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Tesi di laurea - Aistom

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FACOLTA’ DI MEDICINAE CHIRURGIACORSO DI LAUREA IN SCIENZEINFERMIERISTICHETESI DI LAUREAEMERGENZE CHIRURGICHE:l’occlusione intestinale.Pianificazione dell’assistenza infermieristicaRelatoreAFD Antonella SERPENTELaureandaMaria DE PASQUALEANNO ACCADEMICO 2003 - 20041


Premessa“ Io infermiere mi impegno nei tuoi confronti a…….Così l’infermiere si presenta <strong>di</strong>nanzi al paziente col Patto infermiere –citta<strong>di</strong>no, nel quale assicura una serie <strong>di</strong> impegni assistenziali ecomportamentali.Pubblicato nel 1996, quando l’intera collettività si orientava verso unaridefinizione del rapporto tra citta<strong>di</strong>no e l’istituzione sanitaria e tra citta<strong>di</strong>nied i professionisti della sanità, e quando la funzione infermieristicacontinuava ad essere vista solo nella logica tecnico – mansionariale e nonorientata all’attenzione e all’impegno globale verso la persona,quell’impegno espresso con quel patto trova oggi continuità nel nuovoCo<strong>di</strong>ce Deontologico.Con l’abolizione del mansionario, il Co<strong>di</strong>ce Deontologico viene utilizzatoda un professionista che opera in un contesto in cui esistono già regoledeterminate dalla cultura, leggi e norme.Una guida che aiuta l’infermiere nella scelta <strong>di</strong> comportamenti professionalidopo una giusta e responsabile valutazione.L’infermiere oggi svolge la sua attività sulla base del “Sapere Scientifico”.Ampliando il proprio “Sapere” , applicandolo e verificandolo sulla basedelle norme deontologiche che caratterizzano la nostra professione,l’infermiere presta la propria opera al paziente – utente visto nella sua2


totalità “Corpo e Psiche”, valutando attraverso una serie <strong>di</strong> dati e strumenti,quali sono i suoi bisogni, enunciati e non, definendo una <strong>di</strong>agnosiinfermieristica, stabilendo degli obiettivi, pianificando ed attuando laprestazione, verificandone infine il risultato.Diventa ancora più complessa la pianificazione dell’assistenza nel momentoin cui , l’infermiere prende in carico persone colpite da patologie gravi emutilanti, ancor più se insorgono in forma acuta, precedute da totalebenessere psico – fisico, e l’applicazione ragionata delle conoscenze estrumenti in suo possesso, potrà dare un contributo valido alla qualitàdell’assistenza e alla vita dell’utente.OCCLUSIONE INTESTINALEPer occlusione intestinale si intende un impe<strong>di</strong>mento alla normaleprogressione del contenuto dell’intestino. Si parla <strong>di</strong> occlusione intestinalemeccanica quando è presente un ostacolo fisico effettivo al transito alimentare.Il termine <strong>di</strong> occlusione a<strong>di</strong>namica o ileo paralitico si riferisce a quellecon<strong>di</strong>zioni in cui è presente una alterazione della peristalsi intestinale, conconseguente incapacità <strong>di</strong> progressione del contenuto attraverso il trattogastrointestinale.L’occlusione meccanica è semplice quando non è accompagnata daalterazioni della vascolarizzazione intestinale, mentre è associata a strangolamentoquando vi è una alterazione della perfusione ematica.Si definisce occlusione ad ansa chiusa quando entrambe le estremitàdell’ansa sono occluse.I° CAPITOLO1.1 Quali le cause?L’ostruzione del lume può essere dovuta a molteplici cause, che possonoessere classificate in funzione del meccanismo con cui avviene l’occlusione:3


1) ostruzione del lume intestinale: corpi estranei, calcoli biliari [ileobiliare], fecalomi, tricobezoar [ammasso <strong>di</strong> capelli], fitobezoar[ammasso <strong>di</strong> filamenti vegetali], bario, grossi polipi[invaginazione] etc.2) patologie della parete intestinale: alterazioni congenite: atresia,stenosi, duplicazione, imperforazione; alterazioni acquisite:neoplasie, esiti fibrotici <strong>di</strong> malattie infiammatorie cronicheintestinali, stenosi <strong>di</strong> anastomosi chirurgiche, esiti <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia;3) patologia estrinseca alla parete intestinale: briglie aderenziali, ernieinterne ed esterne, pancreas anulare, anomalie vascolari, ascessi,ematomi, tumori, volvolo, malrotazioni, ascessi ed ematomiintraddominali, endometriosi.Cosa succede in caso <strong>di</strong> occlusione intestinale?Innanzitutto sono da considerare:a) alterazioni idro-elettrolitiche: in con<strong>di</strong>zioni normali la mucosa intestinaleha la capacità <strong>di</strong> assorbire e <strong>di</strong> secernere liqui<strong>di</strong> ed elettroliti all’interno del suolume.Il movimento netto risulta dalla <strong>di</strong>fferenza tra l’assorbimento e la secrezione, conprevalenza dell’assorbimento.Nell’occlusione prevale invece la secrezione rispetto all’assorbimento in misura<strong>di</strong>rettamente proporzionale alla <strong>di</strong>stensione e all’aumento <strong>di</strong> pressione nell’ansaintestinale. Le per<strong>di</strong>te idro-elettrolitiche si verificano all’interno del lumeintestinale, nel contesto della parete (edema dell’intestino), nella cavità peritoneale(trasudato), per il vomito, per aspirazione tramite SNG, con conseguente<strong>di</strong>sidratazione, ipovolemia, emoconcentrazione, insufficienza renale, shock.b) alterazione dei gas: nel tratto intestinale i gas presenti derivano soprattuttodall’aria ingerita, mentre in parte derivano dai processi <strong>di</strong> neutralizzazione dell’HCle dal metabolismo batterico. La maggior parte <strong>di</strong> tali gas viene riassorbita.Nell’occlusione intestinale, analogamente a quanto si verifica per l’assorbimentodei liqui<strong>di</strong>, si osserva anche una inibizione dell’assorbimento dei gas.4


c) alterazioni della vascolarizzazione dell’ansa intestinale <strong>di</strong>stesa: il circolovizioso costituito da accumulo <strong>di</strong> liquido e gas nel lume intestinale > <strong>di</strong>stensione >riduzione dell’assorbimento > aumento della secrezione determina delle alterazionicircolatorie della parete intestinale. Inizialmente compare una stasi nel <strong>di</strong>strettovenoso dell’ansa con apertura <strong>di</strong> shunt artero-venosi a livello della siero-muscolare,che determina una ulteriore riduzione della perfusione e conseguente per<strong>di</strong>ta dellabarriera mucosa intestinale, con assorbimento nel circolo sistemico <strong>di</strong> batteri etossine. Quin<strong>di</strong> si ha un aumento della peristalsi, che rappresenta un tentativo <strong>di</strong>vincere l’ostacolo al transito e la progressiva <strong>di</strong>latazione, alla quale segue unariduzione dell’attività peristaltica.Nell’occlusione con strangolamento (volvolo, briglia, invaginazione, erniaincarcerata) alle mo<strong>di</strong>ficazioni osservate nell’occlusione semplice si associanoquelle conseguenti all’ischemia acuta dell’ansa.La compromissione vascolare interessa inizialmente il versante venoso, conconseguente aumento <strong>di</strong> pressione nel <strong>di</strong>stretto venoso capillare e fuoriuscita <strong>di</strong>liquido e <strong>di</strong>apedesi <strong>di</strong> globuli rossi nella parete intestinale, nel lume e nella cavitàperitoneale e filtrazione <strong>di</strong> batteri e sostanze tossiche nel peritoneo. Se persiste lacausa, l’ischemia evolve in necrosi, con conseguente grave pericolo <strong>di</strong> vita.2.1 Quale è la sintomatologia?1. dolore iperperistaltico - sempre presente e poco localizzato (doloreviscerale). E’ costituito da un rapido e progressivo aumento fino all’acme esuccessiva riduzione fino alla risoluzione.L’intervallo tra gli attacchi <strong>di</strong> dolore è breve nell’occlusione intestinale alta,mentre è più lungo nell’occlusione bassa. Se l’occlusione non si risolve, ildolore <strong>di</strong> tipo colico può cessare e <strong>di</strong>venire continuo e <strong>di</strong>ffuso a tuttol’addome.2. vomito – compare precocemente nelle occlusioni alte, più tar<strong>di</strong>vamente nelleocclusioni basse (talora può mancare nelle occlusioni coliche con valvolaileo-cecale continente)Con il perdurare dell’occlusione il vomito assume caratteristiche <strong>di</strong> tipo“fecaloide” (denso, maleodorante) per l’azione batterica sul ristagno.5


5.1 Ra<strong>di</strong>ologiaRx <strong>di</strong>retta addome (in ortostatismo o in decubito laterale): l’accumulo <strong>di</strong> gase liqui<strong>di</strong> nel lume intestinale porta alla formazione <strong>di</strong> livelli idroaerei.L’occlusione colica si manifesta con una <strong>di</strong>stensione del grosso intestino e laformazione <strong>di</strong> qualche grossolano livello idroaereo, in questo caso è in<strong>di</strong>catal’esecuzione <strong>di</strong> un clisma del colon con MDC idrosolubile. Quando le con<strong>di</strong>zionigenerali lo permettono, nel sospetto <strong>di</strong> una occlusione intestinale alta, può esserein<strong>di</strong>cato uno stu<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>ologico con MDC idrosolubile somministrato dall’SNG.L’indagine ra<strong>di</strong>ologica, oltre che assumere notevole importanza <strong>di</strong>agnostica, èfondamentale nel monitoraggio della terapia.6.1 EndoscopiaRaramente si rende necessaria una indagine <strong>di</strong> tipo endoscopico, che a causadella insufflazione <strong>di</strong> aria può aumentare la <strong>di</strong>stensione colica, e quin<strong>di</strong> il rischio <strong>di</strong>perforazione. Una in<strong>di</strong>cazione è rappresentata da un fondato sospetto <strong>di</strong> volvolo delsigma: in tal caso assume anche una importanza terapeutica.II° CAPITOLOOCCLUSIONE DEL TENUE1 Occlusione da briglie e da aderenze: in genere sono la conseguenza <strong>di</strong> unprocesso patologico flogistico o <strong>di</strong> un trauma chirurgico. La tendenza allaformazione <strong>di</strong> aderenza è variabile, anche se sono riconoscibili alcunecon<strong>di</strong>zioni favorenti (pregresse peritoniti, il traumatismo chirurgico, lapersistenza dell’ileo postoperatorio). Le briglie possono determinareocclusioni semplici, ma possono costituire il fulcro attorno a cui sivolvola un’ansa.2 Occlusioni neoplastiche: i tumori maligni (carcinomi e linfomi) sono rari,così come le forme benigne (polipi). Questi ultimi possono determinareuna occlusione con il meccanismo della invaginazione.7


Da menzionare inoltre le invasioni secondarie dell’intestino tenue da parte<strong>di</strong> tumori a partenza da altre se<strong>di</strong> e la carcinosi peritoneale.3 Occlusioni in corso <strong>di</strong> malattie infiammatorie croniche: il morbo <strong>di</strong>Crohn, a localizzazione ileale. Determina una progressiva stenosidell’ansa interessata che può manifestarsi clinicamente con il quadrodell’occlusione.4 Occlusione per ernie: l’incarceramento <strong>di</strong> un’ernia esterna rappresenta lacausa più comune <strong>di</strong> occlusione del tenue. Più rare le ernie interne, chepossono essere la conseguenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti congeniti del grande omento, delmesentere, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> rotazione (mesenterium comune). Spesso le porteerniarie sono conseguenza <strong>di</strong> interventi chirurgici.5 Occlusione da <strong>di</strong>verticolo <strong>di</strong> Mekel6 Occlusione da ileo biliare7 Occlusione da materiali ingeritiIII° CAPITOLOOCCLUSIONE DEL COLONL’occlusione del colon riconosce come causa principale la neoplasiaprimitiva del colon. L’evento occlusivo può talora rappresentare l’esor<strong>di</strong>oclinico <strong>di</strong> una neoplasia colica, oppure l’evento conclusivo <strong>di</strong> una lunga storiacaratterizzata da un alvo irregolare con stipsi ingravescente.La complicanza occlusiva si verifica nel 10-20% dei portatori <strong>di</strong> neoplasiacolorettale. La sede della neoplasia è nel 75% dei casi localizzata nel colon<strong>di</strong>scendente-sigma. Più raramente i tumori del ceco e del retto si complicano conl’occlusione.Fra le cause benigne <strong>di</strong> occlusione colica ricor<strong>di</strong>amo: la complicanza stenoticadella <strong>di</strong>verticolite (prevalente localizzazione a livello del sigma), morbo <strong>di</strong>Crohn a localizzazione colica, volvolo del colon (70% sigma – 30% cieco),incarceramento del colon in una ernia o in un laparocele, endometriosi,neoplasie benigne, fecalomi.8


1.3 Terapia me<strong>di</strong>ca:• La reidratazione e riequilibrio idroelettrolitico.Di fondamentale importanza la correzione dell’ipovolemia relativa: illiquido extracellulare isotonico accumulato nel lume intestinale deveessere sostituito dalla infusione endovenosa <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> isotonici, quali ilRinger Lattato o la Soluzione Fisiologica. Il volume infuso può essereconsiderato adeguato quando si ha miglioramento dei principali parametrivitali e quando la <strong>di</strong>uresi è > <strong>di</strong> 0,5ml/Kg/h. Talora, in pazienticar<strong>di</strong>opatici la terapia infusionale dovrà essere eseguita con monitoraggiodella pressione venosa centrale.• La detersione dell’intestino con son<strong>di</strong>no naso-gastrico o sonda <strong>di</strong> MillerAbbot.• La terapia me<strong>di</strong>ca va attuata sotto stretto monitoraggio clinico era<strong>di</strong>ologico, sorvegliando l’evoluzione dei segni dell’occlusione. Ladecisione tra il trattamento me<strong>di</strong>co e il trattamento chirurgico <strong>di</strong>pendedalle con<strong>di</strong>zioni generali del paziente, dalla risposta alla terapiainfusionale idroelettrolitica e alle procedure <strong>di</strong> decompressione dellostomaco e dell’intestino.2.3 Terapia chirurgica:La terapia chirurgica va eseguita in urgenza in caso <strong>di</strong> strangolamento,nell’occlusione ad ansa chiusa, in caso <strong>di</strong> occlusione meccanica semplice. Allaapertura del peritoneo va ricercata la presenza <strong>di</strong> liquido peritoneale libero evalutato il suo aspetto; dopo<strong>di</strong>ché va ricercata la sede della occlusione stabilitala natura della stessa. In funzione <strong>di</strong> queste variabili viene adottata una sceltaterapeutica.Schematicamente possiamo sud<strong>di</strong>videre le manovre chirurgiche nelle seguenticategorie:1. manovre che non richiedono l’apertura dell’intestino: lisi <strong>di</strong> aderenze,riduzione <strong>di</strong> ernie incarcerate, derotazione <strong>di</strong> volvoli.2. enterotomie: ileo biliare, corpi estranei.9


3. resezione segmentaria del segmento intestinale: neoplasie, gravecompromissione vascolare.4. anastomosi e by-pass interno del tratto ostruito.5. creazione <strong>di</strong> una stomia cutanea.Per concludere il trattamento <strong>di</strong> una occlusione intestinale spesso richiede unostu<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>ologico con mezzo <strong>di</strong> contrasto idrosolubile, la correzione dellaipovolemia, la decompressione intestinale con son<strong>di</strong>no naso-gastrico o Miller-Abbot, l’antibioticoterapia a largo spettro e forse un intervento chirurgicoIV° CAPITOLOFASE PREOPERATORIAIl piano <strong>di</strong> assistenza da attuare <strong>di</strong> fronte ad un paziente chirurgico presenta unacomplessità particolare con <strong>di</strong>agnosi infermieristiche e problemi collaborativi daapplicare al cliente ed alle persone per loro significative.Ma per dare un quadro più chiaro su quanto l’operatore andrà a pianificare,dovremo <strong>di</strong>fferenziare le due fasi assistenziali: preoperatoria epostoperatoria.1.1 Diagnosi infermieristicaAnsia, paura per l’atto chirurgico al quale il paziente verràsottoposto; per<strong>di</strong>ta del controllo; non conoscenza della routine preoperatoriae post-operatoria, delle mo<strong>di</strong>ficazioni del proprio schemacorporeo e delle attività funzionali del post-operatorio.Obiettivo infermieristicoRassicurare e rendere edotto il paziente su tutto l’iter terapeutico eriabilitativoCriteri per l’accertamento miratoSignificato clinico- specifici agenti <strong>di</strong> stress e natura delle - tutti i pazienti hanno delle10


preoccupazionireazioni emotiveall’intervento chirurgico,l’entità della reazione <strong>di</strong>pendeda come percepiscel’intervento- pregresse esperienze e conoscenze - una conoscenza dellasugli interventi chirurgiciprocedura edell’assistenza può contribuire- comprensione della procedura chirurgica a ridurre l’ansiapianificata- sistema <strong>di</strong> sostegno <strong>di</strong>sponibile - un adeguato sostegno daparte della famiglia e amicipuò aiutarlo- livello d’ansia:lieve, moderato, grave, - un’ansia estremapanicocomprometterebbele capacità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e<strong>di</strong> coping del paziente- prontezza e capacità <strong>di</strong> apprendere - se non si raggiungele informazioni.l’obiettivo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentosi richiede il sostegno <strong>di</strong> altrioperatori.Interventi e spiegazione scientifica:a) offrire rassicurazione e conforto, con<strong>di</strong>videre le preoccupazioni, ascoltare ilpaziente assicurandogli un supporto emotivo ed istaurando un rapporto empaticob) rassicurare anche i familiari e le persone significative il cui supporto può aiutareil pazientec) correggere informazioni errate che il paziente può avere circa la procedura. Lacorretta informazione può contribuire ad eliminare l’ansiad) se il paziente manifesta ansia grave o panico, avvisare il me<strong>di</strong>co che con unavalutazione tempestiva potrà intervenire farmacologicamente11


e) avvisare il me<strong>di</strong>co se il paziente necessita <strong>di</strong> altre spiegazioni <strong>di</strong> procedura. E’necessario che il chirurgo spieghi in anticipo: la natura, le ragioni, l’esito che cisi attende e i rischi dell’ interventof) quando è possibile, coinvolgere i familiarig) presentare le informazioni con l’impiego <strong>di</strong> materiale scritto o mezziau<strong>di</strong>ovisivi. Questa stimolazione migliora il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentoh) spiegare l’importanza e lo scopo delle procedure preoperatorie:- clistere, che serve a liberare l’intestino dalle feci a valle della ostruzione e a<strong>di</strong>minuire così il rischio <strong>di</strong> ostruzione intestinale postoperatorio, facilitando ilripristino della peristalsi- <strong>di</strong>giuno, questo riduce il rischio <strong>di</strong> aspirazione nell’imme<strong>di</strong>ato postoperatorio- preparazione della cute con tricotomia, per <strong>di</strong>minuire i microrganismi presentisulla superfice cutanea- esami <strong>di</strong> laboratorio, che aiutano a rilevare situazioni anomale primadell’intervento- preme<strong>di</strong>cazione, la somministrazione <strong>di</strong> sedativi prima dell’intervento riducel’ansia e rilassa. Questo potenzia l’efficacia dell’anestesia- spiegare la routine e le sensazioni postoperatorie così da ridurre nel paziente itimori associati con l’ignoto- somministrazione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> per via parenterale, questo per sostituire la mancataassunzione per via orale e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sangue- monitoraggio dei parametri vitali, per rilevare eventuali cambiamenti- controllo e sostituzione delle me<strong>di</strong>cazioni, finchè la ferita non cicatrizza sicorre il rischio <strong>di</strong> contaminazione- inserzione e cura del son<strong>di</strong>no naso gastrico, utile per drenare e ridurre la<strong>di</strong>stensione addominale e la tensione della ferita laparotomica- inserzione e cura del catetere vescicale, che consente lo svuotamento vescicale,fino al ripristino del tono muscolare dopo l’eliminazione dell’anestetico- altri presi<strong>di</strong>, quali linee venose, pompe e drenaggi- sintomi quali nausea, vomito, effetti collaterali comuni degli anestetici, dasquilibri elettrolitici, fattori psicologici e alcuni tipi <strong>di</strong> intervento. Quando cessal’effetto dei farmaci subentra il dolore12


- utilizzo <strong>di</strong> analgesici e antiemeticig) insegnare al paziente a girarsi, tossire e respirare profondamente (sostenendo lasede dell’incisione), a mettersi seduto e a deambulare prima possibile. Questomigliorerà la circolazione ed eviterà il ristagno <strong>di</strong> secrezione respiratoriah) comunicare a familiari ed amici le norme dell’ospedale più importanti: orario <strong>di</strong>visita, ubicazione della sala d’attesa.2.1 Confezionamento <strong>di</strong> una stomiaNel caso <strong>di</strong> occlusione intestinale particolare attenzione andrà data al pazienteche oltre all’atto chirurgico dovrà essere sottoposto al confezionamento <strong>di</strong> unastomia, nel nostro caso <strong>di</strong> una colostomia o ileostomia.La creazione <strong>di</strong> una colostomia o ileostomia consiste nell’abboccare alla cute unviscere cavo appartenente all’apparato <strong>di</strong>gerente. Obiettivo del confezionamento<strong>di</strong> una stomia è quello <strong>di</strong> mantenere le normali funzioni <strong>di</strong>alimentazione/evacuazione a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> una anatomia normale che vienealterata in conseguenza <strong>di</strong> un intervento chirurgico, attraverso la creazione <strong>di</strong>una via preternaturale.La prima e più importante conseguenza della creazione <strong>di</strong> una stomia è lo stressfisico e psicologico che produce nel paziente l’alterazione dell’immagine <strong>di</strong> sé,conseguente alla creazione della stomia stessa, che allontana il paziente dalla“vita normale”.13


Il momento più importante della confezione <strong>di</strong> una stomia, perché il pazientenon viva questo atto chirurgico come un han<strong>di</strong>cap, è pertanto, da un lato lacorretta informazione del paziente nel preoperatorio, e dall’altro il correttoconfezionamento della stomia, che evita il rischio <strong>di</strong> comparsa <strong>di</strong> complicanze,poiché da questo <strong>di</strong>pende per il paziente un rapido recupero <strong>di</strong> una buona“qualità <strong>di</strong> vita”.Abbiamo esposto gli interventi assistenziali da applicare al paziente che siappresta a subire un intervento chirurgico.In caso <strong>di</strong> confezione <strong>di</strong> una stomia il trattamento infermieristico pone nella fasepreoperatoria, <strong>di</strong>versi problemi assistenziali soprattutto psicologici.Si presentano, in aggiunta ai già elencati rischi presentati per l’atto chirurgico,rischio elevato <strong>di</strong>:- <strong>di</strong>sturbo del concetto <strong>di</strong> sè, correlato agli effetti della stomia sull’immaginecorporea- alterazione del modello <strong>di</strong> sessualità, il timore che la stomia possa avere unimpatto negativo sulla attività e attrazione sessuale- <strong>di</strong>sfunzione sessuale, timore <strong>di</strong> una impotenza secondaria- isolamento sociale, a causa <strong>di</strong> odori, rumori e per<strong>di</strong>te dal sacchetto- gestione inefficace della stomia, dovuto a insufficiente conoscenza delleprocedure <strong>di</strong> stomacare.L’informazione è fondamentale, in tal caso non soltanto sulla malattia e l’attochirurgico, ma anche sul significato <strong>di</strong> stomia, la sua futura gestione, lecomplicanze uro-genitali e sessuali che potrebbero insorgere dopo l’intervento <strong>di</strong>amputazione addomino perineale.La descrizione dell’aspetto e dell’eventuale localizzazione della stomia, che nonsarà doloroso toccarla, che potrebbe sanguinare leggermente quando vienepulita, che avrà un colore ed umi<strong>di</strong>tà paragonabile alla mucosa del cavo orale,che dopo l’intervento potrebbe ridursi e successivamente cambiare <strong>di</strong>mensioni acausa della malattia e della per<strong>di</strong>ta o aumento <strong>di</strong> peso corporeo, sono tuttiinterventi che possono contribuire notevolmente a ridurre l’ansia associataall’ignota parola “stomia” a ad attenuare lo shock dovuto alla sua vista dopol’intervento chirurgico.14


Discutere le funzioni e familiarizzare con il sacchetto, provandolo sul <strong>di</strong>segnopreoperatorio, aiuterebbe il paziente a comprenderne lo scopo, ad accettarlo e apartecipare alla gestione.Il <strong>di</strong>segno preoperatorio e cioè del punto ideale dove confezionare una stomia, è<strong>di</strong> fondamentale importanza, poiché una stomia ben posizionata previene moltecomplicanze postoperatorie, favorisce lo stomacare facilitando <strong>di</strong> conseguenzal’apparecchiatura e l’eventuale irrigazione successiva.Per reperire i punti che vanno tenuti presenti nel posizionamento della stomia, sisegue la linea alba e si tracciano delle linee <strong>di</strong> congiunzione tra: apofisi xifoideae margini costali, margini costali e ombelico, ombelico e creste iliache, cresteiliache e pube. Si ottengono così 6 triangoli.Il punto ideale per il posizionamento dello stoma è <strong>di</strong> norma localizzabile neidue triangoli me<strong>di</strong>ani e si determina in base al tipo <strong>di</strong> intervento (ileostomia ocolostomia) e a particolari esigenze (zone da evitare).Zone da evitare come sede <strong>di</strong> una stomia sono: arcata costale, ombelico, vecchiecicatrici, pieghe a<strong>di</strong>pose, incisione principale e cresta iliaca.3.1 Interventi correlati su prescrizione me<strong>di</strong>ca nella fase preoperatoriaFarmaci: sedativi, analgesici narcotici, anticolinergici.Terapia endovenosa: reintegrazione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e <strong>di</strong> elettroliti.Esami <strong>di</strong> laboratorio: emocromo completo, esame delle urine, profilobiochimico, altri a secondo delle patologie <strong>di</strong> base del paziente.Indagini <strong>di</strong>agnostiche: ra<strong>di</strong>ografia del torace, elettrocar<strong>di</strong>ogramma, ra<strong>di</strong>ografia<strong>di</strong>retta addome, ecografia, eventuale TAC.Terapie: cateterismo vescicale a permanenza.15


4.1 ValutazionePrima dell’intervento l’infermiere valuterà che il paziente:- sia sereno, parli <strong>di</strong> sé e del suo futuro- abbia appreso le informazioni circa il suo intervento chirurgico e gli interventiassistenziali che questo potrebbe prevedere- abbia appreso l’importanza degli esercizi utili nel postoperatorio.5.1 DocumentazioneNote <strong>di</strong> decorso: interazioni insolite, registrazione dell’educazione multi<strong>di</strong>sciplinaredel paziente, stato emotivo attuale, insegnamento preoperatorio al paziente.V° CAPITOLOFASE POSTOPERATORIA5. 1 Diagnosi infermieristicaRischio elevato <strong>di</strong>:a) alterazione della funzione respiratoria, causato dall’immobilitàb) infezione correlato alla carica battericac) dolore, legato alla ferita chirurgica, immobilità e flatusd) nutrizione alterata, causato dall’aumento del fabbisogno proteico e vitaminicoper la cicatrizzazione e dal <strong>di</strong>minuito apporto secondario al doloree) nausea e vomitof) stipsi, per la <strong>di</strong>minuita peristalsi causata dall’immobilità ed effetti deglianesteticig) gestione inefficace della terapia, correlato alla poca conoscenza circa gliinterventi assistenziali ( me<strong>di</strong>cazione, <strong>di</strong>ete, farmaci, sintomi delle complicanze,follow-up).Criteri per l’accertamento miratoSignificato clinicoa) Stato respiratorio: Nell’imme<strong>di</strong>ato16


- frequenza, ritmo, suoni postoperatorio- efficacia degli sforzi i narcotici e l’anestesia- per tossire causano la depressione delsistema nervosoe quin<strong>di</strong> ipoventilazione,aumentando il rischio <strong>di</strong>aspirazioneFattori rischio per la comparsa <strong>di</strong> problemi Dopo il risveglio lo sforzorespiratori nel postoperatorio:respiratorio è ridotto a causa- fumo, obesità del dolore e dell’immobilità.- malattie respiratorie croniche Questi effetti, se- insufficienza epatica associati a tali fattori rischio,- immobilità sviluppano problemi- debilitazione, malnutrizione e respiratori<strong>di</strong>sidratazioneb) Ferita chirurgica: L’ingresso <strong>di</strong>retto <strong>di</strong>- cicatrizzazione microrganismi è reso- infezione o ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> cicatrizzazione possibile dallainterruzionedell’integrità cutanea.La maggior parte delle feritecicatrizza per primaintenzione entro 24 orec) Fonti del dolore: Il dolore postoperatorio del- sito chirurgico sito chirurgico <strong>di</strong>pende- sede del drenaggio dalla <strong>di</strong>struzione- flatus <strong>di</strong> nervi e tessuti.- malessere generale Questo dolore va<strong>di</strong>stinto dallo stato <strong>di</strong>malesseredovuto anche all’immobilità eal flatus per un intervento17


miratoIntensità del dolore in base a una scala Tale scala rappresenta unche va da 0 (assenza <strong>di</strong> dolore) a 10mezzo per valutare l’intensità(il dolore più grave), da valutare nelsoggettiva del doloremomento migliore, nel momentopeggiore e dopo ogni intervento voltoad alleviarloSegni fisici del dolore:A volte i pazienti sono- aumento della frequenza car<strong>di</strong>aca riluttanti a chiederee respiratoriaantidolorifici, e manifestano- pressione arteriosa smorfie il dolore con segni che- smorfie l’infermiere devesaper cogliereFattori che influenzano la tolleranza al La tolleranza del doloredolore:<strong>di</strong>fferisce da- conoscenza del significato del dolore cliente a cliente, e può variaree sue causeanche nello stesso cliente- capacità <strong>di</strong> controllo a secondo della situazione.- livello <strong>di</strong> energie e <strong>di</strong> stress In<strong>di</strong>ca la durata e la- background culturale intensità del dolore che ilpaziente riesce a sopportare.d) Stato nutrizionale (entrate e peso) Per una buona cicatrizzazioneè necessario un apporto <strong>di</strong>vitamine, carboidrati, proteinee sali mineralie) Presenza <strong>di</strong> suoni intestinali, nausea Una rapida ripresa della <strong>di</strong>etavomito e flatusnormale, accelera il normaleripristino della funzionalitàintestinale compromessa daltipo intervento, dall’anestesia,dal <strong>di</strong>giuno e dall’immobilità.f) Modelli <strong>di</strong> eliminazione preoperatoria La manipolazione chirurgica,18


e postoperatoriaStato addominale: <strong>di</strong>stensione,suoni intestinalilo stress, l’immobilità, effettodei farmaci, possono causareun rallentamento dellaperistalsi.I modelli <strong>di</strong> eliminazioneservono per valutare lafunzionalità intestinale.g) Capacità <strong>di</strong> apprendere le informazioni Nel caso in cui il paziente e/ola famiglia mostrino<strong>di</strong>fficoltà o rifiutonell’apprendere, si potrannoin<strong>di</strong>care altri operatori sanitario servizi per l’assistenzapost- <strong>di</strong>missioneInterventi assistenziali e spiegazione scientificaa) Auscultare i campi polmonare per rilevare <strong>di</strong>minuzione dei suoni respiratori edeventuale insorgenza <strong>di</strong> suoni anomali.La <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> suoni può in<strong>di</strong>care atelettasia e presenza <strong>di</strong> rantoli unaritenzione <strong>di</strong> secrezioniRinforzare l’insegnamento al paziente circa la necessità:- dei cambi <strong>di</strong> posizione frequenti ( supina- laterale, semiseduta)- respirazione profonda ed esercizi respiratori- esercizi arti inferiori- uso dello pirometro incentivanteLa <strong>di</strong>minuzione del sensorio ed il dolore contribuiscono a favorirel’ipoventilazione, e quin<strong>di</strong> l’espansione polmonare. Con questi esercizi lasituazione potrebbe migliorare notevolmenteSe in<strong>di</strong>cato, apportare liqui<strong>di</strong> per via orale19


Una adeguata idratazione flui<strong>di</strong>fica le secrezioni, rendendone più facilel’espulsione, ed inoltre <strong>di</strong>minuisce la viscosità del sangue, riducendo il rischio <strong>di</strong>coagulib) Monitorare rilevazione <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> infezione della ferita:- gonfiore e rossore- deiscenza della ferita- secrezioni abbondanti o purulente- temperatura elevataAll’infiltrazione <strong>di</strong> patogeni il tessuto risponde con l’aumento <strong>di</strong> flusso ematicoe linfatico (edema, rossore, secrezione) e con la mancata epitelizzazione. Ipatogeni circolanti stimolando l’ipotalamo causano l’aumento della temperaturaMonitorare il processo <strong>di</strong> cicatrizzazione:margini della ferita intatti e ravvicinatipresenza <strong>di</strong> tessuto <strong>di</strong> granulazioneLa ferita con sutura <strong>di</strong> solito guarisce per prima intenzione ed il tessuto <strong>di</strong>granulazione non è visibile. Una ferita con ascesso o secrezione guarisce perseconda intenzione o con granulazione (ferita più marcata). Una ferita trattatapiù volte guarisce per terza intenzione (cicatrice più spessa)Verranno adottate misure idonee per la prevenzione delle infezione:- lavarsi le mani prima e dopo la me<strong>di</strong>cazione- indossare i guanti- pulire accuratamente l’area circostante il drenaggio- mantenere i tubi lontani dalla sede d’incisione- eliminare le soluzioni per l’irrigazione inutilizzate dopo 24 oreTutte queste misure aiutano a prevenire l’ingresso dei microrganismi e riduconoanche il rischio <strong>di</strong> trasmettere l’infezione ad altri.Ridurre il rischio <strong>di</strong> irritazione cutanea con sostituzione frequente delleme<strong>di</strong>cazioni ed eventuale utilizzo <strong>di</strong> sacchetti <strong>di</strong> raccolta in caso <strong>di</strong> secrezioni.Questo per evitare che una irritazione causi infiltrazioni <strong>di</strong> microrganismi.Insegnare ed assistere il paziente a contenere la ferita nei movimenti, nel tossire,starnutire o vomitare, a ridurre il flatus.20


Questo per evitare deiscenze della ferita, la cui cicatrizzazione si consolidageneralmente in tre settimaneRichiedere la consulenza <strong>di</strong> un enterostomista per attuare le misure della curadella cute.Un infermiere esperto è richiesto per una migliore gestione <strong>di</strong> una ferita dove lacicatrizzazione è compromessa ed in caso <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> una stomia.c) Collaborare con il paziente per determinare l’efficacia degli interventi <strong>di</strong>sollievo dal dolore, riconoscerlo ascoltando come viene riferito per poterlovalutare e informare il paziente sul tempo <strong>di</strong> possibile durata del dolore e suimeto<strong>di</strong> <strong>di</strong> riduzione ( contenzione della ferita, posizionamento adeguato,<strong>di</strong>strazione, applicazione calde o fredde, rilassamento, esercizi respiratori)Il dolore può causare una sensazione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo del proprio corpo edella propria vita. Quin<strong>di</strong> un’ansia, aumentata nel caso in cui il paziente sente ilbisogno <strong>di</strong> convincere i sanitari che sta realmente provando il dolore, chepotrebbe accentuare il dolore stesso. L’infermiere preparerà il pazientespiegandogli le sensazioni che potrà provare.Assicurare un controllo ottimale del dolore con gli analgesici prescritti,determinando:- la via <strong>di</strong> somministrazione più adeguata- la rilevazione dei parametri vitali- che non ci siano interazioni tra gli analgesici ed altri farmaci assunti dalpaziente;- che il paziente sia al corrente che deve richiedere l’analgesico prima che ildolore sia intenso.- controllo dopo mezz’ora dalla somministrazioneInformare il paziente ad espellere il flatus:- camminare appena possibile- cambiare posizioneNel postoperatorio il rallentamento della peristalsi determina un accumulo <strong>di</strong>gas. Quando i tratti intestinali non interessati si contraggono, nel tentativo <strong>di</strong>espellere i gas, causano dolore.21


L’attività accelera la ripresa della peristalsi e quin<strong>di</strong> l’espulsione dei gas ed unbuon posizionamento aiuta la risalita dei gas per l’espulsione.d) Informare il paziente:- sulla necessità <strong>di</strong> un apporto <strong>di</strong> proteine, carboidrati, vitamine A- B1-B12-C-D-E e niacina,calcio, rame, magnesio e zinco- sulle possibili cause della nausea e del vomito ( effetti collaterali dei farmaci,atto chirurgico, obesità, squilibrio elettrolitico, <strong>di</strong>stensione gastrico)La comprensione del paziente sull’importanza <strong>di</strong> una nutrizione adeguata e sullapresenza generalmente normale <strong>di</strong> nausea e vomito , potrà ridurgli l’ansiaincoraggiandolo a rispettare le <strong>di</strong>etePotremo ridurre la nausea ed il vomito:- limitando l’assunzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> per via orale,- insegnando al paziente a muoversi lentamente, a non stare <strong>di</strong>steso dopo i pastiper almeno 2 ore ed ad effettuare esercizi respiratori e <strong>di</strong> rilassamento durantegli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> nausea- controllando la pervietà del son<strong>di</strong>no nasogastrico- pulendo il cavo orale- eliminando odori sgradevoli- somministrando un antiemetico prima dei pasti su in<strong>di</strong>cazioneL’ingestione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e un malfunzionamento del son<strong>di</strong>no naso gastricocausano una <strong>di</strong>stensione gastrica che può provocare la stimolazione del vomito.Così pure i movimenti rapi<strong>di</strong> odori e visioni sgradevoli potrebbero stimolare ilcentro del vomito ed un cavo orale pulito stimolare invece l’appetito e lariduzione <strong>di</strong> gusti sgradevoli.Le attività respiratorie possono aiutare a bloccare il centro del vomito e l’uso <strong>di</strong>antiedemigeni a prevenire la comparsa <strong>di</strong> nausea e vomito.e) L’infermiere dovrà accertarsi sulla presenza dei suoni intestinali, la cui presenzain<strong>di</strong>cano una ripresa <strong>di</strong> peristalsi, prima <strong>di</strong> far assumere liqui<strong>di</strong> ed avviare ilpaziente verso una <strong>di</strong>eta normale.La mancata ripresa dei suoni intestinali dopo le 6-8 ore dall’intervento, potrebbein<strong>di</strong>care un ileo paralitico. Mentre l’assenza <strong>di</strong> evacuazione dopo 2-3 giorni puòin<strong>di</strong>care un’occlusione. In tutti e due i casi va avvertito il me<strong>di</strong>co.22


Naturalmente andranno attuati tutte le procedure che favoriscono l’eliminazione:- mobilizzare il paziente e farlo deambulare al più presto, dato che l’attivitàaumenta tonicità dei muscoli addominali e quin<strong>di</strong> la peristalsi e l’appetito- un’adeguata <strong>di</strong>eta ricca <strong>di</strong> acqua, frutta e verdura- riesaminare le abitu<strong>di</strong>ni quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> eliminazione del paziente, con un orarioregolare- assicurare al paziente un ambiente simile a quello <strong>di</strong> casa con la sua privacy, sepossibile usare il gabinetto e non la padella, e se questa viene utilizzata farassumere una posizione corretta ( posizione <strong>di</strong> Fowler) consigliandolo <strong>di</strong> evitaresforzi.Per mantenere il modello intestinale e favorire una giusta consistenza delle feciè necessario un appropriato apporto <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e <strong>di</strong> fibre che stimolino laperistalsiUn ambiente adeguato e il rispetto della privacy possono aiutare il paziente arilassarsi e la posizione adeguata consente l’utilizzo della muscolaturaaddominale e la forza <strong>di</strong> gravità.f) Quando è il caso va spiegato al paziente e familiari come curare la feritaSpiegare al paziente e familiari l’importanza <strong>di</strong>:- evitare persone ammalate- mantenere una <strong>di</strong>eta equilibrata ed un giusto apporto <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>- somministrazione <strong>di</strong> farmaci prescritti- riconoscere e riferire segni e sintomi <strong>di</strong> possibili complicanze ( mo<strong>di</strong>ficazionedella ferita, temperatura elevata, debolezza ed affaticamento, problemi nellaminzione ecc.)g) Infine l’infermiere valuterà il grado <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento del paziente e dei suoifamiliari circa le informazioni fornite.5.2 Problemi collaborativiObiettivo infermieristicoL’infermiere gestirà e ridurrà al minimo le complicanze postoperatorie23


Complicanze potenzialiEmorragiaIpovolemia/shockEviscerazioneDeiscenzaInfezioneRitenzione urinariaTromboflebiteIleo paraliticoInterventi e spiegazione scientificaa) Monitoraggio del paziente per rilevare segni e sintomi della emorragia e/shock:- tachicar<strong>di</strong>a con pressione arteriosa normale o <strong>di</strong>minuita- <strong>di</strong>uresi inferiore a 30 mL/h- stato <strong>di</strong> agitazione- tachipnea- polso filiforme- presenza anomala <strong>di</strong> sangue nei drenaggiLa risposta compensatoria dell’organismo alla <strong>di</strong>minuizione del volumecircolatorio, tende ad aumentare l’ossigenazione ematica con aumento degli attirespiratori e della frequenza car<strong>di</strong>aca e <strong>di</strong>minuizione della circolazioneperiferica.La <strong>di</strong>minuizione dell’apporto dell’ossigeno al cervello causa una alterazionedell’attività mentale.b) Monitoraggio dello stato <strong>di</strong> idratazione, eseguendo un bilancio idrico doveverranno segnalate le entrate ed uscite dei liqui<strong>di</strong>,valutando:- apporto liqui<strong>di</strong> ( per via parenterale ed orale)- uscita dei liqui<strong>di</strong> ( urine, drenaggi, vomito, sudorazione, feci )La per<strong>di</strong>ta dei liqui<strong>di</strong> durante l’intervento e in conseguenza del <strong>di</strong>giuno puòcausare una alterazione del bilancio idrico ed una ritenzione <strong>di</strong> acqua e so<strong>di</strong>o.24


c) Controllo della ferita chirurgica per rilevare eventuale sanguinamento,deiscenza, infezione, eviscerazione.Questo accorgimento consente una rilevazione veloce della complicanza.d) Insegnare al paziente a contenere la ferita quando tossisce, starnutisce e vomita.La contensione della ferita riduce lo stress sulla ferita <strong>di</strong>stribuendone lapressione e <strong>di</strong> conseguenza allevia il dolore.e) In caso <strong>di</strong> deiscenza ed eviscerazione:- porre il paziente in posizione <strong>di</strong> Fowler bassa- istruire il paziente a giacere fermo e tranquillo- coprire i visceri che protudono con una me<strong>di</strong>cazione umida e sterileLa posizione <strong>di</strong> Fowler bassa e far rimanere fermo il paziente riduce unaulteriore protusione.La me<strong>di</strong>cazione umida aiuta a mantenere vitali i tessuti.f) Non far assumere liqui<strong>di</strong> o alimenti fino alla comparsa dei primi segni <strong>di</strong>peristalsi, monitorando quanto segue:- ritorno dei borborigmi- ripresa dell’emissione dei gas intestinali e della defecazione- quando è il momento , iniziare a far assumere al paziente piccole dosi <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>ed alimenti, controllando la risposta della persona, annotare la natura e laquantità degli eventuali vomito e feci.g) Monitorare il paziente per rilevare segni <strong>di</strong> ileo paralitico:- assenza dei borborigmi- nausea e vomito- <strong>di</strong>stensione addominale- dolore ai movimenti e alla palpazione, tipicamente localizzato, acuto e<strong>di</strong>ntermittenteLa manipolazione intraoperatoria degli organi addominali e l’anestesia riduconogli stimoli nervosi dell’intestino, <strong>di</strong>minuendo la peristalsi con possibile comparsa<strong>di</strong> ileo paralitico, <strong>di</strong> solito tra la terza e quinta giornata postoperatoria.h) Monitorare il paziente per rilevare segni <strong>di</strong> infezione/sepsi:- ipertermia- brivi<strong>di</strong>25


- malessere- conta dei globuli bianchi elevata- aumento della dolenza addominale- dolenzia, arrossamento o edema della ferita- presenza <strong>di</strong> materiale anomalo nei drenaggiDurante l’intervento chirurgico si può verificare l’ingresso nell’organismo <strong>di</strong>microrganismi che stimolano l’attivazione dei meccanismi. Aumentano i globulibianchi per <strong>di</strong>struggere gli agenti patogeni, l’ipotalamo aumenta la temperaturacorporea, i linfociti giunti nell’area della ferita causano l’arrossamento, l’edemaed il dolore.i) Monitorare il paziente per rilevare segni <strong>di</strong> ritenzione urinaria (<strong>di</strong>stensionevescicale) ed istruirlo a riferire eventuali sintomi (senso <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o alla vescical’incapacità ad urinare).Il rilasciamento muscolare causato dall’anestesia coinvolge anche la vescica.Con il ripristino del tono muscolare gli spasmi dello sfintere vescicaleostacolano il deflusso delle urine, causando la <strong>di</strong>stensione vescicale.Se il paziente non urina entro 8-10 ore dall’intervento si procederà ad applicaredelle misure che potrebbero contribuire a far rilasciare lo sfintere urinario efacilitare la minzione: riscaldare la padella, farlo scendere dal letto, far scorrerel’acqua dal rubinetto, versare acqua tiepida sulla regione perineale.Se il paziente non dovesse ancora riuscire ad urinare, seguire i protocolli per ilcateterismo vescicale estemporaneo.Il cateterismo estemporaneo è da preferire a quello permanente perché comportameno rischi <strong>di</strong> infezione del tratto urinario, dovuta alla penetrazione <strong>di</strong> agentipatogeni per via ascendente.j) Monitorare i drenaggi:- colore e caratteristiche del materiale presente- quantità del materialeTali segni sul liquido presente nel drenaggio fungono da imme<strong>di</strong>ata spia in caso<strong>di</strong> gravi problemi quali: emorragie, deiscenza dell’anastomosi, perforazioneintestinalek) Monitorare per rilevare segni <strong>di</strong> tromboflebite.26


- segno <strong>di</strong> Homans positivo ( dolore alla dorsiflessione del piede, dovuto ainsufficienza circolatoria)- dolenzia, calore o arrossamento del polpaccio.Nel postoperatorio l’immobilizzazione e l’anestesia causano una <strong>di</strong>minuizionedel ritorno venoso con conseguente stasi sanguigna periferica. In più lavasocostrizione dovuta all’ipotermia provoca un minor apporto del sangue nellezone periferiche. Tali fattori aumentano il rischio <strong>di</strong> tromboflebite.Per prevenire questa complicanza si attueranno alcune misure checontribuiscono a migliorare il ritorno venoso evitando la stasi venosa: fareseguire al paziente esercizi agli arti inferiori, evitando sostegni o cuscini sottole ginocchia e gambe accavallate, non stare seduto a lungo, accelerare lamobilizzazione facendo deambulare il paziente.5.3 In caso <strong>di</strong> apparecchiatura <strong>di</strong> una stomia, temporanea o permanenteDiagnosi infermieristicaRischio elevato <strong>di</strong>:a) <strong>di</strong>sturbo del concetto <strong>di</strong> se, correlato agli effetti della stomia sull’immaginecorporea e sullo stile <strong>di</strong> vitab) alterazione del modello <strong>di</strong> sessualità, correlato a percezione <strong>di</strong> impattonegativo della stomia sull’attrazione sessualec) <strong>di</strong>sfunzione sessuale, legato a impotenza secondaria a dannodell’innervazione simpatica (uomo) o inadeguata lubrificazione vaginale(donna)d) isolamento sociale, correlato all’ansia per possibili per<strong>di</strong>te dal sacchetto oodorie) gestione inefficace del regime terapeutico e riabilitativo, legato a<strong>di</strong>nsufficiente conoscenza delle procedure dello stoma care e <strong>di</strong> praticheriabilitative (irrigazione)27


Obiettivo infermieristico:prevenire o ridurre al minimo le alterazioni dell’immagine corporea,facilitare la ripresa dell’attività sessuale e nel caso in<strong>di</strong>rizzare il paziente allaconsulenza <strong>di</strong> altri specialistiInterventi assistenziali e spiegazione scientificaSuperata la fase chirurgica, intrapreso l’iter riabilitativo nella gestione dellastomia e completata la terapia farmacologia e ra<strong>di</strong>ologica postchirurgica,allentata quin<strong>di</strong> la tensione per la malattia presumibilmente superata, spessolo stomizzato si sofferma con sgomento su altri aspetti che forse sino a quelmomento aveva ignorato: l’immagine corporea e la sessualità.L’infermiere si dovrà attivare per ridurre al minimo le alterazionidell’immagine corporea e le paure per l’isolamento sociale insegnando alpaziente le misure <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> cattivi odori e flatulenza (mo<strong>di</strong>ficando la<strong>di</strong>eta ed avviandolo alla pratica dell’irrigazione); come nascondere ilsacchetto sotto gli abiti; come gestire la stomia durante l’attività lavorativa,sociale e sessuali,; dovrà coinvolgere i familiari ed in<strong>di</strong>rizzare adAssociazioni <strong>di</strong> stomizzati.Il colloquio col paziente ed eventualmente anche con il partner , è il mezzopiù spontaneo e <strong>di</strong>retto per entrare in rapporto con l’altro. Se l’infermiere omeglio ancora l’enterostomista, ha già ricevuto precedentemente la fiduciadal paziente, è l’interlocutore ideale anche in questa fase, quando il concetto<strong>di</strong> se e l’identità del proprio ego mettono in serio pericolo l’autostima.Questa è collegata alla sessualità e non può essere <strong>di</strong>staccata dallaconsapevolezza dell’entità <strong>di</strong> genere maschile o femminile.Ecco perché il paziente ha solo bisogno <strong>di</strong> qualcuno con cui parlaredell’argomento, <strong>di</strong> consigli su come può nascondere il sacchetto durantel’attività sessuale, esprimere le aspettative sulla sessualità.Il colloquio andrà fatto rispettando la privacy, senza fare muro e senzapossibilità <strong>di</strong> interruzioni. Si consiglierà l’uso <strong>di</strong> sacchetti piccoli, copri28


stoma, fasce a vita o bustino, biancheria intima e nel caso si tratti <strong>di</strong><strong>di</strong>sfunzioni organiche, lo si in<strong>di</strong>rizzerà all’andrologo o il sessuologo.Problemi collaborativiComplicanze potenziali:- precoci (1-30 giorni dopo l’intervento): edema, emorragia intra eperistomale, ischemia e/o necrosi, dermatiti, lesioni cutanee, retrazionestomale, suppurazione o ascesso peristomale, complicanza damalposizionamento, <strong>di</strong>stacco della giunzione mucocutanea- tar<strong>di</strong>ve ( oltre i 30 giorni dall’intervento): ernia, fistola, prolasso, stenosi,emorragie, follicoline, granulomi, traumiObiettivo infermieristico: L’infermiere gestirà e ridurrà al minimo lecomplicanze stomaliInterventi e spiegazione scientificaMonitorare:- l’area peristomale, per rilevare eventuali alterazioni cutanee.Una rilevazione precoce <strong>di</strong> eventuali irritazioni, ulcerazioni ed erniazioni puòprevenire gravi danni tissutali- Colore, <strong>di</strong>mensione, protusione e forma della stomia.Eventuali mo<strong>di</strong>ficazioni possono in<strong>di</strong>care infiammazione, retrazione,prolasso o edema- Colore, quantità e consistenza del materiale emesso dalla stomia.Eventuali mo<strong>di</strong>ficazioni possono in<strong>di</strong>care sanguinamento o infezione.Una <strong>di</strong>minuizione dell’emissione <strong>di</strong> materiale intestinale può in<strong>di</strong>careostruzione.- Sintomi riferiti <strong>di</strong> dolore crampiforme, nausea, vomito e <strong>di</strong>stensioneaddominale, tali sintomi possono in<strong>di</strong>care ostruzione.- Corretta applicazione del sacchetto <strong>di</strong> raccolta.29


Un’applicazione inadeguata del sacchetto può causare un trauma meccanicoa livello della stomia5.4 Interventi correlati su prescrizione me<strong>di</strong>ca nella fase postoperatoriaFarmaci: analgesici narcotici, antiemeticiTerapia endovenosa: reintegrazione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e <strong>di</strong> elettrolitiEsami <strong>di</strong> laboratorio: emocromo completo, profilo biochimicoTerapia: <strong>di</strong>eta liquida che progre<strong>di</strong>sce verso una <strong>di</strong>eta libera in base allatolleranzaCalze antiemboliche, cura della ferita, pirometro incentivante.5.5 ValutazioneDopo ogni intervento assistenziale l’infermiere ne valuterà l’efficacia el’appren<strong>di</strong>mento.Il paziente <strong>di</strong>mostrerà:- gli esercizi, la contenzione della ferita ed il regime respiratorio- l’assenza <strong>di</strong> sintomi <strong>di</strong> complicanze, o il miglioramento e risoluzione <strong>di</strong>queste- la ripresa delle normali funzioni vitali, intestinali e schemi <strong>di</strong>etetici- l’assenza o la riduzione progressiva del dolore.- la tolleranza alle attività quoti<strong>di</strong>ane ( deambulazione progressiva, attivitàquoti<strong>di</strong>ane)5.6 DocumentazioneDiario giornaliero: parametri vitali (temperatura, polso respiro, pressionearteriosa), suoni respiratori, trattamenti respiratori e risposta del paziente,bilancio idrico (entrate ed uscite dei liqui<strong>di</strong>), suoni intestinali, con<strong>di</strong>zionidella ferita, registrazione della somministrazione dei farmaci (tipo, via <strong>di</strong>somministrazione, dosaggio e orario <strong>di</strong> tutti i farmaci prescritti),evacuazione, deambulazione, istruzioni per la <strong>di</strong>missione, istruzioni per ilfollow-up, sintesi dei dati per la <strong>di</strong>missione, con<strong>di</strong>zioni alla <strong>di</strong>missione30


(dolore,attività, cicatrizzazione della ferita), raggiungimento degli obiettivi(in<strong>di</strong>viduali e familiari)Note <strong>di</strong> decorso: risposta insod<strong>di</strong>sfacente ai trattamenti respiratori,registrazione dell’educazione multi<strong>di</strong>sciplinare del paziente, segni e sintomi<strong>di</strong> infezioni, controllo insod<strong>di</strong>sfacente con le misure <strong>di</strong> sollievo dal dolore,risultati <strong>di</strong> accertamenti o <strong>di</strong>sturbi riferiti insoliti, interventi, rispostaanormale o inattesa all’aumento delle attività, stato emotivo attuale, rispostaagli interventi, colloqui, insegnamento al paziente.5.7 Criteri <strong>di</strong> <strong>di</strong>missionePrima della <strong>di</strong>missione il paziente e i familiari- descriveranno le eventuali restrizioni <strong>di</strong> attività a domicilio- descriveranno la gestione del dolore, della ferita chirurgica e della stomia adomicilio- <strong>di</strong>scuteranno del fabbisogno nutritivo e <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>- elencheranno i segni ed i sintomi da segnalare agli operatori sanitari- descriveranno il follow-up necessario- esprimeranno l’intenzione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre i loro sentimenti e preoccupazioni- mostreranno un’ adeguata cura <strong>di</strong> sé, stima e sicurezza- identificheranno le risorse e i gruppi <strong>di</strong> aiuto/supporto <strong>di</strong>sponibili nellacomunità ( per esempio nel caso <strong>di</strong> stomizzati fare riferimento adenterostomisti, centri <strong>di</strong> riabilitazione per pazienti stomizzati, fornitori <strong>di</strong>presi<strong>di</strong>, associazioni per la lotta contro il cancro)- nel caso dello stomizzato, <strong>di</strong>mostreranno <strong>di</strong> conoscere meto<strong>di</strong> alternativi <strong>di</strong>espressione sessuale.31


ConclusioniGran<strong>di</strong> progressi sono stati fatti nel campo chirurgico ed assistenziale.L’incidenza <strong>di</strong> mortalità nell’occlusione intestinale descritta per la primavolta da Ippocrate, era pari al 100%. Nel 1921, con l’introduzionedell’infusione fisiologica, l’incidenza scende al 70 – 40 %. La situazionemigliora sempre <strong>di</strong> più con l’introduzione dell’aspirazione e dell’antibioticonel 1935. Sino al 1997, quando le gran<strong>di</strong> evoluzioni fatte nel campo dellachirurgia e della anestesia portano l’incidenza <strong>di</strong> mortalità al 6 – 8%.Attraverso il percorso descritto si evince che il compito fondamentaledell’infermiere è contribuire ad accelerare il più possibile il processo <strong>di</strong>guarigione, cercando <strong>di</strong> ridurre al minimo, o meglio evitare, le complicanze.Ciò è facilitato dall’utilizzo degli standard assistenziali, che aiutanol’infermiere ad operare secondo i criteri fondati sulla evidenza scientifica, la“ evidence based nursing ”, sulla quale già da tempo si base l’infermieristica.Il piano <strong>di</strong> assistenza standar<strong>di</strong>zzato potrebbe però far perdere <strong>di</strong> vista lasingolarità del paziente. Ma questo è un rischio da correre, per evitare rischimaggiori nel caso in cui venissero tralasciati interventi infermieristici. Laprofessionalità con cui si porrà l’infermiere <strong>di</strong>nanzi al paziente, glipermetterà <strong>di</strong> equilibrare i due estremi.32


Il piano assistenziale standar<strong>di</strong>zzato è come una linea guida, che permette <strong>di</strong>ottimizzare le risorse e ridurre gli errori, ma non esaurisce l’attivitàassistenziale, che rimane innanzitutto un rapporto umano e come tale nonriducibile a qualcosa <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzato e preve<strong>di</strong>bile.Il successo od il fallimento del piano assistenziale <strong>di</strong>pendono proprio dallacapacità e dalla professionalità dell’infermiere <strong>di</strong> adattarlo alle situazioni<strong>di</strong>verse che si presenteranno nell’iter clinico del paziente, prendendo inconsiderazione parametri che riguarderanno sia la componente fisica chepsicologica e spirituale della persona, che verrà quin<strong>di</strong> vista nella sua totalità.33


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