'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio
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de rerum<br />
natura<br />
Innanzitutto, la ma<strong>tema</strong>tica è sempre<br />
una “condanna” per chi la deve stu<strong>di</strong>are?<br />
I bambini, fin da piccolissimi, si <strong>di</strong>vertono<br />
molto a scoprire <strong>il</strong> mondo e per farlo applicano<br />
la ma<strong>tema</strong>tica, ma non le formalizzazioni<br />
<strong>del</strong> linguaggio ma<strong>tema</strong>tico che vengono usate<br />
dai “gran<strong>di</strong>”, e forse da qui nasce l’equivoco.<br />
Il neonato identifica la mamma come<br />
persona <strong>di</strong>versa dal papà, quin<strong>di</strong> sa che A<br />
non è B. Capisce la <strong>di</strong>fferenza tra “c’è” e “non<br />
école numero 68 pagina 30<br />
INTERVISTA In ma<strong>tema</strong>tica gli italiani sono al penultimo<br />
posto nella classifica dei 24 paesi più industrializzati. Il problema parte<br />
da lontano, spesso dai primi anni <strong>del</strong>la scuola primaria, con l’idea che<br />
ci siano alunni “negati per la ma<strong>tema</strong>tica”. Ma davvero <strong>il</strong> “senso <strong>del</strong>la<br />
ma<strong>tema</strong>tica” è una qualità <strong>di</strong> pochi spiriti superiori? Oppure è una<br />
capacità che tutti i bambini e ragazzi possiedono? E come aiutarli, fin da<br />
piccolissimi, a coltivare la passione per questa <strong>di</strong>sciplina? Ne abbiamo<br />
parlato con Ines Marazzani, <strong>del</strong> nucleo <strong>di</strong> ricerca in Didattica <strong>del</strong>la<br />
ma<strong>tema</strong>tica al <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Ma<strong>tema</strong>tica <strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Bologna,<br />
autrice <strong>di</strong> vari libri per insegnanti e supervisore tecnico al tirocinio<br />
alla facoltà <strong>di</strong> Scienze <strong>del</strong>la formazione all’Università <strong>di</strong> Bologna<br />
Divertirsi con la ma<strong>tema</strong>tica FRANCESCA CAPELLI<br />
c’è”, tra nessuno (quando è solo), uno (quando<br />
c’è la mamma e basta), due (quando vede<br />
mamma e papà insieme) o “tanti” (per esempio<br />
i nonni). I bambini al nido o alla scuola<br />
d’infanzia – per <strong>di</strong>vidersi i giochi – aggiungono,<br />
sottraggono, moltiplicano e <strong>di</strong>vidono<br />
senza sapere che cos’è un’operazione.<br />
E allora come sv<strong>il</strong>uppare queste capacità<br />
prima <strong>del</strong>l’ingresso alla scuola primaria?<br />
Non chie<strong>di</strong>amo a un bambino <strong>di</strong> fare i calcoli,<br />
almeno non con le modalità formali tipiche<br />
<strong>del</strong>la scuola, ma valorizziamo le esperienze<br />
quoti<strong>di</strong>ane. Negli anni <strong>del</strong>la scuola<br />
d’infanzia facciamogli notare che gli autobus<br />
seguono percorsi <strong>di</strong>versi a seconda <strong>del</strong><br />
numero, che da una parte <strong>del</strong>la strada le<br />
case hanno numeri pari e dall’altra <strong>di</strong>spari.<br />
Quando si prepara un’attività, coinvolgiamo<br />
<strong>il</strong> bambino sul numero <strong>di</strong> oggetti da