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'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio

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sono essenzialmente. Anna Foa, pure lei, paventa<br />

rischio <strong>di</strong> ritualizzazione frantumante<br />

Memoria <strong>del</strong>la Shoah, pensa però che tal rischio<br />

possa essere evitato attraverso l’estensione<br />

<strong>del</strong>le Memorie: la memoria narrata <strong>del</strong>la<br />

Shoah ha introdotto l’attitu<strong>di</strong>ne al ricordo,<br />

sarebbe bene che tal attitu<strong>di</strong>ne si estenda ad<br />

altri contesti (<strong>il</strong> Ruanda ad esempio) ad altri<br />

genoci<strong>di</strong>. Davide Bidussa infine segnala: «<strong>il</strong><br />

giorno <strong>del</strong>la memoria riguarda un pezzo <strong>del</strong>la<br />

storia culturale <strong>del</strong>l’Europa con cui l’Europa<br />

ha iniziato a confrontarsi, in ritardo e spesso<br />

con <strong>di</strong>sagio. Tenere fermo <strong>il</strong> rapporto tra<br />

<strong>il</strong> giorno <strong>del</strong>la memoria e processo fondativo<br />

<strong>del</strong>l’identità europea oggi è fondamentale per<br />

<strong>il</strong> destino stesso sia <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>l’Europa<br />

che per <strong>il</strong> futuro <strong>del</strong> giorno <strong>del</strong>la memoria» 5 .<br />

Credo si rinvengano nel volume curato da<br />

Saul Meghnagi tante <strong>del</strong>le inquietu<strong>di</strong>ni che<br />

oggi ci assalgono e ci attraversano, al fondo<br />

<strong>il</strong> futuro <strong>del</strong>la Memoria <strong>del</strong>la Shoah è dagli<br />

autori connesso al superamento <strong>del</strong> blocco <strong>di</strong><br />

futuro che noi avvertiamo e temiamo. Il volume<br />

è molto ut<strong>il</strong>e, proprio per le tensioni forti<br />

che lo attraversano.<br />

école numero 68 pagina 36<br />

PAROLE Questa volta <strong>il</strong><br />

vocabolario che, attraverso<br />

alcuni concetti chiave, ci<br />

aiuta a ripercorrere (o a farlo<br />

ex novo) la strada che nel<br />

secolo appena passato hanno<br />

tracciato i femminismi, qui e<br />

altrove va dalla “L” <strong>di</strong> lesbica<br />

alla “M” <strong>di</strong> masch<strong>il</strong>e Un<br />

vocabolario tutto<br />

per noi MONICA LANFRANCO *<br />

Futuro<br />

Sul futuro <strong>del</strong>la Memoria <strong>del</strong>la Shoah riflette<br />

anche Tullia Zevi nel <strong>di</strong>alogo con la nipote<br />

Nathania Zevi. È un <strong>di</strong>alogo intensissimo,<br />

penso che si debba essere grati alla Tullia<br />

Zevi per i moniti che deposita non solo presso<br />

la nipote ma più ancora presso tutti noi,<br />

per <strong>il</strong> testimoniare l’Italia più bella e più traslucida.<br />

La Zevi osserva: «viviamo un momento <strong>di</strong><br />

forte <strong>di</strong>sagio perché da continente bianco e<br />

monoculturale l’Europa sta <strong>di</strong>ventando multirazziale<br />

e popolata da <strong>di</strong>verse culture. Non<br />

è ancora pronta a tutto questo come <strong>di</strong>mostrano<br />

gli atteggiamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sprezzo e rigetto<br />

verso lo straniero. E gli ebrei ricoprono<br />

lo scomodo ruolo <strong>di</strong> cartina tornasole e coscienza<br />

critica <strong>del</strong>la democrazia» 6 . In questo<br />

contesto Tullia Zevi va ancora una volta<br />

alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>del</strong>le minoranze: «la<br />

Shoah è un documento storico dotato <strong>di</strong> una<br />

propria unicità, ma in tutte le società esistono<br />

minoranze identificab<strong>il</strong>i che possono essere<br />

oggetto <strong>di</strong> persecuzione… Quello che è<br />

successo può succedere ancora e vi sono ana-<br />

logie profonde e inquietanti tra la “soluzione<br />

finale” <strong>del</strong> problema ebraico e le pulizie<br />

etniche tuttora in atto nel mondo… E nuovi<br />

campi <strong>di</strong> concentramento possono tornare a<br />

esistere dovunque se i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutte le minoranze<br />

non trovano un terreno fert<strong>il</strong>e sul<br />

quale attecchire» 7 . Sono parole su cui tornare<br />

a me<strong>di</strong>tare, anche noi qui in Italia ove nonostante<br />

la nostra passata macchia razziale<br />

in molti si affidano a recenti xenofobie.<br />

Donne<br />

Un terzo volume vorrei qui richiamare, quello<br />

<strong>di</strong> Giovanna De Angelis Le donne e la Shoah.<br />

A primo acchito è un volume centrato su vittime<br />

femmin<strong>il</strong>i <strong>del</strong>la persecuzione razziale<br />

nazista, ma se si va alla Etty H<strong>il</strong>lesum, ricordata<br />

da Anna Foa nella Prefazione <strong>il</strong> libro può<br />

esser incontrato anche da un’altra prospettiva.<br />

Hetty H<strong>il</strong>lesum scrisse «non si tratta <strong>di</strong><br />

conservare questa vita ad ogni costo, ma <strong>di</strong><br />

come la si conserva». È un monito sempre<br />

valido ovunque anche in contesti lontanissimi<br />

dall’universo concentrazionario.<br />

La De Angelis rivà alla vicenda <strong>del</strong>l’interna-<br />

LESBICA<br />

Nonostante i balletti hard in prima serata, le pubblicità birichine e<br />

ammiccanti che reclamizzano ogni genere <strong>di</strong> consumo l’omosessualità<br />

fa paura, e quella femmin<strong>il</strong>e ancora <strong>di</strong> più: che razza <strong>di</strong> animale è una<br />

donna senza uomo, che non lo desidera accanto e che rischia, quin<strong>di</strong>,<br />

<strong>di</strong> essere pericolosamente incontrollab<strong>il</strong>e e ad<strong>di</strong>rittura autosufficiente<br />

in materia riproduttiva, se si fa inseminare artificialmente? Virago,<br />

scherzo <strong>di</strong> natura, antipatica e forse cattiva: tranne che nel chiuso<br />

<strong>del</strong>le cassette hard (dove è gra<strong>di</strong>ta) la lesbica è vissuta come una minacciosa<br />

mina vagante, in grado <strong>di</strong> confondere e traviare le vere donne,<br />

quelle etero che, già turbate dal femminismo, possono cambiare<br />

rotta e perdersi per sempre. Sarebbe una bugia <strong>di</strong>re che nei movimenti<br />

<strong>di</strong> liberazione la comparsa <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong>la lesbica è stata accolta<br />

come una sorella: per gli uomini è comunque un oggetto strano, e<br />

per le donne, anche per le femministe, apre non poche contrad<strong>di</strong>zioni.<br />

Tant’è vero che è stato necessario, anche nel femminismo, aprire<br />

luoghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione specifici e conflittuali tra donne sull’argomento.<br />

Istruttivo, per chi ancora non lo avesse visto, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m Women, in particolare<br />

<strong>il</strong> secondo episo<strong>di</strong>o.<br />

Amiche, compagne, amanti, Danna Daniela, Mondadori.<br />

Cuori nel deserto, Rule Jane, E<strong>di</strong>zioni Zoe.<br />

Eva e Eva, Rossella Simone, Muzzio.<br />

Favole per adultere, Maria G. Di Rienzo, Bab<strong>il</strong>onia.<br />

Il bacio <strong>del</strong>la Medusa, Melania Mazzucco, Bal<strong>di</strong>ni e Castol<strong>di</strong>.<br />

Il pozzo <strong>del</strong>la solitu<strong>di</strong>ne, Hall Radclyffe, Corbaccio.<br />

Lesbismo per tutti, Eisenbach Helen, La Tartaruga.<br />

M@<strong>il</strong>ing Destre, A.A.V.V., Il Dito e la Luna.<br />

Mamme e papà omosessuali, Monica Bonaccorso, E<strong>di</strong>tori Riuniti.<br />

Pomodori ver<strong>di</strong> fritti, Fannie Flagg, Sonzogno.<br />

Un posto per noi, Patience e Sarah M<strong>il</strong>ler Isabel, E<strong>di</strong>zioni Zoe.<br />

LINGUAGGIO<br />

Né puttane né madonne: solo donne, campeggiava in molti striscioni<br />

<strong>del</strong>le manifestazioni <strong>del</strong> primo femminismo. L’uso <strong>di</strong> certe parole non<br />

era, nei favolosi anni ’70, solo un fatto <strong>di</strong> marginale trasgressività: si

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