6 ArteAnno XI n°55 - Novembre 2009 <strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>CAPPELLA GAVOTTI - DUOMO DI SAVONALe pitture <strong>di</strong> Flaminio Allegrini da Cantiano presenti nelle Cappelle della Cattedrale SavoneseNel numero <strong>di</strong> luglio si èiniziato il <strong>di</strong>scorsosulle opere dell’Allegriniche si possono ammirare ind u e C a p p e l l e d e l l aCattedrale Basilica <strong>di</strong>Savona.Da una nota presente in uno1scritto dello Strinatiappren<strong>di</strong>amo che a darnecommissione fu Gio-Stefano Gavotti (1575-1637), che, come afferma la2Lo<strong>di</strong> , è sepolto nellaCappella de<strong>di</strong>cata allaMadonna degli Angeli (laterza sulla destra), <strong>di</strong>giuspatronato dei MarchesiGavotti. Lo Strinati inoltre,in accordo con altri stu<strong>di</strong>osi,attribuisce la paternità degliaffreschi presenti nella Cappella –laquarta sulla sinistra– <strong>di</strong> N.S. dellaColonna, <strong>di</strong> cui le Dame dellafamiglia Gavotti molto spessopresiedettero la Consorzia e <strong>di</strong>quelli della Cappella Gavotti aFlaminio Allegrini da Cantiano,ponendo fine ad una <strong>di</strong>scussione chesi protraeva da tempo. Allo stessopittore sono da assegnare anche iquadri (due tavole ed una palad’altare su tela) che avrebberodovuto completare l’arredo dellastessa Cappella, finiti poi alConvento dei Cappuccini esostituiti, la tela ed una delle tavoleda opere <strong>di</strong> Giovanni Baglione el’altra tavola da una tela <strong>di</strong> GiovanniLanfranco, opere tutte <strong>di</strong> soggettoidentico a quello delle “<strong>di</strong>rottate”.La causa del “<strong>di</strong>rottamento” delletre opere è controversa:tra<strong>di</strong>zionalmente –ed ilCappella <strong>di</strong> N.S. della Colonna - SavonaFlaminio Allegrini: piccolo affresco sull’arco della Cappella3Torteroli sostiene taleversione– le tavole giunseroa Savona da Roma, doveerano state eseguite, in<strong>di</strong>mensioni maggiori <strong>di</strong>q u e l l e d e l l e c o r n i c imarmoree che avrebberodovuto accoglierle; secondoaltri, tra cui lo Strinati, letavole sarebbero stateinvece rifiutate per un fatto<strong>di</strong> gusto: il committente leavrebbe giu<strong>di</strong>cate banali e<strong>di</strong> stile sorpassato.Flaminio Allegrini dunque,nonostante a lungo, e daautori atten<strong>di</strong>bili, le pitture inquestione, quadri ed affreschi, sianostate considerate opera del figlio <strong>di</strong>Flaminio, Francesco: tesi questa4 5sostenuta dal Bal<strong>di</strong>nucci , dal Ratti ,e dallo stesso Torteroli. Venne fattaconfusione anche riguardo al luogo<strong>di</strong> origine degli Allegrini: Francescoè spesso citato come “Francesco daGubbio”, perché il paese natale deidue, Cantiano in provincia <strong>di</strong>Pesaro, ha sempre fatto parte dellaDiocesi della vicina –e più famosa–Gubbio. Nella Cappella GavottiFlaminio Allegrini <strong>di</strong>pinse la volta,con San Michele Arcangelo chetrafigge il Demonio e la caduta degliAngeli ribelli; nel sottarcorappresentò il Trionfo della Croce edue Angeli reggicartiglio <strong>di</strong> cui ilTorteroli ammirò la prospettiva “pelsotto in su”.Nelle due fasce che sulla voltaaffiancano, da parti opposte, ilgrande affresco con San Michele,raffigurò otto Virtù: Prudenza,Costanza, Giustizia, Fortezza, Fede,Speranza, Carità e Fiducia in Dio,che spiccano su uno splendente1. Strinati Clau<strong>di</strong>o: “Giovanni Baglione nellaCappella Gavotti nel Duomo <strong>di</strong> Savona”,estratto da “Atti e Memorie della SocietàSavonese <strong>di</strong> Storia Patria”, vol. XII - 1978,nota a pag. 28.2. Lo<strong>di</strong> Letizia: “La Cappella Gavotti delDuomo <strong>di</strong> Savona”, articolo tratto da“Risorse” anno VIII Fascicolo I/2 (pagine da 1a 13).3. Torteroli P. Tommaso, Savonese:“Monumenti <strong>di</strong> Pittura, Scultura e Architetturadella Città <strong>di</strong> Savona”, <strong>di</strong>spensa 15 - Savona1851 - presso Giacomo Prudente Librajo -E<strong>di</strong>tore.4. Bal<strong>di</strong>nucci Filippo, Fiorentino,Accademico della Crusca: “Notizie de’Professori del Disegno da Cimabue in qua -Secolo V dal 1610. al 1670. Distinto inDecennali - Opera postuma”. Firenze,MDCCXXVIII, nella Stamperia <strong>di</strong> S.A.R. Perli Tortini, e Franchi. Con Licenza de’Superiori.5. Ratti Carlo Giuseppe, Pittore e Socio delleAccademie Ligustica, e Parmense. Incontinuazione dell’opera <strong>di</strong> Raffaello Soprani:“Delle Vite de’ Pittori, Scultori ed ArchitettiGenovesi” - Tomo Secondo - GenovaMDCCLXIX - Nella Stamperia Casamaradalle Cinque Lampa<strong>di</strong>. Con Licenza de’Superiori - A spese d’ Ivone Granier Libraro.
<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>fondo oro.All’esterno, sulla lunetta dell’arco,venne da lui affrescato lo stemmadella famiglia Gavotti, che compareanche, scolpito nel marmo sopra leporte laterali della Cappella; ai latidello stemma l’Allegrini pose duefigure femminili, allegorie <strong>di</strong> altredue Virtù: a sinistra guardando laPurezza (il Torteroli <strong>di</strong>ce “Purità”),in can<strong>di</strong>da veste e con dei gigli inuna mano ed una bianca colombanell’altra; a destra la Vigilanza cheha fra le mani uno strano oggetto,forse un portalume, che peròassomiglia ad una gabbietta peruccellini.Geniale, a mio parere, la trovatadell’Allegrini, che crea un insolitomotivo decorativo per contornareAnno XI n°55 - Novembre 2009l’affresco più grande: il pittorescompone lo stemma gentilizio deiGavotti, e ne alterna ripetitivamentele due parti –la scacchiera bicolore el’aquila aral<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Savona– con unrisultato che, oltre ad essereArted’effetto, poteva apparire come uninsolito “attestato <strong>di</strong> proprietà”, edanche come una “pubblicità” allafamiglia che gli aveva dato lavoro.7Nicola StefanelliTre sono i punti <strong>di</strong> vista da cui ilPittore savonese Pietro DePaoli sonda la realtà, per ricrearlanei suoi oli su tela, negli acquerelli,negli affreschi e nelle ceramiche.Sono appunto queste le tecniche <strong>di</strong>cui De Paoli si avvale per le proprieopere. Tecniche tra loro <strong>di</strong>verse,mentre uguale è l’abilità figurativacon cui l’artista, che ha fatto dellasua terra l’epicentro del propriooperare, dà corpo alle forme,lasciando guidare il suo gesto da unaforte partecipazione emotiva.In prima istanza, il Nostro, dopoaver focalizzato, sia come matrice <strong>di</strong>identità, sia come contesto fisico,l’amata marina <strong>di</strong> Porto Vado, lasottrae al <strong>di</strong>namismo del tempo perfarla esistere in una sua staticitàatemporale dove il faro, le navi, lebarche, gli attrezzi marinari, purnella loro consueta quoti<strong>di</strong>anità, viappaiono immersi in quellaparticolare atmosfera poetica che nerende suggestiva l’immagine. Nelmirino sono i pescatori intenti aipreparativi per il loro lavoro, ivecchi capannoni lungo la darsena,le barche tratte in secca sulla rena, ecerti oggetti, come le reti per lapesca e i teli per la copertura deibarconi, su cui viene richiamatal’attenzione me<strong>di</strong>ante un contrastocromatico. È grazie a questo toccoaccattivante che il Pittore fa <strong>di</strong>questi oggetti parte viva dellascenografia. Dal litorale ligure, loLA PITTURA DI PIETRO DE PAOLIsguardo dell’artista si sposta poi aipaesaggi dell’entroterra e quifocalizza gruppi <strong>di</strong> case, selciati <strong>di</strong>piazze, sagrati <strong>di</strong> chiese. Nel dettatodelle forme, le immagini acquistanouna valenza vissuta che induce lospettatore a entrare nello spiritodell’opera. Raffinato vi è il gusto delcreare atmosfere pacate dovepredominano le tonalità addolcitedelle terre d’ombra e dei bruni <strong>di</strong>seppia, e dove, accanto alla capacetecnica esecutiva, si avverte unasensibilità gestuale carica d’amoreper la propria terra.Ma la ricerca artistica <strong>di</strong> Pietro DePaoli va oltre, poiché il suo sguardo,come ulteriore punto <strong>di</strong> vista, sivolge a considerare, con appassionatointeresse, i volti e le figureumane. Sono volti intensi <strong>di</strong> vecchipescatori quelli che egli ritrae e <strong>di</strong>cui scava i tratti fino a svelarne lastoria. Così come intriganti sono lefigure a cui l’artista dà vita.Nell’incontro con questi volti equeste figure egli, alla creatività delsegno, amalgama la propriacapacità <strong>di</strong> penetrazione psicologica.Se nelle fisionomie dei suoistraor<strong>di</strong>nari “vecchi” si legge il loropassato, nella figura della giovanedonna del quadro “L’attesa”,l’estatica tensione del volto, loslancio del corpo, l’atmosfera in cuiè avvolta la stanza appena soffusa dauna vaga luminosità che dà risalto alcandore delle membra, rendonopercettibile l’aspettativa dell’incontrocon l’amato.Attraverso la pittura De Paolielabora dunque uno svolgimento <strong>di</strong>tipo narrativo, le cui trame, <strong>di</strong>panateme<strong>di</strong>ante la scansione segnica dellepennellate e l’accurata ricercatonale, sanciscono la sua capacità <strong>di</strong>esprimere figurativamente, confinezza psicologia e stilistica, nonsolo l’interiorità dei personaggi mafinanche quella dei paesaggi. Cosìnel <strong>di</strong>pinto: “Prima del temporale”,accade <strong>di</strong> assistere in anteprimaall’acquazzone che <strong>di</strong> lì a poco siscatenerà sulla quieta natura; inquello: “Via del Reclusorio”, entranel respiro un senso <strong>di</strong> peso per lecolpe e i castighi. E così ancora ne:“La casa del fico”, l’albero protendei suoi rami attorno alla casacolonica, come a salvaguardarne labeata solitu<strong>di</strong>ne.Nelle opere del Pittore savonesenulla vi è <strong>di</strong> scontato, poiché ognifigura, da oggetto quoti<strong>di</strong>ano, vienetrasformata in un soggetto <strong>di</strong>particolare fascinazione, ognipersona, in un personaggio.Romantica ispirazione è quella <strong>di</strong>Pietro de Paoli. In essa, poesia e vitasi fondono, mutando i luoghi e ivolti in altrettanti archetipi densi deisignificati <strong>di</strong> cui li dota l’autenticaforza creativa del Nostro, tipicadegli artisti <strong>di</strong> grande tempra.Franca Maria Ferraris