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La coltivazione del carciofo dalla messa a dimora alla raccolta

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mento <strong>del</strong>l’impianto. È preferibile sceglierecarducci con foglie a margine intero,perché producono un maggior numerodi capolini e più precocemente. <strong>La</strong><strong>messa</strong> a <strong>dimora</strong> dei carducci si effettuada metà febbraio a metà aprile e da metàsettembre a fine ottobre.Nelle zone meridionali dove èpossibile irrigare, si può inveceadottare il sistema che preve<strong>del</strong>’impianto di ovoli (3), vedi foto alato, in luglio-agosto, durante lafase di riposo vegetativo <strong>del</strong>lepiante. Gli ovoli sono gemme didiversa grossezza che si formano<strong>alla</strong> base <strong>del</strong> fusto interrato, chevegetando origineranno carducci.Al momento <strong>del</strong>l’impianto − sia chesi tratti di piantine provviste di pane diterra, carducci o di ovoli − occorre rispettaredistanze medie di circa 1 metrosia tra le file che sulla fila.<strong>La</strong> semina diretta nell’orto (4) <strong>del</strong><strong>carciofo</strong> è meno praticata negli orti familiaririspetto al trapianto di piantineprovviste di pane di terra, oppure <strong>alla</strong><strong>messa</strong> a <strong>dimora</strong> di carducci o di ovoli.Comunque, qualora la si voglia effettuare,va eseguita a fine maggio, quandonon c’è più il rischio di improvvisi abbassamentidi temperatura, interrando il seme<strong>alla</strong> profondità di circa un centimetroe mezzo, a file poste <strong>alla</strong> distanza di circaun metro l’una dall’altra. Quando le piantinehanno raggiunto un’altezza di circa8-10 cm, si procede al loro diradamento,lasciando sulla fila, <strong>alla</strong> distanza di un metrouna dall’altra, le piantine migliori.SUGGERIMENTI TECNICIE PRATICI PER LA COLTIVAZIONEPreparazione <strong>del</strong> terreno. Il <strong>carciofo</strong>può rimanere nella stessa aiola ancheper 5-6 anni. Vista la durata <strong>del</strong>la colturaè perciò importante eseguire un’accuratapreparazione <strong>del</strong> terreno, che va effettuataa inizio estate o in autunno lavorandoil suolo sino ad una profonditàdi 40-50 cm, interrando contemporaneamenteletame maturo, alle dosi dicirca 4-5 kg per metro quadrato, o altriconcimi organici reperibili sul mer-1 mDistanze d’impianto<strong>del</strong> <strong>carciofo</strong>Le distanze sia tra le file che tra le piantinedevono essere di circa 1 metrocato, distribuendo le quantità consigliatein etichetta. Qualora non venga eseguitala concimazione organica, si consigliadi distribuire, per metro quadrato,30-40 grammi di perfosfato minerale-19/21,40 grammi di solfato di potassio-50e 10 grammi di nitrato ammonico-26,interrando i concimi tramite unaleggera sarchiatura.Prima di procedere <strong>alla</strong> <strong>messa</strong> a <strong>dimora</strong><strong>del</strong>la carciofaia adottando uno deiquattro modi più sopra indicati, occorresminuzzare le zolle impiegando un frangizollee livellare successivamente il terrenocon l’aiuto di un rastrello.Nel caso in cui il suolo presenti difficoltàdi sgrondo <strong>del</strong>l’acqua, occorresistemarlo superficialmente formandoaiole sopraelevate di 15-20 cm, in mododa favorire il deflusso <strong>del</strong>l’acqua. Nelcaso in cui l’acqua in eccesso non defluiscadalle aiole si possono infatti verificarefenomeni di asfissia radicale, ingiallimento<strong>del</strong>le foglie e conseguenteriduzione <strong>del</strong>la produzione.Irrigazione. Per avere buoni risultatinella <strong>coltivazione</strong> <strong>del</strong> <strong>carciofo</strong> è di fondamentaleimportanza irrigare, in mododa assicurare alle piante una costanteumidità <strong>del</strong> terreno.In linea di massima, nelle aree meridionalie su varietà autunnali (Catanese eSpinoso sardo), si interviene con le primeirrigazioni nei mesi estivi (luglio-agosto):tale pratica evita la possibilità che lapianta vada in riposo vegetativo, consentendoun notevole anticipo <strong>del</strong>la produzione.Le irrigazioni possono prosegui-Nel caso in cui il suolo presentidifficoltà di sgrondo <strong>del</strong>l’acqua occorresistemarlo superfi cialmente formandoaiole sopraelevate di 15-20 cm,distanti tra loro circa 1 metro,15-20 cm in modo da favorireil defl usso <strong>del</strong>l’acquare poi sino al mese di settembre-ottobre.Sono necessarie frequenti irrigazioni inestate, con un turno medio di 7-8 giorni,ed alcuni interventi in autunno qualoral’andamento climatico sia siccitoso.Nelle aree centro-settentrionali e su varietàtardive (Romanesco e Violetto di Toscana)si irriga nel caso di primavere siccitose,per prolungare il periodo di <strong>raccolta</strong>ed ottenere capolini di buona qualità.Nell’orto è opportuno utilizzare il sistemadi irrigazione per scorrimento-infiltrazionelaterale dentro solchi; in questocaso è consigliabile scavare i solchi almomento <strong>del</strong>l’impianto <strong>del</strong>la carciofaia.Concimazione minerale. Ogni anno,dopo il risveglio vegetativo <strong>del</strong>la carciofaia(primi giorni di agosto), a settembree poi a febbraio, si somministrano,per pianta o metro quadrato (visto cheil sesto d’impianto più frequente prevedeuna pianta per metro quadrato), le seguentiquantità di concimi minerali: 40-50 grammi di perfosfato minerale-19; 20grammi di solfato di potassio-50; 8 grammidi nitrato ammonico-26.Diserbo. Nelle carciofaie familiari èopportuno eliminare le piante infestantitramite periodiche sarchiature (lavorazioni<strong>del</strong> terreno tramite zappa e/o motozappa)tra le file, mentre sulla fila siinterviene in genere manualmente (scerbatura)o con l’aiuto di una zappa, anchese il naturale sviluppo <strong>del</strong>le piante di<strong>carciofo</strong> riesce a contrastare abbastanzabene la crescita <strong>del</strong>le malerbe. Per nonarrecare danni <strong>alla</strong> ceppaia ed alle radicile sarchiature devono essere superficialie non spingersi troppo in prossimità <strong>del</strong>lepiante, dove invece si deve interveniremanualmente o con una zappa.Dicioccatura. <strong>La</strong> dicioccatura ha loscopo di eliminare gli steli che hannoprodotto i capolini. Questa pratica siesegue dopo il primo anno dall’impianto,in giugno-luglio, quando le piantesono quasi secche.<strong>La</strong> dicioccatura consiste nel recideregli steli circa 4 cm sotto la superficie <strong>del</strong>terreno, eliminando anche le gemme che sisono formate per ultime al di sotto di essi.Per l’esecuzione di questo lavoro si consiglial’impiego di una zappa a lama tagliente,poiché gli steli, essendo quasi secchi,oppongono una notevole resistenza al taglioe perché <strong>alla</strong> base possono presentareun diametro anche superiore ai 5 cm. Dopoaverli staccati <strong>d<strong>alla</strong></strong> pianta è consigliabileaccumulare e bruciare gli steli, quandoconsentito, per evitare il diffondersi dieventuali malattie e parassiti.Scarducciatura. <strong>La</strong> scarducciatura,che si esegue anch’essa dopo il primo20 ORTO VITA IN CAMPAGNA 11/2009© 2009 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.p.A.

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