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cappella gavotti - duomo di savona - Villa Cambiaso

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11<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong> Anno XI n°55 - Novembre 2009A.LP.città, nelle quale assistetti ad unasparatoria proprio vicino al Palazzodelle poste. Lo zio mi <strong>di</strong>sse cheerano fatti quasi normali, bisognavasolo stare lontani da quei posti (CasaRosada e Palacio del Gobierno).Fortunatamente sia la nave chel’equipaggio, non ebbe alcun danno.Dopo sei mesi, da Curaçao,partimmo per il nord Europa equin<strong>di</strong> per l’Italia, a Castellamare <strong>di</strong>Stabia, dove sbarcai dopo <strong>di</strong>eci mesi<strong>di</strong> permanenza a bordo, durante iquali mi abituai a sopportare il mal<strong>di</strong> mare. Allora i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> imbarcoerano <strong>di</strong> un anno o <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto mesi.Ricordo ancora oggi le persone conANle quali passai quei mesi, personeche rincontrai nei successiviimbarchi e con le quali continuai anavigare fino a quando, dopo <strong>di</strong>ecianni, cambiai Compagnia. Furonoanni in<strong>di</strong>menticabili, durante i qualiimparai molte cose relative alla vitaed alla professione, sia dai Direttori<strong>di</strong> Macchina che dai Comandanti,dagli altri ufficiali, fino ai motoristi,caporali, fuochisti, ingrassatori ecarbonai, nostromi, tankisti emarinai con cui ebbi occasione e lafortuna <strong>di</strong> navigare.Rimasi a casa un mese e poinuovamente in mare fino al 1972,anno in cui entrai nel RegistroItaliano Navale, meta che mi eroprefissato fin da ragazzo.La prossima puntata, probabilmentecercherò <strong>di</strong> raccontarvi la mia primavolta da Direttore <strong>di</strong> Macchina el’abbandono del mare comemarittimo, pur rimanendo incontatto con le navi ed i loroequipaggi.Con queste memorie spero <strong>di</strong> averinvogliato qualche nostro associatoa comunicare le proprie esperienzematurate solcando quel liquidoazzurro che circonda il mondo!Il mare!C.D.M. Luigi GravanoGLI APPRODI DELLA S/S “NEVADA”Imbarco da allievo ufficiale verso l’Africa Equatoriale quando non c’era ancora il GPSccingendomi a scrivere questoepiso<strong>di</strong>o avvenuto durante ilmio imbarco da allievo ufficialesulla S/s “Nevada”, mi rendo contoche oggi, nell’era della navigazionee delle comunicazioni satellitari, lasituazione descritta assume laconnotazione <strong>di</strong> un repertopreistorico. Eppure da allora sonotrascorsi “soltanto” quarantatrèanni, un intervallo <strong>di</strong> tempo do<strong>di</strong>civolte inferiore a quello che <strong>di</strong>vide iviaggi <strong>di</strong> Cristoforo Colombo daigiorni nostri.egli anni sessanta i porti–intesi come struttureopportunamente segnalate e dotate<strong>di</strong> <strong>di</strong>ga foranea, banchine, gru, bitted’ormeggio– dell’Africa equatorialeoccidentale si contavano sullapunta delle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano. Duemani erano sufficienti per contaregli altri accosti più o menoaffidabili, attrezzati alla menopeggio con almeno un pontile inferro o in cemento armato e legno.Infine, lungo le coste delle excolonie francesi, c’era un numeroimprecisato <strong>di</strong> appro<strong>di</strong> per il carico<strong>di</strong> legname pregiato: mogano, tek,palissandro.Quelle sperdute riviere avevano incomune quattro caratteristiche: unfondale adatto all’ancoraggioabbastanza vicino alla riva, la foce<strong>di</strong> un fiume (sconosciuto), l’assenza<strong>di</strong> centri abitati o <strong>di</strong> qualsiasi altropunto <strong>di</strong> riferimento nel raggio <strong>di</strong>decine <strong>di</strong> miglia e l’assolutamancanza <strong>di</strong> localizzazione sullecarte nautiche. La loro posizione erain<strong>di</strong>cata sugli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> carico,frequentemente ricevuti via ra<strong>di</strong>o incorso <strong>di</strong> navigazione. Così potevacapitare alla S/s “Nevada” <strong>di</strong> farerotta su un una località situata “a 29miglia da Cap Tabou in <strong>di</strong>rezioneSassandra”, oppure su un punto <strong>di</strong>cui venivano fornite la latitu<strong>di</strong>ne e lalongitu<strong>di</strong>ne, e pochissime altrein<strong>di</strong>cazioni. Effettivamente nonc’era molto da <strong>di</strong>re: per centinaia <strong>di</strong>miglia soltanto pochi remotivillaggi <strong>di</strong> pescatori (una mezzadozzina <strong>di</strong> capanne con il tetto <strong>di</strong>rami <strong>di</strong> palma, gran<strong>di</strong> piroghe<strong>di</strong>pinte con colori sgargianti,bambini saltabeccanti sullaspiaggia, festoni <strong>di</strong> pesci appesi aessiccare) e le foci <strong>di</strong> alcuni fiumi,identiche tra loro come fotocopie,interrompevano la monotonamuraglia della foresta tropicale chesi spingeva fino alla piatta costasabbiosa. Per l’ancoraggio sidovevano seguire le in<strong>di</strong>cazioni del“pratico” locale, che quasi sempre

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