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cappella gavotti - duomo di savona - Villa Cambiaso

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<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>sorprende.La facciata, così tutta modulata efusa nei colori, ocra, delle terre,nella gamma dei bruni, è stataoggetto <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>verse metodologie<strong>di</strong> restauro molto complesse finoalle velature a calce. E tra le duefinestre del primo piano, ecco lameri<strong>di</strong>ana: l’amata, tanto attesadalla sottoscritta, ora è lì; laseconda, per la nostra piazza, dopoquella che feci rivivere nel 1986 peri l 4 5 0 ° a n n i v e r s a r i o d e l-l’Apparizione, sul lato fiume delpalazzo dell’Ospizio.Col generoso contributo del Rotary<strong>di</strong> Savona, atteso da anni confiducia, il socio rotariano prof.Lorenzo Basano ha compiuto glistu<strong>di</strong> gnomonici, e ha <strong>di</strong>rettol’attuazione fino al collaudo del suoperfetto funzionamento. E laimprevista, impreve<strong>di</strong>bile, presenza<strong>di</strong> due putti tra le linee orarie delpomeriggio raddoppia intrigantementela nostra sorpresa!Anno XI n°55 - Novembre 2009L’altra parete allungata dell’e<strong>di</strong>ficio<strong>di</strong> collegamento con la moledell’Ospizio si presenta <strong>di</strong>fferenziatanei toni generali meno accesi e neiparticolari assai <strong>di</strong>versi rispetto allafacciata Tursi: il cornicione a forteaggetto, la cornice marcapiano delsecondo piano e quella marcadavanzaledel primo, i timpani triangolaridelle alte finestre, la lunga fasciaRestauro - Arteorizzontale continua a ricciolialternati… tutto è sorpresa ancorasognata e attesa non prevista, orarealizzata.E infine: alzando più su gli occhi, alfastigio sullo spigolo, la piccolastanza aggiunta con l’orologio. Io loricordo funzionante e ho semprevoluto il suo ripristino.Il 3 luglio 2009, Lui è tornato, con lelancette rilucenti, bello tra duefestoni pendenti e nastri e riccioli, intrompe-l’oeil, e proprio come me loricordavo con la ricompostastruttura portante della campanella(che non c’è, per sicurezza) e con laban<strong>di</strong>erina in ferro sventolantecontro il cielo azzurro.La meri<strong>di</strong>ana e l’orologio: due sogni<strong>di</strong>venuti realtà (due altri “miracoli”per me? sì, per me)…E segnino, per la piazza e per lavalle, Horas nisi serenas, con laprotezione della nostra Madonna.5Flavia FolcoUNA SERATA CON MARIO ROSSELLOSabato 24 ottobre 2009 alle ore21 presso le Ceramiche SanGiorgio avrà luogo “Una serata conMario Rossello” a cura dell’AssociazioneCulturale ArteDOC, con il patrocinio del Comune<strong>di</strong> Albisola Marina e del Comune <strong>di</strong>Albisola Superiore. L’evento,<strong>di</strong>ventato un appuntamento fisso permolti appassionati d’arte, collezionistie critici che una volta all’annosi riuniscono tra le mura dellafornace albisolese, vuole rendereomaggio a un grande protagonistache ha lavorato nella manifattura <strong>di</strong>Giovanni Poggi. Quest’annol’incontro culturale è de<strong>di</strong>cato aMario Rossello che ha esor<strong>di</strong>to nel1956 con una personale alla Galleriadel Cavallino <strong>di</strong> Venezia, <strong>di</strong>retta daCarlo Cardazzo, compagno <strong>di</strong>Milena Milani e che già giovanissimosi era inserito nel gruppo <strong>di</strong>avanguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Albisola frequentandotra l’altro Tullio d’Albisola,Lucio Fontana e Agenore Fabbri. Aricordarlo saranno in molti tra cui lascrittrice Milena Milani, che havissuto il periodo aureo del paesedei vasai dove ha conosciutoRossello. Così afferma: «Le sueavventure creative sono un raccontodrammatico e avvincente cheognuno ha davanti agli occhi, in cuil’artista mette se stesso in primopiano in modo provocatorioaffinché il territorio possa ritornarealla purezza delle origini, senzaessere involgarito o contaminato».Interverranno poi Gino Rossello,fratello dell’artista, che fornirà lasua testimonianza sul pittore el’uomo. Il critico Franco DanteTiglio porrà l’accento sulleprincipali tematiche pittoricheaffrontate nell’universo <strong>di</strong> Rossello.Giovanni Poggi ha detto: «QuandoMario arrivava alla San Giorgiol’atmosfera si caricava <strong>di</strong> adrenalina.Tra le numerose opere da luirealizzate mi piacciono i gran<strong>di</strong>pannelli in ceramica intitolati “Lequattro stagioni” che si trovanonell’Ospedale San Paolo <strong>di</strong> Savona.Era anche piacevole osservarlomentre <strong>di</strong>pingeva gli alberi, uno deisoggetti pre<strong>di</strong>letti amati anche datutti noi». La serata sarà coor<strong>di</strong>natada Simona Poggi la quale ha<strong>di</strong>chiarato: «È davvero un grandepiacere de<strong>di</strong>care questo evento aMario Rossello. L’ho conosciutonegli anni Ottanta, mi chiedevasempre dei miei stu<strong>di</strong>, come andavoa scuola e mi <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> impararel’inglese e <strong>di</strong> usare il computerperché sarebbero state materiemolto utili. Rimanevo incantataquando lo vedevo <strong>di</strong>pingere,apprezzavo in modo particolare isuoi alberi mossi dal vento con lechiome fluttuanti che erano per memolto poetici». Alla manifestazionesaranno presenti anche i sindaci <strong>di</strong>Albisola Mare e <strong>di</strong> AlbisolaSuperiore con i loro Assessori allaCultura e Roberto Giannotti,responsabile della comunicazionedel Comune <strong>di</strong> Savona. E poi gliattori Franca Nuti e Gian CarloDettori, da sempre amici eammiratori dell’artista.Simona Poggi


6 ArteAnno XI n°55 - Novembre 2009 <strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>CAPPELLA GAVOTTI - DUOMO DI SAVONALe pitture <strong>di</strong> Flaminio Allegrini da Cantiano presenti nelle Cappelle della Cattedrale SavoneseNel numero <strong>di</strong> luglio si èiniziato il <strong>di</strong>scorsosulle opere dell’Allegriniche si possono ammirare ind u e C a p p e l l e d e l l aCattedrale Basilica <strong>di</strong>Savona.Da una nota presente in uno1scritto dello Strinatiappren<strong>di</strong>amo che a darnecommissione fu Gio-Stefano Gavotti (1575-1637), che, come afferma la2Lo<strong>di</strong> , è sepolto nellaCappella de<strong>di</strong>cata allaMadonna degli Angeli (laterza sulla destra), <strong>di</strong>giuspatronato dei MarchesiGavotti. Lo Strinati inoltre,in accordo con altri stu<strong>di</strong>osi,attribuisce la paternità degliaffreschi presenti nella Cappella –laquarta sulla sinistra– <strong>di</strong> N.S. dellaColonna, <strong>di</strong> cui le Dame dellafamiglia Gavotti molto spessopresiedettero la Consorzia e <strong>di</strong>quelli della Cappella Gavotti aFlaminio Allegrini da Cantiano,ponendo fine ad una <strong>di</strong>scussione chesi protraeva da tempo. Allo stessopittore sono da assegnare anche iquadri (due tavole ed una palad’altare su tela) che avrebberodovuto completare l’arredo dellastessa Cappella, finiti poi alConvento dei Cappuccini esostituiti, la tela ed una delle tavoleda opere <strong>di</strong> Giovanni Baglione el’altra tavola da una tela <strong>di</strong> GiovanniLanfranco, opere tutte <strong>di</strong> soggettoidentico a quello delle “<strong>di</strong>rottate”.La causa del “<strong>di</strong>rottamento” delletre opere è controversa:tra<strong>di</strong>zionalmente –ed ilCappella <strong>di</strong> N.S. della Colonna - SavonaFlaminio Allegrini: piccolo affresco sull’arco della Cappella3Torteroli sostiene taleversione– le tavole giunseroa Savona da Roma, doveerano state eseguite, in<strong>di</strong>mensioni maggiori <strong>di</strong>q u e l l e d e l l e c o r n i c imarmoree che avrebberodovuto accoglierle; secondoaltri, tra cui lo Strinati, letavole sarebbero stateinvece rifiutate per un fatto<strong>di</strong> gusto: il committente leavrebbe giu<strong>di</strong>cate banali e<strong>di</strong> stile sorpassato.Flaminio Allegrini dunque,nonostante a lungo, e daautori atten<strong>di</strong>bili, le pitture inquestione, quadri ed affreschi, sianostate considerate opera del figlio <strong>di</strong>Flaminio, Francesco: tesi questa4 5sostenuta dal Bal<strong>di</strong>nucci , dal Ratti ,e dallo stesso Torteroli. Venne fattaconfusione anche riguardo al luogo<strong>di</strong> origine degli Allegrini: Francescoè spesso citato come “Francesco daGubbio”, perché il paese natale deidue, Cantiano in provincia <strong>di</strong>Pesaro, ha sempre fatto parte dellaDiocesi della vicina –e più famosa–Gubbio. Nella Cappella GavottiFlaminio Allegrini <strong>di</strong>pinse la volta,con San Michele Arcangelo chetrafigge il Demonio e la caduta degliAngeli ribelli; nel sottarcorappresentò il Trionfo della Croce edue Angeli reggicartiglio <strong>di</strong> cui ilTorteroli ammirò la prospettiva “pelsotto in su”.Nelle due fasce che sulla voltaaffiancano, da parti opposte, ilgrande affresco con San Michele,raffigurò otto Virtù: Prudenza,Costanza, Giustizia, Fortezza, Fede,Speranza, Carità e Fiducia in Dio,che spiccano su uno splendente1. Strinati Clau<strong>di</strong>o: “Giovanni Baglione nellaCappella Gavotti nel Duomo <strong>di</strong> Savona”,estratto da “Atti e Memorie della SocietàSavonese <strong>di</strong> Storia Patria”, vol. XII - 1978,nota a pag. 28.2. Lo<strong>di</strong> Letizia: “La Cappella Gavotti delDuomo <strong>di</strong> Savona”, articolo tratto da“Risorse” anno VIII Fascicolo I/2 (pagine da 1a 13).3. Torteroli P. Tommaso, Savonese:“Monumenti <strong>di</strong> Pittura, Scultura e Architetturadella Città <strong>di</strong> Savona”, <strong>di</strong>spensa 15 - Savona1851 - presso Giacomo Prudente Librajo -E<strong>di</strong>tore.4. Bal<strong>di</strong>nucci Filippo, Fiorentino,Accademico della Crusca: “Notizie de’Professori del Disegno da Cimabue in qua -Secolo V dal 1610. al 1670. Distinto inDecennali - Opera postuma”. Firenze,MDCCXXVIII, nella Stamperia <strong>di</strong> S.A.R. Perli Tortini, e Franchi. Con Licenza de’Superiori.5. Ratti Carlo Giuseppe, Pittore e Socio delleAccademie Ligustica, e Parmense. Incontinuazione dell’opera <strong>di</strong> Raffaello Soprani:“Delle Vite de’ Pittori, Scultori ed ArchitettiGenovesi” - Tomo Secondo - GenovaMDCCLXIX - Nella Stamperia Casamaradalle Cinque Lampa<strong>di</strong>. Con Licenza de’Superiori - A spese d’ Ivone Granier Libraro.


<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>fondo oro.All’esterno, sulla lunetta dell’arco,venne da lui affrescato lo stemmadella famiglia Gavotti, che compareanche, scolpito nel marmo sopra leporte laterali della Cappella; ai latidello stemma l’Allegrini pose duefigure femminili, allegorie <strong>di</strong> altredue Virtù: a sinistra guardando laPurezza (il Torteroli <strong>di</strong>ce “Purità”),in can<strong>di</strong>da veste e con dei gigli inuna mano ed una bianca colombanell’altra; a destra la Vigilanza cheha fra le mani uno strano oggetto,forse un portalume, che peròassomiglia ad una gabbietta peruccellini.Geniale, a mio parere, la trovatadell’Allegrini, che crea un insolitomotivo decorativo per contornareAnno XI n°55 - Novembre 2009l’affresco più grande: il pittorescompone lo stemma gentilizio deiGavotti, e ne alterna ripetitivamentele due parti –la scacchiera bicolore el’aquila aral<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Savona– con unrisultato che, oltre ad essereArted’effetto, poteva apparire come uninsolito “attestato <strong>di</strong> proprietà”, edanche come una “pubblicità” allafamiglia che gli aveva dato lavoro.7Nicola StefanelliTre sono i punti <strong>di</strong> vista da cui ilPittore savonese Pietro DePaoli sonda la realtà, per ricrearlanei suoi oli su tela, negli acquerelli,negli affreschi e nelle ceramiche.Sono appunto queste le tecniche <strong>di</strong>cui De Paoli si avvale per le proprieopere. Tecniche tra loro <strong>di</strong>verse,mentre uguale è l’abilità figurativacon cui l’artista, che ha fatto dellasua terra l’epicentro del propriooperare, dà corpo alle forme,lasciando guidare il suo gesto da unaforte partecipazione emotiva.In prima istanza, il Nostro, dopoaver focalizzato, sia come matrice <strong>di</strong>identità, sia come contesto fisico,l’amata marina <strong>di</strong> Porto Vado, lasottrae al <strong>di</strong>namismo del tempo perfarla esistere in una sua staticitàatemporale dove il faro, le navi, lebarche, gli attrezzi marinari, purnella loro consueta quoti<strong>di</strong>anità, viappaiono immersi in quellaparticolare atmosfera poetica che nerende suggestiva l’immagine. Nelmirino sono i pescatori intenti aipreparativi per il loro lavoro, ivecchi capannoni lungo la darsena,le barche tratte in secca sulla rena, ecerti oggetti, come le reti per lapesca e i teli per la copertura deibarconi, su cui viene richiamatal’attenzione me<strong>di</strong>ante un contrastocromatico. È grazie a questo toccoaccattivante che il Pittore fa <strong>di</strong>questi oggetti parte viva dellascenografia. Dal litorale ligure, loLA PITTURA DI PIETRO DE PAOLIsguardo dell’artista si sposta poi aipaesaggi dell’entroterra e quifocalizza gruppi <strong>di</strong> case, selciati <strong>di</strong>piazze, sagrati <strong>di</strong> chiese. Nel dettatodelle forme, le immagini acquistanouna valenza vissuta che induce lospettatore a entrare nello spiritodell’opera. Raffinato vi è il gusto delcreare atmosfere pacate dovepredominano le tonalità addolcitedelle terre d’ombra e dei bruni <strong>di</strong>seppia, e dove, accanto alla capacetecnica esecutiva, si avverte unasensibilità gestuale carica d’amoreper la propria terra.Ma la ricerca artistica <strong>di</strong> Pietro DePaoli va oltre, poiché il suo sguardo,come ulteriore punto <strong>di</strong> vista, sivolge a considerare, con appassionatointeresse, i volti e le figureumane. Sono volti intensi <strong>di</strong> vecchipescatori quelli che egli ritrae e <strong>di</strong>cui scava i tratti fino a svelarne lastoria. Così come intriganti sono lefigure a cui l’artista dà vita.Nell’incontro con questi volti equeste figure egli, alla creatività delsegno, amalgama la propriacapacità <strong>di</strong> penetrazione psicologica.Se nelle fisionomie dei suoistraor<strong>di</strong>nari “vecchi” si legge il loropassato, nella figura della giovanedonna del quadro “L’attesa”,l’estatica tensione del volto, loslancio del corpo, l’atmosfera in cuiè avvolta la stanza appena soffusa dauna vaga luminosità che dà risalto alcandore delle membra, rendonopercettibile l’aspettativa dell’incontrocon l’amato.Attraverso la pittura De Paolielabora dunque uno svolgimento <strong>di</strong>tipo narrativo, le cui trame, <strong>di</strong>panateme<strong>di</strong>ante la scansione segnica dellepennellate e l’accurata ricercatonale, sanciscono la sua capacità <strong>di</strong>esprimere figurativamente, confinezza psicologia e stilistica, nonsolo l’interiorità dei personaggi mafinanche quella dei paesaggi. Cosìnel <strong>di</strong>pinto: “Prima del temporale”,accade <strong>di</strong> assistere in anteprimaall’acquazzone che <strong>di</strong> lì a poco siscatenerà sulla quieta natura; inquello: “Via del Reclusorio”, entranel respiro un senso <strong>di</strong> peso per lecolpe e i castighi. E così ancora ne:“La casa del fico”, l’albero protendei suoi rami attorno alla casacolonica, come a salvaguardarne labeata solitu<strong>di</strong>ne.Nelle opere del Pittore savonesenulla vi è <strong>di</strong> scontato, poiché ognifigura, da oggetto quoti<strong>di</strong>ano, vienetrasformata in un soggetto <strong>di</strong>particolare fascinazione, ognipersona, in un personaggio.Romantica ispirazione è quella <strong>di</strong>Pietro de Paoli. In essa, poesia e vitasi fondono, mutando i luoghi e ivolti in altrettanti archetipi densi deisignificati <strong>di</strong> cui li dota l’autenticaforza creativa del Nostro, tipicadegli artisti <strong>di</strong> grande tempra.Franca Maria Ferraris


8 Personaggi Anno XI n°55 - Novembre 2009 <strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>PERTINIIn quella vecchia soffitta a Stella ho salvato dalla <strong>di</strong>struzione un pezzo della “memoria” del PresidenteMi sono guadagnato da vivere allegro e festante allo Sta<strong>di</strong>o, in momento della sua vita riconducibileal periodo <strong>di</strong> cui ci si è occupati, afacendo i lavori più strani, occasione della vittoria italiana nelquasi tutti inseribili nella categoria<strong>di</strong> quelli che oggi vengono definiti“i lavori che gli Italiani nonvogliono più fare”, espressione concui si giustifica la presenza nelnostro Paese <strong>di</strong> molta gente cheviene da altri luoghi, e spesso nonper lavorare.In molte occasioni mi sonooccupato dello “sbarazzamento” <strong>di</strong>cantine, soffitte, appartamentiinteri, sempre su richiesta deilegittimi proprietari; questa attivitàmi ha portato a scoprire che moltagente paga per gettar via non solocose che potrebbero benissimo esserriutilizzate, ma anche veri e propricimeli, rarità, a volte pezzi damuseo: ho così iniziato a salvaredalla <strong>di</strong>struzione e dall’oblio tuttoquello che mi sembrava essernedegno: vecchi libri, scartoffie,documenti, atti notarili, <strong>di</strong>stintivimilitari e decorazioni al valore,apparecchi ra<strong>di</strong>o, attrezzi agricoliandati in <strong>di</strong>suso e così via. Colpassare del tempo la cosa ha assuntoaspetti preoccupanti, perché sonoarrivato a viverla quasi come unamissione. Uno dei “salvataggi” chegiu<strong>di</strong>co più interessanti l’ho fattonel Comune <strong>di</strong> Stella, molto tempofa. Sandro Pertini è ormai entratonella <strong>di</strong>mensione dell’infinito edella Storia: su <strong>di</strong> lui è già stato dettotutto il possibile, e l’iconografiarelativa alla sua persona è vasta ericorrente: ad ogni celebrazionedella sua memoria lo rive<strong>di</strong>amo aNizza, fuoruscito col secchio damuratore, a Piazzale Loreto mentrearringa la folla, insolitamenteCampionato del Mondo <strong>di</strong> calcio, esull’aereo mentre gioca a carte conl ’ a l l e n a t o r e d e i v i n c i t o r i .Solitamente austero, severo, quasirustico, tanto da far affermare aqualcuno che avesse un bruttocarattere, accusa a cui qualcun altro–mi pare Montanelli– ribattè cheaveva un brutto carattere perché eraun uomo <strong>di</strong> carattere; si potrebbeaggiungere <strong>di</strong> carattere tipicamenteligure. Quel giorno <strong>di</strong> tanti anni fa,in quella vecchia soffitta a Stella, hosalvato dalla <strong>di</strong>struzione un pezzodella “memoria” del PresidentePertini, la testimonianza <strong>di</strong> unmio parere, <strong>di</strong> meno: la sua infanzia.Fra le carte affidatemi per esserportate al macero ho trovato ilricor<strong>di</strong>no della Prima Comunione <strong>di</strong>Alessandro Pertini, che al Sacramentosi accostò il 14 Aprile1907, assieme al fratello Eugenio.Piccolo “santino” <strong>di</strong> carta dai bor<strong>di</strong>frastagliati, <strong>di</strong> una tipologia chem a g n i f i c a m e n t e i d e n t i f i c aun’epoca, fragile oggetto che haperò il magico potere <strong>di</strong> farci sentirepiù vicina e familiare, più “comune”la figura del grande scomparso.Nicola StefanelliIRICORDO DI GIORGIO PASQUALI (ROMA 1885 - BELLUNO 1952) DI UGO PIACENTINIl 9 luglio <strong>di</strong> 57 anni fa un atroce incidente stradale gettava in un lutto insanabile l’intera cultura nonsolo classica mon<strong>di</strong>ale. Investito in pieno dal solito “olimpionico” della strada moriva sul colpo,nel culmine della sua attività, il filologo Giorgio Pasquali che aveva de<strong>di</strong>cato tutta la sua vita proprioalla ricerca <strong>di</strong> come renderla più umana, vivibile. Vecchio allievo <strong>di</strong> Giorgio Pasquali alla ScuolaNormale Superiore <strong>di</strong> Pisa, in occasione della appena trascorsa ricorrenza, vorrei de<strong>di</strong>care qualcheriga al tema. Ogni anno muoiono nel mondo per incidenti stradali 1.260.000 persone ci cui –dati2005– più <strong>di</strong> 8.000 in Italia (18 al giorno). 50 milioni <strong>di</strong> feriti e mutilati anno dopo anno nel mondovedono, per l’identico motivo, <strong>di</strong>strutta la loro esistenza sia fisicamente sia per incancellabili traumipsichici per loro stessi e per i loro cari. Tra le cause dello scenario senza dubbio l’alcol e le droghe. Seda queste ultime sia da escludersi la sfrenata ben poco umanistica pubblicità per i vari Schumacherresta domanda non certo indegna <strong>di</strong> riflessione. Non soltanto in memoria <strong>di</strong> quel 9 luglio 1952.Giorgio Pasquali<strong>di</strong> Gabriele Mucchi


ASSOCIAZIONE NAUTICO LEON PANCALDO’A.LP.www.alpleonpancaldo.orgD E L L ’ESTRATTO AUTONOMO DELLA RIVISTA VILLACAMBIASON° 7 - Novembre 2009 - Redazione: AL.P. - Via Torino, 10 - 17100 Savona - Tel: 349/6863819 - E-mail: info@alpleonpancaldo.orgLa storia della fondazione e deglianni antichi è già ben raccontatain un documento del 1922,rileviamo anzi un fatto interessante:negli anni venti gli allievi venivanoimbarcati durante le vacanze estivein addestramento su navi delloStato, gratuitamente e con unapiccola indennità giornaliera!L’addestramento a bordo, oggiancor più che in passato, è fattorefondamentale per il completamentodella formazione scolastica e per un<strong>di</strong>gnitoso ed efficiente inserimentoa bordo, e tal fatto è stato del restorecepito nella sperimentazioneNautilus (corsi post <strong>di</strong>ploma, chepurtroppo però stentano a decollarespecie al Nord).Dalla storia passata e dal presenteemerge un fatto incontestabile:Savona marinara si identifica e siriconosce nel suo vecchio IstitutoNautico, museo e santuario delmare, con le sue lapi<strong>di</strong>, con le sueantiche strumentazioni nautiche, coisuoi modelli navali, con la settantina<strong>di</strong> quadri dei <strong>di</strong>ploman<strong>di</strong> (spessopiccole opere d’arte in ferro, inceramica, <strong>di</strong>pinti).Le unanimi proteste per i propostiaccorpamenti con altri istituti nonnautici lo hanno <strong>di</strong>mostrato ancorauna volta.Il passato ammaestra e conforta, maè ora al futuro che bisogna oggiguardare.La crisi della marina mercantile èpurtroppo un fatto reale, come realeLA VOCEIERI OGGI DOMANIè il calo demografico, mentresempre più avanzano a bordo lem o d e r n e t e c n i c h e l e g a t eall’automazione e all’informatica.Il Pancaldo ha saputo in questi anni<strong>di</strong>fficili… tenere il mare in burrasca,adeguando il suo insegnamento e isuoi laboratori alle nuove tecnologie,continuando la tra<strong>di</strong>zionemarinaresca con la sua bella esuperdotata nave scuola, inserendosinelle sperimentazioni Orione epoi Nautilus, ed è riuscito aconservare il numero degli allievi allivello del passato (a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong>molti altri istituti che hanno avutoforti <strong>di</strong>minuzioni).Ricor<strong>di</strong>amo che dal 1965 al 1975 èstato succursale del Pancaldo ilFinbeta S.p.A.Teconologia e tra<strong>di</strong>zione sul mareVia Nazionale Piemonte, 4 - 17100, SavonaTel. 019 833111www.finbeta.comNautico d’Imperia, ora precariamenteaccorpato al locale ITIS.Con le annunciate razionalizzazioniscolastiche dovranno scompariretali Istituti, almeno come identità ase stante? Basterebbero nel Ponenteligure i gran<strong>di</strong> porti mercantili <strong>di</strong>Savona, Vado, Imperia, ed inumerosissimi porti turistici asconsigliarlo; dovrà proprio laLiguria, che ha insegnato a navigarea tutto il mondo occidentale antico,rinunciare o <strong>di</strong>minuire le suestrutture <strong>di</strong> istruzione nautica?Speriamo proprio <strong>di</strong> no.Ed allora Leon Pancaldo «Avantitutta».Ing. Giorgio PrefumoSabato 19 Dicembre ore 16.00 a <strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong> tra<strong>di</strong>zionale brin<strong>di</strong>si natalizio eproiezione quadri <strong>di</strong>ploman<strong>di</strong> capitani ealtri ricor<strong>di</strong>.Per evitare ritar<strong>di</strong> e <strong>di</strong>sfunzioni siraccomanda <strong>di</strong> inviare il materiale<strong>di</strong>rettamente alla redazione: Via Torino 10,Savona - info@alpleonpancaldo.orgSi invita a visitare il sito dell’A.LP.www.alpleonpancaldo.org


10 A.LP. Anno XI n°55 - Novembre 2009PRIMO IMBARCO<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>Ci si inoltra sul Rio delle Amazzoni in mezzo alla giungla per portare l’acqua dolce a CuraçaoIl primo imbarco lo feci come salpare ed ai verricelli in coperta! Recife, Baia de Todos, Los Santos)Allievo nautico, sulla M/n Dopo qualche giorno la maggior per entrare, poi, sul Rio delle“Betty” <strong>di</strong> 489 GT, che facevaviaggi fissi: Savona - Porto Torres -Cagliari - Porto Scuso/Porto Vesme- Vado, dove si scaricava mineraleper la Monteponi. A Savona sicaricava merce varia e via per unnuovo viaggio. Durante il primoimbarco, appena usciti dal porto <strong>di</strong>S a v o n a a l l e 1 8 . 0 0 ,iniziammo cena; alle ore18.30 la stessa veniva<strong>di</strong>stribuita ai pesci già tuttatritata grazie al mal <strong>di</strong> mare(era appena mosso, ma <strong>di</strong>traverso). Questo lo feciper avere in mano mia illibretto <strong>di</strong> navigazione nelGiugno del 1955. Dopoaver conseguito il Diplomad i “ A s p i r a n t e a l l a<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> macchine sunavi mercantili” il 22Luglio 1957, rilasciato dal“Istituto Tecnico NauticoL e o n P a n c a l d o ” d iSavona, registrato sullibretto il titolo <strong>di</strong> “AllievoCapitano <strong>di</strong> macchina” il 5Agosto 1957, mi ritrovaiimbarcato sulla turbo/cisternaT2 EliaBibolini, a Rotterdam ilgiorno 8 Agosto 1957 (datirilevati dal mio libretto <strong>di</strong>navigazione, rilasciato aSavona). Dopo il <strong>di</strong>ploma,il meritato riposo. Cosìiniziò la mia avventura sul mare,sognata fin da ragazzo. Cominciaicon il viaggio per Rotterdam, viacanale <strong>di</strong> Suez - Kuwait (Mina alhama<strong>di</strong>); arrivarono anche primisintomi <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> mare al passaggiodella Guascogna oltre all’impattocon il caldo, specie nel localecaldaie, nel Mar Rosso. Si arrivò aMina dopo aver inspiegabilmentesubito cannonate durante ilpassaggio al largo del sultanato <strong>di</strong>Oman. Nel Golfo Persico si rimasequalche mese a fare viaggi tra IraqIran e Kuwait. Non vi <strong>di</strong>co chefresco, specie senza aria con<strong>di</strong>zionata,anzi vi <strong>di</strong>rò che sotto la miacabina, a centro nave, passavano itubi per il vapore agli argani aparte dell’equipaggio, specialmentequello <strong>di</strong> macchina, io compreso,dormiva in coperta.Di notte si vedeva gente vagare perla coperta con il materasso sotto ilbraccio in cerca <strong>di</strong> un luogo dove cifosse un po’ <strong>di</strong> brezza, speciequando si era fermi, sia per lacaricazione sia per la <strong>di</strong>scarica.Come primo impatto con la vita <strong>di</strong>mare non c’è male, vi sembra?Finalmente si partì dal GolfoPersico con destinazione Europa,anzi Italia, La Spezia, dovefinalmente, dopo quattro mesi rivi<strong>di</strong>i miei cari. Dopo tre lunghi giorni <strong>di</strong>sosta, si ripartì per il nord Europa epoi via verso il centro America,Antille olandesi, Curaçao. Da quiviaggi fissi per il Venezuela, dovetrovammo la rivoluzione delle<strong>di</strong>vise Ver<strong>di</strong>: salivano a bordo,entravano nelle cabine, prendevanoquello che volevano e noi zitti, guaia lamentarsi.Poi iniziammo a fare viaggi per ilsud America, Brasile (Rio, Santos,Amazzoni a Capin e Belem. Ci siinoltrava ad<strong>di</strong>rittura per 180 migliain mezzo alla giungla, accompagnatida tutte quelle belle bestiole che sivedono nei documentari; per nonparlare delle zanzare che, nonostanteavessimo le gambe coperte daijeans molto spessi, riuscivano apungerci! Meno male che nonavevano la malaria! Perchéfacevamo tutto questo? Ebbene si,per riempire le cisterne <strong>di</strong> acquadolce dopo averle lavate per bene escaricare questa alla raffineria <strong>di</strong>Curaçao, dove questo preziosoliquido scarseggiava.Iniziammo poi a fare viaggi perBuenos Aires, incontrandotafferugli per una delle soliterivoluzioni.Qui conobbi uno zio della miafutura moglie che viveva aMercedes; lavorava a bordo <strong>di</strong>bettoline, costruite a Savona dalcantiere Campanella, che rifornivanole boe luminose lungo il Rio dellaPlata. Mi fece da Cicerone per la


11<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong> Anno XI n°55 - Novembre 2009A.LP.città, nelle quale assistetti ad unasparatoria proprio vicino al Palazzodelle poste. Lo zio mi <strong>di</strong>sse cheerano fatti quasi normali, bisognavasolo stare lontani da quei posti (CasaRosada e Palacio del Gobierno).Fortunatamente sia la nave chel’equipaggio, non ebbe alcun danno.Dopo sei mesi, da Curaçao,partimmo per il nord Europa equin<strong>di</strong> per l’Italia, a Castellamare <strong>di</strong>Stabia, dove sbarcai dopo <strong>di</strong>eci mesi<strong>di</strong> permanenza a bordo, durante iquali mi abituai a sopportare il mal<strong>di</strong> mare. Allora i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> imbarcoerano <strong>di</strong> un anno o <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto mesi.Ricordo ancora oggi le persone conANle quali passai quei mesi, personeche rincontrai nei successiviimbarchi e con le quali continuai anavigare fino a quando, dopo <strong>di</strong>ecianni, cambiai Compagnia. Furonoanni in<strong>di</strong>menticabili, durante i qualiimparai molte cose relative alla vitaed alla professione, sia dai Direttori<strong>di</strong> Macchina che dai Comandanti,dagli altri ufficiali, fino ai motoristi,caporali, fuochisti, ingrassatori ecarbonai, nostromi, tankisti emarinai con cui ebbi occasione e lafortuna <strong>di</strong> navigare.Rimasi a casa un mese e poinuovamente in mare fino al 1972,anno in cui entrai nel RegistroItaliano Navale, meta che mi eroprefissato fin da ragazzo.La prossima puntata, probabilmentecercherò <strong>di</strong> raccontarvi la mia primavolta da Direttore <strong>di</strong> Macchina el’abbandono del mare comemarittimo, pur rimanendo incontatto con le navi ed i loroequipaggi.Con queste memorie spero <strong>di</strong> averinvogliato qualche nostro associatoa comunicare le proprie esperienzematurate solcando quel liquidoazzurro che circonda il mondo!Il mare!C.D.M. Luigi GravanoGLI APPRODI DELLA S/S “NEVADA”Imbarco da allievo ufficiale verso l’Africa Equatoriale quando non c’era ancora il GPSccingendomi a scrivere questoepiso<strong>di</strong>o avvenuto durante ilmio imbarco da allievo ufficialesulla S/s “Nevada”, mi rendo contoche oggi, nell’era della navigazionee delle comunicazioni satellitari, lasituazione descritta assume laconnotazione <strong>di</strong> un repertopreistorico. Eppure da allora sonotrascorsi “soltanto” quarantatrèanni, un intervallo <strong>di</strong> tempo do<strong>di</strong>civolte inferiore a quello che <strong>di</strong>vide iviaggi <strong>di</strong> Cristoforo Colombo daigiorni nostri.egli anni sessanta i porti–intesi come struttureopportunamente segnalate e dotate<strong>di</strong> <strong>di</strong>ga foranea, banchine, gru, bitted’ormeggio– dell’Africa equatorialeoccidentale si contavano sullapunta delle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano. Duemani erano sufficienti per contaregli altri accosti più o menoaffidabili, attrezzati alla menopeggio con almeno un pontile inferro o in cemento armato e legno.Infine, lungo le coste delle excolonie francesi, c’era un numeroimprecisato <strong>di</strong> appro<strong>di</strong> per il carico<strong>di</strong> legname pregiato: mogano, tek,palissandro.Quelle sperdute riviere avevano incomune quattro caratteristiche: unfondale adatto all’ancoraggioabbastanza vicino alla riva, la foce<strong>di</strong> un fiume (sconosciuto), l’assenza<strong>di</strong> centri abitati o <strong>di</strong> qualsiasi altropunto <strong>di</strong> riferimento nel raggio <strong>di</strong>decine <strong>di</strong> miglia e l’assolutamancanza <strong>di</strong> localizzazione sullecarte nautiche. La loro posizione erain<strong>di</strong>cata sugli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> carico,frequentemente ricevuti via ra<strong>di</strong>o incorso <strong>di</strong> navigazione. Così potevacapitare alla S/s “Nevada” <strong>di</strong> farerotta su un una località situata “a 29miglia da Cap Tabou in <strong>di</strong>rezioneSassandra”, oppure su un punto <strong>di</strong>cui venivano fornite la latitu<strong>di</strong>ne e lalongitu<strong>di</strong>ne, e pochissime altrein<strong>di</strong>cazioni. Effettivamente nonc’era molto da <strong>di</strong>re: per centinaia <strong>di</strong>miglia soltanto pochi remotivillaggi <strong>di</strong> pescatori (una mezzadozzina <strong>di</strong> capanne con il tetto <strong>di</strong>rami <strong>di</strong> palma, gran<strong>di</strong> piroghe<strong>di</strong>pinte con colori sgargianti,bambini saltabeccanti sullaspiaggia, festoni <strong>di</strong> pesci appesi aessiccare) e le foci <strong>di</strong> alcuni fiumi,identiche tra loro come fotocopie,interrompevano la monotonamuraglia della foresta tropicale chesi spingeva fino alla piatta costasabbiosa. Per l’ancoraggio sidovevano seguire le in<strong>di</strong>cazioni del“pratico” locale, che quasi sempre


12 A.LP.era francese o belga, talvoltaolandese, responsabile anchedell’inse<strong>di</strong>amento (capannonesormontato da un’altissima asta conuna ban<strong>di</strong>era a caso e dalle antennera<strong>di</strong>o a onde corte e VHF, unpaio <strong>di</strong> costruzioni <strong>di</strong> legno, ilpontiletto d’attracco <strong>di</strong> unagrossa motobarca, un palo astrisce orizzontali bianche erosse alla sua estremità e alcunedecine <strong>di</strong> enormi tronchigalleggianti alla foce del fiume,legati tra loro con un cavod’acciaio a gruppi <strong>di</strong> tre oquattro). Oltre al responsabile,presi<strong>di</strong>avano il sito alcuniin<strong>di</strong>geni a torso nudo: ilconducente della lancia, dotatodell’immancabile e bisuntoberretto da capitano conancoretta d’or<strong>di</strong>nanza, un paio<strong>di</strong> suoi aiutanti a bordo e unadecina <strong>di</strong> addetti alla movimentazionein acqua del legname.L’in<strong>di</strong>viduazione dell’approdonon era mai agevole, le insi<strong>di</strong>ealla navigazione celate in quelleacque poco conosciute rendevanole fasi d’avvicinamentoestremamente delicate. Infatti ilpunto nave costiero eraimpossibile per l’assoluta mancanza<strong>di</strong> luoghi salienti e quello astronomicoalquanto approssimato a causadell’inaffidabilità degli orizzontiequatoriali.Il radar da 10 cm <strong>di</strong> lunghezzad’onda riusciva a malapena aevidenziare gli evanescenti ein<strong>di</strong>fferenziati echi della fittavegetazione, le carte nautiche piùparticolareggiate coprivano tratti <strong>di</strong>costa paragonabili per estensione aquello tra Portofino e Capo Mele.Perciò, quando effettuavamol’atterraggio dopo qualche giorno <strong>di</strong>navigazione stimata, non riuscivamomai a centrare il bersaglio alprimo colpo. Era inevitabile mettereAnno XI n°55 - Novembre 2009la “Nevada” su una rotta parallelaalla costa alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong>miglia, confidando nel fiuto delcomandante o in un’abborracciataretta <strong>di</strong> sole per la scelta della<strong>di</strong>rezione verso sinistra o versodritta. Dal ponte <strong>di</strong> comando tutti ibinocoli puntavano la striscia <strong>di</strong>sabbia orlata <strong>di</strong> vegetazione, attentia cogliere il minimo segnale <strong>di</strong><strong>di</strong>scontinuità, lo sventolio <strong>di</strong> unaban<strong>di</strong>era sbia<strong>di</strong>ta, un’antenna, unpalo a strisce biancorosse.Il primo ufficiale ripeteva incessantementela chiamata con il VHF,finché da terra non giungeva lasospirata risposta: «O.K. Nevada, vive<strong>di</strong>amo a cinque miglia a sud ovestda noi, vi usciamo incontro con lamotobarca».In quelle circostanze ero destinatoall’ecoscandaglio, con l’incarico <strong>di</strong>comunicare ad alta voce a intervalli<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>regolari la profon<strong>di</strong>tà sotto lachiglia.Una volta, dopo quasi due ore <strong>di</strong>infruttuosa ricerca a pendolo lungoun tratto <strong>di</strong> litorale della Costad’Avorio, il comandante esternòal primo ufficiale la propriaperplessità sulla nostra posizione.Mi sembrò spiritoso esdrammatizzante suggerirel’invio a terra <strong>di</strong> una lancia peracquistare una cartolina delluogo. Il comandante, untedesco poco incline all’umorismome<strong>di</strong>terraneo, non laprese affatto bene: «Alliefo!–grugnì severamente– A bordonon afere moneta pe kartoline.Pren<strong>di</strong> binokolo e va’ a farevedetta sulla normale!».Trenta secon<strong>di</strong> dopo ero già incontroplancia, ad arrostire sottoil sole equatoriale, incollato albinocolo. La zona nella quale citrovavamo era quella giusta, einfatti eravamo stati avvistati.Ma un malfunzionamento intrasmissione dell’apparato VHFdell’inse<strong>di</strong>amento avevavanificato ogni tentativo <strong>di</strong>risposta alle nostre chiamate.Così a terra accesero un fuoconel quale furono gettate foglie erami ver<strong>di</strong> in quantità. Nella calmaequatoriale le spesse volute <strong>di</strong> fumo,ben visibili nel cielo al <strong>di</strong> sopra deglialberi, ci guidarono con assolutaprecisione verso il punto d’ancoraggio,<strong>di</strong>stante all’incirca seimiglia. Tre quarti d’ora dopo la“Nevada” <strong>di</strong>ede fondo all’ancora, ecosì terminò anche la mia “punizione”,in definitiva più che sopportabile.Ma da allora, e per la restantedurata del mio imbarco, mi astenniscrupolosamente da ogni battuta <strong>di</strong>spirito, soprattutto in presenza delcomandante.C.L.C. Angelo BergeroNAVEGANTIDI MARIO TRAVERSIT ’ indovinn-i sùbito chi son.Camminn-an sciù e zùsensa perde de vista o mà,comme ochin sensa aeche no pèuan ciu xoà.Naveganti.Erboi sbattùi in sà e in làe stracoae sensa reixia-a fin de ’na stanca giornà.Compagni de donneche in fondo no conoscian,coscì comme i figgi,frùti de abrassi aspresciae,pòsae a-o levà de àncoee tiae sciù con fa<strong>di</strong>ga da-e moae.Naveganti.Ti èi riconosci fra tanti.Quende se fermanpe accen<strong>di</strong>se ’na sigaretta,allargan e gambepe no perde l’equilibrio.…Pe ’n attimo son ancun a bordo.Quande se imbarcan pe l’ùrtimo porto,pà squauxi de sentìa sirena do vapore ch’èì ciamma.Chi resta in scìa banchinn-ao salùa sensa ren<strong>di</strong>se contoche sta votta o viàggioo l’è sensa ritorno.(Varazze 1998)


14 A.LP. Anno XI n°55 - Novembre 2009come Capitano. Pancaldo? Forse,faceva parte dell’equipaggio <strong>di</strong> unaflotta portoghese. Fatto sta che luiviene scelto come pilota dellagrande spe<strong>di</strong>zione finanziata evoluta da Carlo V. Magellano, a cuiil re portoghese Manuel avevarifiutato i finanziamenti perl’impresa, era passato al serviziodella Spagna, con carte nautiche edocumenti trafugati dagli archivilusitani dal suo amico cartografo edastronomo, Ruy Faleiro.Quest’ultimo, tuttavia, non partecipòalla grande impresa dellacircumnavigazione del globo. CarloV aveva preferito circondareMagellano <strong>di</strong> capitani spagnoli.Concedendogli soltanto venti suoiamici portoghesi come membri deicinque equipaggi. Magellano sifidava, particolarmente, <strong>di</strong> trepersone: Antonio Pigafetta, <strong>di</strong>nobile famiglia Vicentina segretario,che venne imbarcato come,criado (gentiluomo addetto allapersona del capitano generale, inpratica uomo <strong>di</strong> fiducia) delgenovese Battista Ponzorone cheaveva la funzione <strong>di</strong> terzo ufficialedella Trinidad, e <strong>di</strong> Leon Pancaldo.Va ricordato che l’equipaggiostraniero più numeroso eracomposto da ventisei Italiani, <strong>di</strong> cui20 erano liguri e ben 5 savonesi. (3imbarcarono sull’ammiragliaT r i n i d a d ) . Q u a n d oMagellano venne uccisodagli in<strong>di</strong>geni dell’Isola <strong>di</strong>Mactan (Oceano Pacifico)dopo aver scoperto lo Stretto(il passaggio tra i dueOceani) era il 27 aprile del1522.Antonio Pigafetta sbarcòdalla Trinidad (110 tsl) eproseguì il viaggio sullaVictoria (75 tsl), è questa lanave che compirà l’ interacircumnavigazione delglobo, giungendo a Siviglianell’ agosto del 1522 con<strong>di</strong>ciotto superstiti (tra i qualiil savonese Martino deJu<strong>di</strong>cibus).Un’altra caravella laConception (90 tsl) era statadata alle fiamme perdecisione <strong>di</strong> uno dei capitanispagnoli, Juan SebastianElcano. All’imbocco delloStretto, era finita sullescogliere la Santjago (60 tsl)Un’altra nave la Sant’Antonio (120tsl) si era ammutinata ed era tornatain Spagna, scoprendo nel viaggio <strong>di</strong>ritorno le Isole Mal<strong>di</strong>ve.Leon Pancaldo aveva deciso <strong>di</strong>rimanere sulla Trinidad. Ma verràc a t t u r a t o d a i p o r t o g h e s i .Trasportato, assieme ad altrimembri dell’equipaggio, alle Isoledella Sonda, vi rimarrà per tre anni.Poi, liberato (molti altri moriranno,tra cui il coraggioso genoveseBattitsta Ponzorone che dopol’uccisione <strong>di</strong> Magellano <strong>di</strong>venne <strong>di</strong>fatto, per voler degli equipaggi, ilcapo della spe<strong>di</strong>zione o comunquel’uomo a cui fare riferimento),potrà, dopo oltre 8 anni tornare aSavona. Si vedrà offrire sol<strong>di</strong> daiportoghesi per non <strong>di</strong>segnare mappee dare comunque informazioni atte aconsentire ad altre potenze <strong>di</strong>realizzare lo stesso viaggio(particolarmente interessato alprogetto era il re <strong>di</strong> Francia).Sarà però, anche perché amareggiatodai soprusi dei genovesi (alleatidegli spagnoli per i quali tantoaveva dato) nei confronti dellarivale Savona (alleata dei francesi),Pancaldo, terminato il periodo <strong>di</strong>accordo <strong>di</strong> segretezza con iportoghesi, riprenderà il mare allavolta del Perù, assieme al comandantevarazzino Pietro Vival<strong>di</strong>. DueIl Capitano <strong>di</strong> Macchina Massimo Galloro, attualmente imbarcato suuna nave da crociera, ha inviato alla Redazione una poesia scritta dauna donna che ha perso il padre durante il naufragio del 1984 della nave“Tito Campanella” nelle acque del Golfo <strong>di</strong> Biscaglia.Mi manchi, mi manchi da morire!Non c’è giorno che tu non sei nei miei pensieri!Vivo <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, quei pochi che posso avererivedo i tuoi occhi dentro ai miei,sorrido nello stesso modo in cui lo facevi tu,cammino come camminavi tu.Stesso carattere, stessi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare!!!Guardo e riguardo le nostre foto,quelle che ci ritraggono insieme.Felici ed ignari che ci saremmo dovuti separare così presto…Sono passati 21 anni, la tua piccolina è <strong>di</strong>ventata una donna ormai,una donna che vorrebbe averti vicino ogni giorno,che vorrebbe guardare i tuoi occhi,che vorrebbe vederti entrare da quella porta,che vorrebbe più <strong>di</strong> ogni altra cosa un tuo abbraccio,un tuo sorriso, un tuo rimprovero…Io, una donna che vorrebbe solo te, il suo papà!So che sei con me in ogni istante,so che mi dai la forza <strong>di</strong> rialzarmi ogni volta che sto per cadere,so che da lassù mi proteggi come il migliore degli angelie mi abbracci ogni volta che ne ho bisogno…Lo so che ci sei papà e so che ci sarai sempre…ma ci sono giorni in cui il vuoto mi assale!Sento la tua mancanza troppo forte....mi manchi da morire papà…!!!!!!La tua piccolina…<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>navi, Santa Maria e Conception,partiranno nel settembre del1536 daCa<strong>di</strong>ce e percorerranno la rotta <strong>di</strong>Magellano. Ma verso la finedell’anno successivo, nellevicinanze dello Stretto <strong>di</strong>Magellano, la Conception andrà apicco con modalità non chiare(probabilmente Vival<strong>di</strong> era troppogiovane ed inesperto per unatraversata così pericolosa).Torneranno in<strong>di</strong>etro con la SantaMaria ma sul Rio de la Plata, lapiccola nave andrà ad incagliarsi. Iconquistadores <strong>di</strong> Pedro deMendoza, fondatori <strong>di</strong> BuenosAires, che erano allo stremo delleforze e privi <strong>di</strong> viveri, s’impadronironodel carico della SantaMaria, firmando delle cambiali chenon verranno onorate. Accuse econtro accuse. Il governatorespagnolo intenta una causa aPancaldo (la presenza <strong>di</strong> due schiavia bordo della Santa Maria).Pancaldo si rivolge ai tribunali <strong>di</strong>Buenos Aires per ottenere ipagamenti dovuti alla Casa deContractaciòn <strong>di</strong> Valencia, che a suavolta, citerà in tribunale il capitanoPietro Vival<strong>di</strong> per la per<strong>di</strong>ta dellaConception. Poi Pancaldo, rovinato,deluso, malato, muore in quella cheoggi è appunto la città <strong>di</strong> BuenosAires, sembra nell’agosto del 1540.I c o n q u i s t a d o re s s p a g n o l ia t t r i b u i r a n n o l a s u ascomparsa ad un agguatodegli in<strong>di</strong>geni delle terreinterne. A tale propositoresteranno molti dubbi.Mi sia consentita, da ultimo,una annotazione personale.Da giovane, avrei volutofare il capitano <strong>di</strong> mare e,invece, (incompatibilità conle scienze matematiche,astronomiche, ecc.) ho fattoil giornalista. Saluto gli exc o m p a g n i d i s c u o l afortunati che, invece, dagliS c o l o p i s o n o a n d a t i<strong>di</strong>rettamente al NauticoLeon Pancaldo: oltre a G.Franco Recagno, AntonioFerrando, Angelo Cafueri eStefano Rapetti. Se ho<strong>di</strong>menticato alcuni <strong>di</strong> loro, liricorderò in un prossimoarticolo.Franco Ivaldo


<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong> Anno XI n°55 - Novembre 2009Libri15GIOVANNI BURZIO RACCONTAGiovedì 26 novembre 2009 ore 17.00, sala rossa del Comune <strong>di</strong> Savona, presentazione del volumeGiovanni Burzio nasce a Savonanel 1929.Nel 1945, all’indomani del secondoconflitto mon<strong>di</strong>ale, partecipa allaricostruzione dello ScoutismoCattolico (ASCI).Nel 1948 si <strong>di</strong>ploma PeritoAeronautico presso l’IstitutoTecnico “Galileo Ferraris” <strong>di</strong>Savona e ottiene, nel 1949, unaborsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso la Piaggio <strong>di</strong>Finale Ligure.Svolge il servizio militare nel 1951-1952, quale ufficiale <strong>di</strong> complementonell’arma aeronautica e altermine è assunto, comeimpiegato tecnico, presso lostabilimento Ferrania.Inizia così, dalla fabbrica, lasua militanza sindacale nellaSezione aziendale e nellaCommissione interna.Nel 1958 fa parte <strong>di</strong> unamissione sindacale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>onegli USA e frequenta unospeciale programma <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o suIndustrial and ManagementEngineering alla ColumbiaUniversity <strong>di</strong> N.Y.C.Al rientro in Italia sceglie <strong>di</strong>svolgere attività sindacale atempo pieno e dopo aver <strong>di</strong>rettoil sindacato della FederchimiciCISL, <strong>di</strong>venta segretarioprovinciale dell’Unione:incarico che ricopre dal 1963 al1973, per poi trasferirsi a Romain qualità <strong>di</strong> Presidentedell’Ente Turistico Sindacale(ETSI-CISL).Nel frattempo svolge attivitàpolitica come socialistademocratico: entra in ConsiglioComunale nel 1959, rieletto nel1960 e nel 1964, successivamente sid i m e t t e i n r a g i o n edell’incompatibilità tra incarichiistituzionali e sindacali.Successivamente tra gli anni ’80 egli anni ’90 è eletto nuovamente alConsiglio Comunale <strong>di</strong> Savona e inquello Provinciale: nella stessaAmministrazione Provinciale, perla Sinistra In<strong>di</strong>pendente, èAssessore dal 1985 al 1990.È stato membro della Conferenza <strong>di</strong>Berlino dei Cattolici Europei(Berliner Konferenz EuropaischerKatholiken), svolgendo importantimissioni internazionali edorganizzando a Savona, nel 1987,una conferenza sul Me<strong>di</strong>terraneocon la partecipazione <strong>di</strong> Comune,Provincia e Regione, dove siverifica il primo incontro trarappresentanti del pacifismoisraeliano e rappresentantidell’Organizzazione per laLiberazione della Palestina (OLP).A t t u a l m e n t e f a p a r t edell’A.I.C.C.R.E (AssociazioneItaliana dei Comuni dei Consigli edelle Regioni d’Europa).Giovanni Burzio racconta… eracconta sul serio, nel suo libro<strong>di</strong> memorie “savonesi” e del“mondo: “Il cielo il treno”,dall’accattivante sottotitolo “de làd u s c i û m m e a l l a s c o p e r t adell’america”. È la storia, filtratadalle esperienze personali, <strong>di</strong> untratto importante <strong>di</strong> vicende sociali,culturali, politiche nell’arco <strong>di</strong> 30anni; gli anni della giovinezza edella formazione dell’autore, dallafine degli anni ‘30 fino al 1958, dataspartiacque non solo per lui, ma peril nostro Paese che, quasi completatala ricostruzione stava per tuffarsinell’avventura del “boom”.Le esperienze personali, <strong>di</strong>cevamo:dal calore della famiglia,all’emozione <strong>di</strong> sedere nei banchi <strong>di</strong>scuola, dal sentire i primi “battiti delcuore”, all’assumere coscienzadelle grande questioni che agitano lavita attraverso il pensiero, la voglia<strong>di</strong> servire, <strong>di</strong> essere utili ma ancheprotagonisti.Queste tensioni percorrono unanarrazione agile, quasi scan<strong>di</strong>ta,attraverso i fatti: l’esplosione dellaseconda guerra mon<strong>di</strong>ale, laResistenza vissuta (per ragionianagrafiche) da spettatoreattivo, la scoperta <strong>di</strong> una fedeintensa e me<strong>di</strong>ata da unamilitanza particolare comequella scoutistica, il passaggiodella vita militare, l’accostarsiad una scelta politica comequella del socialismo democraticoe, infine, la scoperta delSindacato attraverso il lavoro infabbrica: un sindacato vissuto,come aveva insegnato DiVittorio, a far sì che si tenesse “ilcappello in testa” quando siparlava con il padrone e cheporta il nostro protagonista, nonancora trentenne, <strong>di</strong> làdell’Oceano a trovarsi nellesevere aule della ColumbiaUniversity, passaggio inaspettatoper un figlio della classeoperaia savonese.È il caso <strong>di</strong> leggere per capire, inquesto caso: capire un pezzo <strong>di</strong>storia della nostra Città, capirecome l’in<strong>di</strong>gnazione per leingiustizie possa portare a<strong>di</strong>mportanti scelte <strong>di</strong> vita.Un libro che descrive “altri tempi”:tempi che è valsa la pena avervissuto e che è il caso <strong>di</strong> ricordare,proprio per preparare il futuro.Interviene alla presentazioneFederico Berruti (Sindaco <strong>di</strong>Savona)Discutono con l’autore e il curatoreAndrea Mignone (professore <strong>di</strong>Scienza Politica)Gildo Milano (comandantepartigiano)Alberto Tridente (già segretarionazionale della FIM-CISL)


ADDe StefanoVia P. Boselli, 43 - SavonaTel. 019/850430 Cell. 339/8484663GIOIELLICIRCOLO SCIENTIFICO CULTURALE “AGAPE”A RICORDO DI LORENZO SPOTORNO(Pres: Prof.ssa Stefania Spotorno Cell. 346 6323378)PROGRAMMA 2009/2010PRESSO VILLA CAMBIASO(VIA TORINO 10 - SAVONA)Ogni Lunedì dal 9 Novembre 2009Cinema: The Millionaire: con <strong>di</strong>apositive del DottorRoberto Oddone; Il male dentro: Il problemadell’eutanasia; Non ti muovere: Amor sacro e amor profano; Le chiavi <strong>di</strong> casa:riconoscersi padre; Notte prima degli esami: Una ventata <strong>di</strong> giovinezza, e altrifilm a scelta degli iscritti; Lezioni su “I templari” tenute dal Dottor RobertoOddone (inizio Giovedì 26 Novembre 2009)UNITRE - LEZIONI DISTEFANIA SPOTORNO6 e 20 Novembre 20094 e 18 Dicembre 200915 e 29 Gennaio 201012 e 26 Febbraio 201012 e 26 Marzo 2010A RICORDO DI LORENZO SPOTORNODicembre 2009Dipositive dal mondo; Seminario e <strong>di</strong>battito“Esistere come donna” (Interverrà il Dott. Clau<strong>di</strong>oSanti: “Alchimia al femminile - Frottole storiche”)Febbraio 2010Finalmente il Nobel Loris Lessing; Una femministaante litteram; Da “L’erba canta” a “Le nonne”In programmaViaggi (se ci riusciamo) a visitare mostre o città;Ripetizione gita a Parma-Brescello; Gita nelPrincipato <strong>di</strong> SeborgaGiovedì 19 novembreLE PERLE DEL PONENTE SAVONESE - Visita alcaratteristico paese <strong>di</strong> Perti e alla Chiesa <strong>di</strong> cinquecampanili; successivamente al Castello Costa delCarretto a Garlenda. Pranzo libero nel centro storico<strong>di</strong> Albenga e visita guidata al Museo Diocesano. Ciaccompagna la Dott.ssa Josephe Costa Restagno.Partenza da Piazza del Popolo, davanti all’hotelRiviera Suisse, Savona ore 8.00. Rientro previsto oreDELEGAZIONE DI SAVONA 19.00. Prenotazioni entro il 5 novembre: telefono019 / 829895 (Luisa); 019 / 800918 e 339 / 7471308(Graziella). Organizzazione tecnica Verdazzurro Viaggi.Giovedì 26 novembre, ore 11.00INCONTRI CON L’ARTE E L’AMBIENTE - Savona, Aula Magna del Liceo Martini,Mazzini, Pancaldo – Via Manzoni, 5 Una carrellata <strong>di</strong> immagini-novità inSavona e, al Santuario, il restauro della Crocetta e <strong>di</strong> Palazzo Tursi a cura dellaProf.ssa Flavia Folco, appassionata stu<strong>di</strong>osa della Valle del Letimbro e dei suoiTesori artistici e paesaggistici.Domenica 6 <strong>di</strong>cembre, alle ore 11.00 e alle ore 13.00RIUNIONE DEGLI ADERENTI FAI - Albisola Superiore - G.C. Filanda. In questaoccasione ci si può iscrivere, rinnovare l’iscrizione, devolvere un contributo peril restauro al monumento simbolo dell’Aquila,” La Fontana delle 99 cannelle”che il FAI si è impegnato ad adottare riconsegnando restaurato a tutti gliabruzzesi un tassello della loro identità storica e culturale. Prenotazioni per ilpranzo entro il 25 novembre tramite telefono 019 / 829895 (Luisa); 019 / 800918e 339 / 7471308 (Graziella).GRUPPO BANCA CARIGEAS ASSICURAZIONI DI A. SAETTONE &.C. SASCorso Italia 29/1 17100 SAVONAEmail: as.assicurazioni@virgilio.itTel. 019/815118-833666Fax. 019/8488901

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