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la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senatomensile, anno ivMilanon.7 – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012FONDO ANTICOF. Stellutie il microscopio<strong>di</strong> Galileo<strong>di</strong> annette popel pozzoFANTASCIENZAH.G. Wells:tra atomi, stellee pianeti<strong>di</strong> laura mariani contie matteo nojaUTOPIAJ.-J. Rousseau:la verità e lamistificazione<strong>di</strong> gianluca montinaroRARITÀUn elefantici<strong>di</strong>oa Venezianel 1819<strong>di</strong> arianna calòLIBRO RITROVATOG. Pomba e lasua Enciclope<strong>di</strong>apopolare<strong>di</strong> beatrice porchera


la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato - MilanoMENSILE DI BIBLIOFILIA – ANNO IV – N.7/33 – MILANO, LUGLIO/AGOSTO 2012Sommario410182946L’Utopia: prìncipi e princìpiROUSSEAU: LA VERITÀE LA MISTIFICAZIONE<strong>di</strong> Gianluca MontinaroBvS: il Fondo AnticoFRANCESCO STELLUTI E ILMICROSCOPIO DI GALILEO<strong>di</strong> Annette Popel PozzoBvS: FantascienzaH.G. WELLS: L’UOMOCHE VISSE NEL FUTURO<strong>di</strong> Laura Mariani Contie Matteo NojaIN SEDICESIMO - Le rubricheTEATRO DI VERDURA –CATALOGHI – SPIGOLATURE –RECENSIONI – MOSTRE –ASTEBvS: rarità per bibliofiliMORTE DI UN ELEFANTEA VENEZIA NEL CARNEVALEDEL 1819<strong>di</strong> Arianna Calò5156616669BvS: il libro ritrovatoLA NUOVA ENCICLOPEDIAPOPOLARE DI GIUSEPPEPOMBA<strong>di</strong> Beatrice PorcheraBvS: il Fondo BodoniDAI TORCHI BODONIANIUN OMAGGIO ALL’ARTEPARMENSE<strong>di</strong> Paola Maria FarinaBvS: il Fondo ImpresaLIBRI E PUBBLICITÀ:INCONTRO DI LINGUAGGIDIFFERENTI<strong>di</strong> Valentina ContiBvS: il Fondo ImpresaENEL: MEZZO SECOLODI ELETTRICITÀNELLE CASE ITALIANE<strong>di</strong> Giacomo CorvagliaBvS: nuove schedeRECENTI ACQUISIZIONIDELLA BIBLIOTECADI VIA SENATO


Consiglio <strong>di</strong> amministrazione della<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoMarcello Dell’Utri (presidente)Giuliano Adreani, Carlo Carena,Fedele Confalonieri, Maurizio Costa,Ennio Doris, Fabio Pierotti Cei,Fulvio Pravadelli, Miranda Ratti,Carlo TognoliSegretario GeneraleAngelo De TomasiCollegio dei Revisori dei contiAchille Frattini (presidente)Gianfranco Polerani,Francesco Antonio Giampaolo<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoElena Bellini segreteria mostreArianna Calò sala CampanellaValentina Conti stu<strong>di</strong>o bibliograficoSonia Corain segreteria teatroGiacomo Corvaglia sala consultazioneMargherita Dell’Utri sala consultazionePaola Maria Farina stu<strong>di</strong>o bibliograficoClau<strong>di</strong>o Ferri <strong>di</strong>rettoreLuciano Ghirelli servizi generaliLaura Mariani Conti archivioMalaparteMatteo Noja responsabile dell’archivioe del fondo modernoDonatella Oggioni responsabile teatroe ufficio stampaAnnette Popel Pozzo responsabiledel fondo anticoBeatrice Porchera sala consultazioneGau<strong>di</strong>o Saracino servizi generaliDirettore responsabileMatteo NojaProgetto grafico e impaginazioneElena BuffaCoor<strong>di</strong>namento pubblicitàMargherita SavareseFotolito e stampaGalli Thierry, MilanoReferenze fotograficheSaporetti Immagini d’Arte Snc,MilanoL’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>sponibilea regolare eventuali <strong>di</strong>ritti perimmagini o testi <strong>di</strong> cui non sia statopossibile reperire la fonteImmagine in copertina:Ritratto <strong>di</strong> Jean-Jacques Rousseausu <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Quentin de La Tour(1704-1788)Organizzazione Mostra del Libro Anticoe del Salone del Libro UsatoInes LattuadaMargherita SavareseUfficio StampaEx Libris ComunicazioneDirezione e redazioneVia Senato, 14 – 20121 MilanoTel. 02 76215318Fax 02 782387segreteria@biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itwww.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itBollettino mensile della<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano<strong>di</strong>stribuito gratuitamenteStampato in Italia© 2012 – <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoE<strong>di</strong>zioni – Tutti i <strong>di</strong>ritti riservatiQuesto perio<strong>di</strong>co è associato allaUnione Stampa Perio<strong>di</strong>ca ItalianaReg. Trib. <strong>di</strong> Milano n. 104 del11/03/2009


X AgostoSan Lorenzo, io lo so perché tanto<strong>di</strong> stelle per l’aria tranquillaarde e cade, perché sì gran piantonel concavo cielo favilla.Ritornava una ron<strong>di</strong>ne al tetto:l’uccisero: cadde tra spini:ella aveva nel becco un insetto:la cena dei suoi ron<strong>di</strong>nini.Ora è là, come in croce, che tendequel verme a quel cielo lontano;e il suo nido è nell’ombra, che attendeche pigola sempre più piano.Anche un uomo tornava al suo nido:l’uccisero: <strong>di</strong>sse: Perdono;e restò negli aperti occhi un grido:portava due bambole in dono...Ora là, nella casa romita,lo aspettano, aspettano in vano:egli immobile, attonito, ad<strong>di</strong>tale bambole al cielo lontano.E tu, Cielo, dall’alto dei mon<strong>di</strong>sereni, infinito, immortale,oh! d’un pianto <strong>di</strong> stelle lo inon<strong>di</strong>quest’atomo opaco del Male!Giovanni Pascoliin “Il Marzocco”, 9 <strong>agosto</strong> 1896(poi in Myricae, Livorno,Giusti, 1897, quarta e<strong>di</strong>zione)


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 5L’Utopia: prìncipi e princìpiROUSSEAU: LA VERITÀE LA MISTIFICAZIONELe utopiche “fantasticherie” <strong>di</strong> un pensatore solitarioGIANLUCA MONTINAROSono tanti i volumi utopici conservatipresso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong><strong>via</strong> Senato. Utopie <strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong>governo, utopie <strong>di</strong> spirito e <strong>di</strong> azione,utopie <strong>di</strong> società e <strong>di</strong> uomini. Quest’ultimacoppia è stata spesso postain contrasto dalla critica sinistra.Quasi l’in<strong>di</strong>viduo, con le sue peculiaritàparticolari, il carattere e le inclinazioni,fosse una malattia da debellareper raggiungere il benesseredella società. Il pensiero liberale neha colto invece le caratteristiche chene fanno un’en<strong>di</strong>a<strong>di</strong>. La società nonpotrebbe esistere senza gli in<strong>di</strong>vidui.Né ha senso parlarne, se non comeaggregato generale <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità. Lecollezioni della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato rendono giustizia<strong>di</strong> questo modo ‘comprensivo’ <strong>di</strong> intendere l’utopia.Un’utopia che è a favore dell’uomo, della libertà in<strong>di</strong>vidualee della riflessione particolare. Senza atemporalisminé immobilismi. Senza razionalismi efferati né invasateteologie. Senza livellamenti (operati necessariamenteverso il basso) né indotte ignoranze.Uno <strong>di</strong> coloro che si è <strong>di</strong>chiarato il «più socievolefra gli uomini e il più <strong>di</strong>sposto ad amare i suoi simili» non-Nella pagina accanto: ritratto <strong>di</strong> Jean-Jacques Rousseausu <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Quentin de La Tour (1704-1788).Sopra: Rousseau herborisant, et vue de son pavillon et dupont d’Ermenonville, Acquaforte <strong>di</strong> G.-F. Meyer incisa daJ.-B. Huet le vieux.ché sostenitore della verità come«bene più prezioso» 1 è Jean-JacquesRousseau (1712-1778). Eppure,nonostante questi proclami utopicamentefilantropici, il filosofo ginevrinoha dovuto subire, durante gliultimi anni della sua vita e quin<strong>di</strong> neisecoli successivi, un complotto mistificatore,che in parte ancora perdura.La critica marxista lo ha arruolatomanu militari fra i padri nobilidel ‘pensiero sinistro’, <strong>di</strong>menticando(o ignorando) la complessa articolazionedel filosofia rousseauiana, chesolo arbitrariamente si può ridurre auna generica condanna del “potereassoluto” e alla proclamazione dell’uguaglianzafra gli uomini. Ma le origini del complottomistificatore prendono l’avvio con Rousseau ancora vivente.Il pensatore dovette anzi de<strong>di</strong>care gli anni dellapiena maturità a <strong>di</strong>fendersi, attraverso la scrittura <strong>di</strong> alcuneopere autobiografiche che tentassero una ricostruzionecorretta dei fatti della vita e del pensiero: Le confessioni,I <strong>di</strong>aloghi e soprattutto Le fantasticherie del passeggiatore solitario,vero e proprio testamento spirituale <strong>di</strong> Rousseau.La <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato conserva, nel fondo dell’Utopia,le prime rare e<strong>di</strong>zioni (Ginevra, 1782) <strong>di</strong> queste opere,che hanno visto la luce a stampa solo dopo la mortedell’autore.Rousseau ebbe una infanzia e una giovinezza abbastanzatravagliate. Si formò in casa, leggendo i classici(soprattutto Plutarco) e i gran<strong>di</strong> letterati e storici francesidell’epoca <strong>di</strong> Luigi XIV. Nel 1742, dopo <strong>di</strong>verse espe-


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 9nevrino i momenti più belli della sua vita, «colmi <strong>di</strong> affascinanticontemplazioni». Mescolando ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> passeggiatepresenti a ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> passeggiate avvenute decenniprima, Rousseau si proponeva <strong>di</strong> fissare su carta le gioieche avrebbe potuto ancora provare, rinnovando il go<strong>di</strong>mentoogni volta che avesse letto queste pagine. E, alcontempo, «<strong>di</strong>menticherò le mie <strong>di</strong>sgrazie, i miei persecutori,il mio obbrobrio, sognando il premio che questocuore avrebbe meritato» perché l’anima «è la sola cosache gli uomini non possono togliermi». 9Se il proposito suona liberatorio, purtroppo il procederedelle fantasticherie “inciampa” più volte nel complotto,avviluppando il pensiero in un vortice <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazionicontrad<strong>di</strong>ttorie, <strong>di</strong> volta in volta spavalde o lamentevoli,serene o angosciate.Mi sono <strong>di</strong>battuto a lungo, violentemente, ma invano.Senza <strong>di</strong>rezione, né arte, né <strong>di</strong>ssimulazione, néprudenza: franco, aperto, impaziente, col <strong>di</strong>batterminon ho fatto che incatenarmi sempre più e offrirloro incessantemente nuove occasioni che hannoavuto cura <strong>di</strong> non trascurare. Infine, sentendo inutilitutti i miei sforzi e tormentandomi invano, ho presol’unica risoluzione che mi rimaneva: quella <strong>di</strong> sottomettermial destino senza ribellarmi oltre la necessità.In questa rassegnazione ho trovato il compenso<strong>di</strong> tutti i mali, poiché essa mi procura una tranquillitàquale non mi poteva venir concessa nel continuotravaglio d’una resistenza tanto penosa quanto vana.[…] Tutto è finito per me sulla terra, nessuno puòpiù farmi né bene né male. Non ho più niente né datemere né da sperare in questo mondo, ed eccomitranquillo in fondo all’abisso, povero infelice mortale,ma impassibile al pari <strong>di</strong> Dio. 10Ne risulta un’opera nella quale il ricordo si mescolaal sogno e il vero sfuma nel falso, e in cui la <strong>di</strong>mensionetemporale viene del tutto annullata dalla mente,ormai turbata, dell’autore.Scrivo le mie Fantasticherie soltanto per me. E la lorolettura mi ricorderà la dolcezza che provo a scriverle[…]. Scrissi le Confessioni e i Dialoghi con lapreoccupazione continua <strong>di</strong> trovare i mezzi per sottrarlialle mani rapaci dei miei persecutori, e trasmetterle– se fosse stato possibile – ad altre generazioni.Tale inquietu<strong>di</strong>ne non mi tormenta più perquesto scritto; so che sarebbe inutile, e siccome misi è spento in cuore il desiderio d’esser conosciutomeglio dagli uomini, non è rimasta che una profondain<strong>di</strong>fferenza per la sorte dei miei veri scritti e deimonumenti della mia innocenza, che forse ormaisono stati già totalmente <strong>di</strong>strutti. Che spiino le mieazioni, che s’inquietino <strong>di</strong> questi scritti, che se neimpadroniscano, che li sopprimano, che li falsifichino,tutto mi è in<strong>di</strong>fferente ormai. Io non li nascondoné li mostro. Se, ancor vivo, me li tolgono,non riusciranno a togliermi né il piacere <strong>di</strong> averliscritti né il ricordo del loro contenuto né le me<strong>di</strong>tazionisolitarie <strong>di</strong> cui sono il frutto e la cui fonte nonpuò inari<strong>di</strong>rsi che con la mia anima. […] Godanopure a piacer loro del mio obbrobrio, non mi impe<strong>di</strong>ranno<strong>di</strong> godere delle mia innocenza e <strong>di</strong> finire,loro malgrado, i miei giorni in pace. 11Di ritorno da una delle sue amate passeggiata, quasiche letteratura e vita si fossero incrociate, Rousseau morìfulminato da un’emorragia cerebrale. I suoi pochi amiciraccolsero i suoi fogli e si impegnarono nella pubblicazione<strong>di</strong> queste opere. Promossero una Collection complètedes oeuvres de J. J. Rousseau (la cui pubblicazione in 4° iniziònel 1780, alla quale presto si affiancarono un’e<strong>di</strong>zionein 8° e una in 12°). Le Confessioni e le Fantasticherie, pubblicateinsieme, in due tomi in 8°, videro la luce nel 1782,curate, a Ginevra, dalla libreria parigina Panckoucke:precedettero <strong>di</strong> un mese i rispettivi volumi nell’opera omnia.E finalmente Rousseau ebbe la rivincita sui suoi persecutori,e il mondo iniziò a conoscere la verità.NOTE1J. J. Rousseau, Le fantasticherie del passeggiatoresolitario, Milano, Rizzoli, 1998, p.197 et p. 238.2Ead., Confessioni, Milano, Garzanti,2000, p. 5.3Ibidem, pp. 685-686.4Ead., Le fantasticherie del passeggiatoresolitario, cit., p. 317.5Ead., Confessioni, cit., p. 283.6Ead., Le fantasticherie del passeggiatoresolitario, cit., p. 48 (dall’intr. <strong>di</strong> H. Rod<strong>di</strong>er).7Ibidem, p. 197.8Ib., p. 9 (dalla pref. <strong>di</strong> J. Starobinski).9Ib., p. 203.10Ib., p. 202.11Ib., pp. 204-205.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 11BvS: il Fondo AnticoFRANCESCO STELLUTI E ILMICROSCOPIO DI GALILEOUn contributo per la storia dell’Accademia dei LinceiANNETTE POPEL POZZOIl principe romano e car<strong>di</strong>nale Federico Cesi (1586-1630), appassionato stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> scienze naturali,fondò – come è ben noto – appena <strong>di</strong>ciottenne il 17<strong>agosto</strong> del 1603 nel palazzo <strong>di</strong> famiglia a Roma con tregiovani amici, il matematico Francesco Stelluti (1577-1652), l’eru<strong>di</strong>to Anastasio de Filiis (1577-1609) e il me<strong>di</strong>coolandese Joannes Eck (1579-1620 circa; anche nellavariante <strong>di</strong> Johannes van Heeck e italianizzato in GiovanniEcchio) un sodalizio che, sotto il nome <strong>di</strong> Accademiadei Lincei, fu la più antica accademia del mondo.De<strong>di</strong>cati alla promozione e alla coltivazione degli stu<strong>di</strong>naturalistici, i Lincei raccoglievano in breve tempo tra iNella pagina accanto: frontespizio dell’e<strong>di</strong>tio princeps delPersio tradotto <strong>di</strong> Francesco Stelluti (Roma, GiacomoMascar<strong>di</strong>, 1630). Sopra: dettaglio del frontespizioraffigurante le tre api, stemma della famiglia Barberinipropri pochi ma eletti ingegni scienziati del pari GalileoGalilei, Giovan Battista Della Porta, Fabio Colonna,Cassiano dal Pozzo, Luca Valerio, Nicola Antonio Stigliola,Marco Welser, Giovanni Faber e Johann Schreck.I quattro Accademici fondatori scelsero non a caso comeemblema la lince, l’eccezionale acutezza del cui sguardostava a sottolineare il profondo spirito d’osservazione e<strong>di</strong> indagine con il quale i quattro sodali si sarebbero postialle loro ricerche. 1 Ricordava Stelluti a proposito dellascelta dell’emblema: “la Lince impresa della nostra Accademia,havendo questa eletta, acciò ne sia uno stimulo, esprone continuo <strong>di</strong> ricordarci dell’acutezza della vista,non de gli occhi corporali, ma della mente, necessaria perle naturali contemplazioni, che posessiamo; e tanto piùdovendosi in queste procurare <strong>di</strong> penetrar l’interno dellecose, per conoscere le loro cause, & operazioni della natura,ch’interiormente lavora, come con bella similitu<strong>di</strong>ne<strong>di</strong>cesi che la Lince faccia col suo sguardo, vedendo


12 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012non solo quel ch’è <strong>di</strong> fuori; ma anche ciò che dentro s’asconde.”2Regolata da numerosi <strong>di</strong>vieti, “come quello <strong>di</strong> occuparsi<strong>di</strong> politica, <strong>di</strong> teologia, <strong>di</strong> alchimia o <strong>di</strong> storia contemporanea,a in<strong>di</strong>care il <strong>di</strong>stacco dello scienziato linceodal contingente e dalla polemica, ma anche la libertà daogni influsso religioso o politico,” 3 l’Accademia si votavaal più rigoroso metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della natura, da compiersi<strong>di</strong>rettamente, senza il filtro delle speculazioni peripatetiche,al quale si accompagnava un elaborato programma<strong>di</strong> pubblicazioni che comunicavano le scoperte scientifiche.Nel 1613 stampa l’Istoria e <strong>di</strong>mostrazioni intorno allemacchie solari e loro accidenti <strong>di</strong> Galilei e progetta De aeristransmutationibus<strong>di</strong> Della Porta, le Tavole fitosofiche<strong>di</strong> Cesi,il Saggiatore <strong>di</strong> Galilei e soprattutto il Tesoro messicano <strong>di</strong>Hernandez, che “nelle intenzioni del Lynceorum Princepsavrebbe dovuto rappresentare il frutto più nobile maturatosotto il segno della Lince.” 4In questo contesto si colloca anche l’opera che recail titolo elegantemente semplice <strong>di</strong> Persio tradotto in versosciolto e <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> Francesco Stelluti, e<strong>di</strong>ta nel 1630 aRoma da Giacomo Mascar<strong>di</strong>. 5 A un primo esame sembrasi tratti <strong>di</strong> nient’altro che una traduzione delle satire (perquanto effettivamente la prima e<strong>di</strong>zione italiana in assoluto)del poeta romano, molto amato per il suo accentuatomoralismo come mostrano le moltissime e<strong>di</strong>zioni findall’età degli incunaboli. Anche il fatto che l’esemplaredella nostra biblioteca provenga dalla biblioteca del vescovoinglese Thomas Dampier (1748-1812), descrittocome “one of the most learned bibliophiles of his day[and] collected a large library of rare e<strong>di</strong>tions of the Greekand Latin classics” 6 testimonia una volta <strong>di</strong> più dell’apprezzamentoattribuito al testo classico.Il valore dell’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Stelluti però va ben oltre e


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 13A destra, dall’alto: fregi vegetali tratti dal volume linceo,Il tesoro messicano; incisione del gorgoglione, a p. 127nel Persio tradotto.Nella pagina accanto: la lince, ritratta dal vivo, a p. 36nel Persio tradottoinveste da vicino il programma naturalistico scientificodei Lincei. Preceduta da due poesie <strong>di</strong> Stelluti in onoredel car<strong>di</strong>nale Francesco Barberini (al quale l’opera è de<strong>di</strong>cata),da una sintetica biografia <strong>di</strong> Aulo Persio Flacco eda alcuni epigrammi latini, la traduzione <strong>di</strong> Persio presentaun frontespizio figurato su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> MatthäusGreuter (con le allegorie della filosofia e della poesia ailati, sormontate dal famoso stemma del casato Barberini,e con la lince in basso), un ritratto <strong>di</strong> Aulo Persio Flacco“copiato da un marmo antico” 7 e illustrazioni nel testoin rame raffiguranti la lince ritratta dal vivo (p. 36), ilgorgoglione del frumento (p. 127), uno strigile del MuseoAngeloni a Roma (p. 166), Iside con sistro del Museo<strong>di</strong> Francesco Gual<strong>di</strong> (p. 186), un sistro con piccola lince(p. 187) e <strong>di</strong>versi fregi vegetali xilografici presi dalla pubblicazionedel Tesoro messicano.Particolarmente bella e importante è la tavola sullapagina 52, raffigurante un trigono <strong>di</strong> api a scala ingran<strong>di</strong>ta,corredato da minuziosi dettagli. Le api sono ov<strong>via</strong>menteun omaggio alla famiglia Barberini e al de<strong>di</strong>catarioFrancesco, nipote <strong>di</strong> papa Urbano VIII, come viene sottolineatodel resto dallo stesso Stelluti in una nota al testo:“vedendosi hoggi in essa [la Casa Barberina] chiaramenteil colmo delle scienze, e respirare, e pigliar animo tutti listu<strong>di</strong>osi sotto gli ottimi auspicij degli Api, promettitorid’infiniti beni per il gran cumulo delle virtù, e prerogativech’in quelli sono, come sì dottamente, e con tante eru<strong>di</strong>zioni,concetti, e novità ha <strong>di</strong> detti Animali scritto il nostroSignor Principe Cesi nel suo Apiario.” 8 Corredata daun cartiglio con <strong>di</strong>dascalie, la tavola rappresenta l’insettoin tre <strong>di</strong>verse posizioni – nell’atto <strong>di</strong> camminare, supino e<strong>di</strong> fianco – assieme a ingran<strong>di</strong>menti anatomici degli arti,dell’occhio, del pungiglione e dell’apparato boccale.Proprio questa immagine insieme a un secondo documentoiconografico concepito sciolto, sempre raffiguranteil trigono <strong>di</strong> api, e conosciuto come Melissographia,ma ideato da Stelluti cinque anni prima, nel 1625, comeomaggio al pontefice Urbano VIII, viene considerata ilprimo esempio <strong>di</strong> microscopia biologica. 9 Galileo Galilei,socio dell’Accademia dal 1611, aveva in<strong>via</strong>to nel settembredel 1624 a Federico Cesi un “occhialino per vederda vicino le cose minime” specificando che “io ho contemplatomoltissimi animalucci con infinita ammirazione:tra i quali la pulce è orribilissima, la zanzara e la tignuolason bellissimi; e con gran contento ho veduto comefaccino le mosche et altri animalucci a camminare attaccatia’ specchi et anco <strong>di</strong> sotto in su.” 10 Lo strumentoveniva chiamato in seguito microscopio, ma trovava imme<strong>di</strong>ataapplicazione da parte degli accademici. Stelluti


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 15Nella pagina accanto: la tavola incisasu rame raffigurante l’ape nellamorfologia anatomica a scalaingran<strong>di</strong>ta presenta l’insetto nelle treconsuete pose (nell’atto <strong>di</strong>camminare, supino e <strong>di</strong> fianco).L’incisione viene affiancata da unelaborato corredo <strong>di</strong> particolarianatomici, frutto <strong>di</strong> un’osservazioneminuta fatta con il microscopio.A destra: il microscopio <strong>di</strong> tipogalileiano, attribuito a GiuseppeCampani, conservato al MuseoGalileo a Firenzestesso <strong>di</strong>chiarava “e ciò fece allora, ch’io col Microscopiominutamente l’Ape con tutte le sue parti osservai.” 11 Continuava,“e per maggior chiarezza, & intelligenza <strong>di</strong> chiciò vede, e legge, descriverò a parte a parte ciascun <strong>di</strong> dettimembri; convenendo anche in ciò col nostro SignorFabio Colonna Linceo, quale havendo voluto (mosso dalmio avviso) far la medesima osservazione in questo animalettocosì mirabile, come poi ha fatto con ogni <strong>di</strong>ligenza,& esquisitezza col beneficio <strong>di</strong> somiglianti vetri, hatrovati gl’istessi membri nel medesimo modo da me furonoosservati, e figurati; havendo a significazione <strong>di</strong> essoSignor Fabio il tutto ancora esquisitamente osservato, e<strong>di</strong>segnato il Signor Francesco Fontana: onde feci qui inRoma intagliare in rame tre Api rappresentanti l’Arme <strong>di</strong>Nostro Signore Papa Urbano VIII. gran<strong>di</strong>, in quella formache li vetri <strong>di</strong> esso Microscopio ce li rappresentano; efeci quelli in tre varij aspetti figurare, mostrando uno laschiena, l’altro il fianco, e l’altro il petto, come si può nelfoglio già stampato vedere: acciò da ogni parte fusse il suoaspetto conosciuto: ma dopo havendolo con maggior <strong>di</strong>ligenzaesaminato, ho scoperto meglio la forma <strong>di</strong> tutto ilsuo corpo, e <strong>di</strong> ciascun suo membro, come si potrà vederenella sua figura, e descrizzione, c’habbiamo nel fine <strong>di</strong>questa Satira trasportata, per non interrompere la lettura<strong>di</strong> essa con sì lunga <strong>di</strong>gressione.” 12Anche l’illustrazione del gorgoglione del frumento,conosciuto anche come punteruolo del grano a pagina127 del Persio tradotto, raffigurato sia in forma minuscola a<strong>di</strong>mensioni naturali, sia ingran<strong>di</strong>to con il microscopio, èrisultato e prova dell’uso da parte <strong>di</strong> Stelluti del microscopiogalileano.Nel Persio tradotto si notaun’altra particolarità a <strong>di</strong>mostrazionedel valore scientifico dell’operama anche del voluto intreccio tra testoclassico filologico ed esamescientifico. Risulta con la massimaevidenza, dunque, “che nel programmadell’Accademia dei Linceinon si dava ancora il conflitto chepoi si <strong>di</strong>rà delle ‘due culture’, se accantoalla schiera centrale dei matematicie dei fisici era prevista un’adeguatarappresentanza <strong>di</strong> filologi,che è come <strong>di</strong>re umanisti e letterati,stu<strong>di</strong>osi del mondo antico nella concretezzadei suoi monumenti. Questospiega perché lo scienziato Stelluti, sebbene poi lasua sia la scienza <strong>di</strong> un uomo colto e molto meno <strong>di</strong> unautentico ricercatore, possa contemporaneamente attenderea tradurre e a commentare le <strong>di</strong>fficili Satire <strong>di</strong>Persio, inserendo nelle pagine ariose […] paragrafi <strong>di</strong>osservazioni scientifiche con alcune tavole illustrative <strong>di</strong>corredo.” 13 Numerose sono del resto le note a piè <strong>di</strong> pagina(spesso lunghissime) <strong>di</strong> contenuto scientifico a corredodella traduzione classica. Il testo “comporta unesercizio <strong>di</strong> doppia scrittura, per così <strong>di</strong>re, con la parola econ l’immagine che si controllano e si rinforzano a vicenda,[…] <strong>di</strong> giustificare stilisticamente l’inserto naturalisticonel tessuto del <strong>di</strong>scorso filologico-eru<strong>di</strong>to.” 14La minuziosa descrizione scientifica dell’ape è sapientementespezzata da riferimenti e citazioni eru<strong>di</strong>tipresi dagli autori classici: “Havendo a descriver l’Apecon tutti i suoi membri, cominceremo prima dalla testa,quale nella sommità mostra l’ossatura <strong>di</strong>visa come <strong>di</strong>calvaria humana, tutta pennuta, havendo in vece <strong>di</strong> pelile penne, come quelle degli uccelli; verso il collo n’hamaggior copia; e son <strong>di</strong> colore bianchiccio, inchinanteal giallo. Delle tre parti della testa, le due quasi sono occupatedagli occhi, quali sono assai gran<strong>di</strong>, & ovati, havendola parte più acuta dalla banda inferiore della testa.Son tutti pelosi, e li peli son <strong>di</strong>sposti a scacchiere,overo a guisa <strong>di</strong> graticola, o rete, come son’anche tuttigli altri occhi degl’insetti che volano, sembrando graticolari.D’intorno ad essi vi si vedono le ciglia con peligrossi <strong>di</strong> color d’oro: ma non senza movimento, facen-


16 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012do solamente un cerchio intorno all’occhio. Fra l’uno,e l’altr’occhio vi son due corni mobili articolati, detti daAristotele Antenne sopr’il naso situati, ciascun de’ qualiha origine da un globuletto bianco com’una perla, soprail quale ve n’è un altro semitondo, e <strong>di</strong> color rossiccio:segue poi un’articolo lungo <strong>di</strong> color bigio oscuro,& appresso un’altro articoletto rossiccio, dove l’Apepiega il corno; e poi seguitamente altri nove articoliuniformi, pur <strong>di</strong> color bigio oscuro, con alcuni minutissimipeli bianchi […] Vi resta la spina, over’ago, dettoda Latini aculeus, quale sta dentro l’estrema parte <strong>di</strong>detto corpo con uno intestino unito, tenero, e <strong>di</strong> colorbianco. Nel suo principio dov’è col detto intestino congiuntoè grossetto; ma si va poi restringendo, & assottigliandoa poco a poco fin’al fine, terminando in unapunta acutissima, come si vede nel <strong>di</strong>segno, havendovoluto figurarlo della medesima grandezza appuntoch’il Microscopio ce lo rappresenta.” 15Anche nelle note al gorgoglione (uno dei protagonistidella quarta satira) abbondano i riferimenti classici.Scrive Stelluti: “Curculio. E un picciolo animaletto cherode il frumento, detto quasi gurgulio per la gola lungach’egli ha, e da Toscani è chiamato Tonchio, e Gorgoglione.parla <strong>di</strong> questo Animale Virgilio nel primo dellaGeorgica […] Plauto ancora fa una come<strong>di</strong>a intitolataCurculio. Ma il nostro Poeta lo pone in questo luogo propene. Havendo noi <strong>di</strong>ligentemente osservato col Microscopioquesto Animaletto; e presone il suo ritratto, ci èparso molto a proposito per gusto <strong>di</strong> chi legge quivi rappresentarlo.”16 Né mancano connessioni a testi <strong>di</strong> scienziaticontemporanei. Ad esempio, Stelluti cita con riferimentoalla formazione <strong>di</strong> una “<strong>di</strong>ritta linea mirando fisamentecon un sol’occhio, segnando la con terra rosta” iltrattato De refractione optices <strong>di</strong> Della Porta, pubblicatonel 1593, “dove tratta dottissimamente <strong>di</strong> simili materieappartenenti alla vista.” 17Nonostante alcune critiche, il giu<strong>di</strong>zio dei posterisu Stelluti e il suo Persio tradotto era favorevole. AntonioMaria Salvini nella sua versione toscana delle Satire <strong>di</strong>Persio (Firenze, Manni, 1726) ne lodava l’eleganza e lasquisitezza, Camillo Ramelli nel Discorso intorno a FrancescoStelluti del 1841 ne dava un elogio lusinghiero, quasiesagerato, come del resto anche Giuseppe Gabrieli, importantebiografo dell’accademico <strong>di</strong> Fabriano, nel suocontributo Francesco Stelluti: Linceo fabrianese del 1941. 18In conclusione, è utile riba<strong>di</strong>re come per Stelluti l’osservazionedella natura fosse sempre sorretta da una emozioneestetica; il dato osservato oltre che alla mente indagatriceparla alla sensibilità dell’uomo aperto al richiamodella bellezza: “Per lo Stelluti il mondo è pieno <strong>di</strong> colori,<strong>di</strong> sapori, <strong>di</strong> odori, è uno spettacolo che l’uomo deve sapercomprendere ma <strong>di</strong> cui deve anche saper godere. […] Ilmondo per lo Stelluti è non solo oggetto <strong>di</strong> scienza e motivo<strong>di</strong> rappresentazioni artistiche, ma anche teatro in cuiavvengono fantastici avvenimenti straor<strong>di</strong>nari e fatti inconsueti,che affascinano l’immaginazione.” 19NOTE1Federico Cesi prendeva spunto per ilfuturo emblema da una lince usata in vestesimbolica sul frontespizio del testo Phytognomonica<strong>di</strong> Giovan Battista Della Portadel 1588.2FRANCESCO STELLUTI, Persio tradotto inverso sciolto e <strong>di</strong>chiarato, Roma, Mascar<strong>di</strong>,1630, p. 37, nota 2.3MARCO PALMA, Federico Cesi, in: DBI 24(1980), p. 256.4MARCO GUARDO, Galilei e il Tesoro Messicano,in: L’Ellisse, Stu<strong>di</strong> storici <strong>di</strong> letteraturaitaliana VI (2011), p. 53.5Descrizione fisica: Volume in formato4to <strong>di</strong> [24], 218, [22] pagine.6JAMES PHILIP LACAITA, Catalogue of the libraryat Chatsworth, Londra, ChiswickPress, 1879, volume I, p. xvii.7STELLUTI, 1630, c. ††4v.8STELLUTI, 1630, p. 47, nota 3.9Federico Cesi progetta sempre nel1625 l’Apiarium, un testo sulla vita degli apiin forma <strong>di</strong> una tabella sinottica per accompagnarela Melissographia.10Citato secondo l’e<strong>di</strong>zione delle Opere<strong>di</strong> Galileo Galilei (Milano, Società Tipograficade’ Classici Italiani, 1808-1811), volume1, p. 127.11STELLUTI, 1630, p. 47, nota 3.12STELLUTI, 1630, p. 47, nota 3.13EZIO RAIMONDI, La nuova scienza e la“visione degli oggetti”, in: Vittore Branca (acura <strong>di</strong>), Rappresentazione artistica e rappresentazionescientifica nel secolo deilumi, Firenze, Sansoni, 1970, p. 482.14RAIMONDI, 1970, p. 483.15STELLUTI, 1630, p. 51 e 54.16STELLUTI, 1630, p. 126.17STELLUTI, 1630, pp. 26-27, nota 1.18GIUSEPPE GABRIELI, Francesco Stelluti:Linceo fabrianese, in: Ren<strong>di</strong>conti della Classe<strong>di</strong> scienze morale e storiche, fasc. 8, serieVII, vol. II, (1941), pp. 191-233.19RENZO ARMEZZANI, Tra scienza, poesia emagia, in: Ada Alessandrini, et al., FrancescoStelluti Linceo da Fabriano, Stu<strong>di</strong> e ricerche,Fabriano, Città e Comune, 1986, p. 381.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 19BvS: FantascienzaH.G. WELLS: L’UOMOCHE VISSE NEL FUTUROStoria <strong>di</strong> un’utopia tra atomi, stelle e pianeti nei libri della BvSe signori, vogliatescusarci per l’interruzionedel nostro pro-«Signoregramma <strong>di</strong> musica da ballo, ma ci èappena pervenuto uno speciale bollettinodella Intercontinental Ra<strong>di</strong>oNews. Alle 7:40, ora centrale, il professorFarrell dell’Osservatorio <strong>di</strong>Mount Jennings, Chicago, Illinois,ha rilevato <strong>di</strong>verse esplosioni <strong>di</strong> gasincandescente che si sono succedutead intervalli regolari sul pianetaMarte. Le indagini spettroscopichehanno stabilito che il gas in questioneè idrogeno e si sta muovendo verso laTerra ad enorme velocità…».Con queste parole il 30 ottobre1938 Orson Welles cominciò la“storica” trasmissione dai microfonidella CBS dell’adattamento ra<strong>di</strong>ofonicode La Guerra dei Mon<strong>di</strong>. Ilprogramma, ispirato a uno dei più celebri romanzi <strong>di</strong>Herbert G. Wells, risultò talmente verosimile che suscitòincre<strong>di</strong>bili reazioni. La gente si riversò nelle stradefuggendo come impazzita, minacciata da una presenzaaliena mai prevista ma che viveva come reale: <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni,vandalismi, <strong>di</strong>struzioni seguirono la trasmissione.La polizia fece irruzione negli stu<strong>di</strong> dell’emittentera<strong>di</strong>ofonica per farla interrompere. Il grande attoreamericano, allora ventitreenne, ricordando l’episo<strong>di</strong>oanni dopo, durante un’intervista a Peter Bodganovich<strong>di</strong>sse: «Furono le <strong>di</strong>mensioni della reazione ad essereLAURA MARIANI CONTIE MATTEO NOJASopra: H.G. Wells (1866-1946)ritratto a Londra nel 1939.Nella pagina a sinistra,la sovraccoperta <strong>di</strong> Star Begotten(1937, London, Chatto & Windus)sbalor<strong>di</strong>tive. Sei minuti dopo cheeravamo andati in onda le case sisvuotavano e le chiese si riempivano;da Nashville a Minneapolis lagente alzava invocazioni e si laceravagli abiti per strada. Cominciammoa renderci conto, mentre stavamo<strong>di</strong>struggendo il New Jersey, cheavevamo sottovalutato l’estensionedella vena <strong>di</strong> follia della nostraAmerica».Oggi che, “grazie” al cinemama soprattutto alla televisione e allarete, siamo continuamente sottopostia “orrori quoti<strong>di</strong>ani”, a invasioni<strong>di</strong> vario tipo, vere o presunte, la cosacerto fa sorridere. Anche se, forsepensando a una reale invasione <strong>di</strong> extraterrestri,ancora oggi un brividofreddo corre lungo le nostre schiene.Ma, perché era così impressionantela Guerra dei Mon<strong>di</strong>? Chi era veramente l’autore,Herbert G. Wells? Cerchiamo <strong>di</strong> scoprirlo mentre alla<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato giunge un buon numero <strong>di</strong> primee importanti e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> opere dello scrittore inglese.Con Jules Verne (suo precursore, ma sempre accostatoa lui), Herbert George Wells (meglio conosciutocome “H.G. Wells”) è considerato fondatore della fantascienza,cioè quel genere letterario che immagina il futurofantasticando sulle sue implicite novità senza preoccuparsidella loro verosimiglianza, partendo dai risultati, avolte sorprendenti, raggiunti dal progresso tecnologico


20 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Alcuni volumi <strong>di</strong> Wells: The Crocquet Player (1936), The Food of the Gods (1904), In the Days of the Comet (1906), questiultimi e<strong>di</strong>ti a Londra da Macmillandel momento. È a lui che dobbiamo ipotesi narrativecome il <strong>via</strong>ggio nel tempo e l’invasione degli alieni, lafacoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare invisibili e i possibili agghiacciantisviluppi delle sperimentazioni genetiche (molto primadel vero dottor Mengele, seguace, involontariamentema drammaticamente, del dottor Moreau creato daWells): tutti temi che, come sappiamo, caratterizzanopesantemente la fantascienza <strong>di</strong> oggi e che, per questogenere, fanno <strong>di</strong> lui il vero capostipite.I suoi libri furono il frutto delle sue conoscenze,delle sue idee e delle sue passioni. Non si riconobbe maicome scrittore <strong>di</strong> “science fiction”, anche se coniò, perle vicende avveniristiche che raccontò, il termine <strong>di</strong>“scientific romances”. Rispetto a Jules Verne, Wellsmostrò molto più interesse per l’affermazione dellascienza e della sua verità incontrovertibile, anche rischiandoil paradosso, che non per lo sviluppo della tecnologiae delle sue applicazioni pratiche e meccaniche.E pensare che Wells (1866-1946) arrivò alla scritturaquasi per caso, dopo una grave malattia. Nato inuna famiglia <strong>di</strong> modeste con<strong>di</strong>zioni, a Bromley, citta<strong>di</strong>nache ora fa parte della Grande Londra 1 , ere<strong>di</strong>tò unagrande passione per la lettura dal padre, uomo <strong>di</strong> vastiinteressi, giocatore professionista <strong>di</strong> cricket, proprietario<strong>di</strong> un piccolo negozio <strong>di</strong> ceramiche. I proventi delleattività paterne non consentivano però alla famiglia <strong>di</strong>condurre una vita senza stenti. Per contribuire al miserobilancio familiare Herbert fu costretto a lasciare ilcollege per andare a intraprendere improbabili mestieri:aiuto tappezziere, assistente in una farmacia e bidelloin una scuola, tutti lavori che, essendogli poco congeniali,si risolvevano in bruschi licenziamenti e continueperegrinazioni. Tornato fortunatamente a scuolanel 1884, riuscì a ottenere una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso ilRoyal College of Science and Technology <strong>di</strong> Londra,dove tra i professori conobbe Thomas Henry Huxley 2che con i suoi insegnamenti lo farà <strong>di</strong>ventare un ferventesostenitore delle nuove teorie darwiniane. Dopo alterniimpieghi come insegnante, riuscirà a laurearsi apieni voti in Zoologia nel 1890.La formazione scientifica portò il giovane Wells ainteressarsi al <strong>di</strong>battito, allora in gran voga, sulle possibilità<strong>di</strong> vita negli altri pianeti del sistema solare o nell’universo.Partecipando a un convegno sul tema, tenutoal Royal College, affermò che «vi erano buone ragioniper presupporre che la superficie <strong>di</strong> Marte fosse abitatada esseri viventi»: le teorie dell’italiano Schiaparelli(1835-1910) sui canali <strong>di</strong> Marte andavano affermandosiproprio in quegli anni. Nel mondo anglosassonequeste teorie vennero poi amplificate, e <strong>di</strong>storte (grazie


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 21anche a un’errata traduzione della parola “canali” 3 ) infavore della convinzione <strong>di</strong> una presenza aliena sullasuperficie marziana, dall’astronomo statunitense PercivalLowell. Anni <strong>di</strong> grande fermento internazionale,quin<strong>di</strong>, quelli allo scadere del secolo, intorno al cielo eai suoi abitanti. Infatti Wells pubblicò The War of theWorlds nel 1897, pochi mesi dopo l’uscita del romanzodel filosofo tedesco Kurd Lasswitz 4 , Auf Zwei Planeten 5 ,che narra dell’incontro con una civiltà marziana piùevoluta e progre<strong>di</strong>ta, in questo caso benevola verso gli“arretrati” (in tutti i sensi) umani.Durante gli anni che andavano a chiudere il secolo,le menti più acute percepivano il progressivo deca<strong>di</strong>mentodel mondo antico. Tale mondo, tale civiltà troverà poila sua completa <strong>di</strong>struzione nel drammatico rogo dellaprima guerra mon<strong>di</strong>ale. Se è vero che la grande guerra sisviluppò nella seconda decade del nuovo secolo, è anchevero che le cause e le prime sensibili avvisaglie si potevanopercepire nelle inquietu<strong>di</strong>ni della fine del <strong>di</strong>ciannovesimo.Le critiche delle nuove classi emergenti verso la societàcostituita furono feroci. Non solo i proletari e i lavoratoriattaccavano il governo, ma anche la piccola e me<strong>di</strong>aborghesia stentavano a riconoscersi in una società che segnavail passo <strong>di</strong> fronte alle implicazioni e sollecitazionidello sviluppo della tecnologia.In Inghilterra si facevano strada teorie <strong>di</strong> stampo socialista,nelle quali lo scrittore si identificava pienamente.Per lui i romanzi che affrontavano il mistero <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> remotinello spazio non erano altro che un pretesto per affermarele proprie idee, per criticare la società contemporaneaispirandosi a un socialismo che oggi si <strong>di</strong>rebbe “migliorista”.In nessun’altra opera questo aspetto si vedemeglio che ne Il cibo <strong>di</strong>vino (The Food of the Gods 6 ). Pubblicatonel 1904, quando era <strong>di</strong>ffusa l’idea che la cattiva alimentazionedei poveri fosse responsabile anche della lororistrettezza <strong>di</strong> interessi e della mancanza <strong>di</strong> impegno politico,il libro racconta la storia <strong>di</strong> un cibo miracoloso, capace<strong>di</strong> trasformare gli esseri normali in giganti.Uomo <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria energia, Wells superò ogni<strong>di</strong>fficoltà, affermandosi in brevissimo tempo come scrittoree intellettuale già nei primi anni del ’900. Fece amicizia,o ebbe litigi ferocissimi, con molti intellettuali progressisti,artisti e pensatori <strong>di</strong> quel periodo inquieto cheprecedette la Grande Guerra e che, nonostante la trage<strong>di</strong>aincombente, paradossalmente va sotto il nome <strong>di</strong>“Belle Époque”. L’impegno politico si trasformò in unaAltri volumi <strong>di</strong> Wells: Kipps (1905, Macmillan), The New Machiavelli (1910, New York, Duffield & Co.), The Sea Lady(1902, London, Methuen & Co.)


22 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Illustrazione da The History of Mr. Polly (1910, London, T. Nelson) e la copertina <strong>di</strong> The War in the Air (1908, London, G. Bell)vera e propria militanza. Fautore anche dei <strong>di</strong>ritti delledonne, si schierò accanto a loro, contemporaneamentepre<strong>di</strong>cando e praticando con grande passione il liberoamore: dopo essersi sposato ancora giovanissimo con unacugina (matrimonio che naufragò in breve tempo) si sposòpoi con Amy Catherine Robbins, da cui ebbe due figli;ebbe poi lunghe relazioni con la femminista Amber Reeves,da cui ebbe la figlia Anna-Jane, e con la celebre scrittrice,anch’essa femminista, Rebecca West da cui ebbe unfiglio, Anthony. Infine fu legato per molto tempo, dal1920 con alcune pause sino alla morte, con un’amica <strong>di</strong>Gorkij, Moura Budberg 7 , cui Wells propose inutilmente<strong>di</strong>verse volte il matrimonio.Il suo comportamento <strong>di</strong>sinvolto e la sua indefessamilitanza gli attirarono l’o<strong>di</strong>o dei conservatori, che nel1906 tentarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggerlo intellettualmente conuna aspra campagna stampa.Erano gli anni del socialismo della Fabian Society,fondata dai coniugi Sidney e Beatrice Webb. Inquel periodo lo scrittore partecipò e frequentò moltidei seguaci della Society come George Bernard Shaw,Leonard Woolf e sua moglie Virginia Woolf, l’anarchicaCharlotte Wilson, la femminista Emmeline Pankhurst,il sessuologo Havelock Ellis, e inoltre EdwardCarpenter, Annie Besant, Oliver Joseph Lodge, RamsayMacDonald. Fu buon amico <strong>di</strong> moltissimi poeti escrittori come Siegfried Sassoon, Henry James, GilbertK. Chesterton, Hilaire Belloc. Negli anni ’20, conobbee frequentò anche Maksim Gorkij.Il fabianesimo 8 , caratterizzato principalmente dauno specifico pragmatismo, non fu mai un movimento rivoluzionario,ma perseguì pacificamente lo sviluppo el’evoluzione della società e delle sue istituzioni secondomodelli socialisti, proponendo alternative alla proprietà


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 23dei mezzi <strong>di</strong> produzione per porre fine al <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne economicoe agli abusi provocati dal sistema capitalistico. Isuoi rappresentanti, per quanto criticati dagli altri movimentisocialisti e comunisti internazionali, lottarono democraticamentema strenuamente fino a ottenere l’estensionedelle cure sanitarie e l’istruzione gratuita pertutti i citta<strong>di</strong>ni, come pure <strong>di</strong> far emanare una normativadettagliata delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro al fine <strong>di</strong> evitare losfruttamento dei bambini e i continui incidenti sul lavoro.Nel 1914, Wells pubblicò un importante volumedal titolo The World Set Free 9 , descrivendo in anticipo <strong>di</strong>qualche mese la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, collocandola perònegli anni Cinquanta. Ma non è solo la previsione dellatrage<strong>di</strong>a imminente a lasciare sbalor<strong>di</strong>ti: il libro è importanteperché per la prima volta compare il termine “bombaatomica”. Ispiratosi al libro The Interpretation of Ra<strong>di</strong>um10 , dello scienziato (premio Nobel 1921) FrederickSoddy, Wells vedeva nella conquista dell’energia – dallaconquista del fuoco alla conquista dell’atomo – un ruolofondamentale nell’emancipazione dell’umanità. Sarà soprattuttol’un<strong>di</strong>cesimo e ultimo capitolo del libro <strong>di</strong>Soddy a colpirlo e a riassumere anche gran parte dell’atteggiamentodel nostro scrittore verso la scienza e il progresso.Il sommario riporta alcuni degli argomenti cheSoddy affronta in questo capitolo: «… L’uranio è più meravigliosoche il ra<strong>di</strong>o – L’energia immagazzinata in unalibbra <strong>di</strong> uranio – La trasmutazione è la chiave dell’energiainterna della materia – … Le conseguenze se la trasmutazionefosse possibile – … L’uomo moderno e il problemadella trasmutazione – … L’evoluzione cosmica e lesue forze <strong>di</strong> guerra – La <strong>di</strong>sintegrazione dell’atomo comeuna sufficiente, se non primaria, risorsa <strong>di</strong> energia naturale– … Antica mitologia e ra<strong>di</strong>oattività – Il serpente Ouroboros– La “Pietra filosofale” e l’ “Elisir della vita” – La“Caduta dell’Uomo” e l’ “Ascesa dell’ “Uomo” – … Il ra<strong>di</strong>oe la lotta per l’esistenza – L’esistenza come lotta perl’energia fisica …». Abbiamo voluto <strong>di</strong>lungarci elencandoquesti temi, perché presenti nell’opera <strong>di</strong> Wells sin dagliinizi e perché sono decisivi per capire l’importanza delsuo lavoro, soprattutto per capire l’importanza stessa delgenere letterario “fantascienza”: nell’immaginare, rappresentare,denunciare quelle che potrebbero essere leconseguenze dello sviluppo tecnologico, vi deve esseresempre un richiamo alla responsabilità dello scienziato e<strong>di</strong> tutta la società contemporanea. E così La liberazione delmondo fu avvertito dai gran<strong>di</strong> fisici che si accingevano allaCopertina <strong>di</strong> Che avverrà? (Il domani del mondo), Firenze,Bemporad, 1915 (The World Set Free, 1914)sperimentazione dell’atomo e della sua energia. Il fisicoungherese naturalizzato statunitense Leo Szilard che conEnrico Fermi lavorò alla prima reazione a catena, lesse illibro <strong>di</strong> Wells nel 1932 e fu per lui fonte <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima illuminazione.E se ne ricordò quando entrò in contrastocon il potere militare prima dell’utilizzo bellico dellabomba atomica. Il libro fu moralmente altrettanto importanteper i fisici Kawarski, von Halban e Joliot che vollero<strong>di</strong>vulgare, a tutti i costi e contro tutti, i progressi e ipericoli dell’utilizzo dell’energia atomica. L’italianoFranco Rasetti, componente del gruppo dei “ragazzi <strong>di</strong><strong>via</strong> Panisperna”, <strong>di</strong>vulgò tra i suoi amici e compagni <strong>di</strong> lavorotutti i libri <strong>di</strong> Wells e Brave New World <strong>di</strong> Huxley,tanto che nella sua autobiografia scrisse, volendo «avvalorarela sua decisione <strong>di</strong> totale rifiuto nei confronti dellabomba atomica: “Credo, con H.G. Wells e Aldous Huxleyche hanno così ben espresso queste idee nei loro scrit-


24 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Astronavi alla conquista <strong>di</strong> Marte nell’interpretazione del grande illustratore <strong>di</strong> “Urania” Curt Caesar. The First Men inthe Moon (1901, London, G. Newnes) e When the Sleeper Wakes (1899, London, Harper)ti, che la stessa esistenza <strong>di</strong> nazioni sovrane, specialmentele gran<strong>di</strong> potenze, è sinonimo <strong>di</strong> guerra”» 11 .Il problema non è tanto quello <strong>di</strong> constatare quantoWells sia stato pessimista od ottimista nella sua scrittura,ma quanto egli assorbì del mondo nel quale viveva tantoda <strong>di</strong>ventare quasi un veggente. Sicuramente, come altriscrittori (e qui vorremo ricordare il nostro Malaparte), fuun attento interprete della sua società e dei meccanismiche ne regolavano lo sviluppo e la storia. Se nei primi romanzi,quelli più noti e fantascientifici, si mostrò preoccupatodell’utilizzo scriteriato della scienza da parte <strong>di</strong>personaggi faustiani preoccupati del proprio benessere ascapito <strong>di</strong> quello collettivo, nel periodo imme<strong>di</strong>atamentedopo la prima guerra mon<strong>di</strong>ale, vide finalmente nel progressoscientifico una risorsa fondamentale per migliorarele con<strong>di</strong>zioni dell’umanità. Questo ottimismo durò pe-


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 25rò poco: il tempo <strong>di</strong> prevedere l’ascesa <strong>di</strong> Hitler e il ruolodemoniaco del nazismo; tra i primi capì che l’uso sfrenatodella tecnica avrebbe portato ad armi sempre più letali edefinitive. Tra le ultime cose scritte, una frase colpisce perla sua drammaticità: «la fine <strong>di</strong> tutto ciò che noi chiamiamovita è prossima e inevitabile».«Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe credutoche le cose della Terra fossero acutamente e attentamenteosservate da intelligenze superiori a quelle degli uomini[…] Gli uomini, infinitamente sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> se stessi, percorrevanoil globo in lungo e in largo <strong>di</strong>etro alle loro piccolefaccende, tranquilli nella loro sicurezza d’esser padronidella materia. Non è escluso che i microbi sotto ilmicroscopio facciano lo stesso» (dal primo capitolo de Laguerra dei mon<strong>di</strong>).Elenchiamo ora i libri <strong>di</strong> Wells che da poco fannoparte del Fondo <strong>di</strong> fantascienza, cercando, per alcuni, <strong>di</strong>scriverne un breve riassunto.• The Wonderful Visit. London, J. M. Dent & Co.,Al<strong>di</strong>ne House, 1895; p. 251; 19,5 cm (trad. it.: La visitameravigliosa. Romanzo <strong>di</strong> H. G. Wells, con un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> AmeliaBauerle. Milano, Treves, 1908; nel Fondo è presente laristampa del 1916). Borges lo definì un “incubo in<strong>di</strong>menticabile”.La visita meravigliosa consiste nel racconto delleavventure <strong>di</strong> un angelo caduto inspiegabilmente dalla“terra dei bei sogni” nel piccolo, triste, cattivo mondo degliuomini. L’esperienza del dolore e dell’esclusione e <strong>di</strong>un progressivo sgomento vengono superati solo alla fine,nella “luce meravigliosa dell’amore e dell’abnegazione”.Uno <strong>di</strong> quei “miracoli atroci” <strong>di</strong> cui fu capace Wells, tradesolazione e speranza, sorretto dall’incrollabile fiducianella possibilità <strong>di</strong> un’emancipazione.• The Island of Doctor Moreau. London, William Heinemann,1896; p. 219; 19 cm (trad. italiana: L’ isola delle bestie.Romanzo d’avventure <strong>di</strong> G. H. Wells, con 25 illustrazioni<strong>di</strong> G.G. Bruno. Roma, Società e<strong>di</strong>trice nazionale, s.d. [maca. 1910]; presente nel Fondo). Un naufrago, dopo <strong>di</strong>verseperipezie, trova rifugio su un’isola lontana dalle rotte dellenavi, dove vivono due uomini e degli strani essƒeri. Benpresto scopre che uno dei due uomini è il famoso Dr. Moreau,noto per i suoi esperimenti sulla vivisezione. Iniziaper il malcapitato un’avventura da incubo, da cui riuscirà asalvarsi a stento. Partendo dal ruolo della scienza nella so-Alcune traduzioni dei libri <strong>di</strong> Wells presenti nel nostro Fondo <strong>di</strong> Fantascienza: La macchina del tempo (1924, Milano,Modernissima, copertina <strong>di</strong> Bazzi), L’uomo invisibile (1925, Torino, Para<strong>via</strong>, copertina <strong>di</strong> C. Nicco) e Il terrore viene daMarte (ovvero The War of the Worlds, 1953, Milano, F. Elmo)


26 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Così nel 1908 A. Robida immaginava le guerre del futuro negli abissi del mare e nel cielocietà, Wells arriva a criticare la stessa società per lo sfruttamentodell’uomo ridotto a semplice bestia.• The Invisible Man. London, C. Arthur PearsonLtd., 1897; p. 245; 19 cm (tr. italiana: L’uomo invisibile. Romanzo.Roma, Società E<strong>di</strong>trice Internazionale, s.d. [maca. 1910]; nel fondo alcune e<strong>di</strong>zioni italiane dal 1924 inpoi). Ignorato dai più, un promettente fisico, Griffin, stu<strong>di</strong>acon successo un proce<strong>di</strong>mento per rendere gli oggettiinvisibili. Sperimentato su <strong>di</strong> sé il proce<strong>di</strong>mento, cominciaad assaporare i vantaggi della sua invisibilità. Colto daun delirio <strong>di</strong> onnipotenza, non riuscirà a prevederne glieffetti negativi. Il libro ebbe, come gran parte dei romanzi<strong>di</strong> Wells, numerose trasposizioni cinematografiche; laprima è del 1933, <strong>di</strong>retta da John Whale con protagonistaClaude Rains (l’in<strong>di</strong>menticabile capitano Renault <strong>di</strong> Casablanca):lo scrittore se ne <strong>di</strong>chiarò sod<strong>di</strong>sfatto.• The War of the Worlds. London, William Heinemann1898; p. 303; 19,5 cm (trad. italiana: La guerra deimon<strong>di</strong>. Romanzo. Traduzione <strong>di</strong> A.M. So<strong>di</strong>ni. Milano,Vallar<strong>di</strong>, 1901; nel Fondo è presente però solo la primatraduzione francese e<strong>di</strong>ta a Parigi da Calmann-Levy,senza data). Del romanzo più noto <strong>di</strong> Wells abbiamodetto all’inizio; non ci resta che sottolineare che il suc-cesso lo fece oggetto <strong>di</strong> numerosi atti <strong>di</strong> pirateria e <strong>di</strong>imitazione. Già nell’anno della sua uscita, “The BostonEvening Post” pubblicò a puntate un Fighters fromMars. The War of the Worlds in and near Boston, unatrasposizione degli eventi del romanzo nel territoriodella grande città americana. Altro ideale seguito fuquello che vide il grande inventore E<strong>di</strong>son comandareuna flotta <strong>di</strong> aeronavi per portare guerra a Marte (E<strong>di</strong>son’sConquest of Mars, scritto da Garrett Putnam Servissnel 1898, e<strong>di</strong>to in volume nel 1947).• When the Sleeper Wakes. London, Harper & BrotherPublishers, 1899; p. 328; 20 cm (trad. italiana: Quandoil dormiente si sveglierà. Romanzo. Milano, Treves,1907). Con questo romanzo comincia il ciclo che Wellschiamò “Fantasie del possibile”. Il mito del dormiente,che dopo secoli <strong>di</strong> sonno si ridesta per osservare il mondoche lo circonda permette all’autore <strong>di</strong> <strong>di</strong> criticare ferocementela propria città e, quin<strong>di</strong>, la società del suo temposottolineando le degenerazioni subite dall’etica e dalla visionedel mondo dei suoi contemporanei, offrendo il pretestoper appelli e invettive destinati a influire sui lettori.• The First Men in the Moon. London, George NewnesLtd., 1901; p. 342; 20 cm (trad. italiana: I primi uomini


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 27nella Luna. Romanzo fantastico. Traduzione dall’Inglese,unica autorizzata, <strong>di</strong> Angelo So<strong>di</strong>ni. Milano, Vallar<strong>di</strong>, 1910;presente nel Fondo). Una particolare sostanza antigravitazionalepermette a due strampalati personaggi <strong>di</strong> raggiungereil nostro satellite e scoprire che è abitato. La descrizionedella società lunare consente a Wells <strong>di</strong> considerarecriticamente quella terrestre. La vicenda presente alcuneanalogie con il libro <strong>di</strong> Ulisse Grifoni, Da Firenze allestelle (Firenze, Tipografia e<strong>di</strong>trice del Fieramosca,1885; presente nel Fondo), dove una sostanza antigravitazionalepermette a tre uomini <strong>di</strong> giungere sulla Luna.Grifoni, socialista, scriverà un altro romanzo avveniristicoDopo il trionfo del Socialismo italiano. Sogno <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong>cuore (Genova, Libreria e<strong>di</strong>trice W. Frikart, 1907; presentenel Fondo). Che li abbia letti anche Wells?• The Sea Lady. A Tissue of Moonshine. London, Methuen& Co., 1902; p. 301; 20 cm (trad. italiana: La signoradel mare. Romanzo. Milano, F.lli Treves, 1908). Curiosastoria <strong>di</strong> un uomo che crede <strong>di</strong> aver salvato una donna annegata,salvo poi scoprire che si tratta <strong>di</strong> una sirena.• The Food of the Gods and How it Came to Earth.London, Macmillan and Co. Ltd., 1904; p. 317; 20 cm(trad. italiana: L’alimento <strong>di</strong>vino. Romanzo. Traduzione <strong>di</strong>Alberto Fi<strong>di</strong>. Milano, Cioffi, 1922).• Kipps. The Story of a Simple Soul. London, Macmillan& Co., 1905; p. 425; 20 cm (trad. italiana: Kipps.Storia d’un anima semplice. Unica traduzione autorizzata<strong>di</strong> Valentina Capocci. Milano, Treves, 1926).• In the Days of the Comet. London, Macmillan &Co. Ltd., 1906; p. 305; 20 cm (trad. italiana: Nei giornidella cometa. Romanzo. Milano, Fratelli Treves, 1906;presente nel Fondo).• New Worlds for Old. London, Archibald Constable& Co. Ltd., 1908; p. 355; 20 cm. Esperienza <strong>di</strong> primamano sui movimenti socialisti in Inghilterra e inAmerica.• The War in the Air and Particularly How Mr BertSmallways Fared While it Lasted. London, George Belland Sons, 1908; p. 389; 20 cm (trad. italiana: La Guerranell’aria. Romanzo. Traduzione dall’Inglese <strong>di</strong> Irma Rios,unica autorizzata. Milano, Fratelli Treves, 1909; nelfondo è presente la nuova e<strong>di</strong>zione economica del1911). Il nemico è già la Germania, le nuove battaglie sicombattono nei cieli.• Tono-Bungay. London, Macmillan and Co. Ltd.,1909; p. 493; 20 cm (trad. italiana: Tono Bungay. A cura<strong>di</strong> Chiara Vatteroni. Roma, Fazi, 2000). Quadro amaro eironico della <strong>di</strong>ssoluzione della società inglese contemporanea,con la vecchia nobiltà terriera incapace <strong>di</strong> vincerel’inerzia <strong>di</strong> un passato non più proponibile, e lanuova borghesia affarista preda <strong>di</strong> insulsa frenesie per ilNOTE1Citta<strong>di</strong>na che ospitò, negli ultimi annidella sua vita, Charles Darwin (1809-1882). Ilparticolare non è secondario, visto come ilgiovane Wells fu affascinato dalle teorie dell’evoluzionismo.2Thomas Henry Huxley (1825-1895), importantebiologo e filosofo inglese, propugnatoredelle teorie evoluzioniste <strong>di</strong> Darwine protagonista <strong>di</strong> epici scontri con la Chiesaanglicana. Egli fu nonno del biologo Julian edello scrittore e saggista Aldous, autore, tral’altro <strong>di</strong> un famoso romanzo <strong>di</strong> fantascienza,Brave New World. Questo romanzo (cheprende il titolo da una frase della Tempesta <strong>di</strong>Shakespeare “How beauteous mankind is! Obrave new world that has such people in’t!”)è, con 1984 <strong>di</strong> Orwell, uno dei più compiutiesempi della cosiddetta “<strong>di</strong>stopia” o utopianegativa nella narrativa del secolo scorso.3Il termine “canali” usato da Schiaparelliper in<strong>di</strong>care delle formazioni naturali sullasuperficie del pianeta venne tradotto con“canals”, canali artificiali e quin<strong>di</strong> oppera <strong>di</strong>un’intelligenza in questo caso aliena, anzichécon il più corretto “channels”, che in<strong>di</strong>ca,tra l’altro, proprio i canali naturali. Certo chele mappe <strong>di</strong>segnate dall’astronomo piemontesescatenarono alla fine del secolo XIX unaridda <strong>di</strong> ipotesi sulla vita extraterrestre, aprescindere dalle traduzioni, fedeli o infedeliche fossero.4Carl Theodor Victor Kurd Lasswitz(1848-1910), filosofo e matematico tedesco,fu autore <strong>di</strong> alcuni romanzi e racconti chesorprendentemente anticipano alcuni temi<strong>di</strong>ffusi nella letteratura fantastica del Novecento:dall’invasione marziana, appunto,passando alle piante del pianeta Nettuno(Sternentau. Die Pflanze vom Neptunsmond,Leipzig, Elischer, s.d.), sino alla borgesiana <strong>Biblioteca</strong><strong>di</strong> Babele, prevista quasi puntualmentenel racconto Die Universalbibliothek(1904; tradotto in italiano da F. Massimi nell’antologiaRacconti matematici, a cura <strong>di</strong> C.Bartocci, Torino, Einau<strong>di</strong>, 2006). L’idea <strong>di</strong> unabiblioteca universale che potesse conteneretutto lo scibile umano stampato su carta,


28 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012guadagno.• The New Machiavelli. New York, Duffield &Company, 1910; p. 490; 19,5 cm.• The History of Mr. Polly. London, Thomas Nelsonand Sons, 1910; p. 374; 19 cm (trad. italiana: Storia d’unuomo che <strong>di</strong>geriva male. Romanzo. Traduzione <strong>di</strong> GiampietroCeretti. Milano, Treves, 1915). Come in Kipps, nellaStoria <strong>di</strong> Mr. Polly Wells ritrae la piccola borghesia inglese,proprio quella cui si rivolgeva con i suoi romanzi.• The Country of the Blind and Other Stories. London,Thomas Nelson and Sons, [1911]; p. 574; 19 cm(trad. italiana: Il paese dei ciechi. Romanzo. Milano, E<strong>di</strong>torialeItaliana, 1945). Il racconto da cui prende il titolola raccolta, è da considerarsi un piccolo capolavoro delnostro scrittore.• The Secret Places of the Heart. London, Casselland Company, 1922; p. 311; 19,5 cm.• Men Like Gods. London, Cassell and Company,Ltd, 1923; p. 304; 20 cm (trad. italiana Uomini comedei. Milano, Mursia, 2005). Di questo romanzo (che indusseHuxley a scrivere Brave New World contro le utopicheteorie wellsiane) Wells <strong>di</strong>sse: «… non fu un gransuccesso, scritto in quel momento in cui mi ero stancato<strong>di</strong> parlare attraverso <strong>di</strong>vertenti parabole a un mondoimpegnato a <strong>di</strong>struggersi».• The Dream. A Novel. London, Jonathan Cape,[1924]; p. 320; 20 cm. Nell’epilogo Wells si interrogasenza risultato sulla immortalità dell’uomo e sulla sopravvivenzadei ricor<strong>di</strong> alla morte.• The Way the World is Going. Guesses & Forecast ofthe Years Ahead. 26 Articles & Lectures. London, ErnestBenn Ltd, 1928; p. 301; 19 cm. Wells prevede in questolibro la nascita della Lega delle Nazioni e, considerandole circostanze del 1927 simili in tutto per tuttoa quelle del 1907, una imminente nuova guerramon<strong>di</strong>ale.• The Crocquet Player. London, Chatto & Windus,1936; p. 81; 19,5 cm (trad. italiana: Il Giocatore <strong>di</strong> Croquet.Con introduzione <strong>di</strong> Mario M. Rossi. Roma, E<strong>di</strong>zioniLeonardo, 1947).• Star Begotten. A Biological Fantasia. London,Chatto & Windus, 1937; p. 198; 19,5 cm (trad. italiana:Gli astrigeni. Latina, L’Argonauta, 1989). Se ne La guerradei mon<strong>di</strong> del 1898, Wells aveva descritto i marzianicome crudeli invasori, in questo romanzo rivede il suogiu<strong>di</strong>zio descrivendoli come esseri superiori volti al benedella razza umana. Il libro è de<strong>di</strong>cato all’amico WinstonSpencer Churchill.prende corpo per Lasswitz in precise formulematematiche e può essere riassunta nelleparole <strong>di</strong> uno dei protagonisti del breve racconto,il professor Wallhausen: «… il numero<strong>di</strong> possibili combinazioni <strong>di</strong> un dato numero<strong>di</strong> lettere è limitato. Perciò tutta la letteraturapuò essere stampata in un numero finito <strong>di</strong>volumi». Sarebbe utile indagare a fondo suquanto lesse Borges nel suo primo soggiornoeuropeo e cosa lo colpì della cultura europea:forse si potrebbero fare altre scoperte interessantie aiuterebbe rivisitare autori apparentementeminori come Lasswitz.5Auf zwei Planeten. Roman in zwei Büchern,Weimar, Felber, 1897 (non presentenel nostro fondo).6The Food of the Gods and How it Cameto Earth. London, Macmillan and Co. Ltd.,1904; p. 317; 20 cm; ora nel nostro Fondo.7La contessa russa Moura (Maria Ignatievna)Zakrevskaya (conosciuta anche comecontessa Beckendorff o baronessa Budberg,1891-1974), vide il primo marito, Johannvon Beckendorff, alto <strong>di</strong>plomatico fedeleallo Zar, cadere sotto i colpi <strong>di</strong> un conta<strong>di</strong>no.Dopo l’assassinio, si legò al <strong>di</strong>plomaticoinglese Bruce Lockhart. Divenne poi segretariae compagna <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> Maxim Gorkijsino a quando lo scrittore non tornò definitivamentein Russia nel 1933 (a lei è de<strong>di</strong>catala celebre Vita <strong>di</strong> Klim Samghin, 1925). Daquel momento visse con H.G. Wells. Appartenenteal genere delle femmes fatales, inauge nella Belle Époque, Moura, per la sua vitaavventurosa e per le sue frequentazioni,ma anche per i sospetti, forse fondati, <strong>di</strong> cuifu oggetto, venne chiamata la “Mata Hari <strong>di</strong>Russia”.8Il movimento prendeva il nome daQuinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore,che preferì sempre adottare, contro ilnemico, nello specifico Annibale e i cartaginesi,una strategia <strong>di</strong> logoramento delle sueforze, piuttosto che un violento confronto<strong>di</strong>retto.9The World Set Free, London, Macmillan,1914; purtroppo non presente nel nostroFondo.10The Interpretation of Ra<strong>di</strong>um…, NewYork, G.P Putnam’s Sons; London, John Murray,1909.11Vincenzo Cioci, Science fiction e realtà:La liberazione del mondo <strong>di</strong> H.G. Wells e il suoinflusso sugli scienziati atomici, in Atti del VIConvegno sulla Comunicazione della Scienza…,a cura <strong>di</strong> N. Petrelli, D. Ramani, G. Sturloni;Milano, Polimetrica, 2007.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 29inSEDICESIMOTEATRO DI VERDURE – CATALOGHI – SPIGOLATURE –RECENSIONI – MOSTRE – ASTEVALENTINA CORTESE,UNA VITA INIMITABILE.Dalla campagna <strong>di</strong> Agnadello a Hollywood<strong>di</strong> sonia corainConversazione a cuore apertocon l’ultima grande <strong>di</strong>vadel panorama culturale italianoValentina Cortese è reduce dauna applau<strong>di</strong>tissima Serata alTeatro <strong>di</strong> Verdura (giovedì 21giugno), curata da Antonio Zanoletti,attore e regista, suo grande amico. Ilpubblico, rapito, ha potuto ascoltare iracconti <strong>di</strong> vita della straor<strong>di</strong>nariaSignora del Teatro e del Cinema Italiano,tratti dalla sua autobiografia e<strong>di</strong>ta daMondadori Quanti sono i domanipassati.Signora Cortese lei èconsiderata l’ultima grande <strong>di</strong>vadel teatro italiano. Cosa pensa<strong>di</strong> questa definizione?Non mi ci vedo, ma sto al gioco.È una maschera che mi protegge. Iosono timida, sai… (ride)E poi la gente adora sognare e noiattori siamo parte <strong>di</strong> quei sogni chedopotutto non fanno male. Io hogrande rispetto del mio pubblico.Lei indossa sempre abiti dasogno, che paiono quasi opere d’arte.È sempre <strong>di</strong> un’eleganza raffinata.Qual è il suo rapporto con la moda?INFORMAZIONITutti gli Incontri al Teatro <strong>di</strong>Verdura - Libri in scena 2012 sono aIngresso liberoSENZA PRENOTAZIONEfino ad esaurimento postiPer questioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico siinvitano gli spettatori a presentarsiin <strong>via</strong> Senato 14 non prima delleore 20.30, orario <strong>di</strong> apertura delportone.L’accesso è consentito solo finoall’inizio degli IncontriIn caso <strong>di</strong> pioggia gli Incontrisaranno sospesiPer informazionitel 02.76020794www.biblioteca<strong>di</strong><strong>via</strong>senato.itA sinistra: foto ine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Valentina Cortesea 17 anni: il primo servizio fotograficorealizzato in vista della partenza per Roma,dove debutta nel CinemaNegli anni amici stilisti mi hannovestita con abiti splen<strong>di</strong><strong>di</strong> e li ringrazio.Per me un abito deve riuscire adesprimere quello che una persona hadentro. Questa è la moda, per me.L’abito è la continuazione <strong>di</strong> quello chesiamo.È parte della nostra personalità il vestirein un certo modo. Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ciò cheindosso, però, io sono una personamolto semplice e alla mano. Mi piaceparlare nel mio <strong>di</strong>aletto lombardo, peresempio. Sono legata profondamentealle mie origini conta<strong>di</strong>ne. Il foulard cheporto sempre in testa è infatti unomaggio alle conta<strong>di</strong>ne della miainfanzia, che lo indossavano perproteggersi dal sole.Lei ha avuto un’infanzia dura,che molti leggendo la suaautobiografia non si aspettavano. Leiha sofferto la fame…Ho avuto l’infanzia <strong>di</strong> quasi tutti iconta<strong>di</strong>ni della mia generazione: siaveva poco, ma quel poco bastava per


30la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Sopra: Valentina Cortese e Antonio Zanoletti al Teatro <strong>di</strong> Verdura – Libri in scena 2012essere contenti. Ma ho avuto ancheun’infanzia molto felice: a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>per i campi, seguendo i miei fratelli “<strong>di</strong>latte”, la mamma Rina che mi ha volutobene come se fossi figlia sua, il papàGiuseppe che per primo ha costruito perme nel fienile un teatrino con i sacchi,le assi <strong>di</strong> legno e le vecchie panche dellachiesa, dopo il mio <strong>di</strong>sastroso “debutto”con la recita della poesia <strong>di</strong> fronte alVescovo <strong>di</strong> Cremona. Queste sono coseche ti restano dentro e che fanno <strong>di</strong> teuna persona autentica: nella miainfanzia ciò che ho imparato è cercarela verità dentro le persone.La povertà materiale si sopporta,è quella spirituale e interiore la verapovertà. E da quella cara Sonia non siguarisce, ricordalo.Invece della sua “vera”famiglia che ricor<strong>di</strong> ha?Della zia Olga, che poi era la miavera e giovanissima mamma, non hoquasi nessun ricordo. L’ho vista solo duevolte durante la mia infanzia.Profumava <strong>di</strong> fiori ed era bellissima, maera una bellezza fredda, che mi mettevain soggezione. Quando sono venuti aprendermi e mi hanno portato <strong>via</strong> dallamamma Rina per me è stata una piccolatrage<strong>di</strong>a. Vivevo in una casa più bella,certo, avevo bei vestiti, e i nonni torinesierano adorabili con me, ma sentivosempre la mancanza <strong>di</strong> qualcosa….Forse questo era dovuto alla mia indoleda “fuggitiva”.Indole da “fuggitiva”?Sì, da sempre mi contrad<strong>di</strong>stingueuna certa inquietu<strong>di</strong>ne, la voglia <strong>di</strong>andare <strong>via</strong>, fuggire, vedere oltre. Unavolta mi sono infilata in una carovana<strong>di</strong> zingari in partenza dalla miacampagna, mi ha riportata a casa ilmugnaio. Un’altra volta, in vacanza aLivorno coi nonni, sono scappata dallaspiaggia alla volta della stazione perandare a prendere lo zio Vincenzo.Peccato che io non lo avessi mai visto lozio, che non avessi idea <strong>di</strong> dove fosse lastazione e che avessi 8 anni! Di ritorno,tutta orgogliosa, con lo zio, c’erano dueCarabinieri che mi aspettavano e tuttiche piangevano. Quella volta ne hoprese tante dalla nonna, ma così tanteche ancora me le ricordo! Però ha fattobene, me le sono meritate.Poi c’è la volta che sono fuggitada Hollywood, ma quella è un’altrastoria.Una storia che <strong>di</strong>mostra la suaforza <strong>di</strong> carattere e la sua onestà.Altre attrici, con una carriera nellasfolgorante mecca del cinema, nonavrebbero avuto la sua forza, noncrede?Darryl Zanuck, il padrone della20th Century Fox, era un esserespregevole, che tentò <strong>di</strong> approfittarsi <strong>di</strong>me ad una delle mega-feste organizzatea Hollywood. Gli gettai in faccia unbicchiere <strong>di</strong> whisky, con una forza e unagioia che non scorderò mai. Mi chiamò ilgiorno dopo <strong>di</strong>cendomi che avrebbepotuto fare <strong>di</strong> me la più grande stella delcinema mon<strong>di</strong>ale, ma che volendo


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 31poteva <strong>di</strong>struggermi “just like that”. Glirisposi che io VOLEVO essere <strong>di</strong>strutta“just like that”. Hollywood era un mondoa parte, indescrivibile a parole: pieno <strong>di</strong>artisti veri, gente bellissima e dal grandecuore da Greta Garbo, il mio mito, a JoanCrawford, da Marilyn Monroe a MarleneDietrich, da Cary Grant a Charlie Chaplintutti amici a me molto cari.Con questo non voglio <strong>di</strong>re che igran<strong>di</strong> stanno solo a Hollywood! Ancheil cinema italiano ha registi e interpretida fare invi<strong>di</strong>a al mondo intero.Lei ne è un esempio, infatti.No, non io, intendo <strong>di</strong>re gli artisticoi quali ho avuto la fortuna <strong>di</strong> lavorare:Federico Fellini, per esempio, con cui hogirato Giulietta degli spiriti, che veniva acasa mia ad ore inaspettate per mangiarei piccioni cucinati dalla mia cuocaFrancesca. E Franco Zeffirelli, che per meè un fratello. Con lui ho girato filmin<strong>di</strong>menticabili, il mio adorato Franco, miscalda il cuore ogni volta che lo sento.dei passi sulle assi <strong>di</strong> legno mi fa sentireviva, mi riporta alla mia infanzia.Lavorare con Giorgio è stato cometornare a casa, in una casa che nonavevo mai abitato prima, eppure era lìper me, ed era mia, e io lo sapevo, losapevo nell’anima.Giorgio <strong>di</strong>rigeva e tutti noi ciperdevamo in quella magia. Passavanole ore e nessuno <strong>di</strong> noi sentiva lastanchezza. Quante volte abbiamo fattomattina al Piccolo Teatro, “quel” PiccoloTeatro… tutti persi nella magia dell’arte<strong>di</strong> Giorgio. Lui aveva l’entusiasmo e ilcandore <strong>di</strong> un bambino, lo metteva inogni cosa che faceva. Non a caso amavatanto il Natale, proprio per il suo spirito<strong>di</strong> eterno fanciullo che guarda la vitacon apertura e stupore. Non possoancora credere che se ne sia andato ilgiorno <strong>di</strong> Natale. (gli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> occhiverde-azzurri della signora Cortese siinumi<strong>di</strong>scono al pensiero)Giorgio Strehler è stato unodei gran<strong>di</strong> amori della sua vita. Maci vuole raccontare come è stato ilsuo primo amore?L’amore io l’ho conosciuto per laprima volta a Stresa, dove ero invacanza coi nonni e avevo deciso <strong>di</strong>allestire con alcuni amici quattrospettacoli durante i giorni <strong>di</strong> riposo delteatro citta<strong>di</strong>no. Andavamo a vendere ibiglietti per la nostra piccola compagniaed ecco che ci imbattiamo in tre signori<strong>di</strong>stinti. Ero certa che sarebbero venutiad assistere al nostro spettacolo, einfatti fu così. Erano tre importantiuomini <strong>di</strong> spettacolo, uno dei quali eraVictor De Sabata. Victor si appassionòtalmente tanto alla cosa che seguìSotto: foto ine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Valentina Cortese nel suo appartamento <strong>di</strong> MilanoLei ha “quasi” vinto un Oscarper Effetto Notte <strong>di</strong> FrançoisTruffaut.Non lo vinsi perché il film era giàuscito e gli attori non potevano esserecan<strong>di</strong>dati l’anno successivo. Lo vinseIngrid Bergman, che davanti a tutti allaconsegna <strong>di</strong>sse “questo Oscar non miappartiene. Appartiene a ValentinaCortese. Alzati Valentina”…. , fu unmomento incre<strong>di</strong>bile, adorabile Ingrid…(si commuove alle lacrime al ricordo)In Italia lei è ricordatasoprattutto per il teatro. Le sueinterpretazioni al Piccolo Teatrocome ne Il giar<strong>di</strong>no dei ciliegi con laregia <strong>di</strong> Giorgio Strehler sono unpezzo in<strong>di</strong>menticabile dellastoria del teatro non solo italiano.Il teatro è per me un bisogno, unanecessità. È come l’aria. La sensazione


32 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012<strong>di</strong> essere stata molto fortunata adafferrare e seguire questi fili invisibili, oforse la fortuna, il caso ha volutobaciare proprio me più <strong>di</strong> altri. Victor mi<strong>di</strong>ceva che il caso è quando Dio agiscein incognito. Cerco sempre il Divinonelle cose, nelle persone, nella natura, innoi, in me…In tutti i ruoli che ho interpretatoho sempre messo parte della mia vita,ma nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni sono mestessa, sempre, e nei personaggi cui hodato un volto e un’anima sicuramentec’è una parte <strong>di</strong> Valentina e in mequalcosa <strong>di</strong> loro… il teatro è vita!Sopra: foto ine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Valentina Cortese con Giorgio Strehler durante le prove de Il giar<strong>di</strong>no deiciliegi <strong>di</strong> Čechov al Piccolo Teatro (1975)anche tutte le prove, dandomi consiglipreziosissimi. Un giorno mi <strong>di</strong>sse “tu seil’alba della mia vita”…Victor… il mio primo grandeamore, è stato anche colui che mi hafatto capire cos’è veramente la musica,mia prima grande maestra, e mi hainsegnato che per fare le cose nel modogiusto occorre stu<strong>di</strong>are, imparare,e leggere, leggere. Aveva occhi profon<strong>di</strong>e sguar<strong>di</strong> dolcissimi, del colore del mare.Mi ha molto amata, fino all’ultimo deisuoi giorni e io l’ho adorato e lo adoroancora, con tutta me stessa.Nella sua straor<strong>di</strong>naria vita leiha girato tutto il mondo, ha vissutoin tanti luoghi <strong>di</strong>versi, ma è sempretornata a vivere a Milano. Perché?Perché qui a Milano viveva CarloDe Angeli, che ho sposato. Carlo… unuomo <strong>di</strong> altezze morali ineguagliabili.Ma io amo molto <strong>via</strong>ggiare, vederee vivere posti nuovi… deve essere la miaindole da fuggitiva che ancora oggi si fasentire. Però amo anche tornare a casa,nel luogo che sento mio. Milano l’hoconosciuta quando avevo più o meno seianni: ci trasferimmo in città, perché papàGiuseppe voleva dare una vita migliore aisuoi figli, con un lavoro da spazzinomunicipale. A me mancavano i campi egli spazi aperti, la povertà <strong>di</strong> città era piùdesolante <strong>di</strong> quella della campagna. Digiorno seguivo incantata le figure umaneche popolavano una Milano che ormainon esiste più: ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> caldarroste,cinesini che vendevano le cravatte,spazzacamini in cerca <strong>di</strong> lavoro. Finiti icompiti andavo a giocare allo zoo deigiar<strong>di</strong>ni pubblici <strong>di</strong> <strong>via</strong> Palestro con treamichetti. Giocavamo sempre aipellerossa. Uno <strong>di</strong> questi bambini, che miprendeva in giro perché parlavo solo<strong>di</strong>aletto, lo ritrovai molti anni dopo alPiccolo: era Giorgio Strehler. Come ècuriosa la vita!Quanto c’è <strong>di</strong> teatro nellavita? E quanta vita c’è nel teatro?La vita è fatta <strong>di</strong> tanti fili invisibiliche si intrecciano tutti tra loro. Io credoPerché ha deciso <strong>di</strong> scrivere unlibro che raccontasse <strong>di</strong> sé, della suavita?Evidentemente perché sono una<strong>di</strong>va vanitosa. (ride) La verità è che hosentito l’esigenza <strong>di</strong> scrivere, per fareor<strong>di</strong>ne nella mia vita e anche in parte sì,perché non voglio che tutto vada<strong>di</strong>menticato e quin<strong>di</strong> perduto. Amomolto i libri e credo nell’importanzadella parola scritta: tutto il grandeteatro viene dalla parola scritta e noisiamo i messaggeri <strong>di</strong> quella parola.Senza i libri il mondo sarebbe un luogotroppo arido per essere sopportabile.Bisogna che qualcosa <strong>di</strong> noirimanga, <strong>di</strong> tutti noi. Perché in ognunoc’è una storia che merita <strong>di</strong> essereraccontata e ricordata.Signora Cortese quanti sono idomani passati?Quanti sono non lo so. Alla sogliadei novant’anni ho imparato a nonguardare troppo al passato che nonpuoi cambiare, e del mio non cambiereiniente. E non guardo nemmeno troppoal futuro. Io guardo al presente, io vivo“il qui e ora”. Ringrazio la vita per ognigiorno che mi regala.(sorride e i suoi occhi ti regalanouna luce indescrivibile, grazie Valentina!)


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 33INCONTRI AL TEATRO DI VERDURALibri in scena 2012. Prossimi appuntamentia noi stessi.È quin<strong>di</strong> forse il <strong>via</strong>ggio della nostravita, alla ricerca <strong>di</strong> noi stessi e del sensostesso del nostro <strong>via</strong>ggiare.• Giovedì 19 <strong>luglio</strong>PIRANDELLO E LA LUNANovelle tra verismo e metafisicacon Antonio ZanolettiUn <strong>via</strong>ggio dentro alcune novelledell’autore siciliano che, partendo da unascrittura isolana legata alla Madre Terra,<strong>via</strong> <strong>via</strong> se ne allontana con atmosferesempre più rarefatte e misteriche, legateai miti lunari. È il cerchio dell’eternoritorno, il mito dei legami viscerali, sacrali,iniziatici.• Mercoledì 25 <strong>luglio</strong>IL CLAVICEMBALOVERDEpresenta Enrico Beruschi inASPETTANDO VERDI A MILANODigressioni, pensieri, parole “in-canto”Precursore delle celebrazioni inonore del grande Maestro, EnricoBeruschi, con giovani promesse della lirica,presenta una serata in cui scoprire aspettie luoghi ine<strong>di</strong>ti che uniscono Ver<strong>di</strong> aMilano.Dal volume <strong>di</strong> Giancarla Moscatelli,A Milano con Ver<strong>di</strong>, ed. Curcilibri.• Mercoledì 1 <strong>agosto</strong>CARTOLINE DA MONDO PICCOLOVita, morte e miracoli letterari <strong>di</strong>Giovannino Guareschicon Enrico Beruschie Alessandro Gnocchi, scrittoreLa vita e l’opera dell’inventore <strong>di</strong>don Camillo attraverso la lettura dei suoiracconti più belli. Per tornare a sorridere eper imparare a commuoversi.• Giovedì 6 settembreil MUSEO IMMAGINATOl’arte raccontata da Philippe DaverioLa nostra visione della storiadell’arte è ancora ottocentesca, io mi<strong>di</strong>verto a cambiare i punti <strong>di</strong> vista. Sono igiochi <strong>di</strong> uno che guarda al passato percapire il presente e il presente è quello cheinteressa veramente a tutti.— Philippe DaverioIl Museo Immaginato è il luogodove le muse possono seguire l’ipotesi <strong>di</strong>un’idea, è il percorso <strong>di</strong> un saltimbanconel quale la conoscenza si muove nellabirinto delle associazioni <strong>di</strong> epoche<strong>di</strong>verse che entrano tutte in confronto inun passato contemporaneo.Ognuno <strong>di</strong> noi possiede nellestratificazioni del cervello e dell’anima ilsuo museo ideale, che muta al mutaredell’attimo che stiamo vivendo. Perciòattenzione! Quello che visiterete in questaserata è il Museo Immaginato delprofessor Daverio, perché «passare due orecon chi sa è più utile che passare duemesi in biblioteca».• Giovedì 13 settembreIO SONO NESSUNODissertazioni, azioni poetiche econsiderazione sull’O<strong>di</strong>ssea <strong>di</strong> Omerocon Corrado d’Elia«Narrami, o Musa, dell’uomo dall’agilemente, che tanto vagò, dopo che <strong>di</strong>strussela sacra città <strong>di</strong> Troia.»Ulisse è l’eroe che incontra luoghi epopoli dai nomi strani, <strong>di</strong>vinità litigiose econdottieri valorosi durante il suo <strong>via</strong>ggio,che <strong>di</strong>venta desiderio <strong>di</strong> rielaborare larealtà in forma <strong>di</strong> racconto, percomprenderne il significato in vista delfuturo.Un <strong>via</strong>ggio che è soprattuttonecessità <strong>di</strong> “tornare a casa”, al desiderio<strong>di</strong> coerenza, <strong>di</strong> privato inteso come ritorno• Martedì 18 settembreVOLUMI & UTOPIAa cura <strong>di</strong> Gianluca MontinaroSULLA LIBERTA’con Carlo Carenasaggista e collaboratore de Il Sole 24 OreUn percorso <strong>di</strong> riflessionesull’in<strong>di</strong>viduo, la <strong>di</strong>gnità e il valoreformativo dell’esperienza culturale,prendendo spunto da alcuni fra i piùimportanti scritti <strong>di</strong> Erasmo da Rotterdam,padre dell’Umanesimo europeo.Testo <strong>di</strong> riferimento:E. Roterodamus, De libero arbitrio Diatribe.Basileae apud Ioannem Frobenium,anno 1524. Mense septembri.• Mercoledì 19 settembreVOLUMI & UTOPIAa cura <strong>di</strong> Gianluca MontinaroBELLEZZA E LIBERTA’con Stefano Zecchi,Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Estetica,Università Statale MilanoIl pensiero crociano, nel qualela Storia assume valore perché procedesempre verso una più ampia realizzazionedella Libertà, e le riflessioni sull’estetica(ovvero sull’oggettività del bello),si intrecciano <strong>di</strong>segnando una nuova<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> consapevolezzadell’in<strong>di</strong>viduo.Una filosofia che ha tutti i caratteriper essere l’antidoto ai mali dei nostrigiorni. Una riflessione su come viveremeglio, una speranza per un futuromigliore.Testo <strong>di</strong> riferimento:B. Croce, Aesthetica in nuce,Milano, Vanni Scheiwiller, 1966(ed. a tiratura limitata, n. 60/200)


34la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012IL CATALOGODEGLI ANTICHILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> annette popel pozzoPLACCHETTE – PLAQUETTESLibreria Antiquaria Gozzini,FirenzeLa Libreria Antiquaria Gozzini <strong>di</strong>Firenze – tra le più antiche librerieantiquarie italiane – tiene il passo con itempi presentando cataloghi e percorsivirtuali sul proprio sito. Un bell’esempioè infatti il catalogo on-line delle“Placchette” con una scelta <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni eban<strong>di</strong> rari.Segnaliamo due e<strong>di</strong>zioni legateinsieme e stampate rispettivamente nel1552 e 1553 dal fiorentino LorenzoTorrentino sulla tassazione <strong>di</strong> alimenti,cioè la Legge prima sopra la gabelladelle farine e la Legge seconda sopra lagabella delle macine. Entrambi testi –come succede spesso con pubblicazionioccasionali – non sono soltanto rari conpochissime copie censite nellebiblioteche italiane, ma la miscellaneaofferta da Gozzini si presenta inoltre inuna insolita legatura <strong>di</strong> riuso ricavatoda un manoscritto su pergamena (€1.000). Al colophon <strong>di</strong> entrambi e<strong>di</strong>zionitro<strong>via</strong>mo inoltre i nomi dei pubbliciban<strong>di</strong>tori: Tommaso <strong>di</strong> BernardoCorteccia e Domenico Barlachi.Soprattutto l’ultimo fu rinomato nelCinquecento fiorentino perché svolseoltre al ban<strong>di</strong>tore l’attività “più spigliatae non meno impegnativa <strong>di</strong> arguto evivace animatore <strong>di</strong> allegre brigate”, conil suo nome entrato nella storia delteatro, visto che “nel 1548, in occasionedei festeggiamenti in onore <strong>di</strong> Enrico II,che si svolsero a Lione, insieme a unacompagnia <strong>di</strong> Fiorentini mise in scena laCalandra del Bibbiena, inaugurando cosìla gloriosa tra<strong>di</strong>zione dei comici italianiin Francia” (DBI 6, pp. 398-399).Raro anche il canto nuzialeofferto dal canonico <strong>di</strong> San Lorenzo inDamaso, Cosimo Gaci, Epitalamio nellenozze de’ serenissimi il s. principe <strong>di</strong>Mantova et la signora principessaLeonora de Me<strong>di</strong>ci (Firenze, GiorgioMarescotti, 1584, € 800). Il testocensito in sole quattro copie in Italia(E<strong>di</strong>t 16) presenta la cornicearchitettonica con lo stemma dei Me<strong>di</strong>ciin alto e la veduta <strong>di</strong> Firenze in basso,usata spesso in e<strong>di</strong>zioni torrentiniane.Giorgio Marescotti, in realtà d’originefrancesce, giunse Firenze attorno al1553, probabilmente su chiamata <strong>di</strong>Torrentino stesso, che non riuscì atrovare a Firenze personale adeguatoper la sua tipografia. Subentrato nellatipografia dopo la morte <strong>di</strong> Lorenzo,Marescotti acquistò nel 1570 infatti unaparte del materiale tipografico dellostampatore ducale Torrentino.Libreria GozziniVia Ricasoli, 49-103r - 50122 Firenzehttp://www.gozzini.it/Placchette/index.htmlCARATTERI TIPOGRAFICI,CALLIGRAFIA ED EDIZIONIDI PREGIOListino 3-2012,Libreria Alberto Govi, ModenaBen nutrita si presenta la sezionedei titoli calligrafici nell’ultimo catalogoon-line dello stu<strong>di</strong>o bibliograficomodenese. Oltre a una copia dellaseconda e<strong>di</strong>zione aumentata dellacelebre Opera <strong>di</strong> Vespasiano Amphiareo,che fu ristampata numerose volte nelcorso del Cinquecento (Venezia, Giolitode Ferrari, 1554, con tre tavole in piùrispetto alla princeps del 1548; numero1, venduto) segnaliamo il Nuovo saggio<strong>di</strong> caratteri moderni in vari i<strong>di</strong>omi nellesue proprie e vere forme dell’intagliatoreromano Marco <strong>di</strong> Pietro (Firenze, NiccolòPagni, 1802; legatura posteriore incartone marmorizzato, numero 5,€ 1.200). L’e<strong>di</strong>zione che consiste in 12carte calligrafiche compresi ilfrontespizio e la de<strong>di</strong>ca calligrafica infine non viene censita nell’ICCU onell’OCLC. Apparentemente l’unica altracopia conosciuta è quella censita nelrepertorio calligrafico <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>oBonacini. Difficilmente da in<strong>di</strong>viduaresul mercato è anche la prima e<strong>di</strong>zionedel primo campionario <strong>di</strong> caratteri dellaImprenta Real <strong>di</strong> Spagna, stampato nel1799 a Madrid con il titolo Muestras delos punzones y matrices de la letra que sefunde en el obrador de la Imprenta Real(copia marginosa su carta forte inlegatura coeva in mezza pelle; numero9, € 5.600).La pubblicazione si basa sull’operaMuestra de los nuevos punzones ymatrices del 1787 contenente i caratteri<strong>di</strong>segnati e incisi da Geronimo Gil per la<strong>Biblioteca</strong> Real. Apparentemente noncensita è l’e<strong>di</strong>zione Instruzione performare, istu<strong>di</strong>are, ed altrui comunicarela tavola delli caratteri o lettere che si<strong>di</strong>cono dell’Alfabeto o Croce Santa, aduso degl’Italiani per leggere il lor volgareed il latino e molto più per formarsi asaper scrivere, ed istamparecorrettamente (Arezzo, Michele Bellotti,1754; numero 10, € 250), consistentein un bifolio in 4to stampato soltantonella parte interna.La rara placchetta fornisce ragguaglisull’uso corretto delle vocali “i” e “u” edelle consonanti contigue “j” e “v”.Libreria Alberto Govi <strong>di</strong> Fabrizio GoviVia Bononcini, 24 - 41124 Modenahttp://www.libreriagovi.com/uploads/news/Listino%203-2012.pdf


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 35IL CATALOGODEI MODERNILibri da leggereper comprare libri<strong>di</strong> matteo nojaL’ESTATE DELLE AVANGUARDIELibrairie Lecointre DrouetCatalogue Avant-gardes et architectureL’estate non è stagione favorevoleper i cataloghi e quin<strong>di</strong> dobbiamofare <strong>di</strong> necessità virtù. La libreria pariginaLecointre Drouet però ci giunge insoccorso in<strong>via</strong>ndoci telematicamente uncatalogo sulle avanguar<strong>di</strong>e che presentaalcune curiosità.Veramente curioso è La Nuitdu 13 Mai 68 <strong>di</strong> J. Gerz, J.-F. Bory e A.Hubschmid, una sorta <strong>di</strong> enciclope<strong>di</strong>a deifatti che caratterizzarono il maggioparigino costituita da un astuccioquadrato del formato <strong>di</strong> un LP checontiene due <strong>di</strong>schi che hanno ritagliatedelle finestre e sono montati su uncartoncino stampato. Uno, su carta gialla,ha il titolo Réaction, e l’altro, su cartaarancione, ha il titolo Révolution:girandoli, attraverso le finestre è possibileleggere notizie dei fatti più importantie vedere le fotografie del maggio ’68(Paris, Agentzia 3, 1968; 2 <strong>di</strong>schi, 600 €).Dell’artista danese Asger Jorn(1914-1973, fondatore del gruppoCO.BR.A. e dell’InternationaleSituationniste) il catalogo ci offre duevolumi d’artista. Il primo è Pour la forme(Paris, Internationale Situationniste,[1958]; con una litografia originale<strong>di</strong> G. Debord dal titolo Naked City;tiratura <strong>di</strong> 750 copie; p. 136, 1.200 €).Il volume raccoglie una serie <strong>di</strong> scrittidel periodo dal 1954 al 1957, apparsiin varie occasioni, che costituisconola testimonianza del percorsosperimentale dell’artista dall’attivitàlegata alla rivista “Cobra” sino allafondazione dell’InternazionaleSituazionista. Il secondo libro che vedeprotagonista l’artista daneseè Mémoires, ed è anche il secondorealizzato dall’accoppiata Asger Jorne Guy Debord (avevano già collaboratodue anni prima per il libro Fin deCopenhague, stampato in 200 copie daPermild & Rosengreen, 1957). Mémoires(il cui titolo completo è Mémoires -Structures portantes d’Asger Jorn)è famoso per avere la copertina in cartavetrata. Debord volle che fosse<strong>di</strong>stribuito in forma privata. Solonel 1993 concesse all’e<strong>di</strong>tore J.J. Pauvert<strong>di</strong> pubblicarne la ristampa,cui aggiunse un nuovo testo dal titoloAttestation dove giustificava la suadecisione (Copenhague, InternationaleSituationniste, 1959. p. 64, 3.800 €).Tra le testimonianze italianeofferte nel catalogo un insieme <strong>di</strong>pubblicazioni del Gruppo ’70, compostotra gli altri da Eugenio Miccini,Giuseppe Chiari, Lamberto Pignotti.Si tratta <strong>di</strong> cataloghi e piccoli manifestidelle manifestazoni curate dal Gruppoalla metà degli anni Sessanta tra cui:“Sylvano Bussotti”, “Frasne<strong>di</strong>” [1965],“Cartella ’70” [1965], “Mostra Luna-Park”[1965], “Alechinsky” [1965], “Malquori”[1966], “Poesie e No” [1966], “Mostradei pittori del Gruppo ‘70 e Mostra<strong>di</strong> poesie visive”. Galeria Le Muse,Perugia [1966], “Franco Lastraioli”[1966], “Gruppo ‘70” [1966], “Festival deiPopoli” [1967] (l’insieme delle affichese dei cataloghi viene venduto a 900 €).Interessante il gruppo <strong>di</strong>pubblicazioni dell’ingegnere e architettoDavid Georges Emmerich (1925-1996)che con Buckminster Fuller fece ricerchesulla “tensegrità”, nuovo principiodell’architettura, usato per costruirecupole geodesiche, tende, barche a velae un’infinità <strong>di</strong> altri oggetti: Exercicesde géométrie constructive. Travauxd’étu<strong>di</strong>ants. Séminaire et laboratoirede recherche structurale sous la<strong>di</strong>rection de David Georges Emmerich(Paris, Ecole nationale supérieure desBeaux-Arts, 1970; p. 349-XXXI, 250 €);Soft Architecture. Essais surl’autoconstruction (Paris, Institut del’Environnement, 1974; p. 79, 200 €);Exercices de géométrie constructive.Morphologie (Paris, Ecole nationalesupérieure des Beaux-Arts, 1968;p. 186, 450 €).Infine un gruppo <strong>di</strong> bollettini(o “lettres d’informations”) del “Centrode Arte y Comunicación” [CAYC] <strong>di</strong>Buenos Aires. Nato nell’<strong>agosto</strong> 1968come workshop permanente, fondatoda Victor Grippo, Jacques Bedel,Luis Fernando Bene<strong>di</strong>t, Alfredo Portillos,Clorindo Testa, Jorge Glusberge Jorge González, il CAYC <strong>di</strong>venne inbreve un centro per <strong>di</strong>ffondere la popart e l’arte concettuale. Diretto da JorgeGlusberg, il Centro emanò questa sorta<strong>di</strong> bollettini spedendoli <strong>di</strong>rettamenteper posta a vari artisti <strong>di</strong> tutto il mondo(collezione <strong>di</strong> 44 numeri, su 736,dal 1970 al 1977. Vengono vendutisingolarmente a 40 €).Librairie Lecointre Drouet9 rue de Tournon, 75006 ParisTél. 00 33 (0)1 43 26 02 92 -Fax. 00 33 (0)1 46 33 11 40lecodro@club-internet.fr -www.lecointredrouet.com


36 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – maggio 2012


maggio 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 37Color your look!olook! oTutti i <strong>di</strong>ritti sono riservati ai rispettivi proprietari.Un mondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento.gruppopreziosi.itreziosi.it


38la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012PAGINE CHE PARLANO DI LIBRICataloghi da conservare per il futuro.Due libri sulla grafica e le avanguar<strong>di</strong>e<strong>di</strong> matteo nojaL’AUTONOMIA DELLA GRAFICAE L’IDENTITÀ ITALIANAla quinta e<strong>di</strong>zione daltitolo TDM5: grafica italiana,«ConTriennale Design Museumporta avanti il suo percorso <strong>di</strong>promozione e valorizzazione dellacreatività italiana, estendendo la ricerca auna storia che è sempre stata considerataminore e ancillare, per restituirle la giustaautonomia».Così sul sito della Triennale <strong>di</strong>Milano la presentazione della mostraTDM5 che è in corso dal 14 aprile scorsoe rimarrà aperta sino al 24 febbraio 2013.Il catalogo (come la mostra) vuoleessere una rassegna quasi completa epermanente <strong>di</strong> cosa è avvenuto in Italia,soprattutto nel ’900, nel complesso dellearti grafiche.La grafica costituisce un capitolofondamentale della storia culturaleitaliana poiché, oltre che a svolgerela funzione <strong>di</strong> comunicare, interpretaree tradurre la realtà in forme visive,ha contribuito fortemente a costituirel’identità e la cultura della nostra nazione.Diviso, come la mostra,rigorosamente in settori (Lettera, Libro,Perio<strong>di</strong>ci, Cultura e Politica, Pubblicità,Imballaggi, Identità visiva, Segnali, Film evideo) il catalogo confronta le declinazionipìu interessanti del segno grafico.Ci spiega come si può renderepiù leggibile un testo, una copertina,un messaggio a volte anche moltocomplesso (come nel caso delle “riviste<strong>di</strong> progetto” degli anni Sessanta), solo<strong>di</strong>sponendo meglio le lettere, usandoun carattere piuttosto che un altro,montando fotografie anche banaliin maniera tale da far scattare in chi vedee legge un corto circuito tale da farsuscitare un’idea, un pensiero.Sfogliando le pagine, si puòimparare una grammatica altrettantorigorosa che quella linguistica, cheinsegna a capire meglio, oltre il testo,quanto ci viene proposto sulla paginastampata, sui manifesti o sullo schermotelevisivo e cinematografico. Cosa nonda poco in un’epoca in cui molte cose,soprattutto nella cultura (e quin<strong>di</strong> anchenella grafica) vengono date per scontatee molte competenze si sono appiattite inun <strong>di</strong>ffuso “non sapere” che <strong>di</strong>fficilmenteverrà colmato in tempi brevi.“TDM 5: Grafica Italiana”A cura <strong>di</strong> Giorgio Camuffo, MarioPiazza, Carlo Vinti con la <strong>di</strong>rezione<strong>di</strong> Silvana Annicchiarico. Mantova,Corraini, 2012; p. 392, € 48,00DAL SEGNO E DALLA FORMANASCE L’ARTE MODERNAUn altro catalogo che intendeoffrire un ampio panorama<strong>di</strong> ciò che hanno prodottole avanguar<strong>di</strong>e storiche nell’ambito dellagrafica, cercando <strong>di</strong> strapparle da quellaposizione <strong>di</strong> secondo piano in cuiabitualmente vengono relegate. Perrendere giustizia a un’ere<strong>di</strong>tà importanteche, scaturita dai roboanti programmidei vari protagonisti (i quali proponendoun’arte pura, almeno nel concettomoderno <strong>di</strong> questo termine, tendevanoa insinuarsi in ogni campo delle attivitàumane) si è sviluppata progressivamentein quella che siamo abituati ormai aconsiderare la tra<strong>di</strong>zione della modernità.L’obiettivo <strong>di</strong> trasformare la societàcon l’arte e la volontà <strong>di</strong> comunicarequesto scopo, approfittando <strong>di</strong> ognimezzo possibile, fecero sì che i promotoridelle avanguar<strong>di</strong>e vedessero menoimportante ciò che per secoli invece erastato fondamentale per l’arte: la pitturae la scultura. Come sottolinea ManuelFontán del Junco nell’introduzione alcatalogo, i nuovi mezzi <strong>di</strong> comunicazionecosì <strong>di</strong>retti e imme<strong>di</strong>ati, rappresentavanouna sfida troppo ghiotta per non esserecolta: dal poster alle riviste, dai giornaliai libri, dalle immagini fotografiche(manipolate, frammentate, montatefra loro) al cinema. Tutti questi mo<strong>di</strong><strong>di</strong> intervenire nella e sulla realtàprovocarono una vera e propria“apoteosi” del segno e della forma incontesti che fino ad allora erano rimastialieni dalla pratica artistica, soprattuttoin quello del testo scritto. Così facendo,le avanguar<strong>di</strong>e determinarono in untempo relativamente breve un profondoirreversibile cambiamento concettualenella comprensione dell’arte e dei suoioggetti.Opere <strong>di</strong> 250 artisti – come F.T.Marinetti Jan Tschichold, AleksandrRodchenko, Laszlo Moholy-Nagy percitare solo alcuni dei maggiori – vengonofedelmente riprodotte in queste pagine efanno <strong>di</strong> questo volume, ingombrante per<strong>di</strong>mensioni ma prezioso per contenuto,un repertorio insostituibile per quantivogliono stu<strong>di</strong>are o collezionare librie documenti delle avanguar<strong>di</strong>e.“The Avant-Garde Applied(1890-1950)”Testi <strong>di</strong> Manuel Fontán del Junco,Richard Hollis, Maurizio Scu<strong>di</strong>eroe Bruno Tonini. Madrid, FundaciónJuan March, 2012; p. 469, € 50,00


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 39ET AB HIC ET AB HOCLa Gioconda sulla robiolina. Ovvero Il Kitschche ci circonda, secondo Dorfles e non solo<strong>di</strong> laura mariani conti e matteo nojaAlla Triennale <strong>di</strong> Milano è in corso,fino al 10 settembre 2012, lamostra Gillo Dorfles. Kitsch oggi ilKitsch. Dorfles è uno dei maggioriteorizzatori del Kitsch.Del 1968 è la sua primapubblicazione sull’argomento“Il Kitsch. Antologia del cattivogusto” (Milano, Mazzotta),che fa parte del nostro FondoDe Micheli e da cui sono trattii brani che seguono.Etimo. La parola kitsch sarebbe dariportare etimologicamente all’inglesesketch , secondo altri invece al verbotedesco etwas verkitschen;l’enciclope<strong>di</strong>a tedesca <strong>di</strong> Knaurlo definisce come “operazioneapparentemente artistica che surrogauna mancante forza creativa attraversosollecitazioni della fantasia perparticolari contenuti (erotici, politici,religiosi, sentimentali)”.Secondo Giesz, che ha scritto nel 1960l’opera più completa al riguardo, ilvocabolo ‘kitsch’ si potrebbe ritenereassai appropriato come <strong>di</strong>zione riferitaad una “spazzatura artistica”.Nostra epoca. Di kitsch non sidovrebbe <strong>di</strong>scorrere che a propositodella nostra epoca; o almeno all’epocache inizia attorno all’età barocca.Prima <strong>di</strong> allora esistevano esempi <strong>di</strong> arte“me<strong>di</strong>ocre”, opere <strong>di</strong> artisti minori, opereche ov<strong>via</strong>mente non erano capolavori;ma che tutta<strong>via</strong> rientravano nelle gran<strong>di</strong>correnti dell’arte autentica.Esisteva, anche allora, una gerarchia<strong>di</strong> valori artistici, ma non una categoriache si può considerare come artecol segno contrario, che hale caratteristiche estrinseche dell’artema ne è contraffazione. L’uomo-kitsch.E’ il “fruitore-<strong>di</strong>-cattivo-gusto”, ossiail modo <strong>di</strong> intendere, <strong>di</strong> assaporare,<strong>di</strong> atteggiarsi <strong>di</strong> fronte all’opera d’arte(buona o cattiva che sia) da partedell’uomo <strong>di</strong> cattivo gusto.Si tratta <strong>di</strong> solito <strong>di</strong> un’ottusità cheriguarda soltanto l’arte moderna o l’arteantica “<strong>di</strong>fficile” (cioè la più seria),si tratta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui che credonoche dall’arte si debbano trarre soltantoimpressioni gradevoli, piacevoli,zuccherate; o, ad<strong>di</strong>rittura, che l’arteserva come “con<strong>di</strong>mento”, come “musica<strong>di</strong> fondo”, come decorazione, comestatus-symbol, magari, come mezzoper fare bella figura in società, e noncerto come cosa seria, esercizio faticoso,attività impegnata e critica…Torre <strong>di</strong> Pisa. Un esempio <strong>di</strong> kitschsi ha tutte le volte che un elementosingolo o un’intera opera d’arte viene“trasferita” dal suo autentico rangoe impiegata ad un fine <strong>di</strong>verso da quelloper cui era destinata.È quanto si è visto accadere quandoeccelsi monumenti del passato venneroutilizzati per scopi ben <strong>di</strong>versi da quellioriginali: le copie in alabastro dellaTorre Pendente <strong>di</strong> Pisa, ad esempio, nonsono kitsch soltanto perché sono dellecopie in altro materiale, ma perchési sono valse d’una “de<strong>via</strong>zione vistosadalla norma” (la pendenzadel campanile) come d’un motivo<strong>di</strong> curiosità e <strong>di</strong> attrazione.Gioconda. Lo stesso fatto siè verificato con tante musiche <strong>di</strong> Liszto <strong>di</strong> Chopin, ridotte al rango<strong>di</strong> canzonette sentimentali, per non<strong>di</strong>re dell’uso <strong>di</strong> altri capolavori(Mosè <strong>di</strong> Michelangelo, Gioconda<strong>di</strong> Leonardo) <strong>di</strong>venuti emblemi kitschperché ormai riprodotti tri<strong>via</strong>lmentee conosciuti non per i loro autenticivalori, ma per il surrogato sentimentaleo tecnico dei loro valori.Lo stesso accade ogni qualvoltaun’opera eccelsa viene usata per unapubblicità, per un biglietto <strong>di</strong> augurio per un concorso <strong>di</strong> bellezza.Industrializzazione culturale.Il kitsch è cominciato con la produzionein serie, che ha avvilito l’oggettoe la copia artigianale.Solo con le possibilità <strong>di</strong> riproduzione(spesso me<strong>di</strong>ocre) e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusionevertiginosa <strong>di</strong> oggetti artistici(o pseudo-artistici) è stata possibilel’esplosione del kitsch.Molto spesso nella riproduzione delleMadonne Sistine, dei Partenoni, degliApolli del Belvedere è stato accantonatoogni rispetto per la fedeltà della “scala”,della tonalità del colore, per la globalitàdella figurazione; così da offrireal pubblico, non soltanto dei facsimiletutt’affatto approssimativi, ma, ciò cheè più sorprendente, tali che al pubblicopaiano più “attraenti”, più “belli”,più efficaci degli esemplari autentici.


LA TUA TV. SEMP


RE PIÙ GRANDE.


42la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012ANDANDO PER MOSTREEccentrici e visionari: Bramantino, Colomboe i “memento mori” della clausura<strong>di</strong> luca pietro nicolettiBRAMANTINO AL CASTELLOSFORZESCO DI MILANONel cortile della Rocchetta delCastello Sforzesco campeggiauna gigantografie <strong>di</strong> una ranariversa zampe all’aria e vista <strong>di</strong> scorcio: èuna delle invenzioni più famose e insolite<strong>di</strong> uno dei più eccentrici pittori delRinascimento in Lombar<strong>di</strong>a, BartolomeoBRAMANTINOA MILANOA CURA DI GIOVANNIAGOSTI, JACOPO STOPPAE MARCO TANZIMILANO,CASTELLO SFORZESCO,BIBLIOTECA TRIVULZIANAFINO AL 25 SETTEMBRESopra: Argo, Milano, <strong>Biblioteca</strong> TrivulzianaSotto a sinistra: Adorazione, Milano,Pinacoteca AmbrosianaSuar<strong>di</strong>, più noto come Bramantino.In<strong>di</strong>ca l’ingresso della mostracurata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppae Marco Tanzi (catalogo Officina libraria),che ha riunito, “a km 0”, come è statoscritto, il più ricco nucleo <strong>di</strong> opere delmaestro intorno all’unica operainamovibile del pittore presente in città: ilbellissimo e poco conosciuto affresco <strong>di</strong>Argo che vegliava, a suo tempo, sultesoro <strong>di</strong> Ludovico il Moro e oggi inclusonegli spazi della <strong>Biblioteca</strong> Trivulziana.L’occasione <strong>di</strong> vere in un unico colpod’occhio una larga parte della produzione<strong>di</strong> questo maestro, abitualmentesud<strong>di</strong>visa nei vari musei citta<strong>di</strong>ni,consente, finalmente, <strong>di</strong> coglierel’eccezionalità <strong>di</strong> uno dei pittori piùenigmatici e affascinanti dell’età degliSforza, e che ha inciso ancora su unlungo tratto della cultura italiana delNovecento, da Agnoldomenico Pica adAldo Rossi.Ossessionato dalla prospettiva,Bramantino aveva innestato felicementesulla sua formazione lombarda, figliadella lezione <strong>di</strong> Butinone e Zenale, lafolgorante impressione ricevuta daDonato Bramante, giunto in città nel1481 e destinato a rivoluzionare i destinidella pittura nel capoluogo lombardo: dalui <strong>di</strong>scende il gusto per le architetturear<strong>di</strong>te e silenti, quasi metafisiche e spessoaggiornate in senso archeologico, in cui siambientano le scene della storia sacra odella mitologia, nelle quali non mancano<strong>di</strong> affacciarsi iconografie tanto rare da<strong>di</strong>ventare dei veri e propri rompicapo.A Milano, però, stava peraffacciarsi Leonardo, che porterà la novitàdei lumi e dei moti dell’animo, con cuisarà impossibile non fare i conti. La sfida,per Bramantino come per Zenale, saràquella <strong>di</strong> apprendere da quel potentedetonatore costituito dal Cenacolo, masenza farsene travolgereirrime<strong>di</strong>abilmente.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 43C'ERANO UNA VOLTA LEFIABE DI ANGELA COLOMBOÈun luogo comune pensare che lefiabe siano un genere narrativoche riguarda soltanto i bambini:nelle pieghe del racconto, infatti, siinsi<strong>di</strong>ano spesso le inquietu<strong>di</strong>ni e ledomande dell’uomo moderno, che viesorcizza le proprie paure placandole inun immaginario fantastico e, spesso,simbolico. Questo assunto letterario èstato basilare fin dagli esor<strong>di</strong> <strong>di</strong> AngelaColombo nel campo dell’incisione, ed èun tema che l’ha accompagnata,migrando da una tecnica all’altra, finoalla recente personale C’era… C’era…presentata da Pietro Bellasi al MuseoEpper <strong>di</strong> Ascona, visitabile fino al 29settembre. In questa serie <strong>di</strong> opererecenti, fra <strong>di</strong>pinti su tavola e librid’artista, Angela Colombo ci porta ancorauna volta nel suo mondo delle mille euna notte, popolato <strong>di</strong> sensuali figurefemminili, femmes fatales figlie dell’ArtNouveau. Non sarebbe utile, tutta<strong>via</strong>,Sono alquanto insolite,se non stravaganti,le vie prese,talvolta, da collezionismo.E il caso, per esempio,delle paperoles, deireliquiari ad utilizzo domesticoo conventualerealizzati, fra XVII e XIXsecolo, da suore <strong>di</strong> clausuracon elaborate decorazionisuntuarie in carta,ma arricchite anche<strong>di</strong> vetri, avori, cere e cristalliintorno alla minuscolareliquia. La tecnicanon era molto <strong>di</strong>versa daquelle usate nell’oreficeria,sebbene il risultatofosse molto più fragilee delicato: come per lerealizzazioni in filigrana,le paperoles venivanoottenute arrotolandopazientemente su sestesse striscioline <strong>di</strong> cartadorata e colorata se-tentare letture dell’inconscio attraversoqueste opere, sebbene le sue fiabe sianosempre, o quasi sempre, illustrate peradulti: il mondo fantastico <strong>di</strong> dame,odalische e cavalieri si connota per unsottile e sofisticato erotismo, ma non ègravato da sovrastrutture simboliche. Piùinteressante, invece, sottolineare lo stileornato raffinatissimo, ottenuto con unaMERAVIGLIE DI CARTA. PAPEROLLES DAGLI AGNELLI A TORINOcondo motivi per lo più asoggetto floreale, successivamenteimpreziositeda inserti <strong>di</strong> altrimateriali e da frammentiossei attribuiti ai santi.La mostra che fino al 2settembre si potrà apprezzarepresso la PInacotecaGianni e MarellaAgnelli <strong>di</strong> Torino dà contoproprio <strong>di</strong> questa tipologia<strong>di</strong> oggetti attraversoun’ampia selezioneche ricostruisce lastoria <strong>di</strong> un genere artisticocosì eccentrico ecarico <strong>di</strong> implicazioniantropologiche.Sopra: Angela Colombo, C’era una volta, 2012tecnica degna <strong>di</strong> una pratica <strong>di</strong> bottega<strong>di</strong> altri tempi, capace <strong>di</strong> graffire lapreparazione a gesso e l’oro a missioneper arricchire gli effetti <strong>di</strong> rifrazioneluminosa delle superfici lucide. Uno“spirito klimtiano” aleggia su questeopere, quello spirito che amava l’abilitàartigianale dei maestri gotici e lo univa ailanguori del decadentismo. Ma tuttoquesto è sostenuto, da sempre, da unafacilità innata per il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> figura,che si riscontra parimenti nella grafica enella pittura: entrambe sono figlie dellungo tirocinio con la calcografia,appresa, ai tempi dell’accademia a Brera,con la guida <strong>di</strong> Pietro Diana, che sarebbepoi <strong>di</strong>ventato suo marito. Se peròentrambi hanno con<strong>di</strong>viso unapropensione per la cura minuziosadell’immagine, fino a virtuosismi <strong>di</strong>tecnica che pochi sanno controllare, iloro percorsi nel mondo notturnodell’onirico hanno seguito vie <strong>di</strong>fferentisia sotto il profilo iconografico sia sottoquello stilistico. Entrambi, tutta<strong>via</strong>, ciricordano quanto l’incisione sia dasempre un mondo che, secondo proprie eautonome vie, sonda i luoghi del misterosecondo tracciati <strong>di</strong> stile senza tempo.


44la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012ASTE, FIERE E MOSTRE-MERCATOUna piccola retrospettiva <strong>di</strong> giugno e <strong>luglio</strong>prima della chiusura estiva<strong>di</strong> annette popel pozzo PHOTOGRAPHYAsta del 26 giugnoOxford www.bonhams.comSegnaliamo un album fotografico <strong>di</strong>Robert Turnbull MacPherson (1814-1872)contenente un set <strong>di</strong> vedute <strong>di</strong> Roma del1858 circa (lotto 132; stima € 6.200-8.700; misure me<strong>di</strong>amente circa 300x300mm). Trasferitosi da E<strong>di</strong>mburgo a Romanel 1840, MacPherson <strong>di</strong>venta ben prestouno dei fotografi più commerciali e <strong>di</strong>maggior successo in Italia,specializzandosi in stampe all’albumina,considerato inoltre il vero fotografo dellaRoma Pontificia e Antica (cfr. Becchetti &Pietrangeli, Robert Macpherson, Uninglese fotografo a Roma, Roma, QuasarE<strong>di</strong>tions, 1987). In asta anche una primae<strong>di</strong>zione del romanzo Murphy <strong>di</strong> SamuelBeckett (lotto 288; aggiu<strong>di</strong>cato per £15.000), stampato in sole 1.500 copie daRoutledge nel 1938, con sovraccopertaoriginale in buone con<strong>di</strong>zioni. VENTE LIVRES ANCIENSET MODERNES: VOYAGESAsta del 2 <strong>luglio</strong>Parigi www.alde.frHighlight dell’asta è sicuramente laprima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Voyage au pôle Sud etdans l’Océanie sur les corvettes l’Astrolabeet la Zélée pendant les années 1837-1840del navigatore ed esploratore JulesDumont d’Urville (Parigi, Gide & Baudry,1841-1853; lotto 187; aggiu<strong>di</strong>cato per€ 15.000) che contiene la relazione dellaspe<strong>di</strong>zione oceanica e dell’esplorazionedei mari antartici. La copia offertacontiene 159 tavole con colorazionecoeva. VENTE BIBLIOTHÈQUEJIMMY DRULHONAsta del 3 <strong>luglio</strong>Parigi www.alde.frLa copia della prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>Études sur la mala<strong>di</strong>e des vers à soie,moyen pratique assuré de la combattreet d’en prévenir le retour <strong>di</strong> LouisPasteur (Parigi, Gauthier-Villars, 1870;lotto 499; stima € 1.000-1.200,aggiu<strong>di</strong>cato per € 1.900) servivaverosimilmente a Drulhon stesso permotivi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, considerando che nel2009 pubblicò un’opera sul chimico ebiologo francese Louis Pasteur, cinqannées dans les Cévennes au pays del’arbre d’or ou histoire des cinq séjoursalésiens du savant pour étu<strong>di</strong>er lamala<strong>di</strong>e du ver à soie (1865-1869). LIVRES ANCIENSET MODERNESAsta del 4 <strong>luglio</strong>Parigi www.ader-paris.frMolto grazioso e partendo con unastima modesta si presenta una copiadella seconda e<strong>di</strong>zione al<strong>di</strong>na del testo<strong>di</strong> Marco Anneo Lucano (Venezia, 1515,lotto 27, stima € 1.000-1.500)in una legatura giansenista con ilfrontespizio e il colophon illuminato.La copia della prima e<strong>di</strong>zione Le voyaged’Urien <strong>di</strong> André Gide (Parigi, 1893, intiratura <strong>di</strong> sole 300 copie numerate,lotto 89, stima € 3.000-4.000,aggiu<strong>di</strong>cato per € 24.500) con 30litografie originali <strong>di</strong> Maurice Denisproviene dalla raccolta dell’artista PierreBonnard come rivela la de<strong>di</strong>camanoscritta <strong>di</strong> Denis a Bonnard. BANDE DESSINÉE - COMICSAsta del 4 <strong>luglio</strong>Parigi www.sothebys.comI cani sono ben ambientati neifumetti: Cosa farebbe Tintin <strong>di</strong> Hergésenza Milou (tra l’altro in asta Tintin aupays des Soviets, che, pubblicato nelsupplemento <strong>di</strong> “Le XXème siècle” del 10gennaio 1929 segnala la nascita delfamoso personaggio; lotto 12, stima€ 40.000-45.000, aggiu<strong>di</strong>cato per€ 48.750) o Astérix e Obélix <strong>di</strong> Goscinnye Uderzo senza Idéfix (lotto 32, <strong>di</strong>segnooriginale a penna destinato per Ledomaine des Dieux del 1971, stima€ 25.000-27.000). Il Corto Maltese <strong>di</strong>Hugo Pratt (acquerello <strong>di</strong> 33x24 cm vieneaggiu<strong>di</strong>cato per € 16.250 su una base <strong>di</strong>stima <strong>di</strong> € 8.000-10.000). In asta anchemateriale (<strong>di</strong>segni, acquerelli) <strong>di</strong> LorenzoMatteotti e Grzegorz Rosinski. THE HISTORY OF SCRIPT:IMPORTANT MANUSCRIPTLEAVES FROM THESCHØYEN COLLECTIONAsta del 10 <strong>luglio</strong>Londra www.sothebys.comIn asta 60 frammenti <strong>di</strong> manoscrittigreci e latini provenienti dalla notaraccolta del norvegese Martin Schøyen. PRINTSAsta del 11 <strong>luglio</strong>Londra, New Bond Streetwww.bonhams.comL’asta con 220 lotti offre qualchexilografia e incisione rinascimentale, ma side<strong>di</strong>ca prevalentemente a stampemoderne e contemporanee tra WassilyKan<strong>di</strong>nsky, Käthe Kollwitz, Cyril EdwardPower, Sybil Andrews, Henri Matisse, PabloPicasso, Marc Chagall, Joan Miró, DavidHockney, Damien Hirst, e Andy Warhol. Allotto 180 tro<strong>via</strong>mo la serigrafia QueenElizabeth II (from Reigning Queens), 1/30stampe prove, <strong>di</strong> Andy Warhol del 1985(stima € 50.000-74.000).


la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoMilanogiu- 45Questo “bollettino” mensile è <strong>di</strong>stribuitogratuitamente presso la sede della <strong>Biblioteca</strong>in <strong>via</strong> Senato 14 a Milano.Chi volesse riceverloal proprio domicilio,può farne richiestarimborsando solamentele spese postali <strong>di</strong> 20 europer l’invio dei 10 numeriMODALITÀ DI PAGAMENTO:• In<strong>via</strong>re la scheda <strong>di</strong> abbonamento sottostante, unitamentea un assegno bancario intestato a “<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato”• Pagamento in contanti presso la nostra sede:<strong>Fondazione</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato, <strong>via</strong> Senato 14, Milanola <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoMilanoNomeCognomein<strong>di</strong>rizzo a cui si intende ricevere la rivistatelefonomailfirmaconsento che i miei dati personali siano trasmessi ad altre aziende <strong>di</strong> vostra fiducia per in<strong>via</strong>rmi vantaggiose offertecommerciali (Legge 675/96) Barri la casella se intende rinunciare a queste opportunità


46 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 47BvS: rarità per bibliofiliMorte <strong>di</strong> un elefante aVenezia nel carnevale del 1819Satira oscena e cronaca in versi in due componimenti censuratiARIANNA CALÒSopra: frontespizio del raroL’elefantici<strong>di</strong>o in Venezia dell’anno 1819,stampato dalla Tipografia Andreola,e<strong>di</strong>tore l’Autore Pietro Bonmartini.Nella pagina accanto: antiportade L’elefantici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Pietro Bonmartini:vi è raffigurato l’elefante serrato nellachiesa <strong>di</strong> Sant’Antonino, con le truppe<strong>di</strong> polizia sulla destra pronte a caricareil cannonerinchiuso in una chiesa e lì finito acannonate. Un evento drammaticoben documentato dai giornali e dallastampa d’allora, che molto insistetterosulle sfumature rivolte altragico della vicenda, ma che solleticòl’estro poetico più leggero e inalcuni casi irriverente <strong>di</strong> due pennevenete, che <strong>di</strong>edero in versi e conesiti <strong>di</strong>fferenti la propria versione<strong>di</strong> quanto accadde in quella notte <strong>di</strong>carnevale. La prima è quella <strong>di</strong> PietroBonmartini, nobile padovano,che fece stampare dalla TipografiaAndreola L’elefantici<strong>di</strong>o in Veneziadell’anno 1819; la seconda è <strong>di</strong> PietroBuratti (1772-1832), «il principedei satirici veneziani», 2 che infarcìle ben 104 ottave della sua Elefanteide.Storia verissima dell’elefante<strong>di</strong> colpi più o meno bassi alla nobiltàdel tempo, tra ritratti sarcastici econcessioni scurrili.Era la materia stessa del poetare(«L’argomento xe degno de ungigante» 3 ) a offrire più <strong>di</strong> uno spunto:l’elefante protagonista del carnevaleaveva un che <strong>di</strong> nobile, essendostato <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> FedericoII, re del Württemberg, come folta<strong>di</strong> nobili era la platea degli spettatoridei festeggiamenti; vi è l’imperacolidella città lagunare, rincorsoinvano dai custo<strong>di</strong> e dalla polizia,seminando il panico per poi finireChe a Venezia arrivassero glianimali esotici, non eracerto una novità per unacittà da secoli rivolta a Oriente. Iene,leoni, antilopi e animali dellepiù varie fattezze erano stati spessosotto lo sguardo tra il meravigliatoe lo spaventato della nobiltà veneta.Così come era tra<strong>di</strong>zione consueta,durante i giorni <strong>di</strong> carnevale, <strong>di</strong>esporre le bestie in casotti per il <strong>di</strong>vertimentodel pubblico sulla rivadegli Schiavoni, insieme a fattucchiere,ciarlatani, astrologi, cantanti,giganti deformi, burattinai,imbonitori e improvvisatori <strong>di</strong>spettacoli; una folla colorata, comequella stretta attorno alla lanternamagica immortalata da GiandomenicoTiepolo nel Mondo nuovo.Ma <strong>di</strong> un elefante che gettasselo scompiglio e imbizzarrito corressea per<strong>di</strong>fiato tra le calli veneziane,no, le cronache lagunari nonne avevano ancora registrato il passaggioad inizio Ottocento. L’eventosingolarissimo avvenne nel febbraiodel 1819: una delle ultime seredel carnevale (Goldoni avrebbevisto citata una sua comme<strong>di</strong>a), nelpieno dei festeggiamenti, un elefante– qualcuno <strong>di</strong>rà «per motivisuoi personali» 1 – tentò la fuga dalsuo casotto attraverso gli stretti vi-


48 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012tore d’Austria, Francesco I, la suaquarta moglie Carolina, le due figlie(Maria Luisa, già imperatrice eregina, e duchessa <strong>di</strong> Parma, insiemeall’arciduchessa Carolina) e ilfratello Ranieri, vicerè del Lombardo-Veneto.Per costoro il cerimonialeaveva previsto numerosi eforti colpi a salve d’artiglieria 4 che,oltre a danneggiare intonaci e cornicioni,furono la principale ragionedelle bizze dell’elefante. Bonmartinie Buratti videro altrove lacausa <strong>di</strong> quell’irrequietezza, e cioènel risvegliato ardore sessuale dell’animaleche «Ga messo la proposidein furor / contro chi lo volevacondanà / ai voti de perpetua castità».5 L’elefante era atteso a Milano,dove lo si sarebbe ancora espostoalla curiosità del pubblico, ma anulla valsero gli sforzi per imbarcarloal termine delle feste: «piùvolte a remurchiarlo a cielo scuro /s’à tentà in una aposita barcazza /ma col naso in perpetua negativa /l’Elefante infuriava e no obe<strong>di</strong>va». 6Si decise allora <strong>di</strong> aspettare fino «aisédese de marzo», 7 quando vennefatta attraccare una barca e allestitoun pontile adatto tra la Riva degliSchiavoni e la stessa barca; ma lapasserella risultò instabile, l’elefanteprovò a salire a bordo ma subitofece marcia in<strong>di</strong>etro, il movimentodelle onde <strong>di</strong> certo non lotranquillizzava. Si desistette. E poisi ritentò all’una <strong>di</strong> notte, con delpane e della frutta, a riportarlo inbarca; ma era solo una promessa, e«del cibo a lui sfuggevole / seguema invan, lo scherno», e fu allorache «alla iterata insi<strong>di</strong>a / la bestianon avvezza / tutto svegliò nell’anima/ la natural fierezza». 8Il custode, Camillo Rosa <strong>di</strong>Rovigo, fu il primo a farne le spese:afferrato con la proboscide, scaraventatoa terra e calpestato, moriràpoche ore dopo. Tra il panico e leurla della gente, «scorre allora velocel’Elefante dal Porto del Sepolcroa quello della Cà <strong>di</strong> Dio […].Urta un Casotto, e lo rovescia.Un’isolata bottega <strong>di</strong> legno corre lastessa sorte, ed egli si <strong>di</strong>vora le fruttache quella conteneva. Getta aterra la porta d’una Caffetteria,v’entra, e <strong>di</strong>cesi che bevesse. Vanaresa ogni cura per ammassarlo, laGuar<strong>di</strong>a gli scarica addosso dei colpi<strong>di</strong> Carabina, ma la pelle riceveappena dell’escoriazioni. 9 Più incolleriscela Fiera, e prendendo lastrada che mette al campo dellaBragora, passa per Rio-Terrà, edentra nella Calle del Forno. Atterrala porta, e guasta la scala d’una Casupola.Le si fa fuoco addosso novellamente;cade, si crede morta,ma, ahi! Che avvicinatisi i circostantila Fiera si rialza. Chi potrebbelo spavento descrivere? Sorte <strong>di</strong>là, e corre al Ponte <strong>di</strong> Sant’Antonino,non lo monta però, anzi rincula,e d’un solo colpo apre la maggiorporta <strong>di</strong> questa Chiesa, sebbene a’chiavistelli e serratura fermata.Quivi entra, e richiudesi questaporta, e in un colle altre due si assicuraperché non possa sortire». 10In città si cercava intanto ilpermesso alle autorità ecclesiastiche<strong>di</strong> uccidere la bestia in chiesacon un cannone fatto arrivare dall’Arsenale.Serafico il patriarcaFrancesco Maria Milesi acconsente,notando che «siccome se fossestato in chiesa un cane rabbioso l’avrebberoucciso senza aspettare ilpermesso, così potevan ucciderel’elefante senza destare dal sonno ilpatriarca <strong>di</strong> anni 76». 11 D’altronde,erano le quattro del mattino. Soloalle sette giunse il cannone e si decise«che un lateral / buso fato deltempio a la muràgia / dasse ingressoal canon cargà a mitràgia»; i primicolpi non sortirono alcun effetto,già che «se move come prima elgran bestion / e senza in<strong>di</strong>zio dar demaestà lesa / intrepido el caminaper la chiesa». 12 Il secondo, a palla,gli fu invece fatale. 13La stesura dell’Elefanteide costòa Buratti un mese <strong>di</strong> reclusione:troppe oscenità, troppe allusioni(neanche troppo velate) ai pedantifrequentatori del caffè Florian, almarchese Maruzzi e al capo dei gendarmiTolomei, membri eminenti<strong>di</strong> quella società dei pettegoli cheaffollava i locali veneziani e controcui Buratti non riusciva a trattenersi.Il funzionario <strong>di</strong> polizia incaricato<strong>di</strong> informare il Governo scrissedel poema come <strong>di</strong> «un ammasso <strong>di</strong>oscenità, <strong>di</strong> scherni, <strong>di</strong> frizzi, d’insulti,d’irrilegione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>leggio, <strong>di</strong>poco rispetto alle autorità costituitee <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> riverenza al Monarca»,14 quest’ultimo scavalcatodall’elefante, il solo a cui Buratti attribuisceil titolo <strong>di</strong> Maestà.L’autore non era nuovo allacensura: durante gli ultimi giornidella dominazione francese avevadato del «beco da rapina» 15 a Napoleone,<strong>di</strong>struttore <strong>di</strong> chiese e predatore<strong>di</strong> opere d’arte, e nel 1817, peruna satira caustica contro lo scrittoreFilippo Scolari, <strong>di</strong>ffidato dallapolizia a scrivere qualunque cosafosse contraria e lesiva del buon costume;non sorprende la decisione<strong>di</strong> non dare alle stampe La storia verissimadell’elefante. Peccato che in-


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano49Da sinistra: incisione per l’elefante contenuta nell’un<strong>di</strong>cesimo volume dell’Histoire naturelle, génerale et particulière <strong>di</strong> GeorgesLouis Leclerc, conte <strong>di</strong> Buffon, stampata dall’Imprimerie Royale nel 1754. E proprio Buffon sarà citato due volte nel poema <strong>di</strong>Buratti, quale modello per la conoscenza dell’elefante che i gendarmi invece non possedevano. Una pagina dell’Elefanteidetratta dall’e<strong>di</strong>zione delle Poesie <strong>di</strong> Pietro Buratti stampata da Naratovich nel 1864: i versi più osceni furono censurati e sostituiticon puntini <strong>di</strong> sospensione; in lapis, l’integrazione con il testo originario per mano del precedente possessorevece l’Elefanteide circolò sin troppo:un panettiere, tale Paolo Stella,chiese in prestito il manoscritto perpoche ore; ne fece quattro copie,poi moltiplicatesi in migliaia nel giro<strong>di</strong> pochi giorni e qualcuna inevitabilmenteportata, insieme a unrapporto dettagliato della polizia,sul tavolo del Governatore conted’Inzaghi. Il mese <strong>di</strong> reclusione valsea Buratti la scelta <strong>di</strong> vivere ritiratoin campagna. Alla sua morte, lapolizia fece comunque irruzionenella sua casa, prelevando e <strong>di</strong>struggendointeri sacchi <strong>di</strong> manoscritti;ma l’amico Matteo da Mo-sto aveva già provveduto a ricopiarein quin<strong>di</strong>ci volumi l’intera produzione<strong>di</strong> Buratti: 55.824 versi, quattrovolte la Comme<strong>di</strong>a dantesca.A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> decenni, la pruderierimase invariata: quando nel1864 si stampò la raccolta completadelle Poesie <strong>di</strong> Pietro Buratti venezianoin tre volumi per Pietro Naratovichsi ritenne necessario censurareintere ottave del poema, e non potendocancellare oltre, sostituirequei «voli spontanei e piccanti […],tra<strong>via</strong>menti della sua facile Musa» 16con dei puntini <strong>di</strong> sospensione, che,nell’esemplare della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong><strong>via</strong> Senato, sono stati opportunamenteriempiti in lapis con il testooriginale dal precedente possessore.Anche l’Elefantici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bonmartinisubì la scure della censura;completato alle soglie dell’autunno<strong>di</strong> quel 1819, affatto irriverente eperaltro completato da una puntualeDescrizione <strong>di</strong> quanto accadè intornoall’Elefante nelli giorni 14 1516 Marzo in cui si scrive che «commendevolissimaè alcerto l’attivitàe vigilanza dell’Imperial RegioCommissario <strong>di</strong> Polizia <strong>di</strong> quel Sestriere»,17 venne tutta<strong>via</strong> proibitoquando ancora era in stampa da An-


50la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Sopra: L’elefante, <strong>di</strong>pinto ad olio <strong>di</strong> Pietro Longhi del 1774. Sul lato sinistrodella tela, nobili veneziani in maschera.dreola, e la nostra copia è una dellepochissime salvatesi. Il Governocensurò poi la proposta <strong>di</strong> una lapidecon epigrafe latina a ricordo dell’elefantecannoneggiato da esporsiin pubblico e finanziata a spese <strong>di</strong>due gentiluomini, poi donata alconte Benedetto Valmarana chel’affisse nel suo privato cortile; esorte meno gloriosa ebbe la comme<strong>di</strong>ain <strong>di</strong>aletto veneziano L’elefantici<strong>di</strong>o<strong>di</strong> Nicolò Zanon, ma peruna volta non ci fu alcuna censuragovernativa: valsero i fischi dalpubblico.Ultimi strascichi <strong>di</strong> quel 16marzo 1819: mentre si pensava <strong>di</strong>seppellire l’elefante al Lido tra gliortaggi e il pesce deteriorati delmercato <strong>di</strong> Rialto, il professore StefanoAndrea Renier, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong>storia naturale, si attivò per acquistarel’animale, trattarlo e stu<strong>di</strong>arlocon l’intenzione <strong>di</strong> conservarlo nelMuseo <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> Padova.Si conciò la pelle e si sezionò ilcadavere, eseguendo schizzi e <strong>di</strong>segnidelle varie parti anatomiche edelle ossa, al fine <strong>di</strong> poterlo rimontarecorrettamente. E lì tuttora loscheletro è conservato, finalmenteesposto al pubblico non per <strong>di</strong>vertimentoma per stu<strong>di</strong>o, in una sala silenziosalontana dagli schiamazzi<strong>di</strong> quel carnevale del 1819.NOTE1TIZIANO RIZZO, premessa all’e<strong>di</strong>zione anastaticadell’Elefanteide <strong>di</strong> Pietro Buratti, Venezia,Filippi E<strong>di</strong>tore, 1988, p. 7.2Citando il titolo dell’opera <strong>di</strong> VITTORIOMA-LAMANI, Il principe dei satirici veneziani: PietroBuratti, Venezia, Tipografia dell’Ancora, I.Merlo E<strong>di</strong>tore, 1887.3BURATTI, v. 23.4«Ma nel dì che fra i sbari e l’alegria / desu<strong>di</strong>ti fedeli come nu / de la quarta mugier incompagnia / el nostro bon Francesco xe vegnù/ per dar una lumada e netar <strong>via</strong> / tutoquel che fa torto a la virtù / (su<strong>di</strong>to de nessun)vardè che caso! / l’Elefante in casoto à storto ilnaso» (BURATTI, vv. 120-128).5BURATTI, vv. 140-144.6BURATTI, vv. 220-224.7BURATTI, v. 224.8BONMARTINI, vv. 108-109 e 112-113.9Di questo sorriderà Buratti scrivendo: «Ecomo l’acidente ga del novo / e libro eterogeneoa l’istruzion de un commissario, o per <strong>di</strong>rmègio un vovo, saria l’aver per man sempreBufon, da sorprenderse tanto mi no trovo / seoperando in sta parte da cogion / nol savevache bale da moscheto / per la so pele val mancode un peto» (vv. 401-408).10BONMARTINI p. 22.11Citato in Morte <strong>di</strong> un elefante a Venezia.Dalla curiosità alla scienza, a cura <strong>di</strong> MARGHE-RITA TURCHETTO, Treviso, Canova, 2004, p. 15.12BURATTI, vv. 766-768 e 774-776.13«E dal dolor convulsa par che gnente /possa più garantir da la so furia, / adesso chela morte crudelmente ghe spasizza i canalide lusuria; /ma gnancora la casca, anzi insolente/ pache ai marmi la dà co la so scùria / eun miracolo par che a tanto caldo / e colonee pilastri tegna saldo» (BURATTI, vv. 801-808).14Morte <strong>di</strong> un elefante a Venezia, p. 19.15Citato in T. RIZZO, p. 816Poesie <strong>di</strong> Pietro Buratti veneziano, Venezia,Naratovich, 1864, p. 531. Il testo integraledell’Elefanteide è consultabile nella giàcitata e<strong>di</strong>zione anastatica con il commento <strong>di</strong>Tiziano Rizzo, e recentemente acquisita dallaBvS a ideale integrazione dell’e<strong>di</strong>zione ottocentesca.17BONMARTINI, p. 22.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 51BvS: il libro ritrovatoLa Nuova enciclope<strong>di</strong>apopolare <strong>di</strong> Giuseppe PombaUn imponente successo e<strong>di</strong>toriale dall’intento <strong>di</strong>vulgativoBEATRICE PORCHERAnese invitò «i dotti e gli scienziatid’Italia a concorrere alla compilazione<strong>di</strong> quest’opera» e, nel tentativo <strong>di</strong>coinvolgere le menti più brillantidella patria, inviò lettere a coloroche, fuori dal Piemonte, avessero giàcollaborato con lui. Tra questiGiampiero Vieusseux che lo mise incontatto con Niccolò Tommaseo.Dopo un’attenta riflessionePomba decise <strong>di</strong> non dar vita a unlavoro del tutto originale, ma <strong>di</strong>tradurre, con adattamenti e integrazioni,il Conversations-lexicon <strong>di</strong>Friedrich Arnold Brockhaus. Conuna lettera datata 2 maggio 1835l’e<strong>di</strong>tore offrì a Tommaseo uno stipen<strong>di</strong>ofisso <strong>di</strong> 150 franchi mensili:il letterato avrebbe dovuto risiederein maniera stabile a Torino perlavorare alla pubblicazione del Dizionariodella conversazione: operatradotta, compilata colle opere tedesche,inglesi e francesi <strong>di</strong> questo genereda vari letterati italiani sotto la <strong>di</strong>rezionedel signor Nicolò Tomaseo.Ma la comparsa a Padova <strong>di</strong> unDizionario universale della conversazione,uscito dai torchi della Societàdella Minerva, – progetto che, annunciatoin 6 o 7 volumi <strong>di</strong> circa 600pagine ciascuno e strutturato in 84<strong>di</strong>spense, si interruppe alla quaranminazione<strong>di</strong> popolarenon rispondessemeglio al nostro inten<strong>di</strong>mento,anche per riguardo alla <strong>di</strong>scretezzadel prezzo che la rende <strong>di</strong> facile acquistoall’universale»; così scrivevanel 1841 l’e<strong>di</strong>tore torinese GiuseppePomba (1795-1876) al verso dell’occhiettodel primo volume della suaNuova enciclope<strong>di</strong>a popolare, faticoso eimportante lavoro, la cui gestazioneaveva richiesto più <strong>di</strong> otto anni.Fu all’inizio del 1833 che Pombacominciò a concepire l’idea <strong>di</strong> realizzareuna moderna enciclope<strong>di</strong>auniversale, sulla scia del successo cheanaloghe imprese stavano riscuotendoin vari Paesi europei: dall’Enciclope<strong>di</strong>aBritannica in Gran Bretagna(E<strong>di</strong>mburgo, 1768-1771, giuntanel 1833 alla settima e<strong>di</strong>zione), alConversations-lexicon in Germania(Lipsia, 1796-1811, del quale si stavaallora iniziando l’ottava e<strong>di</strong>zione). Aqueste andavano ad aggiungersinuovi progetti: sempre a Lipsia ilAllgemeines deutsches Conversations-Lexicon, a Londra la Penny Cyclopae<strong>di</strong>a,a Parigi il Dictionnaire de la conversationet de la lecture: répertoire desconnaissances usuelles e l’Encyclopé<strong>di</strong>edes gens du monde.Con una circolare a stampa datata18 marzo 1833 il tipografo tori-Nuova enciclope<strong>di</strong>a popolareovvero Dizionariogenerale <strong>di</strong> scienze, lettere,arti, storia, geografia, ecc.ecc. Opera compilata sulle miglioriin tal genere, inglesi, tedeschee francesi coll’assistenza ecol consiglio <strong>di</strong> scienziati e letteratiitaliani corredata <strong>di</strong> molte incisioniin legno inserite nel testo e<strong>di</strong> tavole in rame. Tomo primo [-Tomo do<strong>di</strong>cesimo; Tavole]. Torino,Giuseppe Pomba e Comp. E<strong>di</strong>tori(Stamperia sociale degli artistitipografi), 1841-1849. 13 volumi.«Nel dare a questa nostra Enciclope<strong>di</strong>ail titolo <strong>di</strong> Popolare, seguendol’esempio <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Glasgo<strong>via</strong>,che è una delle principali checi proponiamo <strong>di</strong> imitare, dobbiamofar avvertire che non inten<strong>di</strong>amo conciò <strong>di</strong> consacrare esclusivamente l’operanostra al volgo, adattandola intutto alla sua intelligenza. L’Enciclope<strong>di</strong>anostra è al contrario specialmentedestinata alle persone <strong>di</strong> civilcon<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> qualche coltura chebramano istruire se stesse e la gioventùalla cui educazione presiedono;e volentieri l’avremmo chiamataEnciclope<strong>di</strong>a delle Famiglie, se la deno-


52 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012A sinistra, dall’alto: incisioneraffigurante il Duomo <strong>di</strong> Milano, che«per la maestà ond’è circondato e perle gigantesche sue proporzioni, è daconsiderarsi come la più stupendacattedrale del mondo»;«In mezzo a queste immense opereebbe principio la cattedralepropriamente detta, e la prima che lastoria ci ricor<strong>di</strong> è quella <strong>di</strong> S. Marcoin Venezia» qui rappresentatatatreesima, giungendo solo alla voce“Artaserse” – portò Pomba a mo<strong>di</strong>ficarei propri piani, come comunicatoin una lettera a Tommaseo del26 <strong>agosto</strong> 1839: «[…] un’altra ideapiù grande mi venne in mente, che èquella la quale ora mandar voglio adeffetto. Quei lessici <strong>di</strong> conversazionesono cose imperfette; io, dal modellodella bella Enciclope<strong>di</strong>a britannica, chesi stampa ad E<strong>di</strong>mborgo in venti volumiin quarto, desidero pubblicarneuna italiana […]». Prosegue: «L’operapenso intitolarla Enciclope<strong>di</strong>auniversale italiana popolare: “universale”,perché, quantunque “enciclope<strong>di</strong>a”voglia già significare lo scibile,ma per <strong>di</strong>stinguerla dalle enciclope<strong>di</strong>eparziali <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, <strong>di</strong> agricolturaecc.; “italiana”, perché saràfatta per gli Italiani, scelta da un Italianoecc.; “popolare”, perché, quantunqueopera <strong>di</strong> prezzo, sarà pubblicataper <strong>di</strong>spense settimanali da 50centesimi caduna per facilitarne l’acquistoa tutte le famiglie […]».Subentrarono però altre <strong>di</strong>fficoltàche persuasero Pomba a sospendere,almeno momentaneamente,la realizzazione del progetto:da un lato l’impossibilità per Tommaseo,in esilio in Francia, <strong>di</strong> rientrarein patria in seguito alla pubblicazionedel suo libro Dell’Italia; dall’altrola contemporanea stampa, daparte dell’e<strong>di</strong>tore veneziano GerolamoTasso, dell’Enciclope<strong>di</strong>a italiana e<strong>di</strong>zionario della conversazione.L’idea dell’enciclope<strong>di</strong>a vennecosì ripresa dal tipografo torinese solonel 1841, quando entrambi i progetticoncorrenti, sia quello padovano,sia quello veneziano, mostraronoin maniera evidente gli errori <strong>di</strong>calcolo che li avrebbero portati adarenarsi all’inizio dell’alfabeto. Accantonatala scelta <strong>di</strong> Tommaseoquale <strong>di</strong>rettore dell’opera, l’incaricovenne affidato a Gaetano Demarchi– insegnante <strong>di</strong> italiano a E<strong>di</strong>mburgo,da poco rimpatriato dall’esilioper i moti del 1821 – che, rivelatosinon all’altezza, fu sostituito nel 1844da Francesco Predari – bibliotecariodella Braidense, che in passato si era


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano53Da sinistra: «È proprio dell’uomo trasformare in oggetto <strong>di</strong> abbellimento e <strong>di</strong> lusso tuttociò che da principio semplice erozzo veniva dalla necessità raccomandato»;«Le tre prime fig. della tav. LXXIII (A) rappresentano vari mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> addestrarsi al salto per mezzo <strong>di</strong> un palo; e la fig. 4rappresenta varie sorta d’esercizi che fannosi col dondolarsi da una sbarra, e che assai giovano allo sviluppo de’ muscoli»<strong>di</strong>mostrato severo recensore delleprime <strong>di</strong>spense dell’enciclope<strong>di</strong>a <strong>di</strong>Pomba – fatto appositamente trasferirea Torino con tutta la famiglia.Il 1° novembre 1841 venne <strong>di</strong>ramatoil Programma dell’opera conle con<strong>di</strong>zioni d’associazione: «L’Enciclope<strong>di</strong>apopolare sarà compresain non meno <strong>di</strong> 10 né più <strong>di</strong> 12 volumi,ognuno dei quali conterrà nonmeno <strong>di</strong> 1000, né più <strong>di</strong> 1200 pagine.L’opera avrà più <strong>di</strong> 1500 figure incisein legno inserite nel testo, e circa 300altre intagliate in rame od eseguitealla litografia separate dal testo, dellagrandezza della pagina. La pubblicazionesi farà per <strong>di</strong>spense settimanali<strong>di</strong> cinque fogli, ossia <strong>di</strong> 40 pagine.[...] Le <strong>di</strong>spense, l’una per l’altra,non avranno più d’una tavola separatadal testo. Le spese <strong>di</strong> porto e daziosono a carico degli associati. Laregolare pubblicazione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>spensaper settimana avrà principiocol gennaio 1842».La Nuova enciclope<strong>di</strong>a popolare<strong>di</strong> Pomba uscì puntuale in <strong>di</strong>spenseogni settimana tra il 1842 e il 1849,arrivando a comporsi <strong>di</strong> 13 volumitotali in quarto – 12 <strong>di</strong> testo, più 1 <strong>di</strong>tavole contenente 364 incisioni – checostituirono, secondo i desideri originaridell’e<strong>di</strong>tore, «un manuale perle famiglie cui i meno istruiti potesseroad ogni incontro ricorrere perquelle cognizioni e spiegazioni intornoagli uomini ed alle cose tutte,che loro accadesse <strong>di</strong> desiderare». Fuun successo: la tiratura <strong>di</strong> 5.000 copiesi esaurì in breve tempo.La seconda e<strong>di</strong>zione fu stampatagià a partire dal 1845. Sempre in13 volumi, venne terminata nel1849. La terza e<strong>di</strong>zione, ampliata a22 tomi – stesso testo, ma <strong>di</strong>versa


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 55Nella pagina accanto: tavolaacquerellata a mano raffigurante lespecie <strong>di</strong> funghi commestibili: «Questaclasse <strong>di</strong> vegetali merita un’attenzioneparticolare per parte del cultored’igiene, per essere cosìfrequentemente adoperata comealimento tanto dalle persone doviziose,quanto da quelle a cui non arrise lafortuna». A destra: incisioniacquerellate a mano che illustrano lavoce “ban<strong>di</strong>era” legata alla categoriaMarineria: «È un’insegna <strong>di</strong> drappoleggero, <strong>di</strong> tela o <strong>di</strong> altro, che si spiegaal vento nelle navi, in cui veggonsi icolori, il blasone, le armi, la cifra o isegni <strong>di</strong>stintivi della nazione alla qualeappartiene il naviglio, a fine <strong>di</strong> farloconoscere <strong>di</strong> lontano in mare»sud<strong>di</strong>visione dei volumi per renderlipiù maneggevoli – uscì tra il 1846 e il1851.La quarta e la quinta e<strong>di</strong>zionefurono pubblicate rispettivamentetra il 1856 e il 1866 e tra il 1863 e il1866, sostanzialmente identiche: 24volumi <strong>di</strong> testo e un atlante. Ebberoun successo tale da generare una ristampagià nel 1868, <strong>di</strong>stribuita in<strong>di</strong>spense a una lira ciascuna. L’aggiornamentocostante della Nuovaenciclope<strong>di</strong>a popolare fu garantito, findal 1857, dalla pubblicazione <strong>di</strong> unSupplemento perenne.Quando Pomba morì, nel1876, si era giunti alla sesta e<strong>di</strong>zione.Curata da Gerolamo Boccardo, con isuoi 26 tomi superò le 28.000 pagine;ulteriore riprova <strong>di</strong> un successoe<strong>di</strong>toriale che, basato sulla puntualitàd’uscita, l’eleganza tipografica e ilmo<strong>di</strong>co prezzo, riuscì a coniugare, inun’Italia alle prese con la propriaunificazione, un interesse pratico edeconomico con un fine culturale e<strong>di</strong>vulgativo.Bibliografia:Mezzo secolo <strong>di</strong> vita della Unione Tipografico-E<strong>di</strong>triceTorinese (Già <strong>di</strong>tta Pomba eC.) 1855-1904, Torino, Unione Tipografico-E<strong>di</strong>trice, 1905.A Giuseppe Pomba nel cinquantenariodella morte (1876-1926), Torino, UTET,1926.E. BOTTASSO, Le e<strong>di</strong>zioni Pomba 1792-1849, Torino, <strong>Biblioteca</strong> Civica, 1969 (Manualie saggi <strong>di</strong> bibliografia, 3).L. FIRPO, Vita <strong>di</strong> Giuseppe Pomba da Torino.Libraio, tipografo, e<strong>di</strong>tore, Torino, UTET,1975 (Strenna UTET).Catalogo storico delle e<strong>di</strong>zioni Pomba eUTET 1791-1990, a cura <strong>di</strong> E. Bottasso, Torino,UTET, 1991.


56 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012BvS: il Fondo BodoniDai torchi bodonianiun omaggio all’arte parmenseStoria <strong>di</strong> un «venustissimo libro» dalla genesi travagliataTra le numerose e<strong>di</strong>zioni bodonianeche la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong><strong>via</strong> Senato conserva pressoil Fondo Antico merita un approfon<strong>di</strong>mentoil volume dal titolo Le più insignipitture parmensi in<strong>di</strong>cate agliamatori delle belle arti, recante al frontespiziola data 1809, ma che in realtàvenne portato a termine, fra varie vicissitu<strong>di</strong>ni,solamente nel 1816, dopola morte dello stesso GiambattistaBodoni (Saluzzo, 1740 – Parma,1813).Di quest’opera furono realizzateben tre e<strong>di</strong>zioni: una in folio(Brooks, 1059) e due in quarto(Brooks, 1060 e 1061); la nostra bibliotecaconserva un bell’esemplarecon legatura coeva in marocchinorosso dell’e<strong>di</strong>zione in folio, che fu tiratain sole 60 copie, e un esemplaredell’in quarto grande, con tiratura paria 150 copie. Sfogliando i volumi, silegge anzitutto l’iscrizione de<strong>di</strong>catoriain italiano <strong>di</strong> Margherita Dall’Aglio,vedova Bodoni, all’imperatriceMaria Luisa d’Austria, datata 1816,seguita dalla versione in francese;quin<strong>di</strong>, la Prefazione dell’e<strong>di</strong>tore, anch’essadapprima in italiano (XXIIpagine per l’in folio, XXXII pagineper l’in quarto) e poi in francese (XXpagine nell’in folio, XXVIII paginenell’in quarto). 1PAOLA MARIA FARINARitratto giovanile <strong>di</strong> GiambattistaBodoni eseguito dopo il suo arrivo aParma da Giuseppe Baldrighi (1723 –1803); tavola fuori testo allegata aBodoni Paganini Parmigianino.Celebrazioni centenarie, Parma,maggio-ottobre 1940, Parma, stab.graf. A. Zanlari, 1940Dopo un frontespizio calcograficosi apre la sezione de<strong>di</strong>cata alricchissimo apparato illustrativo,composto <strong>di</strong> LIX tavole incise <strong>di</strong>spostein or<strong>di</strong>ne alfabetico secondo ilnome dell’autore, 2 per ciascuna dellequali è presente una concisa descrizionein lingua italiana e una in lin-gua francese (quest’ultima sempre incarattere corsivo) con «l’in<strong>di</strong>caziondel soggetto dal pittore trattato», 3 latecnica usata e la collocazione dell’opera.Proprio il corpus iconografico,che propone le principali pitture cheadornavano i monumenti della cittàemiliana, costituisce una delle motivazioniper cui Giuseppe De Lamadefinì l’opera «un venustissimo libro[…] e uno de’ capolavori della StamperiaBodoniana». 4Secondo quanto <strong>di</strong>chiara lostesso De Lama nella sua Vita del cavaliereGiambattista Bodoni (Parma,Stamperia Ducale, 1816; se ne conservaun esemplare presso la nostrabiblioteca), ripreso anche da Brooks(1059), lo stampatore aveva già iniziatoa lavorare a quest’importantevolume fin dal 1795; scrive, infatti,che «Bodoni sino dall’anno 1795 s’eraprefisso in mente <strong>di</strong> stamparlo […]per segnare negli Annali <strong>di</strong> Parma,quandochè avvenisse, un’epoca fortunataper li nuovi suoi Concitta<strong>di</strong>ni».5Il tipografo si accinse a realizzarequeste insigni e<strong>di</strong>zioni per svariatimotivi: per preservare dalle ingiuriedel tempo e dall’oblio pregevolimanifestazioni dell’arte parmense<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> maestri italiani,comprese opere portate a Parigi dai


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 57francesi nel 1796 (compaiono artistiquali Antonio Allegri detto “il Correggio”,i fratelli Agostino e AnnibaleCarracci, Giambattista Cima,Francesco Mazzola detto “il Parmigianino”,Girolamo Mazzola, GiuseppeRondani, Leonello Spada,Bernar<strong>di</strong>no Gatti, Giulio CesareAmidani); per dare testimonianzadelle «Arti Belle che fiorirono inParma» 6 e celebrare dunque la città;oltre che per fornire ai suoi concitta<strong>di</strong>niuna prova concreta <strong>di</strong> riconoscenzaper l’affetto sempre <strong>di</strong>mostratonei suoi confronti. 7 Nella Prefazione,infatti, Bodoni scrive che «iParmigiani vi scorgeranno al tempostesso autentiche prove <strong>di</strong> mia gratitu<strong>di</strong>ne,oggetto <strong>di</strong> utilità e <strong>di</strong> emulazionepe’ loro giovani artisti, e dolcirimembranze ed argomenti <strong>di</strong> patriagloria pe’ loro più tar<strong>di</strong> nepoti». 8Come detto sopra, Bodoni atteseall’opera già entro la fine delXVIII secolo, commissionando alpittore portoghese Francesco Vieira(1765 – 1805) l’esecuzione dei <strong>di</strong>segnia matita, a partire dai quali il bologneseFrancesco Rosaspina (1762– 1841; rinomato artista che figura innumerose e<strong>di</strong>zioni bodoniane) realizzòle incisioni a bulino; iniziata l’infolio nell’estate del 1808 e le e<strong>di</strong>zioniin quarto nel 1809, nessuna <strong>di</strong> esse fuultimata da Bodoni (videro la luce,finalmente, solo nel 1816) 9 dal momentoche le vicende politiche e lerazzie perpetrate dai soldati napoleonicicostrinsero lo stampatore ainterrompere il suo progetto e<strong>di</strong>toriale.10 Scrive, tra l’altro, nella Prefazione:«Fu da prima mio <strong>di</strong>visamentol’offerire agli Amatori delle Arti belleuna Raccolta <strong>di</strong> sessanta stampe, eper compire questo numero io avevaFrontespizio calcografico che introduce alla sezione delle tavole de Le piùinsigni pitture parmensi in<strong>di</strong>cate agli amatori delle belle artiscelto il <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no Gatti,conosciuto col nome <strong>di</strong> quadro <strong>di</strong> S.Agata […]. Stava già per <strong>di</strong>segnarlo ilgiovane artista Vieira nel mese d’apriledell’anno 1796, allorchè ci pervennela notizia improvvisa ch’eranoprecipitosamente calati in Italia iFrancesi. Colpito da tale avvenimentoegli non aspettò nè pure d’avernefatto lo schizzo, che s’incamminòverso Roma. Poscia le moltipliciincumbenze già assunte dal Sig.Rosaspina […], e i miei successivi tipograficiintrapren<strong>di</strong>menti, furonoin colpa dello avere allora intieramenteabbandonato il mio progetto».11 L’occasione adatta alla pubblicazione<strong>di</strong> quest’opera giunse nel1816: il Congresso <strong>di</strong> Vienna, restaurandoil Ducato <strong>di</strong> Parma, Piacenzae Guastalla, ne affidò il dominioa Maria Luisa d’Asburgo-Lorena,figlia dell’imperatore FrancescoI d’Austria, la quale decise <strong>di</strong> visitarequeste terre. La vedova Bodoni si risolse,dunque, a concludere l’impresadel defunto marito, componendo


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<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 59Nella pagina accanto: Tavola I. Correggio, Madonna con il Bambino e i Santi Girolamo e Maddalena (olio su tavola,205x141 cm, 1528 ca., Parma - Galleria Nazionale); la pala fa parte delle opere pittoriche trafugate dai francesi nel 1796e restituite nel 1815. Sopra da sinistra: Tavola V. Correggio, Madonna della Scala (affresco staccato, trasferito su tela,146x142 cm, 1523-4 ca., Parma - Galleria Nazionale); a sinistra l’incisione presente nell’e<strong>di</strong>zione bodoniana e a destra lecon<strong>di</strong>zioni attuali dell’opera, che originariamente adornava la faccia interna <strong>di</strong> una delle porte citta<strong>di</strong>neper l’occasione la de<strong>di</strong>ca alla duchessa;ebbe, inoltre, il 7 maggio 1816,«l’onore <strong>di</strong> presentare ella stessa all’adorataprincipessa una copia delladuplice e<strong>di</strong>zione in quarto e in foglio»12 che Sua Maestà accettò congioia, 13 ricambiando il preziosoomaggio con una visita alla StamperiaBodoniana il 13 maggio, 14 quando«per più <strong>di</strong> un’ora stette […] con leiragionando <strong>di</strong> Bodoni, e riguardandoammirata tanti capolavori <strong>di</strong> tipografia,e la doviziosa suppellettile de’suoi punzoni e delle sue matrici». 15Per una fortunata coincidenzal’e<strong>di</strong>zione, oltre che per l’arrivo dellasovrana, fu portata a termine proprioquando molte delle opere d’arte che iCommissari del governo francesenel 1796 (e poi nel 1805) avevanotrasferito a Parigi rientrarono inParma, esposte al pubblico nelle saledell’Accademia delle Belle Arti. 16L’importanza del volume consisteanche nel fatto che si presenta cometestimonianza delle originarie con<strong>di</strong>zionidelle opere d’arte presentate,o quanto meno delle loro con<strong>di</strong>zionia fine Settecento, contribuendo allaricostruzione del loro primitivoaspetto (per esempio, nel caso dellaMadonna della Scala del Correggioche oggigiorno risulta danneggiata);inoltre, documenta la storia dellepitture stesse, in<strong>di</strong>cando il loro eventualetrasferimento oltralpe dopo lacampagna napoleonica. La correttezzadelle informazioni fornite inmerito alle vicende dei singoli quadriè confermata dal confronto con altrepubblicazioni del tempo, in particolarecon il volumetto Notice des principauxtableaux recueillis dans la Lombar<strong>di</strong>epar les commissaires du GouvernementFrançais ([Parigi], Imprimeriedes Sciences et Arts, [1798]) e conil Catalogo de’ capi d’opera <strong>di</strong> pittura,scultura, antichità, libri, storia natura-


60 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Sopra da sinistra: Tavola XXIII. Incisione su rame rappresentante tre amorini, tratta da un affresco <strong>di</strong> Agostino Carraccinel Palazzo del Giar<strong>di</strong>no a Parma. Tavola XXXIX. Riproduzione <strong>di</strong> un affresco con Santa Cecilia seduta all’organopresente nella chiesa <strong>di</strong> San Giovanni Evangelista a Parma e attribuita nell’opera bodoniana al Parmigianinole, ed altre curiosità trasportati dall’Italiain Francia (Venezia, Antonio Curti,1799) – conservati anch’essi pressola <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato.Il bel volume licenziato dallaTipografia Bodoniana nel 1816 si <strong>di</strong>stinguedunque sia per il suo contenutoiconografico, <strong>di</strong> pregevole qualitàe accurata fattura, sia per la suastoria e<strong>di</strong>toriale, ed emoziona nonpoco tenere tra le mani un esemplarela cui esistenza si è inestricabilmentelegata alle vicende storiche più importantiche hanno coinvolto la nostrapenisola nei secoli passati.NOTE1Brooks, 1059 e 1060; Brunet III, col.779; De Lama, pp. 185-186. In chiusura delvolume, In<strong>di</strong>ce delle pitture.2«Finalmente si è preferito l’or<strong>di</strong>ne alfabeticoal cronologico, perché quest’ultimo,quando trattasi <strong>di</strong> conciliare le date, offrespesso insuperabili <strong>di</strong>fficoltà; laddove l’altro,non mai soggetto ad alcuno inconveniente,è più giovevole a trovar subito il nomedel pittore, <strong>di</strong> cui si voglia conoscer l’opera»:così scrive Bodoni nella Prefazione allasua opera (pp. IV-V dell’e<strong>di</strong>zione in folio).3GIAMBATTISTA BODONI, Prefazione,in Le piùinsigni pitture parmensi in<strong>di</strong>cate agli amatoridelle belle arti, Parma, Tipografia Bodoniana,1816, p. III (e<strong>di</strong>zione in folio).4Brooks, 1059.5GIUSEPPE DE LAMA, Vita del cavaliereGiambattista Bodoni tipografo italiano e catalogocronologico delle sue e<strong>di</strong>zioni, Parma,Stamperia Ducale, 1816, tomo II, p. 185; BrunetIII, col. 779.6G. BODONI, Prefazione, p. II (e<strong>di</strong>zione infolio).7«Le insigni <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> benevolenzae <strong>di</strong> onore che qui il Bodoni ricorda, sono e il decretodell’anzianato della parmense comunitàin data del 28 <strong>luglio</strong> 1803 che lo creò citta<strong>di</strong>nonobile <strong>di</strong> Parma, e l’altro del 17 <strong>agosto</strong> dellostesso anno 1803 che or<strong>di</strong>nò il conio della suaeffigie in oro, argento e rame», in “Gazzetta <strong>di</strong>Milano”, n. 141, lunedì 20 maggio 1816, p. 552(versione <strong>di</strong>gitalizzata on-line reperibile inGoogle Books; controllato il 25 giugno 2012).8G. BODONI, Prefazione, p. II (e<strong>di</strong>zione infolio).9Brooks, 1059.10Ve<strong>di</strong> anche ANTONIO SPINOSA, Maria Luisad’Austria, la donna che tradì Napoleone.La gloria, le passioni, il tormento, Milano,Mondadori, 2004, p. 252.11G. BODONI, Prefazione, pp. XX-XXI (e<strong>di</strong>zionein folio).12“Gazzetta <strong>di</strong> Milano”, n. 141, lunedì 20maggio 1816, p. 552.13A. SPINOSA, Maria Luisa d’Austria, ladonna che tradì Napoleone, p. 252.14“Gazzetta <strong>di</strong> Milano”, n. 141, lunedì 20maggio 1816, p. 552.15G. DE LAMA, Vita del cavaliere GiambattistaBodoni tipografo italiano e catalogocronologico delle sue e<strong>di</strong>zioni, tomo I, p. 179.16Ibidem.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 61BvS: il Fondo ImpresaLibri e pubblicità: incontro<strong>di</strong> linguaggi <strong>di</strong>fferentiEsempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra il mondo letterario e le moderne impreseVALENTINA CONTICopertina illustrata a collage <strong>di</strong>BIF§ZF+18 / Simultaneità e chimismilirici tratta da una riproduzioneeffettuata dall’originale(copia n. 11/300) <strong>di</strong> proprietà<strong>di</strong> Maria Leonia Taranta-Ren<strong>di</strong>È<strong>di</strong> grande attualità il temadella letteratura legata almondo dell’impresa e dellapubblicità. A Milano, presso ilTriennale Design Museum, è in corsofino a febbraio 2013, una mostradal titolo TDM 5: Grafica italianacon lo scopo <strong>di</strong> mostrare l’evoluzionedella tra<strong>di</strong>zione tipografica nostranae della cartellonistica, sottolineandola rivoluzione del concetto <strong>di</strong>grafica avvenuta con il futurismo, attraversol’esposizione <strong>di</strong> opere, tra lequali L’Officina Bodoni: i libri e il mondo<strong>di</strong> un torchio 1923-1977; Caratteriin<strong>di</strong>spensabili alla tipografia moderna;L’età ingrata del cinema; Ren‚ Clair; Ilrisorgimento grafico, provenienti dalla<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato. 1Questi cambiamenti grafici sisvilupparono <strong>di</strong> pari passo con il mutamentodel rapporto tra la letteraturae la pubblicità, un legame che iniziòalla fine del XIX secolo attraversoun progressivo scindersi <strong>di</strong> quest’ultimada un contesto economico chela vincolava a essere semplice messaggiooccasionale e grazie all’accrescersidell’interesse dei letterati per ilnuovo linguaggio che <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong>avere un sempre maggior impattosulla realtà sociale.L’accostamento <strong>di</strong> questi duemon<strong>di</strong>, letterario e pubblicitario, avvennein mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti e attraversoalcuni esemplari presenti nel Fondo<strong>di</strong> storia dell’impresa in Italia dall’Unitàa oggi della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato èpossibile analizzarne l’evoluzione.Uno dei primi risultati <strong>di</strong> questaunione fu la pubblicazione della rivista“La Riviera Ligure” il cui primonumero comparve nel 1895. Le particolarità<strong>di</strong> questa rivista furono lasua appartenenza all’industria P. Sasso& Figli e la finalità <strong>di</strong> sponsorizzazionedei prodotti dell’impresa: «Larivista finanziata dai Sasso, è comunquela prima che abbia intuito l’utilità<strong>di</strong> fondere, nel medesimo foglio,intento letterario, imperativo pubblicitario,orgoglio sociale del lavoroproduttivo, al fine <strong>di</strong> promuovereun’immagine accattivante e umanisticamentealta della funzione industriale».2Inizialmente la rivista contenevasolo listini prezzi dei prodotti earticoli sulle virtù dell’olio, ma dal1899, sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> MarioNovaro, unico della famiglia Sassoveramente interessato all’aspettoumanistico, la pubblicazione <strong>di</strong>venneun’importante rivista d’avanguar<strong>di</strong>a<strong>di</strong> tiratura nazionale chevantava la collaborazione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>scrittori come Campana, Bontempelli,Gozzano, Pirandello, Cecchi,Saba, Rebora, Sbarbaro e Pascoli che<strong>di</strong>ede alla rivista il nome <strong>di</strong> Rivistadell’Olio. «La Riviera Ligure con unatiratura <strong>di</strong> ottantamila copie, è senzaalcun dubbio una delle maggiori rivisteletterarie italiane della primametà del XX secolo, e un esempiostraor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra scrittori


62 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Sopra: esempio <strong>di</strong> pubblicità inserita nel testo L’ultimo dei Boeri. Romanzo storico contemporaneo, Milano, Manzoni, 1901,(<strong>Biblioteca</strong> romantica, rèclame illustrata sistema brevettato).A destra: Fortunato Depero, “Il libro imbullonato”, Depero futurista, Firenze, S.P.E.S., 1987e pubblicità, che si interrompe nel1919 per cedere il passo ad altre mutateforme in cui il <strong>di</strong>alogo continuala sua storia». 3Una <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>fferenti modalità<strong>di</strong> convivenza tra letteratura epubblicità, <strong>di</strong> cui parla Alessi, è osservabilein L’ultimo dei Boeri: romanzostorico contemporaneo con scene dellaguerra transvaaliana, un testo narrativo<strong>di</strong> argomento storico interrottoe inframmezzato da rèclame e sloganpubblicitari senza attinenza con il testo,ma probabilmente utilizzati comesponsor per finanziare la pubblicazionedel libro. Si trattava <strong>di</strong> un librostrenna, cioè un libro usato peromaggiare i clienti con una raffinatainiziativa e<strong>di</strong>toriale.Solo molti anni dopo fu ripropostala stessa tipologia <strong>di</strong> commistionefra linguaggio letterario epubblicitario, nel 2001 Luigi Malerbascrisse Città e <strong>di</strong>ntorni pubblicandolocon il patrocinio <strong>di</strong> Omnitel-Vodafone. Sul retro <strong>di</strong> copertina sileggeva: «L’autore <strong>di</strong> questo libro, inaccordo con l’e<strong>di</strong>tore, ha accolto neltesto un contributo pubblicitario perconsentire al volume una maggiore<strong>di</strong>ffusione». In questo caso la rèclameera raccolta in 6 pagine consecutivee non <strong>di</strong>ffusa su tutto il testo.Nonostante l’autore giustificasse lapossibile compresenza dei due elementisenza danno reciproco, la scelta<strong>di</strong> accostare la tipologia commercialea quella letteraria scatenò polemichee scandalo fra gli intellettuali,


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 63ad esempio Luca Canali scrisse:«Non posso credere che Malerbaabbia fatto questo. Spero sia solo unabizzarria. Ricordo quando FedericoFellini si batteva contro gli spot cheinterrompevano i film. Ora siamoarrivati a interrompere anche i libri,l’ultimo spazio libero che ci restava[…] Malerba è un vero scrittore e iveri scrittori non devono fare questecose, altrimenti rischiano <strong>di</strong> declassarsi».4I primi a capire l’importanzadel linguaggio pubblicitario furono ifuturisti, che, sostenitori <strong>di</strong> una democratizzazionedella cultura, ritenevanoche la convivenza <strong>di</strong> linguaggi<strong>di</strong>fferenti portasse arricchimentoe non svalutazione. Apollinaire nellasua poesia Zone definì ad<strong>di</strong>ritturapoesia gli elementi pubblicitari «Tulis le prospectus les catalogues les affichesqui chantant tout haut/ voilà lapoèsie ce matin en puor la prose il y àles journaux» 5 . In Francia Apollinaireincontrò Ardengo Soffici che, influenzatodall’idea futurista dellapubblicità come nuova formaespressiva che caratterizzava la società<strong>di</strong> massa, scrisse BIF§ZF + 18 /Simultaneità e chimismi lirici dove lapubblicità era considerata come formaartistica senza nessuna finalità senon la gratuita espressione <strong>di</strong> se stessa.E<strong>di</strong>zione limitata a trecentoesemplari in folio stampati nella tipografia<strong>di</strong> Attilio Vallecchi in Firenzenel 1915 composta, dopo una coloratacopertina a collage, da dueparti, una contenente prose e poesie<strong>di</strong> Soffici, l’altra da tavole paroliberecon inserzioni pubblicitarie. Fuun’opera definita un «48» 6 da AlbertoSavinio nell’accezione <strong>di</strong> rivolta erigenerazione per la sperimentazioneche propose.Negli stessi anni Marinetti siadoperò sia per rendere il linguaggiopubblicitario parte dell’esperienzaartistica futurista, sia per utilizzarlocome strumento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delleproprie idee. Si impegnò <strong>di</strong>rettamentenella creazione <strong>di</strong> rèclame,nel 1919 scrisse una prefazione per il


64 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012libro <strong>di</strong> poesie L’incen<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> AldoPalazzeschi realizzando settantacinquepagine <strong>di</strong> pubblicità senza alcunriferimento al testo e durante la campagnaautarchica imposta dal regimefascista pubblicò Il poema del vestito <strong>di</strong>latte e Il poema <strong>di</strong> Torre Viscosa 7 per reclamizzarela <strong>di</strong>tta “Snia Viscosa”impegnata nella produzione <strong>di</strong> Lanital,una fibra tessile artificiale derivatadalla caseina. Marinetti ebbe unagrande influenza nel mondo dellapubblicità e della comunicazionesuggerendo un nuovo modo <strong>di</strong> utilizzarela scrittura e le immagini,creando le basi per l’ipertesto contemporaneo.Ugualmente innovativo fuFortunato Depero artista ecletticoche si impegnò molto sul frontepubblicitario collaborando con la<strong>di</strong>tta Verzocchi (mattoni refrattari),la San Pellegrino (acqua e magnesia),il liquore Strega, la casafarmaceutica Schering, la catena <strong>di</strong>ristorazione Zucca, la Pirelli e l’AgipGas, ma soprattutto con laCampari.E’ con quest’ultima che loscrittore instaurò un rapporto particolare<strong>di</strong> mecenatismo: Depero sioccupò della pubblicità creandoslogan pubblicitari, cartelloni, inventandoil <strong>di</strong>stributore automaticoCampari Soda e il design dellabottiglietta da 10 cl realizzata dallavetreria Bordoni, <strong>di</strong> rimando laCampari finanziò le sue creazioniartistiche, ad esempio l’opera e<strong>di</strong>toriale“il libro imbullonato” Deperofuturista del 1927, 234 pagine <strong>di</strong>chiara ispirazione futurista con copertinafustellata chiusa con bulloniin alluminio. Depero credevafermamente che «l’arte dell’avveniresarà potentemente pubblicitaria- tale audace insegnamentoinoppugnabile constatazione l’hoInserzione pubblicitaria all’interno del testo Luigi Malerba, Città e <strong>di</strong>ntorni,Milano, Mondadori, 2001avuta dai musei, dalle gran<strong>di</strong> operedel passato – tutta l’arte dei secoliscorsi è improntata a scopo pubblicitario,esaltazione del guerresco,del religioso».Nonostante negli anni Ventidel Novecento il legame tra la Camparie Depero andasse scemando,l’idea della pubblicità come arte legataal mondo degli artisti e dei poetisi consolidò, tanto che furono istituitedelle vere e proprie cariche all’internodelle aziende de<strong>di</strong>cate all’attivitàgiornalistica e pubblicitaria.Il ruolo della committenzaaziendale si <strong>di</strong>ffuse insieme all’ideadella necessità <strong>di</strong> creare una cultura<strong>di</strong> fabbrica e <strong>di</strong> promuovere l’immagine<strong>di</strong> un marchio.La FIAT seguì l’idea <strong>di</strong> creareuna rivista aziendale, già utilizzatadai Sasso, e pubblicò la “RivistaFIAT” dal 1913 al 1915 e <strong>di</strong> nuovodal 1923 al 1927, e<strong>di</strong>zione che rimaseestranea all’estetica del futurismopromuovendo solamentel’attività promozionale dell’azienda.Solo dal 1932 con la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>Gino Pestelli iniziò la pubblicazione<strong>di</strong> “Il Bianco e il Rosso” nuovoperio<strong>di</strong>co aziendale con maggiorapprofon<strong>di</strong>mento dell’aspetto letterarioe culturale. Per il suo ufficiostampa Pestelli si avvalse della collaborazione<strong>di</strong> Pietro Maria Bar<strong>di</strong> eMassimo Bontempelli, il quale neglianni Trenta fu incaricato dallaFIAT <strong>di</strong> scrivere un romanzo per<strong>di</strong>ffondere una nuova concezione<strong>di</strong> macchina come mezzo della vitaquoti<strong>di</strong>ana, e non più come mitologicooggetto <strong>di</strong> rappresentazionedel progresso. Il romanzo fu e<strong>di</strong>tocon il titolo 522 Racconto <strong>di</strong> una giornata(522 come il modello FIATTorpedo che fu regalato allo scrittoreper il suo lavoro). Anche Fin-


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 65Da sinistra: Linoleum, opera <strong>di</strong> Pablo Picasso utilizzata come illustrazione della copertina <strong>di</strong> Civiltà delle Macchine, n. 6, 1962.Frontespizio de Filippo Tommaso Marinetti, Il Poema <strong>di</strong> Torre Viscosa, a cura dell’ufficio Propaganda della Snia Viscosa,Milano, 1938meccanica grazie a Sinisgalli realizzòuna rivista dell’impresa “La civiltàdelle macchine” 8 che esaurì lasua pubblicazione negli anni Settanta.Proprio in quegli anni il <strong>di</strong>alogotra letteratura e pubblicità <strong>di</strong>vennepiù rarefatto e andò scemandola collaborazione tra utile e arteche era stata tanto vivace e ricca all’iniziodel XX secolo.Negli ultimi decenni il rapportotra letteratura e pubblicità siè limitato all’attività <strong>di</strong> prestito ecalco <strong>di</strong> citazioni o modelli narrativiritornando all’antica <strong>di</strong>stinzionedella letteratura riferita solo a sestessa e del linguaggio pubblicitarioconativo e suasorio.BibliografiaCfr: G. ALESSI, L. BARCAIOLI, T. MARINO,Scrittori e pubblicità, Storia e teorie, Bologna,logo Fausto Lupetti e<strong>di</strong>tore, 2011.NOTE1TDM5: grafica italiana, Milano, CorrainiE<strong>di</strong>zioni, 2012.2P. BOERO, La Riviera Ligure, tra industriae letteratura, Firenze, Vallecchi, 1984, p. 51.3G. ALESSI, L. BARCAIOLI, T. MARINO, Scrittorie pubblicità, Storia e teorie, Bologna, logoFausto Lupetti e<strong>di</strong>tore, 2011, p. 24.4LUCA CANALI in “Panorama”, 12 <strong>luglio</strong>2001.5GUILLAUME APOLLINAIRE, Zone in Alcool,Milano, Dall’Oglio, 1959, a cura <strong>di</strong> ClementeFusero.6ALBERTO SAVINIO, Hermapro<strong>di</strong>to, Firenze,Libreria della Voce, 1918, pag. 38.7Per approfon<strong>di</strong>re: ARIANNA CALÒ, TorreViscosa, un battesimo poetico <strong>di</strong> tecnicismifuturisti, in “la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato”, III(2011), 6, p. 50.8Per approfon<strong>di</strong>re: GIACOMO CORVAGLIA,“Civiltà delle macchine” dalla ricostruzioneal boom, in “la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato”, III7, p. 60.


66 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012BvS: il Fondo ImpresaENEL: mezzo secolo<strong>di</strong> elettricità nelle case italianeL’energia dal dopoguerra alle fonti rinnovabili dei nostri giorniENEL. Giubilare per i 25 annidell’EnteGIACOMO CORVAGLIAl’Ente Nazionaleper l’Energia Elettrica compiecinquanta anni. Il 16 no-L’ENEL,vembre 1962 da parte del Senato e il27 da parte della Camera, viene approvatala più grossa riforma economicadel dopoguerra. Nasce così l’E-NEL, con il compito <strong>di</strong> esercitare leattività <strong>di</strong> produzione, importazioneed esportazione, trasporto, trasformazione,<strong>di</strong>stribuzione e ven<strong>di</strong>tadell’energia elettrica. L’Italia del1962 vedeva un’industria elettricaestremamente frazionata.ENEL inizia <strong>di</strong> fatto la sua attivitànel 1963 con il graduale assorbimentodelle imprese elettriche alloraesistenti. L’attività svolta dall’industriaelettrica italiana dal dopoguerraalla nazionalizzazione trovasignificativo commento in quantoespresso da Valerio Castronovonel quarto volume della Storia dell’Industriaelettrica in Italia: “Tra ifattori che resero possibile quell’eccezionalefase <strong>di</strong> espansione avvenutafra la prima metà degli anni Cinquantae gli inizi del decennio successivo,che sarebbe poi stata definitacome l’epoca del miracolo economico,va annoverato l’apporto fornitodall’elettrificazione sia alla crescitadel sistema produttivo che aquella dei servizi e delle infrastrutture.Ma notevole fu anche il contributoche essa <strong>di</strong>ede alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>alcuni beni <strong>di</strong> consumo durevoliconnessi più o meno <strong>di</strong>rettamentealle applicazioni dell’elettricità”.Nel volume, pubblicato dallaSocietà nel 1997, 50 anni <strong>di</strong> industriaelettrica italiana si legge nella prefazione,sottoscritta dal Presidente, “lapubblicazione si presenta non tantocome una Storia dell’industria elettricaitaliana ma una cronologia, apartire dal 1945, dalle <strong>di</strong>struzionidegli impianti apportate dalla guerra,con le tappe della ricostruzione, ilPiano Marshall, la forte crescita deiconsumi <strong>di</strong> elettricità negli anni delboom, l’unificazione delle tariffe del1961, la svolta istituzionale della nazionalizzazione,la nascita dell’E-NEL e l’integrazione nella sua strutturaunitaria <strong>di</strong> circa 1250 impreseelettriche...”. È significativo come,accanto alla presentazione del presidentedell’ENEL si trovi una premessadello storico Valerio Castronovo.In essa si sottolineano le vicendedell’ENEL in relazione ai mutamentidegli scenari storici e della vitaeconomica italiana, in particolare alladecisione della nazionalizzazionedell’energia elettrica. Il secondo volumecontiene un’Appen<strong>di</strong>ce con tabellestatistiche dal 1945 al 1995; le1270 Imprese elettriche trasferite all’ENELdal 1963 al 1995; dettagliatiin<strong>di</strong>ci delle Istituzioni, degli Enti edelle Imprese; un in<strong>di</strong>ce dei nomi, daun in<strong>di</strong>ce degli impianti; un glossarioe la bibliografia.Il primo anno <strong>di</strong> vita dell’E-NEL è anche quello che verrà ricordatoper una gravissima sciagura: lasera del 9 ottobre 1963 una massa <strong>di</strong>circa 300 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> rocciasi stacca dal Monte Toc e precipita


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 67nel sottostante bacino idroelettricodel Vajont. Un’ondata <strong>di</strong> oltre 30 milioni<strong>di</strong> metri cubi, alta più <strong>di</strong> 200 metri,scavalca la <strong>di</strong>ga, investendo paesie borgate della valle del Piave e provocandopiù <strong>di</strong> 2.000 morti.Il 1966 segna invece una svoltanella storia dell’energia elettrica inItalia: è il primo anno in cui la produzioneidroelettrica copre meno del50 per cento della produzione complessivae il continuo aumento dellarichiesta <strong>di</strong> energia elettrica rendonosempre più necessario il ricorso allaproduzione termoelettrica. Gli anniche vanno dal 1968 a 1972 sono anni<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> conquiste sociali e <strong>di</strong> crescitaper l’ENEL che nel frattempo è<strong>di</strong>ventata la seconda industria italianaper fatturato dopo la Fiat. Intanto,la notte del 21 <strong>luglio</strong> 1969, si rilevauna richiesta <strong>di</strong> energia elettricamolto maggiore <strong>di</strong> quella usuale. Sonogli italiani che non vogliono mancareun appuntamento con la storia:la <strong>di</strong>scesa dell’uomo sulla Luna.La guerra arabo-israelianadello Yom Kippur innesca la primagrande crisi energetica. Il continuoaumento del prezzo del petroliocostringono i paesi consumatori avarare misure <strong>di</strong> emergenza perfronteggiare la crisi adottando unapolitica <strong>di</strong> “austerity”. In Italia inizianole “domeniche a pie<strong>di</strong>” e perridurre i consumi elettrici viene ridottol’orario <strong>di</strong> apertura dei negozi,l’illuminazione pubblica viene<strong>di</strong>mezzata e le trasmissioni televisiveterminano alle 22:45.Alla fine degli anni settanta inItalia si avverte una maggiore sensibilitàambientale e vengono riscopertefonti alternative <strong>di</strong> energia: ilsole e il vento. Nel 1973 viene pubblicatoEnel e l’ambiente in cui vengonotrattate le problematiche tra laCopertina <strong>di</strong> Energia dal Sole. Prospettive dell’energia fotovoltaica in Italiaproduzione <strong>di</strong> energia elettrica e lasalvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente comeviene illustrato nella presentazione<strong>di</strong> Arnaldo M. Angelini: “È pur veroche l’autorizzazione a costruire nuoviimpianti viene negata adducendouna giusta causa: la salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambientein cui vi<strong>via</strong>mo; ma – attenzione!– si pone una ponderateimpostazione del problema ecologico;altrimenti si va incontro ad una situazioneparadossalmente assurda alpunto da paralizzare con la crisi dellaproduzione che ne deriverebbe, anchele stesse attività relative al contenimentodell’attenzione dell’ambiente.Peraltro, come viene ampiamente<strong>di</strong>mostrato nella presentepubblicazione, grazie agli efficaciprovve<strong>di</strong>menti adottati, l’incidenzasull’ambiente degli impianti elettricirisulta così modesta da poter essereaccettata senza pregiu<strong>di</strong>zio per l’ambientestesso.” Così nel 1984 si inauguranodue centrali <strong>di</strong>mostrativedell’ENEL alimentate da fonti energeticherinnovabili: la centrale eolicadell’Alta Nurra e la centrale fotovoltaicadell’isola <strong>di</strong> Vulcano.Nel 1986 viene pubblicato,nella collana “I libri <strong>di</strong> DimensioneEnergia”, perio<strong>di</strong>co e<strong>di</strong>to da ENEL,L’Energia e la Storia <strong>di</strong> Indro Montanellie Mario Cervi. Il volume è un<strong>di</strong>vertente racconto del rapporto chel’uomo ha sempre avuto con l’energia,dalla scoperta del fuoco sino all’avventodell’energia nucleare.L’attuazione del Piano EnergeticoNazionale viene <strong>di</strong> fatto bloc-


68 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Sopra da sinistra: Copertina <strong>di</strong> Enel1963–1977; 50 anni <strong>di</strong> industriaelettrica italiana; copertina<strong>di</strong> L’energia e la storia, scrittoda Indro Montanelli e Mario Cervi;L’Enel e l’ambientecato dal <strong>di</strong>sastro <strong>di</strong> Chernobyl, infattil’8 novembre 1987 si svolge ilreferendum sulle centrali elettrichenucleari e la maggioranza dei votantisi esprime per la rinuncia all’energianucleare. Considerati i risultatidel referendum, il Governo procederàalla sospensione dei lavori <strong>di</strong>apertura delle centrali e <strong>di</strong> fatto si dàl’ad<strong>di</strong>o al nucleare in Italia. Nel1987, in occasione dei 25 anni dell’Ente,viene pubblicato ENEL, conpresentazione <strong>di</strong> Franco Viezzoli etesti in italiano e inglese. Emblematicala fascetta e<strong>di</strong>toriale: “Venticinqueanni non sono molti, ma gli annidell’ENEL hanno visto due crisienergetiche, lo sviluppo del nuclearee la contestazione al nucleare, ilritorno al carbone, l’inflazione a duecifre, la sostituzione dell’uomo con irobot, il vento del ‘68, gli anni <strong>di</strong>piombo: profon<strong>di</strong> mutamenti <strong>di</strong>idee, abitu<strong>di</strong>ni, realtà sociali, economichee tecniche. Venticinqueanni <strong>di</strong>fficili, non solo per l’ENEL.”Nel 1992, a quasi trent’annidall’istituzione, ENEL <strong>di</strong>venta Societàper Azioni anche se l’unicoazionista rimane il Ministero del Tesoro.Gli anni novanta sono anni <strong>di</strong>profon<strong>di</strong> cambiamenti per il settoreenergetico, ENEL viene quotata inBorsa e il 19 febbraio 1999 il Consigliodei Ministri approva il decreto <strong>di</strong>liberalizzazione del settore elettrico.Negli ultimi anni ENEL attua unastrategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificazione per losviluppo <strong>di</strong> nuovi business investendonella ricerca <strong>di</strong> energie alternativee <strong>di</strong> nuovi mercati soprattutto all’esterocome nell’Europa dell’Est e inSud America. Infatti già nel 1992 vienepubblicato da Hypothesis E<strong>di</strong>toreEnergia dal Sole. Prospettive dell’energiafotovoltaica in Italia. Il volume èstato realizzato sulla base della documentazionetecnica fornita dall’I-SES, Comitato per l’Energia Fotovoltaicae con il contributo <strong>di</strong> ENEA,ENEL, Ansaldo, Eurosolare e HeliosTechnology.In occasione del cinquantesimoanniversario è stato allestito unmuseo itinerante che, partito da Napolia fine maggio, coinvolgerà nelsuo tour <strong>di</strong>verse città e piazze italianeraccontando la storia e il successodell’azienda in relazione all’evoluzionedel Paese. La storia <strong>di</strong> ENELsi intreccia infatti con la storia d’Italia.La mostra è <strong>di</strong>visa in cinque sezioni:dalle <strong>di</strong>vise da lavoro “vintage”alle ingombranti valigette a tracolladegli addetti ENEL sino allenuove sfide per l’energia pulita.


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 69BvS: nuove schedeRecenti acquisizioni della<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> SenatoNovità per bibliofili arricchiscono i fon<strong>di</strong> antico e modernoArianna Calò, Valentina Conti,Giacomo Corvaglia, Paola MariaFarina, Annette Popel Pozzoe Beatrice PorcheraAr<strong>di</strong>zio, Lorenzo.Alfa Romeo. Cuore Sportivo.Milano, Mondadori – Electa, 2010.Il volume, con prefazione <strong>di</strong>Nick Mason, ripercorre la storiadella Casa Automobilistica in occasionedel centenario della fondazione,dal 1910 sino agli sviluppipiù recenti. In un’ampia introduzionevengono narrate le vicendeaziendali e sportive del gruppo. Laparte centrale del libro è <strong>di</strong>visa in<strong>di</strong>eci capitoli che illustrano, in modo<strong>di</strong>scorsivo e attraverso immagini,le vetture simbolo, sia sportivesia stradali. Completano il giubilareuna cronologia <strong>di</strong> tutti i modelliprodotti dall’Alfa Romeo e l’Albod’oro delle vittorie automobilistichepiù importanti. (G.C.)Camuffo, Giorgio; Piazza,Mario; Vinti, Carlo; Annicchiarico,Silvana (a cura <strong>di</strong>).TDM 5: grafica italiana. Milano,Corraini E<strong>di</strong>zioni, 2012.Catalogo pubblicato in occasionedella quinta e<strong>di</strong>zione delTriennale Design Museum <strong>di</strong> Milanoinaugurata il 13 aprile 2012.Secondo il presidente della <strong>Fondazione</strong>Arturo Dell’Acqua Bellavitis:“Un’e<strong>di</strong>zione che fa il punto sulruolo della grafica nella storia deldesign italiano, andando a leggerecome le tra<strong>di</strong>zioni storiche del graphicdesign del nostro paese si sianodeclinate nel secolo passato,grazie anche all’apporto <strong>di</strong> numerosidesigner che nel secondo dopoguerrahanno deciso <strong>di</strong> operarein Italia”. Attraverso lettere, perio<strong>di</strong>ci,libri (alcuni prestati dalla <strong>Biblioteca</strong><strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato), imballaggi,pubblicità, segnali, film, video euna gamma molto ampia <strong>di</strong> materialisi <strong>di</strong>segnano le linee guida percomprendere in che modo i graficiitaliani siano intervenuti nella vicendadel Paese influenzando la suarealtà economica, sociale e culturale.(V.C.)Belime, Charles.Coup d’œil sur l’influence de nosconquêtes en Italie et les moyens d’affermirles Républiques qui y sont établies.Roma, Tommaso Pagliarini,[1797-1798].Due sole copie censite in Italiaper questo testo che intercettaval’ardore rivoluzionario e gli umorid’insofferenza dei giacobini italianiverso l’assolutismo regio, insofferenzache <strong>di</strong>venne ben presto <strong>di</strong>pubblico dominio in Francia, dovesi guardava con interesse al nuovoentusiasmo repubblicano oltreconfine. Il testo si <strong>di</strong>vide in tre sezioni:“dans la première j’examinel’état de l’Italie avant l’arrivée desFrançais; je donne un précis de ses<strong>di</strong>fférents gouvernements, des révolutionsarrivées dans chaque payset des causes qui l’ont produites.Dans la seconde je trace un tableaurapide des victoires de l’arméefrançaise. Je place Bonaparte aumilieu de l’Italie, et je porte un regardeattentif sur les changemensqu’il opere autur de lui. La troisièmeSection est sans contre<strong>di</strong>t laplus importante [...]; J’y donnequelques idées sur la constitutionqui me paroit convenir à l’Italie; j’ydéveloppe le moyens d’affermir lesrépubliques que nous y avonscréées; j’y insiste principalementsur la néceessité d’une réformedans l’éducation de la jeunesse, j’y


70 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012trace un plan d’études [...]. Enfin jetermine par des réflexions généralessur l’état actuel de l’Europe”.(A.C.)Corra<strong>di</strong>, Sebastiano (ca.1510-1556).De officio doctoris et au<strong>di</strong>torisoratio. Firenze, Lorenzo Torrentino,[s.d. i.e. 1548].Prima e<strong>di</strong>zione dell’orazioneche tratta dei doveri dell’insegnantee dell’allievo e che fu recitata treanni prima, ma pubblicata solo nel1548 causa la ritrosia dell’Autore.Corra<strong>di</strong>, nativo <strong>di</strong> Arceto (ReggioEmilia), stu<strong>di</strong>ò inizialmente a Veneziae fu u<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Egnazio. Semprea Venezia fu particolarmenteapprezzato da Bembo e Giral<strong>di</strong>svolgendo anche il lavoro <strong>di</strong> correttorepresso il tipografo Sessa.Iniziando una brillante attività letteraria,accetta la cattedra <strong>di</strong> umanitàa Reggio, dove fonda l’Accademiadegli Accesi. Girolamo Tiraboschiin<strong>di</strong>ca nella Storia dellaletteratura italiana che le opere“per lo più sono Comenti sugli AutoriLatini, come sulle lettere <strong>di</strong>Cicerone ad Attico, e su quelle agliAmici, su Valerio Massimo, sul primolibro dell’Eneide. Avvi ancoraun’Orazione da lui detta in Bolognade Officio Doctoris & Au<strong>di</strong>toris, ela traduzione <strong>di</strong> sei Dialoghi attribuitia Platone” (tomo VII:3, Roma,1785, p. 332).Moreni, Annali della tipografiafiorentina <strong>di</strong> Lorenzo Torrentino,Firenze, 1811, p. 15 (n. XI). (A.P.P.)Faur, Jean-Pierre; Pierrat,Emmanuel.Vente-Erotica. Livres et documentsdes collections Jean-Pierre Fauret Emmanuel Pierrat. Parigi, PierreBergé & Associés, 2007.Trattasi del catalogo dell’astache si è svolta venerdì 7 <strong>di</strong>cembre2007 a Parigi presso l’hotelDrouot. La ven<strong>di</strong>ta, proibita ai minori(l’esemplare in BvS conserva,tra l’altro, la fascetta e<strong>di</strong>toriale conl’avvertimento “Certaines imagesde ce catalogue peuvent heurter lasensibilité de certaines personnes”),comprendeva 290 pezzi tralibri, manoscritti, fotografie e illustrazionia carattere erotico, dalXVIII al XX secolo, provenientidalle collezioni private dell’e<strong>di</strong>toreJean-Pierre Faur e dell’avvocato escrittore Emmanuel Pierrat. Il volumeè in gran parte illustrato connumerose tavole a colori che accompagnanola descrizione dei lottiin ven<strong>di</strong>ta. (P.M.F.)Ferenzano, Giovanni Gino.Garibal<strong>di</strong> Politico. Firenze,G.B. Giachetti, 1879.L’Autore, che si firmava alfrontespizio “Fe... Gio... Gi...”,aveva pubblicato poco prima il libelloGaribal<strong>di</strong> l’ingrato, in cui criticavaduramente il manifesto <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>del 26 aprile 1879, che annunciavala costituzione della LegaDemocratica; l’opinione pubblicaaveva tutta<strong>via</strong> accolto negativamentel’opera e l’Autore dovettedunque servirsi <strong>di</strong> questo scrittoper giustificare le sue parole e denunciare,nelle “Rivelazioni per lastoria” (pp. 118-119), l’esistenza <strong>di</strong>appannaggi dati dal Re a Garibal<strong>di</strong>.Pare che Ferenzano fu assassinatodopo la pubblicazione <strong>di</strong> questi dueviolenti opuscoli <strong>di</strong>ffamatori controGaribal<strong>di</strong>, per quanto avesse intenzione<strong>di</strong> pubblicare altre operepolemiche intorno alla sua figura,già poste in elenco alla brossura posteriore:Garibal<strong>di</strong> pubblicista, Garibal<strong>di</strong>strategico, Mentana, PolemicaGaribal<strong>di</strong>na, I ministri garibal<strong>di</strong>ni.Bertarelli 13443. Passano, p.140. (A.C.)Frugoni, Chiara (1940-).Le storie <strong>di</strong> San Francesco. Guidaagli affreschi della Basilica superiore<strong>di</strong> Assisi. Torino, Einau<strong>di</strong>, 2010(ET Saggi, 1631).L’e<strong>di</strong>zione in cofanetto, che sicompone <strong>di</strong> un volume a stampa eun DVD-Video contenente un documentariocon la regia <strong>di</strong> LucaCriscenti, illustra gli affreschi giotteschidella fine del XIII secolo nellaBasilica superiore <strong>di</strong> Assisi de<strong>di</strong>catia San Francesco. L’Autrice,adottando un linguaggio chiaro escorrevole, analizza le 28 scene conla vita e i miracoli del santo procedendoper singole campate e riportandoanche le <strong>di</strong>dascalie (spessomolto danneggiate) che compaionosotto ciascun riquadro; nella secondaparte, il volume a stampacontiene la traduzione in inglesedella guida a cura <strong>di</strong> WilliamMcCuaig. (P.M.F.)Henderson, Alexander.Storia dei vini antichi. Capri,E<strong>di</strong>zioni la Conchiglia, 2004.Primo numero della collana“Corpo <strong>di</strong> Bacco”. La traduzione ècurata da Marino Barendson. Titolodell’opera originale History of ancientand modern wines, <strong>di</strong>visa in dueparti. Al pubblico italiano è propostasolo la prima perché la secondarisulta irrime<strong>di</strong>abilmente superatadalla data <strong>di</strong> pubblicazione: Londra1824. Le calcografie <strong>di</strong> G. B. Piranesisono custo<strong>di</strong>te presso la calcografiadello Stato in Roma. I <strong>di</strong>segniinseriti negli occhielli e i capi-


<strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 71lettera sono stati tratti dall’operaoriginale. Colophon: “Questo libro èstato impresso nel marzo del 1993per conto delle E<strong>di</strong>zioni La Conchiglia<strong>di</strong> Capri in 1000 esemplarisu carta Corolla Antique dalle CartiereFedrigoni nelle Officine dell’ArteTipografica alla <strong>via</strong> San Biagiodei librai <strong>di</strong> Napoli. Ristampatodagli stessi torchi nell’ottobre del2004 in soli 1000 esemplari numeratia mano”. (G.C.)Imperial Regio Governo Generale.Catalogo de’ capi d’opera <strong>di</strong> pittura,scultura, antichità, libri, storianaturale, ed altre curiosità trasportatidall’Italia in Francia. Venezia, AntonioCurti, 1799.Prima e<strong>di</strong>zione consideratarara con poche copie censite nell’opacdelle biblioteche italiane. Contieneil testo entro doppia cornice<strong>di</strong> filetti e riguarda le seguenti sezioni:Prima <strong>di</strong>visione Pittura (pp.III-XVII), Seconda <strong>di</strong>visione Scultura(pp. XVIII-XXII), Terza <strong>di</strong>visioneAntichità (p. XXIII), Quarta<strong>di</strong>visione Libri (pp. XXIV-XXIX),Quinta <strong>di</strong>visione Storia naturale edaltre curiosità (pp. XXX-XXXII).Tra le biblioteche italiane derubateda Napoleone sono in<strong>di</strong>cate Bologna,Ferrara, Livorno, Mantova,Massa, Modena, Monza, Milano,Pa<strong>via</strong>, Pesaro e Fano, Roma, Venezia,Padova, Treviso, San Daniele eVerona. Oltre alle antichità, sculturee quadri, l’elenco rivela i numerosimanoscritti e libri preziosi portatiin Francia, che come è ben notovennero restituiti soltanto parzialmentein seguito. (A.P.P.)Manni, Domenico Maria(1690-1788).Le veglie piacevoli ovvero notiziede’ più bizzarri, e giocon<strong>di</strong> uomini toscanile quali possono servire <strong>di</strong> utiletrattenimento, scritte da Domenico M.Manni accademico etrusco. E<strong>di</strong>zioneII. Corretta, e <strong>di</strong> molto accresciuta dall’autore.Tomo primo [-Tomo quarto].Venezia, Zatta, 1762-1763. 4 volumiin 1 tomo.Seconda e<strong>di</strong>zione. «Nell’operail M. tentò <strong>di</strong> trasmettere ungusto per il curioso e il bizzarro,proponendo le biografie <strong>di</strong> stravagantipersonaggi storici toscani, acclamatidalla fantasia popolare e <strong>di</strong>venutipersonaggi letterari, comeCalandrino, Guccio Imbratta, ilBurchiello, il Pievano Arlotto, ilbuffone Gonnella, il nano Morgante,il gobbo Tommaso Trafe<strong>di</strong>»(DBI 69, pp. 96-97). Le veglie piacevolifurono stroncate da Baretti nella“Frusta letteraria” del 1° gennaio1764.Moreni, Bibliografia storica ragionatadella Toscana, II, pp. 25-26.Morazzoni, Il libro illustrato venezianonel Settecento, p. 241. Pitrè, Bibliografiadelle tra<strong>di</strong>zioni popolari d’Italia,n. 5835. Gamba, n. 2339.(B.P.)Nordmann, Gérard (1930-1999).Bibliothèque érotique GérardNordmann. Livres, manuscrits, dessins,photographies du XVI e au XX esiècle. Première partie. Jeu<strong>di</strong> 27 avril2006 [-Seconde partie. Jeu<strong>di</strong> 14 etvendre<strong>di</strong> 15 décembre 2006]. Parigi,Christie’s, [2005].I due volumi illustrati costituisconoil catalogo della bibliotecaerotica <strong>di</strong> Gérard Nordmann(1930-1999), riservato uomo d’affarisvizzero e grande collezionista,la cui raccolta, frutto <strong>di</strong> circa quarant’anni<strong>di</strong> ricerche, è andata all’astaa Parigi nel 2006 presso Christie’ssud<strong>di</strong>visa in due parti: la primain ven<strong>di</strong>ta il 27 aprile, la seconda il14 e il 15 <strong>di</strong>cembre. Le innumerevoliopere custo<strong>di</strong>te da Nordmanncoprono un arco temporale chespazia dal 1527 (anno dei Sonettilussuriosi <strong>di</strong> Pietro Aretino con incisioni<strong>di</strong> Giulio Romano, consideratala prima opera letteraria eroticadell’epoca moderna) al 1975 e tra <strong>di</strong>esse vi sono numerosi testi assaipregevoli, compresa una rarissimaprima e<strong>di</strong>zione dei romanzi delMarchese De Sade, oltre a manoscritti,lettere e documenti.(P.M.F.)Reale, Giovanni; Sgarbi, Elisabetta.Il gran teatro del Sacro Monte <strong>di</strong>Varallo. Milano, Bompiani, 2009.Libro con contributi <strong>di</strong> EdwardCarey, Juan de la Cruz, UmbertoEco, Petros Markaris, VittorioSgarbi, Giovanni Testori, SebastianoVassalli accompagnato daDVD esplicativo della storia delSacro Monte <strong>di</strong> Varallo. Monumentofortemente voluto da BeatoBernar<strong>di</strong>no Calmi che <strong>di</strong> ritornodalla Palestina volle ricreare in scalaridotta i luoghi della Terra Santa.A metà del 1400 san Carlo Borromeosi interessò <strong>di</strong> questo progettodenominandolo “Nuova Gerusalemme”.Fra gli artisti più importantiche hanno lavorato a Varalloci sono Gaudenzio Ferrari, Tanzioda Varallo, Gherar<strong>di</strong>ni, Morazzone,il Ceranino autori <strong>di</strong> 400 statuee affreschi con circa 4000 figure.Con questo libro viene raccontataper la prima volta la storia <strong>di</strong> un monumento<strong>di</strong> fede e arte unico nelsuo genere. (V.C.)


72la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – <strong>luglio</strong>/<strong>agosto</strong> 2012Bvs: il ristoro del buon lettoreIl Piacere dell’AmbasciataFasti dannunziani per la cucina mantovanaLà, sotto l’argine della Secchia,sorge un luogo che maiti aspetteresti. Proprio là, inuno dei tanti paeselli della pianurapadana, che potrebbero essere ilpalcoscenico delle innumerevolistorie portate dal Grande Fiume.Ebbene là, a Quistello, in quellospicchio <strong>di</strong> terra mantovana oltre ilPo, si incontra un luogo che è unabolla fuori dal tempo. Dietro la facciata<strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> paese, ogni giorno,si rinnova la trasfigurazione delpiacere e dell’arte, fra specchi, argenti,fiori, tappeti e cristalli che riempionoogni spazio e quasi stor<strong>di</strong>scono.All’Ambasciata l’alta cucinamantovana <strong>di</strong>viene stile <strong>di</strong> vita,quintessenza e para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> eleganzae raffinatezza. Come ne IlPiacere <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio (<strong>di</strong>cui la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato conservauna copia della prima e<strong>di</strong>zione,stampata a Milano dai fratelliTreves nel 1889), anche all’Ambasciatail filo conduttore è il mito rinascimentale.Il protagonista delromanzo, Andrea Sperelli, scambierebberola «Roma dei Cesariper la Roma dei Papi», darebbero«tutto il Colosseo per la Villa Me<strong>di</strong>ci»,attratto più dalla «magnificenzaprincipesca dei Colonna, deiDoria e dei Barberini che dalla ruinatagran<strong>di</strong>osità imperiale».E non da meno farebbero Romanoe Francesco Tamani (CarloGIANLUCA MONTINARORistorante AmbasciataVia Martiri <strong>di</strong> Belfiore, 33Quistello (Mn)Tel. 0376/619169per gli amici, e sono sufficienticinque minuti per <strong>di</strong>ventarlo).Nella loro casa fanno rivivere ilCinquecento dei Gonzaga e <strong>di</strong> AndreaMantegna, <strong>di</strong> Palazzo Te edelle Missae mantovane <strong>di</strong> GiovanniPierluigi da Palestrina. Comemirabolanti affreschi <strong>di</strong> GiulioRomano, con le loro prospettiveillusorie e senza fine, i piatti dell’Ambasciataammaliano, caleidoscopi<strong>di</strong> aromi e sapori complessima netti, decisi ma nobili.Così il luccio in salsa con polentae il tortello <strong>di</strong> zucca con ristretto<strong>di</strong> foie gras raccontano storie<strong>di</strong> nobili banchetti. Mentre l’anatracon le ciliegie e la faraona ripiena<strong>di</strong> melograno e uva (con mostarda<strong>di</strong> mele campanine) narrano<strong>di</strong> cavalcate e <strong>di</strong> cacce. Pietanzesontuose che meritano vini altrettantosontuosi, come un BarbarescoCamp Gros Martinenga delleTenute Cisa Asinari dei Marchesi<strong>di</strong> Gresy. Dalle ampie vetrate, immersenel verde, rembrandtianifasci <strong>di</strong> luce tagliano la sala, riverberandosinegli algi<strong>di</strong> candelabrid’argento: tempo e spazio sono soloun vago ricordo. Mentre fuoriscorre la vita, la sosta all’Ambasciataallunga in un autunno splen<strong>di</strong>doe senza fine, in un spettacolocuriale ove non c’è più <strong>di</strong>fferenzafra attori e spettatori. È al momentodei dolci che il piacere si <strong>di</strong>latapoi all’infinito. Il tavolo viene letteralmenteinvaso <strong>di</strong> leccornie <strong>di</strong>ogni tipo. Come per Andrea Sperelli,a palazzo d’Ateleta, «il finaledel pranzo è splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssimo: poichéil vero lusso d’una mensa stanel dessert». Come a palazzo d’Ateleta«tutte quelle squisite e rarecose <strong>di</strong>lettano, la vista, oltre il palato,<strong>di</strong>sposte con arte in piatti <strong>di</strong>cristallo guarniti d’argento». Tempusfugit, mentre il «vivere inimitabile»eterno rimane.

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