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Pubblicità d'epoca dell'industria varesina - Unione degli Industriali ...

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Sosteniamo le Impresepartendo dalle più piccole.<strong>Unione</strong> <strong>degli</strong> <strong>Industriali</strong>della Provincia di Vareseteamwork-eu.itConcentrata sull’attenzione al cliente SPI,la società di servizi dell’<strong>Unione</strong> <strong>degli</strong> <strong>Industriali</strong>della Provincia di Varese, offre servizi di consulenzasu formazione, qualità, ambiente, sicurezza,fi nanza e modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/01SPI - Servizi & Promozioni <strong>Industriali</strong> s.r.l. - Società UnipersonaleI - 21013 Gallarate VA - Via Vittorio Veneto 8/Dt. +39 0331 774345 fax +39 0331 771701 - info@spi-web.itwww.percorsi-spi.it


S O MVAR E SE FOCUSPeriodico di economia, politica, società,costume, arte e natura in provincia di Varese.Presidente Giovanni BrugnoliDirettore editoriale Vittorio GandiniDirettore responsabile Mauro LuoniDirezione, redazione, amministrazionePiazza Monte Grappa, 5 - 21100 VareseTel. 0332 251000 - Fax 0332 285565info@varesefocus.itReg. n. 618 del 16/11/1991 - Trib. VareseRichiedi il tuo abbonamento gratuito onlinecollegandoti al sitowww.varesefocus.itImpaginazione Olga Moia - Gavirate (Va)Tel. 0332 742552Fotolito e stampa Litografica S.r.l.Via L. Da Vinci, 9 - 20012 Cuggiono (Mi)Tel. 0331 889601Gestione editorialeServizi & Promozioni <strong>Industriali</strong> SrlVia Vittorio Veneto, 8/E21013 Gallarate (Va) - Tel. 0331 7743454Focus4 Neet Generation- Non ho tempo!Economia13 La posta in gioco in una UE checambia vestito15 Acqua, la gestione restapubblicaPubblicitàServizi & Promozioni <strong>Industriali</strong> Srlcommerciale@spi-web.itTel. 0331 774345 - Fax 0331 771701Questo numero di “Varesefocus” è stato chiuso il giorno 20gennaio 2012. Il prossimo numero di “Varesefocus” sarà inedicola con “Il Sole 24 Ore” di lunedì 12 marzo 2012.“Varesefocus” ospita articoli e opinioni che possono anche non coincidere con le posizioniufficiali dell’<strong>Unione</strong> <strong>degli</strong> <strong>Industriali</strong> della Provincia di Varese. Valore di abbonamento annuoEuro 20,00 (nell’ambito dei servizi istituzionali dell’editore)Interventi e contributi di: Luigi Bignami, Giornalista; Andrea Della Bella, Giornalista; Maria Grazia Gasparini, Giornalista;Margherita Giromini, Pedagogista; Luisa Negri, Giornalista; Paola Negrin; Riccardo Prando, Giornalista; Paola Provenzano,Giornalista; Stefania Radman, Giornalista; Sergio Redaelli, Giornalista; Alessandra Toni, Giornalista; Verena Vanetti.In redazione: Laura Bardelli, Cristina Cannarozzo, Davide Cionfrini, Silvia Giovannini, Mauro Luoni.Fotografi: Archivi aziendali vari, Archivio Imaginor, Archivio Reuters, Davide Cionfrini, Mauro Luoni, Milena Maesani, MauroMartignoni, Olga Moia.Segreteria di redazione: Viviana Maccecchini, Maria Postiglione.Si ringrazia Parlamondo Srl di Gallarate per le traduzioni in inglese.


FOCUSFocusNeet GenerationIn inglese “Not in Employment, Education or Training”. Tradotto in italiano: giovanitra i 15 e i 29 anni che né studiano, né lavorano. Un fenomeno in espansione a Varesedove i ragazzi Neet sono 22mila, il 17%. Uno dei peggiori dati in Lombardia.Dietro una statistica ci sono nomi,volti e storie. Così quando laCamera di Commercio di Varese,basandosi su dati di Italia Lavoro, cidice che in provincia il 17% dei giovaniné lavora, né studia, ognuno si puòimmaginare le scene un po’ come vuole.Le istantanee verosimili possono essere varie. Peresempio Marco (27 anni) che si è laureato da un annoIl 65% dei Neet varesini,non solo è disoccupato enon studia, ma non cercanemmeno un lavoro.e, cuffie dell’iPod nelle orecchie, cerca dicapire cosa vuol fare da grande sdraiatosul letto: apatico. Luca (22 anni) che atesta bassa torna a casa a piedidall’ennesimo incontro infruttuoso inun’agenzia di lavoro, dove avrebbeaccettato qualsiasi occupazione, e forseproprio per questo, non l’ha trovata: deluso. Anna (19anni) che bacia il suo fidanzato (20 anni) su una4 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Focuspanchina in una piazza del centro durante la pausapranzo, perché lei un lavoro ce l’ha, ma in nero equindi sfugge a qualsiasi statistica, mentre lui tornerà acasa cercando di decidere se continuare gli studiall’Università dopo una serie di lavoretti, più cheprecari estemporanei: innamorati flessibili. O, ancora,Valentina (25 anni) che spiega a suo padre quanto siaincerta sul continuare a seguire il sogno di una vita(fare della propria passione un lavoro, poco importaIl record negativolombardo del territoriovaresino sui Neet inpossesso di laurea:sono il 18,6%.svelare quale essa sia)oppure accontentarsi e,quantomeno, cominciaread adattarsi alle richiestedi quello che chiamanomercato occupazionale:disillusa.Esempi immaginari, ma forse neanche tanto, tuttiriassumibili con una sigla Neet: Not in Employment,Education or Training. In pratica, giovani tra i 15 e i29 anni, che né studiano, né lavorano. Che nelVaresotto sono 22.000. Un dato che pesa come unmacigno sul futuro di un territorio. Tanto più sequest’ultimo ospita due università, a dimostrazione dellerisorse investite sul domani delle nuove generazioni.22.000 giovani che non fanno nulla è come una cittàgrande come Cassano Magnago completamente fermae arresa. Molto più che un campanello d’allarmeperché, al di là dei paragoni con altre province, quellovaresino è un dato che di per sé esprime sfiducia,rassegnazione, magari in certi casi pigrizia, ma anchemancanza di una bussola o di punti di riferimentocondivisi e accettati. Per chi ha ancora tutta una vita dacostruire la mancanza di prospettive trasforma ladifficoltà personale in problema collettivo.“Il dato forse più preoccupante - spiega a VaresefocusManuela Samek Lodovici, dell’Istituto Ricerche Socialidi Milano e docente dell’Università Carlo Cattaneo-LIUC- è che tra i Neet varesini il 65% non solo non studiané lavora, ma nemmeno è alla ricerca diun’occupazione”. In pratica persone che si sono arresea non fare nulla. Punto. “Il dato della provincia diVarese è superiore a quello che si registra in generalein Lombardia dove i Neet inattivi sono il 63%”,continua l’esperta. Ma questo non è l’unico aspetto chepenalizza la situazione del Varesotto rispetto a quellalombarda. Con il suo 17% di Neet, infatti, la provinciadi Varese si piazza ben al di sopra del dato regionaledel 15,7%. Frutto sì di una media che vede territoricome quelli di Cremona (19,7%), Brescia (21,9%),Mantova (20%),messi peggio diVarese, maanche diperformance benmigliori, comequelle di Lecco(11,4%),Samek Lodovici dell’UniversitàLIUC: “Siamo di fronte alrischio di un futuroimpoverimento del Paese, unacicatrice intergenerazionale”.Bergamo (15,6%), Como (12,5%), Milano (13,1%). Nonsolo, a preoccupare sono anche i Neet con in manouna laurea. In questo caso la provincia di Vareseregistra il peggior dato in regione con una percentualedel 18,6% di giovani dottori senza un’occupazione,FOCUSAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS5


FocusFOCUScontro una media lombarda del 14,9%.“I numeri testimoniano come il futurolavorativo dei giovani stia diventando sulpiano provinciale la priorità delle priorità”, èstata questa la reazione del Presidente delGruppo Giovani Imprenditori dell’<strong>Unione</strong><strong>Industriali</strong> <strong>varesina</strong>, Roberto Caironi,rilasciata alla stampa locale a commento deidati sui Neet. “Al di là delle difficoltàcongiunturali - ha continuato Caironi nella suadichiarazione - pochi settori eguagliano la capacità dicrescita professionale di un’impresa manifatturiera,dove un giovane può entrare come semplice operaio(meglio se specializzato) per arrivare col tempo apoterne diventare anche un quadro, nei casi più feliciun dirigente, e perché no, fino alla possibilità, grazieall’esperienza maturata, di mettersi in proprio etrasformarsi lui stesso in unimprenditore”.La media lombardadei Neet è del15,7%, quellanazionale è del22,1%.Come dire: per tornare acrescere bisogna puntaresull’industria. L’unica ingrado, nonostante le difficoltàattuali, di invertire latendenza del calooccupazionale. Giovanile enon. A dimostrarlo sono i numeri. Perché se è vero chein provincia di Varese tra il 2007 e il 2011 si è passatida un tasso di disoccupazione del 2,6% all’attuale5,3%, perdendo per strada 11mila addetti, è anchevero che l’unico sprazzo di luce è stato quello al qualesi è assistito tra il 2009 e il 2010 con un aumento del2% dei posti di lavoro. Quasi tutti attribuibili ad unrecupero dell’industria, con i settori dei servizi, delcommercio e del turismo fermi al palo.Il dato, però, è generale. Rimane il problema diun’occupazione giovanile in crisi. Una pillola amara,addolcita solo dal fatto che Varese, sul fronte dei Neet,Roberto Caironi,Presidente dei Giovani<strong>Industriali</strong>: “Il futurolavorativo dei ragazzista diventando sul pianoprovinciale la prioritàdelle priorità”.è sì al di sopra della media lombarda,ma rimane al di sotto di quellanazionale, pari al 22,1%. Magraconsolazione. Soprattutto se si pensa,per esempio, che nelle Marche tutte leprovince hanno dati migliori di quellovaresino. Così come sono migliori lemedie di regioni come il Piemonte(16,7%), l’Emilia Romagna (15,6%), ilFriuli Venezia Giulia (14,1%), laToscana (15,5%).“Nonostante questi numeri, però, nonpenso si possa parlare di un casoVarese”, spiega Samek Lodovici.Semmai il problema è nazionale:“Siamo di fronte al rischio di unacicatrice intergenerazionale. Si staallargando il tempo di passaggio tra lostudio e il lavoro”. Il risultato:“Conseguenze che sentiremo nel tempocon i giovani che dovranno affrontarepercorsi di carriera più difficoltosi,redditi e pensioni più bassi”. In pratica“un impoverimento”: “Per la primavolta - chiarisce il concetto Samek Lodovici - assistiamoin Italia ad un peggioramento del benessere da unagenerazione all’altra, pur essendo l’ultima più istruitadella prima”. A calcolare il costo esatto dei Neet inItalia è stata la Fondazione Dublino che lo ha stimatointorno ai 27 miliardi l’anno. Largamente il peggiordato in Europa se si pensa che al secondo posto sipiazza la Gran Bretagna con 16,4 miliardi.Per una realtà da sempre considerata ricca diopportunità come Varese, però, sul sollievo di nonrappresentare un caso nazionale, ha il sopravvento ladelusione di non fare eccezione, se non in negativoall’interno delle aree più sviluppate del Paese come laLombardia. Al di là dei Neet, lo dimostra anche il datosulla disoccupazione giovanile tra i ragazzi che vannodai 15 ai 24 anni e che a Varese è del 20,7%. Ben piùbasso della media italiana del 27,8%, ma, anche inquesto caso, più alto del 19,8% lombardo. Ladisoccupazione <strong>varesina</strong> è, invece, perfettamente inlinea con quella under 25 dell’area euro pari appunto,secondo gli ultimi dati Eurostat, al 20,7%.La situazione occupazionale, però, migliora e non pocose si alza l’asticella del concetto di giovani. Se si passadal limite dei 25 anni a quella dei 34 Varese ribalta ipropri piazzamenti. È come essere di fronte ad unoscalone generazionale delle fortune lavorative. Inquesta fascia di età (25-34 anni appunto) il tasso dioccupazione nel Varesotto è infatti pari all’81,65%.Meglio di noi, in Italia, fanno solo 5 province: Lecco,6 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


FocusA Varese il tasso didisoccupazione tra i 15e i 24 anni è del20,7%, che caladrasticamente al 4,8%nella fascia di età tra i25 e i 34 anni.Cuneo, Bolzano, Biella,Belluno. Con laconseguenza di un tassodi disoccupazione del4,8% molto più digeribileper il territorio. Non soloperché è inferiore al datogenerale provinciale del5,3%. Ma anche perché èla metà dello stesso valore che si registra tra i coetaneidel resto d’Italia, dove il dato nazionale è più chedoppio: pari all’11,9%.Davide CionfriniTHE NEET GENERATIONThis term refers to young people between 16 and 29years of age who are not in employment, education or training.In Varese this category is growing and there are 22 thousandNEET young adults, the equivalent of 17% of all those in that agegroup. Varese has some of the worst statistics in Lombardy.According to Samek Lodovici from the Carlo Cattaneo University-LIUC: “We are faced with the risk of increased Italian poverty inthe future and this would cause intergenerational scarring”.The average NEET statistics in Lombardy are 15.7% whilst thenational average is 22.1%. In Varese the unemployment rateamong those between the age of 15 and 24 is 20.7% and thisfigure drops drastically to 4.8% in the 25 to 34 age .group.FOCUSLa storia: da magazziniere a commercialistaCome reagirebbe la maggioranza dei laureati se, pezzo di carta in mano, l’unica chance lavorativafosse di fare il magazziniere? Cosa farebbero molti giovani se, dopo le dimissioni da un posto damanager, qualcuno offrisse loro di guadagnarsi da vivere guidando un muletto? Probabilmente, nei più,vincerebbe la frustrazione. Meglio la disoccupazione, l’attesa di qualcosa di diverso. Meglio essere unNeet. Non è stato così per Marco Masci. Laureatosi nel 1996 all’Università Carlo Cattaneo-LIUC, oggi, a39 anni, Marco ha uno studio commercialista a Busto Arsizio con una sede distaccata a Milano. Permolti ragazzi, una situazioni invidiabile. Ma quanti avrebbero accettato il suo percorso? Passi indietrocompresi? “Nella mia vita – racconta Marco – ho fatto più o meno 15 lavori”. E non sempre il cambioha comportato un salto di qualità.Dopo la discussione della tesi Marco trova lavoro in uno studio di consulenza del lavoro. Un po’ di gavetta e poi, trail 2000 e il 2003 lo sbarco nel settore di Borsa Italiana. “Entrai grazie ad una sostituzione maternità e dopo dueanni diventai financial controler italiano”. Il ragazzo piace, ma il “tempo indeterminato” non è arrivato subito. “Mi civollero 15 mesi tra una conferma e l’altra”. Il risultato finale, però, è premiante: Senior Financial Controler.Tradotto: un buono stipendio. “Il mio sogno allora era arrivare a essere l’amministratore delegato di un’importanterealtà, ma per riuscirci dovevo acquisire più esperienze, così, a malincuore, mi dimisi”. Nuovo approdo: unamultinazionale. Altro passo avanti. Ma dura poco: “Non andavo d’accordo con i vertici, diversità di vedute”. Marcodà le dimissioni senza avere un paracadute. Non vuole però stare a casa nemmeno un giorno. Unica alternativa, unposto da magazziniere. Un problema per molti, non per Marco. “Accettai, anche se lo stipendio era meno dellametà di quello di prima”.Dalle decisioni strategiche aziendali prese a stretto contatto con i vertici internazionali di una società, alla necessitàdi imparare a guidare un muletto. “Ci misi due settimane, alla fine ero un drago”, racconta Marco che ancora ogginon si pente di quella scelta: “Non avrei mai accettato di stare fermo a casa senza fare nulla. Era maggio, difficiletrovare qualcosa prima della pausa estiva”. Volontà, determinazione, umiltà. Caratteristiche che pagano.L’esperienza di Marco lo dimostra. Dopo due mesi dal magazzino viene spostato in amministrazione, di cui diventain poco tempo responsabile. Bastano 6 mesi e lo nota un’azienda meccanica di Castronno. Marco cambia ancoralavoro: “Era una società che fatturava diversi milioni di euro. Una bella realtà, in poco tempo divenni il numero tre,subito dietro al vertice dell’azienda guidata da padre e figlio”. Intanto, però, Marco studia da commercialista. Ed èquesto il suo presente. Nel 2005 l’apertura dello studio a Busto Arsizio, poi nel 2011 quella della filiale a Milano:“Seguiamo diverse realtà e alcuni personaggi famosi”. E quando ripensa a quel lavoro da magazziniere? “Miricordo le pause pranzo con i miei cinque colleghi sudafricani. La difficoltà di capirsi con la lingua”. Rifarebbetutto? “Non ho mai voluto stare fermo e così ho fatto”. Un consiglio ai giovani Neet? “Non passate mai il vostrotempo a letto a dormire. Buttatevi nel settore che vi piace”. Sapendo però, che prima di raggiungere l’obiettivo,bisogna magari mettere in conto qualche passo indietro.(D.C.)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS7


FOCUSNon ho tempo!Lo investono o lo sprecano? Come vivono il tempo libero i giovani di oggi.Non sono (ancora) bamboccioni e nonsono (già) nativi digitali. E' senzadefinizione - perché “Millenials” li nomina, manon li descrive - quella generazione che vadai 18 ai 25 anni, che deve fare i conti dauna parte con un mondo in spasmodicaevoluzione dalle potenzialità praticamenteinfinite, dall'altra con una diffusa delusione,disillusione, nei confronti di quei valori iericonsiderati fondanti, ereditatati da mamma e papà.Come vivono questi ragazzi? Dati inquietanti sul numerodi giovani che non studiano e non lavorano - e spessonon per scelta - impongono una riflessione. Su come sisentano, come si relazionano con società, economia,politica. Ma, senza addentrarci in un percorso dimassimi sistemi, ci poniamo domande concrete. Sull'usodel tempo, ad esempio: viste le premesse, cosa fanno iragazzi del loro tempo? Lo abbiamo chiesto a tre esperti“del settore”, ben consapevoli che ciascun punto di vistanon esaurisca la questione ma sia senz'altro osservatorioprivilegiato basato su un contatto diretto con il mondogiovanile.COME LA VEDI?“Realtà e tendenze della condizione giovanile a Varese.Il giudizio dei giovani sulla città”. Un sottotitoloaltisonante per una ricerca, in realtà, molto concreta,I dati dellacampionaturaconfermano lapercezione deiprofessionistidel settore.come tutte le iniziative sostenutedall'InformaGiovani varesino. Il risultato diuno studio del 2010, curato con metodoscientifico dall'Università dell'Insubria,all'interno del Progetto Mosaico, che in granparte si basava sull'elaborazione diquestionari stilati direttamente dai giovani.Come vivono i ragazzi la città e come lavedono? Questa la domanda. Chiaral'esigenza: per studiare una proposta ad hoc, èimprescindibile avere un quadro chiaro della situazionedi fatto, una mappatura del panorama cittadino. Adilluminarci sui risultati è Elena Emilitri, responsabiledell'InformaGiovani del Comune di Varese, che cievidenzia subito un limite operativo. I dati confermano lapercezione dei professionisti del settore senza grandisorprese: il che, se da una parte sostiene con certezza labontà del lavoro svolto a favore del mondo giovane (eanche la sensibilità <strong>degli</strong> operatori, verrebbe daaggiungere), dall'altra offre pochi spunti di novità su cuilavorare per creare nuovi strumenti.In generale, la ricercaevidenzia un mondo piuttostoomogeneo (la campionatura sibasa sulla città Varese, ma irisultati sono facilmenteapplicabili alla provincia): nelTrionfa lanormalità e laspontaneità.8 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Focustempo libero i ragazzi sono molto simili.Non troppa cultura, non troppa informatica:trionferebbe la normalità, nonnecessariamente mediocrità; le eccezioniverso cui rivolgere proposte artistiche, sonouna minoranza. Si confermano le attivitàtradizionali, spontanee, come il ritrovarsi nei vari locali,bar, pub o la consuetudine delle “vasche” del sabato.In testa alle attività giornaliere, ci sono il Computer18,89% (un dato che ad un anno di distanza potrebbeessere variato e che viene auto stimato dai più in unamedia di 1-3 ore al giorno), Sport 12,93%,Musica10,78%. Stupisce, subito dopo le attività all'ariaaperta (10,33%) o in piazza con gli amici (9,96%) unabuona percentuale di tempo dedicata allo shopping(9,32%).Un secondo aspetto è la percezione nei confronti dellapropria città. Il giudizio è molto diverso a secondadell'osservatore: il varesino è ipercritico nei confronti dicasa propria. Chi viene da fuori, ne apprezza lapiacevolezza. Nel complesso, per dirla con un giudizioscolastico, la città ha “le capacità ma non si applica” e,in ogni caso, non sarebbe un posto per giovani. Iragazzi valutano i coetanei come snob e borghesi: ungiudizio che ironicamente suona piuttosto snob.Niente, però, che si discosti in modo così netto dalleabitudini <strong>degli</strong> over 35, nel complesso.Quello che però emerge in maniera chiara è il climarinunciatario generalizzato.Lo spirito critico c'è. Manca la propositività.Un esempio? L'interesse nei confronti della politica. Nonintesa come ideologia, ma come impegno attivo nel propriotempo libero. Dalla ricerca e dall'osservazione emerge unalontananza del mondo giovanile, come se, a quei problemioggi comunemente intesi, non si potessero offrire soluzionipersonali. Su questo, va detto,lavorano gli educatori. “LaFavorire lapartecipazioneattiva dei ragazzi,far emergere iloro talenti.prima volta fallo per amore.Vota consapevolmente” era iltitolo di un incontro dedicatonell'aprile scorso aineodiciottenni che siaccostavano al voto.Eccezione nella regola, ilvolontariato: nei confronti diquesto tema, i ragazzi si rivelano più impegnati. Undato che potrebbe essere letto come un risultato delfruttuoso lavoro del Cesvov sul territorio o magari comeuna risposta etica spontanea alla crisi economica.Di certo nella gestione del tempo, va considerato unpunto fermo: il futuro per i ragazzi è un'incognita. Ladisoccupazione è una prospettiva reale per necessità equesto non favorisce di certo lo sviluppo diVarese ha “lecapacità, manon si applica”.un'autonomia. Non si tratta più di una sceltapersonale, ma di condizioni reali che limitanopsicologicamente la gestione positiva deltempo.Se un problema c'è, la soluzione non puòessere semplicistica e non è certo semplice.Favorire la partecipazione attiva dei ragazzi, faremergere i loro talenti è sicuramente un buon punto dipartenza. Come ci racconta Emilitri, i progetti studiati daInformaGiovani ne sono un esempio: dal coinvolgimentodi giovanissimi architetti nella realizzazione della nuovasede, fino a iniziative ormai note. I ragazzi non sonomeri fruitori ma coinvolti in prima personanell'organizzazione dei vari eventi. Le foto di questepagine, ad esempio, sonofirmate da Jessica Musto ePaola Truglia, due giovanissimecoinvolte sia nella redazionedel progetto Notturno Giovani,che nella giuria del concorsoVa sul Palco. E, ormai, anchefotografe.La delusione,l'esasperazione,la poca abitudineal tempo liberoportano a unacattiva gestionedello stesso.DOMANDE E RISPOSTESia come responsabile dellapastorale giovanile di Busto Arsizio, sia come assistentedel Centro Giovanile Stoà, Don Alberto Lolli è in contattoAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUSFOCUS9


EconomiaLa posta ingioco in unaUe che cambiavestitoFiscal Compact, pareggio di bilancio, fattori rilevanti,accordo intergovernativo, Esm, Bce: acronimi etermini su cui gli Stati dell’<strong>Unione</strong> Europea si stannoconfrontando per salvare l’euro e da cui dipenderà ilfuturo di ogni cittadino. Più di quanto si pensi.ell’<strong>Unione</strong> Europea si sta giocando“N una partita importantissima a cuil’opinione pubblica italiana dovrebbeprestare più interesse e maggioreattenzione”. Non foss’altro perché, spiegaAlberto Malatesta, docente di dirittointernazionale alla facoltà diGiurisprudenza dell’Università CarloCattaneo-LIUC, “il risultato finale incideràmolto sulla quotidianità di ognuno di noi”.Soprattutto a livello di portafoglio, è il casodi aggiungere.Un esempio? Nelle trattative in atto a Bruxelles per adottarenuove regole in grado di salvare l’euro, c’è l’ipotesi diobblighi più stringenti per diminuire il debito dei singoli Stati.Uno dei punti deboli dell’Italia, che ha un rapporto tra debitopubblico e Prodotto Interno Lordo del 120%. Ebbene, sedovesse passare la più intransigente linea tedescarischieremmo di dover assistere, continua Malatesta, “amanovre finanziarie di 45 miliardi l’anno per i prossimi 10anni, a partire da oggi”. Tanto per dare un metro diparagone, è il valore della correzione dei conti pubblicigarantiti per il 2012 dalle tre manovre assestate negli scorsimesi dal governo Berlusconi prima e Monti poi.È bene dirlo subito: probabilmente il boccone per l’Italia nonsarà così amaro. Ma anche solo le ipotesi di impatti cosìdevastanti danno l’idea della posta in gioco per ognicittadino. Da qui l’importanza di cercare di capirne qualcosadi più. Andando a scoprire cosa si cela dietro a terminiestranei ai più come Fiscal Compact, pareggio di bilancio,fattori rilevanti, accordo intergovernativo, Esm.Pareggio di bilancio:l’obiettivo di obbligare glistati ad essere piùdisciplinati nella gestionedei conti pubblici con unrapporto deficit/Piltendente allo zero.Intanto la premessa, il cappello generale: “E’ da quando ènato l’euro - spiega Andrea Santini, docente di DirittoInternazionale all’Università Cattolica di Milano - che tuttiadditano come debole e pericolosa la scelta fatta allora diaffidare alle istituzioni della Ue il solo coordinamentodelle politiche monetarie, senza che gli Stati cedanoanche solo un briciolo delle competenze in ambito dipolitica economica”. Un nervo scopertoda un decennio circa “che prima o poidoveva presentare il conto in unmomento di forte crisi”. Ed eccoci qui:con i mercati che mettono a rischio lastabilità di molti Stati, la tenuta dei loroconti e di riflesso l’esistenza della stessamoneta unica. Di fronte a questo attacco,continua Santini, i membri della Ue esoprattutto della zona euro avevano duescelte: “O cedere alle istituzionicomunitarie la sovranità economica, dando così vita aiveri e propri Stati Uniti d’Europa, oggi ancoraimpensabile, oppure trovare una soluzione dicompromesso con un maggior coordinamento nei vincolidi bilancio che ogni Stato deve rispettare”. Il cosiddettoFiscal Compact, appunto. Un patto per venirsi tuttiincontro, almeno su obiettivi comuni da perseguire.Ognuno dovrà riuscire a indossare un vestito di taglia “S”,con misure ben precise e uguali per tutti. A ciascun Stato ilcompito di scegliere la cura dimagrante migliore. Bastache funzioni e sia efficace.Cominciamo dunque dalle taglie che i sarti europeistanno definendo in questi giorni e che dovranno poiessere approvate a marzo durante una riunione delSe passasse la linea di rientri rigorosi per rispettareil parametro di un rapporto debito pubblico/pilmassimo del 60%, per l’Italia si prospetterebberosubito manovre da 45 miliardi ogni anno.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUSECONOMIA13


EconomiaECONOMIAConsiglio Europeo, il massimo organodecisionale dell’<strong>Unione</strong> Europea dovesono rappresentati tutti i capi di Stato edi Governo. Primo punto da rispettare: ilpareggio di bilancio, detto in numeri ilrapporto deficit/Pil pari a zero o quasi,regola che dovrà essere recepita nero subianco da ogni singolo Stato all’internodel proprio ordinamento. In pratica sarà la stessa legge aimpedire agli Stati membri di spendere più di quantoincassano. Fino ad oggi non è stato così visto il forteindebitamento di molti Paesi, tra cui la Grecia, la Spagna,il Belgio e la stessa Italia. Chi sbaglia paga, con sanzioni.Sarà tollerata una soglia di rapporto defici/Pil massimadel 3%. “In realtà tale parametro - precisa Malatesta dellaLIUC - è un ritorno alle origini. Il trattato di Maastricht giàprevedeva questa soglia massima, ma poi la disciplinasanzionatoria fu ammorbidita nel periodo tra il 2002 e il2003”. Guarda caso proprio per venire incontro alleesigenze di Francia e Germania, che dentro il vestito nonci stavano più e che non riuscivano a trovare il modo dichiudere i bottoni. Oggi, però, nell’ipotesi di accordo allostudio, si parla di arrivare ad un tolleranza zero o quasi.Oltre la soglia del rapporto defici/Pil del 3% scatterebberocosì sanzioni automatiche. Come una dieta forzata chepotrebbe esserefermata solo da unamaggioranzaqualificata di Statimembri.C’è poi l’altra misuradel vestito darispettare, quella che,come Italia, ci vedetra i meno in forma.Quella del debitopubblico di ognisingolo Stato il cuiLe nuove regole del FiscalCompact verrebberointrodotte con un accordointergovernativo tra singoliStati, non con una riformadei Trattati Comunitari giàesistenti, per la quale occorrel’unanimità che non c’è per ilno della Gran Bretagna.ammontare non potrà superare la soglia del 60% del Pil.Ed è qui che il nostro Paese si gioca tutte le sue carte. LaGermania, così come per il deficit, vorrebbe automatismipunitivi per quei Paesi che non fossero in grado di ridurrequesto rapporto di un ventesimo ogni anno. Detta così,senza nessuna deroga o eccezione, la regola costerebbecara alle nostre casse. Ciò costringerebbe infatti ilGoverno, di qualsiasi colore politico o tecnico, a impostareper i prossimi anni, a partire da questo, manovre per unvalore di quasi 45 miliardi l’anno. “L’impatto sociale -chiarisce il concetto Malatesta - sarebbe devastante”. Daqui la richiesta del premier Mario Monti di eccezioni inpresenza dei cosiddetti fattori rilevanti. Se cioè, adesempio, il sistema pensionistico fosse sostenibile (e quelloitaliano dopo l’ultima riforma ormai lo è) e di fronte ad unEuropean Stability Mechanism:è un fondo salva Stati chepermetterebbe di prestaresoldi ai governi in particolaredifficoltà. Dote prevista: 500miliardi di euro.basso indebitamento privato, cioè deisingoli cittadini e delle famiglie (e suquesto pochi altri Paesi fanno meglio dinoi in Europa), la tabella di rientropotrebbe essere più diluita e ritardata,sostenibile con manovre annue da 20miliardi.Queste per il momento le ipotesi allostudio. C’è poi un altro elemento sul tavolo. Quello che piùdi ogni altro, probabilmente, tranquillizzerebbe i mercati:l’introduzione di uno strumento in grado di venire incontroagli Stati dell’Eurozona in difficoltà. È questo il cosiddettoEsm, acronimo inglese che sta per European StabilityMechanism. In pratica, un meccanismo di salvataggio inextremis, costituito da un fondo in grado di prestare soldiai governi sull’orlo della bancarotta. La dotazione previstaè di 500 miliardi di euro, apportati dai singoli Stati. Con imaggiori contribuenti che saranno, così come avviene giàper il bilancio Ue, Germania, Francia e Italia. Sulfunzionamento del Fondo si gioca una partita nellapartita. Francia e Italia, infatti, vorrebbero che fosse unacopia europea, più o meno identica, di ciò cherappresenta a livello mondiale l’Fmi. La Germania, inqualità di maggior contribuente, è un po’ più scettica sulpunto. Con, sullo sfondo, la possibilità di dare alla BancaCentrale Europea una nuova veste. “Fino ad oggi la Bceha avuto - spiega Santini - il compito di impostarepolitiche monetarie in grado di tenere a badal’andamento dei prezzi nell’Eurozona”. Nulla più. Anchese il recente acquisto di titoli di Stato dei Paesi più indifficoltà come l’Italia, così come i prestiti concessi allebanche a tassi stracciati dell’1% hanno già cominciato adannacquare questo puro ruolo di sentinella dell’inflazione.Il tutto mentre la Gran Bretagna sta a guardare. Al paesedi Sua maestà l’accordo non piace e non verrà firmatoperché privo di una prerogativa imprescindibile: quella dipoter mettere il veto su qualsiasi norma europea cheintenda regolare il mercato finanziario. Tradotto: no allaTobin Tax, una tassa europea sugli spostamenti di capitali.Da qui la necessità di un accordo intergovernativo a 26Stati, anziché la ricerca di una riforma unanime a 27 deitrattati europei. Ma sia Santini, sia Malatesta, su questousano identiche parole di ottimismo: “Non è una novità.Anche per altri passi importanti nel processod’integrazione si è optato per un accordo solo tra alcuniStati poi rientrato nell’ambito della normativa comunitaria,come è avvenuto ad esempio con gli accordi di Schengenche abolirono i controlli alle frontiere”. Con il recupero delno inglese in un secondo momento. “Nulla di straordinarioin questo”. La vera partita oggi è far dimagrire i paesi chehanno adottato l’euro. Riportando in forma la monetaunica e l’<strong>Unione</strong> Europea. Il resto si vedrà.Davide Cionfrini14 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


EconomiaACQUAla gestioneresta pubblicaECONOMIACosì ha deciso la Provincia. Gli interrogativi difronte alle pressioni europee in tema diliberalizzazioni e privatizzazioni, oltre che difronte agli ingenti investimenti per ridurre ladispersione delle reti di distribuzione.Il Consiglio della Provincia di Varese ha approvato ladelibera che sancisce l’affidamento “in house” delservizio idrico integrato, che comprende acquedotti,fognature e depurazione. Un’indicazione ben precisa:scegliere un unico gestore in house, così che il ciclodell’acqua continui ad essere gestito dal settore pubblico.Per definizione la società in house può essere partecipatasolo da enti pubblici ed esclude qualsiasi concorso diprivati.La strada imboccata da Villa Recalcati esclude cosìqualsiasi forma di privatizzazione dei servizi legati alciclo dell’acqua. Inoltre - ha fatto osservare la Provincia -questa formula garantirà anche una serie di vantaggisotto i profili organizzativo ed economico. Il gestoreunico, infatti, consentirà di superare l’attualeframmentazione della gestione dei servizi, oggiparcellizzata in molteplici società, che spesso portano alladuplicazione di costi e fasi di lavoro.In particolare, sugli interventi di manutenzione e imiglioramenti <strong>degli</strong> impianti, oggi fatti a macchia dileopardo e con difficoltà, si potrà invece ragionare sueconomie di scala e programmazione unica derivanti dauna pianificazione complessiva più razionale, sviluppatainsieme ai Comuni (che rimangono proprietari delle reti epartecipi direttamente delle scelte strategiche). Il tutto avantaggio di una migliore efficienza e ottimizzazione delservizio.La decisione, allo stato, è certamente coerente con l’esitodel referendum del 12 e 13 giugno 2011, con il quale icittadini italiani hanno deciso l’abrogazione della normache consentiva di affidare la gestione dei servizi pubblicilocali di rilevanza economica a soggetti scelti a seguito digara ad evidenza pubblica, consentendo la gestione inUna decisione coerentecon l’esito del referendumdel 12 e 13 giugno 2011in materia di gestione delciclo dell’acqua.house solo overicorressero situazionidel tutto eccezionali, chenon permettessero unefficace ed utile ricorsoal mercato.Nella manovra distabilizzazione della finanza pubblica messa a punto dalGoverno Berlusconi nell’agosto 2011 era contenuta unadisposizione (art. 4) che, nelle intenzioni, volevarappresentare l'adeguamento della disciplina dei servizipubblici locali sia al referendum popolare, sia allerichieste dell'<strong>Unione</strong> europea. Essa prevede infatti una“gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali dirilevanza economica”. Insomma, una riproposizionedella possibilità di privatizzare i servizi pubblici persoddisfare le richieste che l’<strong>Unione</strong> Europea avevaavanzato in quella lettera al Governo dei primi di agosto2011, nella quale, tra l’altro, si paventava “la pienaAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS15


EconomiaECONOMIAliberalizzazione dei servizi pubblicilocali e dei servizi professionali…ancheattraverso privatizzazioni su largascala”. Peraltro nei provvedimentiannunciati dal nuovo Governo Monti perfavorire lo sviluppo, tra le disposizioniriguardanti le liberalizzazioni nel settoredei servizi pubblici locali sembrarimanere escluso (al momento dellastesura del presente testo ndr) quelloidrico in quanto considerato“intoccabile” proprio a seguito dell’esito del referendum.Per quanto, dunque, come detto, la delibera dellaProvincia di Varese sia ineccepibile sotto il profilo dellostatus quo ordinamentale, resta il fatto che il tema delleliberalizzazioni e privatizzazioni continua ad essere untema aperto sulla scorta <strong>degli</strong> orientamenti cari aBruxelles.C’è poi un’altra questione che dovrà trovare una rispostanella scelta della Provincia e dei Comuni varesini dimantenere pubblico il servizio integrato dell’acqua. Sitratta della necessità di mettere mano alla rete didistribuzione per ridurre il più possibile il tasso didispersione, che, in Italia, è del 47% (fonte Istat) e, in unIn prospettiva, due questioniaperte: l’insistenza della UEsulla privatizzazione deiservizi pubblici locali e lerisorse per gli investimentinecessari ad evitare le attualidispersioni nella rete didistribuzione idrica.documento dell’Ato (Autorità d’AmbitoTerritoriale Ottimale) di Varese, per taleambito, è indicata al 32%. Unapercentuale più virtuosa, per usare uneufemismo, rispetto ai valori più alti chesi registrano nelle regioni Puglia,Sardegna, Molise e Abruzzo e anchesolo rispetto alla media italiana. Ma pursempre un problema che non può nonessere affrontato.Secondo il Conviri (Commissionenazionale di vigilanza sulle risorse idriche), nei prossimi30 anni serviranno circa 64 miliardi di euro per lamanutenzione e l’ammodernamento delle reti idricheitaliane. Stante il progressivo assottigliamento dellerisorse a disposizione <strong>degli</strong> enti locali, viene dadomandarsi se essi saranno in grado di fronteggiarequesta sfida, che ha delle notevoli implicazioni non soloeconomiche, ma anche strategiche in considerazionedella tendenziale scarsità della risorsa idrica che il futuroci riserva.Mauro Luoniwww.provincia.va.it


SCIENZAScienzaArtico, continualo scioglimento dei ghiacciLa situazione si sta facendo drammatica: persi 430 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 2010 e il 2011.intera regione sta entrando in unaL’ nuova fase della sua storia: piùcalda, più verde e con sempre minorghiaccio. Sembrerebbe di descrivereun’area idilliaca del pianeta se nonfosse che stiamo parlando dell’Artico,la regione cioè che sta attorno al PoloNord, dove le condizioni migliori sihanno quando fa molto freddo e c’ètanto ghiaccio. Ma questo è il quadroche risulta dall’ultimo Artic ReportCard che è stato realizzato da 121 scienziati di 14 Paesidel pianeta. Un suo riscaldamento apporta una vera epropria cascata di fenomeni negativi a livello globale,anche se esiste un risvolto che da molti viene consideratopositivo. Tra le ricadute negative vi è soprattutto il fattoche la perdita di ghiacci pur non agendo sul livello deimari perché essi appoggiano sull'acqua, fa sì chel’oceano assorba una maggiore quantità di energiasolare riscaldando l’area. Questo potrebbe avere serieconseguenze sulla circolazione delle più importanticorrenti oceaniche del pianeta, alcune delle qualipotrebbero addirittura bloccarsi.Oltre alla diminuzione dellivello di ozono in prossimitàdel Polo Nord, lo scioglimentodei ghiacci provocainnalzamento del livello edella temperatura <strong>degli</strong> oceanicon conseguenti anomalieatmosferiche.Ma cosa dice esattamente il rapporto?Iniziamo dall’atmosfera. La temperaturadel 2011 è stata di 1,5°C superiore allamedia calcolata tra il 1981 e il 2010.Se si tiene conto che l’aumento globaledella temperatura terrestre tra il 1850 eil 2010 è stato di 0,8°C, ci si rendeconto come in quest’area del pianeta ilriscaldamento sia stato di moltosuperiore. Inoltre si è registrata unadiminuzione del livello di ozono inprossimità del Polo Nord che ha raggiunto i valori piùbassi mai rilevati. Si è poi rilevata un’altra anomaliaatmosferica che è stata responsabile <strong>degli</strong> inverni moltofreddi <strong>degli</strong> ultimi anni che si sono avuti sul NordAmerica e in parte anche in Europa. Si è verificatainfatti, una anomala persistenza di un anticiclone che sulPolo Nord ormai dura da quattordici anni, davveroun’eccezione per durata, se si pensa che nel passato disolito esso vi rimaneva per non più di 8 anni. Lapresenza dell’anticiclone obbliga le correnti d’ariafredda a scendere a latitudini più basse e questo spiegagli inverni rigidi alle nostre latitudini. L’insieme di taliAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS17


ScienzaSCIENZAfenomeni ha fatto si che l’estensione deighiacci artici negli ultimi anni (dal 2006)sia stata del 15-20% inferiore alla mediacalcolata tra il 1979 e il 2000. Ilriscaldamento ha ridotto come non maianche lo spessore dei ghiacci. La lororiduzione ha permesso al mare diriscaldarsi maggiormente e comeconseguenza di espandersi così da innalzare di alcunimillimetri il suo livello medio.Ma secondo il rapporto anche i ghiacciai dellaGroenlandia che appoggiano sulla crosta terrestre sisono ridotti come non si ricorda a memoria d’uomo.Stando ai rilevamenti eseguiti dal satellite “Grace” laperdita di massa della calotta di ghiaccio groenlandesedurante l’intero anno 2010-2011, è stata di 430 miliarditonnellate, il che equivale a un aumento del livello deimari di 1,1 mm. Se da un lato tutto questo haripercussioni notevoli sugli ecosistemi, che al momentosono difficili da quantificare, dall’altro il mondo intero staguardando alle acque che espandono il loro dominioattorno al Polo Nord come nuova meta per losfruttamento petrolifero e minerario. Nell’Artico infatti,sembrerebbe che possa esserci il 13% circa delle riservedi petrolio rimaste sulla Terra e circa il 30% di quelle digas. Americani, canadesi, russi e norvegesi stanno giàbattendo da alcuni anniNell’Artico sembrerebbeche possa esserci il 13%circa delle riserve dipetrolio rimaste sullaTerra e circa il 30% diquelle di gas.le acque polari. Almomento essi sonointeressati a definire conla maggior precisionepossibile i confinigeologici dei vari Paesiche si affaccianosull’Artico. Spiega BrianEdwards del ServizioGeologico americano: “Definire quali sono i confinigeologici dei nostri territori, significa, in base alTrattato Internazionale dei Mari, poter delineare conprecisione quali territori appartengono ad ogni singolostato e quindi quali possono essere esplorati e sfruttatida ciascun Paese”. La Russia, già alcuni anni or sonoaveva mandato un proprio sommergibile sul fondo delPolo Nord dove piantò la propria bandiera. Estrarrepetrolio nelle aree artiche è una sfida contro la naturache ha pochi confronti, sia che avvenga in mare chesulla terraferma. Gli uomini addetti ai lavori, qualunqueattività eseguano, devono fare fronte ai movimenti delpack, agli iceberg, alle temperature estremamentefredde, alle tempeste e alle condizioni estreme quandoscende la notte artica che dura circa sei mesi. Per questimotivi, le compagnie petrolifere, al momento, stannoesplorando nei dettagli le aree marine più vicine alleLa liquefazione dellabanchisa polareconsentirà peraltro losfruttamento deigiacimenti di petrolio egas sub-marini.coste e le più accessibili e, quando èpossibile, cercano di costruire piccoleisole artificiali da collegare allaterraferma, così da evitare di lasciare lepiattaforme petrolifere troppo isolate.Quando bisognerà andare ancor più allargo le piattaforme sarannocostantemente protette da rompighiaccio,almeno fin quando i ghiacci non si ritireranno del tutto.La prima di queste sarà russa e sarà costruita a 650km dalle coste, dove il mare è profondo 300 m ealmeno per i prossimi dieci anni sarà coperto daighiacci almeno durante l’inverno. La piattaformainizierà ad operare nel 2016. Nonostante che tutte lecompagnie petrolifere insistono nel sostenere che lepiattaforme saranno aprova di ogni eventoestremo, molti gruppiambientalisti fannopresente che il pericolonon viene solo dallepiattaforme, ma anchedalle navi che dovrannofare la spola con esseper rifornirsi di olio. Ilpack, gli iceberg e letempeste renderanno inevitabili gli incidenti e in acquefredde una fuoriuscita di petrolio potrebbe creare dannirealmente irreversibili all’ambiente. In quel mondoinfatti, una fuoriuscita di greggio può essere contenutasolo in estate, ma le acque molto fredde rendono l’oliomolto più stabile che non in quelle calde e dunque perla natura è assai più difficile eliminarlo e, come si èvisto in molti incidenti petroliferi marini, l’uomo riesce afare ben poco.Luigi BignamiARCTIC ICE IS STILL MELTINGPericoli connessi coneventuali incidenti allepetroliere: alletemperature polarisarebbe moltocomplicato ripulire ilmare dal petrolio.The situation is becoming dramatic: 430 billion tonnes of icewere lost between 2010 and 2011. As well as ozonedepletion in close proximity to the North Pole, meltingglaciers also lead to an increase in sea level and temperaturewhich, in turn, causes abnormal atmospheric conditions. Theliquefaction of sea ice will also allow for the exploitation ofsubmarine oil and gas fields. It would appear that 13% of theEarth's remaining oil reserves and some 30% of its gasreserves are to be found in the Arctic.18 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


ScienzaStaminali perossa e cartilagineSCIENZACinque aziende tra Italia e Svizzera. Oltre 2 milioni dieuro per curare artrosi, fratture e patologie dei tendini.Prossima la sperimentazione sull’uomo.Si chiama ‘scaffold’ ed è il piccolo contenitore biodegradabile diderivazione plastica che fa crescere e aderire al corpo le cellulestaminali, misura solo qualche micron ma potrebbe avere unimpatto enorme sullo sviluppo della terapia per curare artrosi,fratture ossee o tendiniti.Queste sono solo alcune delleapplicazioni che ci siimmagina oggi, allaconclusione del convegno dipresentazione dei risultati sulprogetto di cooperazionetransfrontaliera Italia-Svizzerain materia di ricerca einnovazione tecnologica.Avviato nel giugno 2009, ilprogetto ‘CLUB’ prevede lacollaborazione tra piccole emedie imprese specializzate nelsettore medico e biotecnologiconella fascia di territorio tra Varesee Cantone Ticino per lo sviluppodi un ‘prodotto’ in grado dipermettere alle cellule staminali dirigenerarsi in modo sicuro eveloce e di andare a ripararetessuti ossei o cartilagineidanneggiati, altrimenti curabili -nei casi più gravi - con protesi.Si potrà curare l’artrosi alginocchio, all’anca o allemani impiantando piccolicontenitori che rigeneranole cellule staminali delpaziente.Una collaborazione tra PMIvaresine e ticinesi del settoremedico e biotecnologico per losviluppo di un ‘prodotto’ ingrado di permettere allecellule staminali di rigenerarsiin modo sicuro e veloce e diandare a riparare tessuti osseio cartilaginei danneggiati.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS19


ScienzaSCIENZAA oltre due anni di distanza, lesperimentazioni in laboratorio sonoterminate e hanno dato ottimi risultati,tanto che ci si prepara per quellesull’uomo. “Prevediamo di iniziare lasperimentazione su pazienti a partire dal2012 in collaborazione con l’IstitutoOrtopedico Galeazzi - spiega AndreaGambini direttore dell’Insubrias BioPark,capofila dell’iniziativa - abbiamoAnche un osso rotto puòessere trattato applicandoun reticolo riempito concellule staminali delpaziente. Le cellulecrescono e vanno aricostruire la parte di ossomancante.candidato il progetto per un valorecomplessivo di 2 milioni di Euro al bandoMIUR Regione Lombardia, che potràessere finanziato al massimo al 50%,mentre il resto lo investiranno le aziende egli enti coinvolti”. E conclude: “In questidue anni di sperimentazioni abbiamo giàinvestito 900 mila euro finanziati in partedalle aziende, in parte da RegioneLombardia con fondi europei”.I risultati ottenuti in laboratorio fanno bensperare e le applicazioni sono notevoli come spiega ilpresidente della Fondazione Istituto Insubrico Ricerca perla Vita, Angelo Carenzi: “Potremo curare l’artrosi alginocchio, all’anca o alle mani, ad esempio,impiantando questi piccoli contenitori che rigenererannole cellule staminali del paziente stesso. Oppure un ossorotto può essere trattato applicando questo reticoloriempito con cellule staminali del paziente. Le cellulecrescono e vanno a ricostruire la parte di ossomancante”.Stando ai dati: oltre 1/3 della popolazione in Italiasoffre di artrosi dopo i 60 anni e questo comportacomunque grandi costi per terapie antiinfiammatorie olenitive del dolore - che però non lo risolvonocompletamente - e nei casi più gravi si è costretti adintervenire con la protesi, come spiega Giuseppe Banfi,direttore scientifico dell’IRCCS-Istituto OrtopedicoGaleazzi: “Solo nel nostro centro trattiamo circa 1.800protesi l’anno, che, se sommate a quelli dell’IstitutoRizzoli di Bologna - i due maggiori centri di eccellenza -si arriva a 4.000 casi annui, senza contare tutti quelliche hanno l’artrosi e che non sono da trattarechirurgicamente ma ne soffrono”. Sottolinea ancoraBanfi: “In tal modo si apre una nuova frontiera che è ilsogno della medicina attuale, la terapia personalizzata,che permette di ripristinare le cellule danneggiate con lecellule staminali dell’individuo stesso”.Le filiera aziendale coinvolta nei progetti, gli enti e i ruoli• IBI (Lugano) - produce gli ‘scaffolds’• Micro Sphere (Cantone Ticino) - produce il materiale polimerico di cui è composto lo ‘scaffold’• MAC.GI (Varese) - produce la macchina che produce i filamenti per assemblare lo ‘scaffold’• Politecnico Milano - svolge le analisi chimico/fisiche sugli ‘scaffolds’• Areta (Varese) - inserisce le cellule staminali nello ‘scaffold’ e le coltiva• Università Carlo Cattaneo LIUC (Castellanza) - ha fornito l’analisi economica delle società del settore biomedicale inLombardia• Istituto Ortopedico Galeazzi (Milano) - si occuperà dell’applicazione e della sperimentazione sull’uomo• Provincia di Varese - comunicazione e veicolazione dati e risultatiwww.ricercaperlavita.it - www.insubriasbiopark.it20 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


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High TechIl cellulareper pagareil cafféHIGH TECHSi chiama mobile payment. Un nuovo sistema di pagamentoattraverso il telefonino e lo smartphone. Una tecnologia per laquale è impegnato anche il Laboratorio RFId dell’UniversitàCarlo Cattaneo - LIUC.Il recente abbassamento a mille euro del limite per i pagamenti incontanti imposto dalla manovra del Governo Monti spingeulteriormente verso l’utilizzo dei pagamenti elettronici e rende ancorapiù attuale interrogarsi su una sua particolare tipologia, il mobilepayment, che impiega uno strumento di interazione particolarmentediffuso, il cellulare, anche nella sua forma più evoluta, cioè losmartphone. Il mobile payment consente diverse modalità dipagamento, e tra queste quella di prossimità abilitata dalla Near FieldCommunication (NFC), uno dei temi suiquali sono impegnati già da tempoanche i ricercatori del Lab#ID - illaboratorio RFId attivo all’interno dellaFacoltà di Ingegneria dell’UniversitàCarlo Cattaneo - LIUC - e intorno alquale ha sviluppato un paio di progettidi cui uno già in fase pilotaI pagamenti con ilcellulare sono giàutilizzati da tempo inalcuni paesi, tra i qualiil Giappone, ma ancorapoco in Italia.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS23


High TechHIGH TECHL’NFC è una tecnologia di comunicazione wireless,basata su sistemi a radio frequenza, che consente unacomunicazione bidirezionale a breve distanza, inprossimità appunto, tra due dispositivi con chip RFIdintegrati che creano una rete peer-to-peer. Cellulari dotatidi questa funzionalità possono non solo scambiarsi dati,come già accade per esempio via Bluetooth, ma anche,cosa particolarmente rilevante, effettuare pagamenti, conprospettive particolarmente interessanti per un paesecome l’Italia dove la diffusione di smartphone è moltoalta. Sono già in commercio alcuni modelli di cellularedotati di funzionalità NFC ed è plausibile che sarannosempre più numerosi, stando agli annunci dei maggioriproduttori del mercato.La possibilità di pagare avvicinando ilcellulare a un lettore PoS o addiritturaa un altro cellulare - ma lo stessoavviene utilizzando smartcardcontactless simili alle comuni carte dicredito - consentirà quindi a un largobacino di utenza di effettuare micro (emacro) pagamenti per i propriacquisti e per servizi pubblici, cometrasporti e parcheggi, e anche peracquisire informazioni utili su servizidi pubblica utilità o eventi,manifestazioni, opere esposte nei musei. E’ per esempioquello che sta già avvenendo nei Musei Capitolini, dovevengono fornite informazioni sulle opere esposte tramitesmartphone dotati di tecnologia NFC.I pagamenti con il cellulare sono già utilizzati da tempoin alcuni paesi, tra i quali il Giappone, ma ancora pocoin Italia. Più che dalle limitazioni imposte nell’uso dicontanti, un forte stimolo sarà dato, come si è detto,dalla sempre maggioreGià in fase di testing ilprogetto Mobile Pass diATM, che permette diacquistare direttamentedal telefoninol’abbonamento perviaggiare a Milano suimezzi di superficie emetropolitana.disponibilità di cellulari edi smartphone NFCenabled,dalla diffusionedelle infrastrutture (PoSabilitati), dalcomportamento <strong>degli</strong>esercenti e dalla lorocapacità di comunicare evalorizzare la comodità diquesto tipo di esperienzadi acquisto.Va però sottolineato che siresta per lo più nell’ambito dei micro-pagamenti e,quindi, di transazioni di importo limitato (dai pochicentesimi a qualche decina di euro), che interessano glioperatori del commercio, dalla grande distribuzioneorganizzata al piccolo negozio, fino ai distributoriautomatici, nonché i soggetti che forniscono serviziSi resta per lo più nell’ambito deimicro-pagamenti e, quindi, ditransazioni di importo limitato(dai pochi centesimi a qualchedecina di euro), che interessanogli operatori del commercio, dallagrande distribuzione organizzataal piccolo negozio, fino aidistributori automatici.pubblici come i trasporti, come è il caso, già in fase ditesting, del progetto Mobile Pass di ATM, che permette diacquistare direttamente dal telefonino l’abbonamento perviaggiare a Milano sui mezzi di superficie emetropolitana(http://www.atm.it/it/mobilepass/Pagine/default.aspx).E’ di questi giorni anche la notizia della svoltatecnologica del Pirellone, per cui la Giunta Regionale hadato il via libera alla bigliettazione integrata e allapossibilità di viaggiare sui mezzi pubblici utilizzando isistemi elettronici, carta dei servizi e telefoni cellulariNFC.Una condizione importante per la diffusione deipagamenti NFC non riguarda latecnologia, ma la dimensioneinfrastrutturale del sistema: non ècosa da poco infatti capire chicontrollerà la configurazionecomplessiva del sistema ditransazioni e attraverso quali circuitipasserà il denaro. Una variabilerilevante riguarda anche la sferasociale, dato che ogni cambiamentodi abitudini consolidate deve fare iconti con le resistenze <strong>degli</strong>utilizzatori.Tutto questo rende difficile fare una previsione attendibilea proposito della rapidità con cui i sistemi NFC sidiffonderanno e delle applicazioni in cui essi sarannoeffettivamente impiegati. Ma questa difficoltà diprevisione è tipica dei fenomeni innovativi di ampiadiffusione sociale. E’ già successo per il web e per isistemi RFId.Paola NegrinPAY FOR A COFFEE WITH YOUR MOBILE PHONEIt's called mobile payment and its a new payment system whichuses mobiles and smartphones. The Rfid Laboratory at the CarloCattaneo University – LIUC has also been working on thedevelopment of this technology. In some countries, such as Japan,this type of payment has already been in use for some time but inItaly it is relatively new and not yet widespread. This technology ismostly used for micropayments so we are dealing withtransactions of limited value (from a few cents to a handful ofeuros. These transactions are made within the commerce sectorand this technology is used in large-scale retail trade, small shopsand even for vending machines. The ATM Mobile Pass system isalready being tested and it allows travellers to use their mobiles topurchase public transport passes in Milan.24 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


UNIVERSITA’Università CattaneoOsservatorioIndiaUna realtà crossover, destinata al mondoaccademico ma anche e soprattutto alle aziendeinteressate a questo subcontinente che annovera oltre350 milioni di potenziali clienti.Un osservatorio speciale per non perdere le occasioniche il secondo paese del mondo per popolazione, euno dei più avanzati per crescita, può offrire: è quello cheha messo in campo l’Università Carlo Cattaneo - LIUC conOssindia, l’Osservatorio sull’India fondato da Narinder K.Sharma, che ne è segretario generale e da Rodolfo Helg,professore ordinario di Economia internazionale, direttoredell’Istituto di Economia e direttore dell’Osservatorio. Unarealtà crossover, destinata al mondo accademico maanche e soprattutto alle aziende interessate a questosubcontinente che annovera oltre 350 milioni di potenzialiclienti: tanti quanti sono i rappresentanti della classemedia di questa nazione che conta quasi un miliardo e200 milioni di cittadini.Ma chi “si può permettere” un rapporto d’affari conl’India? “Affrontare l'India è importante sia per l'aziendache ha intenzione di radicarsi anche su quel mercato, siaper quella che è alla ricerca di collaborazioni ad altolivello - spiega RodolfoAffrontare l'India èimportante sia perl'azienda che haintenzione di radicarsianche su quel mercato,sia per quella che è allaricerca di collaborazioniad alto livello.Helg - In India ci sonograndi possibilità diottenere più ancora checosti del lavoroconvenienti, soprattuttoeccellenza tecnologica eservizi qualificati. In unpaese la cui popolazione èseconda al mondo perconsistenza, va tenutoconto però anche di ungrande mercato per chi vuole esportare prodotti del madein Italy. L’India è un paese ancora per la maggior partepovero, ma il numero di famiglie con reddito medio alto,che possono perciò permettersi di comprarequalche oggetto made in Italy, è consistente”.Se ancora ci fosse qualche dubbio, quindi, perl’imprenditore italiano e varesino è arrivato ilmomento di “fare la valigia” e affrontare inuovi mercati: tra i quali,l’India rappresenta uno deipiù importanti e decisamentepiù promettenti. Unpercorso, però, non propriosemplice. “La lingua, perentrare nel mercato indiano,Tre i filoni di attività diOssindia: didattico,partnership con altreuniversità, orientamentoper le PMI.non è un problema: una moltitudine di indiani conosce eparla l’inglese - sottolinea Narinder K. Sharma - E’assolutamente necessario però capirne la cultura. Nonbisogna dare per scontato di avere, per esempio, unabuona reputazione solo perchè italiani: anzi, gli indiani,pur stimando moltissimo la nostra qualità, diffidano dellanostra affidabilità negli affari. Ma basta un approcciorispettoso dei loro costumi per avviare un'amicizia, e sesi avvia un’amicizia questo significa fare del grandebusiness”.Quello della cultura e delle tradizioni è un problema inqualunque luogo si vada, non solo nel subcontinente: “E in questo caso l’errore piùgrande che si possa fare è il “fai da te”dell’internazionalizzazione: muoversi senzaconoscere e senza avere nessuno in loco -26 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Università CattaneoUn grande magazzinodel sub continente indianoIl mercato indiano stacrescendo: la classe media è di350milioni di persone, ognianno 25 milioni di indianipassano dalla povertà allaclasse media. Il che significache anche loro cominciano aguadagnare soldi e spenderli.UNIVERSITA’segnala il direttore di Ossindia - Per le aziendepiù grandi è possibile dislocare una risorsainterna. Per quelle medio piccole, no. Eccoperchè è nata l'idea di questo osservatorio.Noi siamo una Università, non possiamofornire una consulenza: ma prendiamo sulserio la possibilità di fare da sportello inizialeper quelle aziende che vogliono affrontare il“mondo India”, per indirizzarle verso lestrutture più proprie a seconda delle loroesigenze, evitando loro la tentazione del ‘faida te’ o del ‘su Internet trovo tutto’”.Quella del sostegno alle piccole aziende non èperò che una delle anime, non l'unica, dell'Osservatorio. Ifiloni della struttura, nata da pochissimi mesi, sono infattiprincipalmente tre: uno di carattere didattico, fattoprevalentemente da corsi rivolti agli studenti. “Mal'intenzione è di creare corsi ad hoc per le aziende,incontri che permettano di preparare il personale chedeve raggiungere quel paese e relazionarsi per affari”spiega Helg. Il secondo filone è quello delle partnershipcon le altre università: “Siamo già in contatto,innanzitutto, con delle università indiane: una a NewDa sinistra: Rodolfo Helge Narinder K. SharmaDehli e una Mumbai, dove il cuoredella partnership è lo scambio distudenti e docenti. Poi stiamo avviandoprogetti di ricerca con le universitàitaliane, e abbiamo già condotto lasessione economica dell’evento Ispi diMilano sull’India”. Il terzo filone è,infine, quello per le aziende. “Per orain Italia non esiste alcun centro ricercacome il nostro: a Torino esiste unosservatorio che si occupa però solodella parte politologica, mentre aBologna c’è un osservatorioeconomico, che si occupa però di tuttal’Asia”.Il grande paese asiatico, quello su cui ilbusiness internazionale stascommettendo dopo l’exploit dellaCina, non è nemmeno così lontano, dalpunto di vista della cultura aziendale:“In India ci sono più di 26 milioni dipiccole e medie aziende che hanno lastessa vita delle nostre: aziende chefino ad ora hanno prevalentementeguadagnato con le esportazioni -spiega Sharma - Adesso però ilmercato interno sta crescendo: la classemedia è di 350milioni di persone, ognianno 25 milioni di indiani passanodalla povertà alla classe media. Il chesignifica che anche loro cominciano aguadagnare soldi e spenderli. Così,recentemente, le importazioni hannosuperato le esportazioni”. Una situazione interessante adogni livello: “Per questo quando ho creato OsservatorioIndia, il mio scopo principale, oltre a quello accademico,era mettere in contatto le aziende dei due paesi -conclude Sharma - Per dare un mercato agli italiani,trovare partner agli indiani e, infine, unire il business diqualche azienda delle due realtà. Come è già successoanche qui, nel Varesotto”.Stefania RadmanAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS27


20123Dal 1897 al serviziodel territorio6Lunedì Monday Lundi Montag249 - 116Vicina alle famigliealle imprese, alla comunitàDal 1897 al servizio del territorioSedi: Busto Garolfo - via A. Manzoni, 50 - 0331 560111 - Buguggiate - via Cavour, 71 - 0332 458258www.bccbanca1897.itFiliali: Varese, Busto Arsizio, Legnano, Gallarate, Parabiago, Somma Lombardo, Cassano Magnago, Castellanza, Castano Primo, Samarate,Canegrate, Villa Cortese, San Giorgio su Legnano, Dairago, Bodio Lomnago, Buscate, Olcella di Busto Garolfo.Gennaio


FormazioneIn classe parloingleseFORMAZIONEL’esperienza del CLIL, un metodo di insegnamentoper trasmettere contenuti disciplinari del curriculumscolastico attraverso una lingua straniera.nsegnamento veicolare” è la“Itraduzione italiana dell’ingleseContent and Language IntegratedLearning - acronimo CLIL- un metodo diinsegnamento per trasmettere contenutidisciplinari del curriculum scolasticoattraverso una lingua straniera. Che, nelcaso del nostro Paese, è quasi sempre lalingua inglese.Gli esperti dei sistemi scolasticiconsiderano il CLIL una risposta efficace per apprendereuna lingua straniera in modo naturale. Consente diparlare una lingua per uno scopo reale, per esempio perstudiare la storia, la chimica, la musica, o unaqualunque altra materia scolastica. Qualcosa di simile alruolo della lingua latina nei secoli dal Medioevo all’EraModerna, quando scienziati e studiosi la utilizzavanocome lingua di comunicazione.Il CLIL offre diversi vantaggi: ad esempio, spingere lostudente a capire e a parlare la lingua studiata a scuolaper argomentare su tematiche varie, per mettere inpratica regole, modi di dire o forme colloquiali, perampliare il lessico e accedere anche a documenti reali,oggi presenti in gran numero in rete. La lingua stranieradiventa una possibile lingua per “imparare adimparare” i contenuti di altre discipline, per pensare, perfare, per parlare e per comunicare in quella specificalingua, altrimenti studiata solo per due o tre ore lasettimana.Una novità? Per il nostro sistema scolastico sì, anche sele prime esperienze di CLIL risalgono ormai ad undecennio fa. Ma il CLIL è un metodo consolidato inOlanda, Belgio, o nei paesi scandinavi, dove è prassicomune ricorrere a testi in lingua originale per studiareuna o più materie del curriculum: in inglese o in unadelle lingue nazionali, nel caso di paesi bi o trilingue. IlCLIL oggi è fortemente voluto anche dal Ministero,soprattutto nelle scuole superiori, in quanto è ritenutouno strumento indispensabile per potenziare leUna risposta efficaceper apprendere unalingua straniera inmodo naturale. Unmetodo consolidato inOlanda, Belgio e neipaesi scandinavi.competenze linguistiche dei giovani italiani.Il plurilinguismo rientra negli obiettiviprioritari dei sistemi educativi e formatividei Paesi membri della UE: negli anniNovanta si parlava di promuovere “laconoscenza di almeno due linguecomunitarie oltre alla lingua materna”. Nel2006 una Raccomandazione del ParlamentoEuropeo riconosce, come una dellecompetenze chiave irrinunciabili, la comunicazionenelle lingue straniere, ovvero il CLIL.COME FUNZIONAGli studenti ascoltano lezioni, studiano, vengonointerrogati, sempre ricorrendo alla lingua straniera. Ainsegnare in inglese può essere il docente di storia, o discienze o di diritto, o di altra materia, purchégarantisca una solida conoscenza della lingua. Il primopasso è la formazione sul metodo, seguita dallaprogettazione comune al collega di inglese, perpreparare pacchetti di lezioni, corredate di materialecome schede, filmati, specifici software. Ecco che laclasse è pronta per seguire una parte del programmadi una determinata materia in lingua inglese. Certo, losforzo per lo studente diventa doppio: imparare, peresempio, la chimica seguendo le spiegazioni in inglese;studiare un testo in inglese, essere valutato in inglese.Il CLIL nella Riforma GelminiLa Riforma Gelmini ha previsto l’inserimento del CLILnelle ultime classi dei sei licei. Obiettivo: colmare lostorico ritardo del nostro Paese nella conoscenza dellelingue.La Lombardia, regione pilota in Italia, conta 400 classiin 100 istituti (dati del 2006 che verranno aggiornatinel corso di quest’anno).Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS29


FormazioneNel dicembre del 2011 la SEA di Milano e la DirezioneScolastica Regionale hanno siglato un accordo che apread una serie di interventi di SEA nel settore formativo.E’ nato un progetto di eccellenza che servirà apotenziare la lingua inglese nelle scuole primarie deicomuni viciniori all’Hub, in tutto otto istituti scolastici.L’investimento economico di € 450.000 in tre anni, conil supporto tecnico/organizzativo dell’Ufficio di Varese,fornirà alle classi prime dei Comuni da Gallarate aSomma Lombardo, a partire da gennaio 2012, un’orasettimanale di lezione in inglese, a cura di docentimadrelingua affiancati dai maestri di classe. In inglesesi insegnerà la geografia, materia scelta di comuneaccordo dall’assemblea dei dirigenti scolastici dell’area.I fondi sostengono anche la formazione triennale deidocenti già specializzati in inglese, che si sonoimpegnati a conseguire il livello di competenzaindispensabile, il livello B2 della scala di valutazioneeuropea (vedi tabella) . Saranno loro, fra tre anni, asostituire i docenti madrelingua per la diffusione delCLIL.Margherita GirominiL’inglese si impara anche a teatroDa quasi 30 anni a Varese opera l’unica compagniateatrale permanente di lingua inglese in Lombardia,i Benvenuto Players. Il gruppo produce una grandevarietà di opere per bambini e adulti, inclusi lavoridi Shakespeare, Oscar Wilde e Alan Ayckbourn.I Benvenuto Players presentano spettacoli in linguainglese ma i componenti del gruppo sonointernazionali: oltre che dalla Gran Bretagna,provengono da Italia, Francia, Belgio, Estonia e StatiUniti, etc.Negli ultimi anni, ha riscosso grande successo “ilpantomime”, spettacolo della grande tradizioneinglese allestito durante il periodo natalizio.Basato su una favola per i bambini è un eventoamato anche dagli adulti con balli, canzoni e tantaopportunità di partecipazione per gli spettatori.Per saperne di più basta contattare i BenvenutoPlayers: thebenvenutoplayers@gmail.com(C.C.)FORMAZIONELa S30 prende il volo!Malpensa-Bellinzonaa 17,50 Euro*Con TILO all’aeroporto di Malpensa ogni 2 ore.Dall’ 11.12.2011 i treni S30 TILO collegano l’aeroporto di Milano Malpensa al Canton Ticino via Luino a orario cadenzato ogni 2 ore(dalle 6 alle 20, tranne che alle 10). Per informazioni: www.tilo.ch/malpensa *Salvo adattamenti tariffali. Prezzo di andata in 2 a classe.


FormazioneFORMAZIONEFormazioneLa scuola <strong>degli</strong>slogan concretiA settembre è partito all’Isis “Facchinetti” diCastellanza il nuovo corso in meccatronica.Ultimo tassello di un progetto per la creazione diun polo didattico dell’automazione.Di slogan l’Isis (Istituto Statale di Istruzione Superiore)“Cipriano Facchinetti” di Castellanza ne ha adisposizione più di uno. E il dirigente scolastico, CarloFamoso, per raccontare la sua scuola li utilizza tutti:“L’istituto dove si formano gli universitari”, grazie al 70%dei diplomati negli indirizzi di informatica e chimica chepoi proseguono gli studi. “L’istituto che motiva i ragazzicon la pratica”, anche grazie a metodi didatticiinnovativi, come quello basato sul nuovo softwareLabView che permette di spiegare ai ragazzi cosa c’èdietro un semplice prodotto, andando dal risultato finalea ritroso nel processo produttivo. “La scuolache forma potenziali giovani imprenditori”,grazie ad un bagaglio di conoscenzepolitecniche che vanno dalle nozioni base diun classico istituto tecnico, passando perquelle legate alla gestione di un interoprocesso produttivo, fino a quelle necessarieDel 70% la quota deidiplomati ininformatica e chimicache proseguono glistudi all’università.per la realizzazione di unbusiness plan. “La scuola dove ilcellulare non solo non è vietato,ma è strumento didattico”, con ilaboratori che vedonoimpegnati i ragazzi nellacreazione di nuove applicazioniper smartphone. “La scuola diIl progetto dell’aula2.0, con gli studentiimpegnati nellacreazione di nuoveapplicazioni per glismartphone.cui i ragazzi non si pentono”, dimostrato dall’80% distudenti che nei questionari di apprezzamento postmaturità di AlmaDiploma descrivono l’Isis Facchinetticome la scelta giusta. Quella che rifarebbero subito.Risultati di un lavoro cominciato nel 2008, “quandol’istituto professionale si fuse con quello tecnico,dotandoci - racconta Famoso - di tutta una serie dicompetenze che ci hanno permesso un’evoluzione dascuola specializzata nel tessile-abbigliamento, a un polodell’automazione a 360 gradi”. Che oggi conta 847studenti e 128 professori. Ultimo tassello di questo puzzleè l’avvio, con l’anno scolastico partito a settembre, delnuovo corso in meccatronica. Un balzo in avanti rispettoal semplice perito meccanico: “Chi uscirà da questanuova specializzazione sarà un diplomato che avràdimestichezza con materiali per impieghi nei sistemicomplessi, in grado di gestire processi di produzione,progettare sistemi di produzione industriale”. Qualcosadi più del semplice uso di una fresatrice. “Coerente conquesta nostra scelta - continua Famoso - èstata poi la decisione di partecipare alProgetto Generazione d’Industriadell’<strong>Unione</strong> <strong>Industriali</strong> per avvicinare ilnostro mondo a quello delle impresemetalmeccaniche”. E che darà vita a unastretta collaborazione con aziende delterritorio quali Btsr International Spa, ImeasSpa, Tenova Spa e Comerio Ercole Spa.Ma non c’è solo il nuovo indirizzo in meccatronica e iltradizionale percorso di studi dedicato al sistema moda.Rimanendo alla sola istruzione tecnica, e senza contareanche gli indirizzi professionali, l’offerta formativadell’Isis Facchinetti è completa solo se si consideranoanche le specializzazioni in informatica etelecomunicazioni (nel cui ambito si inserisce lasperimentazione di un’aula 2.0), in chimica, materiali ebiotecnologie e quella in costruzioni ambiente eterritorio. Per intenderci l’ex geometra, partito aCastellanza cinque anni fa e che quest’anno vedràarrivare all’esame di stato i primi diplomandi.Ultimo slogan? Il professor Famoso torna alle origini delFacchinetti, al sistema moda: “I cinque diplomati tessili diquest’estate hanno già tutti un lavoro”. Come dire: unascuola che crea occupazione anche in settori cosiddettimaturi. (D.C.)32 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


VITA ASSOCIATIVAVita associativaUn progetto dell’<strong>Unione</strong><strong>Industriali</strong> per promuoverel’internazionalizzazioneScommettere sul valore <strong>degli</strong> esempi positivi:visitare aziende varesine già presenti suimercati esteri, toccare con mano i risultatiottenuti, confrontarsi sui problemi incontrati.Per imparare a fare altrettanto.34 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Vita associativaIl grado di internazionalizzazione delleimprese localizzate in provincia di Varese(cioè quante imprese varesine sono presentianche all’estero e quante imprese stranierehanno unità produttive in provincia di Varese)è elevato, come ha ben mostrato l’indaginesull’internazionalizzazione delle impreselombarde nel 2010 realizzata per iniziativa diConfindustria Lombardia (v. Varesefocus n.4/2011). Nella classifica regionale, Varese è al quartoposto (dopo Milano, Brescia e Bergamo) per numero diimprese che hanno realizzato investimenti all’estero e alquinto posto (aggiungendosi alle tre province precedentiquella di Monza e Brianza) per numero di imprese esterepartecipate, relativi addetti e fatturati. Significativo è ancheil trend <strong>degli</strong> ultimi cinque anni. Tra il 2005 e il 2010 leimprese varesine con investimenti all’estero sono passate da146 a 159 e quelle con partecipazioni in imprese straniereda 408 a 461, mentre i dipendenti delle imprese esterepartecipate sono passati da oltre 21.000 a quasi 27.000.Se il posizionamento nella graduatoria regionale è di tuttorispetto, in valori assoluti, tuttavia, il numero delle impreseinternazionalizzate lascia pensare che vi sia ancora moltospazio di crescita. Che vi siano, in altri termini, molteimprese abituate ancora ad avere come principaleIl grado diinternazionalizzazionedelle imprese dellaprovincia di Varese èelevato, ma c’è ancoramolto spazio dicrescita.orizzonte di riferimento il mercatodomestico. E poiché i numeri del prodottointerno lordo nel nostro Paese dipendonosempre più dalle attività rivolte all’estero,anche a motivo della sostanzialestagnazione del mercato interno, ecco lanecessità di accrescere la propensione delleimprese a guardare all’estero (sia dal latodelle esportazioni, sia da quello <strong>degli</strong>investimenti) come opportunità a volte di crescita, a volteanche solo di sopravvivenza.L’<strong>Unione</strong> <strong>Industriali</strong> locale ha lanciato a tal fine un nuovoprogetto. Non più solo facilitazioni, assistenza, servizi,cioè tutto quanto normalmente già assicurato dagli ufficioperativi dell’organizzazione e dall’affiliato consorzioexport-import Provex. Ora, anche l’individuazione diesempi da seguire, di buone pratiche a cui fare ricorsoNon più solo facilitazioni, assistenza, servizi.Ora, anche l’individuazione di esempi da seguire,di buone pratiche a cui fare ricorso con ilsupporto di imprese aderenti all’<strong>Unione</strong><strong>Industriali</strong> già localizzate su alcuni mercati a piùalto potenziale.VITA ASSOCIATIVAPiccola Industria e Intesa Sanpaolo: nuovo accordo per le Pmi del territorioValorizzazione del capitale umano in funzione anche del rilancio occupazionale, dello sviluppodimensionale delle imprese e di investimenti eco-sostenibili. Strumenti e servizi di consulenza peresprimere le potenzialità dell’impresa sui fronti dell’innovazione, dei mercati esteri,dell’aggregazione. Rafforzamento della collaborazione tra impresa, banca e territorio con nuovicanali di ascolto e di dialogo. È su questi punti che il Comitato Piccola Industria dell’<strong>Unione</strong> <strong>degli</strong><strong>Industriali</strong> della Provincia di Varese e Banca Intesa Sanpaolo hanno rinnovato per il terzo annoconsecutivo l’accordo per lo sviluppo delle Pmi del territorio, che dà applicazione anche nelVaresotto alla firma sottoscritta a livello nazionale dal Gruppo Bancario e Confindustria.Il testo - firmato a metà dicembre dal Presidente della Piccola Industria dell’<strong>Unione</strong> <strong>Industriali</strong>,Alberto Testa, e dal Direttore Lombardia di Intesa Sanpaolo, Pier Aldo Bauchiero - prevede unplafond di 1,6 miliardi di euro a disposizione sia del sistema produttivo della provincia di Varese,sia delle altre economie locali lombarde.Tre i punti innovativi dell’accordo rispetto alle intese siglate negli anni passati: la valorizzazionedelle persone che lavorano in azienda con il sostegno alla formazione dei dipendenti e allosviluppo occupazionale, gli interventi di finanza straordinaria e razionalizzazione organizzativa(Lean Management), i finanziamenti e la consulenza per una maggiore efficienza energetica edeco-sostenibilità dell’azienda. Non solo. L’impegno comune è anche quello di sostenere gliimprenditori nella costituzione delle Reti d’impresa e la realizzazione di altre forme d’alleanza. Aquesto scopo Intesa Sanpaolo metterà a disposizione delle imprese dei team territoriali diPier Aldo Bauchierioe Alberto Testaspecialisti del Mediocredito Italiano che forniranno assistenza legale, creditizia e tecnica, oltre al supporto nella ricerca dipartner industriali. Completano il quadro dell’accordo i finanziamenti studiati per assistere le piccole e medie imprese nelleattività di ricerca, sviluppo e innovazione; nella creazione di modelli di business studiati in un’ottica d’internazionalizzazione.(D.C.)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS35


Vita associativaVITA ASSOCIATIVAMissioni all’estero per gruppidi imprese interessate asondare i mercati piùpromettenti, con visite alleunità produttive di aziendevaresine pioniere.con il supporto di imprese aderentiall’<strong>Unione</strong> <strong>Industriali</strong> già localizzate sualcuni mercati a più alto potenziale.Imprese con le quali condividere lemotivazioni che le hanno spinte alocalizzarsi su tali mercati, le difficoltàche hanno dovuto superare e lepotenzialità attuali/prospettiche diespansione commerciale e produttiva che hanno saputocogliere.In pratica, l’associazione <strong>degli</strong> industriali organizzerà, pergruppi di imprese non ancora presenti sui mercati esteri,alcune missioni (in linea di massima, una per semestre) chetoccheranno altrettanti Paesi Target (Brasile, Cina, India,Polonia, Russia, Turchia) sulla base della presenza in loco dialtre imprese associate aventi unità produttive in quegli stessimercati, dei quali hanno saputo contribuire a valorizzare lacrescita economica. La visita a questi insediamenticonsentirà di approfondire le motivazioni che hanno spintotali imprese già presenti a localizzarsi nei Paesi toccati dallemissioni; le strategie di ingresso che queste hanno adottato;gli obiettivi finora raggiunti e le difficoltà affrontate.Inoltre, si avrà cura di evidenziare come le opportunità dicrescita all’estero possano essere sviluppate sia in manierasingola, sia attraverso azioni di filiera, accordi commerciali,aggregazioni in reti di impresa o altro. Infatti, le impreseverranno guidate in una riflessione che le porterà adapprofondire le opportunità offerte dalle aggregazioni diimprese che, mettendo a sistema leconoscenze e le potenzialità delle varieaziende coinvolte, possano più facilmentesupportare la crescita all’estero delle stessecon logiche di aggregazione sia per settoremerceologico, sia per filiera produttiva.Al termine di ciascuna missione, è previstoun follow up consistente in: supportonell’ingresso nei Paesi Target; creazione di reti di impresa;realizzazione di desk dedicati ai singoli Paesi.Mauro Luoniwww.univa.va.itVOLANO I BRICSempre più Bric. Sono in forte aumento le esportazionidell’economia <strong>varesina</strong> nei confronti di quel gruppo diPaesi ormai considerati il nuovo motore dell’economiamondiale: Brasile, Russia, India e Cina. Nel terzotrimestre del 2011, infatti, queste destinazioni hannoregistrato tassi di crescita superiori a quello mediodell’export del Varesotto che si è assestato sul 10%. Ilpicco massimo si è registrato in Brasile: +21% rispettoallo stesso periodo di un anno fa. Segue laperformance <strong>varesina</strong> sul mercato russo (+15,4%) equella messa a segno in Cina (+12%). Unicaeccezione, l’India con un calo del 29%.Winter School sulle Reti d’ImpresaLe due Università sorte all’interno del Sistema di Confindustria, Università Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza e LUISSBusiness School - Università Luiss Guido Carli di Roma, in collaborazionecon RetImpresa e Confindustria Belluno Dolomiti, propongono unaWinter School sulle Reti d’Impresa.Le reti d’impresa sono uno strumento normativo molto importanteperché consente alle imprese anche di piccole dimensioni di faresinergia tra di loro senza modificare gli assetti societari.Il corso si svolgerà a Cortina D’Ampezzo (BL) presso il Gran Hotel Savoiaa partire da mercoledì 8 febbraio fino a venerdì 10 febbraio 2012.L’obiettivo è fornire un percorso di approfondimento nella gestione dellereti d’impresa nei suoi diversi aspetti strategici, organizzativi, contrattuali,finanziari e fiscali. Verranno inoltre presentati dei casi applicativiattraverso la testimonianza di imprenditori e rappresentanti di alcuneprimarie reti di impresa.In particolare, nelle prime due giornate si tratteranno diversi argomentitra cui i fondamenti economici delle reti di impresa, la strategia e organizzazione nelle reti, la mappatura delle retiesistenti e relativa analisi per tipologia industriale, le affinità e le differenze esistenti tra reti e distretti, il contratto di rete,il finanziamento per le reti di impresa, la disciplina legale del contratto di rete.La terza ed ultima giornata sarà interamente dedicata alla presentazione di alcune case history significative, attraverso latestimonianza in aula di imprenditori e/o rappresentanti di alcune primarie reti di impresa.36 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


LIUCUniversità Carlo CattaneoECONOMIAGIURISPRUDENZAINGEGNERIAL’Università che ti preparaper le imprese e per le professioni.TEST DI AMMISSIONElunedi 26 e martedi 27 marzo 2012in 30 città italiane.venerdi 30 marzo 2012alla LIUC.tel 0331.572.300www.liuc.it/testGS12011D


TERRITORIOTerritorioEra una notte buia e tempestosa…Continua la carrellata di piante monumentali della provincia di Varese partendo da una pianta che non c’èpiù, proseguendo con qualcuna che non se la cava molto bene ma concludendo con un bellissimo monumentonaturale del territorio.Riprendendo il nostro racconto delle PianteMonumentali della provincia di Varese, partiamoricordando il gigantesco cipresso di Somma Lombardodi cui si tramanda l’immagine in qualche vecchiacartolina illustrata. Famoso per le sue dimensioni eperché sotto le sue fronde riposò, secondo latradizione, Napoleone Buonaparte. L’albero sorgeva aSomma Lombardo, presso il Castello deiVisconti e si dice contasse non meno di1.000 anni. Era alto 37 m, pesava 192 qled il suo tronco misurava m 6,50 dicirconferenza a 4 metri da terra; la suachioma conica, con un diametro massimodi m 18,60, occupava un volume di oltreIl Cipresso millenario diSomma Lombardo fucolpito da un fulminenel 1944 mentreinfuriava un uragano.3.000 mc. Il 2 settembre del 1944 fu colpito da unfulmine mentre infuriava l’uragano. Nella rovinademolì un tratto del muro del castello e lo schianto fuudito in tutto il paese. Nell’atrio del Castello, in ricordodi quella notte, è conservato il ceppo dell’anticocipresso abbattutto e ancora oggi il tipico odoreresinoso della pianta impregna l’aria.Ma per un grande monumento botanicoche abbiamo perso molti altri sonoancora vivi e vegeti (mai affermazione èstata più calzante) e completando la “topten” iniziata nello scorso numeroandiamo a conoscere le 5 pianteclassificate come monumentali dal38 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


TerritorioIl ceppo del millenario Cipresso di Somma Lombardorilevamento del 2004 della Provincia di Varese,posizionate nell’area settentrionale. C’è daribadire che la scelta dei soggetti arborei piùrappresentativi è stata compiuta considerando ladistribuzione territoriale, le eventuali motivazionid’interesse paesaggistico, naturalmente ledimensioni, ma non ultima la loro vulnerabilità,strettamente correlata alla necessità diun’immediata tutela.E se si parla di vulnerabilità è il caso di cominciare conil Castagno di S. Antonio, frazione di Castelveccana:questa grande pianta di cui si stima un’età maggiore di200 anni, una circonferenza di oltre 6 metri eun’altezza di 10, non è che l’ombra di ciò che è stata(l’involuzione è bene rappresentata dal confronto dellefoto qui sotto che ritraggono il castagno di oggiaccanto alla stessa pianta 30 anni fa). La causa di taledeperimento è il devastante insetto di origine asiaticache ha attaccato la maggior parte delle bellissimepiante di cui le estese aree boscate prealpine sonoricche e che purtroppo, come si può leggere nel boxdella pagina seguente, non si è limitato ai confiniprovinciali. Ma uncastagno di taleIl Castagno di Sant’Antonio(Castelveccana) avrebbe piùdi 200 anni. E’ infestato,come innumerevoli altrepiante del genere, da uninsetto di origine asiatica.TERRITORIOIl Castagno a Sant’Antonio (Castelveccana), ieri ed oggi (nella foto piccola)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS39


TerritorioTERRITORIOIl Tiglio di OrinoIl Faggio di Cuvioportamento di certo ne ha viste tante el’augurio che ci facciamo è che come unvecchio capitano di ventura possasuperare anche questa epidemia “con gliocchi a mandorla”.Sempre restando nelle vicinanze delVerbano, rientrano nei criteri dimonumentalità per portamento e forma, oltre che per ilvalore architettonico, i Platani del lungolago di Luinocon la loro triste storia: si tratta (o meglio trattava) di undoppio filare con alberi di oltre 4 metri di circonferenzaIl Tiglio di Orino, piantadal monumentaleportamento, alta 22metri, posta all’ingressodel cimitero.del tronco, un’altezza media intorno ai 40metri e un’età approssimativa di 200 anni.Anche queste piante hanno dovutoaffrontare una terribile malattia: il cancrocolorato del platano (causato da un fungoascomicete parassita che attaccaesclusivamente i Platani) che ha decimatoil monumentale doppio filare in un tragico susseguirsidi contagi e di successivi abbattimenti. Ad oggirimangono in piedi solo pochi esemplari di questi alberidal tradizionale tronco mimetico che per anni hannoLa strage dei castagniE’ un cinipede il terrore di chi produce castagne. L’allarme rimbalza da una valle all’altra. Da una regioneall’altra. L’insetto di origine asiatica il cui nome completo è “Cinipide Galligeno Dryocosmus KuriphilusYasumatsu”, pare sia giunto in Italia, precisamente in Piemonte, nel 2002, attraverso un carico di legnameproveniente dalla Cina. In breve tempo l’insetto è sceso fino in Centro Italia minacciando la sopravvivenza diinnumerevoli piante, dimezzando i raccolti e portando alle stelle il prezzo del frutto prelibato. L’epidemia parenon volersi fermare e secondo la Coldiretti è la lotta biologica l’unica strada da percorrere (il lancio suicastagneti di insetti antagonisti dell’odioso cinipide), mettendo in conto però che almeno per i prossimi 2 annile castagne continueranno a costarci molto care.40 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


TerritorioTERRITORIOI Platani di Luinoadornato il lungolago e sono stati spesso coprotagonistidei racconti di Piero Chiara.Dopo queste due testimonianze dolorose ci piaceraccontare del bellissimo Tiglio di Orino, pianta dalmonumentale portamento, alta 22 metri e con un’etàstimata tra i 100 e i 200 anni. Posizionata all’ingressodel piccolo cimitero addolcisce con i suoi effluvi tipici diinizio estate le giornate di chi gli passa vicino.Nel censimento dellaProvincia di Varese rientraNel tronco del Faggiodi Cuvio la sorgentedi un’acqua ritenutabenefica, soprattuttodagli uomini…anche il Faggio di Cuvio, lecui poderose radicinascondono la “Fontanadell’Avucat”. A questapiccola sorgente,posizionata lungo la stradache da Orino porta aCastello Cabiaglio e conosciutissima in provincia, sonoattribuite particolari e quasi miracolose proprietà.L’effetto di queste acque dovrebbe ricalcare quello diuna famosissima pastiglietta di colore blu ed è perquesto motivo che sono molti gli uomini, non piùgiovanissimi, che durante le escursioni in Valcuviamettono sempre in conto una tappa ai piedi di questoI Cipressi Calvi di BrebbiaFaggio. La pianta conun’età approssimativasuperiore di 100 anni unaltezza di 22 metri e unacirconferenza di quasi 3 hatra i criteri dimonumentalità anche il suovalore storico culturale el’aspetto delle sue radiciI Cipressi calvi alLaghetash di Brebbia,dalle rosse sfumatureautunnali specchiantesinell’area paludosacircostante.chiarisce la curiosità che questa pianta suscita inparticolare sul sesso maschile…Chiudiamo questa carrellata in un luogo che èconsiderato monumentale in sé, oltre che per le pianteche ospita: il Laghetash di Brebbia. Qui si trovano seigruppi policormici di cipresso calvo di un’età stimatatra i 100 e i 200 anni. Queste piante classificatemonumentali per la loro rarità e per il valorepaesaggistico si tingono in autunno delle millesfumature del rosso e, con l’area paludosa che licirconda che funge da specchio, rappresentano unospettacolo quasi irreale, prezioso e unico nella nostraprovincia, assolutamente da vedere e da tutelare.Cristina CannarozzoAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS41


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TerritorioGavirate-Besozzo:partiti i lavori delprimo lottoTERRITORIOInaugurato il cantiere della bretella che collega ilMedio Verbano all’autostrada. Si tratta del primolotto di un’opera il cui costo è di 30 milioni dieuro. Fino ad oggi stanziati 5 milioni di euro.ggi i nostri paesi sono al collasso. Il traffico è“Oesploso. Se, però, vogliamo tutelare i poliindustriali dobbiamo tutti collaborare. Con questabretellina, la Provincia dà un segno concreto”.L’assessore provinciale alla viabilità e ai trasporti AldoSimeoni sottolinea l’importanza della strada checollegherà la rotonda di Gavirate a quella di Bardello,un’opera che rientra in un piano di sviluppo strategicodisegnato da Villa Recalcati. Simeoni sa anche, però, chela “bretellina” è una risposta parziale alle crescentirichieste di interventi urgenti per liberare i centri abitatidal traffico pesante: “L’arteria è completamentefinanziata: 5 milioni dalla Regione Lombardia e100.000 euro dalla Provincia diVarese. È il primo lotto a cuisperiamo ne seguirà un altro perraggiungere la Statale 629, laBesozzo-Vergiate. I finanziamenti perquesto secondo lotto attualmente nonci sono. Il momento non è deiLa strada partirà dalla rotondacieca appena fuori dall’abitato diGavirate, in direzione di Cocquio,per arrivare a quella definita “abiscotto” tra Bardello e Olginasio.migliori ma appena si aprirà uno spiraglio, noiinvestiremo senza dubbio in questo completamento cosìatteso”.L’avvio dei lavori arriva mentre è ancora viva la protestadi alcuni paesi insofferenti ormai all’aumento del trafficoveicolare. Bardello ma anche Brebbia sono casiemblematici su cui la Provincia è sollecitata a intervenire.Lo scorso 3 dicembre, dunque, è stata posataufficialmente la prima pietra della bretellina dicollegamento tra la SP1 e la SP 50. La strada partiràdalla rotonda cieca appena fuori dall’abitato diGavirate, in direzione di Cocquio, per arrivare a quelladefinita “a biscotto” tra Bardello e Olginasio.I lavori, appaltati all'impresa CivelliCostruzioni di Gavirate, inassociazione con l'impresa Ing.Angelo Bianchi di Laveno, sarannocompletati nei primi mesi del 2013.L’arteria sarà lunga 440 metri, saràa due corsie e supererà il fiumeAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS43


TerritorioTERRITORIOIl cantiere visto dalla rotonda di GavirateLa rotonda di GavirateBardello con un ponte a quattro campate, lungocomplessivamente 168 m circa. Il ponte è stato progettatoPrevisto un secondo lotto,non ancora finanziato,per raggiungere la Statale629, la Besozzo-Vergiate.per non interferire conil corso d’acquasottostante, al riparo,quindi, da eventualipiene o esondazioni.Sono previsti, inoltre,interventi di inserimento paesistico e di rafforzamentodella funzione ecosistemica lungo le fasce lateralidell’intervento.Nelle more del secondo lotto, la nuova bretellaconvoglierà il traffico proveniente dalla Valcuvia e daLaveno verso la SP1, conseguenza che oggi preoccupa ilsindaco di Gavirate Felice Paronelli: “Sonoindubbiamente contento di quest’opera ma il suoeffettivo valore ci sarà solo e unicamente quando saràeffettuato il secondo lotto di lavori. Allora sì che i nostricentri abitati saranno salvaguardati. Oggi temo chequesta via porti ulteriore traffico a Groppello e che larotonda, appena realizzata, vedrà vanificare i suoieffetti benefici. Il primo lotto avvantaggerà solo vialeTicino e penalizzerà fortemente lungo la provincialerivierasca”.Nonostante i vantaggi sulla carta, dunque, la primabretellina sarà effettivamente efficace solo se verràrealizzato il secondo lotto di raccordo tra la provinciale1 e la statale Besozzo Vergiate, SS629, che renderàfruibile il collegamento tra il medio Verbano el’autostrada, costeggiando la sponda nord del lago diVarese: “Appena troveremoi fondi, daremo il via anchea questo secondo lotto -assicura Aldo Simeoni -Oggi, però, le condizionifinanziarie non ciconsentono alcunottimismo. Se vogliamo cheil nostro territoriomantenga il suo patrimonioimprenditoriale, però,I lavori sarannocompletati nei primimesi del 2013.Previsto un ponte sulfiume Bardello aquattro campate,lungo 168 metri.dobbiamo accettarne le conseguenze con maggiorcollaborazione. Almeno fintanto che non si trovano lesoluzioni”.Sull’ulteriore spesa di 25 milioni di euro, dunque, adoggi c’è grande incertezza. L’assessore regionale alleInfrastrutture Raffaele Cattaneo ha assicurato impegnoe attenzione: “La Regione Lombardia ha fatto unosforzo straordinario, recuperando 30 milioni di euroall'anno per i prossimi sei anni per finanziare opere diinteresse generale e locale. In questa programmazionesono inseriti interventi strategici per le varie province equindi anche per quella di Varese”.Alessandra Toni44VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Territorio30 kmh aSaronno.Un bilancioIl sindaco difende l’ordinanza che ha istituito intutto il centro urbano il limite divelocità. Il movimento che ne vorrebbeil ritiro minaccia un referendum.cusi cosa ne pensa dei 30 km l’ora“Simposti dal Sindaco?”. “Oramai cisiamo abituati e…non ci facciamo più caso”.Non si sa cosa esattamente avesse voluto direl’anonimo automobilista fermato ad unsemaforo del centro città ma sicuramente lasua risposta è …aperta a ogniinterpretazione. Infatti, gli abitanti si dividonoequamente tre il sì e il no ai 30 all’ora nellestrade cittadine e, nonostante i mugugni e leproteste, il divieto resta e resterà in vigore per4 anni. Plinio il Vecchio, il grande eruditocomasco dell’età imperiale e antesignano dei“cronisti” scrisse: ”L’abitudine è in tutte le coseil miglior maestro” e se sarà così darà ragioneal Sindaco Luciano Porro che, in proposito,ribadisce: “A Saronno abbiamo introdottoquesta norma, con l'istituzione delle zone 30,per diversi motivi: inizialmente perl'inquinamento, poi anche per cercare difavorire la mobilità più debole e cioè ciclisti epedoni, in modo che le ridotte velocità <strong>degli</strong>autoveicoli potessero promuovere appuntol'utilizzo delle biciclette e una maggiorsicurezza, anche alla luce di quanto già fattoin numerose città italiane e straniere. Adistanza diPorro: “Dal 1° maggio al7 dicembre 2011 lesanzioni per i limiti divelocità superati si sonoridotte dell’ 80% rispettoal 2010. Altro chevolontà di fare cassa!”.10 mesipossiamonotare -prosegue ilSindacoPorro - datialla mano,che c'è statoun lieve aumento dei sinistri e deiferiti: da 172 a 188. L’importante,però, è che non ci siano statidecessi. Sappiamo che in caso diincidenti le conseguenzediminuiscono al diminuire dellavelocità ma questo, evidentemente,Castelli: “Anche iVerdi hannodimostrato che lepolveri sottili nonsono diminuite”.non basta a far ridurre il numero <strong>degli</strong> incidenti. Dal 1°maggio al 7 dicembre 2011 le sanzioni per i limiti divelocità superati si sono ridotte dell’ 80% rispetto al 2010.E questo non è poco, altro che volontà di fare cassa! Misembra comunque troppo presto per esprimere unTERRITORIOAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS45


TerritorioTERRITORIOUn provvedimentoche si propone difavorire la mobilitàpiù debole e cioèciclisti e pedoni.giudizio definitivo, occorre valutare su untempo più ampio e chiedere una maggiorecollaborazione a tutti quelli che si muovonoin città, pedoni, ciclisti, motociclisti, e autistidi auto e camion. Solo così sarà possibileavere una città più sicura ma, sicuramente,occorre maggiore attenzione e prudenza”.Dopo qualche mese dall’entrata in vigore di questadelibera, nel febbraio/marzo del 2011 è sorto unmovimento promotore per la raccolta delle firme,capeggiato da Michele Castelli che, attraverso i suoi puntigazebo distribuiti in città, ha raccolto circa 1.800 firmecontrarie al provvedimento. “Molti esponenti politici didiverse opinioni - afferma Castelli - sono venuti a firmare,come prova che l’azione non voleva essere politicamentestrumentale ma voleva solo affermare un concettocontrario al provvedimento deliberato”.Gli abitanti di Saronno sono quasi 40.000 e 1.800 firmenon rappresentano certo la maggioranza, ma hanno illoro peso. Cosa se ne farà adesso? “Se non ci saràapertura da parte del Comune - risponde Castelli -attiveremo un referendum tra i cittadini. I numeri ci sono.Si è aperto proprio a dicembre un tavolo ditrattativa con Sindaco e Assessore all’Urbanisticanel quale sarà valutato un progetto presentato dalnostro Movimento promotore e speriamo chequanto prima, magari entro il prossimo mese, siavalutato dalla Giunta e dal Sindaco. Noi siamoper il limite solo nei punti sensibili, vale a dire inprossimità delle scuole, dell’ospedale, <strong>degli</strong> asili e altri daindividuare ma siamo contrari ad applicarlo su tutte lestrade della cerchia cittadina perché i 30 all’ora nonrisolvono i problemi. E’ stato un arbitrio deciderloinizialmente e un altro arbitrio prolungarlo per 4 anni,mascherando di fatto la decisione sotto giustificazioniambientali. Un intento fallito, perché anche i Verdi hannodimostrato che le polveri sottili non sono diminuite. Adessoviene proposto come provvedimento per la sicurezzastradale. Si pensi che oltre i 35 Km orari, vengonoapplicate sanzioni amministrative, mentre oltre i 43 cisono i presupposti addirittura per il ritiro della patente. E’evidente che è stato allungato il termine solo per far cassae di cassa ne stanno facendo tanta!”L’art. 142 del Codice della Stradarecita: ”… i 50 km/h per lestrade nei centri abitati, con lapossibilità di elevare tale limitefino a un massimo di 70 km/hper le strade urbane le cuicaratteristiche costruttive efunzionali lo consentano, previaLa sicurezzastradale non vaconfusa conl’abbassamentodel PM10.installazione <strong>degli</strong> appositi segnali”. Il particolare deisegnali ha indotto un’associazione di quartiere “GliAmici della Cassina” a chiedere al Sindaco proprioquei segnalatori automatici di velocità che ricordanoagli automobilisti di aver superato il limite, mettendocosì, ognuno, di fronte alle proprie responsabilità.Anche alcuni Comuni limitrofi a Saronno sonointeressati all’esperimento del limite a 30 Kmh non èescluso che imitino Saronno.Sicuramente è stato dimostrato che le polveri sottili nondiminuiscono in funzione della diminuzione dellavelocità, anzi, pare proprio che sotto i 50 km l’ora ilfamigerato PM10 aumenti. Tutto ciò emerge da unostudio del CNR dal quale si evince che la velocitàideale per… pareggiare i conti dovrebbe essere di 80Km orari, ovviamente improponibili nei centri urbani.Sicuramente le vecchie caldaie, le stufe e i camini, oltrealle auto fino a Euro 3, sono i maggiori imputati per losmog delle città, oltre all’eccessivo riscaldamentosuperiore ai 20 gradi che molto spesso si riscontraproprio nelle strutture pubbliche, scolastiche e neicondomini. La sicurezza stradale, però, è un’altra cosae non va confusa con l’abbassamento del PM10.Maria Grazia Gasparini46 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


TerritorioNuova stradatra Uboldo e OriggioTERRITORIONell’ambito delle opere relative alla realizzazione della terza corsia sulla tratta autostradale Milano-Como-Chiasso, in attesa del compimento dei lavori sono stati nel frattempo inaugurati nuovi svincoli insieme ad unnuovo collegamento stradale tra Uboldo e Origgio. Tali opere consentono non solo una migliore fruibilitàdell’autostrada da parte di chi proviene o è diretto nei due centri abitati, ma anche una più scorrevolepercorrenza tra gli stessi al di fuori dell’autostrada.L’apertura della terza corsia autostradale è prevista per maggio 2012 lungo la carreggiata nord (con 18mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma) e in tempo per l’esodo estivo 2012 (cioè per accogliere iltraffico proveniente anche dalla Svizzera) lungo la carreggiata sud, in anticipo quindi di 17 mesi. (M.L.)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS47


TERRITORIOTerritorioNel 2018 unificate lestazioni ferroviarie a VaresePresentato il Masterplan relativo all’unificazione delledue stazioni delle Ferrovie dello Stato e delleFerrovienord, a Varese. In realtà non una unificazionevera e propria, ma un collegamento tra le due.Risale alla fine del 2007 la presentazione di tre progettidi riassetto urbanistico relativo all’area delle stazioniferroviarie di Varese (RFI e FNM), con previsione diunificazione delle stesse (v. Varesefocus n. 1/2008). Daallora, si è lavorato per definire un progetto menoimpattante, che raccogliesse ampi consensi. Si è così giuntia definire un progetto meno faraonico, nel quale le duestazioni non sono unificate nel senso proprio del terminema semplicemente collegate per via diretta. E’stata infattiprevista una piastra pedonale per colmare i sette metri didislivello tra i due scali e, in sostituzione delprevisto grattacielo, la costruzione di unospazio pubblico in piazzale Kennedy, doveattualmente si tiene il mercato settimanale.Cattaneo: “Un poloverso il futuro per lamobilità sostenibile”.Il nuovo masterplan è stato presentato sul finire del2011per la condivisione con gli Enti Sottoscrittoridell’Accordo di programma e l’inizio delle procedureamministrative per l’avvio dell’opera. Con il progetto diMasterplan 2011 si è arrivati a una soluzione condivisada tutti sulla riqualificazione dell’area. All’incontro hannopreso parte l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità dellaRegione Lombardia Raffaele Cattaneo, il sindaco di VareseAttilio Fontana, insieme al vice sindaco Carlo Baroni eall'assessore comunale all'Urbanistica Fabio Binelli,l'assessore al Territorio della Provincia di Varese PieroGalparoli, il presidente di FerrovieNord Carlo Malugani ei tecnici di RFI, Ferrovienord e Infrastrutture Lombarde.“Siamo tutti d’accordo: c’è oggi un’ipotesi condivisa datutto il Collegio di Vigilanza. Un Masterplan che unisce lavocazione pubblica, residenziale e terziaria al serviziodella Varese del futuro - ha detto l’assessoreCattaneo -. Varese avrà non solo una nuovastazione ma un polo della mobilità e dellosviluppo sostenibile, dove si incontrano48 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Territoriotrasporti e servizi avanzati. Grazie a questoprogetto Varese sarà pronta ad accogliere lenovità che si avranno con l’Arcisate-Stabio eche la faranno diventare un nodo ferroviarioimportante di una linea internazionaleconnessa, attraverso il Gottardo direttamenteal cuore dell’Europa”. “Grande soddisfazione” è stataespressa dal sindaco Attilio Fontana il quale ha affermatoche “si è arrivati ad una soluzione attraverso lacondivisione di un Masterplan meno impattante sulla cittàdi Varese e che quindi potrà essere meglio apprezzato daicittadini”.Le aree interessate sono quelle comprese tra piazzaleTrento e piazzale Trieste, razionalizzando il nodo deltrasporto pubblico locale e gli edifici su piazzale Kennedytra Ferrovienord e RFI e completano quella parte di Vareseche ad oggi ancora nell’immaginario collettivo e nellafruizione quotidiana, rappresenta ‘un vuoto’. Il progetto sisviluppa secondo 4 capisaldi: la riqualificazione epotenziamento del trasporto su ferro attraverso larealizzazione di un nuovo edificio pubblico e relativeconnessioni, di forte valenza urbana, in grado di generareun nuovo assetto spaziale in cui l’infrastruttura diventaparte qualificante del disegno urbano; un nuovo spaziopubblico su piazzale Kennedy in grado di ri-connettere leparti della città fino ad oggi divise dal vuoto urbanodell’attuale piazzale e dal rilevato ferroviario e costituireun valido attestamento per la promenade nuovo teatroRepubblica-Stazione; un nuovo modello insediativo capaceFontana: “Una soluzionecondivisa attraverso unMasterplan menoimpattante sulla Città “.di integrare servizi, residenza, terziarioavanzato, energie e mobilità sostenibili;una riconcettualizzazione della mobilitàurbana attraverso le strutture per iltrasporto pubblico locale urbano edextraurbano, la mobilità su gommaprivata, bike e car sharing, la mobilità ciclopedonale.L’avvio dei lavori è previsto ora entro il novembre 2013. Ilcompletamento entro il 2018.Indice di edificabilità massimo: 1,2 mq/mqAree enti sottoscrittori AdP:• superficie territoriale: 100.000 mq c.a.• Edificabilità: 55.000 - 65.000 mqAree private comprese nell’area:• superficie territoriale: 400.000 mqValore delle opere da realizzare• Valore delle opere a vocazione pubblica:31 ML€ circa (Aree FS, Aree FN e aree Comune)• Il valore delle opere ferroviarie: 12,1 Ml€.- opere ferroviarie per FN: 5.168.664 €- opere ferroviarie per RFI: 6.958.335 €Avvio gara pubblica gennaio 2013;Avvio di tutte le opere entro novembre 2013;Completamento opere ferroviarie entro aprile 2015;Completamento di tutte le opere entro 2018.TERRITORIOAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS49


TERRITORIOTerritorio50 anni dell’Ordine ArchitettiUn anno di appuntamenti ed eventi per festeggiarel’importante ricorrenza ma anche per risvegliarel’attenzione alla “cultura del progetto”.Il 2012 segna un traguardo importante per l’Ordine<strong>degli</strong> Architetti della Provincia di Varese, poiché inquesto nuovo anno ricorre il cinquantesimo anniversariodella fondazione.A seguito del successo e della grande attenzione dipubblico suscitata dal Progetto Diploma 2010 “Città diVarese” a cura dell’Accademia di architettura diMendrisio, che ha regalato alla città oltre cento progettisulla Varese del futuro, i festeggiamenti di questaimportante ricorrenza per l’Ordine varesino sidipaneranno su tutto l’arco dell’anno con un riccocalendario di appuntamenti i cui protagonisti, figure dispicco del panorama dell’architettura, del design,dell’arte e della cultura in generale, hanno contribuitoalla creazione di un cartellone di respiro internazionale.Il direttore dell’Accademia di Mendrisio Mario Botta ePaolo Perulli, noto sociologo antropologo, sono statiprotagonisti, lo scorso 25 gennaio, della serata diapertura del ciclo di conferenze, che vedrannoavvicendarsi nomi prestigiosi (v. il calendario nellapagina a fianco). Gli eventi prevedono anche una mostradedicata all’architetto Luciano Brunella, nel tardoautunno. Le conferenze si svolgeranno nella prestigiosasede di Villa Panza a Varese.“Le iniziative programmate per festeggiare il nostrocinquantesimo anniversario - è il commento delpresidente dell’Ordine Architetti di Varese, Laura Gianetti- hanno un duplice obiettivo. Da un lato, celebrare ilmezzo secolo di vita del nostro Ordine e, dall’altro,costituire un progetto di rilancio per il nostro territorioattraverso la “cultura del progetto”. Non a caso il claimdel cinquantesimo recita ‘AmiAmo Varese?’. Desideriamocontinuare l’azione di sensibilizzazione nei confronti delterritorio e della comunità per risvegliare l’attenzione e lecoscienze dall’attuale torpore agonizzante. Varese devericonquistare il proprio posto nel cuore del mondo”.E per sintetizzare la filosofia di fondo che anima tutto ilprogetto, la dichiarazione di Paola Antonelli, Seniorcurator department architecture and design del MoMA di50 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


TERRITORIOLa città ideale - anonimo fiorentino - 1490New York diventa il manifesto <strong>degli</strong> eventi: “…nei prossimi diecianni, il resto del mondo si metterà al passo: il design sarà adottatocome metodologia e filosofia da politici, scienziati ed economistiinteressati ad avere una visione del mondo umana, olistica ecostruttiva”.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS51


FOTO DAL MONDOUn drago a forma di lanterna illuminato in un lago a una fiera del tempio a Kunming (Cina)Stringer Shanghai/Reuters52 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


FOTO DAL MONDOAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS 53


RUBRICHEProvincia da scoprireL’industria<strong>varesina</strong> neimanifestid’epocaNel 2012 Varesefocus realizzerà una serie diarticoli dedicati ai manifesti pubblicitari d’epoca diimprese del territorio varesino. In questa primapuntata i manifesti di bevande che hanno fatto, e,in alcuni casi, continuano a fare moda, comel’Amaretto di Saronno o la Birra Poretti. Non acaso nella rubrica “Provincia da scoprire”: perrecuperare la memoria di un passato nel qualeIndustria e Arte si sono felicemente coniugate.DISARONNO E LA ILLVAVellutato nel gusto, inconfondibile nell’aroma, conosciutoanche come Disaronno, l’Amaretto di Saronno è illiquore italiano piùbevuto nel mondo.Contenuto nellaparticolare bottigliasquadrata con gli angolismussati (disegnata daun artigiano del vetro diMurano), l’Amaretto diSaronno è un liquore abase di mandorle, erbe eManifesti ed etichette diprodotti “made inVarese” rappresentanouna preziosatestimonianza di costumedel passato e ricordanoun modo diverso di farepubblicità.spezie, ha un gusto dolce-amaro e possiede un coloreambrato.La sua ricetta è antichissima; la tradizione racconta che ilprimo ad assaggiarlo fu il pittore Bernardino Luini,allievo di Leonardo da Vinci, mentre lavorava agliaffreschi del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli(1525). Luini lo ricevette in dono da parte di unagiovane locandiera, che era stata scelta dall’artista comemodella per la figura della Madonna. Il liquore piacquemoltissimo e si diffuse in breve tempo.L’Amaretto di Saronno, distribuito in oltre 160 paesi, èda sempre prodotto a Saronno dalla famiglia Reina, cheha attentamente custodito la formula segreta dellalocandiera, tramandandola di generazione ingenerazione, e che dal 1947 è proprietaria della ILLVASaronno S.p.a. (Industria Lombarda Liquori Vini Affini),una delle aziende leader nel settore <strong>degli</strong> alcolici.La ILLVA produce anche molti altri marchi italiani, comeAmaro 18 Isolabella, Vodka Artic (prima vodka allafrutta lanciata sul mercato in nove gusti giovani e ditendenza) e Rabarbaro Zucca.BIRRA PORETTI, LOOKLIBERTYCon la birreria di Angelo Poretti,fondata nel 1877 nella vicinaValganna, Varese conobbe laproduzione di un’altra bevanda, cheebbe successo immediato presso tuttala popolazione. La birra fu infatticommercializzata in comode bottigliee ad un prezzo conveniente, allaportata di tutti. In occasionedell’Esposizione Industriale di Milanodel 1881 la Birra Poretti venneacclamata e ricevette premi in moltefiere europee. L’aumento dellaproduzione rese necessario ampliaree modernizzare il birrificio con unaveste nuova: la fabbrica vennerealizzata secondo canoni difunzionalità e di decorativismo tipicidello Jungendstil (con questo termine54 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Provincia da scoprirePoretti è inserito tra paesaggi, vedute di Varese edell’antico borgo di Santa Maria del Monte.LE DISTILLERIE COLOMBOLa storia delle Distillerie Colombo ha come protagonistaAngelo Colombo, il quale, agli inizi del secolo scorso,dopo essere emigrato in America, tornò con la famiglianel paese natale di Cardano al Campo. Qui fondò laditta “Angelo Colombo”, specializzata in grappe egazzose. Primo produttore a Cardano della “Gazüsa”,Colombo cedette questa attività ad alcuni suoi dipendentie con l’aiuto dei tre figli Vittorio, Romeo e Ugo ampliòed incrementò la produzione di liquori.Il marsala all’uovo, il cognac, gli amari e le grappe delleDistillerie Colombo erano tutti preparati, imbottigliati edistribuiti nella fabbrica di Cardano al Campo.Nel 1947 l’azienda venne divisa dai figli in tre rami:Vittorio si specializzò nella produzione del “Tim”, storicoliquore da dessert a base di timo, Romeo in quella dellagrappa e del famoso “Amaro Cardano”, mentre Ugo eraa capo delle “Distillerie Colombo”.RUBRICHEsi è soliti indicare il nome che lo stile liberty assunse neipaesi del Nord Europa e in Germania). Ancora oggi lostabilimento (tuttora in funzione con il marchioCarlsberg) costituisce un interessante esempio diarcheologia industriale ed è un autentico gioiello diquesto stile.Per promuovere la birra, l’azienda sviluppò un’azionepubblicitaria attraversoColori, forme, paesaggi efigure raccontano lamoda, il gusto e leabitudini di vita delsecolo scorso, attraversolo stile di un’epoca.manifesti che eranoopera dei maggioriillustratori di epocaliberty.Uno dei manifestipiù conosciuti,realizzato daAleardo Villa,raffigura, sullosfondo cittadino in cui spicca il campanile di SanVittore, una donna, ben vestita e sorridente, chesiede vicino ad una botte, dove ci sono calicitraboccanti di birra, e ne innalza altri duespumeggianti sopra il suo capo. Questi manifestirappresentavano, oltre al prodotto pubblicizzato,anche panorami varesini, invitando implicitamentel’osservatore a venire a conoscere le bellezzeartistiche e naturali della nostra zona, metaturistica rinomata nei primi decenni del secoloscorso. Ludovico Cavaleri è l’autore delle altreimmagini proposte, dove il riferimento alla BirreriaAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS55


Provincia da scoprireRUBRICHEGRAPPE E LIQUORI ROSSI D’ANGERAAd Angera, sulle rive del Lago Maggiore, dal 1847 èattiva una distilleria, la Rossi d’Angera, che producegrappe e liquori artigianali di altissima qualità.Presente sul mercato nazionale ed internazionale, è statafondata da Bernardo Rossi basandosi su tre importanticriteri di preparazione: distillare vinaccia fresca, usareun alambicco discontinuo a vapore, invecchiare in bottidi legno a tostature diverse.Nel 1931 la Distilleria Rossi d’Angera ha ricevuto daVittorio Emanuele III un prestigioso riconoscimento, ilPremio Brevetto Real Casa Savoia per la produzione digrappe e liquori.Numerose sono, infatti, le rinomate grappe di questadistilleria, tra cui la Grappa Riserva, che è una grappainvecchiata ottenuta dalla distillazione di pregiatevinacce provenienti da uve di Barbera, Dolcetto eNebbiolo. Altri prodotti da ricordare sono l’Amaro diAngera(liquore alleerbe creatoalla finedell’Ottocento),lo Spitz e ilGenepy.Tra le grappee i liquori dellaLinea Heritage,la Rossid’Angeravanta laproduzione delleggendarioElixir alBorducan, la cui ricetta rimane ancora oggi segreta.ELIXIR AL BORDUCANEsempio di prodotto tipico, non industriale, ma checonquistò i varesini e venne subito bevuto con gusto èl’Elixir al Borducan. Si tratta di un liquore inventato nel1872 dal varesino Davide Bregonzio, il quale fugaribaldino ed esperto erborista. Dopo un viaggio inAlgeria, aprì un locale il “Caffè al Borducan” a SantaMaria del Monte sopra Varese, dove poter servire il suoElixir.È un infuso a base di scorze d’arancia, alcune spezie ederbe officinali: la formula dell’Elixir è stata gelosamentetramandata di padre in figlio fino al nipote di Davide,Bruno Bregonzio. Ancora oggi si può consumare eacquistare questo liquore presso il Borducan al SacroMonte di Varese.Verena Vanetti56 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


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RUBRICHEGita a …Remeron,nel cuore misteriosodella montagnaDecine di cavità costellano il Campo dei Fiori. Tra tutte, la Grottain territorio di Comerio è la più bella. Messa di recente insicurezza, è visitabile da tutti. Con questo, prende il via una seriedi articoli dedicati ai “solchi” del territorio varesino, cheaccompagnerà i lettori di Varesefocus nel corso del 2012.mezza costa del monte, tre quarti d'ora sopra“AComerio, all'altezza di 685 metricirca, si apre nel bel mezzo d'un prato, conaspetto innocentissimo, una piccola buca,larga 50 centimetri in un senso e un metro emezzo nell'altro. E' questa la cosiddetta Bucadel Remeron, che tutti i contadini dei dintorniconoscono e dove nessuno è penetrato di piùdi qualche metro, perché non è affare comodo”.Una grotta esplorataper la prima voltanell’estate del 1900.E’ l'estate 1900 e chi scrive è un industrialemanifatturiero milanese di quarant'anni conla passione per la geografia e quindi lespedizioni, i viaggi, le scoperte, persino laneonata speleologia. Non per nulla, seianni prima era stato tra i fondatori delTouring Club Ciclistico Italiano, sodaliziodestinato in breve tempo a diventare vero eproprio ambasciatore del Bel Paese nel mondo. E' così58 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


REMERON - LA SCHEDA• La grotta del Remeron in pieno Parco RegionaleCampo dei Fiori, nel territorio comunale di Comeriodove sono ben diciotto le cavità censite.• L’apertura è collocata a 720 metri di quota, in mezzoal bosco ceduo e ad una piccola radura.• E’ raggiungibile sia dal centro del paese(parcheggiare alla Frazione Mattello di Comerio eprendere il sentiero 12), sia da Luvinate(parcheggiare in località Il Poggio e seguire ilsentiero 10); in entrambi i casi il percorso èpiuttosto agevole, ben segnato da cartelli conl’indicazione Remeron e superabile in meno diun’ora a piedi risalendo la Valle della Tacca.• Lo sviluppo complessivo è di circa 2 km.• Il dislivello è di 320 metri, di cui 252 in discesa.• Per la visita o semplici informazioni telefonareall’Associazione Amici Grotta Remeron: 3397044152o contattare info@grottaremeron.it. La grotta èaperta quest’anno, senza prenotazione nei giorni: 27maggio; 10 e 24 giugno; 8 luglio; 15 agosto (conS. Messa a -40m); 2, 16, 30 settembre; 14 ottobre.(R.P.)RUBRICHEche Luigi Vittorio Bertarellisi appresta in quel mattinoestivo, accompagnato datre amici (Luigi Orrigoni edue sacerdoti, donGiacomo Pensotti e donLuigi Tadini), a violare il"mistero" del Remeron,profondità carsica da cuiL'esplorazione si spinse finoalla quota di meno 175 metridall'ingresso, oltre un terzodello sviluppo totale, dov'eraun laghetto che impediva diproseguire, ma cheprometteva altre mirabiliscoperte.gli abitanti stanno alla larga anche per quelle"voci" che assicurano provenirvi di tanto in tanto.Queste voci sono frutto di ataviche leggende chenarrano amori perduti di dame e cavalieri, riunionidi streghe, guaiti di animali fantastici e riempionol'immaginario collettivo.LA MADONNA DEGLI ABISSI NELCUORE DEL MONTEMa Bertarelli e Soci non è gente che s'accontentadel "sentito dire" e vuole vederci chiaro, perquanto una tale espressione contraddica il buiopesto d'una grotta... Sanno che l'intera montagnaè ricca di cavità, frutto di millenni trascorsi alcospetto dell'azione erosiva di piogge e ghiacciai.Immaginiamoci, dunque, di vederli cingersi dicorde ed armarsi di lumi a petrolio, calarsi nellacavità come esploratori nel cuore verginedell'Africa, percorrere i primi, facili metrisuborizzontali e poi infilare gli scarponi sui piolidelle scalette a corda per lasciarsi alle spalle conaudacia il pertugio sempre più esiguo dal qualeproviene la luce, unica via di fuga conosciuta...In realtà, l'esplorazione non dovette durare alungo, ma si spinse comunque fino alla quota diAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS59


Gita a...RUBRICHENel 1934 una spedizionedi speleologi superò illaghetto e sbloccò i macigniche ostruivano ilproseguimento dellagalleria, capace di inoltrarsinel cuore della montagnaper altri 200 metri.meno 175 metridall'ingresso, oltreun terzo dellosviluppo totale,dov'era un laghettoche impediva diproseguire, ma cheprometteva altremirabili scoperte.Da quel momento,la Grotta delRemeron perdette il fascino della leggenda, ma acquistòl'attrattiva del luogo semi-inesplorato a due passi dacasa. Attrezzature di fortuna permisero la visita a partiredal 1913, ma fu solo nel 1934 che una spedizione dispeleologi provenienti dal comasco, dal milanese e dalCai di Varese, attrezzati con kajak, superò il laghetto esbloccò i macigni che ostruivano il proseguimento dellagalleria, capace di inoltrarsi nel cuore della montagnaper altri 200 metri. Venne allora collocata una statuadella Vergine, denominata Madonna <strong>degli</strong> Abissi, donataal Comune dalla moglie di Luigi Orrigoni. Seguironoanni di oblìo o, almeno, di interesse relegato al solomondo della speleologia.UN PERCORSO TURISTICO FUORI DALTEMPOOggi il luogo è chiuso da un cancello per motivi disicurezza, ma (previaprenotazione e conguida) visitabile dachiunque, bambinicompresi, grazieall'azione congiunta diRegione, Provincia,Comune, Parco Campodei Fiori e dall'Associazione Amici della Grotta delOggi l'intero percorso èstato messo in sicurezza,illuminato, attrezzato perla visita e riqualificatocome "percorso turistico".Remeron che gestisce le visite. L'intero percorso è statomesso in sicurezza, illuminato, attrezzato per la visita eriqualificato come "percorso turistico" capace,nonostante l'intervento umano, di conservare gran partedel suo fascino. Tra stalattiti, stratificazioni colorate,forre, mantiene ancora l'originaria promessa di costituireun tuffo fuori dal tempo, un viaggio quasi magico nel60 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Gita a...RUBRICHEcuore (che sa ancora di mistero) del Campo deiFiori.Riccardo PrandoTHE REMERON CAVE IN THE MYSTERIOUSHEART OF THE MOUNTAINCampo dei Fiori is characterised by numerouscavities, the most beautiful of which is the cave in theComerio area. This was recently made secure and cannow be visited by anyone who is interested. This cavewas first explored in July 1910. Exploration reached adepth of 175 metres from the entrance where a lake wasdiscovered which prevented explorers from venturing anyfurther but also promised more wonderful discoveries. In1934 a group of speleologists managed to explorebeyond the lake by removing the boulders which wereblocking the way. In fact they managed to advance foranother 200 metres into the heart of the mountain. Today,the entire trail has been made secure, illuminated andequipped and is now a tourist attraction.UNO SPUNTINO… A FIOR DI GROTTAAmbiente rustico, cucina a metà strada fra tradizionale ericercata, proposte per i celiaci: il ristorante “Movida” di viaGaribaldi a Comerio, pochi passi della provinciale che da Vareseconduce a Gavirate, è uno dei locali più noti della zona. Iltortino di zucca e castagne come primo piatto, la faraona alRoqueforte e pistacchi di Bronte, la sola piemontese congelatina di uva fragola sono i piatti prelibati che si possonogustare in questo periodo dell’anno, accompagnati da una cartadei vini degna del nome. Occorre prenotare allo 0332-743240.Chiuso il lunedì.Una valida alternativa, sorta all’interno di una vecchia fabbricadi stampaggio nel cuore di Gavirate, a due passi dal lago con lasua bella passeggiata, è il ristorante-pizzeria “VecchioOttocento”, dove le tagliatelle al tartufo, il pesce di lago e lepizze a base di farine “alternative”, per esempio il kamut, cottenel forno a legna costituiscono un vanto del locale. E’ chiuso ilmartedì e risponde al numero 0332-747570. (R.P.)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS61


Gita a...RUBRICHEVarese, una provincia per tuttiNella rinnovata palazzina di viale Ippodromo, l’Agenzia per il Turismo della Provincia di Varese diretta da PaolaDella Chiesa ha messo a punto negli ultimi tempi una nuova serie di attività per attrarre turisti sul territorio. Ilfilmato intitolato “A Varese un giorno non basta”, andato in onda dapprima su una rete televisiva tedesca (con,pare, un soddisfacente ritorno in termini di presenze nella provincia dei Sette Laghi nel corso del 2011), è statoreplicato nella seconda metà di gennaio su unatelevisione olandese. Inoltre, si è dato vita ad unarazionalizzazione del materiale promozionale dadistribuire ai turisti e ai partecipanti ai Saloni delturismo in Italia e all’estero: un’operazione dirazionalizzazione per diminuire la serie dei numerosistampati preesistenti riqualificandoli sotto la vestegrafica. E così facendo, anche diminuendo i costi. Diparticolare evidenza, a quest’ultimo proposito, lapredisposizione di dépliant che propongono itineraria misura dei diversamente abili. E gli stessi stampatisono stati pensati proprio per essere impugnati omessi al collo da chi può avere le mani occupate perspingere una carrozzella o appoggiarsi a supporti ortopedici. Indicazioni non solo dei luoghi d’arte forniti diascensori o, comunque, facilmente raggiungibili, ma anche di strutture ricettive predisposte all’uopo. (M.L.)


RUBRICHEGourmetIl miele d’acacia Dop sfida iltartufo d’AlbaL’oro delle Prealpi sviluppa un settore economicocon 92 imprese, 515 hobbisti, 12.200 arnie e ungiro d’affari di 3 milioni di euro. Con la Dopaumentano le possibilità di guadagnare, ma nel2012 c’è anche il rischio dei rincari.Il miele d’acacia varesino come il tartufod’Alba e il lardo di Colonnata? Per ora èsoltanto un sogno ad occhi aperti ma,domani, chissà. L’oro delle Prealpi, comechiamano il nettare che esce dalle nostrearnie, è a un passo dalla Dop (si aspettasolo la pubblicazione sulla GazzettaUfficiale) e poi finalmente sarà pronto perconquistare i mercati con l’avallo - entro unpaio d’anni - della Commissione Europea(nel frattempo si potrà fregiare della Doptransitoria).Il traguardo premia gli sforzi di un settore economico conuna produzione tra le più significative in Italia: 92Le produzioni varesine:miele di acacia, dicastagno e millefiori. Ilfiore all’occhiello, l’unicoche può vantare ladenominazione d’origineprotetta, è però quellod’acacia.imprese, 515 hobbisti e 12.200 arnie. Considerando leprincipali essenze floreali (acacia e castagno) da cui siricava il miele e includendo anche il tipo “millefiori”, laproduzione provinciale raggiunge 550.000 chilogrammil’anno per un valore commerciale di oltre 3 milioni dieuro. Davvero un bel gruzzolo.Il fiore all’occhiello, l’unico che può vantare ladenominazione d’origine protetta, è peròil miele d’acacia: “Ci sarebbe piaciutoottenere la Dop per tutti e tre i nostri tipidi miele, ma solo quello d’acacia èarricchito dai pollini delle palme, dellelaurifoglie e dell’agrifoglio che inprovincia di Varese fioriscono insiemealla robinia - spiega Carlo Bruna,segretario del Consorzio di qualità - Ilmiele di castagno e il millefiori (ricavatodalla fioritura estiva dei tigli, delle moredi rovo ecc.) subiscono invece laconcorrenza di prodotti simili in altre zone d’Italia e nonpossiamo dire di essere gli unici detentoridell’eccellenza”.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS63


GourmetRUBRICHEOTTO EURO AL CHILOVediamolo allora più davicino, questo “tesoro” deinostri boschi e dei nostri prati.Il miele d’acacia si ricava daifiori della robinia, una piantamolto diffusa in quasi tutto ilVaresotto sino a 1300 metrid’altitudine. Essa deve il nomeal giardiniere francese Robinche, intorno al ‘600, utilizzò leprime piante importatedall’America. In Italia èconosciuta con variedenominazioni dialettali:reubina, rubina, rubì, rubin,spin rubin, rubet e ruben. Lafioritura contemporanea di altri preziosi pollinifa sì che le api raccolgano quanto serve perconferire al miele un particolare corredoorganolettico. Il nostro nettare d’acacia,spiegano i degustatori, è di colore bianco-giallopaglierino, trasparente, leggermente ambrato,con aroma leggero di lillà, gusto dolce eprofumato. E’ energetico e disintossicante,adatto a dolcificare il the, il caffè e lo yogurt,ottimo in pasticceria e nei bar per la colazione delmattino nelle comode bustine monodose, che sono spessoadottate anche al ristorante. Si vende al dettaglio a 8euro il chilo, 4.50 mezzo chilo.Una parte della produzione di miele d’acacia, dicastagno e millefiori è venduta direttamente in azienda o,all’ingrosso, alle imprese che servono la GrandeDistribuzione (Carrefour, Tigros, Iper). “La Dop è ilmassimo sigillo di qualità e gode di grande visibilitàanche nei mercati più lontani - spiega il presidente dellaColdiretti <strong>varesina</strong>,La Dop comporta speseaggiuntive per gliapicoltori, un aggraviodei costi di produzionein controlli, analisi everifiche dell’entecertificatore.Fernando Fiori - per oral’unico marchio Dop inItalia appartiene allaLunigiana ed è in venditanei supermercati a 6,90mezzo chilo. Il nostro è ilsecondo con quello dellaValtellina, che harichiesto la certificazioneinsieme a noi. La Dopsignifica avere un riconoscimento a livello internazionalee maggiore capacità di vendita. Un commerciantegiapponese, tanto per fare un esempio, prima diimportare un prodotto va a vedere l’elenco dei marchiprotetti. Uno <strong>degli</strong> obiettivi del Consorzio è riuscire adalzare il prezzo e la redditività”.ENERGIA, TRASPORTI E IVANon sono, però, tutte rose e fiori. LaDop comporta spese aggiuntive pergli apicoltori, un aggravio dei costidi produzione in controlli, analisi everifiche dell’ente certificatore, laIMC di Senigallia. Le imprese cheaderiscono alla Dop dovrannorispettare alla lettera il disciplinare diproduzione e chi non si adeguapotrà vendere soltanto il mielegenerico. Agli enti pubblici spetteràil compito di studiare strategie dimarketing e campagne promozionaliper informare i consumatori, come ègià avvenuto per la formaggella e ivini Igt Ronchi Varesini. “L’unicorischio - osserva Fiori - è che nel2012 scattino rincari dei prezzi pereffetto <strong>degli</strong> aumenti dei costiagricoli dell’energia, dei trasporti edell’Iva”.Maria Mineo, rappresentante delledonne che fanno impresa nellagiunta della Coldiretti, è contitolaredell’azienda Soldavini di LonatePozzolo. “Abbiamo oltre mille alveari e in certi anni sipuò arrivare a produrre 20-30 chili per arnia - dice -Con la Dop i produttori dovranno unire gli sforzi, ilnostro miele avrà un’immagine nazionale che ciaiuterà a vendere meglio e la maggiore remunerazioneservirà a tenere alto lo standard qualitativo. Si potràvalorizzare la Dop con ricette gastronomiche e dipasticceria come già accade con i mostaccini dellemonache del Sacro Monte, con i cupètt di Busto connoci e nocciole, il pecorino al miele e le verdureall’agrodolce”.L’industria del miele offre anche interessanti prospettiveoccupazionali. “Negli ultimi anni hanno iniziatol’attività diverse aziende gestite da giovani e da menogiovani - conferma Guido Brianza, vicepresidente delConsorzio e titolare della storica apicoltura al Ponte diVedano, con 400 alveari, fondata da Ernesto Erba nel1929 - Il mestiere di produttore crea posti di lavoro manon va improvvisato, i terreni per le arnie si possonoprendere in affitto e dunque non servono grandicapitali, ma ci vuole competenza e non bisognailludersi di fare subito guadagni facili. Tra le alluvionidel ’92, del ’95 e del 2000 e le malattie delle api, ioho dovuto ricominciare più di una volta, quasi dazero”.Sergio RedaelliColore bianco-giallopaglierino, trasparente,leggermente ambrato,con aroma leggero dilillà, gusto dolce eprofumato.64 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


RUBRICHECostumeI perchédei nomiNomi di luoghi e di famiglie tra Lombardia,Piemonte e Cantone Ticino. E i loro perché, in unostudio di Ottavio Lurati pubblicato da PietroMacchione Editore.La Cascina Mentasti aVarese, nel Medioevo diproprietà del monasterodi Voltorre (Gavirate)IMentasti? Sono quelli che arrivano da una zona arida,simile al cemento, mentre Varese lega il suo nomeall’abbondanza d’acqua. E poi ancora Castiglioni è nomeassegnato ai nobili che vivevano nel piccolo castello. E cosìvia: per ogni nome una storia, una spiegazione esoprattutto una ricerca che mira a scoprire ciò che ilterritorio che ci circonda è in grado di dirci. La storia siintreccia con le sue caratteristiche fisiche dei luoghi, maanche con il dialetto, con i modi di dire.La lupa nella piazzetta di Mondonico (Valganna)Insomma, andare alla ricercadell’origine dei nomi di luoghi e deicognomi, porta a scoperte chevanno al di là di quello che sipotrebbe credere a prima vista.Così almeno emerge leggendoLa diffusaorigine dei nomidalla lingua deiLongobardi.“nomi e luoghi e di famiglie. E i loro perché?” (edito dallafondazione Ticino Nostro e da Pietro Macchione) unvolume di Ottavio Lurati, ordinario emerito di linguisticaitaliana all’università di Basilea, studioso che ha al suoattivo 12 volumi e oltre 200 articoli. “Colpisce vedere -osserva Lurati - quanto siano numerosi nell’Italiasettentrionale i nomi di luogo e di famiglia che derivanodai Longobardi, la popolazione che, come noto, nelsecolo VII, attraverso il Friuli, penetra in Italia. Da noilasceranno nomi come Ghirla (che voleva dire‘fortificazione, muro di protezione’) e cognomi qualiSperoni, Trivulzio, Maroni”.Fa pensare il fatto che nella sostanza i Longobardi fosseropochi eppure riuscirono a controllare una parte importantedella penisola italiana lasciando un segno assai profondo.“Anche nomi come Rezzonico e Muggiò - continua lostudioso - si rifanno allegrandi amministrazionilongobarde, che eranoassai ben organizzate eefficienti. Molti i nomi chevennero assegnati ailuoghi sulla base dirapporti di diritto:Cordònico era la corte (=tenuta agricola) deldòmino, del signore,mentre Mondònico (sonoLa copertina del volume di Lurati66 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


RUBRICHEI Rezzonico non soloin Lombardia.Qui, Ca Rezzonico a Veneziaoggi nove le località in Lombardia cherecano questo nome) era, in sé, il montedel padrone, il territorio collinare cheapparteneva al signore feudale”. Spessoun nome che si crede essere locale lo siritrova in realtà legato a vissuti assaidiffusi, sovraregionali, se non addiritturaeuropei. “Per questo ho voluto inseguire inomi nel loro dilatarsi al di là dei confini. Così i primiLurati si spostano nel 1643 nel Luganese partendo daLurate Caccivio così come è interessante capire perché iBossi si trovano sia in Lombardia sia nel Sottoceneri.Vengono da Jacobossi, un accrescitivo di Jacobus, cheera la forma corrente per Giacomo”.Poi la parola perse la prima sillaba, come è avvenuto pergli Ademaroni che diventeranno Maroni. A lungo sidissero Adimaroni, da Adimaro (da adel ‘nobiltà’ e damaru ‘grande, importante, che eccelle’). Insomma eranoimportanti per nobiltà. Un accenno poi si può fare aiGabbani, sia varesini e luinesi, sia ticinesi: era unadesignazione che si rifaceva al prestigio che godeva tra lagente la figura epica di Galvanus, che era molto lodatonei cantàri medievali. Ad essi siispirarono i genitori di famiglieimportanti. “Non ci sono confini néumani né linguistici tra Lombardia ePiemonte - spiega Lurati che nel suovolume si dedica appunto a scavare tranomi e toponimi sia lombardi, siapiemontesi che della Svizzera italiana -.Le condizioni culturali e storiche sfumanogradualmente da un dialetto all’altro”.Nel volume si esaminano molti nomi difamiglia lombardi e anche delle famiglieMolte sono le cose curioseche stanno dentro e dietroai nostri nomi e che cisvelano anche parecchiodel nostro passato e deiluoghi in cui viviamo.Lo Stemma dei Bossivenute di recente in zona. Qualcheesempio? “Possiamo citare quello <strong>degli</strong>Speroni, che in origine e per secoli sonodetti Malsperoni. Era un nome che venivaimposto volentieri al battesimo. Siaugurava al neonato di essere un cattivocavaliere, un inetto nel guidare con glisperoni il cavallo, appunto perchécrescesse e divenisse in realtà un provetto cavaliere”.Motivazioni del tutto diverse negli attuali Mentasti, che, pergli abitanti del Varesotto, voleva dire quelli che vengonoda Mentast, ossia da una località che aveva un terrenoarido, simile al cemento. Si ebbe cementasto ‘terreno cherende poco e che appare come se fosse cemento’. Poi laprima sillaba, come in moltissimi altri casi, cadeva e sigiungeva a Mentasti, che è il nome di luogo vicino aVarese. Tra i cognomi diffusi si può citare anche quello deiBenasconi, che sono coloro i quali sono insediati nellaberna, ossia nello stanziamento fortificato.Molte sono le cose curiose che stanno dentro e dietro ainostri nomi e che ci svelano anche parecchio del nostropassato e dei luoghi in cui viviamo. “Spesso - continua lostudioso - sono dei motti dialettali, comequello dato agli Strepparava, ossia: tu sei uncontadino, devi strappare le rape. Oppurecome Bevilacqua, che si affibbiava a un tizioche tendeva ad alzare troppo il gomito perbere vino come il francese Boileau”. Daicognomi ai nomi di luoghi il passo è breve.Che dire allora, ad esempio, di Varese? Essosi legherebbe all’ampiezza delle acque checircondavano la zona. È una voce antica,prelatina, da vara nel significato di ‘acqua’.“Come noto - fa osservare Lurati - vi è pureAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS67


CostumeRUBRICHEun Varese in Liguria, a nord-est della valGraveglia: anche esso è legato alla forte,incisiva presenza dell’acqua. Sempre legatoall’acqua è il nome di Gavirate che èl’italianizzazione del dialettale Gaviraa, cheè più significativo del nome italiano: iltermine dialettale gavirá, era usato inpassato dai lombardi per designare lacateratta che serviva a bloccare l’acqua diun ruscello. Era, in poche parole, quella chenoi chiamiamo saracinesca. Insomma perogni nome di luogo o cognome delle nostre terre nelvolume si va alla ricercadell’origine scartando - comescrive l’autore stesso nelleprime pagine del volume -soluzioni di comodo e lascappatoia di spiegare nomidifficili invocando nomi dipersone latine spesso benpoco sicure”. Originelongobarda, invece, perStemma dei CastiglioniSaronno che avrebbe la suaorigine nel germanico sala,A fronte della ricchezzadi significato dei nomidi luoghi che arrivanodal passato, viene dadomandarsi che cosaaccade invece con ledefinizioni di spazi eluoghi moderni.ossia stanziamento di un ceppo longobardo,mutato poi, per rotacismo, in sara.A fronte della ricchezza di significato deinomi di luoghi che arrivano dal passato,viene da domandarsi che cosa accadeinvece con le definizioni di spazi e luoghimoderni. “Penso davvero che dobbiamoessere attenti anche ai nomi che nasconooggi attorno a noi - riflette Lurati - come inomi <strong>degli</strong> outlet, i nomi dei grandimagazzini: attorno a noi si infittiscono inomi nuovi così come pesano, non solo in Italia e inSvizzera, gli interventi subiti dal territorio”. Un fenomenoche non può passare inosservato e che nasconde ilconcretizzarsi anche di nuovi modi di vivere i luoghi.“Almeno dal 1995 - spiega Lurati - pianificatori egeografi del moderno parlano delle città nuove che inmodo quasi autosufficiente concentrano servizi ad altatecnologia, residenze, attività commerciali e luoghi per ilconsumo e per il tempo libero”. InsommaI fatti recenti premono, creando nuovi toponimi esuggerendo quindi nuove riflessioni che non riguardanopiù solo il passato, ma anche il presente e il futuro.Paola ProvenzanoO FFICINA AUTORIZZATACARRELLI ELEVATORI LINDEPiccola realtàGrande efficienzaCondizioni particolari per imprese su- (D. Lgs. 81/2008 Art. 71 - Art. 73) Faro Service di Prando Bruno & C. s.n.c - Via Santi 4/B - 21012 Cassano Magnago (VA)tel. 0331 206155 - fax 0331 202618 - info@faroservice.it - www.faroservice.itARTESTAMPA, Galliate Lombardo (VA)


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RUBRICHEArteUn restauro“varesino”per il salottodi MilanoUn intervento di restauroconservativo dellapavimentazione dellaGalleria Vittorio Emanueleche ha visto giovanirestauratrici varesinelavorare con zelo epassione.Milena di Vedano Olona è il capo cantiere ed è leiche ritira la targa che l’assessore allePolitiche per il lavoro di Milano, CristinaTajani ha voluto consegnare allemaestranze. Poi c’è Denis di Malnate,Elisabetta di Varese e Michela di Luino. Loscorso 21 dicembre, nel cuore di Milano,viene restituito alla città uno spazio celebrein tutto il mondo e l'assessore alla Casa elavori pubblici, Lucia Castellano, afferma:I restauri sono staticondotti su tre turnilavorativi, con unimpegno costante 24 oresu 24 e una presenzamedia giornaliera di 35artigiani.“E’ un lavoro molto prestigioso, fatto con grandeimpegno da tutti coloro che vi hannopreso parte”. E in questo lavoro lungo,delicato, a tratti estenuante, un ruolofondamentale l’hanno avuto MilenaMaesani, e il suo gruppo di restauratrici.L'intervento di restauro conservativo dellapavimentazione della Galleria VittorioEmanuele II è stato effettuatodall’Amministrazione comunale con la70 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


ArteRUBRICHEsupervisione della Soprintendenza per i beniarchitettonici e per il paesaggio di Milano, incoordinamento con l'<strong>Unione</strong> del Commercio el'Associazione Salotto di Milano.I lavori, affidati all’impresa Trivella Spa, specializzatanella manutenzione, nel recupero e nel restauroconservativo, sono iniziati il 4 maggio 2011: lapavimentazione della Galleria è stata portata a terminein 210 giorni, secondo un crono-programma bendettagliato che ha consentito di rendere il più velocepossibile il piano <strong>degli</strong> interventi. I lavori non hannopregiudicato la fruizione del “salotto” di Milano.I restauri sono stati condotti su tre turni lavorativi, con unimpegno costante 24 ore su 24 e una presenza mediagiornaliera di 35 artigiani. È stato un vero e proprio“cantiere evento”, in quanto l'impiego di cesatetrasparenti, con descrizioni sintetiche delle opere, haconsentito a tutti i passanti e ai turisti di assistere edessere sempre partecipi all'iniziativa.Milena ci racconta ridendo che i turisti stranieriAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS71


ArteRUBRICHEdiventavano matti e passavano ore ad osservarli “Nei seimesi passati al cantiere in Galleria ci hanno scattatomigliaia di foto, altro che celebrità. Peccato che in tuttequeste foto eravamo sempre tutte impolverate, spettinatee in tuta da lavoro. In CinaL’assessore Tajani “miha colpito l'impegnodelle giovanirestauratrici nelportare avanti undifficile compito qualè il restauro dellapavimentazione”.e in Giappone, poi, saremonella memoria di tutte lemacchinette fotografichedigitali”, aggiunge Denis.Ora sono soddisfatte erilassate le due restauratrici,ma sono stati mesi digrande impegno e grandefatica. Tra caldo e polvereanche in pieno agosto e conmani intirizzite a lavorare anche di notte, negli ultimigiorni prima della consegna.“Ho voluto premiare le maestranze con una targa -afferma l'assessore alle Politiche per il lavoro CristinaTajani - dopo avere constatato lo zelo e la passione concui hanno eseguito i lavori. Inparticolare, mi ha colpito l'impegnodelle giovani restauratrici nelportare avanti un difficile compitoqual è il restauro dellapavimentazione”.Milena è diplomata all’accademiadi belle arti Aldo Galli di Como enon è nuova a lavori di grandeprestigio in Italia e all’estero: hapartecipato ai restauri <strong>degli</strong>affreschi di Carlo Lanzani nelSantuario di Rho e si è occupatadel restauro dei dipinti murali esoffitti lignei presso l’Istituto delSostentamento del Clero dellaDiocesi di Milano in PiazzaS.Stefano; della doratura <strong>degli</strong>apparati decorativi della chiesaS.Martino a Milano; del restaurodei busti in marmo allaFilodrammatica di Milano e delrestauro dei graffiti del Castello diMonteruzzo a Castiglione Olona. Ha realizzato trompel’oeil presso la Clinica Mater Domini a Castellanza eseguito il restauro di icone presso il Museo NazionalePer Milena e le suecolleghe sono statimesi di grandeimpegno e grandefatica.Storico a Sofia (Bulgaria) e la decorazione di Villa DeNeef-Cassiman ad Anversa (Belgio).Le operazioni di restauro in Galleria sono state eseguiteconservando i materiali presenti e le tracce storiche che iltempo aveva impresso sulla pregevole pavimentazione.In presenza di materiali degradati, rotti o compromessi,si è proceduto alla sostituzione con marmi analoghi, alrestauro e alla integrazione <strong>degli</strong> inserti in pasta di vetroe delle tessere di mosaico. In particolare, si sonosostituite porzioni puntuali delle parti non piùrecuperabili mediante l'asportazione e la reintegrazionedelle singole tessere e delle lastre di pietra al fine diripristinare la continuità della tessitura interrotta danumerose cavillature e rotture.Oggetto del restauro è stato anche il famosissimo Toro suicui “attributi” migliaia di turisti hanno fatto una giravoltacon il tacco. Milena ci racconta che è stato oggetto digrande ilarità il momento in cui Cristian, un restauratoredel suo staff, ha impugnato lo scalpello per rimuovere letessere nel “punto cruciale” gridando “sono io il verorompi palle!”. Il restauro è riuscito perfettamente ed è statodivertente, durante un sopralluogo in Galleria durante lefeste, constatare come i turisti abbiano subito ricominciatoa piroettare sopra il povero toro...”Tra 20 anni sarà tutto da rifare” diciamo a Milena, leisorride: ”Bene, non chiedo di meglio!”Cristina Cannarozzo72 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


ArteSe questoè un uomoA Legnano la Dachau di ZoranMusic e le gabbie pittoriche diDaniele Galliano.RUBRICHEContinua l’impegno ormai decennale delcomune di Legnano verso la grandecultura e il mondo dell’arte. Una promessamantenuta, dopo la mostra di Rodin loscorso anno, grazie alla rassegna “Sequesto è un uomo”, dedicata a ZoranMusic, curata da Flavio Arensi e allestita aPalazzo Leone da Perego fino al 19 febbraio. L’ evento,che si ispira nel titolo al celebre romanzo autobiograficodi Primo Levi, svela da subito il principaleinteresse dell’arte di Music - tra i massimiesponenti della pittura del secondoNovecento europeo - sviluppatosi, per ciclidi vita, attorno al dramma umanodell’internamento. Si tratta dunque di unevento di forte richiamo e contenuto, perchéforte è stata l’esperienza artistica edesistenziale di chi, nato tra le collinecarsiche attorno a Zagabria, nel 1909, divenutocittadino italiano per i noti motivi storici e politici, dopouna giovinezza vissuta alla ricerca della libertà interioreed espressiva, si ritrovò, era il 1944, internatonell’inferno di Dachau. Il peggiore <strong>degli</strong> inferni, duratooltre la liberazione, fino al giugno del 45, era ‘dedicato’dal Terzo Reich a chiunque avesse osato dire no, o fossenomade, o ebreo, o malato, comunque escluso daquell’ottica di ‘normalità’ della Germania nazista eariana, persuasa allo sterminio. Music, nato artista, noncessò di esserlo neppure in quel cono d’ombra e didisumanità dove la morte pareva dare scacco ognigiorno, per infinite vite, alla vita. Trovò, come altriinfelici cercarono di fare, il personale metodo disopravvivenza, sostenuto dalla sua testarda volontà difissare ogni fotogramma della tragedia che siconsumava ininterrottamente sotto gli occhi deiprigionieri. La marcia in più per la via mentale di fugadall’atrocità quotidiana gli arrivò dall’arte, dal suoocchio di testimone attento, acuto e implacabile, dallasua mano allenata dagli studi e dal lavoro di artista eL’esperienza artisticaed esistenziale di chisi ritrovò, era il 1944,internato nell’infernodi Dachau.giornalista a vedere e raccontare.Music, operando di nascosto e al buio, con penuria disupporti e l’uso di sole matite, di inchiostriannacquati e improvvisati, trovò, descrisse erestituì dignità - persino eleganza - a queimucchi di corpi e arti, devastati eaggrovigliati come rami secchi. Lodimostrano alcune opere in mostra,realizzate proprio a Dachau nel ’45, chesono parte di trenta lavori sopravvissuti aitrecento realizzati nel campo. Ma renderàper sempre, per tutta la sua vita, fino alle soglie di unaserena morte per vecchiaia, il suo riconoscimento disopravvissuto, la memoria del sentimento di soffertafratellanza alle cataste di vite inanimate e ammassate,ridotte ad un’ essenzialità tragica e altissima.Come ricorda in catalogo Lorenzo Respi, scrisse di lui nel‘79 Bernd Krimmel: “L’inferno che lo circondava nonconsentiva alcun eccesso visionario ed egli si limitò aconstatare la realtà vista e accettata. Mai il trattos’impenna in espressione d’accusa, ma, flessibile, seguepiuttosto con un’ultima dolcezza i profili dei corpiemaciati, nella cui gracilità persiste l’ombra della lorodistrutta sensualità e dignità.Senza tremiti e con assolutadedizione, la linea si facalligrafia umana”.La mostra, che comprendeottanta opere - dipinti,acquerelli, tecniche miste eincisioni - tra cui sono moltiinediti, è raccontata in setteZoran MusicNous ne sommes pas les dernieres, 1970acrilico su tela, 89,1 x 116 cmMusic lavorò dinascosto e al buio,con penuria disupporti e l’uso disole matite, diinchiostri annacquatie improvvisati.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS73


ArteRUBRICHEsezioni, raggruppate attorno al ciclo centrale “Noi nonsiamo gli ultimi”. L’artista lo realizzò negli anni Settantae la critica lo considera unanimemente il suo momentopiù alto e artisticamente maturo. Colpisce dell’ insieme ilsentimento di sacrale rispetto, inscritto nei segniessenziali dei corpi consunti, nei toni sommessi ediafani, negli sfondi grigiastri, su cui sfavilla l’algidobrillio d’infiniti occhi, accesi dalla morte. Accanto alnucleo d’opere principale, ammonimento a un tragediamai finita che purtroppo continua a ripetersi nelle stragiperpetrate in paesi dominati dalla dittatura politica odilaniati dalle guerre, è l’assaggio dell’interaUrbi et orbiParallelamente alla rassegna di Zoran è allestita nelle sale alDaniele Galliano, Strange days, 2007, olio e tempera piano terreno di Palazzo Leone da Perego la rassegna “Urbivinilica su tela, cm 180x140et orbi”, dedicata all’ultima produzione di Daniele Galliano,artista autodidatta ma assurto a un giusto riconoscimento dicritica grazie alla sua sorprendente arte, cara a Luca Beatrice,che di Galliano, nato a Pinerolo nel ‘61, ha seguito ilpercorso fin dagli inizi. Oggi Galliano è ritenuto tra iprotagonisti della pittura figurativa italiana, a partire daglianni Novanta. Il percorso intrapreso lo ha condotto infatti aNew York per la prima personale, nel ’96, da Annina Nosei, ealla Biennale di Venezia nel 2009. La pittura di Galliano,verrebbe da dire mediatica, attenta all’attualità e coltivatacon lo sguardo dell’obiettivo fotografico o della macchina dapresa, afferra la vita con l’apparente freschezza, dimovimento e vivido colore, di occhi normali. Ma la sezionapoi, col bisturi dell’artista, in fotogrammi che incapsulano eingabbiano i protagonisti sorpresi ciascuno in una diversastoria: di finto divertimento di massa, in piazza o in discotecao sulla spiaggia, di solitudine urbana - nelle ringhiere di cittàaddormentate sotto il sole - di diaspora di popolo, suibarconi che ondeggiano negli spruzzi del mare - come in“I’m going up, i’m going down”, olio del 2010 - tra lasperanza di una nuova vita e il timore di una morte messa inconto. O, infine, di sofferenza brutale, avvilente, che va aripercuotersi su qualunque creatura. Si veda il polittico del1970 “Porking”, un grande olio che ha come soggetto deiporci presumibilmente chiusi in ossessionanti gabbie. Uominiridotti allo stato animale, o animali maltrattati dagli uomini?Il tutto, affidato alla libera interpretazione del visitatore, appare “proiettato” in opere di grandi dimensioni, quasipanoramici schermi, dove occhiute pupille di cinepresa si fissano su spicchi di città, o dell’intero mondo.Qualcuno può ritrovarsi in quegli happening visivi , vedere la propria sagoma impressa, o ritrovare figure note, ogesti o segnali abituali della comune esistenza. Nei fotogrammi di Galliano siamo compresi tutti. Ci siamo noi,con i nostri cari e i nostri amici, basta strizzare bene gliocchi e fissare le opere. “L’artista - come si ricorda inmostra citando il filosofo Maurice Merleau-Ponty - ècolui che fissa e rende accessibile ai più ‘umani’ tra gliuomini lo spettacolo di cui fanno parte senza vederlo”.E’ dunque lui l’ironico pontefice, è Galliano il pontifexche ci invita dal suo balcone d’artista rivolto “urbi etorbi”, a unire sguardo a sguardo? Così è, se vi pare.(L.N.)DANIELE GALLIANOURBI ET ORBI19 novembre 2011 - 19 febbraio 2012Legnano, Palazzo Leone da Perego - Via Gilardelli, 10Orari: Da martedì a venerdì 14.00 - 19.00Sabato e festivi 10.00 - 19.00wwwspaziartelegnano.com74 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Arte80 opere - dipinti, acquerelli,tecniche miste e incisioni - tracui sono molti inediti, in 7sezioni, raggruppate attornoal ciclo centrale “Noi nonsiamo gli ultimi”.produzione di unavita: le primeopere ches’incontrano nellamostra, datate tragli anni quarantae cinquanta,nature morte epaesaggi, e qualche figura di donna adagiata,ricordano i solidi, polverosi colori di Campigli, col qualefu in amicizia dopo la sua partecipazione alla Biennaleveneziana del 1948. I cavalli dall’aura primordiale,soggetti tra i più noti della sua produzione,rappresentano invece alcuni dei momenti di maggiorfreschezza descrittiva. Indimenticabili anche le facciatedella chiese, realizzate negli anni ottanta, chiaroomaggio alle cattedrali di Monet, osservate però dai lorobrumosi interni. I paesaggi infine, i paesaggi dalmati daicolori caldi, ma soprattutto quelli veneziani soffusi dinebbia, riportano agli ultimi, sereni anni. Venezia,assieme a Parigi, dove venne ampiamente riconosciuto ilsuo talento e coltivò amicizie artistiche importanti, comequella con Giacometti, fu la città più amata da Music. AVenezia conobbe la moglie e musa ispiratrice, IdaCadorin, presente in mostra in uno <strong>degli</strong> ultimi, intensiritratti. E proprio nella Serenissima Zoran Music chiuderàla sua lunga esistenza, nel 2005. L’ urna con le sue ceneriè conservata all’Isola di San Michele.Luisa NegriZORAN MUSIC. SE QUESTO È UN UOMO19 novembre 2011 - 19 febbraio 2012Legnano, Palazzo Leone da Perego - Via Gilardelli, 10Orari: da martedì a venerdì 14.00 - 19.00Sabato e festivi 10.00 - 19.00. 7 euro intero5 euro ridotto, 10 euro famiglia (genitori e figli)wwwspaziartelegnano.comRUBRICHEIl patrimonio artistico del Premio Città di Gallarate donato al ComuneNasceva nel 1949 il Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate.Anima dell’ iniziativa, sostenuta dal Comune e dall’AssociazioneUniversitari Gallaratesi, era il compianto artista Silvio Zanella. Insessant’anni di storia e ventitré edizioni (prima annuali, poibiennali), a partire dal 1950, circa ottocento opere d’arte sonostate acquisite e nel 1966 è nata la Civica Galleria d’ArteContemporanea (GAM), concretizzazione di quell’idea che guidò ilPremio fin dalla sua istituzione. Nel 2010 la GAM è confluita nelMAGA, Museo d’Arte di Gallarate, il cui capitale artistico è quindicostituito dalle opere acquisite nelle successive edizioni delPremio. Si tratta di opere d’arte contemporanea di autori storici,protagonisti del panorama italiano tra cui figurano Fausto Melotti,Silvio Consadori, Emilio Vedova, Atanasio Soldati, lo stesso Zanella.Per arrivare ai giovani artisti come Adrian Paci, Loris Cecchini,Moira Ricci, Piero Gilardi, Studio Azzurro, Chiara Dynys.Lo scorso novembre l’intero patrimonio del Premio, guidatodall’attuale presidente Giovanni Orsini, è stato ufficialmentedonato al Comune con atto notarile, presenti il rappresentantedell’ente pubblico Manuela Solinas e Emma Zanella, direttore delMaga. L’impegno della città di Gallarate edel suo museo è ora dicustodire, valorizzare ed esporre le opere donate e destinare unospazio all’archivio e alla segreteria organizzativa dell’Associazione.Il Comune garantirà inoltre la continuità del contributo economicoordinario dato al Premio per l’organizzazione delle future edizioni.I promotori del Premio e la segreteria stanno da tempo lavorandoper la prossima, la XXIV edizione, che sarà inaugurata a marzo.(L.N.)Soldati Atanasio, Ambiguità - Edizione Premio 1951Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS75


ArteRUBRICHEA Federico Palerma il Premio MaccagnoPALERMA - Crocefissione eSindone, 2011, olio su tela,cm 150x130PALERMA - Srebrenica (Bosnia) 11 luglio1995, 2011, olio su tela,cm 100x170E’ alla terza edizione il Premio Maccagno, assegnato dal Civico MuseoParisi Valle ad un artista scelto tra iventiquattro recentemente chiamati adesporre nella sede costruita a cavallo deltorrente Giona. Si tratta di un’altra realtàdella provincia di Varese dedicata, come ilMaga di Gallarate, all’Arte Contemporanea,quella che Silvio Zanella non mancava didefinire un tempo la Cenerentola tra le arti. Ma forse non è più così,almeno in terra <strong>varesina</strong>. Dove l’Arte Contemporanea ha trovatol’amore <strong>degli</strong> estimatori, attenzione delle istituzioni e più chedignitosi spazi. Un cammino dunque da sostenere e incoraggiare.La giuria del Premio, composta da Massimiliano Castellani, StefaniaBarile, Luigi Marsiglia, Alberto Pellegatta, Fabio Passera e AndreaMaccario, questi ultimi rispettivamente sindaco e assessore allaCultura di Maccagno, ha fatto la sua scelta l’8 gennaio del 2012.Vincitore del Premio Maccagno 2011 è risultato Federico Palerma,autore delle opere “Crocefissione e Sindone” (olio su tela del 2011,cm 150 x130) e “Srebrenica (Bosnia) 11 luglio 1995” (olio su tela, cm.100x170) con la seguente motivazione: “Per l’energia del gesto nellequalità pittoriche e materiche che concorrono ad evocare profonditàdi sentimenti nella suggestionedrammatica del sociale e delcontemporaneo”. Il premioconsiste in una mostra personaleallestita nelle sale dello stessoMuseo, in concomitanza conl’edizione della nuova rassegnadel Premio Maccagno 2012.Quella tenutasi dal 10 dicembre2011 al 29 gennaio 2012, curatada Claudio Rizzi, ha visto esposteVincitore del PremioMaccagno 2011 èrisultato FedericoPalerma.Il premio consiste inuna mostra personaleallestita nelle sale delMuseo Parisi Valle, inconcomitanza conl’edizione della nuovarassegna del PremioMaccagno 2012.le opere di artisti prevalentemente lombardi, chiamati susegnalazioni, richieste dal museo, di otto maestri di chiarafama: i maestri sono Gianni Brusamolino, Giancarlo Cazzaniga,Trento Longaretti, Carlo Nangeroni, Giancarlo Ossola, Paolo Schiavocampo, Luigi Stradella, Luiso Sturla. Proprioquest’ultimo ha segnalato l’opera del genovese Palerma, classe 1963, formatosi all’Accademia di Belle Arti delcapoluogo ligure, attivo nel mondo espositivo artistico dal ’92, con una prima personale a Santa Margherita Ligure euna collettiva alla galleria San Fedele di Milano. Un cammino partito dalla sua terra, che lo ha condotto in giro perl’Italia, l’Europa (Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Finlandia) e gli Stati Uniti, tra personali, collettive e premiottenuti in prestigiose sedi.L’attività del Civico Museo Parisi Valle, creatura nata per volontà di Vittorio Parisi, indimenticabile artista nativo diMaccagno, che al museo ha lasciato molte sue opere e una collezione di dipinti, grafiche, sculture, e pregiati oggettiantichi, persegue l’intento di portare alla ribalta artisti di generazioni, estrazioni e provenienze diverse. Il tutto su di unaffascinante palcoscenico davanti al Lago Maggiore, in un incantevole scampolo della patria luinese cantata dal poetaSereni e raccontata da Piero Chiara.Luisa Negri76 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


ArteLA CERAMICA DI LAVENO IN FAMIGLIAIn esposizione oltre alla produzione normale si potranno ammirare anche pezzi di Guido Andlovitz e di Antonia Campi entrambidesigner di fama internazionale che hanno collaborato a lungo con incarichi dirigenziali presso la Società Ceramica Italiana.Nella Sala Marmi di Palazzo Verbania, piatti, zuppiere sevizi caffè e tea, vasi, alzate, oggetti d’arte che hanno arredato per annile case <strong>degli</strong> italiani con quel gusto raffinato che la Ceramica Lavenese ha saputo proporre.RUBRICHESino al 5 febbraio 2012Palazzo Verbania - Luino - Viale Dante 6 - tel. 0332 543501Orari: da martedì a domenica 10.00 - 12.00 e 15.00 - 18.00. Ingresso liberoAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS77


ArteRUBRICHESino all’11 febbraio 2012MOSTRE E APPUNTAMENTIGiorgio Presta. Q2La mostra dello scultore varesino presenta una installazione allo spazioClip del Liceo Artistico Frattini e tredici opere esposte al MuseoFlaminio Bertoni.Sino al 5 febbraio 2012Spazio Clip - Liceo Artistico “A. Frattini” - Varese - Via Valverde 2Orari: da lunedì a venerdì 9.00-18.00, sabato 9.00-13.00Museo Flaminio Bertoni - Varese - Via Valverde 2Orari: giovedì, sabato e domenica 14.30-18.30Mark Richardson. PerspectivesPrima personale di fotografia di Mark Richardson, batteristadella nota band Skunk Anansie. Come Rauschenberg, Markriempie con ingenua naturalezza il vuoto tra arte e vita,agendo direttamente nello spazio che le separa, dove scavarenon è doloroso, dove l’artista è irrimediabilmente immerso nelflusso dell’esistenza, in “un continuum ininterrotto che noncomincia e non finisce con nessuna sua decisione o azione”(Robert Rauschenberg).Ricerche e Tendenze. Fotografia ItalianaContemporaneaUna rassegna che traccia il confine tra la fotografia documentaria e quella diricerca artistica e interpretativa, da cui emerge una visione più intima cheesplora altre vie espressive.Sino al 12 febbraio 2012Stefania Romano. Voyage Privè21 dicembre 2012 è il soggetto di questa ricerca, l’attesa di un cambiamento che investirà l’intera umanità,verso una possibile radicale trasformazione in senso spirituale.Francesca Della Toffola. The Black Line SeriesUn viaggio immaginario tra le pieghe dell’anima. L’autrice attraversa luoghi reali e immaginari, comunica con glioggetti, le pareti, gli angoli creando una profonda fusione tra se stessa e l’ambiente.Daniele Indrigo. Terre | Sogni - Mistici OrmeggiUna selezione di vedute in bianco e nero del fotografo che negli ultimi anni si è fatto apprezzare per lapreziosissima resa fineart di immagini ricche di grande attrazione emotiva ed estetica.Emilio Tovaglieri. FemmeLe sue composizioni sono caratterizzate da una vigorosa valenza simbolica che si esprime attraverso la figurafemminile, ricercando fisionomie grevi e stridenti, e insieme dissacranti e seducenti. Stampe fine art dalla tramaporosa, che esaltano gli impulsi.Sour Milk Art Gallery - Menzago di Sumirago - Via Trieste 5 -tel. 338 6312038 - www.sourmilk.itOrari: venerdì e sabato 15.00-19.30 e 22.00-02.00, domenica18.00-24.00, mercoledì e giovedì su appuntamento.Ingresso libero con tessera Arci 2012 (costo tessera euro 10,00)Franco ViolaMostra in arrivo dal Museo de la Memoria de Andalucía, Granada.Questo evento costituisce un primo incontro tra la città di CastiglioneOlona (VA) e quella di Granada (Spagna) che potrebbe sfociare in futuroin attività culturali congiunte, di ampio respiro, coinvolgendo le due cittàe i loro rispettivi musei.Dal 4 febbraio al 18 marzo 2012Inaugurazione sabato 4 febbraio, ore 18.00al Museo Civico Branda CastiglioniMuseo Civico Branda Castiglioni - Castiglione Olona - Piazza G.Garibaldi 1MAP - Museo Arte Plastica - Castiglione Olona - Via Roma 27Per informazioni: tel. 0331 858301Orari: da martedì a sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00, domenica 15.00-18.00. Domenica 5 febbraio e domenica 4 marzo (mercatinodell’antiquariato) 10.30-12.30 e 15.00-18.00.Ingresso: euro 3,00 intero; euro 2,00 ridottoA cura di Laura BardelliVilla Pomini - Castellanza Via Don Testori 14 - tel. 0331 526263www.archiviofotografico.orgOrari: venerdì e sabato 15.00-19.00, domenica 10.00-12.00 e 15.00-19.00. Ingresso liberoRoberto Stephenson. HaitiLa mostra raccoglie le fotografie, dal 2000 al 2010, di RobertoStephenson, artista italo-haitiano tra i più importanti e singolari esponentidella fotografia caraibica contemporanea. Volti, paesaggi fuori dal tempoe surreali architetture segno del tragico terremoto del 2010 sono le tappedi un viaggio estetico e poetico nell'anima del popolo haitiano.Sino al 26 febbraio 2012Villa Ciani - Lugano (CH) - Parco Civico (entrata da corsoElvezia) - tel. +41(0)58 8666960 - www.mcl.lugano.chOrari: da martedì a domenica 10.00-18.00.Ingresso: CHF 12 intero, CHF 8 ridotto, gratuito ragazzi fino a 16 anniPremio Chiara alla Carriera 2012 a Paolo Villaggio“Per l’originalità con cui, attraverso la sua grottesca e dissacranteironia, ha saputo evidenziare, in scritti, al cinema, in teatro, intelevisione, vizi e virtù <strong>degli</strong> Italiani”.Il conferimento avverà nel mese di marzo 2012 al teatro Socialedi Luino.78 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


ArteM/ARBRESUn confronto tra fotografie, sculture e opere dipittura magistralmente propostedagli artisti Alberto Bortoluzzi, Jill Höjeberg eMarika Vicari, che proporranno indagini inbianco e nero sulla forma delle meraviglie naturaliche ci circondano.RUBRICHESino all’11 marzo 2012PUNTO SULL’ARTE - Varese - VialeSant’Antonio 59/61 - tel. 0332 320990 -www.puntosullarte.it - info@puntosullarte.itOrari: lunedì, martedì e da giovedì a sabato14.00-19.00, mercoledì, domenica e tutte le mattinesu appuntamento.Ingresso liberoAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS79


Varesefocus. Ovunque con teDiffuso in 17.000 copie cartacee, disponibile in versione sfogliabilesul sito varesefocus.it e con un App dedicata, su iPad, iPhone epiattaforma Android, Varesefocus rappresenta un apprezzatostrumento di informazione che, pur mantenendo intatta l’attenzionealla tradizione, volge lo sguardo alle nuove tecnologie.A disposizione <strong>degli</strong> inserzionisti accanto agli spazi tradizionalisulle copie cartacee, filmati, link e pubblicità dinamica nelleversioni elettroniche. Ovunque tu sei, Varesefocus è con te.Da oggi ancheper AndroidPer informazioni: SPI Srl - commerciale@spi-web.it - tel. 0331 774345 - fax 0331 771701Apple ed il logo Apple sono marchi di Apple Inc., registrati negli Stati Uniti ed in altre Nazioni. iPad è un marchio di Apple Inc..App Store è un service mark di Apple Inc.Android is a trademark of Google Inc.


StoriaI Borghi diVarano, patriotie imprenditoridel cotoneParenti dei Ponti di Varese, partirono dalcommercio all’ingrosso della seta alla fine del‘700 e diventarono leader del tessile con ilcotonificio di Varano che dava lavoro a duemiladipendenti.Pur non essendo celebri come il “cumenda” GiovanniBorghi di Comerio, che fondò la Ignis e fu il re <strong>degli</strong>elettrodomestici a metà del secoloscorso, i Borghi di Varano hannoscritto una pagina altrettantoimportante della storia industriale delramo tessile. Partirono dal commercioall’ingrosso della seta alla fine del‘700, passarono per l’allevamento deibachi ai tempi di Vincenzo Dandolofino a diventare leader dell’industriadel cotone con lo stabilimento diVarano che, nel momento di massimofulgore, arrivò a dare lavoro a oltreduemila dipendenti. In onore dellafamiglia, nel 1906 il Comune cambiòil nome in Varano Borghi e inserì laruota, simbolo dell’industria, nellostemma municipale.La storia dei Borghi è importanteanche per le illustri parentele chelegano la famiglia ad altre dinastieindustriali che furono protagoniste delboom economico a Varese e inLombardia fra l’Otto e il Novecento:nomi come Cantoni, Ponti, Amman eCrespi, legati tra loro da vincolifamiliari e interessi finanziari comuni,arrivarono a gestire un solidissimoimpero.Partirono dal commercioall’ingrosso della seta allafine del ‘700, passarono perl’allevamento dei bachi aitempi di Vincenzo Dandolofino a diventare leaderdell’industria del cotone conlo stabilimento di Varano.IL CONTE VINCENZO DANDOLODopo gli esordi commerciali con la seta, la saga deiBorghi parte ufficialmente con Pasquale che fonda nel1819 lo stabilimento per la filatura meccanica del cotoneintorno a un mulino sul torrente Brabbia. Dagli archividell'Università Statale di Milano, emergono le tracce delrapporto professionale che intercorse tra Pasquale e ilconte Vincenzo Dandolo, scienziato e ricco imprenditoreveneziano trapiantato a Varese, che del Borghi curava gliallevamenti dei bachi da seta ed era "vicino di casa" aVarano.Il conte Dandolo, ricordato da una lapide a PalazzoEstense di Varese, fu il padre di Tullio, intellettuale, storicoe filosofo dell’epopea risorgimentale e il nonno dei patriotiEmilio ed Enrico, che cadde per la difesa dellaRepubblicana Romana nel 1849. Patriota fu anche ilnipote di Pasquale, Luigi Borghi, agitatore mazziniano epoi seguace di Garibaldi, arrestato dal famigeratocommissario Bolza con l’accusa di alto tradimento “peravere propagato la setta della Giovine Italia nelGallaratese”. Se la cavò miracolosamente dopo tredicimesi di prigionia con una sentenza di non luogo aprocedere, emessa dal Tribunale Criminale di Milano il 23dicembre 1834 “per difetto di prove”.Luigi, amico e cognato di un altro celebre industrialevaresino, Andrea Ponti di cui sposò la sorellaOrsola Maria, in tempo di pace diede unforte impulso alla fabbrica di Varano. Feceinstallare un gasometro per l’illuminazioneche agevolava il lavoro notturno e creavanuove marginalità economiche. Per abbatterei costi energetici aumentò l’estrazione dellatorba dalla palude Brabbia e costituì unasocietà per l’importazione del cotone greggiodirettamente da New Orleans, una delleAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUSRUBRICHE81


StoriaRUBRICHELa storia dei Borghi èimportante anche perle illustri parenteleche legano lafamiglia ad altredinastie industriali -Cantoni, Ponti,Amman e Crespi -protagoniste delboom economico aVarese e inLombardia fra l’Ottoe il Novecento.principali piazze produttrici, in società con Candiani, Sioli,Dell’Acqua e altre aziende del settore.COLPO DI FUCILE IN CARROZZADopo di lui prese il comando della “macchina” (così glioperai chiamavano l’opificio di Varano) il figlioNapoleone, consigliere comunale a Milano e promotoredel valico ferroviario del Gottardo, che fece costruire inpaese le prime case per gli operai, bonificò la paludeBrabbia, aprì la scuola e l’asilo infantile prima di morire,in circostanze misteriose, per un colpo di fucile esplosoaccidentalmente in carrozza.Gli subentrò il fratello Pio di due anni più giovane,laureato in ingegneria al Politecnico di Milano, che sposòla vedova GiuliaMinonzio. Piomeccanizzò la fabbricacon innovativi impianti ditintoria e arrivò ad avere60 mila fusi e 1.200telai. Discreto fotografodilettante, amava isolarsia dipingere temi agrestie si dedicava volentieriall’hobby preferito, lanumismatica. Ma sioccupò anche dellosviluppo urbanistico delpaese, tracciò il pianoregolatore, fece costruireLe case dei BorghiIl Palazzo Borghi a Gallarate, oggi sede del Comune,fu acquistato da Fedele Borghi con altri beni fondiaritra il 1784 e il 1786.82 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


Storiail convitto per lelavoratrici, ildormitorio per glioperai e, visto ilrapido ingrandirsidel cotonificio,costruì villini per idirettori di repartoe spazioseabitazioni per lemaestranze.Le cronache dellaPrealpina Illustrata,il MonitoreTecnico, leIllustrazioni diLombardiaricostruisconol'aspetto, l'organizzazione e il processo di produzionedello stabilimento di Varano, che all’inizio del ‘900 dovettesuperare dure battaglie sindacali sul lavoro minorile enotturno. Il ciclo industriale dei Borghi finì nel secondodecennio del ‘900 con il clamoroso fallimento di Luigijunior, il figlio di Napoleone che era stato adottato da Pioe provocò la fusione della gloriosa ditta Pasquale e F.lliBorghi nella francese Textiloses e Textiles.Sergio RedaelliLa “stoffa dei Borghi”raccontata in un libroLe vicende private e industriali dellafamiglia, del cotonificio di VaranoBorghi e il restauro della splendidavilla oggi trasformata in un hotel 4stelle, è raccontata nel libro “Lastoffa dei Borghi - Patrioti eimprenditori della dinastia delcotone” edito dalla Pro Loco diVarano (120 pagine, 29 foto, invendita a 10 € presso la Pro Loco diVarano Borghi, via Vittorio Veneto 7,tel. 334-9597486). Le prefazioni diGiovanni Brugnoli, presidentedell’<strong>Unione</strong> <strong>Industriali</strong> <strong>varesina</strong> edello storico Pierangelo Frigerio, aprono il volume corredatoda rare illustrazioni d’epoca.RUBRICHELa Villa Borghi di Biandronno fu abitata da MariaBorghi, sorella di Luigi junior e moglie del conteCamillo Meli Lupi di Soragna nel 1900.La Villa Borghi di Varano fu rilevata da ZaccariaBorgo in enfiteusi perpetua dai conte GiulioVisconti Borromeo Arese intorno al 1760.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS83


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Di modaNecessariAccessoriUn po' per vezzo, un po' per vizio. Irresistibiliaccessori.Cappelli, foulard, guanti, spille, fermagli...In una parola, accessori. Per definizione qualcosache si aggiunge e, fondamentalmente, che non serve. E,quindi, ça va sans dire, deliziosa tentazione per il generefemminile. Il primo oggetto di tagli in questo periodo dicrisi economica, penserebbe una mente rigorosa. Nientedi più sbagliato, invece.A raccontarcelo, a consuntivo delle spese natalizie eanticipando il San Valentino dei regali, è PaoloAmbrosetti della storica omonima Valigeria in centro aVarese. Da alcuni anni, infatti, accanto alla classicaproduzione di borse e valigie, i marchi più prestigiosihanno affiancato quelli che potremmodefinire oggetti per il total look, per lopiù squisitamente made in Italy. Per icommercianti quindi è facile farsiun'idea chiara delle tendenze generalidel mercato della moda.Una prima sorpresa per le “mentirigorose”: gli accessori non sono affatto andati in soffitta.Perfetti come regali, perché più abbordabili rispetto acapi più importanti, sono dettagli che arricchiscono (nonimpoveriscono...) in un attimo qualsiasi look.Ma, seconda sorpresa, in maniera innovativa e inattesa.Classico per eccellenza, elegante e prezioso, il foulard èun esempio perfetto di questo cambiamento. Accantoall'intramontabile e al vintage - uno su tutti Hermès - idettami di oggi sono pochi motivi floreali e colori sobri,molta semplicità, moltissime fantasie omaggio ai loghidelle maisòn, come l'icona del momento Prima Classe ol’ever green Gherardini, ma assoluta sregolatezza nelleforme e nell'uso. Tramontato il classico 90 per 90, ilfoulard si trasforma in sfiziosa sciarpina o strizzacollo.Accanto una produzione più calda, di sciarpe, che peròsegue le stesse regole conIl foulard si trasformain sfiziosa sciarpinao strizzacollo.O legato a una borsaper vivacizzarla.Perfetti comeregali,arricchisconoqualsiasi look.una vasta gamma di offertedi collarini apprezzatissimidai più giovani. In linea con itempi e le esigenze di tasca,accanto alla seta pura, è unflorilegio di viscosa e misti,seppur di qualità (per oggetti che vanno dai 20 ai 70euro). Inoltre, il foulard si riscopre in altre funzioni - cisvela Ambrosetti - ad esempio, legato ad una borsa pervivacizzarla. Un vezzo che nascedall'abitudine di legarlo per nonperderlo, che si trasforma in unavera e propria moda: la Bric'spropone addirittura vezzosehandbag con foulardincorporato, amatissime dallePer i cappelli,stravincono grigioe nero, in ribasso ilmoro, mentre il bluè una rentrèe.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUSRUBRICHE85


Di modaRUBRICHE“ragazze” dai 35 in su.E per i cappelli? Anche in questo campo si torna aldiscorso dell'accessorio. Con un'“aggravante”: questoinverno per buona parte niente affatto rigido, nonsarebbe una buona giustificazione per le amanti deitessuti caldi. Insomma, solo puro e semplice piacere.Come semplice è la proposta dei marchi glam.Quest'anno, racconta sempre Paolo Ambrosetti, il mustsono baschi o cuffiette, monocolore, ma impreziosite dastrass o da inserti di pelliccia come gli sfiziosi cappelliniBlumarine da abbinare a sciarpe e guanti (questi ultimiun po' di tutte le lunghezze, secondo la regola “non cisono regole.”). Stravincono grigio e nero, in ribasso ilmoro nelle sue varianti, mentre il blu è una rentrèe, come- secondo regole di “cromomarketing” spesso ignote alconsumatore - in ogni periodo storico di crisi economica.Un colore con cui non si sbaglia mai e che, al contrario<strong>degli</strong> altri, è perfetto in ogni stagione. Apprezzati anchein questo campo i total logo, cuffiette che omaggiano imarchi, come quelle di Armani o Guess, o le fantasiecaratteristiche, come ad esempio il berretto stampato stilebaseball con la mappa griffataPrima Classe.Lontano da sfilate DSquaredche hanno visto sfoggio diimproponibili cappelli a formadi topo, la moda per ilquotidiano punta su propostepiù sobrie: dalle sportiveLa riscoperta di unclassico (prima bennascosto tra le muradomestiche): ilcerchietto.cuffiette unisex, alle cloches omaggio agli anni '20 amodelli romantici di cappelli a falda larga (ma nontroppo) come quelli proposti da Blugirl. Per molte -assolute fashion victim - ma non per tutte (astenersi leregine della discrezione) feltro e colori accesi (arancioneo ottanio) nelle proposte a larga tesa di Gucci.Trovare il cappello giusto per la propria testa non èquindi difficile, vista la ricca offerta. Va detto, però, che inegozi specializzatisono sempre meno.Solo per fare unnome, e pureultracentenario, inostalgiciEffetto Middleton Sisters oneoromanticismo: tra i capellisono rispuntati fiori (di tessuto).apprezzeranno un viaggio nella storia tra gli arredi dellaCappelleria Cristina di Busto Arsizio: per chi si senteSherlock Holmes o per le signore che sognano unacomparsata ad Ascot.Se le comuni mortali si allontanano dagli eccessi dellesfilate, tendono, però, ad imitare i curiosi vezzi dei vip. Esi mettono strane idee... in testa. Potremmo definirloeffetto Middleton Sisters o neoromanticismo: tra i capellisono rispuntati fiori di tessuto di tutti i colori (lacollezione invernale di H&M ne è un tripudio), piume evelette. Ma la sorpresa è la riscoperta di un classico delbon ton (ultimamente relegato al suo ruolo funzionale,ben nascosto nelle mura domestiche): il cerchietto. Senzaarrivare alle proposte di Frankie Morello che alle ultimepasserelle milanesi omaggiava l'Italia con acconciature aforma di Colosseo, Duomo o Torre di Pisa, il classicoaccessorio ritorna protagonista. Lo conferma ancheMauro Ceriani della Profumerie Immagine di Saronno,da tre generazioni un riferimento per la bellezzafemminile e non solo, sul territorio varesino e comascocon otto punti vendita. “Seppure per noi il compartoaccessori è marginale - racconta - constatiamo unariscoperta del genere, accanto a mollette e fermagli cheilluminano”. Largo dunque a questi accessori un po'retrò, a strass, fiocchi e paillettes. Una curiosità? Neigrandi magazzini, i prodotti per le signore sonopresentati accanto a quelli per le bambine. Spesso, anzi,complici le manie per Hello Kitty e similari, non c'è versodi distinguerli. Anche su questo le riflessioni le lasciamoalle menti rigorose.Silvia Giovannini86 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


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RUBRICHESportPallamano Cassano: vincereper amore della magliaI fasti delle squadre della Pallamano a CassanoMagnago. Una squadra maschile, una femminileche milita in A2 e tre Under 18, 16 e 14.Hanno dominato in Italia mettendo in bacheca 11scudetti consecutivi con la squadra femminile esfiorato per due volte il titolo di Campioni d’Italia con lamaschile. Hanno vissuto crisi profonde,cambiato strutture societarie, viaggiatosull’ottovolante fatto di retrocessioni epromozioni. Hanno regalato emozioni, masoprattutto un amore inossidabile tra questosport e Cassano Magnago, da sempre faronazionale di questa disciplina.Chi si avvicina alla Pallamano Cassanoscopre una vera e propria galassia felice,composta da quattro società, un vivaio tostoe inesauribile e quattro presidenti bravi neltradurre al presente quanto di meglio fatto nel passatoda questa storica realtà. A dare logica a ciò che agliocchi di uno sprovveduto può apparire quanto menooriginale è Massimo Petazzi, ex giocatore della gloriosaHanno dominato in Italiamettendo in bacheca 11scudetti consecutivi con lasquadra femminile esfiorato per due volte iltitolo di Campioni d’Italiacon la maschile.Pallamano Tacca vicecampione d’Italia, presidente dellaFemminile che milita in A2 e direttore sportivo “assaipreoccupato” della squadra Maschile, dominatrice deltorneo e seria candidata al salto in Elite, la massimaserie nazionale. “Il passaggio in Elite è un traguardosportivo stupendo - confida - quel che mi spaventa non èla categoria, ma i costi. Stare al passo sarà dura, manoi come sempre ci proveremo”.A Cassano non solo ci credono, matutti sono pronti a scommettere sulmiracolo che dirigenti, sostenitori esponsor sapranno confezionare. Unafede cristallina dove lavoro, passionee voglia di far crescere i giocatori findalle giovanili continuano a contarepiù dei quattrini “che sono sempremeno”, continua Petazzi, il quale poicondensa in una battuta l’elisir dilunga vita della Pallamano Cassano:“Da noi non esiste che un nostro giovane venga pagatoper giocare. Chi veste i nostri colori lo fa per passione,attaccamento alla maglia e alla società. E devo esseresincero: sono pochi quelli che se ne vanno e spesso,dopo un anno o duein altre societàtornano da noi”.E la bella favolacassanese è ricca disorprese. “Il nostro èun progetto societarioche non si limita alleprime squadre, macoinvolge tutti i nostrigiocatori. La squadrafemminile milita inA2, ma siamo aivertici nazionalianche con le Under18, 16 e 14, realtàCampioni d’Italianelle rispettivecategorie. Questasocietà, pur essendonata appena 14 anni88 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


SportUna fede cristallina dovelavoro, passione e voglia difar crescere i giocatori findalle giovanili continuano acontare più dei quattrini.RUBRICHEfa, dopo l’addio di quella che hafissato il record di titoli consecutivi,ha un palmares mica da ridere”.Poi c’è la Maschile guidata dalpresidente Paolo Zanovello regina inA1, ma che conta una squadra inA2 e una in B. “Anche qui - spiegaPetazzi - abbiamo scelto di fare tresquadre per non disperdere ilgrande lavoro fatto nel settoregiovanile. In questo modo riusciamoa dare continuità al disegno e a fargiocare i prodotti del nostro vivaionelle varie categorie”. E la veraforza sta nella… Virtus, la terzasocietà di questa particolaregalassia, che sotto la direzione delpresidente Marco Facchetti,rappresenta il serbatoi deicampioni in erba. “Qui c’è unlavoro oscuro, ma che dà senso ainostri sacrifici. Il nostro primoobiettivo non è vincere, anche se ci riesce bene, bensìdiffondere questo sport. L’80 percento del nostro budgetlo investiamo proprio nel settore giovanile e nelle scuolee forse anche per questo abbiamo sponsor checontinuano a credere in noi anche in un momentodifficile come quello che stiamo attraversando”.L’ultimo satellite dell’handball è quello della VirtusCarnago, che oltre al vivaio vanta una maschile e unafemminile che militano in B. A tirare le somme è semprePetazzi: “In tutto abbiamo 13 squadre e più di 300atleti dai Senior agli Under 9. Due strutture di altissimolivello come il PalaTacca di Cassano che è appena statorinnovato e l’impianto di Carnago”. Senza contare ilLa pallamano piace e conquista ilpubblico perché c’è tutto ciò che tiaspetti da uno sport: atletica, contattofisico, tecnica e il gol che gasa ilmarcatore e trascina la gente.DOMINIO BIANCOAMARANTOpubblico, che a livello di numeri epresenze sugli spalti “dà labiada” a certe partite di calcio:non è raro, infatti, vedere legradinate del PalaTacca gremiteda un migliaio di spettatori. “Lapallamano piace e conquista ilpubblico perché c’è tutto ciò che ti aspetti da uno sport:atletica, contatto fisico, tecnica e il gol che gasa ilmarcatore e trascina la gente”.Unico neo di questa storia fatta di sudore, sacrifici,successi ed emozioni è la visibilità mediatica. “Facciamofatica “ad uscire” dal campo di gioco - conclude Petazzi- nonostante la pallamano sia uno <strong>degli</strong> sport piùpraticati in Europa, sicuramente più del calcio, veniamosnobbati dai media. Eppure alle partite lo spettacolo nonmanca e il livello della nostra pallamano è moltocresciuto. Ma tutto questo lo percepisce solo chi ci seguedal vivo e, sinceramente, un po’ mi spiace”.Andrea Della BellaHanno passato un Natale e un inizio 2012 da sovrani e vogliono continuare a dettare legge in A1. La Fiat Masera &Bacelliere ha chiuso il girone d’andata con una bella vittoria sull’Emmeti Group Mestrina. Il successo ha consolidato ilprimato in classifica e gli amaranto viaggiano con 4 punti di vantaggio su Merano e 5 su Ferrara. In attesa dell’iniziodel girone di ritorno, fissato per il prossimo 4 gennaio, i ragazzi del coach Havlicek, dopo il doppio incontro di CoppaItalia con Fasano, squadra che milita in Elite e in programma a metà gennaio, saranno impegnati in un torneoamichevole ad Apatin, in Serbia, funzionale a riallacciare il discorso con il clima partita e tornare a vincere incampionato. (ADB)Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS89


RUBRICHESportL’indomitoagonismo delvolovelistaTra chi pratica il volo a vela si dice che non siriescono ad agguantare record d’inverno. Non èvero: basta andare nell’altro emisfero…Incontriamo Margot Caraffini, volovelista<strong>varesina</strong>, in quella che è la sua secondacasa: il campo di volo Adele Orsi diCalcinate del Pesce. Il sole pigro di unagiornata invernale colora in maniera unicala catena del Rosa. Lungo la pista di decolloregna il silenzio e il lago, immobile, lo vedie lo respiri nell’aria. Non è stagione di voloe chi vuole soddisfare la propria passionedeve migrare. Tace il rumore dell’aereo datraino e il quadro di Alpi e Prealpi regala rinnovateemozioni ogni volta che lo sguardo si alza e puntal’orizzonte. Bellissimo. E allo stesso tempo lontanissimoda quell’Africa appena conquistata a suon di record abordo di un aliante. Sono otto i primati Italiani assolutifissati dalla Caraffini in Namibia, con un solo volo di750 chilometri sopra il Kalahari, il deserto della “grandesete” (questo il significato del nome). Ci sono volutiquattro giorni per scrivere un nuovo affascinante capitolonella storia del volo in aliante. Quattro giorni passati astudiare l’irrequieto cielo africano, a fissare la rottamigliore, individuare i punti di virata che, nell’immensadistesa di sabbia rossa, altro non sono che crocicchi distrade sterrate o agglomerati di baracche. Quattro giorniper prendere confidenza con il mezzo noleggiato, perascoltare se stessa alla ricerca della giustaMargot Caraffini,volovelista <strong>varesina</strong>,titolare di 22 recorddentro e fuori l’Italia,ha conquistatol’ultimo nei cieli dellaNamibia.concentrazione e trovare il momento perosare.Margot Caraffini, è vero che per volare inun cielo africano occorre mantenere “i piediper terra”?“Non tutti i cieli sono uguali, ma quando voliin quello africano lo devi fare “in punta dipiedi”. Lì ci sono sacre regole da rispettare,trasgredirle o farsi fregare dalla troppasicurezza potrebbe diventare fatale. InNamibia è difficilissimo fare previsioni meteo anche abreve termine e le condizioni cambiano in fretta.L’errore, anche piccolo, può trasformarsi in unasituazione complicata.Ripercorriamo con il suo racconto la storia di questorecord multiplo. Partiamo dalla pianificazione dei voli.La prima regola è cheper stabilire un recordoccorre dichiarareprima quello che sivuol fare in volo. InNamibia ho pianificatoil “Triangolo equilateroFai”, quello piùdifficile. Da noi non sipotrebbe fare, poichéQuattro giorni passati astudiare l’irrequieto cieloafricano, a fissare la rottamigliore, individuare ipunti di virata sopral’immensa distesa disabbia rossa.90 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


SportNon tutti i cieli sono uguali,ma quando voli in quelloafricano lo devi fare “in puntadi piedi”. Lì ci sono sacreregole da rispettare.vorrebbe direscavalcare piùvolte le Alpi, inquanto in volo vaia tracciare untriangolo lungo750 chilometri”.E il decollo?“Diciamo che non è esattamente uguale a quello che sifa qui a Calcinate. Io decollavo da un piccolo aeroportorealizzato da volovelisti tedeschi in una Pan, che altronon è che un lago salato prosciugato. Il vantaggio è chehai a disposizione piste lunghissime e orientabili a 360gradi a seconda delle condizioni di vento. Lo svantaggioè che non c’è asfalto e quel che c’è è peggio dellosterrato”.Via si prende quota… ci parli del cielo?“Qui il discorso è complesso. Uno dei problemi piùgrandi è il meteo. Due giorni prima del record eroconvinta che avrei effettuato il volo giusto. Grandepartenza, condizioni spettacolari alpunto che copro la distanza delprimo lato del triangolo a 140chilometri orari di media.All’improvviso però un diluvioinimmaginabile per le nostrelatitudini mi ha costretto arinunciare”.Ma lì, in quell’abitacolo, cosavedeva sotto di lei?“Il colpo d’occhio sulla distesa desertica è qualcosa chetoglie il respiro. Hai una successione infinita di dune,che per un volovelista sono un alleato importante pertenere l’orientamento in quanto tutte puntano da nord asud. E poi di tanto in tanto villaggi o rettilinei infiniti cheindovini essere strade”.Il colpo d’occhio sulla distesa deserticaè qualcosa che toglie il respiro. Unasuccessione infinita di dune, che perun volovelista sono un alleatoimportante per tenere l’orientamentoin quanto tutte puntano da nord a sud.Attenzione e concentrazione. C’è spazio per altripensieri?“Tra le tante cose che mi passavano per la testa c’eraanche la preoccupazione di un eventuale atterraggio diemergenza. Lì non hai molte possibilità di scelta e lepoche sono piuttosto scomode: puoi atterrare in unafattoria, il posto migliore poiché in genere ci vivonooccidentali e sono un punto di riferimento importante perle operazioni di recupero, oppure ci sono le Pan.L’ultima spiaggia è la strada, dove il rischio è passarequalche giorno sola con il tuo aliante e una serie dianimali non esattamente domestici prima che qualcunoriesca a venirti a prendere”.Bene, adesso siamo pronti anche noi per vivere gli ottoprimati.“Il 2 dicembre era il penultimo giorno a miadisposizione e al campo base avevo dichiarato che avreitentato un triangolo di 750 chilometri. Al campo basenon tutti erano convinti, ma l’idea di tornare a casa amani vuote non mi piaceva e così sono decollata. Lecondizioni non erano ottimali e lavelocità era piuttosto bassa. Ladifferenza però l’ho fattanell’ultimo pezzo del terzo latodel triangolo”.Prima di tornare al campo base,cosa si è portata a casa dallaNamibia, oltre agli otto record?“Il cielo. Una cosa spettacolarecon tutte quelle belle “padelle”,che altro non solo che i cumuli, ovvero il carburante<strong>degli</strong> alianti. Sul Kalahari sono infiniti, il sogno di ognivolovelista”.Andrea Della BellaRUBRICHEChi è Margot CaraffiniMargherita Acquaderni Caraffini, per tutti Margot, è la volovelista che a suon di record esuccessi ha raccolto il testimone da Adele Orsi. Attualmente detiene 22 record tra Assoluti(stabiliti fuori dall’Italia) e Metropolitani.L’ultimo in ordine cronologico, è quello fissato in Namibia tecnicamente definito “Triangoloequilatero Fai”, poiché si tratta di un volo effettuato su tre lati ideali tracciati nel cielo. SulKalahari ha stabilito i record di: velocità triangolo FAI 300 km (libera), con una media di114,3 km/h (battuto un primato già esistente); velocità triangolo FAI 500 km (libera),media di 114.3 km/h (battuto un primato già esistente); velocità triangolo FAI 750 km(libera); media 114.3 km/h (non esistente); distanza triangolo FAI dichiarato 750,2 km(non esistente); distanza triangolo FAI libero 755,3 km (non esistente); distanza su 3 puntiprefissati 751,2 km (battuto un primato già esistente); distanza su 3 punti liberi 760,1 km (battuto un primato giàesistente); distanza triangolo qualsiasi prefissato 750,2 km (non esistente). Ma la Caraffini non vuole fermarsi qui esta già lavorando per abbattere il primato dei 1.000 chilometri sorvolando le Alpi per poi tornare in Africa.Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS91


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MotoriLancia Voyager: monovolumeextra largeVoyager è il nuovo monovolume Lancia di chiaraorigine Chrysler.impatto dal punto di vista estetico è quello di trovarsiL’ di fronte al Grand Voyager americano. Ledimensioni di Lancia Voyager sono importanti: 5,21metri di lunghezza, 1,99 m di larghezza ed 1,75 m dialtezza con un passo di circa 3,1 metri. Tutto avantaggio dell'abitabilità interna e del raffinato abitacoloche si contraddistingue per qualità dei materiali e curadei dettagli, da sempre una peculiarità del marchioLancia. Disponibile in allestimento Gold che proponesedili rivestiti in pelle Nappa e quelli della prima e dellaseconda fila riscaldabili, come il volante.Dalla praticità Chrysler il Lancia Voyager eredita ilsistema Stow ‘n Go che permette di ricavare tutto lospazio necessario per i passeggeri ed i loro bagagli,senza necessità di rimuovere i sedili. I sedili possonoessere ripiegati a scomparsa nel pianale per trasformare,con la massima facilità, i cinque comodi posti a sederedella seconda e terza fila in un'ampia superficie di caricoadatta a qualsiasi esigenza diviaggio o lavoro.pensare al prezzo di partenza, fissato a 39.900 Euro eguardando la dotazione di Lancia Voyager, l'analisi delrapporto prezzo/dotazioni non può non essere positiva.Per quanto riguarda le motorizzazioni, Lancia Voyager èdisponibile con motore diesel 2,8 litri da 163 CV ed unacoppia di 360 Nm con consumi di 7,9l/100 km nelmisto e emissioni di CO2 a 207 g/km. Per quantoriguarda l'alimentazione benzina, invece, c'è il 3.604 ccV6 da 287 CV e consumi dichiarati di 10,8l/100 km nelmisto. Questo motore è abbinato ad un cambioautomatico a sei velocità con convertitore di coppia: sitratta di una trasmissione che offre una spaziatura <strong>degli</strong>innesti più ravvicinata, limitando le variazioni di regimedel motore tra i diversi rapporti e garantendo un innestopiù morbido ed adeguato ad ogni situazione di marcia.Ottima l'insonorizzazione dell'abitacolo che non vieneinvaso dai rumori del motore e dell'ambiente esterno,dimostrandosi un salotto su quattro ruote dove ipasseggeri della seconda e terza fila si godono il viaggioed il sistema di intrattenimento con lettore DVD a doppioschermo LCD da 9”. Chi ha dei bambini può capire, nonè un dettaglio da tralasciare. Per provare l’esperienzaVoyager a Varese e Gavirate, c’è la concessionariaMarelli & Pozzi Spa; a Busto Arsizio, Parabiago eLegnano, c’è Santino Ceriani Spa.(C.C.)RUBRICHEDalla praticità Chrysler il LanciaVoyager eredita il sistema Stow‘n Go che permette di ricavaretutto lo spazio necessario per ipasseggeri ed i loro bagagli.Nella console ci sono due prese dicorrente da 12 volt a portata di manodel conducente, ideale per telefonicellulari e dispositivi audio digitali. Adisposizione il sofisticato sistemamultimediale di intrattenimentoUconnect Tunes. Inoltre, è inclusa laretrocamera del sistema ParkViewTMper la visione <strong>degli</strong> ostacoli durante lemanovre di parcheggio (quasiobbligatoria viste le dimensioni). AAnno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS93


RUBRICHEIn libreriaVarese in... lake“Un lago è il tratto più bello ed espressivo di ognipaesaggio. E' l’occhio della terra, guardando il qualel’osservatore misura la profondità della propria natura”. -D.H. ThoreauIniziamo l'anno con libri che “sanno” di casa nostra: traprofumi di lago e qualche dolcetto.Renzo BeltoldoUPPER LAKENem, 2010Luciano BesozziANGERANELL'OTTOCENTO2011Sergio di SieroCOME LE NUVOLEQuirici ed., 2011Piero ColomboI NOSTAR RICET.LA CUCINA DEL CROTTOPietro Macchione Ed., 2011UPPER LAKE“Narrazione diuna fuga, maanche fuga dallenarrazioni” silegge nel risvolto.Una sintesi cheincuriosisce, maancora di piùl'auto definizioneche l'autore lasciasul suo profilo diFacebook: “Unviaggio allucinato e straniante in labirintid'acqua e di suoni irrisolti”. Secondoclassificato alMorselli 2010, èun racconto riccodi citazioni emetafore: la storiadi Ilario, in bilicotra Sogno e Realtà(in linea con iltema del Premio).Una letturaaffascinante, atratti non facile. Illago, tra reale e“psicologico”.ANGERA NELL'OTTOCENTODue volumi per rendere omaggio allastoria angerese dalla RivoluzioneFrancese al 1900: il primo pubblicato nel2010, è dedicato a storia, popolazione eamministrazioni comunali, il secondo,fresco di stampa, a territorio edeconomia, attività e servizi sociali. Unaricerca documentata, dotta e scrupolosa, che pure sitraduce in una scrittura fresca e fruibile “romanzesca”.Un lavoro realizzato “a cavallo tra due sindaci”, cherispecchia l'amore per una comunità/località perlapreziosa del nostro patrimonio. E un omaggio alla storialocale che, per dirla con la parole del sindaco Cogliati“ci identifica, ci caratterizza, ci dà un preciso posto neltempo e nello spazio.”COME LE NUVOLEMeravigliose e affascinanti lenuvole: chi non ha giocato adindovinarne le forme o non hamai sognato di fluttuare conloro o di rifugiarcisi proprio inmezzo? Tredici racconti che sileggono d'un fiato: lunghezzediverse, diversi temi, trafantasia e realtà (e qualcheambientazione nostrana).Diversi, quindi, - come lenuvole! - ma ugualmenteapprezzabili per delicatezza dipenna, anche laddove, comenel racconto Bugie, l'autoresfiora temi che altrirenderebbero scabrosi - eintensità di pensiero. “Unafiaba è una fiaba,/ due fiabesono due fiabe/ tre fiabediventano realtà.” Per “volare”un po' tra le nuvole.I NOSTAR RICET.LA CUCINA DEL CROTTOUn nuovo libro di Piero Colombo, ennesimo omaggioall'arte culinaria, ma soprattutto alla tradizione di casanostra, che la cucina così ben rappresenta. Le ricette delCrotto rispecchiano quelle della famiglia dell'autore,esercente per cinquant’anni una osteria-trattoria in viaDazio Vecchio, poi divenuta ristorante più ricercato. Unnumero ricco di ricette ereditate da amici e conoscenti(secondo il metodo, ci perdoni l'autore, “BenedettaParodi”) per arricchire l'assortimento dell'offerta. Ricettesemplici accanto ad altre elaborate, comprese quellecreative del nipote chef Maurizio Santinon.DOLCI DA MORIRECome la panna e il cioccolato: certi incontri di sapori econsistenze sono una delizia per il palato. E i lettoril'apprezzeranno, anche per la causa benefica (buona,per restare in tema): il sostegno alla AssociazioneItaliana per la Sindrome di Emiplegia Alternante. Il94 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


In libreriavulcanicoscrittore di noirincontra ilpasticcere e nenasce un librogoloso. Da unciclo di lezionisul tema, parteil viaggioletterario tra lericette diAgatha Christie,Miss Marple,Hercule Poirot. Un mix tra indizi e ricette,che addolciscono anche le storie piùamare. Un libro che, sottolinea Franchini,“può mettere d'accordo chi preferisce idolci ai gialli con chi fa il contrario”.Insomma, sarebbe un delitto nonleggerlo.VARESE IN NOIRDalla Varese noir a quella in noir. Dueapprezzati artisti varesini e una storia.Varese, Milano, la Cecenia: lo sfondo diunracconto,realizzatoa “quattromani” conle foto diCarone e itesti diFuria. Lavicendadellabellissima Olya che come tante ragazzedell'Est qui trova rifugio e fortuna:un'esperienza così comune, che puresfugge ai nostri occhi troppo abituati aletture superficiali. Sperimentazione eillusione, noir e seduzioni, emozioni perimmagini e parole: un raffinato gioco diincontri per una lettura più intensa eprofonda.NELLE RETI DEL TEMPO“Storie, parole, immagini di pescatorialle Isole Borromee e sul LagoMaggiore”. Un'elegante copertina e unambizioso progetto voluto da LaCompagnia de' Bindoni per ilMagazzeno Storico Verbanese: evitareche “scomparisseronella dimenticanza”quei secolari ricordidei pescatori,impigliati, perl'appunto, nelle retidel tempo. Unosquisito incontro traautori, professionistiin campo diverso, uniti da una passione d'acqua dolce,che è affettuoso omaggio al lago e alla storia locale, allapesca, anche come metafora della vita, conun'incredibile varietà di temi e di racconti. E, non ultimo,con meravigliose foto <strong>d'epoca</strong>.DONNE IN QUOTANel 2010 era “Oltre la linea”, quella che oggi separal'incertezza del presente dalle opportunità del futuro...”,omaggio alla capacità di rimboccarsi le maniche deiprotagonisti dell'economia <strong>varesina</strong>. Oggi è lo stesso,ma nella versione al femminile. Tacco 12 e biberòn inmano, le capitane d'impresa non solo se le rimboccano,ma lo fanno aggiungendoquel pizzico di classe (edelasticità) che le caratterizza.Dall'esperienza diConfartigianato, con ilcollaudato stile brillante,Ielmini affronta il mondo delledonne. In quota. Senza quote.L'ARMATA RITROVATAGli appassionati di industria estoria dell'aeronautica,avranno riconosciuto il nomedell'autore di tanti e apprezzati lavori sul tema.Quest'ultimo è, invece, una documentata ricerca sulla“presenza dei militari Ceco-Slovacchi a Busto Arsizio enel Varesotto” tra il 1918 e il ‘20. L'idea nasce daldesiderio de La Famiglia Bustocca di rinverdire laconoscenza di avvenimenti della storia recente, cherischierebbe di perdersi. Ecco dunque uno spaccato distoria locale, che illumina un periodo a cavallo tra le dueGuerre - poco studiato a scuola, in generale - e raccontadi quel “cimitero dei cecoslovacchi” di cui anche pochibustocchi conoscono le origini. Una vicenda umana,purtroppo poco nota, di straordinaria generosità:occasione per riflettere sul valore della vita e delladignità umana.SANGUIS FLOREBITIn occasione del 150esimo dell'Unità d'Italia,l'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra ePaolo Franchini,Marco MaculanDOLCI DA MORIREEd. Il Cavedio, 2011Donato Carone,Max FuriaVARESE IN NOIREdizioni Quirici, 2011Carlo Alessandro Pisoni,Ivan Spadoni,Marco ZaccheraNELLE RETI DEL TEMPO2010RUBRICHEDavide IelminiDONNE IN QUOTAPietro Macchione Ed., 2011Alberto GrampaL'ARMATA RITROVATALa Famiglia Bustocca, 2009Anno XIII - n.1/2012 - VARESEFOCUS95


In libreriaRUBRICHESANGUIS FLOREBIT2011Tito OlivatoUNA CAPPELLAMILITARE TRA BUSTOARSIZIOE SOLBIATE OLONA2011Lella Mazzetti FerrarioL'ALBERO DELLANONNAPietro Macchione Ed., 2011Fondazione della sezione <strong>varesina</strong> promuovela realizzazione di un volumetto che nonnasce per il commercio ma è messo adisposizione di biblioteche comunali escolastiche. L'iniziativa ha una strutturaoriginale, affiancando diversi racconti-ricordiin prosa e in poesia tratti da pubblicazioniprecedenti con episodi della nostra storia e deinostri eroi di guerra. Al lettore un augurio:che il libro “lasci nel cuore il vero significato eil grande esempio <strong>degli</strong> ideali, del sacrificiodell'amore per la Patria di tanti valorosiconcittadini”.UNA CAPPELLA MILITARE TRABUSTO ARSIZIO E SOLBIATEOLONAIn occasione del 45esimo della suaconsacrazione,un omaggio allaCappella dellacaserma UgoMara.Fortementevoluta daicittadinibustocchi - inprimis daMimma Ughi,madre delcelebre musicista che qui contribuisce con unricordo personale – è un simbolo dell'incontrotra società civile e militare e della tensione allapace in una struttura nata pensando allaguerra. Accostiamo questa alle due precedentisegnalazioni, con la convinzione che lariscoperta di luoghi e fatti preziosi, nonsempre noti o eclatanti, sia un segno che nellacontemporaneità la valorizzazione del passatoè un valore tutt'altroche perso.L'ALBERO DELLANONNALella. Ragazza <strong>degli</strong>anni '50 dellaprovincia Lombarda epoi moglie e madre:dalla inquietudinegiovanile allaraggiunta tranquillità,una maturità animatada incontri e viaggi.MUSICAANTONELLA... DA BUSTOL'occasione sembra fatta apposta: unasegnalazione musicale a inizio anno non puòprescindere dal successo del momento, e, in unnumero tutto dedicato alla varesinità, l'incontroartistico cade a fagiolo. E' Luca Marino,cantautore bustocco, l'autore di CuoreScoppiato, l'”inedito” interpretato dal raffinatotimbro di Antonella Lo Coco, terza classificata (asorpresa, secondomolti) ad XFactor. Ditutt'altro genere, unachicca jazz, cheseppur non <strong>varesina</strong>,piacerà a chi amaritirarsi in riva allago sorseggiando unbuon bicchiere divino e gustando lenote dell'eccezionaleduo. Un omaggioall'opera già nelle“corde” del pianista,che da semprepredilige latradizione nazionalecon una passione perPuccini, quiaccompagnato dalceleberrimotrombettista torinese.Brevi capitoli che sono ricordi autobiografici,tante perle nella collana di una vitariccamente vissuta. Si coglie“l'indeterminatezza del vivere e delloscegliere. In cui ciascuno può identificarsi”scrive a proposito Annalina Molteni.Ambientazione nostrana e a ria di lago(l'albero del titolo è un salice sulle rive delLago di Monate, per fare un esempio!)Silvia Giovannini(in collaborazione con la LIBRERIA del Corso diVarese)XFACTOR 5RCA, 2011Danilo Rea e Flavio BoltroOPERAACT, 201196 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.1/2012


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