong>del</strong> percorso − contiene<br />
quattor<strong>di</strong>ci tracce eseguite dal Tarantola Rubre Ensemble, dal<br />
gruppo <strong>di</strong> musicisti coinvolti e dal gruppo dei detenuti. Può essere<br />
richiesto attraverso <strong>il</strong> sito www.tarantularubra.it. [MARIATERESA<br />
LIETTI]<br />
musica<br />
ANTONIO GRAMSCI A<br />
70 ANNI DALLA MORTE<br />
A settant’anni dalla morte<br />
Antonio Gramsci (1891-<br />
1937) è tra gli autori<br />
italiani contemporanei<br />
uno dei più tradotti,<br />
grazie soprattutto a<br />
Lettere dal carcere e,<br />
ancor <strong>di</strong> più, a Quaderni<br />
<strong>del</strong> carcere. Non<br />
stupisce dunque che nel<br />
2007, molte sono state<br />
le iniziative organizzate<br />
per ricordarlo<br />
teatro<br />
Tra le <strong>di</strong>verse iniziative <strong>il</strong> progetto<br />
Gramsci 2007 (www.gramsci2007.it, tel.<br />
02.20404193, nino@gramsci2007.it), è una <strong>di</strong> quelle<br />
maggiormente articolate. È costituito da una<br />
mostra interattiva I luoghi <strong>di</strong> Nino − realizzata da<br />
Anna Bo<strong>di</strong>ni ed Elena Lahe, in collaborazione con<br />
la Fondazione Istituto Gramsci, raccoglie materiale<br />
storico e documentario,<br />
immagini fotografiche,<br />
riproduzioni <strong>di</strong> ritratti<br />
realizzati da alcuni artisti<br />
<strong>del</strong> ‘900 −; una esposizione<br />
a carattere più <strong>di</strong>vulgativo<br />
Nino 7047; due libri<br />
Appunti su Antonio<br />
Gramsci, a cura <strong>di</strong> Roberto<br />
Rampi, e Cena con Gramsci<br />
che, tra l’altro, presenta <strong>il</strong><br />
testo <strong>del</strong>lo spettacolo teatrale<br />
omonimo.<br />
Finalità <strong>del</strong>lo spettacolo<br />
è attualizzare le idee <strong>di</strong><br />
«un uomo politico. In realtà<br />
un f<strong>il</strong>osofo. O forse sarebbe<br />
meglio <strong>di</strong>re una persona<br />
<strong>di</strong> buon senso con<br />
un vita molto sfortunata».<br />
Ma Cena con Gramsci<br />
(<strong>di</strong> Davide Daolmi, regia <strong>di</strong><br />
Andrea Lisco) è anche l’occasione<br />
per aprire gli occhi<br />
sull’impoverimento culturale<br />
<strong>del</strong>la società <strong>di</strong> oggi.<br />
Attraverso una serie <strong>di</strong> vicende quoti<strong>di</strong>ane <strong>del</strong>la vita<br />
<strong>di</strong> Jacopo, uno studente universitario laureando in<br />
f<strong>il</strong>osofia con una tesi sul pensiero <strong>di</strong> Gramsci, e <strong>del</strong>le<br />
persone che incontra occasionalmente, vengono ripercorse<br />
tutte le tappe <strong>del</strong>la vita <strong>di</strong> Antonio Gramsci<br />
e vengono narrate le sue lotte politiche e i suoi <strong>di</strong>sagi<br />
personali.<br />
Lo spettacolo lo scorso anno è stato rappresentato<br />
in molte città italiane. Chi volesse proporlo<br />
a scuola può contattare l’Associazione Culturale<br />
ArteVOX che lo ha prodotto (http://www.artevox.<br />
it, cor<strong>di</strong>almente@artevox.it, tel. 02.3655336402 –<br />
02.45477789). [CELESTE GROSSI]