'68 Affrontare il tema del '68, a quarant'anni di distanza ... - Virgilio
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école numero 68 pagina 22<br />
ESPERIENZE La scuola – in particolare quella che ha per<br />
protagonisti adulti migranti – è innanzi tutto un momento <strong>di</strong> incontro<br />
e <strong>di</strong> scambio in cui le persone sono chiamate a interagire e per questo è<br />
necessario concepirla come un luogo capace <strong>di</strong> ascolto e<br />
<strong>di</strong> reciprocità. Anche per questo è necessario ripensare<br />
la <strong>di</strong>dattica e ut<strong>il</strong>izzare gli strumenti più <strong>di</strong>versi per<br />
lavorare con gli studenti. Un’esperienza <strong>di</strong> Italiano<br />
Lingua 2 e teatro condotta con un gruppo <strong>di</strong> donne<br />
immigrate nel Centro Territoriale Permanente per<br />
l’Educazione e l’Istruzione in Età Adulta <strong>di</strong> Acqui Terme,<br />
Ovada e Novi Ligure «E poi insegno anche<br />
l’italiano…» ALESSANDRA FERRARI *<br />
«E poi insegno anche l’italiano…».<br />
Questa è spesso la risposta che<br />
<strong>di</strong>amo quando ci chiedono informazioni<br />
sul mestiere <strong>del</strong>l’alfabetizzatore nei<br />
Centri Territoriali Permanenti per l’Educazione<br />
e l’Istruzione in Età Adulta.<br />
Lavorare con gli adulti che frequentano<br />
i corsi <strong>di</strong> italiano non significa solo<br />
orientare nell’acquisizione <strong>di</strong> una lingua<br />
seconda ma presuppone una me<strong>di</strong>azione<br />
tra i bisogni (a volte inespressi per mancanza<br />
proprio <strong>di</strong> mezzi linguistici, a volte<br />
“urlati” con un’urgenza e una forza che<br />
impongono <strong>di</strong> essere ascoltate) <strong>di</strong> cui gli<br />
studenti sono portatori e i problemi connessi<br />
all’insegnamento <strong>del</strong>le lingue.<br />
Il laboratorio<br />
Per insegnare agli adulti <strong>il</strong> teatro è uno<br />
strumento tra i più preziosi: permette<br />
<strong>di</strong> sperimentare e scoprire <strong>di</strong>verse possib<strong>il</strong>i<br />
identità rompendo vecchi schemi,<br />
<strong>di</strong> muoversi più liberamente nella lingua<br />
straniera, <strong>di</strong> dare spazio all’oralità e allo<br />
sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>la competenza automatizzata<br />
senza <strong>di</strong>menticare la valenza lu<strong>di</strong>ca e socializzante<br />
<strong>di</strong> un “terreno <strong>di</strong> gioco” neutro.<br />
Permette la visib<strong>il</strong>ità e la rappresentazione<br />
<strong>di</strong> forme culturali e <strong>di</strong> percorsi<br />
personali, fatti <strong>di</strong> emozioni e riflessioni,<br />
che altrimenti rimarrebbero inascoltati.<br />
L’esperienza <strong>di</strong> laboratorio teatrale con<br />
adulti stranieri si è tradotta in un evento<br />
comunicativo, offerto alla città, che ha<br />
potuto riconoscere nello spettacolo una<br />
parte <strong>del</strong>la propria storia <strong>di</strong> immigrazione<br />
ed emigrazione.<br />
Il progetto si è svolto con incontri setti-<br />
manali <strong>di</strong> due ore, per quattro mesi, che hanno<br />
coinvolto una docente che ha condotto un<br />
laboratorio <strong>di</strong> narrazione autobiografica (con<br />
traduzione e correzione dei testi) e esperti<br />
teatrali che hanno tenuto lezioni <strong>di</strong> tecnica<br />
su oralità e espressione corporea, collegamento<br />
e drammatizzazione dei testi, messa<br />
in scena).<br />
Il percorso ha preso avvio con un laboratorio<br />
<strong>di</strong> lettura interpretativa¹ al quale sono seguiti<br />
un laboratorio <strong>di</strong> narrazione autobiografica<br />
per <strong>il</strong> teatro², un momento collettivo <strong>di</strong> selezione<br />
e adattamento dei testi (traduzione in<br />
italiano e/o revisione, correzione), la messa<br />
in scena (lezioni <strong>di</strong> tecnica teatrale, assegnazione<br />
<strong>del</strong>le parti), e infine la presentazione<br />
pubblica <strong>del</strong>lo spettacolo.<br />
La realizzazione teatrale è stata costruita me<strong>di</strong>ante<br />
l’intersecarsi <strong>di</strong>namico <strong>del</strong>le narrazioni<br />
e dei brani, non troppo lunghi e impegnativi,<br />
recitati singolarmente o coralmente e sorretti<br />
talvolta dall’uso appropriato <strong>di</strong> musiche<br />
e danze.<br />
La fontana <strong>del</strong> non ritorno<br />
Il gruppo <strong>di</strong> lavoro era costituito da venti<br />
donne straniere, <strong>di</strong>verse per età, provenienza,<br />
scolarità nel paese d’origine, lingua madre,<br />
competenza comunicativa e strumentale,<br />
e che avevano in comune, oltre ad essere<br />
donne e migranti, <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> lavorare in attività<br />
<strong>di</strong> cura alla persona.<br />
Nello spettacolo a cui hanno dato vita le donne<br />
hanno proposto <strong>il</strong> <strong>tema</strong> <strong>del</strong> viaggio, soprattutto<br />
i momenti vissuti durante la partenza,<br />
<strong>il</strong> percorso e l’arrivo in Italia ed in<br />
particolare a Novi Ligure. Ed è emersa la loro<br />
forte curiosità verso la cosiddetta “novesità”,