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Intervista aEleonoraGiorgiIl Falco e lacolomba.Dietro lequinte100 annisempreverdi.PasquaMarconiUna“Fabrica” diricordi.Pane e olio


2 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>SOMMARIOEditoriale:Le foglie morte.........................................3L’intervista:Eleonora Giorgi......................................4-5Curriculum vitae:Masha Sirago e Tiffany.............................6Università. Dominio anglosassone.......8Autoanalisi ed efficienza visiva..........11Roma che se n’è andata:Via Margutta, strada di artisti..............12-13Cinema News:Bastardi senza gloria...............................14Il falco e la colomba...........................15Suonare Suonare:Mamma, mi compri una chitarra?........16-17Ecologia e ambiente:Le nuove centrali nucleari........................18Come eravamo:Civita sparita..........................................19Una “Fabrica” di ricordi:Pane e olio........................................20-21Calendario Bellezze d’Italia................22Ceral:Perdita della voce...................................23Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>:Civita di Bagnoregio ...............................24La mela e il pane.................................25100 anni sempre verdi:Pasqua Marconi......................................26Ass. Artistica IVNA:Giovanni Travaglini.............................28-29Il santo più amato da papaRatzinger.............................................30Il Fumetto:Proteggi la mia terra...............................31La storia del cimitero di CivitaCastellana ...........................................32La rubrica dei perchè..........................33Le storie di Max:I Balordi.................................................34L’emigrazione civitonica in Brasile nel1900.....................................................35Il mondo del Jazz:Il jazz in Italia........................................36Terremoto , ora basta costruiamobene.....................................................37Per ricordare l’autiere FiorinoMarinozzi........................................38-39Il piatto della solidarietà....................40Amatori Rugby di Civita Castellana...41Numero Unico......................................44L’angolo del Bon Ton:Una dolce merenda.................................45Agenda ...........................................46-47I nostri amici ......................................48Nel cuore ............................................49Messaggi....................................50-51-52Roma com’era.....................................53Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59Annunci Gratuiti ............................60-61Oroscopo..............................................62Selezione Offerte Immobiliari.......63-<strong>64</strong>VISITA IL NOSTRO SITOWWW.CAMPODEFIORI.BIZCAMPAGNA PUBBLICITARIA<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> entra in tutte le case ed è letto oramai da tutti!!!E’ perciò il miglior mezzo pubblicitario per la tua attività.Tel. 0761.513117 - e-mail: info@campode<strong>fiori</strong>.bizAVVISOLa direzione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> comunica che le persone autorizzate a trattare lapubblicità per la rivista devono essere in possesso di un regolare permessoe valido documento di riconoscimento.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 3Le foglie mortedi Sandro AnselmiE’ sera, sto percorrendo un lungo viale alberato ed i faridella macchina illuminano nugoli di foglie gialle checadono nel vento, girando in mulinello.Mentre sogno con la musica della radio che accarezzai miei pensieri, essa viene interrotta dal notiziario cheriporta puntualmente i fatti di cronaca; finisce l’incanto!Trans, escort, violenze, omicidi, bullismo, corruzionedi amministratori e delle forze dell’ordine, strapoteredei giudici, liberalizzazione delle droghe, crocifissonelle scuole…Come non possiamo non risentirci, inquietarci, soffrire, e assiemeprovare un inconsapevole, incomprensibile, dolorosa complicità,con i protagonisti di tanto squallore?Ci rendiamo correi con la nostra inerzia per quanto accade, mamentre ci è chiaro, oramai, che tutto va cambiato, poco, in effetti,facciamo perché ciò accada. Tutti culliamo nell’animo l’avvento dinuovi personaggi che attuino una nuova politica, e accetteremmo,perfino, una “spallata”.La necessità di una vera libertà e di una salda democrazia, sonosacre speranze per la società, ma specialmente per l’esercito digiovani sbandati, usati! Essi devono costruire il loro futuro dovevivere nella garanzia di giustizia e di lavoro e dove sia certa la differenzatra il bene e il male, perché chi sbaglia non possa più farlafranca, ma paghi!A dispetto di ciò che siamo pronti a pensare, però, i giovani sono,naturalmente, energia, risorsa infinita, la vita stessa, e, prima cheaccada qualcosa di irrimediabile, aiutiamoli a credere, ad averefiducia!L’albero, che ora vediamo marcio alle radici, ha dentro linfa inesauribilee i giovani sono le gemme nuove per l’anno che verrà.A me sembra che il cambiamento, oramai improrogabile, si respirinell’aria.


4<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>EleonoraGiorgiTorna al Teatro Ghionecon “Fiori di cactus”Incontrare Eleonora Giorgi non è cosa ditutti i giorni ed infatti, questa volta, nonriusciamo ad introfularci, come nostro solito,dietro le quinte del Teatro Ghione diRoma, dove recita in questi giorni in coppiacon Franco Castellano ed altri bravissimiattori, nella commedia “Fiore diCactus” di Pierre Barillet e Jean-PierreGrèdy. Pertanto siamo costretti a raggiungerel’attrice telefonicamente in unmomento di pausa. “Con grande piaceretorno a recitare con il regista GuglielmoFerro e, dopo l’esperienza conRemo Girone, accanto a FrancoCastellano. Certo non ci si potevaridurre a copiare il film portato alsuccesso nel 19<strong>64</strong> da IngridBergman e Walter Mattau, mal’immediatezza del testo è viva anchedopo quasi cinquant’anni.”Eleonora debutta giovanissima nelmondo dello spettacolo: studentessad’arte, per caso viene scelta per unapubblicità. “Si, iniziai per caso ma quelmondo mi piacque subito. Nel 1973debuttai nel cinema con “Storia di unamonaca” a cui seguirono“Appassionata”, “Cuore di cane”,“Disposta a tutto”, “DimenticareVenezia” con cui nel 1979 vinsi il PremioAnna Magnani; così iniziai a fare anchecinema impegnato, tanto da riuscire arecitare accanto ad uno dei più grandiattori italiani, Marcello Mastroianni”.Infatti Eleonora,dopo aver interpretatonel 1979“Inferno” diDario Argentocon GabrieleLavia, la vediamoaccanto aMastroianni in“Oltre la porta”.Ma parliamo diquesto spettacolo,quali temi tocca? “ La quotidianitàdi un uomo incastrato nelle sue situazionisentimentali e la teatralità di una vitavissuta quasi per metà. Il dentista GiulianoFoch, per evitare altri guai, si inventa unamoglie e tre figli. Siamo io e Franco adistricarci abilmente in questo gioco aspecchi. Il testo riesce ad attualizzare iltema della coppia in crisi e la nevrosità diun single”. Dopo tanto cinema la vediamoin TV nel 1982 insieme aMinà in “Bliz” e nel 1984 a “Sotto lestelle” ed in Radio a “Il Mattiniere”(1976) e “Gran Varietà” (1984-1986).In tutto questo riesce anche ad accarezzarequello che è sempre stato un suosogno: cantare. Incide nel 1982“Messaggio Personale”, scritta per leida Cristiano Malgioglio.Ma non possiamo dimenticare i tantissimifilm interpretati dalla nostra Eleonora:“Mani di Velluto” (1979), “Mia Moglie èuna strega”, “Grand’Hotel Excelsior”,“Borotalco” (1982 – Nastro d’Argento –David di Donatello – Grolla d’Oro), “Manidi Fata” (1983), “Sapore di Mare 2”(1983 – dove incontra Massimo Ciavarroche sarà suo compagno nella vita), “IlVolpone”, “Compagni di Scuola” (1988con Verdone) per un totale di circa trenta.Nonostante la lunga carriera, EleonoraGiorgi mantiene intatto quel sorriso cheaveva a 18 anni, e che manterrà ancora alungo.Siamo tutti con te, carissima Eleonora!Sandro Alessi


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>5CALEIDOSCOPIOLocandinedi alcunidei film disuccessodiEleonoraGiorgi


6<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>CURRICULUM VITAEMASHA SIRAGO E TIFFANYdi Sandro AlessiNon capita molto spesso di rivolgere lenostre interviste a non umanoidi, ma stavoltaci ha incuriosito una cagnolina malteseche già fa parlare di sé. Si chiamaTiffany e la sua padroncina è l’attriceMasha Sirago, autrice, tra l’altro, di undelizioso libro intitolato “Vita da cani”,dove la protagonista è proprio la cagnolina,con tante foto scattate dalla Sirago.Contiene tutta l’irriverenza e la critica afrasi fatte, cliches e banalità proprie degliumani. Il primo film interpretato dall’ “attricecane” è stato La Rivincita di Natale diPupi Avati e sicuramente la vedremo impegnatain altre prove. Intanto Masha ha preparatouna mostra “Vita da cani e argilla”sempre con Tiffany , esposizione fotograficae di sculture, presente a Roma allaBiblioteca A. Rispoli di Piazza Grazioli(Palazzo Doria Pamphili) nel mese diNovembre e visitata da numerose persone.La ricerca artisticadella Sirago – cheutilizza il mezzofotografico – partedal dato sociale edha come elementocardine del suo lavoroil rapporto emozionaletra i soggetti.Il collante delle sueopere è l’amore, l’amoreancestrale trauomo e cane chediventa per l’artistalo stimolo per arrivaread indagarne, conpoesia, ironia e fantasia,i riflessi neglistessi esseri umani.La mostra è statadedicata ad aforismi fotografici, alla presentazionedel libro “Vita da cani” e dellacollana “Il Collarino”, e da sculture in terracottae gesso. L’artista asserisce: “Scriptamanent, verba volant, argilla manifestat” eTiffany è musa ispiratrice di Masha, “compagnae socia di lavoro” perché, come l’attriceama ricordare, “lavora come uncane...” Masha Sirago, soprannominata la“Fregoli in gonnella”, è l’unica donna inItalia che presenta uno spettacolo di suaoriginale creazione che consiste nell’imitazionecoreografica, degli atteggiamenti edel look di vari personaggi tra cui Madonna,Tina Turner, Marylin Monroe, RaffaellaCarrà, Kim Basinger e tanti altri. La suaprima apparizione in tv appartiene al 1990nella trasmissione Gran Premio di GinoLandi, passata poi per il MaurizioCostanzo Show, La sai l’ultima e variefiction come Una donna peramico 2(2001), Sei forteMaestro(2002), La squadra(2003),Un posto al sole(2006). Al cinema la ricordiamocon Anni 90, Diario di unvizio, La rivincita di Natale.Ma il teatro è il suo primo amoree vogliamo ricordare Non chiedermiperché sto sempre incucina (2003, regia di LucianoCapponi), Medea (2004, regiaBeppe Arena), La MashaDesnuda (2007, regia della protagonista).E poi è ricordatacome “..quella che ha tirato latorta in faccia a Pippo Baudo indiretta…”: ve la ricordate ?


8<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>UNIVERSITA’. DOMINIO ANGLOSASSONEE RITARDO ITALIANOCome ogni autunno,assieme alle piogge,arriva puntuale la classificastilata dal Timessulle migliori universitàdel mondo.Ormai giunta alla sestaedizione la classifica èdi Ilaria Becchetti usata non solo da studentie genitori perscegliere il percorso di studio migliore, maanche dalle aziende per identificare le universitàdalle quali assumere neolaureati edagli accademici per selezionare le istituzionidove lavorare e quelle con cui formarecollaborazioni. Ciò che balza immediatamenteagli occhi è lo stradominio anglosassone.L’Harvard University mantienesaldamente (da ormai sei anni) il primoposto; segue l’ateneo britannico diCambridge, mentre l’americana Yale è interza posizione. Il quarto in classifica è unaltro college londinese l’Ucl – UniversityCollege London – seguito da Oxford a parimerito con l’Imperial College London.Seguono a ruota la University of Chicago el’ateneo di Princeton, il MassachusettsInstitute of Technology e il CaliforniaInstitute of Technology, in decima posizione.L’Australia, arriva al 17° posto conl’Australian National University, seguita dalCanada in 18ma posizione. Sono invece 39le università europee rappresentate tra letop 100 (erano 36 nel 2008) guidate dalfamoso ETH di Zurigo che ottiene la 20maposizione. La Francia compare al 28°posto. Ed ora le note dolenti. La primauniversità italiana a comparire inquesta classifica internazionale sitrova al 174° posto. Si trattadell’Alma Mater di Bologna, che,rispetto allo scorso anno, ha guadagnato18 posizioni. A spingere l’ateneo verso l’altohanno contribuito l’incremento dellaquota di studenti e accademici stranieri edil miglioramento delle performance in alcunearee disciplinari (in particolare scienzenaturali e scienze sociali).Per trovare un’altra università italianabisogna scorrere la classifica fino alla posizione205, dove troviamo la Sapienza diRoma. Questi dati così sconfortanti hannoprovocato la immediata reazione delMinistro dell’Istruzione, Università eRicerca: “La classifica del Times confermaclamorosamente quello che abbiamo sempresostenuto, cioè che il sistema universitarioitaliano va riformato conurgenza”, ha detto il ministro MariastellaGelmini. “Siamo agli ultimi posti nelle classifichemondiali, per questo motivo presenteremoa novembre la riformadell’Università, con l’obiettivo di promuoverela qualità, premiare il merito, aboliregli sprechi e le rendite di posizione. E’ risibileil tentativo di qualcuno - evidenzia - dicollegare la bassa qualità dell’Universitàitaliana alla quantità delle risorse erogate”.Il problema, come ormai hanno compresotutti - sottolinea - non è quanto si spende(siamo in linea con la media europea) macome vengono spese le risorse destinateall’università. Spesso per aprire sedidistaccate non necessarie e corsi di laureainutili. Tutto questo deve finire. Mi auguro- conclude Gelmini - di non dover piùvedere in futuro la prima università italianaal 174° posto”.Dalla classifica del Times emerge un altrodato interessante: cresce la presenzadelle università europee e asiatiche,in particolare Giappone, Hong Kong, Coreadel Sud e Malesia. Senza dimenticareSingapore, il cui ateneo si piazza al30esimo posto. Il Giappone conta infattiL’Università italiana che occupa il posto piùalto nella classifica mondialeben 11 istituti nella top 200, tra cui duenew entry: l’Università di Tsukuba e la KeioUniversity.E tra le prime 100 posizioni, gli atenei delSol Levante sono aumentati da quattro asei, guidati dall’Università di Tokyo al 22°posto. Meglio dell’Italia anche laCorea , che con l’Ateneo di Seul si collocain 47esima posizione, l’University ofAdelaide dell’Australia, che si collocaall’81mo posto, la Nagoya del Giappone al92mo e Taiwan al 95mo. A sorpassarcisono anche l’India con l’Indian Institute ofTechnology di Bombay, 163ma in classifica,la Russia con il Saint-Petersburg StateUniversity, 168ma, e la Spagna conl’Università di Barcellona che è 171ma inclassifica. Superato lo sconforto e la delusioneper lo scarso risultato italiano, ciauguriamo che questa classifica possa servireda punto di partenza per una seriariforma del nostro sistema universitario,magari gettando un occhio e prendendospunto dal vincente sistema anglosassonee da quelli orientali, che a quest’ultimo siispirano adottando analoghi modelli diinsegnamento.ABBONATI ACAMPO DE’ FIORICompila e spedisci il coupon che trovi a pagina 62


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 11Autoanalisi ed efficienza visivaContinua il test per capire come va la tua vistaBeh!, certo, mi dovrei controllare, ma non ho il tempo….Nel numero precedente abbiamo descritto alcuni piccoli test per valutare, comodamente da casa, la propria acutezza visiva da lontanoe da vicino e la presenza di eteroforie (strabismi latenti) importanti. Oggi descriverò due simpatici test, uno per valutare l’integrità dellaretina (la parte dell’occhio responsabile della percezione visiva) ed uno per la capacità di percepire i colori (discromatopsia o daltonismo).1. Integrità della maculaSe avete superato la cinquantina, siete nella zona a rischio. La vostraretina è divenuta più fragile ed esposta a patologie. Questo test(griglia di Amsler) vi aiuterà a valutarne lo stato. Utilizzate la correzioneabituale da vicino. Per l’occhio destro occludete con la manol’occhio sinistro, quindi, ponendovi dinanzi all’immagine sottostante acirca 50 cm., fissate il punto bianco situato al centro del reticolo.Avvicinatevi lentamente finché noterete la perdita della percezionedella macchia rossa situata a destra; per essere certi che la distanzasia quella giusta, avvicinatevi ancora e vedrete la macchia rossa riapparire;tornando indietro, non appena disparirà, avrete la certezzache è stata raggiunta la distanza corretta. Continuando a fissare ilpunto centrale valutate se percepite interamente il reticolo senzaalcuna interruzione o distorsione nelle linee orizzontali e verticali o sesono presenti aree non omogenee. In questo caso è possibile che cisiano problemi a livello della macula e pertanto è consigliabile al piùpresto un controllo per prevenire conseguenze anche gravi.Per l’occhio sinistro ripetere, al contrario, la medesima proceduraseguita per quello destro.2. Percezione dei coloriLa difficoltà nel percepire i colori è presente soprattutto neimaschi, ma si trasmette generalmente per via materna: se sietemaschi e vostro nonno materno era daltonico avete molte probabilitàdi non distinguere correttamente i colori: verificatelo quidi seguito.Se nei cerchi di palline riuscite a leggere i numeri 97, 45, 16, 73,26 e 42, la vostra capacità di percepire i colori è nella norma.Per approfondire questi test di autodiagnosi e per molto altro,visitate il nostro sito www.lisi-bartolomei-com o per i vostridubbi, scrivete a p.balzamo@lisi-bartolomei.com oppure andatedi persona nei nostri centri dove troverete personale preparatoper ogni vostra esigenza visiva.Ovviamente questi piccoli test non garantiscono nulla: se qualcosanon va bene, controllatevi con la massima urgenza, ma setutto va bene ricordate che un controllo almeno annuale è indispensabileper mantenere integra ed efficiente la vostra preziosavista.Paolo Balzamo Responsabile formazione & informazione Centri ottici Lisi & Bartolomei


12<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggiVia Margutta, strada di artistiIl Rione <strong>Campo</strong>Marzio “CampusMartius”, è la localitàche nell’anticaRoma era consacrataal dio Marte,una vasta zonapianeggiante postaa nord deldi Riccardo Consoli Quirinale e delCampidoglio, delimitatada un’ansa del Tevere, del tuttoesterna ai confini della città. Tarquinio ilSuperbo si appropriò di tutta quest’areadestinandola alla coltivazione del grano, ilparticolare episodio va ricordato perchè,stando ad una leggenda, in occasionedella rivolta che causò la cacciata del re, icovoni di quel grano furono gettati nelTevere, dando così origine all’IsolaTiberina. In epoca più recente <strong>Campo</strong>Marzio era attraversato dalla processioneche conduceva il neo eletto pontefice daSan Pietro a San Giovanni in Laterano.Di questo Rione fa parte una piccola stradaconosciuta soprattutto per la presenzadi numerosi artisti, un luogo ricco di galleried’arte, che anticamente, ospitava bottegheartigiane e stalle, ma conosciutoanche come quartiere degli stranieri, sitratta di Via Margutta. Alcuni studiosiritengono che il suo nome discenda dallacontrazione del termine “Marisgutia”, ossia“Goccia di Mare”, un eufemismo per gratificareun piccolo e fetido ruscello, una verae propria fogna a cielo aperto, che scendendodal Pincio, confluiva nel Tevere.Altri cronisti ritengono che il nome possaderivare dalla famiglia Marguti e, ineffetti, dal censimento dell’anno1526, risultava che tale LuigiMarguti, di professione barbiere,abitava in questa strada; mentre latradizione popolare ne fa derivare ilnome da Margutte il fedele scudierodi Morgante. In origine ViaMargutta costituiva il retro deipalazzi di Via del Babuino, eraquesta una stradina dove si posteggiavanole carrozze e i carretti edove si trovavano i magazzini e lescuderie, mentre, lungo le pendicidel Pincio insistevano piccole caseabitate da stallieri, muratori, marmistie cocchieri. A Via Margutta gli operai,per espletare le loro attività, potevano utilizzareun maggior spazio rispetto a quellodisponibile nei cortili gentilizi dei palazzi.Tutto ciò fino a quando un ignoto artistaaprì la prima bottega in questa stradadove si realizzavano ritratti e fontane, piuttostoche fregi e ringhiere. Così, un pò pervolta, una fiorente migrazione di artisti,per lo più fiamminghi, tedeschi, inglesi,ma anche italiani, fece sì che le preesistentibaracche e stalle fossero sostituiteda case e giardini. Nel Seicento in ViaMargutta si trovava lo studio di OrazioGentileschi e di sua figlia Artemisia, la piùstraordinaria pittrice dell’epoca, mentre trail Seicento e il Settecento, la strada eraabitata da una numerosa colonia di olandesie fiamminghi che, con la loro pitturapaesaggistica, contribuirono a diffonderein tutta Europa l’ammirazione per lestraordinarie bellezze romane. Più tardipersino Canova, uno dei maggiori esponentidella scultura neoclassica, scelsequesta strada per uno dei suoi numerosistudi. Un giovane monsignore di originebelga, tale Saverio de Merode, che godevadelle simpatie di Pio IX, Giovanni MariaMastai Ferretti, 1846 - 1878, avvertendoaria di cambiamento, si accaparrò i territoridisposti lungo le pendici del Pincio,smantellò orti e coltivazioni varie, realizzòfogne e sistemò il piano regolatore di quelloche era soltanto un vicolo. Via Marguttaè certamente una strada del tutto particolaredove sembra di respirare un’aria specialee che, dalla seconda metà delCinquecento, comincia a mostrare il suoparticolare aspetto di “Strada fuori porta”,profumata dal verde dei giardini e dellevigne, e per questo tanto amata da artisti,pittori, scultori, antiquari, anche se ai giorninostri molti di questi studi sono divenutiabitazioni private. Un editto del 9 settembre1740, affisso su un muro, cosìavverte: D’ORDINE DI MONS.re ILL.mo eREV. mo PRESIDENTE DELLE STRADE -SI VIETA A TUTTE LE SING.le - PERSONEFARE MONDEZZARO NELLA VIA MARGUT-TA - PENA DI SCUDI DIECI PER VOLTA ETALTRE PENE CORPORALI - NERBATE -CEPPI - GIRI DI ROTA O COME MASTRODI STRADA VOLESSE ASSECONDO L’ETA’E IL SESSO. Un chiaro messaggio con l’obiettivodi mantenere pulita la strada. IlCinema e la Televisione non potevano dicerto ignorare Via Margutta, che negli annicinquanta, grazie al film Vacanze romanediretto da William Wyler e intepretato daGregory Peck, affiancato da una splendidaAudrey Hepburn, diventa una strada esclusiva,oltre che residenza di personaggifamosi. Quel film rese famosa in tutto ilmondo la Hepburn, che prima di alloraaveva interpretato ruoli secondari in alcuneproduzioni britanniche ed era conosciutadal pubblico statunitense soltanto per lasua interpretazione in una commedia teatrale.Interamente girato a Roma, il filmcapovolge la storia di Cenerentola ottenendoun grande successo di pubblico e dicritica e rendendo famoso lo “Stile” diAudrey Hepburn che, dopo poco tempo,verrà pubblicizzato e seguito da tutte leriviste di moda del mondo, anche graziealle splendide immagini del fotografo discena Augusto Di Giovanni. Per parte suanel 1971, la Radio Televisione Italiana,manda in onda uno sceneggiato dal titolo:Il Segno del Comando, protagonisti UgoPagliai e Carla Gravina, un sceneggiatointeramente girato in Via Margutta, Trinitàde’ Monti e nei vicoli di Trastevere, cheriesce a mettere in mostra una Roma deltutto inedita. Lancelot Edward Forster è unprofessore di letteratura inglese diCambridge, impegnato nella traduzione diun diario scritto da Lord Byron nel 1817, inoccasione di un suo soggiornoromano. Durante la traduzione,il professore viene invitato arecarsi a Roma da un misteriosopittore, tale MarcoTagliaferri, che lo sollecita nellaricerca di una piazza citata daByron nel diario, che il professoreritiene essere un luogoimmaginario, inventato dalpoeta, ma di cui Tagliaferridimostra l’esistenza, mediantel’esibizione di una fotografia. ARoma Forster è invitato a tenereuna conferenza in occasionedella Settimana Byroniana equi trova ad attenderlo una bella ragazzadi nome Lucia, la modella del Tagliaferri,la quale lo informa che quella stessa sera,in una locanda di Trastevere, lo farà incontrarecon il pittore. Prima di recarsi nelluogo fissato per la conferenza, Forster


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13tenta di contattare telefonicamente lostesso Tagliaferri, ma riceve una notiziadel tutto inaspettata, il pittore è morto.Poco più tardi, nella sua automobile, il professoretrova il medaglione che qualcheora prima indossava la modella Lucia,quindi si precipita presso lo studio diTagliaferri, dove però l’attende una rivelazioneancora più sconvolgente, il pittoreromano è si morto, ma ben cento anniprima. Egli apprende questa notizia da unanziano colonnello in pensione, ultimodiscendente della famiglia Tagliaferri, cheabita a Via Margutta, proprio a fianco diquello che era stato lo studio del pittore. Ilcolonnello parla a Forster del suo antenatomorto in giovane età in circostanzemisteriose, Lucia, la sua bella modella eamante, sconvolta dalla prematura scomparsadell’uomo, si uccise il giorno dopo,e, si racconta, che il suo fantasma si aggiraancora per le stanze dello studio abbandonatodi Via Margutta; Forster, peraltro,è certo di aver incontrato Lucia, che nonera un fantasma, ma una ragazza in carneed ossa. Il professore torna in albergo,dopo aver seguito il consiglio del colonnellodi visitare il Caffè Greco, dove, nellostorico locale, lo attende una nuova altrettantosconcertante scoperta, l’autoritrattodel pittore Tagliaferri che gli somiglia inmaniera incredibile. Poco più tardiLancelot Edward Forster riceve una telefonatache lo invita a recarsi presso il cimiterodegli inglesi, all’ombra della PiramideCestia. Qui un’apparizione misteriosa loconduce verso la tomba del pittore MarcoTagliaferri nato il 28 marzo 1835, ossia lostesso giorno in cui è nato Forster, ma diun secolo prima. E’ questo uno sceneggiatoche si sente nella pelle. Il tema trattatoè infatti inusuale: si parla di occultismo, diesoterismo, perfino di reincarnazione e l’alonedi magia e mistero creato è tale dasuggestionare gli spettatori, anche perché,alla fine del racconto, Forster, alla“Taverna dell’Angelo” in Trastevere, trovaLucia, che gli confida che egli è sopravvissutosoltanto perché Il Segno delComando è già in suo possesso. Questo èinfatti il medaglione trovato sul sedile dellasua macchina. Il racconto si chiudelasciando nello spettatore il magico dubbiosu Lucia: la ragazza è un essere vivente oun fantasma? Arricchito da un motivo conduttoredal titolo: Cento campane, unbrano musicale destinato ad un grandesuccesso, Il Segno del Comando è un’operache ha saputo esaltare appieno il fascinodi Via Margutta, una breve e strettastrada rimasta inalterata malgrado il trascorreredel tempo, con i suoi cortili, i suoibalconi, il suo verde ed i suoi caratteristiciangoli, che contribuiscono a darle unosapore speciale, quello di una Roma d’altritempi. In questa strada c’è la caratteristicaFontana degli Artisti, una originale fontaninaa base triangolare, realizzata nel1927, inserita in un arco marmoreo suparamento murario, costituita da un insiemeallegorico di cavalletti, tavolozze,maschere, pennelli e compassi da scultore;i due mascheroni centrali, uno triste el’altro allegro, stanno lì a ricordare l’eternoe alterno stato d’animo degli artisti. ViaMargutta è stata ricordata anche da LucaBarbarossa che a questa stradina ha dedicatola poesia che qui ripropongo:Sta cadendo la notte sopra i tetti di Roma,/ tra un gatto che ride e un altro chesogna di fare l’amore, / sta cadendo lanotte senza fare rumore.Sta passando una stella sui cortili di Roma/ e un telefono squilla, nessuno risponde auna radio che parla, / è vicina la notte,sembra di accarezzarla.Amore vedessi com’è bello il cielo a ViaMargutta questa sera, / a guardarlo adessonon sembra vero che sia lo stesso cielo/ dei bombardamenti, dei pittori, dei giovanipoeti e dei loro amori / consumati dinascosto in un caffè.Amore vedessi com’è bello il cielo a ViaMargutta insieme a te, / a guardarlo adessonon sembra vero che sia lo stesso cielo/ che ci ha visto soffrire, che ci ha vistopartire, che ci ha visto …Scende piano la notte sui ricordi di Roma,/ c’è una donna che parte e un uomo checorre, forse vuole fermarla, / si suicida lanotte, non so come salvarla.Amore vedessi com’è bello il cielo a ViaMargutta questa sera, / a guardarlo adessonon sembra vero che sia lo stesso cielo/ dell’oscuramento e dei timori, dei giovanisemiti e dei loro amori / consumati dinascosto in un caffè.Amore sapessi com’era il cielo a Romaqualche tempo fa, / a guardarlo adessonon sembra vero che sia lo stesso cielo lastessa città, / che ci guarda partire e volercibene, / che ci guarda lontani e di nuovoinsieme, / prigionieri di questo cielo, diquesta città, / che ci ha visto soffrire, checi ha visto partire, che ci ha visto …Si suicida la notte non so come salvarla.“Cento Pittori a Via Margutta” è uno degliappuntamenti pittorici più famosi di Roma,la rassegna è un interessante appuntamentoper appassionati d’arte che rende lacaratteristica strada una galleria d’arteall’aperto. L‘ingresso gratuito è aperto atutti, é questa infatti una “Mostra di strada”e in questa occasione Via Margutta sitrasforma in un’immensa galleria d’arte acielo aperto e i suoi vicoli fanno da cornicealle numerose opere: dipinti a olio,disegni, sculture e acquerelli, realizzati daartisti provenienti da ogni parte delmondo.


14<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>BASTARDI SENZA GLORIAdiMaria CristinaCaponiInglourious Basterds,Usa- Germania, 2009.Genere: azione; regia:Quentin Tarantino;sceneggiatura: QuentinTarantino; interpreti:Brad Pitt, Eli Roth,Michael Fassbender,Christoph Waltz,Diane Kruger, DanielBrühl, Til Schweiger,Mélanie Laurent, B. J.Novak, Samm Levine, ClorisLeachman, Mike Myers, Julie Dreyfus,Paul Rust, Rod Taylor, Maggie Cheung,Christian Berkel, Léa Seydoux, JackyIdo, August Diehl, Richard Sammel;fotografia: Robert Richardson; montaggio:Sally Menke; scenografia: DavidWasco, Sandy Reynolds-Wasco; costumi:Anna B. Sheppard; distribuzione:Universal Pictures; durata: 160 minuti .In Bastardi senza gloria, QuentinTarantino riporta fatti di cronaca delnostro passato, declinando l’oggettivitàdegli eventi a possibili alternative. Senzaaddentrarci troppo sulla legittimità del suooperato, possiamo rassicurare che lo sberleffodel regista riguardo a immaginari episodidella seconda guerra mondiale assurgealla stregua di una mera aneddotica dafumetto: insomma, una profanazionesguaiata molto simile all’atto di assegnareun paio di baffetti alla Gioconda. L’ultimafatica tarantiniana si può definire come unsaggio postmoderno per una storia diversa,dove lo spettatore accede a una dimensionesimulacrale, uno spazio di legittima fantasiain grado di dare luogo a un corto circuitodestabilizzante in cui la realtà non può nonsoccombere. Per questo il conflitto terminanel 1944, anziché nel 1945 e, addirittura,dobbiamo renderne merito a Brad Pitt!C’era una volta nella Francia del 1941 ilnazista colonnello Landa (ChristophWaltz), alias “il cacciatore di ebrei”, (unepiteto conquistato sul campo per “merititrascorsi”) che stermina una famiglia di contadiniebrei, risparmiando la vita alla giovaneShosanna Dreyfus (Mélanie Laurent).Ritorno al futuro tre anni più tardi: ritroviamola stessa Shosanna sotto mentite spoglie,proprietaria di un piccolo cinematografonella Parigi occupata dai Tedeschi.Infatuatosi di lei, il valoroso eroe Bridgetvon Hammersmark (Daniel Brühl) suggerisceal ministro per la propaganda del IIIReich Joseph Goebbels di scegliere il suoesercizio per la prémiere del film propagandisticoL’orgoglio della nazione, una pellicoladi cui è protagonista oltre a esserne ildiretto ispiratore. Tutto questo pur di farcapitolare la donna tra le sue braccia dacecchino. Inaspettatamente, il capo deldicastero per il proselitismo ariano accetta.La fanciulla potrà così mettere in atto il suodesiderio di vendetta, che si traduce inprassi nel momento esatto in cui decide diusare come arma per il suo regolamento diconti la scintilla - simbolica e al contemporeale - che scaturisce dal nitrato d’argento.Lo stesso leitmotiv del castigo e punizioneai danni dei fanatici nazionalsocialisti vieneripreso nella storia parallela dominata dallafigura dei “bastardi”, una schiera di arditicomposta da ebrei americani e da ex ufficialitedeschi che, dovendo scegliere se rinnegarela propria patria e la vanagloria diservire un falso ideale, hanno optato per ilpercorso più difficile. Nell’ipotetico pronipotedi Toro Seduto, lo spocchioso tenenteAldo Raine (Brad Pitt), i guerrieri riconosconoil loro duce e a lui debbono centoscalpi tedeschi… a testa. Aiutati da unadiva teutonica doppiogiochista (DianeKruger) e da un critico cinematografico(Michael Fassbender) al servizio di SuaMaestà, i Bastardi daranno luogo alla cosiddetta“Operazione Kino”, ovvero far saltarein aria la sala cinematografica di Shosanna,facendo fare a Hitler, Goebbels, Goering e atutto il terzo Reich al completo la fine deltopo. Il piano della giovane ebrea recheràostacolo al proposito dei sanguinari guerriglieri?La missione dei Bastardi andrà inporto? Stermineranno i nazisti senza pietà?Non riducetevi semplicemente a immaginarequeste possibilità, prendete posto davantial grande schermo bianco e saprete comeandrà a finire. Un’idea di cosa voglia significareessere un cinefilo ce la fornisce lo stessoTarantino, un autore che per la sua ultimapellicola ha ripreso, storpiandolo, il titolointernazionale del film Quel maledettotreno blindato (1978) del nostro Enzo G.Castellari. La professione di Shosanna vadirettamente posta in relazione con quella diTarantino: entrambi alternano pulsioni diamore venerante e furia profanatrice neiconfronti della settima arte. Sebbene l’anarchicocineasta definisca il suo lungometraggioun “bunch of guys on a mission-movie”a imitazione di un cult come Quella sporcadozzina, i critici hanno etichettato Bastardisenza gloria un «jewish revenge-movie»,ossia un film in cui gli ebrei infliggono unalancinante punizione ai propri avversari. Delresto, particolarmente illuminante apparel’asserzione del regista Eli Roth, che haaccettato di calzare i panni del sergente statunitenseDonowitz per far piacere aTarantino, amico di vecchia data e compagnodi scorribande cinematografiche («Iosono ebreo e da bambino sognavo di farfuori tutti insieme quelli là, lo chiamavo “lamia fantasia kosher”»). Una curiosità: il“film nel film” dal titolo L’orgoglio dellanazione è stato diretto proprio da lui. La leggendavuole che la gestazione diInglourious Basterds, interessante come ilfilm finito, si sia protratta per ben una decinadi anni, un considerevole lasso di tempoche l’autore ha trascorso chino sulla suamacchina da scrivere, a mettere nero subianco la sceneggiatura finale, battendo itasti con un solo dito senza avere idea dicome andasse a finire. A quanto pare, latenace lotta tra parole e immagini ha dato isuoi frutti, permettendo al film di superare i114 milioni di dollari negli Stati Uniti, solodopo sei settimane di programmazione. Dapoco la pellicola è uscito anche nel circuitonazionale, naturalmente nella versione doppiataa cura della pur brava Fiamma Izzo.Eppure scegliere se andare a vedere legesta dei Bastardi in lingua originale con isottotitoli o nell’improbabile adattamento auso e consumo del pubblico italiano non èuna preferenza per i soli estimatori del cinema,un’arte nuova di zecca e tutta tecnologica,giacché i dialoghi del film sono uncoacervo di idiomi tedeschi, inglesi, francesie, perfino, italiani del tutto annientati nellaversione doppiata. Peccato, perché tutto ciòaveva un ruolo importante e un significatoetnico nel caratterizzare le diverse caratterizzazionivocali dei personaggi. Per quantoriguarda gli attori, è praticamente impossibileaffermare chi fra gli interpreti del riccocast colpisca l’attenzione dello spettatorepiù degli altri. In un ipotetico palio, però, ilprimo premio sarebbe vinto di sicuro daChristoph Waltz, attore austriaco insostanza semisconiusto da noi, che riesce,grazie a un gioco di sfumature, nell’ingratocompito di rendere simpatico un colonnellodelle S.S.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 15Ecco alcune foto di scena della fiction più amata di Canale CinqueIl Falco e la ColombaTra le comparse anche Michele Moscioni di Civita CastellanaSopra: Fabrizio e MicheleMoscioni in una scena del filminsieme agli attori Anna Safronciked Enrico Lo Verso.A lato: Michele Moscioni el’attrice Anna SafroncikMolte scene della fiction dapoco andata in onda inprima serata su CanaleCinque, Il Falco e laColomba, sono state girate inProvincia di Viterbo, tra il piccoloborgo di Montecalvello e il Palazzo Farnesedi Caprarola. Attori giovani e brillanti,come Giulio Berruti, Cosima Coppola,Anna Safronick e più maturi e di grandeesperienza, come Adriano Pappalardo,Fabio Testi, Franco Oppini, sono statimagistralmente diretti dal regista GiorgioSerafini. La fiction in sei puntate ha registratobuoni ascolti, tanto da conservarefino alla fine il suo posto nei palinsestidelle reti mediaset. La storia, ambientatatra il Quattrocento e il Cinquecento, hacome filo conduttore l’amore apparentementeimpossibile di due giovani, appartenentia classi sociali completamente diversee tutte le vicende, gli ostacoli e gli intrighiche devono superare per coronare illoro sogno d’amore. Ottimo il montaggio,azzeccate le scenografie ed i costumi,buone anche le musiche.Tra le tante comparse chehanno popolato le scene,una famiglia di attori percaso: la famiglia civitonicadei Moscioni. Fabrizio,Severina e Michele sonostati vestiti con gli abitidell’epoca e perfettamentetruccati per interpretarela gente del volgo, ipopolani che vivono per lestrade e nelle locande. AMichele, in particolarmodo, che non ènuovo alle telecamere,essendogià stato protagonistadel cortometraggioLa banconota,perla regia delfratelloRoberto eche ha partecipatoa diversemanifestazioni cinematografiche,sono stati regalati dal registaimportanti primi piani, che lo hannofatto veramente felice. Michele ha, inoltre,già recitato, ballato e cantato in numerosispettacoli teatrali della capitale e continuaa fare provini per aggiudicarsi parti neifilm.Dietro le quinte anche l’altro componentedella famiglia, Roberto, che lavoranel cinema ormai da diverso tempo,quale apprezzato fonico, ed ha presoparte alla lavorazione di molti film siaper il grande che per il piccolo schermo.Ha lavorato a lungo nellaseguitissima fiction Rai,Incantesimo, che proprioquest’anno ha dovuto chiuderei battenti, ed è ora sulset di un nuovo film per ilUn momentodelle ripresecinema, che ha per protagonista RusselCraw.Ci auguriamo di poterli vedere lavorareancora insieme in tanti altri importantifilm!Da sx: Severina, Fabrizio e Michele Moscioni,in attesa del ciak per le riprese di una scenaDa sx: Fabrizio e Michelecon i costumi di scena


16 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Mamma mi compri una chitarra ? (parte 8)Reverie Dove VADO ?(da Danco de l’maro-Reverie )Traduzione in esperanto:< Da una scura onda deldi Carlo Cattanimareimprovvisamente sfavillacon suon di campanellinila luce dell’anima liberache sa d’amaro come il mare >(da Danza del mare-Reverie ) e,dunque, Reverie sia !Dallo scorso numero , ospitiamo nel nostro“<strong>Campo</strong>” Valerio Vado , trentasettenne , polistrumentista-compositore , “inventore” ed“alchimista” dell’ensemble musicaleLombardo , Reverie . Con lui abbiamo ripercorsoalcuni dei momenti salienti della sua formazionemusicale ma anche iniziato a conoscerela sua “creatura” , curata con intensapassione fin dal lontano 1996 :Reverie !Alcuni demos nel corso di oltre 10 anni di attività, un cd pubblicato nel 2008 e un prossimoancora in fase di lavorazione ……musicalontana anni luce dai gusti “fast food” checaratterizzano la nostra gioventù ma vicina achi vuol “vibrare” senza facili emozioni ……nelcorso delle prossime righe ne sapremo ancoradi più …..il plaid è di nuovo steso sul“<strong>Campo</strong>” per il nostro Valerio ! Carlo: E ,dunque,Valerio, sveliamo le coordinate dello stiledi Reverie Valerio: dopo varie elucubrazioni,sono giunto alla conclusione che lo stile diReverie possa essere sinteticamente definitocome “folk progressivo” …... ciò perchè mipiace far confluire elementi di musica anticacon richiami alla musicalità tipica di certo folkeuropeo ed orientale ……anche le musica etnicacontaminata da sonorità ambient/elettronichetrova un porto nella musica di Reverie ….cerco…cerchiamo …. comunque di crearemelodie che risultino interessanti anche dopovari ascolti. ……uso al minimo elementi rock ejazz perché entrambi mi sembrano due “linguaggi”quasi imposti e comunque talmentestandardizzati che sono fattibili da chiunque inqualunque parte del mondo, mentre a me fapiacere che chi ascolti Reverie capisca , tramitela musica , da dove veniamo ……il rock ormailo vedo come una musica prevalentemente“esteriore”, utile per sfogare rabbia ed energie,ma che oltre all’impatto iniziale non ha molto“substrato”; il jazz utilizza un lessico - comedire? - “da universitari”, chiuso nel suo autocompiacimento.Quello che io vorrei ottenere ,invece , è musica che chiunque possa capire ,pur senza usare casse in 4/4 o ricorrere a testi“dammi tre parole” …… cuore/sole/amore…….e che riveli nuove sfaccettature ascoltodopo ascolto…una musica suonata con il“piglio” - questo sì - del rock ! In questo senso,musicisti “classici” come Cecilia Bartoli ,cantante, e Il Giardino Armonico ,un’orchestra, sisono rivelati “illuminanti” per il mio modo diproporre musica “acustica”, in quanto eseguonomusica antica con una verve come se fosse“moderna” …… tutt’altro che “ingessata” ,insomma. Carlo: cosa alimenta la tua ispirazione? Valerio: prevalentemente la musica antica,la barocca…..troppi gli autori per citarli tuttima anche Monteverdi , Rossini e la musicaorientale . Tra i contemporanei , Mike Oldfield,Genesis, Matia Bazar …..non gli ultimi !!!.....Jean-Michel Jarre, Jethro Tull, King Crimson,Led Zeppelin, Deep Purple, Rainbow, Alice,Battiato, Yes, Van Der Graaf Generator, DeAndrè e molti altri, anche biecamente pop emetal…. ma non direi che al momento, la loromusica mi influenza direttamente.Gli aspettiextramusicali sono rappresentati ,in ordinesparso, dal Friuli ,di cui è originaria la miafamiglia e che io sento come “luogo dell’anima”,da tutti i posti che ho visitato o che vorrei visitare,dallaletteratura e in questo ambito daShakespeare, Euripide, Pasolini, Baudelaire, ilCantico dei Cantici, dall’arte pittorica ,Caravaggio, Leonardo, Tiepolo per fare qualchenome dei preferiti e, naturalmente, la vastagamma di sentimenti per Mariangela, mia compagnadi vita nonché realizzatrice dell’aspetto“visivo” di Reverie , le copertine dei cd, le foto,la cura del sito web e tanti altri aspetti . Carlo:sul fronte delle parole….. Valerio: premessoche amo l’eufonia dell’italiano, non mi piaceutilizzare testi lunghi o parlare di temi apertamentesociali….. ritengo che si sfoci nel cantautorale,vale a dire canzoni con testi “a fiumana”in cui la parte vocale diventa un parlato spessomonocorde. Per quanto mi riguarda, il fatto dicantare testi “di protesta” è sostanzialmentesuperfluo: la musica bella è già rivoluzionaria insé stessa! Mi spiego meglio: i testi per così dire“impegnati” vorrebbero far capire che la gente,la società, il mondo, così come sono non vannobene e che le ingiustizie andrebbero cancellate.Ma alla musica “vera” questo non serve: quandoad esempio ascolto Bach o Mozart ,indipendentementedalla presenza di un testo , mi siapre veramente una finestra su un mondo idealee migliore che qui non ha riscontro; ascoltandole arie d’opera di Vivaldi o di Rossini michiedo: c’è gente che riesce ad arrivare a tantoe ad esprimere così tanto sentimento? Perchéaccontentarsi dello squallore intorno a noi,quando la vita potrebbe essere veramentemigliore, solo volendolo? Anche se prediligo l’italianoper i miei testi, ho fatto delle eccezioniper alcuni sonetti di Shakespeare , per alcunecanzoni antiche in inglese che ho musicato eche tradotte nella nostra lingua non avrebberoassolutamente reso e, per ragioni affettive, peril friulano : per ora mi sono limitato a musicareuna poesia di Pasolini . Attualmente, la miaattenzione è rivolta all’esperanto …….ho giàrealizzato e pubblicato dei brani ,come ,adesempio,le due composizioni presenti sul cd“Shakespeare,la donna,il sogno” e stolavorando ad un progetto discografico piùampio con testi in esperanto. ….questa lingua, contrariamente a quanto potrebbe sembrare,è una lingua decisamente eufonica! Carlo: Hocapito bene :un nuovo disco dei Reverie ….inesperanto ? Valerio: Si è così ! Si intitolerà“Revado“, che in esperanto significa proprio“Reverie” ! Carlo:non ti fermare,dimmi di più !Valerio: Beh, l’idea di realizzare un cd in esperantoè in “gestazione” da più di un anno …..tramite Andrea Fontana , l’esperantista che cisupporta nella scrittura dei testi , abbiamo contattatola Vinilkosmo, un’etichetta di Tolone,unica label discografica specializzata esperantista, che ascoltando i due pezzi esperanti sulcd “Shakespeare,la donna,il sogno “ si èentusiasmata ,proponendosi di produrci unintero cd ! In realtà, la nostra intenzione eraquella di proporre uno dei due pezzi in qualcheloro compilation esperanta ma da parte lorohan sostenuto che il nostro è un genere aparte, che abbisogna di un cd intero per essereapprezzato…..benissimo !..... ma , la loro propostadi contratto non era equilibrata dal nostropunto di vista , per cui abbiamo deciso di mantenereil profilo dell’autoproduzione ma didistribuire il cd anche tramite la Vinilkosmoper una maggiore visibilità sul mercato esperantista. Inoltre, per il prossimo cd potremodisporre anche di una casa editrice : un conoscentedi Fanny Fortunati (nda: la “front girl”dei Reverie ,cantante e musicista ) che curamusica latino-americana ma che si è “dal profondo”rotto di salsa,merengue et similia ,sivuole “redimere” iniziando ad inserire tra le sueedizioni delle proposte più particolari tipo lanostra . Comunque, il cd conterrà 8 pezzi , dicui due nuove versioni di “Kiam alvenos la Fino”e “Plurestantaj memoroj” già presenti su“Shakespeare,la donna,il sogno “ . Il cdsarà più vario musicalmente di“Shakespeare…” : solo un pezzo suoneràrinascimentale , gli altri varieranno dal pezzonemediorientaleggiante al quasi-ambient….insomma, speriamo di cambiare le carte in tavolaancora una volta ... pur mantenendo la nostraidentità-Reverie Carlo: ma la vostra musica“girerà’ ” anche su un altro cd ? Valerio: Lecosa stanno così : un’etichetta Americana , laQuickstar , ci ha contattato offrendoci un postoin una loro compilation di prossima pubblicazione…il tutto è avvenuto tramite myspace …..laQuickstar realizza , prevalentemente, compilationdi vari generi, dal metal al folk al rap ecc.e “scandagliando“ su myspace in cerca digruppi sono incappati nella pagina di Reverie…..ci hanno fatto sapere di esser rimasti colpitidal brano “Principe di un attimo“ e hannochiesto se eravamo disponibili a fargliela pubblicare.Considerato che sarebbe un’ottimaoccasione di allargare la nostra “fetta” di ascoltatori,specie negli USA, abbiamo accettato.Tuttavia , abbiamo fatto loro presente che laversione del pezzo ascoltata su myspace risalivaal 2002 e che ora suoniamo quel brano conun arrangiamento “attualizzato” alla nostra formazionepiù recente … hanno atteso unanuova versione, registrata in poche ore, neiritagli di tempo tra le sessions del nuovo cd inesperanto …. è piaciuta …..il master e statoinviato e ,dita incrociate, attendiamo “di sentirci”nella compilation per quest’autunno !Carlo:vorrei tornare a “pizzicarti” su argomentipiù personali come ad esempio la scritturamusicale … Valerio: mi piace scrivere pezzimiei , forse più del suonarli e sicuramente piùdel suonare pezzi altrui ….. solo quando sonodavanti a una tastiera o imbraccio la chitarra


e la carta da musica è lì ad attendere , mi sentodavvero libero ! Il fatto di scrivere musicasuscita tuttavia sentimenti contrastanti : quandoriesco a dare subito forma compiuta ad un’ideasono l’uomo più felice del mondo ma quandonon riesco a concludere un passaggio, beh,allora vengo invaso dal nervosismo e dall’abbattimento. Comunque ciò non toglie nulla alfatto che quando in testa nasce un’idea , magarinei posti più impensati, mi senta inebriatodalle sue possibilità quasi infinite di sviluppo...come dire... si costruisce un puzzle e i tassellite li fabbrichi da solo! E quando realizzi che ilpezzo è finito…… che ti dici , credo che sia comevedere un figlio appena nato: vuoi mettere l’orgogliodi dire ? Un volta che hoscritto le parti vocali e la partitura di ogni strumento,arriva finalmente il momento di distribuirleagli altri “Reveries” e spiegare il significatodella composizione , per farli entrare nellagiusta “atmosfera”. E qui viene il bello ….. perchésuonandolo ne vengono fuori aspetti inediti,a cui io stesso non avevo pensato,sia dalpunto di vista esecutivo che del “significato” !Per fortuna, quasi tutti i membri di Reverie sonopoli-strumentisti e musicisti propositivi ,che ,cioè , non si limitano a eseguire le note scrittema si impegnano per interpretarle e variarle senecessario, perché, tutto sommato, anche loroci tengono a quello che suonano, a differenza disemplici “session-men”. Per cui, da questopunto di vista, posso dire di essere contento,anche umanamente, delle persone che hannoscelto di suonare la mia musica seppur conpoco o nullo ritorno economico ! Carlo: alcuniincontri preziosi per la tua “formazione” ?Valerio: A parte il sopra citato maestro di chitarraCarlo Marossi , potrei menzionare PinoMartini ,bassista degli storici Stormy Six e mioex-professore alle superiori, che , oltre ad avermiedotto sulla musica “alternativa” degli anni‘70, mi ha regalato un suo pedale “octaver” vintageche conservo gelosamente e che utilizzotuttora con i Reverie; Gigi Folino , produttore ebassista, ex-membro del Gruppo Italiano... sì,quelli di “Tropicana” , da cui ho appreso moltenozioni di arrangiamento;Cecilia Bartoli, cantantelirica ….de Roma!..... che ho avuto il piaceredi conoscere a Milano, ascoltando la qualeho capito che musica antica e classica si possonoriproporre con un piglio attuale;e poi ,Simone Stucchi, grande tecnico del suono edeffettivo sesto membro dei The Watch , dalquale ho imparato le tecniche di registrazionesu hard-disk …..e, naturalmente, gli ottimimusicisti che suonano con me in Reverie: lacantante, attrice e percussionista FannyFortunati e gli strumentisti Fulvia Borini, AlbertoSozzi e Daniele Defranchis. Sono orgoglioso disuonare con loro ! I loro suggerimenti e la lorofantasia sono elementi preziosissimi per labuona riuscita dei nostri brani ! Anche i vari violoncellistiche si sono succeduti hanno dato illoro apporto; in particolare Laura Balbinot chehai visto a Roma nel concerto alla “Casa deiteatri “ di Villa Pamphili : una musicista versatilee preparatissima. Carlo:Una domanda chepongo spesso da queste pagine :come ci si preparaper un concerto? Valerio: Sia con Reverieche con altri progetti con cui collaboro, mi organizzodapprima strutturando una scaletta chepresenti una sequenza di brani variegata e interessante,che tenga desta l’attenzione del pubblico.Poi passiamo a suonare i brani su cuiabbiamo più dubbi di esecuzione, cercando dichiarire a noi stessi “l’intenzione” da dare loro:è un po’ dura convincere chi ascolta se primanon siamo convinti noi, giusto? Ai brani che giàvengono bene e non suscitano particolari perplessitàdedichiamo meno tempo. Infine, suo-<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>niamo i brani come se fossimo effettivamente inconcerto, in modo da capire se e come accorciarele pause tra un pezzo e l’altro oppure secambiare l’ordine dei brani. Carlo:dedichiamoqueste ultime righe parlando degli strumentiche impieghi nella tua attività . Valerio:Perquanto riguarda le chitarre: della mia prima chitarrinaclassica ,che col senno di poi non eracosì male, non ricordo neanche la marca...Dopo averla torturata in vari modi, con accordaturecasuali e applicazioni di pick-up, la diediad un amico... poi passai ad una chitarra elettricaCort bianca modello Charvel e ad unaWashburn acustica “jumbo” dal suono imponentema con un manico piuttosto duro .Venduta la Cort, acquistai un’ elettrica AriaProseries II Wildcat color avorio, che tengo tuttoracome chitarra di emergenza. Amando iltimbro di chitarristi come Santana, Fripp eSteve Hackett, nel 1993, messi da parte i primidue stipendi , comprai una Gibson Les PaulCustom nera, che è tuttora la mia chitarra elettrica“ufficiale”. Per me, il timbro della Les Paul,caldo e pastoso, rimane a tutt’oggi inimitabile!Nel 1994 comprai di seconda mano unaTakamine classica preamplificata con un belsuono rotondo e naturale, che è la chitarra chein questo periodo suono più frequentemente.Per quanto riguarda le acustiche, ho possedutouna Applause,sottomarca Ovation, di terzamano(!) , preamplificata , che però era scomoda…aveva il fondo bombato in carbonio, percui scivolava facilmente ed aveva un timbrotroppo “ferroso”. Quindi l’ho cambiata con unaOlympia, sempre preamplificata, marca coreanama di ottima fattura, con un timbro pulito ecristallino che a me piace molto. Come effettistica,ho avuto due amplificatori Fender , un 15watt ed un M80, ed alcuni pedalini Boss che horivenduto nel corso degli anni. Infatti, dal 1995abbino alla Gibson esclusivamente un multieffettiBoss SE70, davvero molto versatile, nonchéil pedalino Octaver di cui sopra, abbinatoperò alla chitarra acustica. Non uso più amplificatori,in quanto snaturano i suoni del multieffetti, che entra diretto nel mixer. Suono poi unmandolino scozzese Tanglewood, a cui sonomolto affezionato anche se ha un manico noncomodissimo, e un ‘ud egiziano Gawharet ElFan. Come tastiere, ho una Yamaha W7 conottimi suoni di pianoforte e una Roland SR5 consuoni più moderni. Ho anche un expander GemS2R con campionamenti di tastiere analogichetipo moog, ARP, mellotron, ecc, che però usoraramente in quanto scomodo da “pilotare” inconcerto. Come avrai notato, non ho liutai difiducia, se non per lavoretti di manutenzione oriparazione: credo che gli strumenti “standard”- opportunamente provati prima di acquistarli,soddisfino appieno le mie esigenze ! Carlo:aquesto punto della intervista ,chiedo sempredei consigli a beneficio di chi inizia a destreggiarsicon lo studio di uno strumento :tu cosapuoi suggerire?Valerio:Beh, a prescindere dallo strumento diinteresse, suggerirei comunque di affidarsi adun buon insegnante: si risparmia veramentetanto tempo in termini di fatica ed energia! Adesempio: avere qualcuno più esperto che ti correggela postura delle mani sullo strumentononché la posizione della schiena, evita affaticamentoe l’insorgenza di fastidiosetendiniti.Imparare a leggere la musica , la teoria,sebbene possa dapprima sembrare “palloso”,poi in realtà è utilissimo: leggendo unasequenza di accordi di una canzone mai vistaprima capisci subito quale scala suonarci sopra,se ti viene in mente un pezzo lo puoi scrivere inmodo da non rischiare di dimenticarlo, ecc. Perquanto mi riguarda, scrivere tutta la musica che17creo è ormai fondamentale: quando propongoun nuovo brano, fornisco agli altri musicisti illoro spartito e questi sono subito in grado nondico di suonare perfettamente il brano ma,quantomeno , di capirne la struttura e cosa succedenelle varie sezioni. Per quanto riguarda glistudenti: è fondamentale capire il genere che sivuole suonare: se vuoi fare blues e vai da unmaestro di chitarra classica, magari ti demotivie appendi lo strumento al chiodo. Per quantomi riguarda, è stato molto utile studiare chitarrasia moderna che classica: la cosa mi dàspunti, idee che trasferisco da uno strumentoall’altro. Per quanto riguarda gli insegnanti:devono essere in primo luogo capaci di motivarelo studente! Anche rispondere alle sue curiositàsenza farlo passare per “pivellino” o peruno stupido, può aiutare ad aumentare la suaautostima. Per quanto concerne i metodi: mah,diffiderei solo di quelli tipo “Impara da solo in24 ore” ! Di tutti quelli che hanno provato adusarli, nessuno ha concluso qualcosa! Poi, altredue cosa fondamentali:1) crearsi uno stile “personale”:sicuramente è utile studiare e capirecosa fanno i propri “idoli”, ma imitandoli e bastasi rischia di rifare peggio le stesse cose.2)ascoltare qualsiasi genere musicale e cosafanno tutti gli strumenti: si prendono spunti anon finire! Suggerisco in particolare la musicabarocca, sonate da camera e arie d’opera inparticolare, dove dominano il gusto melodico el’attenzione per le dinamiche. Carlo :dimmidella tua “prima volta” in una sala di incisione…Valerio: Per quanto riguarda esperienze diregistrazione in genere, dapprima ho fatto praticacon un gruppo punk/psychedelic/metal ,con un registratore a bobina a due piste (!) -originale dagli anni ‘70!!! - prestatoci dallo ziodi un amico. Dato che la bobina dopo 5 o 6volte che si registra nello stesso punto si usura,era necessario impararsi bene il pezzo, in mododa suonarlo il meglio possibile, senza rifarlotroppe volte! Poi, dal 2 piste a bobina, con iLethe ,gruppo prog-rock di cui ero chitarrista eseconda voce, passai al 4 piste su cassetta econ quello registrammo “Nymphae“,primo efinora unico album dei Lethe. La mia primavolta in una VERA sala di incisione risale al1993: registrammo le seconde voci di“Nymphae“ su computer e quella fu la scopertadella registrazione digitale: non c’era più il problemadell’usura del nastro: un pezzo si potevarifare all’infinito, incollando i vari segmentiriusciti meglio... che liberazione! Tuttavia, l’unicoproblema di usura riguardò... le mie cordevocali: fai e rifai, cantando non impostato, allafine delle registrazioni rimasi quasi senza voce!Carlo :siamo in chiusura : un evento memorabiledella tua “storia artistica” e un sogno nelcassetto ? Valerio:Eh eh eh, che domandona!Diciamo che, belli e brutti, di eventi memorabilice ne sono stati tanti: finora quelli che mihanno dato più soddisfazione sono stati: la partecipazioneal Premio Friul 2007 presso il TeatroPalamostre di Udine , ottima acustica, ottimaorganizzazione, teatro pieno e pubblico entusiastae il concerto alla Casa dei Teatri di VillaPamphili a cui anche tu hai assistito : cornicemeravigliosa, organizzatori gentilissimi, pubblicoscarso... ma partecipe!. Tra i sogni nel cassetto….sonotanti pure loro!....ti direi: 1) farciascoltare da quanta più gente possibile, suonandoin posti belli sia acusticamente che scenograficamente;2) portare in scena lo spettacolo“Shakespeare, la donna, il sogno”; 3) portarein scena un altro spettacolo a cui stiamolavorando da tempo, del quale non dico altroper scaramanzia ! www.myspace.com/reverieweb ; su facebook: digita “reverieensemble“; www.reverieweb.com .


18<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Ecologia e AmbienteLe nuove centrali nucleari di terza generazionedi GiovanniFrancolaSono contrario alritorno del nuclearein Italia, per ovvimotivi che intendoelencare. Per primacosa non capiscocome si possa riproporreil nucleare,quando in Italia si ègià fatto in passatoun referendum popolaresu questo tema,“sarebbe più democratico farne un altro”.Poi quello che non mi è chiaro affatto, èche qualora si trovassero i siti idonei percostruire le centrali, i “benefici” noncadrebbero a cascata sui cittadini, come civogliono far credere a tutti i costi, bensì aisoliti pochi attori che ruotano intorno aqueste energie.Ma l’aspetto più interessante è nelle risposteche si hanno alla domanda: “che nepensate del ritorno al nucleare in Italia?”Il 51% è favorevole.Ma sesi chiede: “siete favorevoli alla realizzazionedi una centrale nucleare nellavostra provincia o regione?” Il risultato èl’opposto.C’è dell’ipocrisia o altro ancora?Credo che ci sia dell’altro.Non dimentichiamoche l’Italiadeve ancora smaltireben 55 mila m3di scorie radioattive,prodotti dall’attivitàdel primo nucleare,che attualmente sitrovano sul territorionazionale.Quindi con questinumeri non credoche sia facile individuaredei siti idoneiper la costruzione diquesti impianti esoprattutto avere il consenso dalla popolazione.Si pensa di dare a chi ospiterà lecentrali un beneficio in termini economici,ma chi si prenderà la responsabilità chetutto vada a compimento nel migliore deimodi?Sono centrali di terza generazione non c’èdubbio, ma i rischi, non sono legati soltantoal funzionamento della centrale. Ci sonofattori esterni o naturali che si possonoinnescare in qualsiasi momento, quindiingestibili o ancor peggio incontrollabili,DA LUIGI:SAPONI ALLA SPINA CONCENTRATI!1 Lt equivale a 3 Lt di sapone normale!come ad esempio: sismi, atti terroristici, o,peggio ancora, centrali nucleari che per iloro lunghi tempi di realizzazione rischianodi diventare obsolete prima ancora dellaloro inaugurazione.Di certo è che nel 2010 si dovranno individuarele regioni italiane favorevoli adospitare questi impianti, per poi procederealla messa in opera della prima pietra, si faper dire, perchè in questi impianti tutto c’ètranne che pietre.Mentre nel mondo si investe molto sull’energierinnovabili, trovando mix di energieche possano dare sia sviluppo che opportunità,in termini occupazionali, come alsolito in l’Italia si pensa al passato, sperandodi recuperare tutto quel tempoperso in inutili parole.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 19Come eravamoFin che la memoria miaiuta, noncurante dellecritiche di chi vuolecancellare il passato, edimentica che unuomo, un popolo, chevive senza ricordi, omeglio, che li vuoleseppellire quasi vergognandosene,non hadi Alessandro Solifuturo. Fin che ce lafarò, sarò con questa rubrica, fedele testimonee onesto tesoriere di emozioni unichee irripetibili.Quando, purtroppo ormai raramente, camminoper la “mia Civita”, stento a riconoscereil paese che mi ha dato i natali, ilpaese di cui senti la mancanza quando seilontano, quel paese che, malgrado tutto,riesce ancora ad andare avanti. E’ unaammucchiata di ricordi e sensazioni, cheprendono spunto dall’itinerario della miacamminata, che si sovrappongono, manon si ostacolano fra loro.Piazza Duomo, il cancello delVescovado: sento ancora il rumore dellepallonate che si stampano sulle ante deiportoni in legno, porte naturali di quelcampo dal fondo acciottolato, reo di dolorosesbucciature, che ci procuravamo adogni caduta. Piazza S. Gregorio, PiazzaS. Clemente, Piazza di Massa: teatri digiochi infantili quali “la campana”, disegnatasul selciato con un pezzo di gesso,frammento di stampa ceramica. Il tintinniodelle monete, che rimbalzano sulle basimarmoree dei vecchi palazzi, quando giocavamoa “battimuro”. Il cantilenante elencodei numeri: uno, due, tre, che scandivail tempo per nasconderci il più possibile,nel classico gioco del “nascondino”.Mi metto la mano in tasca e… ma dovesono finite le multicolori palline di vetro,che appesantivano oltre l’orlo i miei pantaloncinicorti? Muovo ancora la mano, quasiper incanto, le sento sbattere fra loro, eriprovo la gioia e la certezza di aver vintoa “ quadrato e a triangolo”. Le urla di guerradella “Banda delle Colonnette”, quandoarmati di fionda e arco, fronteggiavamoquelli dei “Capannoni”, sul “Ponte a seiarchi della ferrovia Roma-Nord”. Poi, ritornandoverso casa, oltre il PonteClementino, alzo gli occhi e… dov’è la“torretta della Ceramica Sbordoni”?Dimenticavo che è stata sacrificata innome dell’edilizia. Per fortuna c’è ancora,sempre lì, in via della Repubblica, la “fontanella”,ultimo simbolo tangibile di quellainfanzia “Catamellese”, che erogava acquaa tutto il quartiere e placava “arsure” provocateda interminabili scorribande. Poi,salendo per ViaMazzini, le ciminieredella fabbricaper antonomasia“La CeramicaMarcantoni”:esse sono rimastea perenne ricordodi quella industriache ha fatto conoscereCivitaCastellana nelmondo. Quantevolte siamo discesicon le nostre “carrettelle”,ribaltandociquando cedevao si sfilava dalmozzo il cuscinettoa sfera che fungevada ruota. E’ inquesta zona doveho trascorso granparte della miainfanzia, che irumori, le voci, e iricordi riprendonoforma e rivivono.“CIVITA SPARITA”Le fiere tradizionali, porchetta, vino, cavalli,mucche e maiali coi loro “profumati”escrementi, lupini, cainelle, bruscolini,noccioline, insomma di tutto di più. Certoil rimpianto, almeno per quelli della miagenerazione c’è, ma quanto detto sopra,sono sicuro ha contribuito in modo determinantea rendere un futuro migliore a chiè……venuto dopo Civita Sparita.Civita Castellana - la Torretta della Ceramica Sbordoni prima della demolizione


20<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Una “Fabrica” di ricordiPersonaggi, storie ed immagini di Fabrica di RomaPane e oliodiSandro AnselmiL’albero dell’ulivo è unodei più vecchi e più bellidel mondo. La sua classicitàinsuperata è avvicinatasoltanto da quelladei cipressi (altroalbero sacro e mitologico,basti ricordareFilomone e Bauci, duesposi che vennero trasformati,alla loromorte, in due cipressi vicini perché potesserocontinuare a vivere insieme nei secoli).Lo troviamo già raffigurato sui vasi greci esu quelli etruschi, anche in scene dove sivedono figure intente all’abbacchiaturadelle olive. E’ con l’olio di oliva che sicospargono gli atleti greci di Olimpia. Unapalma di ulivo si fa benedire in chiesa ilgiorno della Domenica delle Palme, qualesimbolo di pace. Un ramoscello di ulivo èciò che riporta la colomba a Noè comesimbolo di vita, dopo placate le piogge torrenzialidel Diluvio Universale. Con il legnodi ulivo sono state realizzate le più bellestatue lignee (anche quella del nostra SanMatteo).In Toscana, grande terra di cultura e tradizioni,s’incontrano sovente lunghe file diulivi secolari, intercalate da cipressi, chedisegnano i viali dei più bei monumenti edelle più belle ville. Nel Salento, nellePuglie, la loro ombra fa da riparo ai greggiche meriano. I tronchi nodosi, maiuguali, portano i segni del tempo e dellemani dell’uomo.Quasi tutti gli ulivi del paese erano di proprietàdel Conte Cencelli, a cominciare dallimite esterno del giardino (anch’esso riccodi cipressi secolari), per arrivare fino all’arcodi piazza. Il conte aveva, perciò, tantoolio da poterlo donare alla chiesa per l’accensionedei lumi votivi che illuminavanotutti gli altari. Le famiglie contadine, invece,nella loro più profonda povertà, conservavanoquel poco olio che producevanoper accendere i lumi di casa e delle tombedei proprio cari, mentre per cucinare usavanoesclusivamente il lardo di maiale.Solo più tardi potè essere apprezzata daibambini la più semplice e genuina merendacon il pane ed olio.Più tardi a Fabrica vennero piantati altriuliveti ed anche mio padre fece scassaredalle macchine “favole” (trattrici Fowler),un terreno a Cencianello, e ne mise adimora oltre cento. Mi ricordo che unavolta, ancora bambino, avevo provocato lasua disperazione, quando per giocare miero attaccato ad un ramo e l’avevo rotto!Gli ulivi vennero decimati dalla neve e dalgelo dell’inverno del ’56. Alcuni contadini,addirittura, andavano di notte nei campiad accendere fuochi vicino alle piante perchénon gelassero!Quanto freddo per raccogliere quei frutti!Tutti vestiti di stracci, goffi e intirizziti.Quanto calore la sera accanto al fuoco,mentre si cuocevano nella padella le olivemigliori della giornata, condite con qualchepomodoro “spiccato dai mazzi” ed unpizzico di finocchio essiccato.Oggi ci sono gli attrezzi ed i teloni traforati,ieri c’erano i sacchi di iuta aperti e levecchie scale, con i pioli che si sfilavano,


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 21mulini eranotrascinate daisomari. I puntidi resa di queglianni arrivavanoperfino ad un23 per cento, esiccome nonmancava in queilocali un grandefocolare sempreacceso, l’olioappena macinatoveniva testato su una fragrante fetta dibruschetta, arricchita abbondantemente diaglio.Più recentemente si sono insediati i fratelliSalvi in Via della Stazione della RomaNord, prima, e in Via dei Pozzi oggi; ed iFratelli Mazzasette in Via Vignanello, con iloro mulini supertecnologici.Fabrica di Roma, anni’70.Da sx: Cristiano e Paolo Carosi e RosaAnselmi intenti nella raccolta delle olive.Un vecchio mentre libera i “fiescoli” dalla sansa.fermati con il fil di ferro, e le ardite arrampicatesui rami, che costavano spesso rovinosecadute.Anche i mulini, a memoria dei nostri vecchi,nacquero con quello del Conte in ViaSan Giorgio. Seguì, poi, quello di “SorTomasso” sotto il “Palazzotto”. Altri dueerano a “For de Porta” (Piazzale Garibaldi),uno, sotto l’abitazione di Nello Bedini, el’altro all’inizio di Via di Portavecchia. Unaltro ancora era sotto il “Palazzo diSmaniella” (Pascucci). Le macine di questi


22<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Promuove il bello italiano: splendide ragazze per meravigliosi panorami della penisolaCalendario Bellezze d’ItaliaPer Stella Paolini, Miss Bellezza d’Italia Lazio, è stata scelta TarquiniaSabato 7 Novembre 2009 alle 19,30 pressol’Uliveto Principessa (Park Hotel e SPA)a Cittanova in provincia di Reggio Calabria,si è svolto il Gran Gala Première per lapresentazione nazionale del Calendario2010 del concorso “Bellezze d’Italia” in cuiil Made in Italy è rappresentato da AlvieroMartini, Angelico, Chiara Boni, Gattinoni,Miss Bikini, Regina Schrecker, RenatoBalestra, Tilù.Il calendario Bellezze d’Italia ha l’obiettivodi promuovere il “bello” di matrice italianamettendo in mostra luoghi incantevoli,suggestivi ed insoliti della nostra penisola;esaltando la storia, l’arte, la cultura del“bel paese” e coniugando le nuove collezionidelle grandi firme della moda alledodici modelle protagoniste, scelte con deicasting effettuati dalle agenzie di moda intutte le regioni.Il calendario, prodotto dall’AssociazioneNazionale Bellezze d’Italia presieduta daFrancesco Grasso, confezionato da professionistidi altissimo livello, sta diventandoun “caveau” scelto dai più rilevanti produttori,operatori e professionisti italiani per ipropri partner, diventando così un oggetto“cult”, particolarmente ambito dai collezionisti.Il Gran Gala Premiere si aprirà con il Talkshow dal titolo “Essere Belli Conviene?” cuiinterverranno le dodici modelle, gli stilisti,l’attore Giorgio Pasotti, la scrittrice HélèneBlignaut, il creativo e fashion designer ElioFiorucci, le stiliste Chiara Boni e TizianaSabbatucci per TILU’, il direttore di ExtraAlessandro Rostagno e Micaela Foti da TiLascio una Canzone su Raiuno. CondurràNino Graziano Luca, direttore artistico delprogetto BELLEZZE D’ITALIA.Il Talk Show -corredato da fantastici dipintie sculture di Botticelli, Michelangelo,Tiziano, Antonio Canova; foto di GianniBerengo Gardin; filmati sul Balletto el’Opera- culminerà nella presentazione delCalendario 2010 di “Bellezze d’Italia” realizzatodal fotografo Max Botticelli.In una delle dodici fotografie è ritrattaStella Paolini, Miss Bellezzed’Italia Lazio, con sullo sfondo unodei più suggestivi angoli della città diTarquinia.


Può capitare, a causa dell’intubazionedelle vie aeree in interventi chirurgici divario tipo oppure dopo l’asportazione dinoduli o polipi da tiroide e laringe, che ilpaziente si risvegli afono (privo di voce)per la paralisi, più o meno temporanea, diuna o di entrambe le corde vocali, provocatadalla lesione accidentale del nervoricorrente, che irrora le corde stesse. Leimplicazioni psicologiche di una situazionedi questo tipo sono notevoli, a causa delleinaspettate conseguenze dell’intervento suquello che è il principale strumento comunicativodi cui l’uomo è in possesso. Leprobabilità che questo accada non sonomolto alte, ma è importante sapere cheuna tempestiva ed adeguata terapia foniatricaè in grado di ripristinare, in tempivariabili ma generalmente non troppo lunghi,le perdute capacità vocali del paziente.Con una frequenza bi/trisettimanale sipotrà attuare un programma terapeuticopersonalizzato. Una buona voce poggia suuna buona respirazione, generalmentemale impostata in gran parte della popolazione,e questo è il primo passo del nostrointervento. Seguono esercizi tensori eadduttori delle corde vocali, mirati a ripristinarela motilità cordale e a colmare il<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 23deficit a livello glottico, responsabile dell’afonia,accompagnati da un massaggiomanuale che eserciterà una spinta sullacorda verso la rima di congiunzione conl’altra. Laddove la corda lesa non recuperassela sua motilità, si opererà affinché lacorda sana possa compensare, riducendoil deficit adduttorio e potenziando la propriacapacità fonante. È fondamentale lacollaborazione del paziente anche a casa,dove potrà ripetere gli esercizi svolti inseduta.Avere fiducia nel trattamento e mantenereun atteggiamento positivo favorirà il recuperofunzionale della voce nei tempi previsti.Altro caso è l’afonia psicogena, ossiauna perdita totale della voce dovuta a fattoridi origine esclusivamente psicologicama che, apparentemente, si presentacome una grave disfonia. Diffusa soprattuttonelle donne, viene “smascherata”con un semplice “trucchetto” diagnostico,qualora siano state escluse patologie odisfunzioni a carico dell’apparato fonatorio:se la paziente riesce a tossire in modosonoro, mentre il medico la infastidiscetrattenendole la lingua fuori dalla bocca,questo è il segnale che nulla di organicoimpedisce una corretta fonazione, bensìSTUDIO DI CONSULENZANeuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,PsicopedagogicaVia T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)Tel. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284www.centroceral.cominfo@centroceral.comPERDITA DELLA VOCE PER PARALISI CORDALEDA ESITI CHIRURGICI E AFONIA PSICOGENAgravi problematiche emotive.Con un adeguato supporto psicologico eduna appropriata terapia foniatrica, questo“blocco” si risolve spesso in tempi brevicon un recupero totale, ma è proprio ilcaso di dire che il sintomo ci parla di qualcosadi profondo, che va risolto per evitarerecidive. Entrambe le situazioni descritterientrano in ambito foniatrico, ma congrosse componenti psicologiche.L’intervento più efficace sarà, pertanto,una buona presa in carico globale dellapersona, con un approccio fortementeempatico ed una stretta collaborazione contutti i membri della famiglia. La risoluzione,rapida e definitiva, di questo tipo di disturbiconsente un recupero di fiducia ed autostimanei soggetti interessati, tale da permettereloro l’immediato ripristino dellerelazioni familiari e sociali e la ripresa ditutte le attività, lavorative e non, svolte inprecedenza, senza lasciare segni particolaridi quell’“isolamento”, conseguente aldisturbo, dovuto alla impossibilità di “farsisentire” dagli altri.a cura della Dott.ssa Elisabetta ImbròLogopedista


24Civita di Begnoregio<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>di ErmelindaBenedetti...continua dal numero63ITINERARIO TURI-STICOCivita di Bagnoregio ècollegata al resto delmondo da un unico estretto ponte di 300metri. Dopo averlopercorso, ammirandoil paesaggio sottostante,quasi con la sensazione di esseresospesi per aria, si torna sulla terra fermadell’alta cima isolata e il primo importantemonumento che si incontra è la Porta S.Maria, sormontata da una coppia di leoniche artigliano due teste umane, simbolodei tiranni sconfitti dai bagnoresi, comegià sopraccitato. Oltrepassatala, si entranel vivo del borgo e si giunge subito nellapiazza principale, dove si può ammirare laromanica Chiesa di S. Donato rimaneggiatanel XVI secolo, nella quale sono conservatiuno stupendo Crocefisso ligneo quattrocentesco,della scuola di Donatello, eun affresco della scuola del Perugino.I palazzi rinascimentali dei Colesanti, deiBocca e degli Alemanni si impongononelle viuzze con le tipiche case basse conbalconcini e scalette esterne dette “profferli”,tipiche dell’architettura viterbese delmedioevo.Essendo piccolissimo, il borgo si gira inpoco tempo, ma la cosa bella invece staproprio nel gustare a pieno e con tranquillitàl’atmosfera di un mondo antico, nelquale è facile immaginare come la vita era,e ammirare il panorama circostante di unpaesaggio completamente incontaminatoperchè impervio, silenzioso e incantato.FESTE E TRADIZIONINonostante il borgo sia ormai quasi disabitato,almeno quotidianamente, coloro chesono legati ad esso, nonostante si sianostabiliti nei paesi limitrofi che offrono piùcomodità e opportunità, mantengono vivele tradizioni e organizzano manifestazioniper tenere in vita e far conoscere Civita.Civit’arte è una rassegna di teatro,danza e musica di rilevanza nazionale, chesi svolge durante il mese di Agosto.La Tonna ha luogo due volte all’anno, laprima domenica di giugno e la secondadomenica di settembre, sulla piazza principaledi Civita. E’ unacorsa di somari confantino, che sisvolge nelpomeriggio,dopo unabreve processioneall’internodel borgo diCivita. E’una autenticafestapopolareper iCivitonici,che laseguono conconvinzione epassione. Nelpaganesimo l’asinoera consideratoun animale intelligentee soltanto nell’era recenteUn vicoloVi invitiamo ad indovinareil personaggiomisterioso riprodottonella foto accanto. Iprimi 3 che lo identificherannoe nedaranno comunicazionein redazione,riceveranno unsimpatico omaggioofferto dallaGioielleria PonteVecchio.Chiesa di San Donatoè diventato il simbolo di ignoranza etestardaggine, ma durante la tonna riguadagnala sua statura da protagonista.Festa della castagna si svolgeda metà ottobre e vengonoofferte fumanti caldarroste aituristi. Nel recente passato lacastagna era parte integrantedelle risorse economiche diCivita.Presepe vivente è una dellemanifestazioni più suggestive diCivita, che si svolge nel periodonatalizio fino alla Befana. Oltre 50figuranti in costume dell’epoca rappresentanola natività di Gesù Cristo. Lamanifestazione inizia alle ore 17,00 e terminaalle ore 19,00 dei giorni 26 dicembre,1 e 6 gennaio.SAPORI TIPICIOttima, perché assolutamente artigianale,la lavorazione della carne suina, anche neiprodotti offerti al pubblico dalle macellerie,che sono anche norcinerie (prosciutto, salsicce,capocolli e lombetti, pancetta arrotolatacon spezie e aromi, porchetta).Il piatto tipico del borgo sono le fettuccine,rigorosamente fatte con il sugo di interioradi pollo.www.campode<strong>fiori</strong>.bizwww.campode<strong>fiori</strong>.biz


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>25La mela e il panedel Prof.Massimo MarsicolaQuando i lettoriapriranno il librodella Genesi, vitroveranno scritte,fra le altre, leseguenti parole:“allora il SignoreDio modellò l’uomocon la polveredel terreno e soffiònelle sue narici unalito di vita; cosìl’uomo divenne unessere vivente”.Poi il Signore Dio piantò un giardino inEden, ad oriente, e vi collocò l’uomo cheaveva modellato. Il Signore Dio fece spuntaredal terreno ogni sorta d’alberi,attraenti per la vista e buoni da mangiare,e l’albero della vita nella parte più internadel giardino, insieme all’albero della conoscenzadel bene e del male”.Sento il bisogno di spiegare ciò che, al dilà delle figure, appare plausibile ad unalettura logica e rigorosa del brano soprariportato.Punto primo: l’uomo è modellato dalla polvere;per questo il suo significato originarioè “il fatto di terra”. Modellato dalla polveresecondo una forma che è la medesimaimmagine con Dio. Ma prima dell’uomoc’è la polvere, il suolo. Il suolo da cui ètratto, senza il quale non poteva essertratto, modellato e fatto vivere. Dalla terraesce il modello; ma dallo spirito riceve lavita (alito di Dio). La creazione della Terraè preludio alla creazione dell’uomo.Plasmata la terra secondo il modello cheDio ha voluto dare all’uomo, alita in lui.E per questo alito, “il fatto di terra”, diventaun essere vivente. Ora, in lui è presentela terra (il corpo) e il cielo (l’alito divita).Punto secondo: dopo aver creato l’uomo asua immagine, Dio piantò, ad oriente, ungiardino.In Eden lo piantò, e vi collocò l’uomo. Ciòpotrebbe far pensare che l’uomo è statocreato ad occidente, e ciò contraddirebbel’idea che l’occidente è la terra dell’occaso,terra del tramonto. Sarebbe invece la terradella nascita dell’uomo, del fatto di terra.Il fatto di terra, non è stato lasciato laddoveè stato plasmato, ma è stato spostato aoriente dove per lui è stato piantato un belgiardino. Ciò è segno del fatto che l’orienteva incontro all’occidente e che dove siincontrano formano quell’intero che sa diessere terra e cielo. Se tale giardino è delimitatodai quattro fiumi, corrisponde adun’area che va dall’Africa orientale, passaper l’Arabia Saudita e giunge alla regioneche comprende l’Iraq e l’Iran.A occidente si trova il monte di Dio, ilSinai. Il luogo dove Dio si è rivelato agliuomini. Il luogo probabilmente dove Dioha plasmato il primo uomo, giacchè Dionon è senza l’uomo e l’uomo non è senzaDio. Qui è l’antico suolo di Israele, rimastosenza nome finchè il popolo da cui prendeil nome non decise di tornare.L’uomo, il fatto di terra, è stato plasmatoda Dio e messo nel suo giardino affinchè lolavorasse e lo custodisse.Dio dà all’uomo questo compito: di lavoraree custodire il giardino nel quale è statoposto.Punto terzo: nel giardino di Eden, dovecresceva ogni sorta di pianta, Dio vi posedue alberi specifici che chiamò rispettivamente“l’albero della vita” e“l’albero della conoscenza delbene e del male”. Molte coseabbiamo appreso circa l’alberodella conoscenza delbene e del male, mentrepochissime o nessuna,sull’albero della vita.Nel racconto, l’alberodella vita viene citatoper primo, quasi a direche laddove c’è la vita cisi deve aspettare sia ilbene che il male. Maanche che solo il Vivente,Colui che dà la vita conoscesia il bene che il male.E il Vivente è presidio accantoa chi viene insidiato. L’uno el’altro – si legge – vengono postinella parte più interna del giardino.Ciò comporta che per individuarlioccorre fare una ricerca, un camminoverso l’interno. Ma poiché l’albero dellaconoscenza del bene e del male è postonelle immediate vicinanze di Adamo e diEva, questa ricerca avviene già coi loroprimi passi, e questo giardino, da luogofisico della Terra, diviene luogo metafisico:è l’anima che Dio ha posto nell’uomo nell’attodi crearlo. Suo compito è quello dilavorarla e di custodirla allo stesso mododi come farebbe un giardiniere con il suogiardino.Le erbe infestanti sono le passioni che siscatenano incontrollate e che generano ilpeccato.L’albero della vita è Cristo stesso, Colui permezzo del quale ogni cosa è stata fatta esalvata. Chi lo accoglie in sé, ben anchemorto per il peccato, accetta di tornareogni volta in vita.Si può concludere che il fatto di terra èchiamato dal cielo a diventare cielo, vincendociò che il peso della terra gli imponein termini, di passioni e di peccato.Il lavoro che deve compiere per ottenerequesto risultato è quello di custodire e dicurare la propria anima, il proprio giardino.


266<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>1009.8.1927. Pasquetta all’età di 18 anni.Avvolta in un grande scialle di lana che lacopre dal primo freddo autunnale, piccola,ma con un grande sorriso, mi viene timidamenteincontro appena entro in casa sua. Icapelli candidi, le rughe che segnano il visodelicato e la camminata lenta, lasciano trasparirei suoi lunghi 100 anni, che non sidirebbero, però, sentendola parlare congrande serenità e lucidità. I ricordi di tantianni passati, come accade spesso alle personeanziane, sono molto più vivi nellamente, di quanto non lo siano quelli piùrecenti. Ed inizia così a raccontarmi la suavita. Pasqua nasce il 7 aprile 1909 aCorchiano da Augusto Marconi e GiudittaLilli, ed è la seconda di due figlie femmine.Sua sorella maggiore si chiama Teresa, matutti in paese la chiamano Annunziata,mentre lei deve il suo nome al fatto di esserenata il giorno di Pasqua, nome che èstato trasformato, da subito, nel diminutivoPasquetta e che a lei non è mai particolarmentepiaciuto. Abitava in Piazza Garibaldi,meglio conosciuta come “Piazza Padella”,per la sua singolare forma. Frequenta lescuole elementari sotto la guida della maestraBaldoni e del periodo della sua fanciullezza,ricorda bene quando da casa suaandava a prendere l’acqua fino a Piazza IVNovembre, dove era la fontana ed anche illavatoio, e quando andava a cuocere ilpane, impastato da sua madre, al forno diLucia, che era proprio vicino casa sua.Durante le processioni delle feste religiose,inoltre, veniva vestita da “angioletto”, comesi usava all’epoca, e tutti le facevano i complimentiper quanto fosse carina. Ha vissutodue guerre sulla sua pelle e della prima,scoppiata quando era ancora molto piccola,ricorda che i giovani chiamati alle armi,prima di partire, facevano un giro per ilpaese per salutare tutti e cantavano così:anni sempre verdi...Pasqua Marconi“E non ti lascio sola ma ti lascio un figlioancora, sarà quel che ti consola, figlio delprimo amor!”. Legato a questo evento chesconvolse il mondo intero, ricorda un altrotriste aneddoto: due giovani, finalmente diritorno dal fronte, sulla strada di casa siimbattono in un palo della luce caduto aterra a seguito di un forte temporale e, nell’oltrepassarlo,uno dei due, urtandolo,rimane folgorato. Proprio durante il periododella sua infanzia, il padre, come molti altri,decide di partire per l’America in cerca difortuna, ma non riesce a stare per moltotempo lontano dalla sua famiglia e, benpresto, ritorna a Corchiano. All’età di undicianni viene mandata a Roma, presso una ziache non ha figli, e lì inizia a seguire corsi ditaglio e cucito, che le saranno molto utili infuturo. Di tanto in tanto torna al suo paesed’origine, dalla sua famiglia, e quandotorna per ricevere la sua Prima Comunione,porta con sé “il vestitino delle sette domeniche”,che le era stato regalato da sua zia.Ma a Roma, oltre che ad imparare il mestieree a tener compagnia alla zia, conosce l’amore.Si innamora di un giovane che abitaproprio accanto a loro, GiovanniEvangelista, con il quale stringe amiciziagrazie ad una sua cugina. Pasquetta eGiovanni si sposano e continuano a viverenella capitale, dove Giovanni lavora comemeccanico presso la BREDA. Nasce il loroprimo figlio, Carlo, e tutto sembra andarebene, fino a quando, purtroppo, non arrivala seconda grande guerra a stravolgere lavita di tutti. Appena scoppia il conflitto lafamiglia Evangelista abbandonala città, invasa daitedeschi e sempre più espostaai bombardamenti, pertrasferirsi in un luogo apparentementepiù sicuro. APontecorvo, in provincia diFrosinone, vivono, infatti, igenitori di Giovanni. MaCassino, che è vicinissimo,è una roccaforte dei tedeschi,tanto che la loro casaviene utilizzata come centraleelettrica. Pasquetta,proprio in questo periodo,porta avanti la sua secondagravidanza, e quello per leinon è affatto un luogo tranquillo.Lidia, infatti, lasecondogenita, subisce tutte le paure e letensioni che provengono dal drammaticomondo esterno e, quando nasce, le vienediagnostica una sofferenza prenatale, chesegnerà, purtroppo, tutta la sua vita. Laguerra giunge finalmente al termine. GliAlleati hanno sconfitto i tedeschi, che,prima di lasciare Cassino, però, fanno saltarein aria la casa di Pasquetta e Giovanni,costringendoli a vivere per diverso tempocome sfollati. Tornano a Roma, dove, tuttavia,non hanno più nulla e capiscono chel’unico posto dove poter andare èCorchiano, questo piccolo paese, che, fortunatamente,ha vissuto la guerra in modomarginale, e nel quale vivono ancora i genitoridi lei. “Abbiamo respirato quando siamoarrivati qui”, dice Pasquetta. Ma appena siristabilisce la normalità, Giovanni decide diriportare la sua famiglia a Roma, dove nonaveva mai smesso di lavorare perchè laBREDA, durante la guerra, era stata trasformatain fabbrica d’armi. Là Carlo terminagli studi e Pasquetta mette a frutto ilmestiere che aveva imparato da ragazza,iniziando a fare piccoli lavori di sartoria adomicilio, per aiutare la famiglia ad andareavanti. A Roma rimangono fino a cheGiovanni non va in pensione. Da quelmomento in poi si ritirano definitivamente aCorchiano, tutti tranne Carlo che lì si è fattola sua vita. Pasquetta è rimasta vedovaormai qualche anno fa, ma c’è sua figlia atenerle compagnia. E’ stata molto legata asuo marito e, certamente, anche le condizionidi salute di Lidia hanno, ahimè, contribuitoa rafforzare il loro rapporto.Pasquetta ricorda con grande piacere lelunghe passeggiate che facevano tuttiinsieme a Villa Borghese e al GiardinoZoologico. “Mio marito mi diceva di vestirebene i bambini per andare a passeggio.Non usciva mai senza portare anche noi!”,mi dice. E’ ancora in grado di badare a sestessa ed a sua figlia, con la quale esceLa famiglia riunita in occasione del 94esimo compleanno diPasquetta. In piedi da sx: Maurizio, Carlo e la moglie e Stefano.Seduti da sx: Emanuela, Pasquetta e Lidia.ancora sottobraccio per le vie del paese.E’ un vanto per tutti i suoi nipoti, vista lasua tempra, la lucidità e la dolcezza che lacaratterizzano. Nonostante le sofferenze,ama sempre e di più la vita!E’ la nonnina tenera ed amabile che ognunodi noi vorrebbe avere!Ermelinda Benedetti


28<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Associazione Artistica IvnaArtisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arteGALLERIA DI LUCE DAL PASSATO AL PRESENTE, SUSSURRI DI VITA E DI MORTE,STRUGGENTI SENTIMENTI NEGLI SCENARI ARTISTICI DI GIOVANNI TRAVAGLINIa cura dellaProf.ssaMaria CristinaBigarelliAutodidatta, ispirato alpassato, di stile soggettivo,prevalentementemetafisico riconducentea De Chirico con studioparticolareggiato deitoni cromatici, ricchezzadi tecnica e passionestruggente. Opere spessorifacenti anche a ungenere di pittura rinascimentale,non palesemente novecentescadiversa dalla metafisica il cui pennello vaoltre “la concreta apparenza fisica, al di làdell’esperienza dei sentimenti”.Numerosi sono i riferimenti ed i periodistorici riprodotti. C’è un filo rosso la cui originerinascimentale passa per il Settecentofino al Surrealismo e anche ad un certoIperrealismo Americano. La sua interiorefonte ispiratrice lo incoraggia a scegliereuno stile scevro dal comune. In Travagliniè presente un’impronta spirituale allaricerca del “non esplicito”. La dimensionedel tempo e dello spazio ricorre in quasitutti i quadri similmente all’opposizionemorte-vita. Un tentativo di amalgamare ladivisione spazio-tempo dando allo spettatoree a se stesso l’intuizione di qualcos’altro…Giovanni Travaglini parte da un realismoche viene frantumato, perché riferentesia un tempo del passato che incontrail presente: da questo confronto, scaturisceil tentativo di annullare lo spazio.In alcuni quadri ci sono riferimenti più precisial passaggio del tempo e alla caducità.In Vel Saties appare l’interno di una stanzabuia che si affaccia su una portafinestrache, a sua volta, dà su un terrazzo prospicientesul mare, con vista estiva. In essa,insieme all’arredo da inizi Novecento, cisono alcuni elementi che ricordano vitetrascorse a partire da un quadro a giornoche riproduce un poster turistico conimmagini riprese dai dipinti del ciclo dellatomba François di Vulci. Vel Saties era unComandante etrusco che in questo dipintoè insieme al figlio di dieci anni che giocacon la rondine. Un’immagine di unmomento lontano colto in una giornata diforte presenza solare, un padre e un figlioche giocano. All’esterno si intravede unbalcone con un bambino nel momentopresente che gioca con la paletta e il secchielloe, accanto, non nettamente, siintuisce la presenza di un uomo, che probabilmenteè il padre. Quindi un momentopresente del rapporto padre figlio, cherispecchia questa immagine in ombra delquadro di Vel Sateis di 2500 anni fa. UnRitorno, una Vita, un Riverbero di vite dalpassato al presente. Che cos’ è ilPassato?... Che cos’ è il Presente? Che cos’è la Vita? Travaglini avvia un gioco dirimandi tra passato e presente, tra vita emorte, avvolto nel tempo che inesorabilmentescorre portando a compimento inostri destini. In altre opere i riferimentipeculiari appaiono più velati, anche se perfinonella serie delle tombe etrusche c’èquesta impronta: passato, presente identificatiin un’opposizione di luce e ombra, dimorte e vita. Dinamica temporale, assoggettamentospaziale!La tomba della Caccia e Pesca guida l’occhiodall’interno gettandosi su una piana distampo metafisico in cui è presente la centraledi Montalto: anche qui il contrasto èsempre tra presente e passato. Il riferimentoè sempre a una vita e a un tempoche scorrono inesorabilmente. In tutti idipinti in cui appare l’uomo, esso vieneritratto,volutamente, in paesaggi giganteschi.Ecco allora che la figura umana,quando c’è, risulta quasi una fugace apparizionesoltanto intuita. In Cassandra, quadronel quale è in primo piano il vaso etruscoche sta per essere ricomposto, l’archeologa-restauratricenon c’è, non sivede: la sua presenza la si può captare perun mozzicone di sigaretta e per un fermacapelli.Anche in Ulisse la presenza umanaè appena accennata. La successione delquadro nel quadro introduce l’etrusco, l’elementoornamentale di una nave con evidentecenno al mito dell’Odissea, alle figuredi Ulisse e sullo sfondo, nel vetro, siriflette una vela fendente le acque marine,curiosamente alle spalle dell’osservatore.Grande protagonista della creazione pittoricadi Travaglini è il silenzio nel quale l’artistasperimenta, ben meditando la tempificazionedell’opera, nella quale, può apparireanche un paesaggio totalmente fittizio,mentalmente pianificato, come nellaDolce Vita. Delineati anche elementi architettonicitipici della quinta teatrale, con unmuro divisorio che divide lo spazio scenicoin “foreground”, primo piano e “background”,sfondo. Il muro, parzialmentediroccato, una sola sezione in piedi, hauna bacheca sulla quale sono attaccati deimanifesti pubblicitari degli anni ’60… unpo’ stracciati. La foggia alla MimmoRotella, riproduce scannerizzazioni diManifesti pubblicitari stampati al computere successivamente rincollati sulla tela. Ladimensione del tempo risiede nella fontanaa sinistra, simbolo di vita.I manifesti pubblicitari e alcuni oggettistanno ad indicare lo scorrere del tempo diuna certa stagione della vita. Nell’altraparte del quadro, il muro crolla, i repertiarcheologici sono lì e poi un Nulla su cui siaffaccia in prospettiva un Sole che puòessere sia il Crepuscolo che l’Alba a parlarciancora di quell’incontro formale delPassato con il Presente, del Vecchio e delNuovo che si fondono e trovano unità neisentimenti e nei significati universali cheessi interpretano. Un’immagine guccinianadel Vecchio e il Bambino…”per mano insiemevanno incontro alla sera” in un tentativodi recuperare con la capacità di un cantastorieciò che è andato, percorrendo l’esilefilo della continuità delle sensazionibelle, appassionate e tormentate. La tec-


nica varia dallo spatolato su tavola, sempreall’interno di un lavoro realizzato conolio o oli alchidici rigorosamente a pennello,all’ olio su tela.La scelta cromatica è anch’essa profondamentepensata: poco è lasciato al caso, epoche scene sono istintive, così che all’internodi un contesto ogni particolare risultasempre molto studiato; partendo sempredal disegno, la scelta dei colori è equilibratamentecoordinata con un certo tipodi paesaggio, a una certa ora e con unacerta impressione che deve trasmettere.Così i colori sono quelli e non altri!L’effetto di luce risulta fondamentale sia<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 29nei quadri a pieno sole sia in quelli costruitial momento del crepuscolo; ecco perchéè riprodotto un certo tipo di luce chenecessariamente dà al quadro quasi unatonalità monocromatica. In tutti i dipinti èricorrente un messaggio: il tentativo disuscitare l’emozione, il sentimento checoglie Travaglini di fronte a un tramonto, aun paesaggio a lui noto, familiare, evocanteimpressioni vive e vibranti del territoriotuscio-maremmano. Le immagini scenografichedi Giovanni sono rilanci dell’infanzia,bagliori dei primi anni della sua esistenza,il ritornare indietro nel tempo, aritroso fino all’origine…è il “sentire” la Luceda cui si proviene. La sua Arte è un pretestoper trasmettere la sensazione di unqualcosa che sta oltre, per cui vi è sempreall’orizzonte una linea marcata verso laquale si focalizza lo sguardo, segno di divisionetra piano, terra e cielo, sempre lontano,quasi a incoraggiare a oltrepassarementalmente e spiritualmente quella linea,che rappresenta il filo conduttore dal passatoal presente, anche se questa volta laposta in gioco è più alta, perché essopotrebbe guidarci verso la Verità Infinita,Misteriosa, dalla quale l’Uomo e la sua Artenon possono prescindere!AnselmiPromozione ImmobiliareGroupama Assicurazioni<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>ora anche a Nepi (Vt)in Via Termo Larte n.18Tel. 338.8063093


30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Chi è San Bonaventura da BagnoregioIL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGERParigi e la sua Università nel 1236 (II° parte)Sotto il regno di CarloMagno vennero inFrancia due monaciscozzesi, i quali andavanoper le città gridandoche vendevanoscienza a chivolesse comprarne.L’Imperatore, a cuigiunse la voce, fattilidi Secondiano Zeroli chiamare, domandòloro se fosse veroche avessero scienza da vendere, ed essirisposero che ne avevano per dono e graziadi Dio. “Richiesti dal sovrano per qualemercede volessero insegnarla, replicaronoi monaci, bastar loro ricovero e nutrimentosufficiente al corpo con un luogo adattoper predicare la sapienza, purchè venisseroloro condotti fanciulli ingegnosi perriceverla. L’Imperatore, amico delle scienze,dispose per il vitto e per l’alloggio nelproprio palazzo e li tenne presso di sé finchènon si dovette muovere in guerra.Ordinò allora ad uno di essi, che avevanome Alcuino, di seguirlo per scrivere lesue gesta e all’altro, chiamato Clemente,di rimanere a Parigi, onde rimanesse semprevivo il culto per le scienze. Questa ful’origine prima di quella che fu poi la chiarae famosa Università di Parigi”.Gli stabilimenti scolastici di Carlo Magnonon sarebbero però sopravvissuti se laChiesa non se ne fosse fatta custode inquei secoli di ferro, come di tutta la culturache essa guidò attraverso le guerre barbariche,quale un sacro Palladio, nel portodella civiltà dalla stessa cultura prodotta.Dapprincipio la parola Universitas, significandonella sua etimologia, una categoriadi persone o cose, volle soltanto rappresentarel’accolta dei dottori delle scuoleparigine, e a questo senso nei primi atti emandamenti emanati da quelle scuole. Ivila formula: “noverit Universitas vestra”,era impiegata in tutti i protocolli e figuravain capo a tutti i diplomi. Prendendo inseguito un senso più lato, il vocaboloUniversitas indicò la totalità degli studentie degli insegnanti; quindi significò la istituzioneuniversitaria da loro composta e,finalmente, i vasti edifici e la stessa contradadella città di Parigi sulla riva sinistradella Senna, destinati alle scuole. Gli annalidell’Università risalgono ai corsi pubbliciivi tenuti da Pietro Abelardo, succedutonella cattedra ai dotti maestri Guglielmo diChampeaux e Anselmo di Laon.La scuola dipendeva dalla Chiesa oltrechèmoralmente anche materialmente e lelezioni avevano luogo nel chiostro dell’antichissimacattedrale di Notre-Dame.Intorno al 1160 la Università di Parigi erasalita talmente in considerazione che il red’Inghilterra Enrico II, voleva scegliere perarbitri d’una questione sorta tra lui e l’arcivescovodi Canterbury, gli studenti dellevarie nazioni dimoranti a Parigi. Un diplomadel re di Francia Filippo Augusto (lostesso che edificò i maestosi palazzi delLouvre e che ampliò la chiesa di Notredame),stabilisce i privilegi dell’Università,le sue immunità e i suoi membri, fissandole franchige di fronte alla giustizia laica eregale.Nel 1260 il corpo universitario sarà regolarmentecostituito e funzionante in tutti isuoi ordini.Gli studenti erano dapprima divisi in gruppi(le nazioni), secondo la analogia di linguae di indole. Vi erano le nazioni diFrancia, d’Inghilterra , di Normandia, diPiccardia. La nazione di Francia si componevadi cinque tribù, che comprendevanotutta la parte meridionale d’Europa,così lo studente italiano o spagnolo,doveva iscriversi a una delletribù della nazione francese. Piùtardi si stabilì una classificazionediversa e nacquero le facoltà. Lapiù importante fu quella “Es Arts”,delle arti, che abbracciava lo studiodella grammatica, dell’Umanità edella Filosofia. Considerate sotto unaltro aspetto, le arti liberali comprendevanoil Trivium(Grammatica, Retorica, Dialettica)e il Quatrivium (Aritmetica,Geometria, Musica, Astronomia).Ponendo mente all’importanzadella Chiesa nel Medioevo, non cisarà da meravigliarsi se constateremoche l’insegnamento religiosoera unico oggetto di un’altra facoltà,cioè di quella di Teologia.Quando nacquero gli ordini monasticidi S. Domenico e di S.Francesco, gli antichi maestri diTeologia fecero una levata di scudiper escludere dalle cattedre i membri diquesti Ordini, ma papi e re furono praticamentesempre a favore di questi ultimi,che così poterono ricoprire due cattedreall’interno della facoltà.Ma torniamo al funzionamento generaledell’Universitas. Ogni nazione aveva unprocuratore e ognio facoltà un decano. Lafacoltà delle Arti aveva quattro decani e siera attribuita il diritto di nominare ilRettore Magnifico, che doveva essere sceltotra propri docenti. Sebbene in principionon rimane in carica che sei settimane,pure grandi prerogative erano annesse alladignità del Rettore ed egli esercitava giurisdizionesovrana su tutte le scuole e i territoridi esse. Era chiamato a partecipare aiconsigli regali e marciava nelle sfilate alfianco dell’arcivescovo di Parigi.L’assunzione della carica di Rettore e lasua deposizione, erano effettuate inpompa solenne, con grande sfarzo divestiti e con cori e musici di prestigio.Soltanto il procuratore fiscale, che venivain dignità subito dopo di lui, poteva inalcuni casi controbilanciare la preponderanza,perchè gli altri avevano ben pocopotere. V’era comunque il tesoriere cheteneva la gestione dei proventi e redditi,costituiti dalla tasse scolastiche, da moltissimilegati, dal prodotto dei terreni universitarichiamati: “le prez aux clercs”, nonchédalle “messaggeries”, ossia invii di oggettie lettere agli studenti, nelle quali è d’uoporiconoscere le origini delle nostre poste. Loscriba aveva la cura dei registri insieme aicancellieri, e, ultimi nella gerarchia, i bidellio apparitori, dediti a servirsi di vigilanzae alla pulizia dei locali a loro affidati. Duesoli gradi dividevano l’organismo universatarioprima del XIII secolo: da una partegli studenti, dall’altra i maestri. Le distinzionidi bachelier, lincenciè e docteur, venneropiù tardi. Comunque qualsiasi personache si riteneva sufficientemente abile,coraggiosa e preparata ad affrontare ilpubblico, poteva aprire una scuola e il suomerito era determinato da quello che oggisi direbbe il successo. L’aggregazione ditutte le scuole tra le ufficiali e le (chiamiamolecosì) semi-ufficiali, formò il“Quartiere Latino”, accresciuto sempre danuovi collegi e da nuove sale d’insegnamento.Dante ha reso noto col nome di“Vico degli Strami”, quella di S. Giulianonella via de’ Foraggi, dove gli scolari sedevanosu giacigli di paglia sparsi sul pavimentoe il magister su una scranna collocatasopra un gradino.continua sul prossimo numero...


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 31“Il Fumetto”LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONAPROTEGGI LA MIA TERRA di Saki Hiwatariedito da Panini Comics – 32 volumi, conclusadiDaniele VessellaAffascinante e intrigante.Un amore talmenteforte da perdurare oltrela morte. Un desideriodi vendetta, altrettantoforte, da non estinguersicon la fine della vitache contribuirà a renderela storia molto piùappassionante, ponendoil lettore dinnanzi aun bivio: disapprovare o giustificare?Questi sono gli ingredienti che l’autriceimpasta per creare questa eccellente storia.La Hiwatari ci insegna che vivere il presenteguardando il futuro è la cosa piùragionevole, ma per sette ragazzi, legatisia nel modo di agire che in quello d’essereda un doloroso e drammatico passato,non sarà così semplice. Sette ragazzi sireincarnano, influenzando azioni e pensieridi quelli del presente.Azione e scene d’amore si mescolano consublime efficacia, dando vita a una magicaalchimia.Un applauso anche alla caratterizzazionedei personaggi: Saki Hiwatari analizza laloro psicologia in maniera maniacale, mettendoin scena attori non cartacei… mavere e proprie persone con cui il lettore sipuò identificare alla perfezione.Questo crea un legame tra fumetto e lettoreche non si spezzerà mai.Intorno ai protagonisti ruotano un gruppodi personaggi secondari, ma non sonomere comparse, hanno la loro importanzaper le relazioni che hanno coi personaggiprincipali.La storia, seppur complessa, scioglie tutti inodi che si sono attorcigliati durante l’arconarrativo.Si tratta di una storia dai temi fantastici, senon addirittura fantascientifici… una storiache punta molto sull’intreccio degli eventi,per poi scioglierli lentamente facendo lucesui punti oscuri.Già dal primo numero vediamo gli elementiche andranno a caratterizzare l’interaopera: frammenti di sogni… frammentiapparentemente senza senso, ma che colproseguire della storia troveranno la loroprecisa locazione e andranno ad incastrarsiall’interno della trama, per creare quelfantastico mosaico che rappresenta la condizionedei protagonisti.I sette ragazzi hanno in comune le viteprecedenti di sette scienziati che abitanosulla Luna e hanno il compito di vegliaresulla Terra.La trama si districa attraverso questi duebinari che sembrano destinati a influenzarsia vicenda: da una parte le vicende deiragazzi terrestri, dall’altra la vita degliscienziati della Luna.Il disegno, all’inizio acerbo, quasi infantile,subisce numero dopo numero un’evoluzione,diventando elegante e raffinato arricchendosidi particolari, in un crescendo diemozioni.Insomma, “Proteggi la mia terra” non è unfumetto che va letto alla leggera, ci vuoleattenzione per poter uscire dal labirintocreato dalla Hiwatari, ma non spaventatevi:l’autrice vi darà tutte le indicazioni,basta non perderle di vista.Un manga che consiglio a tutti, appassionatie non.Un manga che ha insito in sé degli insegnamentiprofondi, basta saperli cogliere.Lascio l’indirizzo del mio blog:http://danielevessella.blogspot.com/


32<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>LA STORIA DEL CIMITERODI CIVITA CASTELLANAdi Enea Cisbani... continua dal numero 63Ritorniamo alla data fondamentale del 10Settembre 1882, il giorno in cui in Romaviene sottoscritto l’atto di cessione daparte del Ministero delle Finanze alComune di Civita Castellana del “……..Complesso Conventuale di San LorenzoLevita e Martire”. L’atto, stipulato da altiFunzionari statali con le AutoritàCivitoniche del tempo, si compone, essenzialmente,di due parti, tra loro interagentie definibili: una parte generale relativaalla descrizione tecnica del bene e dellasua consistenza, l’altra prettamente di tipolegislativo, comprendente alcuni succintiarticoli di Legge che si rende necessarioconoscere nella loro intrinseca originalità,a testimonianza ulteriore dell’importanzastorica e culturale del bene concesso dall’alloranascente Stato Italiano allaComunità di Civita Castellana.Il primo articolo delle “condizioni speciali”,chiarisce che il bene in questione inperpetuo è inalienabile, invendibile e, pertanto,non può essere ceduto dal Comunea terzi, siano essi soggetti singoli chesocietà. Il secondo articolo, obbligal’Amministrazione Comunale a tenereaperta al pubblico Culto Religioso laChiesa, di provvedere alla sua manutenzioneordinaria e straordinaria, senzaalcun onere per l’Amministrazione centraledello Stato.Il terzo articolo, determina la diretta collaborazionetra Comune e CapitoloRilievo del Convento di inizi ‘900Vescovile per la funzione dei “..LegatiPii..”, che dovessero attuarsi e determinarsinella Chiesa, una questione questa darisolversi, come precisa l’atto, tra Comunee Capitolo, senz alcun intervento delloStato. Il quarto articolo, precisa che“…..qualora per circostanze impreviste ilGoverno si trovasse nel bisogno di servirsidella Chiesa ripetuta, il Comune si obbligadi restituirla nel modo con cui si troveràsenza aver diritto a compensi, e nello stessotempo dovrà restituire tutti i mobili,dipinti ed arredi sacri ceduti, tenuto contodell’ordinario e del deperimento.”La documentazione esistente ci informa,inoltre, della fitta corrispondenza traMinistero delle Finanze e Comune: uncontrollo rigido e scrupoloso, indirizzatoalla tutela innanzitutto del bene e dei suoitesori, ma anche al rispetto dei patti stipulati.È interessante, citare, a questoproposito una singolare controversia dell’epoca.Il 28 Luglio 1884, il Comuneconsegna alle Autorità Religiose deltempo la Chiesa con annessa Sacrestia, ilCoro e tutti gli arredi sacri, mantenendola proprietà del bene, l’onere della suamanutenzione e l’ex Convento che verràadibito a “Lazzaretto”. La Chiesa era apertail giovedì e la domenica, per la celebrazionedei funerali, e in occasione delSettimo Centenario della morte di SanFrancesco, fu sede di importanti manifestazionireligiose e celebrative con unnotevole “….concorso di popolo”. I carteggiarchiviali riportano, inoltre, cheverso la fine dell’’800, una parte delcomplesso venne affittata ad una fabbricadi ceramiche di “…cessi inodori..”,tanto che il Ministero intervenne prontamentechiedendo l’immediata restituzionedel bene. La questione venne risoltapositivamente e tutto ritornò sotto il controllodella pubblica amministrazione.Venne redatto, infine, un puntuale escientifico inventario dei beni, comprendentein particolar modo l’elencazione ditutti di dipinti esistenti.Il 7 Aprile 1937, importanti Funzionaridell’Amministrazione centrale, compionoun sopralluogo nel Cimitero e nel complessoreligioso di San Lorenzo, al fine diaccertarne lo stato di conservazione nonchéla dotazione di beni artistici.La relazione riporta “…lo stato di completoabbandono, la volta a botte della navatacentrale fessurata con lo stillicidio dell’acquasugli arredi, gli altari tutti scoperti,le finestre rotte e senza vetri,…..lascomparsa di alcuni dipinti tra cui ilTransito di San Giuseppe e la Palad’Altare di San Lorenzo, del tutto mancante…..”.Il convento, riporta la relazione, “risultaabitato da modeste famiglie e gli exmagazzini ridotti a deposito di ceramiche………:”.Notevole lo stupore delle Autorità preposte,tanto da sollevare immediate ed energicheproteste verso il Comune e al rispettodegli obblighi assunti nell’atto stipulatonel 1882. Un funzionario della commissione,chiede addirittura la restituzioneProgetto di ristrutturazione del 1950immediata del compendio e il risarcimentodei danni materiali contratti dallo Stato.Notevole fu la preoccupazione delle autoritàdi allora, anche se poi non si arrivò anessuna sanzione grazie alla mediazione eagli auspici di illustri personaggi.Il 10 Giugno 1940, il complesso di SanLorenzo viene risucchiato nel vortice dellaGuerra imminente, anche se i controllirimangono sempre costanti e precisi nelcorso del periodo bellico.Subito dopo la Guerra, nell’alternarsi diproposte e progetti di restauro, SanLorenzo continua seppur faticosamente avivere, ma ai fini della nostra trattazione sirende necessario conoscere lo stato diconsistenza del monumento e del cimiteroagli inizi del 1970 e la diretta relazionecon la data del 6 Aprile 1862, due datestoriche tra loro lontane, ma fondamentaliper conoscere i nuovi e ulteriori sviluppi………………….continua sul prossimo numero ...


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 33La rubricadei perchè?Perché la bandiera di Città del Vaticano ha le chiavie i colori giallo e bianco?La bandiera di Città del Vaticano è una delle poche bandiere che ha formaquadrata ed è composta da due rettangoli verticali i cui colori sono il giallo, asinistra, ed il bianco, a destra, perché riprendono i colori delle chiavi di SanPietro (oro ed argento). Al centro del rettangolo destro, quello di colore bianco,trova posto lo stemma pontificio raffigurante le chiavi di San Pietro incrociatee sormontate dalla tiara papale e dalla stola papale.Modi di direPerché si dice “andare a gonfie vele”?Quando in italiano si dice che si va a gonfie vele si vuole indicare che le cose vannoper il verso giusto, che si procede spediti sulla giusta strada.Chiaramente questo modo di dire si rifà alle antiche navi a vela e alle condizioni propiziedettate dal vento che, soffiando nelle vele, permetteva la buona navigazione.Filastrocca fabricheseIo so’ er Papa Cardinaleposso fa’ quello che me parea chi ride e chi favelle‘na tirata de’ recchiarelle!Detti fabrichesiCommanna e fa’ da tesarai servito come un rePiù smucini e più puzzeCarta parla villan dormeWWW.CAMPODEFIORI.BIZINFO@CAMPODEFIORI.BIZ<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la migliore vetrina pubblicitaria!<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la rivista più letta ed amata!


34<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Le storie diMaxI BalordiIl gruppo milanese che per primo interpretò “Non è Francesca”I mitici anniSessanta pullulanodi giovani cantati,molti dei quali decidonodi tentare ilsuccesso insieme,formando gruppiemergenti, chedi Sandro Anselmi hanno più o menofama a livello nazionaleo solo locale, molti dei quali sonodestinati, purtroppo, ad avere vita breve.Nella Milano di quell’epoca si distinguono IBalordi, un gruppo che propone un beatquasi surreale, decisamente demenziale,dal look particolarmente variopinto e quasihippy. Quattro giovani: i fratelli Giannie Andrea Muratori, rispettivamentealla chitarra e al basso, BrunoPellegrini, altra chitarra e BeppePanzironi, batterista. Il gruppo esordiscecon il brano Vengono a portarcivia ah! Aah!, fuori dagli schemi beat,versione italiana di They’re comin’totake me away, lanciato da JerrySamuels, conosciuto col nome d’artedi Napoleon XIV, figlio della primaondata psichedelica inglese. Talebrano arriva sul mercato nell’autunnodel ’66, sbalordendo, grazie a questainterpretazione de I Balordi, gli amantidel beat, anche se le vendite rimangonolimitate. Sulla scia di questo primosuccesso, incidono un secondo 45 giriDomani devo fare una cosa, che segue lalinea della protesta. Anche in questo casosono poche le vendite, ma, in compenso,vengono scelti come supporter per la tourneedei più famosi Animals. L’anno successivo,in conformità con il proprio spiritodemenziale, partecipano al Festival dellacanzone napoletana, in coppiacon Nino Taranto, presentandoil brano ‘O matusa e vincono,ma di nuovo registrando pochevendite. Arriva però quella cheavrebbe potuto essere lorogrande opportunità: incidere ilbrano Non è Francesca, diMogol-Battisti, i quali avevanogià portato al successo altrigruppi come i Dik Dik, i Ribellie l’Equipe 84, grazie ad altriloro brani. Questa canzone,eseguitain unb e a ttradizionale,b e ndiverso da quello degli esordi, e diventatopoi famosissimo, non funziona con loro,forse anche a causa della scarsa promozioneche la loro casa discografica, laDurium, ne fa. E dopo questa ennesimadelusione, I Balordi abbandonano laDurium per passare con la Carosello, chefa incidere loro il solo disco Diamoci lamano, che determina però lo scioglimentodefinitivo del gruppo. Dopo questi diversitentativi, il gruppo capisce di non averavuto la capacità e la fortuna di essereamato ed apprezzato dal grande pubblico.Oggi I Balordi sono principalmente ricordatiper essere stati i primi interpreti di unbrano portato al successo, poi, da uno deisuoi autori, Battisti, che la ripropose conuna versione in cui si dava maggior risaltoalla parte cantata piuttosto che all’arrangiamento,e che è ritenuta una dei classicidel nostro miglior pop.


L’emigrazione civitonica in Brasile nel 1900“HOSPEDARIA de imigrantes” ovvero la porta del Brasilefiglia Maria di 8 anni, insieme a CeccaniGiovanni, la moglie Giovannetti Anna e laloro figlioletta Antonia di appena diecigiorni, Pistola Giacomo di 27 anni, lamoglie Renzi Domenica di anni 26 e laloro figlia Teresa, con loro partirono anchealtre famiglie dei paesi vicini: Lucidi,Petroni. Durante la difficile traversata piccolaAntonia morì e fu sepolta in mare, ilviaggio durò ventidue giorni in quanto lenavi passavano per Madeira, Canarie consoste a Dakar, Isole di Capo Verde, Rio deJanerio, dove alcuni emigrati sbarcavano,altri nel porto di Santos come i nostri concittadinidove giunsero l’undici gennaio1902. Una volta arrivati un agentedell’’Immigração ed un agente della compagniadi navigazione fecero l’appello sulponte della nave e consegnarono loro ilbiglietto del treno che li avrebbe portati aSan Paolo, furono assistiti dal Patronatodegli emigranti che era sussidiato dalCommissariato dell’emigrazione italiana,ed aveva lo scopo di ricevere ed istradaregli emigranti allo sbarco, vigilando chenessuno commettesse abusi a loro danno,né col cambio delle monete, né col trasportodel bagaglio. Alla fine fu consegnatoloro un pezzo di pane per il viaggio.Appena i vagoni del treno furono pienid’immigrati vennero chiusi a chiave, salironola montagna con la”maria fumaça”un’arrancante trenino a vapore della” SaoPaulo, Raylway”, che superato il dislivellodella Serra do Mar, si dirigeva verso l’entroterradel caffè Paulista e dopo Jundiafsi dipartiva in vari rami che penetravanonelle vallate dove vi erano le piantagioni.Nella capitale i binari delimitavano la proprietàdel visconte di Parnaiba, continuavanopoi sino alla stazione della Luz inprossimità del quartiere del Bon Retiro,dove si trovavano i piu antichi ricoveri pergli stranieri e scendevano direttamentenella piazzola attistante dell’Hospedaria deimigrantes de Sao Paulo. Le Hosperaiaserano alberghi ricovero ed erano situati indiverse località del Brasile, le principalierano Ilha das Flores di Rio de Janeiro el’Hospedaria de Imigrantes do Brás di SanPaolo, quest’ultima era stata progettataper ospitare circa 3000 emigranti ma arrivòanche ad ospitarne circa 8000, compodiFrancesca Pelingacontinua dal numero 63Il 20 dicembre 1901 siimbarcarono dal portodi Napoli sulla naveSempione diretti inBrasile, Mossi Pietro di30 anni, la moglieGiovannetti Maddalenadi anni 27, il figlioAntonio di 5 anni, la<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 35sta da ampi dormitori, vi venivano servititre pasti al giorno, c’era l’ospedale o infermeria,lafarmacia e un medico.L’Hospedaria dello stato di san Paolo erastata costruita fra il 1886/87 nel quartieredi Brás e fu inaugurata nel 1888, ed èrimasta attiva sino al 1978, con i fondiraccolti grazie a una legge del 1884, cheaveva deliberatouna tassa che iproprietari dovevanopagare perogni schiavo cheera impiegato nellavoro dei campi.In sostanza ildenaro pagatoper ogni schiavorese possibile lacostruzione dellastruttura adibitaall’accoglienza dicoloro che liavrebbero sostituiti. L’Hospedaria funzionavaquindi non solo come centro di smistamentoma come un mercato della forzalavoro, in cui i fazendeiros potevano andarea scegliere il lavoratore che preferivanocontrattandolo direttamente,riproducendoqualcosa di terribilmente simile ai mercatiin cui abitualmente fino a poco tempoprima, andavano a comprare gli schiavi,modificando soltanto l’approccio e lemodalità di reclutamento della mano d’opera.L’’Hospedaria assomigliava più aduna prigione dalla quale si poteva scapparesolo firmando un contratto di lavoro peruna fazenda. Nel 1906, anche in seguito alamentele e rimostranze delle rappresentanzediplomatiche dei paesi di provenienzadegli immigrati e a provvedimenti tendentia proibire l’emigrazione venne fattauna prima ristrutturazione che, fra l’altro,finalmente dotò l’Hospedaria di un dormitoriocon brande di tela, evitando che gliimmigranti fossero costretti a dormire perterra. Ogni immigrante al suo arrivo portavacon sè il passaporto e la lista di bordodella nave che lo aveva portato, dovevapresentarsi all’appello e qualora non avesserisposto perdeva il diritto di usufruiredei sussidi assicurati dal governo della provincia,in particolare del trasporto gratuitoin ferrovia all’interno dello stato di SanPaolo sino alla fazienda, come era statostabilito da un contratto nel 1888 fra lasocietà promotrice di Immigrazione e laSao Paulo Railway Company. Un funzionarioregistrava i nomi degli immigrati chearrivavano insieme allo stato civile, aiparenti o accompagnatori, la nazionalità,la professione, la provenienza, il nomedella nave, la data dell’arrivo e la destinazione.Nel 1886 i fazendeiros paolisti, qualii Martinho Prado,Nicolau de SouzaQueiroros Rafael Paes de Barros si unirononella Sociedade Promotora deImigração,(Società promotrice diImmigrazione) per riuscire meglio a stimolaree affiancare il lavoro di attrazionedegli immigranti,il governo si assumeva ilcosto del viaggio degli immigrati e laSociedade Promotora svolgeva il lavoro dipropaganda, direttamente nei paesi diprovenienza inviando suoi rappresentati adistribuire manifesti, opuscoli, libri e fotografieche informavano delle sovvenzionigovernative e presentavano il Brasile cometerra dalle mille opportunità, se non addiritturail vero paradiso terrestre. Fu propriola Sociedade ad insistere sul reclutamentodi famiglie braccianti italiane, favorendosoprattutto gli agricoltori e le famiglienumerose. Agência Oficial de Trabalho eColonização (l’agenzia ufficiale di colonizzazionee di lavoro) faceva parte delHospedaria do Imigrante ed era responsabileper l’invio delle famiglie alle campagne.Gli emigranti civitonici appena arrivatifurono fatti entrare dentro uno stanzoneche serviva da mensa e dove vi eranotavoli senza panche, furono chiamati icapifamiglia ai quali furono consegnate lestuoie per dormire sul pavimento in unostanzone in cui vi erano circa 600 immigrati,le latrine erano poche e insufficientiper tante persone, nel cortile c’era un solorubinetto e vasca in modo da poter bere elavarsi. Fu dato loro un pasto a base dipane, riso, patate e verdure. Furono spiegateloro le regole dell’ ostello, stampatoin sei lingue e pubblicato presso la sededello stabilimento. La mattina dopo furonoportati nell’ufficio della vaccinazione e ricevetterouna carta “Ranch” che dava loro ildiritto di soggiornare per sei giorni pressol’ostello. Dopo avrebbero conferito con isensali dei fazendeiros per il lavoro, dopodichèsarebbero partiti per le destinazioni.Il menu dell’Hospedaria era: colazione alle7 con caffè e pane,pranzo alle 11, cenaalle 4, alle 7 di nuovo caffè e pane, latteper i bambini deboli sotto i tre anni e panee salame per il viaggio verso la fazienda didestinazione. L’Hospedaria dal 1983 èdiventata un museo dove sono conservatitutti i documenti di coloro che entrarono inBrasile sperando in una vita migliore.continua sul prossimo numero...


di Riccardo ConsoliUna storia travagliata e pressochésconosciuta quella del Jazz in Italiadove, il mondo della musica era dominatodalla c.d. canzone all’italiana cheveniva utilizzata anche da quelleorchestre che si esibivano nei dancing.Per la verità, taluni arrangiamenti orchestralidisponevano di chiare connotazioniJazzistiche frutto di partiture provenientidagli Stati Uniti per il tramite di taluneorchestre ingaggiate per animare le traversatesui transatlantici; in qualche occasionele soste di questi nei porti statunitensisi prolungavano per parecchio tempodando ai nostri musicisti la possibilità difrequentare i Night Club dove era possibilefare amicizia con Jazzmen locali. Maprima di procedere oltre è opportuno ricordarecome in Italia, nei confronti dellamusica Jazz si fosse verificato un notevoleostracismo, prima da parte del regimefascista che, come noto, aveva imposto l’italianizzazioneanche dei nomi straniericostringendo i musicisti a modificare i titolidei brani, al punto che il celeberrimo Inthe Mood diveniva “con stile (!!!)” e, senzarendersi conto dell’aspetto ridicolo e senzaalcun pudore, On the Sunny Side of theStreet diveniva “dal lato aprico della strada(!!!)” proprio così.Da non credere, ma assolutamente vero!Con l’avvento della democrazia le cose noncambiarono di molto con la sola differenzache ora si poteva ascoltare questa musicasenza remore e si poteva assistere allaproiezione di films nei quali il Jazz era presentein maniera massiccia. Negli anni dell’immediatodopo guerra, l’Organo Ufficialedell’Azione Cattolica pubblicò un lungoarticolo nel quale si affermava, tra l’altro,che: “ … dal punto di vista Cristiano il giudiziosulla musica Jazz può e deve esseresevero in quanto è da considerare musicadi orientamento materialistico, nonchétrionfo della sessualità … ”, vuoi mettere,per esempio, lacultura cristiana egli insegnamenticontenuti nel brano“Pippo non lo sa”interpretato daSilvana Fioresi edal Trio Lescano e,naturalmente, inmolti altri similimotivi nostrani?Non era da meno ildiffusissimo settimanaledel Pci -Vie Nuove che, inun articolo dal titolomusica Jazzaffermava: “ … ilJazz non si apreverso un avvenirequalsiasi, non ha nulla di progressivo, alcontrario, si direbbe che con il suo cultodella deformazione - con ogni probabilità ildisattento autore dell’articolo voleva riferirsiall’improvvisazione – e con il suo compiaciutorichiamo agli aspetti più primitividella musica, compie un’operazione precisamenteopposta, ossia un invito a tornareall’età della pietra … ”,questo il pensiero della Chiesa Cattolica edei nipotini di Stalin relativamente al Jazz.Correva il mese di dicembre dell’anno1949.Il termine Revival - Rinascita, faceva riferimentoa quel movimento nato negli StatiUniti a far data dalla metà degli anni quarantacon il quale erano stati riportati allaribalta leggendari personaggi di NewOrleans, mentre alcuni gruppi di giovanimusicisti proponevano il più modernoDixieland ed è un fatto storico che l’esempioamericano fu seguito in tutto il mondo.L’australiano Grame Bell, l’ingleseHumphrey Lyttleton, il francese ClaudeLuter, gli olandesi della Dutch SwingCollege Band ne furono i pionieri, musicistiVittorio Mussolini,cultore del jazzche con il loro Jazz giocoso e accattivanteottennero clamorosi successi, viceversa inItalia soltanto a partire dagli anniSessanta, in misura assai limitata, si potèdisporre dei primi contributi pubblici, perlo più da parte di Enti locali, a sostegnodelle manifestazioni Jazzistiche che,comunque, dalle nostre parti costituivanoancora un fatto marginale.Ciò malgrado nelle edicole compariva larivista mensile “Musica & Jazz” creata daGiancarlo Testoni autore dellaIntroduzione alla vera musica Jazz che eragià stata pubblicata nel 1938 grazie all’interventodi Vittorio Mussolini figlio del dittatoreche, da vero appassionato, avrebbepoi trasmesso il suo amore per questamusica al più giovane fratello Romano.Più avanti fecero la loro comparsa i primistudiosi come Arrigo Polillo, GiuseppeBarazzetta e Roberto Leydi coautori dellaEnciclopedia del Jazz opera che costituisceil nostro vanto in quanto prima opera almondo per la sua mole e i suoi contenuti.Per questapubblicità0761.513117 oinfo@campode<strong>fiori</strong>.bizProtegge i tuoi valoriSilvia Malatesta - Via S. Felicissima, 2501033 Civita Castellana (VT)Tel.0761.599444 Fax 0761.599369silviamalatesta@libero.it


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 37TERREMOTO, ORA BASTA! COSTRUIAMO BENE!Prima di costruire bene, facciamo chiarezza in termini tecnici,non solo per gli addetti ai lavori.di Francesco PeriArchitettoIl 1° Luglio 2009, aseguito dell’ennesimoterremoto (Abruzzo,Aprile 2009) sono entratein vigore definitivamente,dopo un periodo di convivenzacon altre normative,dopo tanti ripensamentie dopo tante “tiratined’orecchie” aiMinisteri Italiani da partedell’Unione Europea, le nuove norme tecnicheper le costruzioni, alias DM 14 gennaio2008, che costituisce ora l’unicanormativa di riferimento per laprogettazione, insieme con le istruzioniapplicative emanate con la CircolareMinisteriale n. 617 del 2 Febbraio 2009.Tutti i decreti, le ordinanze, le metodologieprecedenti vanno, anzi devono essere saputedai progettisti, ma non applicate. Le nuoveNTC definiscono i principi per il progetto,l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni,nei riguardi delle prestazioni loro richieste intermini di requisiti essenziali di resistenzameccanica e stabilità, anche in caso diincendio, e di durabilità. Fornisconoquindi i criteri generali di sicurezza,precisano le azioni che devono essereutilizzate nel progetto e definiscono lecaratteristiche dei materiali e deiprodotti. Per quanto riguarda laprogettazione antisismica, rappresentanouna reale novità rispetto allanormativa preesistente e soprattutto unulteriore passo avanti verso un sostanzialeallineamento alle normative europeecostituite dagli Eurocodici. La zonizzazionesismica riguarda tutto ilterritorio nazionale, seppur con diversigradi di pericolosita’. Non esistono piu’zone sismiche e zone non sismiche, ognicomune italiano è classificato “sismicamente”come 1-2-3-4 (tante sono la macrozone incui e’ stata divisa l’Italia, 1 significa altasismicità 4 bassa sismicità, 2 e 3 medio-altae medio-bassa: tutta la fascia appenninicacentro-meridionale ricade in zona 1, laSardegna, gran parte del Piemonte e dellaLombardia e molte fasce costiere in zona 4.Per la provincia di Viterbo ad esempioTarquinia e Montalto hanno 4, CivitaCastellana e limitrofi 3, Roma 3, la vicinaprovincia di Rieti 2, ma anche 1, l’Aquila eMessina 1. In particolare, l’Istituto Nazionaledi Geofisica e Vulcanologia (INGV) hadiscretizzato il territorio italiano tramite unamaglia di ben 10751 punti distanti pochissimikm tra loro, proprio per dare una maggiordefinizione sismica, con parametri moltospecifici. In altre parole : il sito del centrostorico di Civita Castellana e il sito del centrostorico del limitrofo comune di Corchiano,sebbene appartenenti alla stessa zonasismica e distanti tra loro non più di 9 km,adesso, in termini di progettazione e poi diesecuzione non sono la stessa cosa. Altraimportantissima novità: il metodo diprogettazione. Una “rivoluzione copernicana”:con il DM 2008, e’ concessa laprogettazione , il collaudo e la verifica degliedifici esistenti, salvo qualche accezione,solo con un approccio di calcolo comune chesi basa sull’identificazione di una serie dicondizioni delle strutture – gli stati limite– e su valutazioni probabilistiche siadelle resistenze strutturali che delle azionipreviste (peso proprio, carichi accidentali,sisma, urti, azione del vento,ecc.) durante lavita nominale di un’opera. Tale approcciofino a Giugno scorso era facoltativo ealternativo ad un altro metodo (tensioniammissibili) più semplice, con piùtradizione, ma obsoleto. Ciò sta mettendo adura prova progettisti, committenti,costruttori, amministrazioni o enti chedebbono rilasciare permessi a costruire. E’scontato dire che i progettisti per risparmiaretempo ed energie mentali sceglievanosempre la stradapiù semplice, tantola normativa lopermetteva!? Laparcella eracomunque lastessa!? Secondola mia personaleesperienza,vedendo comeprivati cittadini,chemagari hannourgente bisogno“di farsi casa”,rimangonofacilmenteZone sismiche del territorioitalialo (fonte INGV)imbrigliati inlungaggini burocratiche, ritengo di poteraffermare che sia i liberi professionisti, sia gliimpiegati degli uffici tecnici si devonoaggiornare o comunque avvalersi disupervisori esperti, architetti, ingegneri edili,geologi specializzati. Per vita nominale, misoffermo su questo concetto, si intende ilperiodo convenzionale durante il qualeun’opera deve poter essere utilizzataper lo scopo per la quale è stataprogettata e realizzata essendosoggetta solo a ordinaria manutenzione:un ospedale, una caserma, unponte, o un edificio di pubblica utilità, deverestare in piedi e bene, sicuramente di più diun piccolo magazzino per il deposito dicomuni attrezzi di lavoro! Le NTC 2008 fissano,infatti, tre tipologie di opere : opereprovvisorie (un palco per manifestazioniestive, un pergolato), opere ordinarie (civiliabitazioni), grandi opere/opere diimportanza strategica (ospedali, ponti,dighe), che devono resistere ad azioni statichee dinamiche rispettivamente per almeno10, 50, 100 anni. Una banale casa ben progettatae ben eseguita secondo le nuoveregole, a prescindere se sia stata concepitain cemento armato, acciaio, legno o muratura,che non abbisogna di lavori di manutenzionestraordinaria, tipo rifacimento di solai,sottofondazioni, sostituzione di impianti, masolo di tinteggiature, sostituzione di infissi orifacimento di intonaco, nell’arco di 50 anniposso definirla “casa antisismica”. Unacasa con struttura portante in c.a. “stracaricata”di ferro, una casa di media fattezza contanti pilastri e di grosse dimensioni, una casasorretta anche da un’infinità di pali di fondazionema che dista pochi metri dal letto di unfiume, faccio fatica a definirla “antisismica”.Vale dire: il troppo stroppia! Al di làdelle importanti novità in materia di sicurezzasismica, un’altra rilevantissima precisazioneda fare è quella relativa alle responsabilitàdei vari attori del processo costruttivo:dal Progettista, cui spetta il ruolo di definiregià nel progetto la vita nominale dellastruttura (e quindi stabilire la durabilitàdell’opera), al Direttore dei Lavori, alCollaudatore che diventa finalmentecollaudatore “in corso d’opera” e non piùultimo anello della catena quando ormai lastruttura, nel bene o nel male, è compiuta.Le maggiori responsabilità delProgettista discendono poi anchedalla impostazione di fondo dellenuove norme che non sono piùprescrittive (devi usare quei tipo dicemento e non altro!), ma sispingono decisamente sul versanteprestazionale con ciò stessoimponendo ai professionistimaggiore precisione nelladescrizione delle specifiche diesecuzione. In altri termini ,egregio progettista, egregio direttoredei lavori, puoi inserire una staffa inun pilastro in c.a. ogni 20, 30, 40, cm, ma verifica quanto questo puo’resistere senza gravvi danni a varieazioni statiche e dinamiche! Non ti affidaresolo alla tua esperienza! Assicurami con ilcalcolo che quel pilastro rimane su, per tuttiquegli anni previsti, a meno- ovvio- di eventieccezionali come uragani o cataclismi,altrimenti… ne paghi le conseguenze penali!E tu egregio dipendente del genio civileprima di dare un nulla osta su un progetto,verifica a dovere tutti gli elaborati di progettoe verifica le indagini geologiche debitamentefirmate da un geologo abilitato! In Abruzzo,a crolli avvenuti, torno di nuovo li’, in zona 1,pilastri di recente fattezza non avevanonemmeno una staffa per tutta la lorolunghezza, ma solo ferri longitudinali maldisposti e non ancorati! Questa normativaequesto è quello che molti progettisti edamministratori di mentalità “un po’quadrata”,non riescono o non vogliono capire- non e’rigida e restrittiva, non èdeterministica, anzi è più duttile delleprecedenti, basta leggerla, capirla,interpretarla nel giusto verso. Per i piùesperti: se prima esisteva per il calcolostrutturale, l’analisi statica lineare, adesso ilDM 2008 ti mette a disposizione 4 metodi:l’analisi statica lineare, l’analisi statica nonlineare, l’analisi dinamica lineare e l’analisidinamica non lineare per giungere allo stessorisultato. Con un buon software ed unabuona testa, infine, non è poi cosi difficile.Altre importanti regole del ben costruireverranno affrontate di seguito.


38<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Per ricordare l’autiere Fiorino Marinozzi... uno dei seicentomila ...di Arnaldo Ricciarnaldo_ric@yahoo.it…continua dal n. 62Prima di iniziare laterza parte, sullevicende belliche dimio zio, voglio ricordarecome era lasituazione generaleagli inizi del settembre1943.L’Italia era entrata inguerra fin dal giugno 1940 a fianco deitedeschi e di altre meno importanti nazionicome la Bulgaria.Il Giappone si schierò con la Germania el’Italia ed entrò in guerra il 7 dicembre1941, costringendo ad entrare nelle azionibelliche anche gli Stati Uniti; fino ad allora,si combatteva in soli due continenti:Europa ed Africa; i mari coinvolti eranol’Atlantico ed il Mediterraneo; dopo l’attaccodei giapponesi a Pearl Harbor, in datasopra citata, essa si espanse anche in Asiaed in tutto l’Oceano Pacifico. La guerradiventò veramente mondiale!La storia che abbiamo tutti studiato hasemplificato notevolmente gli avvenimentidella seconda guerra mondiale, contrapponendosemplicemente gli italo- tedeschied i giapponesi agli anglo-americani.La realtà è stata però di gran lunga piùcomplessa!Nel settembre 1943 si trovavano di frontedue schieramenti: la Germania, l’Italia, laBulgaria, la Romania ed il Giappone, contrappostiagli anglo-americani e russi.Se si studia a fondo la realtà del periodo,ci si accorge che con l’identificazione “itedeschi” non si intendono solo gli abitantidella Germania, ma anche quellidell’Austria, la Bulgaria, la Francia diPetain, la Finlandia e tutti i governi collaborazionistiallora della Germania.Praticamente gran parte dell’Europa diallora, volontariamente o forzatamentealleata di Hitler, era schierata contro i cosidetti anglo- americani- russiIn realtà l’appellativo semplificato dianglo-americani-russi comprendeva unamoltitudine di popoli che erano praticamentele Nazioni Unite di allora.Gli italo-tedeschi-giapponesi avevanomosso guerra a tutto il resto del mondo!Per capire meglio, faccio un esempio distoria locale: si deve sapere che le truppealleate liberanti Civita Castellana, eranocostituite da soldati sudafricani dell’armatabritannica, della quale facevano partemilitari provenienti da tutto l’impero inglese,trasformatosi poi successivamente inCommonwealth Britannico.Giusto per fare un esempio: l’India fornì dasola cinquecentomila uomini che, se fossestato necessario, potevano essereaumentati fino ad arrivare ad alcuni milioni!Inoltre vi erano, sempre nell’armata britannica,ne cito solo alcuni: neozelandesi,australiani, canadesi, pachistani, iracheni,etc..etc….E’ da ricordare anche che l’URSS, da sola,mise in campo una notevole quantità diuomini; pari alla metà di tutti quelli fornitidalle nazioni unite. Infatti l’Urss subì lemaggiori perdite di tutti i belligeranti dellaseconda guerra mondiale; circa 30 milionidi morti fra militari e civili.Ho voluto ricordare queste notizie, per darmodo di capire meglio gli avvenimenti checoinvolsero le nostre forze armate in quelfatidico 8 settembre 1943!Ritorno adesso alle vicende di mio zio.Centro di Atene 08 settembre 1943ore 20.30: zi Fiorino si trova alla guidadel suo camion; sta effettuando un viaggiodi trasporto derrate alimentari, versouna dislocazione di bersaglieri; ha iniziatoi viaggi, alla guida del mezzo, fin dalle seidel mattino, facendo la spola tra il porto evarie basi militari italiane, rifornite da unanave proveniente da Bari.Egli aveva già notato fin dal primo mattinoun insolito movimento di soldati tedeschiche lo aveva messo in allarme; le voci checircolavano erano le più strane; il suo lavorolo teneva impegnato tutta la giornata enon aveva tempo da dedicare a ciò che sidiceva!Il viaggio che stava effettuando dovevaessere l’ultimo della giornata, dopodichésarebbe tornato verso la sua caserma perposteggiare il suo Lancia 3RO.Lui raccontava : “ ero a circa trecentometri dalla caserma dei bersaglieri situataproprio al centro di Atene e procedevoabbastanza veloce.Stavo girando a destra in un incrocio e vididallo specchietto una moto tedesca a treposti ( side car ) che mi sorpassava agrande velocità; il soldato che era sedutoaccanto alla moto mi fece un cenno con ilmitra puntato contro di me. Capii immediatamenteche mi dovevo fermare…….ecosì feci….lasciando come sempre il motoreavviato!Appena sceso mi portarono, sempre con ilmitra spianato, in una piazzetta adiacentedove una cinquantina di nostri soldatierano in piedi con l’espressione di chi noncapisce cosa gli sta succedendo.Dopo circa dieci minuti arrivarono dueautocarri tedeschi che ci portarono in uncampo dove erano ammassati circa cinquemilasoldati italiani di tutte le armi…..”Il mio Lancia 3RO rimase al centro diAtene, con il motore avviato e carico dipatate destinate ai bersaglieri……..nonseppi mai più che fine fece il mio camioncarico di patate!”La situazione delle nostre forze armate,alla data dell’8 settembre 1943, era laseguente: avevano in attivo circa duemilioni di uomini, compresi i reparti dellamilizia che non facevano parte dell’esercito;il tasso di analfabetismo fra la truppa,era di circa il 35% al quale si aggiungevaun altro 20 % di semialfabetismo (semianalfabetierano considerati quelli che sapevanoleggere ma non scrivere o quelli chenon capivano le frasi che leggevano); intutti i fogli matricolari dei nostri militari,quando non si era analfabeti, era scritto inalto a sinistra: “ sa leggere e scrivere”; ziFiorino che aveva la licenza di 5° elementare,passava tutte le serate scrivendo lettereper i soldati analfabeti delle vari armi;ovviamente, fra gli autieri non vi potevanoessere analfabeti! per avere un termine diparagone, fra le truppe tedesche, dellaGermania propriamente detta o quelleinglesi della Gran Bretagna sempre propriamentedetta, la piaga dell’analfabetismoera già sconosciuta! ebbene, nellarealtà sopra citata, circa un milione e trecentomila,di questi nostri soldati, eranodislocati fuori dai confini nazionali; settecentomilasolo nei Balcani, in Albania ed inGrecia, il resto in Francia, Corsica, Russia,Africa settentrionale; quelli dislocati inAfrica orientale erano già da tempo prigionieridegli inglesi.Nella situazione sopra descritta, l’8 settembre1943, fu diramata la notizia, allenostre truppe, che l’Italia non combattevapiù a fianco dei tedeschi ma, la guerrasarebbe proseguita regolarmente controchiunque! Gli ufficiali furono lasciati senzaordini e nessuno sapeva più come comportarsi;in poche ore si verificò una situazionedi caos totale. Pensate, se gli ufficialidi qualsiasi grado, non sapevano piùcome comportarsi, figuriamoci gli sfortunatisoldati della truppa! Il risultato, fu ildisfacimento totale dell’organizzazionemilitare delle nostre forze armate.In termine di poche ore, i tedeschi disarmaronoe fecero prigionieri tutti i nostrimilitari all’estero. Chi, nelle varie circostanze,si trovò in una situazione di porreresistenza, fu massacrato dalla potentereazione tedesca ( vedi l’episodio diCefalonia). Diceva mio zio “ la maggior


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 39Fiorino Marinozzi (secondo da sx) al porto di Atene, in attesa del turno del suo autocarro,durante le operazioni di sbarco da una nave proveniente da Bari.parte di noi non ebbe nemmeno il tempodi capire cosa stesse succedendo….lasituazione precipitò in poche ore “Settecento mila uomini vennero catturatisolo nei Balcani; il giorno dopo la cattura,immediatamente la propaganda nazista,tentò di convincere questa grande massadi uomini di continuare a combattere alloro fianco. Quelli che facevano parte dellamilizia accettarono ovviamente quasi tutti.Il 95% di quelli che facevano parte dellenormali forze armate, non accettarono!Diceva zi Fiorino “ circa seicentomila di noinon accettarono di continuare a combatterea fianco dei tedeschi….consapevoli chel’alternativa era la deportazione inGermania……e così fu.”Su questi argomenti, le cifre precise non siconoscono, a causa del cosìdetto sbandamento che provocò,anche la distruzione e la perditadei documenti correlati;d’altronde i tedeschi non avevanonessun interesse a conservarela documentazione!Già il 10 settembre 1943, datutti i Balcani, partivano i primitreni merci, pieni dei nostri seicentomilasodati e diretti sia inGermania che in Polonia ed alcunicasi anche in Cecoslovacchia.Per questi poveri militari, iniziaronosofferenze veramentegrandi. I bisogni corporali sipotevano soddisfare solo quandoi treni si fermavano in apertacampagna. “ …..si fermavano adintervalli irregolari….senza nessunalogica……potevano passareanche 6 ore senza sosta….oppuresi rimaneva fermi per delleore, per dare la precedenza aitreni delle truppe tedesche,senza che ci aprissero le porte! “La storia ufficiale è stata nebulosasu questi episodi, ma da unaricostruzione recente con l’aiuto di reduci,si è stimato che oltre 5000 nostri militariperirono durante il trasporto che li deportavaverso la Germania.…continua sul prossimo numeroForse non sapevate che le librerie in Italia sono ormai soltanto 1700 e rischiano l’estinzione. Un quarto dei volumi è venduto inposti anomali: 70 mila in supermarket, autogrill e centri commerciali.Mentre non si arresta la marcia alle grandi catene in 10 anni hanno quadruplicato i punti vendita. In contrapposizione a tutto questo,il trend delle vendite annuali dei libri in Italia è quasi costantemente in calo.Partendo da un 44,2 nel 2002 si sale a 62,1 nel 2003, al 75,5 nel 2004 e all’80 nel 2005 e veramente si comincia a credere che itempi bui della lettura in Italia sarebbero stati sconfitti; invece ricomincia a scendere la china e nel 2006 siamo al 60 e nel 2007 al45,5. In tutto questo sicuramente ha avuto il suo peso la crisi economica degli ultimi anni che ha sempre più corroso gli stipendidegli italiani, facendogli mettere da parte tutti i beni voluttuari.La cultura però è un bene primario per l’umanità, e quando ad essa si danno pochi fondi e poca importanza, si cominciaa respirareun aria priva di ossigeno, malsana, stantia!In questi anni io, piccolissimo libraio di un paese piccolo, ho provato in tutti i modi a continuare a vivere enei miei scaffali non sono mai mancati i libri; questi grandi amici che a volte incutono un pò di soggezione,ma vi posso garantire che è una sensazione che si ha solo all’inizio poi tutto si illumina e si colora con sfumaturediverse, che ti fanno entrare a pieno titolo in un mondo speciale. La mia libreria è piena di libri pervoi, e se non riuscite a trovare ciò che cercate lo potrete ordinare e lo avrete in poco tempo.Questo mese vi consiglio di leggere “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini, che ha vinto anche il premiobancarella. E’ un bellissimo romanzo, sulle difficoltà del vivere moderno, sul desiderio di maternità e suuna guerra consumata a pochi passi da noi, che cambia profondamente la vita di chi è coinvolto. Buona lettura.


40 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Il piatto della solidarietàL’Associazione no profit raccoglie fondi per progetti di solidarietà“Il piatto della solidarietà” èuna associazione senzascopo di lucro, costituta il 12agosto scorso e nata da un’ideadel sig. Ireo Giovagnoli,fondatore dell’associazionemedesima. Essa è apartiticae si prefigge di creareoggetti, in particolarepiatti da collezione,destinati alla raccolta difondi da impiegare inopere umanitarie e disolidarietà.Abbiamo invitato il sig.Giovagnoli presso la nostraredazione per saperne qualcosa di più efar conoscere l’iniziativa a tutti.Come è nata l’idea di fondare questaassociazione?“E’ nata nel 2001. In realtà pensavo diproporre i miei piatti da collezione ad associazioniumanitarie nazionali già esistenti.Questa idea non è andata a buon fine, maio ho voluto insistere ed è così che, quest’anno,spinto anche dal tragico eventodel terremoto d’Abruzzo, con l’aiuto diquanti hanno creduto in questo progetto,ho fondato una associazione interamentededicata alla raccolta di fondi tramite piattida collezione.Alla città de L’Aquila, poi, mi sento particolarmentelegato, avendo trascorso dueinverni di naja (1957 -1958), proprio là, eIl fondatore dell’AssociaioneIreo Giovagnolivorrei non si spegnessero iriflettori puntati su quellagente, soprattutto ora che siavvicina il freddo crudo dell’inverno,che ho ben conosciuto.I fondi raccolti tramitei piatti della solidarietàsaranno impiegati per laricostruzione di un centro diaggregazione per la vitasociale, della frazione aquilanadi Tempèra.”Perché la scelta è ricadutaproprio sul piatto?“Il piatto è sicuramente unodegli oggetti più apprezzatianche dai collezionisti.Esso è, oltretutto, una specifica dellanostra zona e, considerate le potenzialitàdel nostro distretto, ho deciso di portareavanti questo progetto.”Quali sono i progetti per il futuro?“Intendiamo portare l’associazione a livellonazionale, raggiungendo tutti i comunid’Italia, e selezionare nuovi artisti, tramiteconcorsi appositamente banditi, che, conle loro opere originali, decorino nuovi piattitutti da collezionare!Per questo primo piatto è stata realizzataun’opera che riprende un esclusivo motivodel noto pittore del ‘900, Klimt. Vedremochi sarà il prossimo artista.”L’associazione “Il piatto della solidarietà”,che ha ottenuto il patrocinio dallaProvincia di Viterbo, è stata ampiamenteappoggiata dai servizi sociali dei comunidella Tuscia, che hanno aderito di buongrado alla lodevole iniziativa, facendosipromotori essi stessi.Il fondatore vorrebbe coinvolgere in particolarmodo i giovani per sensibilizzarli arealizzare qualcosa di utile per chi è menofortunato, e avvicinarli ai problemi delmondo.“Ognuno dei nostri piatti è un segno disolidarietà e testimonia il contributo ad unprogetto umanitario. Collezionarli significacreare una personale galleria di azionisociali da trasmettere.Damose da fa’, come disse, in un improbabiledialetto romanesco, Papa Wojtyla.”Conclude Ireo Giovagnoli, che ci ringraziaper l’ospitalità offertagli sulle pagine dellanostra rivista ed invita tutti i lettori dibuona volontà a collaborare, contattando ilnumero di tel. e fax 0761.517788 o scrivendoa il piattodellasolidarietà@yahoo.it.Ulteriori notizie su http://il piattodellasolidarietà.blogspot.com


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 41Amatori Rugby di Civita CastellanaLottano per volare dalla serie C 1 alla serie BIl rugby è uno sport non troppo diffuso inItalia, rispetto, ad esempio, al calcio, che èil gioco sicuramente più conosciuto edamato, almeno tra gli uomini. Ma non perquesto il rugby non ha i suoi appassionati.Proprio a Civita Castellana c’è una dellemigliori squadre della zona, la AmatoriRugby di Civita Castellana, fondata nel1972, che milita attualmente in serie C1 eche ha già preparato numerosi ragazzi,reclutati da società di grande livello. LucaCostanzelli, ad esempio, ha giocato con laPrimavera della Nazionale; Paolo Stinchellisi trova, ora, con la prima squadra deL’Aquila; Alberto Bonifazi e FedericoMariottini sono entrambi nella giovanile delParma; Valentino Cerri gioca con la primasquadra del Brescia e Matteo Massini èstato appena acquistato dalla squadraNazionale delle Fiamme Oro. EttoreBrunelli, Davide Cavalieri, Luca Costanzelli,Riccardo Finesi, Matteo Massaini eFrancesco Pichilli, invece, la scorsa stagionehanno giocato in serie B con il CusRoma Rugby categoria Under 19, ma, quest’anno,sono a casa, nella loro squadrad’origine, alla quale sono molto attaccati eche sperano di portare in alto, come diceuno di loro, Davide Cavalieri: “Anche secon il Cus Roma ci trovavamo in una posizionemigliore, con la Amatori siamo acasa nostra, giochiamo con uno spiritodiverso e tutti i nostri amici, parenti edammiratori possono seguirci da vicino edincitarci!”. La squadra è composta da ventidueelementi: Alessandro Barchiesi(mischia – terza linea), Dario Battistoni(mischia – pilone), Ettore Brunelli (secondocentro), Pietro Busetta (pilone),Tommaso Carletti (primo centro), DavideCavalieri (mediano di mischia), YuriCavalieri (seconda linea), AlessioChiacchiarini (seconda linea), FabioColonnelli (ala), Luca Costanzelli (pilone),Lorenzo De Santis (ala), Francesco Dimitri(estremo), Riccardo Finesi (ala), FabrizioMaria Flori (primo centro), Federico Flori(ala), Nicu Silviu Lupu (mediano di apertura),il capitano Osvaldo Mariucci (pilone),Matteo Massaini (pilone), Simone Mei(pilone), Filippo Nevi (seconda linea),Amedeo Paggi (pilone), Francesco Pichilli(primo centro), Matteo Profili (ala o centro),Leonardo Ricci (mediano di apertura),Stefano Rossi (ala), Federico Sansone(pilone), Roberto Sansonetti (ala),Maurizio Santucci (terza linea), LucaScaglione (ala o estremo), FrancescoSoldateschi (terza linea), Massimo Vitali(tallonatore). La squadra si allena tre voltela settimana, seguita dagli allenatori:Marco Amicucci, Luca Fantera e RuggeroGrassotti, assistiti da Romano Cavalieri,Giuseppe Profili, Roberto Rossi, SergioRughi e Riccardo Orizio. Una volta a settimana,inoltre, i giocatori si allenano inpalestra, con il preparatore atletico PierLuca Silas Labini di Roma. Il presidentedella società civitonica è, invece, GiuseppeRossetti.Domenica 11 Ottobre è iniziato il campionatodella stagione 2009 - 2010 e, nonostantela prima sconfitta a casa con ilTorvajanica, per 12 a 3, i ragazzi dellaAmatori Rugby di Civita Castellana puntanoa raggiungere la vetta della serie C, perapprodare in serie B il prossimo anno. Giàalla seconda giornata, infatti, si sono fattionorevincendofuori casac o nl’OrioloRomanoRugby, per 25 a 13, grazie a DavideCavalieri, Alessio Chiacchiarini, FrancescoSoldateschi ed Ettore Brunelli, che hannofatto meta, ed a Nicu Silviu Lupu, il trasformatore.Ancora una vittoria durante laterza giornata di campionato: contro ilCivitavecchia, hanno vinto a casa per 19 a3, con le due mete di Ettore Brunelli, trasformateda Nicu Silviu Lupo. La squadraha anche già vinto due partite amichevoli,l’una con il Terni Rugby, per 53 a 10 e l’altracon le riserve del Cus Roma, per 12 a5. “Siamo tutti appassionati di rugby, mac’è chi lo fa per hobby e chi perchè speradi diventare un vero professionista. Io misto impegnando molto per riuscirci eintanto, oltre a giocare, alleno le nuovepiccole leve, che si stanno avvicinando aquesto sport”, conclude il giovane DavideCavalieri, che si è fatto portavoce dellasquadra civitonica. I prossimi incontrisaranno con gli All Reds Rugby Roma(8.11.2009), con il Rugby Sacrofano(22.11.2009) e con i Red e Blu RomaRugby (29.11.2009), tutti fuori casa; con ilRugby Fiumicino (6.12.2009) e l’AricciaRugby (20.12.2009) a casa, presso il<strong>Campo</strong> Sportivo Angeletti di CivitaCastellana, alle ore 15.00.Forza ragazzi continuate a fare tante meteper raggiungere la vostra meta!Ermelinda BenedettiIn piedi da sx: Matteo Massaini, Simone Mei, Luca Costanzelli, Maurizio Santucci, Francesco Soldatelli, Osvaldo Mariucci, Alessio Chiacchiarini,Dario Battistoni, Massimo Vitali, Ruggero Grassotti, Marco Amicucci. In basso da sx: Fabrizio Maria Florani, Matteo Profili, Davide Cavalieri,Francesco Pichilli, Ettore Brunelli, Riccardo Finesi, Stefano Rossi, Francesco Dimitri, Federico Flori, Yuri Cavalieri.


42<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Notevole successo di pubblico e di critica a Roma per la mostra collettiva internazionale“Ars creandi”, inaugurata il 2 luglio e conclusa il 26, alla quale ha partecipatoanche l’artista Pietro Sarandrea. L’artista ha presentato due opere dimedio formato tecnica mista e olio su tela, che fanno parte dell’ultima produzione.Pietro Sarandrea nasce a Roma nel 1954 e inizia la sua attività professionalenel 1978. Ha vinto premi internazionali (5° classificato alla IV Biennale“Oderisi da Gubbio” Roma, etc.). Ha trascorso vari periodi fuori dall’Italia facendoesperienza in Inghilterra, in America, in Svizzera ed in Germania. Partecipadal 1991 a mostre collettive (Roma, Siracusa, Bologna) e dal 1984 è presentecon personali, in gallerie, centri culturali e sale comunali. Negli ultimi anni vienebattuto in case d’aste importanti, come: Finarte (Roma), Babuino (Roma),Antonina (Roma), Rubinacci (Genova). Attualmente vive e lavora a Capranica(Viterbo).pietrosarandrea@alice.itIl 9, 10, 11 dicembre, presso la Casa d’Aste Antonina, in Via Montepertica, 27, Roma, leopere di Pietro Sarandrea saranno in esposizione. Mentre nei giorni 12 e 13, nello stessaCasa d’Aste, verranno battute all’asta. Per ulteriori informazioni: 335.6162835Natale 2009Per inviare i tuoi auguri speciali usa le pagine di<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, la tua rivista!!!Saranno sicuramente più sentiti e graditi...E se vuoi fare un dono particolare, regala un abbonamento a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>COMUNICATO STAMPAL’ associazione “Una mano al tuo ospedale” si vede costretta a segnalare un altro grave episodiodi disinteresse da parte della Direzione Generale della ASL nei confronti del nostro ospedale.Il primario del reparto di Chirurgia, dott.Gino Pasquini, stimato e apprezzato dai cittadini per lasua professionalità e per l’ ottimo lavoro svolto in questi anni presso l’ Andosilla, ai quali si associaanche la nostra associazione, e il primario del reparto di Medicina, dott.Vincenzo Bocchinfuso, dal 30 settembre il primo e dal 31ottobre il secondo, sono stati collocati in quiescenza.Non ci risulta che a tutt’oggi sia stata programmata la loro sostituzione, ne tntomeno è stato pubblicato alcun avviso di concorsoper ricoprire tali incarichi rimasti vacanti.Sinceramente facciamo fatica a capire come una azienda possa trovarsi scoperta in questa situazione.Tutti sappiamo che il pensionamento di un dipendente lo si conosce con largo anticipo.In questa situazione non possiamo che esprimere un giudizio negativo sull’ operato dei dirigenti ASL, a meno che non si tratti di unprogetto premeditato nei confronti del nostro ospedale , il quale probabilmente non rientra nelle loro attenzioni.Una qualsiasi altra azienda, anche meno importante di quella che riguarda la sanità pubblica, non commetterebbe mai una insolvenzacome questa: quando esce un dirigente di reparto, un altro è subito pronto a prendere il suo posto.A noi sembra che, anche se sono cambiati i musicanti, la musica è sempre la stessa.Quindi è ora di dire basta, perchè i cittadini pretendono più rispetto, ma soprattutto pretendono un ospedale che funzioni e che soddisfia pieno le loro esigenze.La nostra Associazione, anche a nome dei cittadini, chiede che vengano nominati con urgenza i responsabili dei suddetti reparti e chesopratutto siano scelti in base alla loro esperienza, alle proprie capacità e senza favoritismi politici e clientelari, in modo da potersostituire degnamente i predecessori.Peraltro siamo ancora in attesa di avere un incontro con il neo Direttore Generale della Asl di Viterbo, dott. Adolfo Pipino, al quale èstato chiesto subito dopo la sua nomina a commissario per trattare sulle numerose problematiche dell’ Andosilla, senza avere alcunariposta.Evidentemente il dott. Pipino non si è reso ancora conto di quello che ha fatto la nostra Associazione, grazie al contributo di imprse,cittadini, enti ed istituzioni, nei confronti dell’ Andosilla e quello che potrebbe ancora fare se trovsse una maggiore collaborazioneda parte dei dirigenti della Asl.Comunque restiamo sempre attenti sull’ andamento dell’ Andosilla rendendoci partecipi delle esigenze e delle aspettative dei cittadinidai quali siamo sostenuti e che ci sentiamo onorati di rappresentare.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 43Pallavolo, sport per pochi!In alto da sx: Luigi Soli, Augusto Lanzi, Giuseppe Pasquetti, Roberto Severini, Italo Soli, Anselmo Rodella, Luigi Lemme,Enzo Cirioni, Vicario Federici, Amerigo Vidualdi, Guido Peri.In basso da sx: Mario Crestoni, Spartaco Gioacchini, Norino Mugnaini, Enzo Lemme, Tommaso Cavalieri, Orlando D’Antoni,Angelo Del Priore. Foto del sig. FRanco Soli.Giocare a pallavolo in Italia negli anni ’30 era qualcosa fuori dal comune. Sport giovane e sconosciuto, praticato da pochissimi appassionati,che cercavano di dare una alternativa al più popolare gioco del calcio. Bastava uno spazio limitato, una rete tra due squadre edun pallone leggero, e “su a non far cadere la palla”. Questa foto storica ci mostra appunto la squadra di pallavolo della CeramicaMarcantoni di Civita Castellana, azienda leader a quei tempi, nella produzione industriale settore sanitari e stoviglieria. Figura di spiccoè Italo Soli direttore del consiglio di amministrazione. Si deve sicuramente a lui, già socio fondatore della S.S. Lazio a Roma, se questosport, agli albori, raggiungerà in Italia un’inaspettata popolarità. La Ceramica Marcantoni aveva intuito già da allora, l’importanzanel dare alle sue maestranze un momento ricreativo, idea questa che verrà adottata poi, nel dopoguerra, dai più importanti gruppi industrialiitaliani, a cominciare dalla Fiat. Insomma: “piatti e cessi sì, ma anche scarpette da ginnastica e … pallavolo!”Alessandro Soli


44 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Anno 1954


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 45L’angolo del Bon TonI colori e i profumi“tipicamente caldi” inquesti giorni ci hannoormai annunciato l’arrivodell’autunno e delprimo freddo pungente.I giochi dei pomeriggiestivi hannodi Letizia Chilelli lasciato il posto aicompiti e allo studio esempre più spesso, nelle ore pomeridianeappunto, ci si ritrova tra amici e compagnidi scuola a dover preparare interrogazionitra appunti e libri. L’accogliente teporedella casa, il camino acceso e perché no,una bella tazza di cioccolata fumante èproprio quello che ci vuole per una dolcemerenda che tira su il morale e rende tuttopiù piacevole!!! Ma come si prepara unabuona tazza di cioccolata? Prima di tutto,credo sia il caso di dire due parole sulcacao che venne portato in Europa daHernando Cortes recatosi in Messico (quiveniva già consumato ai tempi dei Maya edegli Aztechi), era l’inizio del XVI secolo, inpoco tempo si diffuse in tutta Europa!Qui,infatti, aveva avuto modo di assaggiareuna bevanda al cacao, restandone rapito,tornato in Spagna aveva portato con sèquesta materia prima e gli utensili perpoterla poi preparare.Ecco ora la ricetta per 6 persone100 gr. di cacao in polvere;150 gr. di zucchero;0,500 l. di latte;0,500 l. di acqua;Fecola di patate un cucchiaino (facoltativa)E’ preferibile sciogliere il cacao in latte eUna dolce merenda!acqua freddi.Mettete in una casseruola i100 grammi di cacao in polvere, aggiungete150 grammi di zucchero e sciogliete iltutto con il mezzo litro di latte e di acqua.Mettete la casseruola sul fuoco e mescolatecon un cucchiaio di legno, portate iltutto ad ebollizione e lasciate bollire per 10minuti circa, fino a che il liquido non sisarà addensato. Per un cioccolato piùdenso, aggiungete un cucchiaino di fecoladi patate. Serviremo la nostra cioccolatacalda direttamente in tazza, sul vassoio diportata disporremoanche lo zuccheropreferibilmente inbustine (in commerciose ne trovano aromatizzatealla cannella,alla sambuca, allanocciola..) e una piccolalattiera contenentelatte tiepido perchi vorrà aggiungernealla propria tazza rendendoil suo cioccolatoun po’ più “al latte”.Accompagneremo lanostra cioccolata condella piccola pasticceriache serviremo supiccoli vassoi dai qualici si potrà serviredirettamente, senzal’ausilio delle posate. Disporremo i biscottisu vassoietti da portata, pasticcini e cioccolatiniverranno adagiati, per non sporcarsile dita, in pirottini di carta.Prima di concludere credo sia una cosagradita regalarvi una breve storia della piccolapasticceria. Lo sapevate che dobbiamola nascita di queste piccole “gioie delpalato” ai monaci e alle monache?Nel Primo Medioevo infatti, nei conventivenivano preparati piccoli “capolavori” concreme, marmellate, miele, vino e fruttasecca che venivano venduti ai pellegrini dipassaggio. La pasticceria secca comeamaretti, biscottini, ciambelline… ha inveceuna storia molto più popolare: venivainfatti realizzata tra le mura domestichecon ingredienti come zucchero, uova, farina,burro.. alla portatadi tutti e questa varietàdi prodotti, porterà poiogni regione ad avere ipropri prodotti, i propribiscotti tradizionali.Attraverso queste mierighe, auguro a tutti deisereni pomeriggi di studioe dei grandissimi inbocca al lupo a tuttiquei ragazzi che stannoaffrontando questoennesimo nuovo annoscolastico, in particolare,però, dedico questoarticolo al mio Tesoro,mia sorella Agnese checon il suo bellissimosorriso e la sua teneradolcezza mi ha suggeritoquesto mio nuovo lavoro.(Bibliografia: Per la storia della PiccolaPasticceria: “Enciclopedia della CucinaItaliana” La Biblioteca di Repubblica; Per laricetta: “Il Talismano della Felicità” AdaBoni).


46<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>AGENDATutti gli appuntamenti più importanti<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>è il numero 1!Qui puoi trovare tutto ciò che di buono vorresti sapere"IL TEOREMA DELL'ARTE"Il libro, edito da MONDADORI, sarà presentato sabato 28novembre 2009, alle ore 21, nella sala del consiglio comunaledi Tarquinia (VT). Il libro è scritto dall’artista tarquinieseMassimo Stefani, con la collaborazione dello scultore CarloBalljana, il pittore Stefano Solimani e il giornalista SilvanoOlmi.Contiene i pensieri di importanti personaggi del mondodella cultura, della scienza e dell’arte italiana. La prefazione èdel noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, mentre l’introduzione ècurata da Paolo Levi. Altri contributi sono dello scienziato professorAntonino Zichichi, del Vescovo di Tarquinia MonsignorCarlo Chenis, del presentatore televisivo e critico d’arte AndreaDipré.“Guardo con stupore e ammirazione -scrive Vittorio Sgarbi nellaprefazione- al coraggio, anche se fosse dettato da una sanaincoscienza, con cui alcuni artisti di diversa provenienza, anchegeografica, hanno proposto nell’etrusca Tarquinia un nuovomovimento, l’Arcaismo”. INFO: 349.8361981, 349.8361984.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 47AGENDATutti gli appuntamenti più importantiCorchiano - 6 DicembreFesta del Centro commercialenaturale “Il vallo”In occasione dell’apertura delle FesteNatalizie Corchianesi,luminarie per tutto ilpaese ed accensionedell’albero di Natale inPiazza del Bersagliere.Le vie del centrosaranno animate dagiocolieri festanti ed artisti di strada.Gonfiabili e tante iniziative divertenti,inoltre, saranno organizzate daicommercianti del louogo,per i più piccoli.Partirà anche l’iniziativa“Porta la Sporta”,inerente alla raccolta differenziata, ormaiattiva da tempo. Verrà consegnato allefamiglie un nuovo kit, accompagnato dauna sporta in tela, riutilizzabile per laspesa, evitando così le buste di plastica!Tanto divertimento da non perdere!www.campode<strong>fiori</strong>.biz!Visita il nostro sito


48<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Ha 4 mesi, tagliapiccola maschio, sichiamaPICCOLO,è esuberante cometutti i cuccioli...Non viannoierete...Ovviamente cercacasa... Angela3389383581La natura umana è di una cattiveria e di unainsensibilità senza precedenti. Perchè i loropadroni si sono separati, 2 meravigliosi caniAkita Inu di 11 e 10 anni, maschio e femminacresciuti insieme, sono stati messi inadozione (Sic!) perchè nessuno dei 2 padronine vuole sapere. Ma come si fa????L’appello è per gli amanti della razza e perchi ha certamente un cuore. Sono 2 bestiedocili che separati morirebbero. Se avete unbel giardino pensate a salvare due vite“senzienti” che soffrono e gioiscono comenoi ma che non possono parlare... Entro il31 ottobre dobbiamo trovar loro una sistemazioneperchè l’ultimo dei loropadroni...trasloca in un appartamento!!!!!ROBERTO 3336562941Sono cinque piccoli adorabiligattini e cercano casa!!!Tel. 339.8210509DOLCE,la mascotte di Civita Castellanaè stata accalappiata!Ringraziamo chi ha permesso e voluto un atto tantocrudele quanto violento.Un accalappiamento segna il cane per tutta la vita ese poi finisce i suoi giorni in canile non capirà mai checosa sia successo....Dolce, di nome è di fatto, è stata definita dopo l’accalappiamento“ cane morsicatore” quando effettivamenteNON HA MORSO. Ha solo forse graffiato,rompendo tirando via la manica di una maglietta.Dolce è un cane “viziato” dai cittadini che la conosconoe che la amano, credendo di farle del bene. Le danno tramezzini, gelati, cornetti,patatine, porchetta e quant’altro....i giorni di mercato poi.... Dolce non è solo il canedel centro Commerciale Rio o meglio “ della COOP” ma è il cane di TUTTA CivitaCastellana: è il cane dei giardinetti, dei forni ( che la rimpinzano di biscotti!) dei bare delle pizzerie davanti ai quali si ferma quasi implorante come se non mangiasse mai!E non rifiuta nulla: ah...la gola! DOLCE non morde, tira per la giacca o la magliettachi ha, in quel momento, in mano, un cibo che le piace, dopo esser stata viziata inquesti mesi da chi glielo ha sempre dato. Ma che ne sa Dolce? Dolce è un cane liberoaccudito protetto dall’Associazione Animalista Garibaldi Onlus di Vetralla con undistaccamento a Civita Castellana dove operano volontarie straordinarie che monitoranoil cane 24 ore su 24. E’ stata sterilizzata, operata 2 volte per forasacchi, a spesedell’Associazione e grazie alle collette organizzate al Centro Commerciale, curata econtrollata ogni giorno da Eleonora che la fa mangiare quotidianamente.La maggior parte dei cittadini di Civita ama Dolce e si preoccupa di non vederla inquesti giorni. Abbiamo ricevuto più telefonate che per una petizione. Persone chepoco tempo fa hanno dato la loro firma con tanto di numero di documento ufficialeper fare diventare Dolce “Cane di Quartiere”. Sembrava fatta, ma è bastato che Dolce“ spaventasse” una persona che ha paura dei cani per bloccare ogni procedura. Lamascotte di Civita è un CANE LIBERO e non accetterebbe mai di essere “reclusa”anche nel più bel giardino del mondo. La migliore adozione è tutta la città. Lei trotterellaper le vie di Civita meglio di uno di noi, attenta a quando attraversa la strada.Troveremo un comportamentista per insegnare a Dolce a non accettare tutto quelloche le fa gola ma la persona che l’ha denunciata deve farsi aiutare a superare le suefobie per i cani: dovremmo forse cacciare tutti i pipistrelli, tutti i ragni, tutti i serpentidel mondo perchè siamo paranoici???? Non credo. Dolce dovrà trascorrere 10 giornidal giorno dell’accalappiamento (14 ottobre) in Canile proprio perchè definita “ canemorsicatore”. Ma state pur certi che la faremo uscire per farla diventare “cane collettivo”sotto la responsabilità della nostra Associazione, visto che le Autorità hannodifficoltà ad accettare questa figura che reputano nuova e considerati anche i tempilunghissimi della burocrazia. Tutti i volontari rivolgono una PREGHIERA a coloro chein buona fede davano leccornie alla nostra amica, e questo per il suo bene e perrispetto nei riguardi di chi, adottandola, si farà carico della responsabilità civile epenale del comportamento dell’essere libero, facciamo in modo che nessuno disturbiDolce quando dorme, che non si cerchi di accarezzarla “per forza” ( è un cane di tagliagrossa che quando gioca “gioca pesante”) insomma evitiamo che chi già una volta havoluto farle del male lo faccia ancora tornando a raccontare sporche bugie sul suocomportamento aggressivo e pericoloso. Se le vogliamo veramente bene, aiutiamolaad essere accettata da tutti. Perdonaci Dolce se devono passare questi maledetti 10giorni rubati alla tua libertà, perdonachi non ti ama perchè non conoscel’amore e la pietà per tuttigli esseri del Creato, perdonaanche in anticipo chi riderà dite e di noi leggendo questerighe ai quali noi risponderemo esii fiduciosa e felice, noi veglieremosu di te. Ti vogliamo beneDolce!Per info: Rita 3391123663Nonabbandoniamoli!Adottiamoli!!!


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 49Nel cuoreAlla persona più splendida e speciale che abbia maiconosciuto …Solo tu mi hai dato la voglia di vivere!!Il tuo sorriso, il tuo calore mi hanno accompagnato nellamia vita riscaldandomi come raggi di sole nelle giornatebuie e fredde …Caro zio Enzo mi manchi tanto!!In queste poche righe voglio ricordare a tutti quanto seistato speciale e unico.Ti voglio beneGloriaA tre anni dalla scomparsa la redazione ricordaMaurol’amico indimenticabile, fratello del nostro direttore.Per la tua pubblicità su <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>0761.513117o info@campode<strong>fiori</strong>.biz<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la migliorevetrina pubblicitaria<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> è la rivista più letta ed amata!Corri in redazionea richiedere inumeri mancantialla tua collezionedi <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>!Piazza dellaLiberazione, 2Civita Castellana


La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> si associa agli auguriTantissimi auguri dibuon compleanno aELISA CAPOBIAN-CHI che il 1Novembre compie27 anni !!! … Damamma, papà,Giorgio e Marta !!!Tantissimi auguria Johnny, la “leggendadellaCimina”, che si èlaureato inEconomia damamma, papà eMary.Ciao mi avete riconosciuta?Sono MelissaParca insieme a papàLuca e zia, faccio l’auguriai bisnonni Emilioed Irene per il suo 50°anniversario di matrimonio.A Emanuele17 DicembrePer il tuo 18° compleannoho decisodi farti unasorpresa,tanti auguri “ZioPuzzone”, ti amotantissimo Daniela.Auguriamo un felice compleanno a Fabrizioche il 13.10.09 compie 30 anni! Baci datutta la famiglia.(nella foto è il 3° in basso a sinistra).Tanti auguri al nostroGiulio che il 5 Novembrecompie 2 anni, da mammae papà.Tanti auguri aAlessandro Pulcinelliche compie 5 anni il4 Novembre damamma Manuela,papà Angelo e lasorellina Giulia.Tanti auguri aCristian Mechelli checompie 3 anni il 10Novembre, auguri damamma Giusy e papàDiego.


Un saluto dai Fiordi e da CostaLuminosa, da Federico Rosella atutti gli amici e parenti.Arrivederci a presto.Un auguriounicoe specialeva allanostrapiccola“peste”che il 29Ottobrefesteggeràil suo 2° compleanno!!! Tantiauguri Melissa … da mammaTiziana, papà Luca, dalla cuginettaGiada, dai nonni, gli zii e tutti iparenti!!!.... che la tua vita siapiena di felicità….Eccomi qua, da oggi ci sonoanch’io! Mi chiamo GinevraMarziali, i miei genitorisono Barbara e Massimo.Sono nata a Viterbo il 17Ottobre, alle ore 20.00.Sono alta 50 cm, peso 3,66kg, occhi scuri, capelli neri.Segni particolari:Bellissima! Sono nata per lagioia delle zie Sara eSerena, delle bisnonne Vera eMargherita e dei nonni Franco,Maria e Romualda, ma soprattuttoper nonno Piero.Tanti auguria MariaPece chel’8Novembrecompie 90anni.Tanti auguri dibuon compleanno aRoberto Giove diFabrica di Romadai suoi amiciPamela e Fabrizioe dal piccolo Yuri.Gli anni passanoma tu ....desisti!!!!!Con amore Natalia e Nika.Oggi è un giorno speciale... hairaggiunto un traguardo importantee i tuoi sacrifici sonostati ripagati!!! Ti auguriamoche sia l’inizio di una vita fattadi successi!!!! Congratulazionidottoressa!!! I tuoi amiciTanti auguri a Cristianche l’8 Novembre compie8 anni, auguri da mammaPatrizia, papà Mauro,da Vanessa e Simone,dai nonni e tutti i parenti.Tanti auguri di buon compleanno a SilvioGarofani che compie i suoi 80 anni il 25ottobre, dalla moglie Teresa, la figliaDelia, il genero Enzo, i nipoti Marco,Silvia, Marco e Federica e tutta lafamiglia.Tanti auguri aGISBERTO eANNINA per i loro60 anni diMatrimonio dai figli,nipoti, nuore, e tuttii parenti.


Auguri a Sabrina eGabriele che si sonouniti in matrimonioil 31 Ottobre, daCristina, Massimo,Loredana, Marco,Tiziano, le mamme eil papà.Tanti Auguri aFrancesca per ilSuo SecondoCompleanno dallesorelline Rebecca,Rachele e daMamma e Papà.Tanti auguri aMonsignorDomenicoAnselmi che hacompiuto 90anni il 21Ottobre e aiScerdoti donClaudio Monarcae PadreTarquinioBattisti chehanno compiuto gli anni nello stesso mese.Auguri da tutta la comunità parrocchiale diCorchianoTanti auguri di buon compleannoa Ivo Pacelli checompie gli anni il 14Novembre, con tantoaffetto dalla famigliaCraciun.Tantissimi auguridi buoncompleanno aLionoz checompie 23 anniil 21 Novembre,con tanto amoredalla mammaMarcia e il fratelloOvidio.Tanti auguri a LuiginaSansonetti che il 12Dicembre compie glianni, da Roberto, Ina,le figlie, i nipoti e pronipoti.Tantissimi auguri ai Sessantenni di Civita Castellana


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 53Roma com’eraRoma - 1959.Il tradizionale mercatodi Porta Portese,famoso per l’enormevarietà di merci eper i prezziultrapopolari.Richiamava (e richiamaancora) una gran folladiacquirenti esemplici curiosi.Bisognava, però, darsiproprio un bel da fareper cercare un paio discarpe uguali!Roma- Cinecittà.Marzo1957.Una splendidaSofia Loren conJohn Wayne,durante una pausadelle riprese delfilm“La leggenda diTimbuctù”.


54<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Album d<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Civita Castellana - anni 30. Dirigenti ed operai della Ceramica Sbordoni, davanti allo stabilimento. Foto della Sig.ra Vanna Cirioni<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Civita Castellana - 1966. In piedi da sx: Sergio Alessandrini e Antonio Menichelli. In basso da sx: Mario Bruziches e Giancarlo Munzi.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>55ei ricordi<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Civita Castellana - 1958/59. Operaie della Ceramica Castellania. Fotodella Sig.ra Margherita StentellaCivita Castellana - 1935. Famiglia Munzi.Foto del Sig. Fabrizio Munzi.<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Civita Castellana - 1957. In piedi 3° da sx: Silvano Pellegrini, Marco Marchetti.In basso da sx: Alberto Sacchi, …, Giovanni Mindel, Lucio Capricci.


Album de56<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>CorchianoIn basso da sx:Anna Maria Crescenzi, AnnaMaria Sberna, MaraCiocchetti, Andreina Carosi,Lucia ....Fila centrale da sx:Federico Zucchella,Maddalena Battisti, TeresaRicci, Anna Forti, MirellaBacchiocchi, Ida Ridolfi,Anna Maria Troncarelli,Prof.ssa di ginnastica, AnnaArringoli, AnnunziataBernabei, Gabriella Telli,Nilde Piccioni, davantiLoredana Barzellotti.Bidello Filippo Bernabei.Fila dietro da sx:Enzo Troncarelli, AnnaMaria Mechelli, PaolaMenicacci, Daniela Meconi,Vittoria Mecarelli, BrunellaDe Angelis, dietro FedericoBenedetti.<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Corchiano -Piazza IV novembre, anni '50. Secondo da sx Cesare Profili, Mario Campana, Porfirio Alvi


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 57i ricordi<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Carbognano - Classe I Elementare 1912<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Ronciglione - Inizi secolo scorso. Piazza Vittorio Emanuele, detta “della nave”


58<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Album d<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Fabrica di Roma - 1946. Feste patronali di San Matteo. Famiglia Tabacchini<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Fabrica di Roma - 1935. Da sx Francesco Alessi, Tommaso e Loreta Pieri, Maria Alessi.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 59ei ricordi<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Fabrica di Roma - Località “Pratacciò” - anni ‘40. Matrimonio di Francesca Anselmi, accaompagnata dal padre Silvestro.<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Fabrica di Roma - anni ‘50. In alto da sx: Ciro Marinelli, AlbaMassimiliani. In basso da sx, i figli: Marinella, Roberto e Carmelita.Roma - 24.02.1963. Alberto Proietti e Linda Romanelli in viaggiodi nozze


60<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>AnnunciLAVOROCERCO-BADANTE cerca lavoro Civita Castellana ozone limitrofe. Larga disponibilità di orario.Tel.389.1669762-SIGNORA 56enne cerca lavoro come puliziead ore. Zona Civita Castellana.Tel. 340.8759762.-UOMO 56enne cerca lavoro come giardiniere,pittore e per fare orto. Zona Civita Castellana edintorni Tel. 331.8753786.-LAUREATA in lettere classiche impartisceripetizioni di latino, greco, italiano, inglese airagazzi delle scuole superiori, di tutte le materieper aiuto nello svolgimento dei compiti airagazzi delle scuole medie ed elementari.Tel. 339.7731426.-SIGNORA cerca lavoro come stiratrice, pulizie,aiuto anziani, per ristoranti. No automunita.Anche per poche ore. 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62 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>Oroscopo di NovembreARIETE Questo periodoè generoso di energie…accumulale, approfittane,usale, ti aiuteranno a farechiarezza dentro ed intornoa te. Sii obbiettivo e cerca dicapire e risanare i rapporti con gli altri.TORO Periodo insidioso, incui è facile smarrirsi, prendendofischi per fiaschi. Faifatica a tenere i piedi benpiantati a terra, i voli di fantasiasono molto pericolosi… Tuttavia siintravede un barlume di miglioramento.GEMELLI Incominci a sentirtipiù a tuo agio, più liberoe autodeterminante. Stairiavendoti dopo lo sballottamento…Più vai avanti più tisenti carico e ti proietti nelfuturo che vuoi costruire.CANCRO E’ il momento dicambiare, di trasformare latua vita, di emendare tuttele cose guaste. Progetta,datti da fare, realizza la tuavita futura. E’ il momento di revisionareanche te stesso.LEONE Attento al tuo rapportodi coppia… Nonsopravvalutarti com’è tuaabitudine. Usa tutta la saggezzapossibile prima di farele tue scelte. Frena oltremodo la tua gelosiae stai molto attento al tuo portafoglio.VERGINE Gli insegnamentiche la vita ti ha dato devonoaverti reso più saggio eadesso che ti senti più liberoe più a tuo agio, devi solotenerne conto. Hai sicuramentevoglia di rinnovare la tua vita, di ritrovarele vecchie amicizie e di proseguire speditoper la tua strada.BILANCIA Un bicchierenon è soltanto mezzo pienoo mezzo vuoto, la saggezzainsegna che è “riempito ametà”, quindi tu hai la possibilitàdi riempire l’altra metà.Sii più determinato, più costante, mettici l’energiadi cui disponi.SCORPIONE Dovrai fareappello a tutto il tuo autocontrolloed alle tue capacità,fino a fine anno…L’amore sarà il diavolo tentatore,accendendo in tesospetti e gelosie. Non fartistravolgere, è fuoco di paglia, tutto si sciogliecome neve al sole.SAGGITTARIO Sei caricodi energia e di sprint, procedicome un locomotore. Nellavoro gli ostacoli stannoalla larga da te. In amore,di Gaetano Grassoinvece, non va male, ma è un po’ colpatua…. Tuttavia con la carica che hai puoisuperare anche questo.CAPRICORNO Devi darefondo a tutte le tue potenzialitàper spianarti la strada.In amore diventi semprepiù attraente, ma sta’ attentoai passi falsi. Molti si avvicinerannoa te, per cui la scelta, quella giusta,sarà più difficile. Per i rapporti già esistentioccorre dare una sferzata, di passione,di gioia, di vita.ACQUARIO Occhio a rapportiinterpersonali, c’è ilrischio, per il tuo carattere,di crearti nuove inimicizie,ma anche di ferire involontariamenteil partner… Ciòche è in bilico nei rapporti sociali e societari,non sempre sarà un male.PESCI Opi, la dea dell’abbondanza,ti ha preso dimira, bevi fino all’ultimagoccia il nettare che tioffre… nuove possibilitàlavorative, nuovi amori, nuove amicizie,nuove possibilità di vita… Sii saggio e nonsprecare nulla.SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTOCARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00I miei datiNome___ ____ __________________________________ Cognome________________________________________________data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______Via_______________________________________________________________Telefono____________________________________Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00Il regalo è per:Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.zadella Liberazione n. 2 - Civita CastellanaData______________Firma__________________________________Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione,2 - 01033 CivitaCastellana (VT)Data______________Firma__________________________________Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione, 2 - 01033 CivitaCastellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117


Sandro AnselmiP.zza della Liberazione, 2 - 01033 CivitaCastellana (VT)Tel./Fax 0761.51.31.17e-mail : sandro_anselmi@libero.itStime Immobili e Preventivi Mutui GratuitiVENDOFabrica di RomaLocalità Parco Faliscoultimo lotto edificabile di ca. 1000mq. Ottimo investimentoCentro Commerciale Falerii NoviNegozio di 50 mq completo diarredamento per attività di profumeria.Ottimo investimento.Località Pian del TrulloPorzione di bifamiliare su 3 livelli,giardino, garage. Da ultimare.Locale commerciale 284 mq+39 mqsoppalchi+41 mq tettoia chiusa.CEDOCivita CastellanaFabrica di RomaAvviato negozio di bomboniere, listenozze, articoli da regalo, argenteriae cristalloAvviata lavanderia/tintoria.In zona centrale.Attività distribuzione e venditaporta a porta surgelati,5 furgoni frigo, ottimo portafoglioclienti, concessionario Viterbo eRoma. Tratt. riservateBar - Gelateria - RicevitoriaAvviato. 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VT n. 351del 2/6/89PresidenteFondatore:Sandro AnselmiDirettore Editoriale:Sandro AnselmiDirettoreResponsabile:Stefano De SantisConsulenteEditoriale:Enrico De SantisSegreteria diRedazioneCoordImpaginazione eGrafica:CristinaEvangelistiSonia BonaminErmelindaBenedettiStampa:La realizzazione diquesto giornale e lastesura degli articolisono liberi e gratuitied impegnanoesclusivamentechi li firma.Testi, foto, lettere edisegni, anche se nonpubblicati, non sarannorestituitise non dopopreventiva edesplicita richiesta daparte di chi lifornisce. I diritti diriproduzione e di pubblicazione,anche parziale,sono riservatiin tutti i paesi.DirezioneAmministrazioneRedazionePubblicità edAbbonamenti:Piazza dellaLiberazione, 201033 CivitaCastellana (VT)c/c postalen.42315580Tel. e Fax0761.513117e-mail:info@campode<strong>fiori</strong>.bizRedazione di Roma:Viale G. Mazzini 140AbbonamentiRimborso spesespedizioneItalia: 12 numeri€ 25,00Estero: 12 numeri€ 60,00Per il pagamentoeffettuare iversamenti sul c/cpostale n. 42315580intestatoall’AssociazioneAccademiaInternazionaleD’Italia.L’abbonamentoandrà in corso dalprimo numeroraggiungibile epuò avere inizio inqualsiasi momentodell’anno ed avrà,comunque, validitàper 12 numeri.Garanzia diriservatezza pergli abbonatiSi garantisce lamassima riservatezzadei dati fornitidagli abbonati e lapossibilità dirichiederne gratuitamentela rettificao lacancellazione scrivendoall’editore.Le informazionicustodite nelloarchivio di <strong>Campo</strong>de’ <strong>fiori</strong> verrannoutilizzate al soloscopo di inviareagli abbonati ilgiornale e gliallegati, anchepubblicitari (legge675/96 tutela datipersonali).

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