12.07.2015 Views

Pasquale Andria Presidente del Tribunale per i minorenni di Potenza

Pasquale Andria Presidente del Tribunale per i minorenni di Potenza

Pasquale Andria Presidente del Tribunale per i minorenni di Potenza

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Intervento<strong>Pasquale</strong> <strong>Andria</strong><strong>Presidente</strong><strong>del</strong> <strong>Tribunale</strong><strong>per</strong> i <strong>minorenni</strong><strong>di</strong> <strong>Potenza</strong>G L I A T T I D E L C O N V E G N O


Vorrei preliminarmente esprimere, se mi è consentito, un particolareapprezzamento alla Regione Basilicata e, <strong>per</strong> essa, al Consiglio Regionale,all’Ufficio <strong>del</strong> Difensore Civico ed alla Consulta <strong>di</strong> Protezione e <strong>di</strong> PubblicaTutela dei Minori, <strong>per</strong> avere avuto l’idea <strong>di</strong> valorizzare questa scadenzaannuale <strong>del</strong>l’anniversario <strong>del</strong>l’approvazione <strong>del</strong>la Convenzione dei Diritti<strong>del</strong>l’Infanzia non con una vuota celebrazione, ma attraverso una riflessionemolto sostenuta.Tale è quella che si è sviluppata nei primi interventi che abbiamo acquisito,descrittiva <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>l’arte, non tanto sul riconoscimento, come èstato ricordato, quanto piuttosto sull’attuazione e l’esigibilità dei <strong>di</strong>rittidei minori nella nostra società e soprattutto nella società meri<strong>di</strong>onale,che più da vicino ci riguarda; s’è messo, così, in agenda questo tema,secondo me nevralgico, rispetto all’esigenza <strong>di</strong> transizione dal piano <strong>del</strong>riconoscimento a quello <strong>del</strong>l’attuazione dei <strong>di</strong>ritti, cioè la creazione <strong>di</strong>un’autorità <strong>di</strong> garanzia <strong>per</strong> i minori.In secondo luogo, vorrei <strong>di</strong>re in premessa che, mentre il dottor Strumendo,nell’iniziare il suo bellissimo intervento, <strong>di</strong>ceva che avrebbe seguito unmetodo induttivo, io non seguirò un ragionamento strutturato - né induttivo,né deduttivo - ma soltanto rapso<strong>di</strong>co, in quanto mi sembra che siano statedette cose così importanti e compiute sull’oggetto <strong>del</strong>la nostra riflessioneche mi posso <strong>per</strong>mettere, senza ripetere male cose già dette bene, <strong>di</strong>fare appena qualche piccola spigolatura su alcune questioni e criticitàche mi stanno particolarmente a cuore.Devo ancora aggiungere – e ciò sarà <strong>di</strong> grande conforto <strong>per</strong> voi - che saròestremamente breve, anzi telegrafico, proprio <strong>per</strong>ché potrei limitarmia una sorta <strong>di</strong> rinvio ricettizio alle cose che ho ascoltato, a cominciaredalla relazione introduttiva <strong>del</strong> Difensore Civico, il quale ha detto coseche sono musica <strong>per</strong> le mie orecchie, soprattutto <strong>per</strong> quanto concernel’affermata specificità <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> Garante <strong>del</strong>l’infanzia rispetto allafigura <strong>del</strong> Difensore Civico. Potrei rimandare anche a ciò che hanno dettola dottoressa Ripoli e il dottor Strumendo, il quale tra l’altro, ha volutoanche gratificarmi <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> citazioni, dovute al fatto che, su questa37


38questione, abbiamo avuto occasioni molteplici <strong>di</strong> confronto in varie se<strong>di</strong>,sempre registrando gran<strong>di</strong> consonanze.Nel merito, la prima sottolineatura che propongo è che la società in cuiviviamo, nel suo complesso, a fronte <strong>di</strong> gravi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aggressione enegazione, ha sviluppato, nei confronti <strong>del</strong>l’infanzia e <strong>del</strong>l’adolescenza,un aspetto fortemente protettivo, talvolta <strong>di</strong>rei i<strong>per</strong>protettivo, <strong>per</strong>garantirle da abusi e manipolazioni; ma questo non sempre, a mio giu<strong>di</strong>zio,produce effetti <strong>di</strong> caduta <strong>del</strong> tutto positivi.Ho l’impressione che la rappresentazione, spesso molto enfatizzata edesas<strong>per</strong>ata, <strong>di</strong> una città nemica che circonderebbe i nostri ragazzi e inostri bambini, produca <strong>di</strong> fatto molte insicurezze ed anche <strong>di</strong>ffusetendenze nelle nuove generazioni verso una sorta <strong>di</strong> deriva <strong>di</strong> autotutelaaggressiva.Mi chiedo se, <strong>per</strong> caso, l’aggressività, che spesso affiora in modo apparentementeinspiegabile nei comportamenti dei nostri adolescenti edei nostri giovani, non sia anche il frutto <strong>per</strong>verso, <strong>per</strong> via <strong>di</strong> una stranaeterogenesi dei fini, <strong>del</strong>la protezione esas<strong>per</strong>ata che il mondo adulto,forse <strong>per</strong> scaricare sui ragazzi le sue stesse insicurezze, talvolta esprime.Un altro atteggiamento “sospetto” mi sembra quello <strong>di</strong> approcciarel’universo minorile in funzione <strong>di</strong> una profilassi sociale allo scopo <strong>di</strong> contrastareil fenomeno temutissimo <strong>del</strong>la devianza giovanile.In realtà, noi adulti abbiamo paura <strong>del</strong>le nuove generazioni e, in qualchemodo, tentiamo <strong>di</strong> esorcizzare tale nostra paura attraverso atteggiamentie azioni che oscillano pendolarmente tra la protezione esas<strong>per</strong>ata, <strong>di</strong>cui un momento fa <strong>di</strong>cevo, e la repressione isterica, immotivata, irrazionaleche trova spesso echi piuttosto preoccupanti anche a livelli <strong>di</strong> altaresponsabilità politica ed istituzionale.Quando si sente descrivere il fenomeno <strong>del</strong>la devianza minorile come unfenomeno <strong>di</strong>lagante nel nostro Paese - contrariamente a quelli che sonoi dati obiettivi, anche valutati in comparazione con ciò che avviene inaltri Paesi a noi vicini, particolarmente nell’ambito <strong>del</strong>la stessa UnioneEuropea - quando si sente <strong>di</strong>re che bisognerebbe abbassare l’età imputabile


al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> limite dei quattor<strong>di</strong>ci anni e magari tornare ad una politica,che noi pensavamo <strong>per</strong> sempre su<strong>per</strong>ata, <strong>del</strong> carcere come rispostaprivilegiata ai fenomeni <strong>del</strong>la criminalità dei minori, in qualche modotocchiamo con mano la estenuazione <strong>del</strong>l’attenzione degli adulti versoi ragazzi in termini <strong>di</strong> pura e semplice profilassi sociale, la riduzione <strong>del</strong>laquestione minorile a un problema <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico, e non possiamo nonricavarne vivissima preoccupazione e inquietu<strong>di</strong>ne.Come effetto più generale <strong>di</strong> questo atteggiamento, mi pare vadariscontrata una sostanziale emarginazione <strong>del</strong>l’infanzia e <strong>del</strong>l’adolescenza,una tendenza cioè a farle <strong>di</strong>ventare sempre più invisibili, trascurandosil’apporto che chi si affaccia alla vita può dare alla comunità nel suoinsieme, confinandosi chi deve crescere in una sfera totalmente estraneaal mondo degli adulti, ignorandosi - e qui è il punto <strong>di</strong> congiunzionerispetto al tema più imme<strong>di</strong>ato <strong>del</strong>l’incontro <strong>di</strong> questa sera - che il minoreha <strong>di</strong>ritti e doveri non solo nei confronti <strong>del</strong>la sua famiglia, ma anche<strong>del</strong>l’intera società, che egli ha, cioè, <strong>di</strong>ritti sociali e <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.Giustamente, Alfredo Carlo Moro esprimeva <strong>di</strong> recente la preoccupazioneche <strong>per</strong> i citta<strong>di</strong>ni <strong>minorenni</strong> si possa ripetere ciò che, poco più <strong>di</strong> duesecoli fa, la Dichiarazione universale dei <strong>di</strong>ritti <strong>del</strong>l’uomo e <strong>del</strong> citta<strong>di</strong>no<strong>di</strong>ceva, <strong>di</strong>stinguendo tra citta<strong>di</strong>ni attivi e passivi, ai quali ultimi venivariconosciuto solo il <strong>di</strong>ritto alla protezione e non anche quello allapartecipazione. Se i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza valgono solo <strong>per</strong> alcuni e non<strong>per</strong> altri, si tra<strong>di</strong>sce la stessa idea <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, ra<strong>di</strong>cata su eguali<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> partecipazione <strong>per</strong> tutti, e si indebolisce la portata universale<strong>di</strong> questi <strong>di</strong>ritti, sicchè <strong>di</strong>venta attuale ed inquietante l’apologo <strong>di</strong> Musil,secondo cui, nella città <strong>di</strong> Cacania, tutti i citta<strong>di</strong>ni sono uguali <strong>di</strong> frontealla legge, ma non tutti sono citta<strong>di</strong>ni: ecco, ancora oggi viviamo in untempo nel quale non tutti sono citta<strong>di</strong>ni e certamente i minori non losono.Credo che l’anniversario, che annualmente sottolineiamo, <strong>del</strong>la Convenzione<strong>di</strong> New York, dovrebbe aiutarci a fare un passo ulteriore, innanzitutto<strong>per</strong> acquisire più ampia consapevolezza che i <strong>di</strong>ritti dei minori non sono39


40soltanto quelli relazionali e <strong>di</strong> <strong>per</strong>sonalità, ma anche i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.Tali <strong>di</strong>ritti non possono essere soltanto declamati. Dire, <strong>per</strong> esempio, cheun minore ha <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o è certamente una declamazione se questo<strong>di</strong>ritto comporti puramente e semplicemente l’accesso al sistema scolastico,quando poi la nostra scuola spesso emargina ed esclude piuttosto cheincludere, aggrava le <strong>di</strong>suguaglianze piuttosto che attenuarle.Allo stesso modo, <strong>di</strong>re che il minore ha <strong>di</strong>ritto alla salute e limitare gliinterventi <strong>di</strong> realizzazione e <strong>di</strong> sostegno <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>ritto ad interventiriparativi o curativi, invece che creare le con<strong>di</strong>zioni <strong>per</strong> quel benessere<strong>di</strong> cui parlava prima la dottoressa Ripoli, evidentemente è un modoeclatante <strong>di</strong> negare un <strong>di</strong>ritto che pure si pretende formalmente <strong>di</strong>affermare.Ancora, i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza dei ragazzi, spesso, sono ritagliati –anchequi soccorre un’affermazione <strong>di</strong> Moro- sui <strong>di</strong>ritti degli adulti in versionebonsai.I consigli comunali dei bambini e dei ragazzi possono essere una tipicaesemplificazione <strong>del</strong>la scimmiottatura paro<strong>di</strong>stica dei <strong>di</strong>ritti politici degliadulti, rie<strong>di</strong>ti in versione bonsai <strong>per</strong> i ragazzi, una specie <strong>di</strong> club <strong>di</strong>Topolino in versione aggiornata, estremamente <strong>per</strong>icolosa, forse anche<strong>per</strong> certi versi una es<strong>per</strong>ienza istruttiva, ma, al tempo stesso, certamenteriduttiva se vissuta in maniera pacificante, nel senso che ci convinciamo<strong>di</strong> aver risolto il problema <strong>per</strong>ché abbiamo fatto riunire un po’ <strong>di</strong> ragazzinell’aula <strong>del</strong> Consiglio Comunale ed abbiamo eletto il Sindaco dei ragazzi.L’altra considerazione che intendo proporre è che spesso i <strong>di</strong>ritti deiragazzi sono riempiti <strong>di</strong> contenuti suggeriti dagli adulti e quin<strong>di</strong>, in fondo,sono esigenze degli adulti camuffate da esigenze dei ragazzi.Vorrei fare un esempio, secondo me molto convincente, anche se non<strong>per</strong>tiene <strong>di</strong>rettamente ai <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza: i pedofili, <strong>per</strong> giustificareil loro comportamento, affermano talvolta la libertà sessuale dei ragazzi,cosìcchè prestano surrettiziamente ai ragazzi la giustificazione<strong>del</strong>l’affermazione <strong>di</strong> un loro preteso <strong>di</strong>ritto.Ora, <strong>per</strong> correggere tutto questo e dare concretezza ai <strong>di</strong>ritti in genere


e ai <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza in ispecie, <strong>di</strong>rei che, in primo luogo, si dovrebbesviluppare una maggiore integrazione solidale, quale conseguenza <strong>del</strong>lariconosciuta appartenenza dei ragazzi in modo pieno alla comunità.Faccio un ulteriore esempio <strong>per</strong> dare minore evanescenza a questa miaaffermazione: lo stesso <strong>di</strong>scorso che si fa sulle città amiche dei bambinirischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare leggermente retorico ed anche in qualche modomistificatorio quando magari ci si limita a riservare ai bambini uno spazio<strong>di</strong> verde in più. Ma non è soltanto questo il problema, quanto piuttostoquello <strong>di</strong> guardare all’ambiente non come ad una specie <strong>di</strong> scenografiasu cui poi può avvenire qualunque cosa, ma come a un contesto vitale erelazionale coerentemente attento a chi deve crescere. Magari si possonoanche creare i luoghi <strong>del</strong>le apparenti integrazioni, tipiche <strong>del</strong>le città,anche <strong>del</strong>la nostra, ma questa folla <strong>di</strong> ragazzi radunati intorno al GranCaffè mi dà l’impressione <strong>di</strong> una piccola icona <strong>del</strong> non luogo, in cui lagente non comunica, non si relaziona; c’è uno spazio <strong>per</strong> ritrovarsi, manon c’è una premessa <strong>di</strong> integrazione <strong>per</strong> comunicare, <strong>per</strong> stabilirerelazioni significative, da <strong>per</strong>sona a <strong>per</strong>sona, pelle pelle <strong>di</strong>rei, quellacomunicazione che manca ai nostri ragazzi, i quali vivono, appunto, lesolitu<strong>di</strong>ni affollate <strong>del</strong>le serate prefestive e festive <strong>del</strong>le nostre piccole,me<strong>di</strong>e e gran<strong>di</strong> città.E allora l’ambiente non è soltanto creare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scenario, maanche realizzare una profonda interconnessione con i rapporti fra gliuomini, che l’ambiente stesso deve promuovere e stimolare e non soltantoconsentire.Ciò dà sostanza ai <strong>di</strong>ritti dei ragazzi e cre<strong>di</strong>bilità ai nostri <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> adultisui loro <strong>di</strong>ritti sociali.Mi si potrebbe obiettare che tutto questo non c’entra con le cose <strong>di</strong> cuistiamo parlando stasera, ma siccome era stato detto tutto, io dovevo pur<strong>di</strong>re una cosa <strong>di</strong>versa……. Comunque, credo che, in qualche modo, una<strong>per</strong>tinenza ci sia, <strong>per</strong>ché questo <strong>di</strong>scorso pone la necessità <strong>di</strong> affrontareil tema <strong>del</strong>la rappresentanza dei ragazzi. Chi rappresenta oggi i ragazzi,soprattutto i più piccoli, quelli che non hanno voce, ma anche quelli che41


42la voce ce l’hanno, che non sono infanti nel senso letterale <strong>del</strong> termine,e tuttavia non hanno sufficiente visibilità o sufficiente capacità <strong>di</strong><strong>di</strong>scernimento <strong>per</strong> poter esprimere e manifestare autonomamente leproprie esigenze ed i propri bisogni, anche quei bisogni a cui l’or<strong>di</strong>namentoha dato co<strong>per</strong>tura giuri<strong>di</strong>ca in veste <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti?Credo che dobbiamo su<strong>per</strong>are un’idea ra<strong>di</strong>cata in modo piuttosto profondonella nostra cultura, cioè che i minori siano rappresentati sempre ecomunque da chi ne ha la rappresentanza legale, e cioè normalmente iloro genitori. Questo non è vero sempre, anzi talvolta <strong>di</strong>rei che èclamorosamente falso, <strong>per</strong>ché i casi <strong>di</strong> conflitto <strong>di</strong> interessi, oggi, tral’adulto, anche l’adulto genitore, e il proprio figlio, sono molto più <strong>di</strong>ffusi<strong>di</strong> quanto non appaia ufficialmente.Generalmente il nostro or<strong>di</strong>namento si occupa <strong>di</strong> intervenire nei conflitti<strong>di</strong> interesse solo quando essi <strong>per</strong>tengono a determinate questioni,soprattutto a problemi <strong>di</strong> natura patrimoniale, mentre c’è una specie <strong>di</strong>presunzione, secondo la quale il genitore, in quanto tale, è un buongenitore e quin<strong>di</strong> rappresenta adeguatamente le esigenze e i bisogni reali<strong>del</strong> figlio.Io mi chiedo <strong>per</strong>ò – e scusate se può sembrare un po’ moralistico quelloche <strong>di</strong>co – se siano buoni genitori, ad esempio, quelli che mandano ifigli alla trasmissione <strong>del</strong>la RAI <strong>del</strong> sabato sera abbinata alla Lotteria<strong>di</strong> Capodanno, lanciandoli come adulti bonsai nelle gare <strong>di</strong> danza incompetizione <strong>di</strong>retta con gli adulti, facendo loro affrontare anche unostress competitivo ed una sovraesposizione me<strong>di</strong>atica che, a mio giu<strong>di</strong>zio,è fortemente pregiu<strong>di</strong>zievole <strong>per</strong> chi deve crescere e deve acquisiregradualmente certe competenze. Non mi pare contestabile che queltipo <strong>di</strong> esibizione realizzi piuttosto l’interesse e la gratificazione <strong>del</strong>genitore, e degli adulti in genere, che l’interesse <strong>del</strong> bambino. Ma chiinterviene in un caso <strong>del</strong> genere? Quali sono gli strumenti <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong>protezione <strong>del</strong> minore in quel famoso sistema integrato <strong>di</strong> cuiopportunamente e giustamente il nostro moderatore parlava prima, unsistema che dovrebbe aver realizzato un reticolo <strong>di</strong> tutela giu<strong>di</strong>ziaria


e metagiu<strong>di</strong>ziaria, che <strong>per</strong>ò non scatta in presenza <strong>di</strong> determinaticomportamenti?Evidentemente allora, il sistema che abbiamo non è sufficiente. In questoPaese abbiamo avuto, <strong>per</strong> lunghissimi anni, un sistema <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>minore preminentemente affidato al versante giu<strong>di</strong>ziario, successivamenteintegrato con quello amministrativo, soprattutto <strong>del</strong>l’apparato dei servizi.Ma probabilmente, anzi certamente, il sistema integrato <strong>di</strong> questi duelivelli contigui <strong>di</strong> competenza non è più sufficiente, esso richiede altretipologie <strong>di</strong> interventi e altre figure: a mio giu<strong>di</strong>zio, esige un’Istituzione<strong>di</strong> garanzia.Quando abbiamo, assieme al dottor Strumendo, lungamente lavorato e<strong>di</strong>scusso su queste cose, soprattutto nei convegni ai Lincei, ci eravamoaugurati che la presente legislatura, prima <strong>del</strong>la sua conclusione, potessegiungere all’approvazione <strong>del</strong>la legge sul Garante, ma questo non èavvenuto e non avverrà nei pochi mesi che restano. Certo, l’es<strong>per</strong>ienzache hanno realizzato alcune Regioni italiane, ancora poche <strong>per</strong> la verità,e prima tra tutte la regione Veneto qui rappresentata dal suo PubblicoTutore <strong>del</strong>l’infanzia, è sicuramente un’es<strong>per</strong>ienza pilota, anche fortementeincoraggiante e <strong>di</strong>mostrativa <strong>di</strong> come la figura <strong>del</strong> garante non sia unaspecie <strong>di</strong> orpello coreografico <strong>per</strong> sod<strong>di</strong>sfare qualche ambizione, madavvero uno strumento <strong>di</strong> grande promozione e un fattore <strong>di</strong> cambiamento.Infatti, nella mia modesta opinione, la figura <strong>del</strong> Garante, prima che ognialtra cosa, è certamente una risorsa <strong>per</strong> il cambiamento <strong>del</strong>la cultura<strong>del</strong>l’infanzia e <strong>del</strong>l’adolescenza, nella misura in cui realizza, ad un livelloche non è giu<strong>di</strong>ziario ma che comunque è <strong>di</strong> grande autorevolezza, unsistema in<strong>di</strong>pendente ed autonomo <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong> garanzia <strong>del</strong>la posizione<strong>del</strong> minore, soprattutto con riguardo ai <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.Non voglio soffermarmi su ciò che il Testo Unificato <strong>del</strong> Senato <strong>di</strong>ce circale funzioni <strong>del</strong> Garante e su ciò che afferma, un po’ esortativamente,la Convenzione <strong>di</strong> Strasburgo all’articolo 12, <strong>per</strong>ché non voglio annoiarvi,ma desidero almeno riba<strong>di</strong>re che il Garante dovrà essere soprattutto coluiil quale renderà attuabili ed esigibili i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza <strong>del</strong> minore.43


44Sui <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> <strong>per</strong>sonalità, sui <strong>di</strong>ritti <strong>per</strong>tinenti alle relazioni familiari c’èla tutela giu<strong>di</strong>ziaria ed è bene che questa resti, <strong>per</strong>ché lì si tratta <strong>di</strong>intervenire sulle relazioni familiari e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> esercitare un interventomolto <strong>del</strong>icato ed invasivo, <strong>per</strong>ché lì si tratta <strong>di</strong> intervenire sul mondo<strong>del</strong>l’agire privato <strong>per</strong> eccellenza che è la famiglia, sicchè è giusto chetali interventi siano affidati ad un’autorità che, nello Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, èil massimo <strong>del</strong>la terzietà, cioè appunto all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria.Sul versante dei <strong>di</strong>ritti sociali e dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, invece, c’èun’area totalmente sco<strong>per</strong>ta, rispetto alla quale il Garante può svolgereuna funzione estremamente importante.Conclusivamente, voglio aggiungere che so benissimo qual è la <strong>di</strong>sputadal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>le possibili soluzioni normative ed istituzionali- seil Garante debba essere, cioè, una figura nazionale ovvero soltanto unafigura regionale, ovvero ancora l’una e l’altra insieme: sul punto, <strong>di</strong>cosoltanto che mi colloco nella posizione me<strong>di</strong>ana secondo la quale deveesserci un Garante nazionale e devono esserci i Garanti regionali, conuna Conferenza Nazionale che riunisca questi ultimi e, aggiungo, conuna Commissione consultiva, nella quale, <strong>per</strong>ché no?, ci sia anche unarappresentanza dei ragazzi: sarebbe un’occasione, <strong>per</strong> una volta, <strong>di</strong> farenon solo qualcosa <strong>per</strong> i ragazzi ma anche qualcosa con i ragazzi.


Renato CantoreRingraziamo il <strong>Presidente</strong> che ha toccato, alla sua fine <strong>del</strong> suo intervento,il tema, che mi pare fondamentale, dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, tra i qualiestremamente importante credo che sia quello a ricevere unacomunicazione giusta, ad essere protetto dalla comunicazione, anche senon i<strong>per</strong>protetto, <strong>per</strong>ché anche l’i<strong>per</strong>protezione può creare una serie <strong>di</strong>problemi.Io sorridevo quando il <strong>Presidente</strong> citava le trasmissioni televisive a cuipartecipano i bambini e io stesso ricordo con terrore quando, da bambino,venni chiamato dal Mago Zurlì sul palco <strong>per</strong> fare il cronometro;praticamente dovevo contare fino a <strong>di</strong>eci, ma non riuscivo a farlo e nonero un bambino cretino, ma ero un bambino in <strong>di</strong>fficoltà in quel momento,<strong>per</strong>ché chiamato a svolgere una funzione che non mi era propria.Un’altra immagine che ho è <strong>di</strong> un giornale che pubblicava le fotografie“bimbi belli”, <strong>per</strong> cui venivano a fotografarci in casa con la cornetta <strong>del</strong>telefono, forse <strong>per</strong>ché era lo strumento tecnologico più in voga in quelmomento, e dovevamo stare lì in posa <strong>per</strong> queste foto che poi venivanopubblicate sul giornale. Ebbene, era anche quella una piccola violenzae infatti, se lo ricordo ancora, è <strong>per</strong>ché evidentemente mi ha creatoqualche problema.Mi <strong>per</strong>donerete questa piccola invasione, ma era <strong>per</strong> introdurre l’intervento<strong>del</strong> professor Masullo, che si occupa professionalmente proprio <strong>di</strong> etica<strong>del</strong>la comunicazione.45

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!