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Acta Ordinis Fratrum Minorum - OFM

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ACTA ORDINISFRATRUM MINORUMVEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIAIUSSU ET AUCTORITATEFr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLOTOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALISIN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUMIN LUCEM AEDITAVeritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).Peculiari prorsus laude dignum putavimus,dilecte Fili, consilium quo horum Actorumcollectio atque editio suscepta est.(Ex Epist. Leonis Pp. XIII ad Min. Gen.)ROMACURIA GENERALIS ORDINIS


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS1. Discorso all’Udienza Generale del Mercoledì: Beato Giovanni Duns ScotoPiazza S. Pietro, 07.07.2010IL POPOLO DI DIO È MAGISTEROCHE PRECEDE LA TEOLOGIACari fratelli e sorelle,questa mattina – dopo alcune catechesi sudiversi grandi teologi – voglio presentarviun’altra figura importante nella storia della teologia:si tratta del beato Giovanni Duns Scoto,vissuto alla fine del secolo XIII. Un’anticaiscrizione sulla sua tomba riassume le coordinategeografiche della sua biografia: «l’Inghilterralo accolse; la Francia lo istruì; Colonia,in Germania, ne conserva i resti; in Scozia eglinacque». Non possiamo trascurare queste informazioni,anche perché possediamo ben pochenotizie sulla vita di Duns Scoto. Egli nacqueprobabilmente nel 1266 in un villaggio,che si chiamava proprio Duns, nei pressi diEdimburgo. Attratto dal carisma di san Francescod’Assisi, entrò nella Famiglia dei Fratiminori, e nel 1291, fu ordinato sacerdote. Dotatodi un’intelligenza brillante e portata allaspeculazione – quell’intelligenza che gli meritòdalla tradizione il titolo di Doctor subtilis,“Dottore sottile”– Duns Scoto fu indirizzatoagli studi di filosofia e di teologia presso lecelebri Università di Oxford e di Parigi. Conclusacon successo la formazione, intrapresel’insegnamento della teologia nelle Universitàdi Oxford e di Cambridge, e poi di Parigi,iniziando a commentare, come tutti i Maestridel tempo, le Sentenze di Pietro Lombardo.Le opere principali di Duns Scoto rappresentanoappunto il frutto maturo di queste lezioni, eprendono il titolo dai luoghi in cui egli insegnò:Opus Oxoniense (Oxford), Reportatio Cambrigensis(Cambridge), Reportata Parisiensia (Parigi).Da Parigi si allontanò quando, scoppiatoun grave conflitto tra il re Filippo IV il Bello e ilPapa Bonifacio VIII, Duns Scoto preferì l’esiliovolontario, piuttosto che firmare un documentoostile al Sommo Pontefice, come il re avevaimposto a tutti i religiosi. Così – per amore allaSede di Pietro –, insieme ai Frati francescani,abbandonò il Paese.Cari fratelli e sorelle, questo fatto ci invita aricordare quante volte, nella storia della Chiesa,i credenti hanno incontrato ostilità e subitoperfino persecuzioni a causa della loro fedeltàe della loro devozione a Cristo, alla Chiesa eal Papa. Noi tutti guardiamo con ammirazionea questi cristiani, che ci insegnano a custodirecome un bene prezioso la fede in Cristo e lacomunione con il Successore di Pietro e, così,con la Chiesa universale.Tuttavia, i rapporti fra il re di Francia e ilsuccessore di Bonifacio VIII ritornarono benpresto amichevoli, e nel 1305 Duns Scoto potérientrare a Parigi per insegnarvi la teologiacon il titolo di Magister regens, oggi si direbbeprofessore ordinario. Successivamente, i Superiorilo inviarono a Colonia come professoredello Studio teologico francescano, ma eglimorì l’8 novembre del 1308, a soli 43 anni dietà, lasciando, comunque, un numero rilevantedi opere.A motivo della fama di santità di cui godeva,il suo culto si diffuse ben presto nell’Ordinefrancescano e il Venerabile Papa GiovanniPaolo II volle confermarlo solennemente beatoil 20 Marzo 1993, definendolo «cantore delVerbo incarnato e difensore dell’ImmacolataConcezione». In questa espressione è sintetizzatoil grande contributo che Duns Scoto haofferto alla storia della teologia.Anzitutto, egli ha meditato sul Misterodell’Incarnazione e, a differenza di molti pensatoricristiani del tempo, ha sostenuto che ilFiglio di Dio si sarebbe fatto uomo anche sel’umanità non avesse peccato. Egli affermanella “Reportata Parisiensa”: «Pensare cheDio avrebbe rinunciato a tale opera se Adamonon avesse peccato sarebbe del tutto irragionevole!Dico dunque che la caduta non è statala causa della predestinazione di Cristo, e che– anche se nessuno fosse caduto, né l’angeloné l’uomo – in questa ipotesi Cristo sarebbestato ancora predestinato nella stessa maniera»(in III Sent., d. 7, 4). Questo pensiero, forse unpo’ sorprendente, nasce perché per Duns Scotol’Incarnazione del Figlio di Dio, progettatasin dall’eternità da parte di Dio Padre nel suopiano di amore, è compimento della creazione,e rende possibile ad ogni creatura, in Cristo e


196 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2per mezzo di Lui, di essere colmata di grazia,e dare lode e gloria a Dio nell’eternità. DunsScoto, pur consapevole che, in realtà, a causadel peccato originale, Cristo ci ha redenti conla sua Passione, Morte e Risurrezione, ribadisceche l’Incarnazione è l’opera più grande epiù bella di tutta la storia della salvezza, e cheessa non è condizionata da nessun fatto contingente,ma è l’idea originale di Dio di unirefinalmente tutto il creato con se stesso nellapersona e nella carne del Figlio.Fedele discepolo di san Francesco, DunsScoto amava contemplare e predicare il Misterodella Passione salvifica di Cristo, espressionedell’amore immenso di Dio, il Quale comunicacon grandissima generosità al di fuoridi sé i raggi della Sua bontà e del Suo amore(cfr Tractatus de primo principio, c. 4). E questoamore non si rivela solo sul Calvario, maanche nella Santissima Eucaristia, della qualeDuns Scoto era devotissimo e che vedeva comeil Sacramento della presenza reale di Gesùe come il Sacramento dell’unità e della comunioneche induce ad amarci gli uni gli altri ead amare Dio come il Sommo Bene comune(cfr Reportata Parisiensia, in IV Sent., d. 8, q.1, n. 3).Cari fratelli e sorelle, questa visione teologica,fortemente “cristocentrica”, ci apre allacontemplazione, allo stupore e alla gratitudine:Cristo è il centro della storia e del cosmo, èColui che dà senso, dignità e valore alla nostravita! Come a Manila il Papa Paolo VI, anch’iooggi vorrei gridare al mondo: «[Cristo] è ilrivelatore del Dio invisibile, è il primogenitodi ogni creatura, è il fondamento di ogni cosa;Egli è il Maestro dell’umanità, è il Redentore;Egli è nato, è morto, è risorto per noi; Egli è ilcentro della storia e del mondo; Egli è Coluiche ci conosce e che ci ama; Egli è il compagnoe l’amico della nostra vita… Io non finireipiù di parlare di Lui» (Omelia, 29 novembre1970).Non solo il ruolo di Cristo nella storia dellasalvezza, ma anche quello di Maria è oggettodella riflessione del Doctor subtilis. Ai tempidi Duns Scoto la maggior parte dei teologi opponevaun’obiezione, che sembrava insormontabile,alla dottrina secondo cui Maria Santissimafu esente dal peccato originale sin dalprimo istante del suo concepimento: di fatto,l’universalità della Redenzione operata da Cristo,a prima vista, poteva apparire compromessada una simile affermazione, come se Marianon avesse avuto bisogno di Cristo e della suaredenzione. Perciò i teologi si opponevano aquesta tesi. Duns Scoto, allora, per far capirequesta preservazione dal peccato originale,sviluppò un argomento che verrà poi adottatoanche dal beato Papa Pio IX nel 1854, quandodefinì solennemente il dogma dell’ImmacolataConcezione di Maria. E questo argomento èquello della “Redenzione preventiva”, secondocui l’Immacolata Concezione rappresentail capolavoro della Redenzione operata da Cristo,perché proprio la potenza del suo amore edella sua mediazione ha ottenuto che la Madrefosse preservata dal peccato originale. QuindiMaria è totalmente redenta da Cristo, ma giàprima della concezione. I Francescani, suoiconfratelli, accolsero e diffusero con entusiasmoquesta dottrina, e altri teologi – spessocon solenne giuramento – si impegnarono adifenderla e a perfezionarla.A questo riguardo, vorrei mettere in evidenzaun dato, che mi pare importante. Teologidi valore, come Duns Scoto circa la dottrinasull’Immacolata Concezione, hanno arricchitocon il loro specifico contributo di pensiero ciòche il Popolo di Dio credeva già spontaneamentesulla Beata Vergine, e manifestava negliatti di pietà, nelle espressioni dell’arte e, ingenere, nel vissuto cristiano. Così la fede sianell’Immacolata Concezione, sia nell’Assunzionecorporale della Vergine era già presentenel Popolo di Dio, mentre la teologia non avevaancora trovato la chiave per interpretarlanella totalità della dottrina della fede. Quindiil Popolo di Dio precede i teologi e tutto questograzie a quel soprannaturale sensus fidei, cioèa quella capacità infusa dallo Spirito Santo,che abilita ad abbracciare la realtà della fede,con l’umiltà del cuore e della mente. In questosenso, il Popolo di Dio è “magistero che precede”,e che poi deve essere approfondito e intellettualmenteaccolto dalla teologia. Possanosempre i teologi mettersi in ascolto di questasorgente della fede e conservare l’umiltà e lasemplicità dei piccoli! L’avevo ricordato qualchemese fa dicendo: «Ci sono grandi dotti,grandi specialisti, grandi teologi, maestri dellafede, che ci hanno insegnato molte cose. Sonopenetrati nei dettagli della Sacra Scrittura…ma non hanno potuto vedere il mistero stesso,il vero nucleo… L’essenziale è rimasto nascosto!Invece, ci sono anche nel nostro tempoi piccoli che hanno conosciuto tale mistero.Pensiamo a santa Bernardette Soubirous; asanta Teresa di Lisieux, con la sua nuova letturadella Bibbia ‘non scientifica’, ma che entra


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 197nel cuore della Sacra Scrittura» (Omelia. S.Messa con i Membri della Commissione TeologicaInternazionale, 1 dicembre 2009).Infine, Duns Scoto ha sviluppato un punto acui la modernità è molto sensibile. Si tratta deltema della libertà e del suo rapporto con la volontàe con l’intelletto. Il nostro autore sottolineala libertà come qualità fondamentale dellavolontà, iniziando un’impostazione di tendenzavolontaristica, che si sviluppò in contrastocon il cosiddetto intellettualismo agostinianoe tomista. Per san Tommaso d’Aquino, chesegue sant’Agostino, la libertà non può considerarsiuna qualità innata della volontà, mail frutto della collaborazione della volontà edell’intelletto. Un’idea della libertà innata eassoluta collocata nella volontà che precedel’intelletto, sia in Dio che nell’uomo, rischia,infatti, di condurre all’idea di un Dio che nonsarebbe legato neppure alla verità e al bene.Il desiderio di salvare l’assoluta trascendenzae diversità di Dio con un’accentuazione cosìradicale e impenetrabile della sua volontà nontiene conto che il Dio che si è rivelato in Cristoè il Dio “logos”, che ha agito e agisce pienodi amore verso di noi. Certamente, comeafferma Duns Scoto nella linea della teologiafrancescana, l’amore supera la conoscenza edè capace di percepire sempre di più del pensiero,ma è sempre l’amore del Dio “logos”(cfr Benedetto XVI, Discorso a Regensburg,Insegnamenti di Benedetto XVI, II [2006], p.261). Anche nell’uomo l’idea di libertà assoluta,collocata nella volontà, dimenticando ilnesso con la verità, ignora che la stessa libertàdeve essere liberata dei limiti che le vengonodal peccato.Parlando ai seminaristi romani – l’annoscorso – ricordavo che «la libertà in tuttii tempi è stata il grande sogno dell’umanità,sin dagli inizi, ma particolarmente nell’epocamoderna» (Discorso al Pontificio SeminarioRomano Maggiore, 20 febbraio 2009). Però,proprio la storia moderna, oltre alla nostraesperienza quotidiana, ci insegna che la libertàè autentica, e aiuta alla costruzione di una civiltàveramente umana, solo quando è riconciliatacon la verità. Se è sganciata dalla verità,la libertà diventa tragicamente principio di distruzionedell’armonia interiore della personaumana, fonte di prevaricazione dei più forti edei violenti, e causa di sofferenze e di lutti. Lalibertà, come tutte le facoltà di cui l’uomo èdotato, cresce e si perfeziona, afferma DunsScoto, quando l’uomo si apre a Dio, valoriz-zando quella disposizione all’ascolto della Suavoce, che egli chiama potentia oboedientialis:quando noi ci mettiamo in ascolto della Rivelazionedivina, della Parola di Dio, per accoglierla,allora siamo raggiunti da un messaggioche riempie di luce e di speranza la nostra vitae siamo veramente liberi.Cari fratelli e sorelle, il beato Duns Scotoci insegna che nella nostra vita l’essenziale ècredere che Dio ci è vicino e ci ama in CristoGesù, e coltivare, quindi, un profondo amorea Lui e alla sua Chiesa. Di questo amore noisiamo i testimoni su questa terra. Maria Santissimaci aiuti a ricevere questo infinito amoredi Dio di cui godremo pienamente in eternonel Cielo, quando finalmente la nostra animasarà unita per sempre a Dio, nella comunionedei santi.Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 8 luglio 2010, p. 1]2. Relazione del Card. Franc Rodé in occasione del 750° anniversario della celebrazione del Capitolo di Narbonne(Narbonne, 12 aprile 2010)LE COSTITUZIONINELLA VITA RELIGIOSA OGGI« … torna oggi impellente per ogni Istitutola necessità di un rinnovato riferimento allaRegola, perché in essa e nelle Costituzioni èracchiuso un itinerario di sequela, qualificatoda uno specifico carisma autentificato dallaChiesa».(Giovanni Paolo ii, Vita Consecrata, 37)IntroduzioneCarissimi fratelli e sorelle, condivido lamia gioia di essere qui tra voi in occasionedella commemorazione del 750° anniversariodella celebrazione del Capitolo generale diNarbonne del 1260. Durante questo Capitolo,le norme elaborate nel Capitolo generale del1239 furono riorganizzate e completate sottola sicura direzione di san Bonaventura. Furonofissate in un corpo organico di leggi che preseil nome di Constitutiones Narbonensi. Diversevolte aggiornate e arricchite di altri Statutie Atti capitolari, le Costituzioni di Narbonnehanno segnato le varie tappe di sviluppo cheha conosciuto l’Ordine francescano, specialmentenei primi secoli della sua lunga storia.


198 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2La celebrazione di questo giorno non costituiscesolamente un avvenimento commemorativodi un valore storico e spirituale innegabileper l’Ordine dei Frati Minori Conventuali.Questa celebrazione rappresenta, per tutti noi,un’occasione propizia per riflettere sull’importanzae il valore delle Regole e delle Costituzioni1 nella vita di ogni Istituto e, in generale,per la vita religiosa oggi.Nel contesto attuale, in cui la vita consacrata,particolarmente in Occidente, mostra segnidi fragilità, che non sono costituiti solo dall’invecchiamentoe dalla diminuzione delle vocazioni,«torna impellente per ogni Istituto lanecessità di un rinnovato riferimento alla Regola».Non può esistere, di fatto, un autenticorinnovamento della vita e dell’apostolato degliIstituti senza passare attraverso un’attenzionerinnovata verso le Costituzioni. Infatti, solole Costituzioni possono «offrire alle personeconsacrate – oltre la garanzia d’un itinerarioparticolare di sequela Christi, qualificato dauno specifico carisma autenticato dalla Chiesa– un criterio sicuro per ricercare le formeadeguate di una testimonianza che sappia risponderealle esigenze del momento senza allontanarsidall’ispirazione iniziale» 2 .La Chiesa chiede continuamente ai consacratidi lasciarsi conquistare, con slancio semprenuovo, dalla loro missione di santità e testimonianza,affinché l’amore di Dio sia visibileper il mondo. Quest’invito si trasforma in unforte appello a vivere le Costituzioni con piùgrande coscienza e fedeltà in modo da «riproporrecon coraggio l’intraprendenza, l’inventivae la santità dei fondatori e delle fondatrici,come risposta ai segni dei tempi emergenti nelmondo di oggi» 3 .Sappiamo come si è approfondita, a partiredal Concilio Vaticano II, la convinzione del caratteredi mediazione delle Costituzioni riguardoal Vangelo, norma fondamentale della vita religiosa4 . Bisogna chiedersi, tuttavia, in che misuraquesta convinzione è radicata oggi nel cuoredei consacrati. Sono realmente convinti che leCostituzioni siano una via evangelica privilegiataattraverso la quale incontrano il Cristo e chesono fedeli a Lui quando seguono l’intuizioneparticolare data dallo Spirito ai Fondatori?Si tratta di una questione fondamentale etutt’altro che presa in considerazione. Nel miglioredei casi, quando non sono chiaramenteoggetto di un pregiudizio antigiuridico diffuso,le norme costituzionali incontrano considerazionesoprattutto dal punto di vista sociologico.Le Costituzioni, in pratica, sono spessoconsiderate piuttosto come principi fondamentalidi riferimento, di difesa e di sostegno per ilgruppo, per l’individuo e per i superiori, nelleloro mutue relazioni che come norme di naturaspirituale. In numerose occasioni, il riferimentovincolante alle regole comuni è accettata soloper assicurare un funzionamento corretto eordinato della vita del gruppo.In tale contesto, è più che mai necessarioriaffermare l’importanza, il valore e la centralitàdelle Costituzioni per la vita degli Istituti edelle persone consacrate.Importanza, valore e centralità delle Costituzioninella vita degli IstitutiLe Costituzioni, come sappiamo bene, hannoun valore e un significato fondamentalinella vita degli Istituti, perché trovano la lorosorgente nell’ispirazione che lo Spirito Santoha concesso ai Fondatori e che la Chiesa hariconosciuta come autentica.All’origine di ogni Istituto, di fatto, abbiamoun carisma iniziale, cioè l’irruzione delloSpirito su un uomo o una donna che costituisceil punto di partenza, la «parola» particolaresecondo la quale i suoi discepoli devonovivere 5 . Man mano che il fondatore/fondatricevive questo dono spirituale dal quale si lasciacondurre e nel modo in cui lo cura, vengonodefinite alcune costanti della dottrina, della vita,dell’azione e, in un momento determinato,vengono messe per iscritto dai fondatori stessio da altri. Si tratta della Regola, delle Costituzioni.Dal momento in cui questi scritti sono approvatidalla Chiesa, diventano norme di vitae criteri sicuri di azione per i membri dell’Istituto.Questi hanno anche la loro parola scritta,a cui, in quanto espressione del carisma e salvaguardiadel patrimonio spirituale autentico,dovranno costantemente ritornare per trovarein ogni situazione la volontà di Dio e il propriocammino di santità.Questa espressione scritta del dono spirituale(Regola, Costituzioni), quando indicauna relazione con qualcosa di fondamentale,diventa, in una certa misura, indipendente dallapersona concreta e dalla figura carismaticadel fondatore, per manifestare il disegno permanentedi Dio su un Istituto religioso. Questonon significa necessariamente che il testocostituzionale o il codice fondamentale di unIstituto, con il passare del tempo, non debbaessere riletto e tradotto in nuove formulazioni.


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 199Per i membri degli Istituti di vita consacrata,la centralità e il valore delle Costituzionirisiedono anche nel fatto che esse indicanoper loro il cammino concreto verso la santitàe la perfezione della carità, scopo verso ilquale deve tendere ogni cristiano. I religiosie le religiose, rispondendo alla chiamata delSignore secondo il cammino tracciato per lorodalle Costituzioni, si sforzano di imitare più davicino nella Chiesa «questa forma di vita cheil Figlio di Dio ha assunto venendo al mondoper fare la volontà del Padre e che ha propostoai discepoli che lo seguivano» 6 .Quando un religioso fa oggi la sua professione,dice espressamente che vuol vivere secondole Costituzioni, che diventano per lui uncammino evangelico. In altre parole, le Costituzionisono l’applicazione del Vangelo nellavita di tutti i giorni.La Chiesa, quando esercita sua funzionepropria di discernimento dei carismi e approvale Costituzioni 7 , impegna la propria autorità inquanto interprete del Vangelo. Le Costituzioni,evidentemente, non sostituiscono il Vangelo,conducono però al Vangelo e aiutano a capirele sue esigenze, sono l’espressione del modoparticolare con cui i fondatori, sotto l’impulsodello Spirito Santo, l’hanno letto. Nessun fondatoresi è accontentato di trasmettere ai suoidiscepoli una copia del Vangelo. Anche quandoun fondatore si è limitato a scegliere un certonumero di passaggi evangelici, come fu ilcaso di san Francesco d’Assisi, siamo di fronteal Vangelo letto a partire da un’ispirazioneparticolare dello Spirito, rispondente ad alcunepreoccupazioni o inquietudini concrete.Come dice chiaramente il documento Vitaconsecrata 8 , tutti gli Istituti hanno qualcosa incomune, ognuno però lo vive e lo incarna inmaniera specifica. Le Costituzioni, in quantoesprimono dei carismi diversi, devono rifletterecon chiarezza i tratti e gli atteggiamentidi Gesù di fronte a suo Padre, di fronte agliuomini e di fronte a ciò che i consacrati sonochiamati, attraverso un dono speciale delloSpirito, a formare in loro stessi per imitareil Fondatore. In questo senso, le Costituzionisono quasi un’esegesi vivente del Vangelo eun’incarnazione di Gesù Cristo.Le Costituzioni esprimono il loro valorenella misura in cui sono capaci di riflettere conchiarezza la spiritualità dell’Istituto, ispiratadallo Spirito al Fondatore come cammino validodi configurazione a Gesù Cristo per lui eper i suoi discepoli. Una volta approvate dallaChiesa, le Costituzioni sono praticamente elevatealla categoria di guida spirituale per tutti imembri dell’Istituto.Intese come guide d’identificazione spirituale,le Costituzioni diventano nella vita diogni membro un orientamento sicuro per lapreghiera. Ricordano quello che il religioso èed è chiamato a essere. Se essere religioso mostra«i tratti caratteristici di Gesù, casto, poveroe obbediente» 9 , cioè il fatto di assumere unostile di vita caratterizzato dalla castità, dallapovertà e dall’obbedienza, dalla vita fraterna edalla missione, ne risulta che tutto questo deveprecisamente costituire l’oggetto del dialogocon Dio. Di conseguenza, se è nella preghierache il religioso riafferma la sua volontà decisache Dio sia realmente il Signore di tutta la suaesistenza, in tutte le sue dimensioni, le Costituzionidiventano la migliore guida per questodialogo e per questo incontro con Dio.Questi tratti, che rivelano l’importanza, ilvalore e la centralità delle Costituzioni per lavita di ogni consacrato, costituiscono comedelle sfide per gli Istituti oggi e, in particolare,per le persone che vi assumono una responsabilitàdi governo. Per farvi fronte, è più chemai essenziale intensificare gli sforzi di formazioneallo scopo di rimettere al centro lo studioapprofondito del testo delle Costituzioni. Questotroppo spesso è stato abbandonato dopo lagrande stagione del rinnovamento conciliare,terminata con la promulgazione del Codice diDiritto canonico. Un rinnovamento che avevavisto tutti gli Istituti, dai grandi Ordini alle piùpiccole Congregazioni, dagli Istituti più antichiai più recenti, affrontare un cammino dirinnovamento, faticoso ma provvidenziale.Revisione delle Costituzioni a partire dal rinnovamentoconciliare e nel magistero recenteIl Concilio Vaticano ha rinnovato il concettodi Costituzioni, abbandonando un modelloabbastanza parziale e del resto relativamenterecente di comprensione, per tornare al loro significatoprimitivo. Prima del Concilio VaticanoII, infatti, i testi costituzionali sembravanosopratutto una struttura giuridica molto precisa,un codice minuzioso. Pur conservando certielementi ritenuti importanti della tradizionedell’Istituto, non erano in grado di evidenziaresufficientemente la natura teologica del carisma,troppe volte quasi nascosta sotto l’espressioneriduttiva del “fine” dell’istituzione.La svolta provocata dal Concilio VaticanoII, con la volontà esplicita di rinnovazione


200 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2della vita religiosa, ha toccato direttamentela rielaborazione dei testi costituzionali 10 . Ildecreto Perfectae Caritatis, dopo avere definitoi principi generali dell’importante doveredel rinnovamento e avere richiesto che lavita, la preghiera, l’attività, il governo degliIstituti siano adattatati ai bisogni dell’apostolato,alla cultura e alle circostanze, così comealla situazione reale dei membri, affermava:«perciò le Costituzioni, i “Direttori”, i libridelle usanze, delle preghiere e delle cerimoniee altre simili raccolte siano convenientementeesaminati e, soppresse le prescrizioniche non sono più attuali, vengano modificatiin base ai documenti emanati da questo sacroConcilio». A tal riguardo ammoniva consaggezza: «tutti però devono tener presenteche l’auspicato rinnovamento, più che nelmoltiplicare le leggi, è da riporsi in una piùcoscienziosa osservanza della Regole e delleCostituzioni» 11 .A proposito del lavoro di revisione furonodate in seguito delle direttive più dettagliatecon il motu proprio Ecclesiae sanctae del1966 12 . Tanto il decreto Perfectae Caritatisquanto il motu proprio Ecclesiae sanctae, nonsoltanto raccomandavano, ma obbligavano gliIstituti religiosi a celebrare un Capitolo generalespeciale, preceduto da un’ampia e liberaconsultazione di tutti i loro membri, in vistadella rielaborazione dei testi costituzionali secondoi criteri indicati. Il documento Ecclesiaesanctae sottolineava che il dovere dei Capitoligenerali non si limitava a formulare delle leggi,ma doveva tendere a imprimere uno slanciodi vita spirituale e apostolica 13 .I lavori si sono svolti non senza incertezza.Si trattava, in effetti, delle «prime armi»nel possesso della dottrina conciliare e dellostudio del patrimonio universale dell’Istituto.Questa fu una stagione piena di vivacità, di lucie di ombre, con qualche esagerazione 14 . Inparticolare, il patrimonio spirituale dell’Istituto(fonti del Fondatore e Regole e antiche Costituzioni,scritti vari, etc.) è stato ampiamentestudiato dai membri degli Istituti. Sebbene nonsia sempre compiuto con strumenti o metodiappropriati, questo studio è stato molto utileper ogni famiglia religiosa.Diversi Istituti che erano ancora impegnatinel lavoro di revisione durante il periodopostconciliare, sapendo che prossimamentesarebbe stato promulgato il nuovo Codice diDiritto canonico, ritardarono la richiesta d’approvazionedelle loro Costituzioni. Desidera-vano, in effetti, prendere in considerazione icambiamenti richiesti dalla nuova legislazioneecclesiale. Nel corso dell’anno della promulgazionedel nuovo Codice, la Congregazioneper i Religiosi e gli Istituti secolari, affermava,nel documento Essential elements, che numerosiIstituti, che vivevano il periodo di sperimentazionestraordinaria previsto dall’Ecclesiaesanctae, erano «entrati in una nuova fasedella loro storia» 15 .Da parte sua, il Codice di Diritto canonico,promulgato nel 1983, considera le Costituzionicome espressione della sequela Christipropria a ogni Istituto religioso. Raccogliendole indicazioni postconciliari, quantunque nonutilizzi il termine carisma, il Codice fissa glielementi che devono essere necessariamentepresenti in modo esplicito: il pensiero dei fondatoriper quanto concerne la natura, lo scopo,lo spirito e il carattere dell’Istituto, così comele sue sane tradizioni 16 ; le regole fondamentaliper quanto riguarda il governo, la disciplina,l’incorporazione e la formazione dei membri,così come l’oggetto proprio dei legami sacri 17 ;gli elementi spirituali e giuridici per lo svilupporegolare dell’Istituto, senza tuttavia moltiplicarele norme senza necessità 18 .Dopo una lunga maturazione, a volte arida,costellata di tentazioni e incertezze, la quasitotalità degli Istituti, con la promulgazione delnuovo Codice di Diritto canonico, è giuntaall’elaborazione degli ultimi testi costituzionalirinnovati o “definitivi” 19 di una nuova legislazionedi vita: le Costituzioni.Il lavoro di revisione delle Costituzioninel contesto più ampio del rinnovamento dellavita religiosa voluta dal Concilio VaticanoII, dimostra chiaramente che le Costituzioni,o il codice fondamentale, non sono consideratecome un insieme di norme minuziose,ma piuttosto come un libro di vita in cui sonocontenuti gli atteggiamenti che i religiosi e lereligiose devono assumere nella propria vita enel lavoro di ogni giorno.Le nuove Costituzioni elaborate dopo ilConcilio e quelle che prendono forma oggi cipresentano una norma che scaturisce da unasolida base biblico-teologica e da una comprensioneapprofondita del carisma di fondazionee della vita stessa. Ne segue una leggescritta, non in modo fisso ed immutabile comefosse scritta su tavole di pietra, ma sulla carnedel cuore, al servizio della vita e, pertanto,aperta alle possibilità di aggiornamento e disviluppo.


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 201L’impegno verso un riferimento rinnovato alleCostituzioni. Alcuni punti di attenzione neinostri giorniNei testi attuali delle Costituzioni, il progressoteologico è sensibile. È il frutto d’unaventina di anni di riflessione e di esperienza(dagli anni 70 agli anni 90), arricchiti da unamigliore coscienza ed assimilazione del carismaoriginario degli Istituti. Bisogna tuttaviadeplorare uno sviluppo tipico di questi ultimidecenni, caratterizzato da «una certa marginalizzazione»subita dalle Costituzioni in rapportoad altri temi o progetti.Dopo gli anni 90, una volta ricevuta l’approvazioneecclesiale delle Costituzioni, mipare che l’interesse degli Istituti si sia spostatoverso altre esperienze. Per vari motivi che nonè possibile esaminare qui, in molti Istituti, siamaschili sia femminili, specialmente in quellidediti alla vita apostolica, si è data molta importanzaall’elaborazione di Progetti comunitario pastorali, sui quali hanno lavorato i Capitoligenerali e le comunità particolari. Si trattaspesso di progetti che rispondono a sfide attuali,come l’impegno per la giustizia sociale, perla pace, per l’integrità della creazione, ecc. Mapuò anche trattarsi di questioni relative alla riduzionenumerica dei membri e alla mancanzadi vocazioni, implicando la necessità di procederead interventi di “ristrutturazione”, chiamatimolto spesso progetti di rivitalizzazione odi riqualificazione. I termini «rifondazione» o«rinnovazione radicale» sono ugualmente utilizzati.Le commissioni di esperti produconostudi densi ed elaborati che assorbano moltotempo e risorse umani. Tuttavia questi lavoriraramente conducono al rinnovamento spiritoche l’Istituto aveva sperato. Si nota la difficoltàsempre più diffusa delle definizioni e programmazioni20 .Avendo presente la qualità e la consistenzadi queste problematiche, voglio ricordareancora una volta che queste sfide «possonocostituire un potente appello ad approfondireil vissuto proprio della vita consacrata, la cuitestimonianza oggi è più che mai necessaria. Èopportuno ricordare che i fondatori e le fondatricihanno saputo rispondere con una genuinacreatività carismatica alle sfide e alle difficoltàdel loro tempo» 21 .In questo quadro di fedeltà creativa in vistadel rinnovamento fedele all’ispirazione originaria,bisogno garantire, come è stato ricordato,che si resti agganciati alle Regole e alleCostituzioni e che vengano fissati dei criterisicuri per ricercare le forme adeguate di unatestimonianza capace di rispondere alle esigenzeattuali.La prima attenzione da mettere in atto èdunque quella della fedeltà alle Costituzioni,perché in esse si trova il carisma riconosciutocome autentico dalla Chiesa. «I Consacratitroveranno nelle Costituzioni l’ispirazione e imezzi per promuovere, individualmente e comunitariamente,la maturità spirituale e il servizioapostolico. Nell’osservanza delle proprieCostituzioni persevereranno nella comunionecon la Chiesa e offriranno al mondo una testimonianzadi vita evangelica» 22 . Questa fedeltàpassa attraverso l’accettazione delle normecostituzionali nella loro totalità. Il religiosonon le può interpretare assumendo ciò che glipiace e rigettando quello che è conforme aipropri gusti. La cancrena dell’individualismoe di una libertà mal intesa, fortemente presentenella nostra società, aggredisce non solo le coscienzepersonali, ma anche le comunità e gliIstituti. Questa evoluzione ci impone in modoancora più imperioso una riflessione sul significatoautentico delle Costituzioni e sul valorefondante per la vita di un Istituto. La culturaoccidentale attuale o postmoderna si caratterizzaper il culto del pluralismo. Ognuno hail proprio modo di vivere, i propri modelli dipensiero, i sistemi personali di orientamento,le modalità differenti di azione. Osservandolibene, vediamo che questi atteggiamenti nonsono poi molto distanti da ciò che si vive negliIstituti religiosi. Nella vita consacrata, infatti,non è molto difficile scoprire delle situazioni,ugualmente diffuse, nelle quali la Regola e leCostituzioni sono considerate come sospette,se non sono brutalmente rigettate, a motivoche misconoscerebbero le personalità individualie i punti di vista particolari.In secondo luogo, nell’area della formazionepermanente, sarebbe opportuno promuovereuna lettura continua e uno studio approfonditodelle Costituzioni. Queste non sono unsemplice libro che, seppure importante, finiscesempre per essere dimenticato negli scaffali diuna biblioteca. Le Costituzioni sono un libroda tenere presso di sé, da leggere sempre, perchéin esse si trova non una storia già conosciuta,ma un progetto di vita, una chiamata divinache inizia ogni mattina e la cui piena realizzazioneesige un cammino di fedeltà a Dio e agliuomini durante tutta la giornata. Nella misurain cui sono lette e studiate continuamente, ilreligioso potrà trovarvi una novità quotidiana


202 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2che stimolerà una crescita permanente, tantodella propria attività quanto della sua persona.È importante, d’altra parte, che la letturapersonale e comunitaria delle Costituzioni siafatta alla luce dei segni dei tempi e dei cambiamentiin corso nella Chiesa e nel mondo. Daqui la necessità di non escludere la possibilitàdel loro aggiornamento. La vita consacratasi trova ogni giorno di fronte a cambiamentisempre più rapidi. Le nuove sfide del mondoattuale esigono che i membri degli Istituti sisentano ulteriormente coinvolti e ricerchinonuovi modelli per affrontare i problemi, attraversoil dialogo con i superiori responsabilie la comunità. «Gli Istituti devono impararel’arte di discernere le modalità adeguate perconservare e attualizzare, nelle diverse situazionistoriche e culturali, il proprio patrimonioecclesiale e per valutare la necessità di modificarele norme giuridiche di fronte ai numerosie urgenti problemi che sembrano a volte opprimerela vita consacrata» 23 .Ogni Istituto può, quindi, secondo le necessitàe seguendo la procedura prevista, rivederee adattare le norme costituzionali, come le normeparticolari, purché venga conservata unacomprensione retta e adeguata del carisma difondazione, così come delle esigenze propriedei luoghi e dei tempi. Può succedere che alcuneCostituzioni poco chiare o redatte senza ilsufficiente spessore teologico e giuridico sianocausa d’incertezze quando ci si imbatte conle influenze esterne, l’aumento e la complessitàdelle esigenze apostoliche. «La Chiesa sottolineasoprattutto un elemento importante: lenorme contenute nelle Costituzioni degli Istitutidi vita consacrata devono sempre mirarealla fedeltà al patrimonio dell’Istituto; devonoinoltre essere riviste opportunamente secondole esigenze della Chiesa, universale e locale, edella società in cui gli Istituti sono chiamati avivere» 24 .ConclusioneLe Costituzioni, concludendo, oggi, comenel passato, sono fatte per essere osservatein una fedeltà perseverante. Ogni religioso,secondo la propria misura, è garante del carismadel fondatore, del patrimonio dell’Istituto.La forza della Regola e delle Costituzioninon risiede nella loro bellezza letteraria, anchese essa non deve essere trascurata, ma nelmodo in cui sono tradotte nella vita di ognimembro e in quella dell’intero Corpo, cioèdell’Istituto.Le Costituzioni indicano a ogni consacratocome configurarsi allo stile di vita di Gesù Cristoe annunciare il suo Vangelo nella fedeltàal carisma dell’Istituto. Su questo cammino,costituiscono per lui una guida sicura verso lasantità e un aiuto appropriato per vivere la vocazionericevuta da Dio. Assumerle con fede,approfondire costantemente il contenuto e ilvalore, sia a livello personale che comunitario,osservarle con fedeltà e libertà di cuore, questoè l’impegno quotidiano al quale ogni consacratonon può sottrarsi.Senza una tale coscienza, una tale intimaconvinzione, è grande il rischio di mancare allaparola data, ma anche di svuotare del suo significatol’adesione a un progetto comunitariocondiviso e a un cammino comune di santità.Questa convinzione ci porta, seguendol’opera iniziata dal Concilio Vaticano II in vistadel rinnovamento della vita religiosa, a riaffermareil valore permanente e centrale delleRegole e Costituzioni. Queste sono il luogo,allo stesso tempo ideale e reale, dove si esprimeil carisma originario di un Istituto al fine dicondurre al rinnovamento radicale della vitadei suoi membri.Mi sia concesso di terminare questa relazionecon le parole che san Francesco ha lasciatoall’intero Ordine:«Ascoltate, figli del Signore e fratelli miei;e prestate orecchio alle mie parole;inclinate l’orecchio del vostro cuoree obbedite alla voce del Figlio di Dio.Osservatecon tutto il vostro cuore i suoi precettie adempite perfettamente i suoi consigli.Lodatelo perché è buonoed esalatatelo nelle opere vostre,poiché per questo vi mandò nel mondo intero,affinché rendiate testimonianza alla vocedi lui con la parola e con le opere,e facciate conoscere a tuttiche non c’è nessuno onnipotente eccetto lui.Perseveratenella disciplina e nella santa obbedienza,e adempite con proposito buono e fermoquelle cose che gli avete promesso» 25 .Card. Franc Rodé, CMPrefetto della Congregazioneper gli IVC e le SVA[Nostra traduzione dal francese,cf. A<strong>OFM</strong> 1(2010)24-29]


204 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2nuovo CIC, nei diversi paragrafi del c. 587. La decisioneconciliare di rivedere le Costituzioni era ilrisultato d’una riflessione iniziata molto prima delVaticano II. Già nel 1950, infatti, si era sottolineatail bisogno urgente di adattare il diritto particolaredegli Istituti religiosi alle esigenze del mondo attuale(M. Dortel-Claudot, « Revisione delle Costituzioni», op.cit., 1141).13 Paolo vi, Lettera apostolica Ecclesiae sanctae, II, 6.Sulle consultazioni, cf. II, 4.14 Cf. Paolo vi, Esortazione apostolica Evangelica testificato,29 giugno 1971, n. 5. Nel dire che certi elementi,concernenti gli aspetti esteriori raccomandatidai fondatori, potevano essere oggetto di modifiche,il Pontefice lamentava il fatto che il cambiamentosperimentato in questa epoca nei nuovi tipi di Costituzionie Regole era stato talvolta troppo audace.15 Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istitutisecolari, Lettera The renewal of religious life, 8giugno 1983, 2.16 Cf. c. 578.17 Cf. c. 587, §1.18 Cf. c. 587, §3.19 La promulgazione del testo definitivo delle Costituzioni,come nuove leggi di vita, fu preceduta inquasi tutti gli Istituti da diverse elaborazioni ed approvazioni«ad experimentum».20 Cf. M. E. Posada, “Costituzioni. Attenzioni carismatiche”,in Sequela Christi 32/II (2006), 198-200.21 CIVSVA, Istruzione Ripartire da Cristo, un impegnorinnovato della Vita consacrata nel terzo millennio,19 maggio 2002, 13.22 IX Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi -1994, Propositio 26.23 Y. Sugawara, «Il ruolo delle Costituzioni negliIstituti di vita consacrata (c. 587)», in Periodica 98(2009), 689.24 Ibid. 687.25 S. Francesco, Lettera a tutto l’Ordine, 5.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS1. Informe en el al IV Congreso Internacional de Educadores FranciscanosCholula, México, 06.05.2010LA PERSONA,NUESTRA MISIÓN EDUCATIVAPASTORAL EDUCATIVAEN CLAVE FRANCISCANAVISUALIZANDO EL FUTUROLlegados al final del IV Congreso Internacionalde Educadores Franciscanos, deseo,ante todo, manifestar mi gratitud al Altísimo,Omnipotente y Buen Señor por habarnos reunidode países y culturas diversas, para reflexionarsobre la pastoral educativa: un temaimportante para la sociedad, la Iglesia y paratodos nosotros, miembros de la Familia Franciscana,por ser forja de hombres y mujeresdel futuro, y por ser plataforma privilegiada deevangelización y la transmisión de los valoresevangélicos y franciscanos.Mi gratitud va, en modo particular, a laUCLAF por dar continuidad a los tres CongresosAnteriores de Educadores Franciscanosen América Latina celebrados en Colombia,Argentina y Perú, junto al Congresode Educadores Franciscanos celebrado enEspaña. Gracias a la Conferencia FranciscanaNtra. Sra. de Guadalupe de México,América Central, Panamá y el Caribe, poracoger esta iniciativa, nacida en el III CongresoInternacional de Educadores Franciscanosde Cuzco.Gracias a la Provincia del Santo Evangeliode México, por hospedar la iniciativa, y a laComisión preparatoria del evento, en especiala Fr. Miguel Ángel Berrocalli Álvarez, SecretarioEjecutivo de este Congreso.Gracias a vosotros, queridos EducadoresFranciscanos, religiosos y laicos, por vuestrapresencia y, sobre todo, por vuestra colaboraciónen la tarea educativa. Sin vosotros nosotroslos religiosos muy poco podríamos hacer.En misión compartida entre religiosos y laicosel trabajo se hace menos arduo y, sin duda,más fructífero.Visualizando el futuroQuiero, ahora, a modo de conclusión, señalaralgunos principios que, de un modo u otro,han estado presentes en el Congreso, y que debenconfigurar un proyecto educativo en clavefranciscana.1. La educación al servicio de la evangelizaciónDecimos y repetimos con frecuencia: loscolegios son plataformas privilegiadas parala evangelización. En la historia de la evangelizaciónde América las escuelas jugaron unpapel fundamental en la tarea de la primeraimplantación del Evangelio. En México losfranciscanos fuimos pioneros en la tarea educativa,siendo los primeros en abrir escuelaspara la educación de los indígenas. La educaciónsigue siendo una plataforma privilegiadaen la nueva evangelización. Así lo cree laIglesia y, con ella, la Orden Franciscana y laFamilia Franciscana.Teniendo en cuenta los condicionamientosculturales de hoy –relativismo, materialismo,pragmatismo y tecnicismo-, un colegio franciscanono puede renunciar a un anuncio explícitode Jesús y de su Evangelio, con la finalidadde arraigarlo en la conciencia y en lavida de nuestros educandos. Como dije en miintervención al inicio de este Congreso, nuestroscolegios y nuestra enseñanza no puedenser laicos. Conscientes, como estamos, que losvalores evangélicos y franciscanos ayudarán aformar personalidades que, en espíritu de diálogo,den una aportación original y positiva ala edificación de la ciudad terrena, los franciscanosno podemos renunciar a esta labor insustituibley urgente: proponer explícitamenteesos mismos valores que dan sentido a nuestrasvidas. Esto está pidiendo que pongamosmucha atención en todo lo relacionado con lapastoral de nuestros colegios y, porqué no decirlo,en la selección del personal educativo.2. Cultura de las bienaventuranzasLa educación está llamada a garantizar latransmisión de una generación a otra de unacultura, de un comportamiento, de unas actitudes,en definitiva: de un estilo de pensamiento,


206 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2de palabra y de acción. En la educación nosjugamos todo: o la transmisión de una culturade las bienaventuranzas, o de una cultura de laopresión; la transmisión de un espíritu universalistao de un espíritu de gueto; de un espíritusolidario y fraterno, o de un espíritu egocéntricoe insolidario.La educación trasmite cultura, pero, al mismotiempo, está llamada a crear cultura. Ennuestro caso una cultura que yo llamaría de lasbienaventuranzas y que tiene mucho que vercon una determinada cultura de la vida basadaen valores como: la universalidad, que llevaa considerar los otros como a uno mismo; launidad, que consiste en compartir con los otroslos valores auténticos; la honestidad, que llevaa la actualización de los valores; la libertad,o participación en las decisiones y objetivospara la vida propia y del prójimo. La culturade las bienaventuranzas también tiene muchoque ver con un determinado proyecto culturaly educativo basado en valores como: el compartir,la no violencia, el servicio, la minoridad,la interdependencia… De este modo elprograma de felicidad para el hombre pensadopor Dios y proclamado por Jesús en el discursode la montaña se hace cultura, gracias a unproyecto educativo concreto.Para ello todas las actividades han de orientarsea lograr un determinado perfil de la persona.Nada en la educación es gratuito: todoha de estar orientado a conseguir el perfil dealumno que queremos. Esto exige tener biendelimitado el modelo educativo franciscano.Un modelo no acabado, sino abierto y en caminoque, además de los valores evangélico/franciscanos que queremos transmitir, tengaen cuenta la realidad de la persona que tenemosdelante. Un modelo, por tanto, que tengaen cuenta el marco situacional. Esto comportauna constante evolución del modelo educativo;un serio y profundo discernimiento paracambiar lo que haya que cambiar y potenciarlo que haya que potenciar.3. Misión compartida con los laicosEn esta tarea evangelizadora y creadora dela cultura de las bienaventuranzas, hemos deinvolucrar a toda la comunidad educativa y,más concretamente, a los laicos. La educación,repitámoslo una vez más, pertenece al ámbitode la evangelización y está, en nuestro caso, alservicio de ésta. Si en cualquier otra actividadevangelizadora nos sentimos llamados a impulsaruna evangelización compartida con loslaicos, otro tanto ha de hacerse en la pastoraleducativa.Por diversos motivos necesitamos de loslaicos, pero aun cuando no los necesitáramos,debemos abrirnos a la misión compartida. Eneste contexto hemos de admitir que estamosllamados a una conversión pastoral, de la queya habló el documento de Aparecida, que noslleve a abrirnos a esa misión compartida conlos laicos en la que se le reconozca el protagonismoque le corresponde por derecho propio,y no por una graciosa concesión ni mucho menosa título de suplencia para acudir en socorrode nuestras carencias de personal (Portadoresdel don del Evangelio 25).En este contexto me permito citar un mandatode nuestro último Capítulo general 2009:“Los hermanos [esto vale también para lashermanas] donde quiera que vivan, fortalezcanla colaboración y el diálogo con los laicosen vistas a una evangelización compartidadel mundo, preparando con ellos programasde formación y de animación, inspirados enlos documentos de la Iglesia y de la Orden”(Mandato 31).4. Comunidad educativaLa educación nunca es tarea de uno, en solitario,sino tarea de muchos que, movidos porun único interés –el crecimiento integral de lapersona-, trabajan con un mismo corazón y unamisma alma, en un proyecto educativo común.Este principio sagrado para la educacióntiene una consecuencia clara: la necesidad deconstruir y potenciar verdaderas comunidadeseducativas franciscanas, en las que cada unoasuma su propio rol y sus propias funciones,y, creando una red, permitan a los niños y jóvenesasimilar, implícita y explícitamente,los diversos valores que se promueven en elámbito educativo. De este modo se pasará deuna estructura de escuela institución a un estructurade escuela comunidad educativa, enla que unos ayudan y complementan la laboreducativa de los otros.Esto comporta tener un claro modelo educativoy crear un gran sentido de pertenenciaafectiva y efectiva a la comunidad educativa.La escuela o colegio deben ser consideradosla casa de todos: religiosos, alumnos, padresde familia, educadores, personal administrativo…La comunidad educativa debe sentirsellamada a crecer en responsabilidad educativa.Para ello, es necesario crear una mística educativacomún.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 207Ello será posible en la medida en que hayauna formación, adecuada a la situación de cadauno de sus miembros, en la espiritualidady en la pedagogía franciscanas, que lleve a lavivencia de los valores evangélicos franciscanossegún la vocación a la que cada uno ha sidollamado: los religiosos como religiosos, loslaicos como laicos. Esto es lo que ha de configurarel rostro de nuestros centros educativos.Por otra parte la mística educativa común selogrará también en la medida en que todos seinvolucren en la elaboración del modelo educativocomún del centro. Cuanta más participaciónhaya en la elaboración, mayor compromisohabrá a la hora de ponerlo en práctica.Un aspecto importante al hablar de comunidadeducativa es el trabajo con los ex alumnos.El ideario educativo de la Orden, Id yEnseñad, alienta una estrecha colaboraciónentre los ex alumnos y nuestras institucioneseducativas, particularmente en lo que se refierea las tareas pastorales y sociales. Estetrabajo nos ayudaría a evaluar el modelo educativode nuestros centros, pues es en el contactocon los egresados como podemos verconcretamente el impacto que nuestro modeloeducativo tiene en la sociedad. Creo quenos queda todavía mucho camino por recorreren este sentido.5. La educación parte de la vida y desembocaen la vidaUn proyecto educativo ha de partir de larealidad donde viven los alumnos. Esto exigeconocer bien esa realidad, las característicasy necesidades culturales y sociales de la población.La educación ha de ser encarnada einculturada, de no ser a sí será siempre teórica.Pero al mismo tiempo la educación es para lavida. De la vida se pasa al aula y del aula a lavida. Es lo que estos días llamábamos movilizaciónde saberes.Nuestros centros educativos han de preparara los alumnos para enfrentarse, con valoresy competencias, a las más variadas y, muchasveces, delicadas situaciones de la vida. Nuestroscentros educativos han de preparar a losalumnos para lanzarlos a la calle y allí, intergentes, en medio de las gentes, testimoniar yproclamar los valores evangélicos y franciscanosen los que han sido educados. Nuestroscentros educativos han de asegurar valores ycompetencias (y no sólo aquellos o éstas). Enello consiste la excelencia educativa de nuestrosCentros.6. La persona al centroEl actual desarrollo relacional se funda enuna óptica meramente economicista y mercantilistade la existencia, y en una cultura y educaciónque pueda sostener dicha óptica, y, porlo tanto, marcada por un acercamiento culturaly científico racionalista, y por una ética nofundada en la solidaridad y la corresponsabilidadrecíprocas, si no, más bien, en el desafío,el suceso y en ser los primeros.Todo este tejido cultural engendra y sostieneun exasperado individualismo que, entreotras cosas, caracteriza las relaciones con losdemás, basadas en el propio provecho y en laspropias necesidades –el individuo es un sujetohumano autárquico, encerrado en sí mismo-,y que caracteriza, también, el trabajo, difícilmentecreativo y aún más raramente comunitario,sino será más bien entendido como unacadena de montaje.La antropología franciscana, en cambio,pone a la persona –ser en relación-, en el centro.Esto debe encontrar en el modelo educativoun punto de apoyo importante. Como franciscanoshemos de tener la valentía de viviren el mundo y de formar a nuestros niños yjóvenes con características diferentes de aquellosque razonan en términos de dinero, sucesoy poder. Hemos de saber hacer y de formar anuestros niños y jóvenes en un juicio crítico dela sociedad, que lleve a una objeción de concienciaa estas tres tentaciones, que son las deuna visión pagana e individualista de la vida,para transformar los sueños y las utopías de lasbienaventuranzas en proyecto.Pero cuando hablamos de la centralidadde la persona en el proceso educativo hemosde tener bien presente lo que entendemos porpersona, y sacar las consecuencias educativasque de ello derivan. La persona crece en lamedida en que es acompañada. Ello pide unaeducación personalizada y acompañada, nuncamasificada. La persona es un ser integral.Ello exige que en la educación se tengan encuenta todas las dimensiones constitutivas dela persona: la humana (antropológica, psicológicay moral), la intelectual, la social, la creyentey la profesional. La persona es un ser enconstante devenir, una realidad abierta y, precisamentepor ello, incompleta, un proyectoinacabado siempre en un proceso dinámico dellegar a ser lo que es, en palabras del filósofogriego Píndaro. Para responder a esta realidadantropológica, la educación ha de posibilitara la persona a ser consciente de sus posibili-


208 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2dades más recónditas para hacerlas realidad,y, al mismo tiempo, ha de ayudarle a tomarconciencia de su propia responsabilidad en todoeste devenir. La persona es un ser libre, libertadentendida como auto posesión, según lavisión de la escuela franciscana, y en relación.La educación debe garantizar el que la personapueda crecer en la libertad de (no dejarse determinarpor factores externos a uno mismo)y en la libertad para (orientar la propia vidaen una determinada dirección marcada porvalores como la verdad, la justicia, la paz, elrespeto…). Debe garantizar también el que lapersona crezca abierta al tú de los otros y al túde Dios mismo.El proyecto educativo, para que no se quedeen un mero enunciado de buenos principios,ha de buscar y poner en práctica los mediosoportunos para responder a las necesidadesde esta antropología, profundamente bíblica yfranciscana.EducarEducar: labor hermosa, como bello es eltrabajo del artista que nos asemeja a la obradel Gran Artista, el Creador. Educar: laborpaciente y callada, como paciente y callado esel trabajo del escultor que poco a poco lograsacar de una masa informe de mármol, piedrao madera, una obra maestra. Educar: labornunca fácil y tal vez hoy menos que ayer,como toda empresa grande y que vale la pena.Educar: labor compleja, en la que somosnecesarios todos: los educandos, la familia,los docentes –religiosos y laicos-, personaldirectivo…Largo es el camino recorrido en la Orden y,más concretamente en América Latina, en todolo referente a la pastoral educativa. Por ellodamos gracias a Dios y a cuantos han ayudadoen el camino recorrido.Que este Congreso que ahora clausuramoshaya contribuido a seguir creciendo en el interéspor desarrollar un proyecto educativoque, basado en una antropología evangélicay franciscana, contribuya al crecimiento denuestros alumnos como personas con grandescompetencias profesionales y como creyentesy franciscanos. ¡ID Y ENSEÑAD! ¡El Señorbendiga nuestro trabajo educativo!Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general2. Omelia in occasione del pellegrinaggiodel Governo dell’Ordine e della Famiglia Francescana per l’ostensione dellaS. SindoneTorino, 15.05.2010LA SINDONESEGNO E MESSAGGIOIs 52, 13-53,5; Sal 30; Mc 15, 42-16,8Carissimi fratelli e sorelle,il Signore vi dia pace!Siamo venuti a Torino per contemplarecon i nostri occhi l’icona di un grande misteroscritto con il sangue di un uomo flagellato,coronato di spine, crocifisso e ferito nel costatodestro. Con noi portiamo tutti i confratelli,familiari e amici, particolarmente coloro chesoffrono. Portiamo anche le sofferenze dellaChiesa e del mondo intero.Dal nostro punto di vista non importasapere se la Sindone è “autentica” o no, sel’immagine si sia formata naturalmente o artificialmente,se è soltanto un’icona o ancheuna reliquia. La cosa certa è che si tratta dellarappresentazione più solenne e sublime dellamorte che occhio umano abbia mai contemplato.Se un Dio può morire, questo è il modomeno inadeguato di rappresentarci la suamorte. La Sindone ci parla proprio di questo:un uomo sotto i tormenti, il cui volto “tumefattoe macchiato di sangue appare dolcissimonella serena solennità della morte” (Card.Severino Poletto). In questo lenzuolo si puòevidenziare il mistero della morte. Ma aldilàdell’immagine, la Sindone, sfida per i scientifici,fascino per gli storici, per noi credentiè segno e messaggio. Segno della sofferenza,immagine dell’impotenza e del silenzio.Messaggio e invito a vivere ogni sofferenza eimpotenza con lo stesso atteggiamento di chicrede che l’amore di Dio vince ogni povertà,ogni condizionamento, ogni tentazione di disperazione.Con questo nostro gesto di profonda venerazione,vogliamo associarci a tanti pellegriniche a motivo dell’ostensione della Sindone vengonoa venerare quest’icona, che, senza che sipossa dire con certezza di chi sia, ha il fascinodi riflettere, come in uno specchio, il Vangeloe di riportarci a Gesù, il Servo di Yahveh, l’uomodei dolori. La Sindone, non è Cristo ma rimandacertamente a Lui. Con tutti i pellegrinie con loro ci sentiamo “mendicanti di senso”,del senso profondo della storia dell’umanità,


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 209del senso profondo della storia di ciascuno dinoi, ma, soprattutto, del senso della sofferenzae della solitudine. In atteggiamento contemplativo,dunque, superiamo l’immagine e guardiamocon gli occhi del cuore, gli unici che vedonoin profondità, quest’immagine del Dio che ci hastrappato dalla morte.La Sindone, lenzuolo con il quale avvolseroil corpo di Gesù per deporlo nella tomba(cf. Mc 15,42-26), è, prima di tutto l’iconadell’amore senza limiti, fino all’estremo;amore di un Dio che ha consegnato a mortesuo Figlio per la salvezza dell’umanità.“Dio, infatti, ha tanto amato il mondo che hadato il Figlio suo” (Gv 3,16). Amore, l’unicaparola capace di portarci a capire fino in fondola vita e in modo particolare la passione diGesù: “Nessuno ha un amore più grande diquesto: dare la vita per i propri amici” (Gv15,13). Amore tenacemente e gratuitamenteofferto. Amore fragile e disarmato. Amore,verso tutti, anche verso i nemici. Lui che nonconosceva il peccato, Dio lo ha fatto peccatoper noi, non risparmiandogli nessuna dellesofferenze proprie dell’umana condizione.La Sindone è segno e messaggio, icona dellafedeltà di Dio alla sua volontà di salvarci.Dio non risparmiò nulla per ricondurci a sé.Dio non risparmiò neppure il suo unico Figliodiletto.La Sindone è l’icona del Sabato Santo, comeebbe a dire Benedetto XVI nel suo recentepellegrinaggio in questa città. Il Sabato Santoè il giorno nel quale veramente “si fece buiosu tutta la terra” (cf Mc 15,33); il giorno nelquale il lievito è stato sepolto nella farina, affinchéessa sia fermentata (cf. Lc 13,20); ilgiorno nel quale il grande tesoro è stato nascostonella terra (cf. Mt 13,44); il giorno delgrande silenzio di Dio: “Dio mio, Dio mio,perché mi hai abbandonato” (cf Mc 16,34).Un silenzio che si è fatto presente nella vitadi Gesù in un modo del tutto particolare.Gesù, disceso agli inferi, nel Sabato Santosente la solitudine più profonda, l’abbandonoestremo. Con il profeta, Gesù ha potutogustare nella propria carne la confessione diIsaia: “Veramente tu sei un Dio nascosto” (Is45,15). Infatti, il Sabato Santo, è il giorno incui Dio sembra assente, anzi è il giorno nelquale Dio sembra essere morto. Quello checontemplano i nostri occhi ci porta a pensareche tutto sia finito nella tomba. Così sembradire il “negativo” di questa fotografia, che èla Sindone.Ma in realtà non è cosi: la “fotografia” dellaSindone ha anche un “positivo”. Per questopossiamo dire che è anche icona di un misterodi vita e di risurrezione. La Sindone èl’immagine di un morto, ma è l’immagine diuno che vive: “Voi cercate Gesù, il Nazareno,che è stato crocifisso. È risorto. Non è piùqui. Ecco il luogo ove lo avevano posto” (Mc16,6). La Sindone è l’immagine di uno chetrasmette vita. Vita che si contempla nel sangueversato per noi, in remissione dei peccati.Vita che esplode nella luce folgorante dellarisurrezione, come si può evidenziare anchein questa icona. La Sindone porta un raggiod’amore, una luce di speranza nuova, capacedi illuminare le tenebre più profonde degli inferi.Il dramma stesso della morte cui Gesù vaincontro, e che a prima vista sembrerebbe unfallimento della sua missione, sta a dire unadedizione e un amore capaci di superare ogniresistenza, divenendo intercessione e offertasacrificale per la salvezza di tutto il popolo.Il crocifisso della Sindone è l’immagine di unDio che sembra nascondersi nella sofferenza enella debolezza dell’uomo. Contemplando laSindone pensiamo al Servo sofferente descrittoda Isaia: uomo “disprezzato e reietto dagliuomini, uomo di dolori che ben conosce il patire”(Is 53,3); eppure sono nostre le malattieche ha portato, nostri i dolori che si è addossato.È apparso come se fosse “castigato, percossoda Dio e umiliato”, ma noi otteniamo laguarigione grazie alle sue piaghe (cf. Is 53,4-5). Guardando con gli occhi della fede questolenzuolo, come non pensare a Gesù che “prendesu di sé” le nostre infermità (cf. Mt 8,17) e“portò i nostri peccati sul suo corpo sul legnodella croce?” (1P 2,24). La crocifissione restaun delitto degli uomini, ma in esso si realizzal’offerta di amore del Figlio e risplende la misericordiadel Padre.Cari fratelli e sorelle, dopo questa brevecontemplazione dell’uomo della Sindone,contemplazione che ognuno di noi è invitato aproseguire davanti a questa icona che la Provvidenzaci permette di venerare oggi, tentiamodi cogliere qualche conclusione per la nostravita di uomini e donne credenti.Dalla croce, il figlio dell’uomo dice unchiaro “no” a un progetto come quello che siè espresso in coloro che per invidia e sete dipotere o ignavia hanno messo a morte Gesù,e propone in positivo un altro tipo di umanità:l’umanità che vive la beatitudine dei miti edegli operatori di pace, di chi accetta di porta-


210 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2re la croce quotidiana dietro il suo Signore. Èla proposta di rovesciamento di mentalità e dicomportamento, fino ad affrontare, se necessario,la contrarietà e la persecuzione: “beativoi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno”(Mt 5,11). Siamo disposti ad accettarel’umanesimo della croce, l’umanesimo diGesù?Il nostro Dio, il Dio rivelato dai profeti e daGesù stesso, non il dio costruito a nostra immaginee somiglianza, si presenta spesso nellanostra vita e nella vita dell’umanità come un“Dio nascosto”, un Dio che opera nelle piaghedella storia. Siamo disposti a riconoscere lasua presenza, anche sotto il velo dell’umiliazionee della sconfitta?La Sindone ci offre il volto di un uomo sofferente.Dalla rivelazione sappiamo bene cheDio non soltanto si rivela attraverso i segnidella vittoria, ma anche dove c’è il volto di unuomo debole, indifeso e sofferente. La contemplazionedel volto del Signore crocifissoci aiuta a cogliere nella figura di ogni uomoo donna sofferente un’immagine del volto diDio. Riusciamo noi a riconoscerlo nel voltodi ogni uomo, particolarmente nel volto di chisoffre?L’uomo della Sindone ha un volto sereno,fino al punto che non sembra morto, maaddormentato. Questo ci fa pensare a Gesù ilFiglio di Dio apparso nella debolezza dellacarne umana per esprimere in essa, pure neimomenti più oscuri, la fiducia e l’abbandonodel Figlio al Padre che è nei cieli. Tale mododi vivere di Gesù ci propone un’esistenzasegnata dalla gratuità, dal primato dell’amore,dal perdono. Stimolati dalla contemplazionedell’uomo della Sindone, e dalla vita del SignoreGesù ci domandiamo: la nostra esistenzaè segnata dalla gratuità, dall’amore, dal perdono?È precisamente questo il cammino chela contemplazione dell’uomo della Sindone ciaiuta a compiere. In questo modo il segno eil messaggio della Sindone diventano vita, diventanotestimonianza di Colui che amandoci,ci amò fino alla fine e diede la sua vita in riscattoper noi.Un silenzio che si fa presente tante volte nelnostro cammino. Immagine del Dio che ci hastrappato dalla morte. Gesù il Cristo, scrittacon il Sangue del SignoreFr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale3. Messaggio ai Maestri e Novizi dellaCOMPISALIRE, STARE, SCENDERERoma, 16 maggio 2010Carissimi fratelli Novizie Maestri dei Novizi della COMPI,il Signore vi dia pace!Sono veramente contento di sapere che dal20 al 26 maggio, preso il Santuario della Verna,vi incontrate per l’annuale Convegno deiNovizi della COMPI. Non potendo recarmialla Verna per incontravi personalmente, comeavrei desiderato, voglio farmi presente conquesto mio saluto.E prima di tutto voglio dirvi una parola diringraziamento e incoraggiamento a voi, carissimiMaestri dei Novizi. Il vostro servizio nonsempre è facile. Oltre a tante altre difficoltàche comporta la formazione in se stessa, il noviziatoha le sue proprie fatiche: questa tappadi formazione dura 365 giorni, il che esige unapresenza continua, e quando vi siete abituatia un gruppo, dovete re-iniziare con un altrinovizi e partire da zero. Tutto questo, non dirado, provoca tanta stanchezza. Anche io hosperimentato tutto questo nei dodici anni chela mia Provincia mi ha chiesto questo servizio.Ma partendo proprio dalla mia esperienza viposso anche dire che il vostro lavoro è moltobello e importantissimo per l’Ordine.Il vostro ministero è bello, prima di tutto pervoi stessi. Essere Maestri dei novizi vi obbligaa puntare sempre sull’essenziale della nostravita: la preghiera personale e comunitaria,la vita fraterna in comunità, e la formazionepermanente. Coscienti, poi, che nessuno puòaccompagnare se non è accompagnato, il vostroservizio di accompagnatori vi fa prenderecoscienza del bisogno di lasciarvi accompagnarespiritualmente e vocazionalmente, e diassumere questo impegno di essere accompagnaticome un compito importante nella vostravita e per la vostra missione come formatori.Il vostro servizio, in fine, vi porta a una strettacollaborazione con la Fraternità formativa, equindi, a un lavoro costante e assiduo per costruirela Fraternità, e di puntare senza stancarsiverso un ideale, che è quello di fare inmodo che le fraternità provinciali diventinoogni giorno più formative, e che tra formazioneiniziale e permanente non ci sia un abisso.Il vostro ministero è anche bello per i giovaniche il Signore e le Province vi hanno af-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 211fidato. Conosco i giovani. Nella sua grandemaggioranza sono uomini entusiasti, amantidella radicalità, e che desiderano ardentementecrescere come uomini, come cristiani e comefrancescani. Le vostre cure, “paterne” e“materne” allo stesso tempo, li aiutano in tuttoquesto. Quanto è bello vedere che una personacresce, che i suoi ideali non vengono meno, eche i suoi “sogni” per una vita francescana piùautentica non si spengono! Quanto è bello esseretestimoni dell’incontro di un giovane conil Signore Gesù e della forza della Sua graziache trasforma progressivamente i sentimentidi questi giovani nei sentimenti dello stessoCristo! Quanto è bello vedere che i valori autenticidel carisma francescano toccano il cuoredei nostri giovani e che pian piano entranonella loro vita! Coraggio, dunque, carissimiMaestri! Non abbiate paura! Quando i vostriMinistri vi chiederanno di lasciare questo servizioper affidarvene un altro, vedrete quantobelli sono stati questi anni. Ve lo assicuro, partendodalla mia esperienza personale.A voi cari Novizi voglio dire quanto il Signore,prima di tutto, ma anche il Ministro èl’intero Ordine, si attendono da voi. Non deludetele attese del Signore e dei fratelli. Assumete,quindi questo periodo come un tempo digrazia per meglio conoscere il volere di Dio eper rispondere con totale e incondizionata generosità.Non sia il vostro progetto, ma il progettodel Signore su di voi ad avere l’ultimaparola. E per arrivare a questo vi propongo uncammino in tre tappe inseparabili tra di loro.Lo faccio pensando al luogo dove si svolgeil vostro incontro: l’amato sacro Monte dellaVerna. In questo luogo, chiamato giustamenteil calvario francescano, il padre san Francescoviene trasformato in icona vivente del Cristopovero e crocifisso.Per raggiungere una tale configurazione,Francesco è dovuto salire, stare e poi scendereda questa montagna così cara per tutti noi.Anche voi, carissimi fratelli novizi, aspirate,come ogni francescano, a identificarvi conCristo povero e crocifisso.Per raggiungere questa mèta, così impegnativa,dovrete, prima di tutto, salire. Salire comportamettersi in cammino, lasciare tante coseche renderebbero difficile o, addirittura, impossibileil cammino, e puntare sempre in alto,senza perdere di vista la mèta. Ecco quanto vichiedo a tutti e a ciascuno di voi: sentirvi semprein cammino, mendicanti di senso, del sensoprofondo della vostra vita, lasciando tantecose inutili per potervi centrare e concentraresull’essenziale, senza mai lasciare di volgerelo sguardo in alto. Ricordate, cari fratelli, chegli ideali sono come le stelle: mai li raggiungeremo,ma, come le stelle, anche gli ideali ciguidano nella oscurità della notte. Mettetevidunque in cammino, e particolarmente quandoquesto diventa faticoso, guardate in alto.Dovete, poi, stare. Stare equivale a un verbopiù volte ripetuto nella parabola della vite edei tralci (Gv 15,1ss): rimanere. Rimanere inLui è essenziale se vogliamo portare frutti. ÈLui il primo formatore, inoltre è Lui la formache dobbiamo acquisire. Vi chiedo di sostarelungamente con Lui nella preghiera, comefece Francesco in questo monte e lungo tuttala sua vita. Sia la preghiera il vostro sostegnoin ogni momento. Sia l’incontro personale conGesù la vostra forza. Sia Lui la vera passionedella vostra vita. Scopritelo come il vostromigliore amico, innamoratevi di Lui, in modotale che, come Francesco lo canta nelle Lodi alDio Altissimo composte proprio alla Verna, siaLui, anche per voi come lo fu par il Poverello,il TUTTO: il bene, il sommo bene, tutto il bene,la bellezza, la ricchezza a sufficienza…Salire, stare, per poi scendere, andare incontroagli altri. Quanto vi ha mosso a saliree quanto avete vissuto e gustato nello stare,dovrà orientare e sostenere il vostro vissutoquotidiano. È nella vita di ogni giorno il luogodove verrà verificata l’autenticità del vostrosalire e del vostro stare. Ricordiamo che ancheper i discepoli non è stato facile tornarealla quotidianità dopo la bella esperienza dellatrasfigurazione. Però è il vissuto giorno dopogiorno l’unico test di quanto è alla base dellanostra vita. Una quotidianità segnata dallafragilità umana propria e degli altri, dalla stanchezzadi ricominciare sempre da capo, dallatentazione di tornare indietro. È allora chedobbiamo tener ben presente che soltanto Luipuò darci la forza per vincere. È allora che lapreghiera e l’incontro intenso con lui si farannopiù necessari per mantenere il nostro SI alsuo progetto di vita per noi.Per finire vi chiedo: non manchi in nessunnoviziato la preghiera quotidiana per la Chiesa,e per il nostro Ordine, in particolare per levocazioni. Con molta fiducia vi chiedo, anche,di pregare per me, Ministro e servo della Fraternità.Carissimi: siate forti nella fede, ardenti nellacarità, lieti nella speranza e, in ogni momento,vigilanti, affinché con la Sua grazia possia-


212 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2te essere sempre fedeli all’ amore del Signore.Vi accompagna il mio affetto fraterno e la miabenedizione: “Il Signore vi benedica e custodiscasempre…”Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale4. Informe al encuentro con los Presidentesde las ConferenciasRoma, Curia general <strong>OFM</strong>, 18.05.2010RESIGNIFICACIÓNDE NUESTRA VIDA Y MISIÓNSaludoReitero mi más cordial bienvenida a todosvosotros, Hermanos Presidentes de las distintasConferencias de la Orden, a este primer encuentrodel presente sexenio. Si bien nuestralegislación prevé que el Ministro convoque alos Presidentes al menos dos veces en el sexenio,el Definitorio general, siguiendo la praxisdel sexenio anterior, ha previsto que el Ministroy su Definitorio se encuentren todos losaños con los Presidentes de las Conferencias,con la finalidad de compartir con vosotros y,a través de vosotros, con todos los Ministrosprovinciales y Custodios, las líneas generalesde animación y de gobierno, y también pedirconsejo en los temas que el Definitorio considereoportuno.Primeros pasos del Definitorio generalPor ser el primer encuentro del Ministro ydel Definitorio general con los Presidentes quese celebra en este sexenio, deseo compartircon vosotros, en primer lugar, el camino recorridohasta el momento, después del Capítulogeneral de Pentecostés 2009.La primera tarea que nos propusimos comoDefinitorio ha sido la de conocernos, ya queera un equipo completamente nuevo. Para ellohemos decidido tomarnos unos días fuera dela Curia en los que dedicamos mucho espacioal compartir nuestra historia personal. Al mismotiempo, durante esos días, hemos releídocomunitariamente el documento Capitular,Portadores del don del Evangelio, y los MandatosCapitulares, para ver cómo ponerlos enpráctica. De esa relectura en común nacieronvarias propuestas que irían tomando cuerpo enencuentros posteriores.Entre otras iniciativas nació la idea de elaborardos subsidios que consideramos importantespara nuestra animación de la fraternidaduniversal y también para la animación que debenllevar a cabo los Presidentes, los Ministrosprovinciales y Custodios, y aún los mismosguardianes. El primero, Caminar desde elEvangelio, quiere ser el marco de animaciónpara todo el sexenio. El segundo, El moratorium.Un alto en el camino para discernir, esun instrumento para dar cumplimiento al mandaton. 10 del Capítulo general 2009. Dichosdocumentos han sido traducidos y publicadosen 9 lenguas. Próximamente serán traducidosen una más. No podemos ahorrar esfuerzospara que lleguen al mayor número posible dehermanos. Entre estos textos hay una estrecharelación, de tal modo que uno no se puede trabajarsin los otros. Es una relación querida ybuscada por el Definitorio. Estos instrumentosal servicio de la animación de las Entidadesserán presentados en este encuentro.Por otra parte, el Definitorio general en estetiempo ha nombrado las diversas comisionesque lo asesorarán a lo largo de este sexenio,tanto del Definitorio mismo, como fuera de él.Entre ellas cabe citar la prevista en el Mandatocapitular n. 45 que prevé un estudio sobre elgobierno de la Orden, otra sobre la situaciónde la Fraternidad universal, prevista por elMandato capitular n. 14, otra sobre educación,que intentará coordinar la actividad educativo/pastoral de nuestros colegios, y otra sobre ladimensión contemplativa de nuestra vocación.También ha previsto el iter a seguir para el estudiosobre los abandonos, según el Mandatocapitular n. 48, y para llevar a cabo todos losacuerdos capitulares que hacen referencia alDefinitorio general. A través de las Secretaríasde Formación y Estudios y de Evangelizacióny de la Oficina de JPIC se han programado losdistintos encuentros a nivel continental y a nivelinternacional que se llevarán a cabo duranteel sexenio. Han sido programados tambiénotros encuentros internacionales para nuestrascontemplativas y sus Asistentes.Dados los múltiples y exigentes mandatoscapitulares se prevé un sexenio lleno de actividadesy con muchos encuentros tanto continentalescomo internacionales. Pido desdeahora colaboración en todas las actividadesprevistas. Pido igualmente que en los encuentrosde las Conferencias se tomen en cuentalos mandatos capitulares que hacen referenciaa las Conferencias y Entidades. No basta apro-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 213bar una lista, a mi modo de ver demasiado larga,de acuerdos capitulares. Ahora hemos detrabajar sin descanso para dar cumplimiento acuanto hemos aprobado y a cuanto nos hemospedido en Capítulo.Encuentro con los hermanosEn este año tanto yo como los hermanosdefinidores hemos intentado estar lo más cercaposible de los hermanos, bien conscientesde que es eso lo que los hermanos esperan denosotros. Los definidores acompañaron losencuentros de las Conferencias, dando asícumplimiento al Mandato capitular n. 5, y aalgunas Entidades particulares, cuando las circunstanciasasí lo aconsejaron o cuando fueronsolicitados directamente a hacerlo. El definitoriotambién ha continuado con la praxisde convocar cada año a los nuevos Ministrosprovinciales y a los Visitadores generales, revisandosu duración y la metodología, segúnlo propuesto por el Capítulo en el Mandato n.3. En cumplimiento del mandato capitular n. 4están previstos próximamente los encuentrosdel Ministro y Definitorio general con algunasConferencias.Por mi parte, en cuanto Ministro general,acompañado por los Definidores de zona, mehe encontrado con los hermanos de 18 Entidades,he participado en 2 Encuentros Internacionalesde Educadores Franciscanos, en unEncuentro continental de JPIC, en 2 EncuentrosContinentales de Presidentes de Conferencias,y he visitado todas las Casas dependientesdirectamente del Ministro general, ademásde los encuentros ordinarios de la Unión deSuperiores Generales y de la Conferencia dela Familia Franciscana, así como con diversasCongregaciones de la Santa Sede.En todos estos encuentros, así como en lascartas que he escrito a toda la Orden y a lasEntidades que han celebrado Capítulo, he presentadoa los hermanos las líneas principalesde animación que nos presenta el documentofinal del Capítulo, Portadores del don delEvangelio, y los dos subsidio antes señalados:Caminar desde el Evangelio y El moratorium.Un alto en el camino para discernir. Estánsiendo los puntos de partida fundamentalesque tanto yo como los Definidores tenemos encuenta en nuestras visitas y encuentros con loshermanos de las distintas Entidades.Convencido como estoy de la importanciaque tienen estos documentos para seguir en lalínea de renovación profunda marcada por losúltimos Capítulos generales, las Prioridades,y por el proyecto La gracia de los orígenes quenos acompañó en los últimos años de sexenioanterior, os pido, en cuanto Presidentes de lasConferencias que, en la animación de la viday misión de las respectivas Conferencias, tengáismuy presentes estos documentos. Búsquenseespacios de reflexión común sobre suscontenidos en los encuentros de la Conferenciay de las Entidades, así como en las fraternidadeslocales.Líneas generales de animaciónRespetando la conveniente y aun necesariadiversidad, pero queriendo asegurar una unidaden cuanto a las líneas fundamentales derenovación y desde una lectura atenta de losdocumentos que se han elaborado últimamente,particularmente en los capítulos generales,creo necesario insistir en algunas líneas comunesde animación.1. En camino y docilidad al EspírituEl Capítulo general extraordinario del 2006,en su documento final El Señor nos habla en elcamino, no sólo nos definió como mendicantesde sentido, en comunión con la suerte detantos hombres y mujeres de nuestro tiempo(cf. Shc 6), sino que también nos recordó quees en el camino donde el Señor nos irá manifestandolas exigencias de nuestra vocación ymisión (cf. Shc 10).Los nuestros no son tiempos para detenerse,ni acunar el cansancio; tampoco son tiempospara refugiarnos en seguridades que seguridadesno son. Una de las cosas peores que lepodría suceder a una Conferencia o Entidad esla de dejar que el tiempo o las circunstanciasdecidan por ella. Los tiempos que vivimos noson aptos para nostálgicos del pasado, por gloriosoque sea. El tsunami provocado por loscambios rápidos que estamos viviendo nosimpide quedarnos parados, mirando al cielo.Las repuestas de ayer no son válidas para hoy,como las de hoy no serán válidas para mañana.La nuestra es la suerte de los buscadores, y delos dispuestos a comenzar siempre de nuevo,como nos invitaba nuestro padre san Franciscopoco antes de morir. A esto nos debería ayudarnuestra condición de huéspedes y peregrinos(cf. 2R 6,2; Test 24), nuestra condición demenores e itinerantes. Me parece significativoque una de las expresiones más repetidas en eldocumento Portadores del don del Evangelioes precisamente la del Hermano Menor en ru-


214 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2ta, en camino, cruzador de fronteras. Aunqueesta expresión sea usada fundamentalmentecomo sinónimo de movimiento físico (cf. PdE10), sin embargo también puede ser tomada enel sentido exsitencial y espiritual de ponernosen búsqueda.Llamados como estamos a una lecturaatenta de los signos de los tiempos y de loslugares (cf. PdE 29), a través de los cuales“el Espíritu sigue actuando, hablando y manifestándosetanto hoy como ayer” (PdE 14),hemos de vivir en permanente discernimientode nuestra vida y misión (Shc 35, cf. 33), parauna revitalización y re-creación de nuestro carismaa través de presencias signo, presenciassignificativas y proféticas, que saben leer lossignos de los tiempos y de los lugares, y enseñanel Evangelio “de manera concreta y comprensiblepara los hombres del propio tiempo”(PdE 8).En todo esto, es fundamental situarse en unaactitud interior de docilidad al Espíritu, “quesopla donde quiere y como quiere” (PdE 20).Es el Espíritu el que nos mantendrá abiertos alas sorpresas, a la fantasía y a la creatividad. ElEspíritu no se repite, y quien se deja mover porel soplo del Espíritu tampoco se repite, sinoque es siempre creador.En este contexto os pido, en cuanto Presidentes,que ayudéis a vuestras Conferencias aentrar en clima, o si preferimos, en cultura dediscernimiento. No podemos seguir improvisando.No podéis limitar vuestro servicio dePresidentes a aspectos meramente organizativos.En este sentido considero necesario revisarla forma de elegir a los Presidentes y laduración de su servicio como tales, que tienenalgunas Conferencias.No podemos seguir tomando decisionesmovidos por urgencias. Corremos el riesgo detomar decisiones que no deberíamos tomar.Hemos de adelantarnos a cuanto se nos vieneencima. Necesitamos tiempo para pensar, discerniry luego decidir, no sólo según nuestrasnecesidades, sino también según las necesidadesde la Orden, de la Iglesia y de la sociedadactual. En este sentido no podemos limitarnosa leer los signos de los tiempos. Hay quedar una respuesta desde el Evangelio y desdenuestra forma de vida.El subsidio sobre el moratorium mira precisamentea esto: hacer un alto en el caminopara discernir, por lo que pido que en todas lasConferencias y en todas las Entidades se trabajedicho subsidio.2. Caminando desde el EvangelioEl Evangelio es el punto de partida yde llegada de nuestra vida y de nuestra misión.Hablamos siempre de la necesidad de vivir elpresente con pasión por Cristo y por la humanidad.Para ello no basta buscar y poner enacto estrategias de animación, siempre necesariaso, al menos, convenientes. Es necesarioencender fuego nuevo, inyectar linfa joven ennuestra vida. Ese fuego nuevo y esa linfa jovensólo nos pueden venir de una vuelta al Evangelio,núcleo fundamental y fundante de nuestraforma de vida (cf. 2R 1,1).Dado que el don del Evangelio está en elorigen de nuestra fraternidad (cf. PdE 6), yque nuestra misión consiste en restituir dichodon a los hombres y mujeres de nuestro tiempo(cf. PdE 11), se trata de poner el Evangelio,en todas sus exigencias –también las másradicales-, como fundamento de nuestra vidacotidiana y como criterio primero y últimode nuestro actuar. Si queremos ser y actuarcomo personas evangélicas, sólo nos quedaun camino: recomenzar desde el Evangelio,dejarnos habitar por él. Si queremos abrazarel futuro con esperanza, hacia el cual nos empujael Espíritu (cf. VC 110), se hace necesariauna opción clara por el Evangelio, sindomesticar las exigencias más radicales delEvangelio para adaptarlas a un estilo cómodode vida (cf. Sdp 2). Si queremos respondera nuestra misión de ser testigos creíbles delEvangelio, anunciando, como los hermanosde la primera hora, lo que vivimos (cf. PdE7), el camino a recorrer tiene tres etapas:acoger el evangelio al modo como lo acogióFrancisco, es decir: eminentemente práctico,vital (cf. PdE 2); dejar que el Evangelio toquenuestra vida (cf. PdE 28) y la cambie, comocambió la vida de Francisco (cf. PdE 5); yponerse en camino, en fraternidad y minoridady con el corazón vuelto hacia el Señor,para restituir el don del Evangelio que hemosrecibido (PdE 7, 10, 20). En cualquier casose trata de una conversión al Evangelio, enla línea de la conversión pedida por Jesús alinicio de su ministerio (cf. Mc 1,15).Pido a todos vosotros y, a través de vosotrosa todos los Ministros y Custodios, de aprovecharestos dos años para, teniendo presenteslas indicaciones que se dan en la primera partedel subsidio Caminar desde el Evangelio, sehagan opciones concretas que favorezcan elencuentro de los hermanos con el Evangelioy se revise la calidad de vida individual y co-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 215munitaria según las exigencias radicales de la“sequela Christi”.3. Cruzando fronterasSomos misioneros y evangelizadores porvocación y misión. La misión es la proyecciónnormal de nuestra vida de oración y devoción,de nuestra fraternidad y minoridad. Una misión“inter gentes” y “ad gentes”. Inter gentes:en contacto con el pueblo, con la gente,encarnándonos real y afectivamente en la realidadsocio-cultural del pueblo (PdE 13), conprofunda conciencia social (cf. PdE 29) y enmisión compartida con los laicos (PdE 25).Ad gentes: cruzando fronteras geográficas yantropológicas (cf. PdE 18ss). Para todo ellonecesitamos descentrarnos, ser menos autoreferenciales(cf. PdE 14).Tengo la impresión que el inmovilismo yla instalación, así como el provincialismo cerradoestán paralizando el dinamismo evangelizadory misionero de nuestra Orden. ¿Cómopodremos dar cumplimiento a los Mandatoscapitulares, nn. 19-27 que hacen referencia alos ámbitos de evangelización, a las nuevasformas de evangelización y a los proyectosmisioneros que hemos aprobado en el Capítulode Pentecostés 2009 si seguimos aferradosa lo de siempre y a lo “nuestro”? ¿Qué hubierasido de nuestra Orden nacida 800 años en Asíssin el espíritu misionero que la animó desdesus inicios y cuándo eran todavía muy pocos?¿Qué será de nuestra Orden si la instalación, elbienestar, las mil y una ocupaciones ordinariasnos impiden ser misioneros? Dejo a vosotrosy a las distintas Entidades una respuesta discernida.Para mí la respuesta sería entrar enun camino sin salida, sin futuro y, consecuentemente,de agonía, larga tal vez, pero siempreagonía. Otra convicción y otra urgencia:crecer en sentido de pertenencia a la Orden, irmás allá de las fronteras de nuestras Entidadesy Conferencias. No nos queda otra salidasi no es la que pasa por la real colaboración,la interdependencia y el sentido de formar unafraternidad universal (cf. PdE 31). ¿Estamosdispuestos a ello? ¿Qué pasos debemos dar ya?4. Como Hermanos y MenoresLa renovación profunda y la revitalizacióndel carisma para nosotros Hermanos Menorespasan necesariamente por la calidad evangélicade vida, lo que supone, entre otros aspectos,la renovación y revitalización de nuestra vidaen fraternidad y minoridad.En cuanto a la fraternidad ya no basta unavida de común observancia. Se hace necesariauna vida recreada por la comunión, la intercomunicacióny la calidez y verdad en lasrelaciones de los hermanos entre sí (cf. PdE27). Si queremos crecer en la comunión hemosde crecer igualmente en la intercomunicaciónde nuestra vida de fe y de nuestra historiavocacional, como nos pidió el Capítulogeneral extraordinario del 2006 (cf. Shc 48ss).Es decir: se trata de crecer en la comunicaciónprofunda, pues sólo desde ahí habrá calidez yverdad en nuestras relaciones. Pienso que sehace necesario cuidar mucho más los detalleshumanos, expresión de la vivencia de valoresque por humanos que sean, no dejan de serprofundamente evangélicos: la educación, lacortesía, la sinceridad, la alegría, el sentido delhumor y de la fiesta, entre otros muchos.El crecimiento en calidad evangélica devida tiene mucho que ver con la dimensiónhumana de nuestra vida, pero también con lacalidad de nuestra dimensión contemplativay apostólica. Sin una vida enraizada en Diosque haga de nuestras fraternidades escuelas deoración (cf. mandato capitular n. 9), animadaspor la lectura orante de la Palabra (cf. Mandatocapitular n. 12), será imposible dar calidadevangélica a nuestra vida. Como también sinuna misión adecuada será imposible una calidadde nuestra vida en fraternidad. Me parecesignificativo que los últimos dos Capítulosgenerales (2006 y 2009), nos pidan cultivaruna “exquisita y delicada atención a la vidafraterna por nuestra parte” (cf. PdE 27; Shc31), o nos recuerden la necesidad de un acompañamientomaterno de la misma.Todo ello tiene mucho que ver con la preparaciónde los guardianes y al proyecto de vidafraterno, a los que se refieren dos mandatos capitulares:el 8 y el 7, respectivamente, así comola formación permanente de la que también hablael mandato capitular n. 11. Las Conferenciaspodrían tener aquí un campo propicio deanimación de nuestra vida y misión.5. Con el corazón vuelto hacia el Señor y endiálogo con el mundoNuestra vida y misión han dar a Dios lacentralidad que le pertenece. “Al principio detodo está el Señor, origen de todo bien” (PdE5). Por otra parte, Dios es presentado como“principio integrador de nuestras vidas y fraternidades”(PdE 12). Todo ello nos habla dela prioridad de Dios en nuestra vida, y de la


216 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2necesidad de tener el corazón vuelto hacia elSeñor en todo momento, actitud sólo posible sihay una vida de fe auténtica. El Capítulo 2009nos invita a ser autocríticos en lo relacionadocon nuestra fe y apunta a la crisis de fe “quetoca a algunos de nosotros” (PdE 12). Es unacuestión que no podemos dejar de lado, puesde la respuesta que demos dependerá tambiénnuestra misión evangelizadora: sólo unaauténtica experiencia de Dios, de hecho, nospondrá en movimiento (cf. PdE 11). El cuidadode la dimensión de fe de nuestra vida esesencial para la perseverancia.Por otro lado, el mundo es nuestro claustro,lugar donde vivimos y predicamos el Evangelio.Esto, además de una formación para eldiálogo (cf. PdE 24), nos está pidiendo ciertasactitudes básicas respecto del mundo: unamirada positiva hacia él (cf. PdE 15), sin darla espalda a su devenir (cf. PdE 29); simpatíapor él, “como condición para entrar en diálogocon los hombres y mujeres de hoy y parala evangelización” (cf. PdE 15), hablando unlenguaje que haga comprensible el mensaje(cf. PdE 16). Todo ello “sin acomodarse almundo”, ni “tampoco suspender el juicio críticorespecto a él” (PdE 15).En el mundo hemos de situarnos del ladode los “menores”, de los últimos, de los excluidos,como el Verbo que, en virtud de suencarnación, “se pone del lado de la periferia,de la vulnerabilidad, de la pobreza” (PdE 23).“Menores entre los menores de la tierra” (Shc30), haciendo lo posible para dejarnos seducirpor “los claustros olvidados e inhumanos”(Sdp 37). Habitando “las fisuras de un mundofragmentado” (PdE 22).En la revisión de vida y misión que estamosllamados a llevar a cabo (cf. Shc 33), estamosllamados a preguntarnos sobre nuestra vida defe, sobre nuestra práctica de la oración, sobrenuestra actitud ante el mundo y sobre el lugaren donde nos situamos y donde nos sitúa lagente, lo que tiene mucho que ver con la vivenciade nuestra minoridad.6. El redimensionamientoNo conozco una Entidad en la Orden queno esté necesitando urgentemente un redimensionamientointerno. Hay demasiada desproporciónentre el número de presencias y elnúmero de hermanos. Esto está desgastando alos hermanos y produciendo, muchas veces,un empobrecimiento de la calidad evangélicade vida preocupante, como se ve en la vida deoración, en la vida fraterna y en la misma calidadde servicios pastorales que prestamos. Asíno podemos seguir. Hay que tomar medidas,a veces drásticas, al respecto. No se puedensacrificar valores como los anteriormente citados,por mantener presencias que presenciasevangélicas y franciscanas no son.A este redimensionamiento interior se añade,en muchos casos, la necesidad de redimensionamientoestructural de Entidades, llegandoen no pocos casos a la fusión de las mismas.Hay varios procesos iniciados desde la base.Otros están siendo impulsados por el Ministroy el Definitorio general, pues tenemos plenaconciencia de que hay situaciones límites quenecesitan una intervención.No es la primera vez que estas situacionesse dan en la historia de nuestra Orden. No seráciertamente la última. Sé que esto es doloroso,pues afectivamente nos cuesta. Pero hemos dehacer de la necesidad una virtud, asumiendoel redimensionamiento interno y externo como“gracia pascual para intentar re-significarnosde modo más simple y vulnerable, pero tambiénmás profético y ciertamente minorítico”(PdE 31). El Definitorio general seguirá estudiandoel tema del redimensionamiento y dela reestructuración de las Provincias, ofreciendo“líneas guía para el acompañamiento dedichos procesos”, como nos pide uno de losmandatos del Capítulo general, y siempre teniendopresente que lo que se pretende es dar“mayor dinamismo a la vida evangélica y misionera”(PdE 47).7. Graviora delictaTodos sabemos que la Iglesia en estos momentosestá viviendo una situación nada fácila causa de los abusos sexuales a menores cometidospor algunos sacerdotes o religiosos.Mientras condenamos abiertamente estos crímenesde los que nos sentimos avergonzadosy por lo que, en lo que a nosotros corresponde,pedimos perdón, no podemos dejar de entristecernostambién por las informaciones parcialesy con escaso conocimiento de los hechos quese dan, así como por los “juicios sumarios” a laIglesia y a la misma persona del Santo Padre,que más saben a persecución que a voluntad desalir en defensa de las víctimas.Por nuestra parte, deseamos que toda laverdad venga a la luz y que se traten estos casosde acuerdo con las leyes de la Iglesia, dela Orden y del propio país. Para ello sígase escrupulosamentelas normas que en la Orden se


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 217han dado para acompañar a las víctimas y paratratar a los que cometen dichos delitos, tal ycomo aparecen en el documento publicado porla Curia General en el 2005, Normae servandaein casibus aliqua Graviora Delicta tratandis.Síganse también las normas dadas por laIglesia para afrontar dichos casos y téngase encuenta la legislación del país.Y mientras reafirmamos nuestra condenamás firme de los abusos sexuales, lo que nodejamos de considerar un verdadero horror ycrimen, y manifestamos nuestra total solidaridadcon las víctimas, que merecen todo nuestrorespeto y para las cuales pedimos justicia,queremos manifestar nuestra cercanía y solidaridadcon el Santo Padre, y, al mismo tiempo,queremos resaltar la fidelidad ejemplar dela inmensa mayoría de los sacerdotes y religiososa las obligaciones que han contraído consu ordenación y su profesión. Si bien es ciertoque entre nosotros hay infidelidad, también esverdad que hay más fidelidad.Pero la situación nos coloca ante un desafíoimportante: formarnos y formar a nuestroshermanos más jóvenes en una afectividad ysexualidad madura y sana; formamos y formarpara una castidad vivida desde la lógicadel don total de uno mismo al Señor y a loshermanos y hermanas que están a nuestro alrededor.Formarnos y formar para la fidelidada lo que comporta nuestra opción vocacional.Pido, pues, que desde la formación permanentee inicial se preste particular atención a laafectividad y sexualidad y que se haga un adecuadodiscernimiento en este campo.8. La economíaLa economía tiene mucho que ver con la resignificaciónde nuestro carisma, contra lo quemuchos piensan. Una economía que para quesea franciscana ha de ser: transparente, fraternay solidaria, y austera y fruto del trabajo.El Capítulo nos ha pedido a todos –Curia yEntidades-, continuar promoviendo una políticade transparencia económica (cf. PdE 51). Por loque a nosotros corresponde continuaremos conuna transparencia máxima hacia las Entidades,y la contabilidad seguirá siendo revisada poruna auditoría externa, como pidiera el Capítulodel 2003 y como hemos hecho durante todo elsexenio precedente, cuyo parecer seguirá siendoenviado a todas las Entidades. Continuaremostambién con la política de buscar fondosalternativos (cf. Mandato capitular n. 52), puessomos bien conscientes que no podemos seguircontando casi exclusivamente con las aportacionessolidarias de las Entidades. En estosmomentos estamos revisando la oficina generalpara el desarrollo (Fund Reising), en cumplimientodel Mandato capitular n. 53.Pido a todas las Entidades que trabajen enasegurar total transparencia económica. Pidolo que justamente se nos pide a nosotros. Pidoque revisemos nuestro estilo de vida para quesea realmente manifestación de nuestro ser“menores”. También pido que se tengan encuenta cuanto se aprobó en el Capítulo generaldel 2009 sobre el Fondo para la formacióny los estudios (cf. Mandato capitular n. 58),sobre el Fondo para las misiones y la evangelización(cf. Mandatos capitulares nn. 56-57),pido, en fin que se respete cuanto se ha decididoya en el Capítulo del 2003 y confirmadoen el Capítulo del 2009 sobre la tase del 1%sobre las ventas de propiedades (cf. Mandatocapitular n. 59). Todo ello es signo de solidaridady del sentido de pertenencia a la Orden.9. FormaciónLa formación, particularmente la permanente,es clave de futuro. Sin formación no esposible una fidelidad creativa, no es posibleuna calidad evangélica de vida y de misión.Sin formación permanente no es posible unaauténtica formación inicial. Es bastante comúnel convencimiento que existe un gran abismoentre formación inicial y formación permanente.Ello influye, sin duda, en la perseveranciavocacional y en los abandonos que nodejan de ser una hemorragia para la Orden, yque suponen una gran preocupación para mípersonalmente y para el Definitorio general.No podemos seguir pensando que es sólo unacuestión de la generación actual y que es unproblema en todos los Institutos religiosos.Tenemos que ser autocríticos con los criteriosde discernimiento vocacional que seguimos, elacompañamiento que ofrecemos a los jóvenesen formación inicial y en los primeros años deformación permanente, y la formación que recibimosy damos.Otro tema importante dentro del campo de laformación al cual hemos de prestar atención esel de los estudios. Como ya afirmó el Capítulogeneral de San Diego (1991), los estudios sonparte de nuestra tradición y necesarios para eldialogo con la cultura actual y “como sostén denuestra misión de predicar el Evangelio de palabray de obra, en medio de la cultura contemporánea”(Shc 13, cf. Mandato capitular n. 40).


218 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Pido que en todas las Conferencias y Entidadesse tenga presente el mandato capitularn. 33 sobre la formación permanente, asícomo el mandato capitular n. 34 que pide una“relectura, asimilación y actualización del espíritu”de los documentos que la Orden tienesobre formación. A la luz de esos documentospido que se haga una seria revisión de nuestrapraxis formativa en estos dos primeros añosdel sexenio. También pido que no se sacrifiqueuna seria, profunda y adecuada formaciónintelectual de los hermanos dotados para ello acausa de compromisos pastorales inmediatos.Sería pan para hoy y hambre para mañana.ConclusiónQueridos Hermanos Presidentes: Hay otrosmuchos aspectos de nuestra vida que podríanser objeto de nuestro compartir. Creo, sinembargo, haber señalado algunos elementosesenciales para crecer en calidad evangélicade vida, objetivo en el que todos hemos de implicarnossi queremos realmente una re-significaciónde nuestra vida y misión. Giordano,el protagonista de la novela “La última confesión”de Morris West, en una clase le decíaa sus discípulos de París: “Desde la época delos griegos nos hemos emborrachado de elocuencia”.Y el profesor venezolano Ramón Piñangodecía en un diario caraqueño: “Hay quedejar atrás la pregunta ¿qué decir? Para preguntarnos¿qué hacer?... Si no reconocemosesto… quedaremos atrapados en el laberintode la verborrea”.Si no queremos ser víctimas de un verbalismofácil o de un activismo privado de reflexión,“cesen las palabras y sean las obrasquienes hablen”, como afirmaba San Antoniode Padua. Es el momento de optar seriamentepor el discernimiento a la luz de los principiosque con claridad señalan nuestras Constitucionesgenerales y los documentos de los últimoscapítulos, y tomar decisiones que hagan realidadcuanto en ellos hemos decidido. Es el momentode ponernos en camino.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general5. Mensaje a los Ministros de la CONFRESQueridos Ministros: Paz y Bien.Por medio de Fr. Vicente Felipe, Definidorgeneral, os envío este saludo, muestra de micercanía y agradecimiento por vuestra labor deanimación a favor de los hermanos. Sé muybien que muchas veces no resulta fácil. El desánimoy el desencanto ante las resistencias dealgunas personas o de una comunidad, o frentea ciertas cuestiones que parecen irresolublespueden llevaros a pensar que todo esfuerzo esinútil o que las cosas ya las arreglará el tiempo,o quienes os sucedan en vuestro servicio.Ante tales tentaciones, el Ministro general ytodo el Definitorio os alientan a dar lo mejorde vosotros mismos a los hermanos que el Señoros ha confiado. Por otra parte, y esto es lomás importante, el Señor que os ha llamadoa ejercer este ministerio está con vosotros yos dará la fuerza para cumplirlo según sus designios.Hoy, igual que ayer, el ejercicio de laautoridad encuentra grandes dificultades quesólo pueden afrontarse con la gracia que vienedel Señor, siendo conscientes, con humildady fortaleza, de haber sido enviados por Él, ycontar, por eso mismo, con su ayuda. A cadauno de vosotros os digo, como decía san Franciscoa sus hermanos: “Confía en el Señor y élcuidará de ti”.Deseo, también, aprovechar esta ocasiónpara subrayar algunos puntos que consideroimportantes a tener presentes en la animaciónde nuestros hermanos en estos momentos.1. La prioridad de la personaQuienes ejercen el servicio de la autoridaddeben promover la dignidad de la personaprestando atención a cada hermano y a sucamino de crecimiento humano, espiritual yvocacional, dando a cada uno el don de la propiaestima, nutriendo un sincero afecto paracon todos. La persona de nuestros hermanosmerece vuestra atención principal y constante.Antes de cualquier actividad o proyecto, antesde los lugares de presencia, antes de cualquierotra cosa, por encima de todo, despuésde Dios, habéis de poner a los hermanos.La estructura fundamental de nuestra Ordenes la persona del hermano en relación,como nos recordó el Consejo Plenario de laOrden en Guadalajara (México) en el 2001.No se pueden sacrificar las personas por mantenerlas muchas –a veces demasiadas-, actividadesque tenemos. Corremos el riesgo deperder al hermano y tener que sacrificar luegola estructura. En el corazón de nuestro servicioestá acompañar, cuidar y sostener la personade nuestros hermanos. Esto exige dedicarlestiempo –a veces mucho tiempo-.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 219Escuchadles, estadles cercanos, dedicadlestiempo. Hacedles sentir que son importantespara vosotros y para la Orden, pues lo son. Lascuestiones burocráticas las podréis delegar. Elacompañamiento de los hermanos –particularmentede los hermanos en dificultad-, es indelegable,es vuestra principal responsabilidad.2. El redimensionamientoLo dicho anteriormente tiene mucho quever con el redimensionamiento de las presenciase incluso de las entidades. El redimensionamientosuele ser doloroso, como nos recuerdael documento del último Capítulo generalPortadores del Evangelio (=PdE n. 31), peroha de ser visto como una “gracia pascual” quenos ha de llevar a re-significarnos de un modomás simple y vulnerable, pero también másprofético y ciertamente más propio de nuestracondición de menores. Sin esta perspectiva notiene sentido ningún redimensionamiento.No podemos afrontar el tema del redimensionamientosólo para salir al paso de la escasezdel número de hermanos, o para ver comome solucionan mi problema. El redimensionamientoha de ser en función de una mayor calidadde vida, por eso empieza por las personasconcretas y por las estructuras que tenemos enel momento actual. Antes de una refundacióninstitucional ha de ponerse en camino una refundaciónde las personas, lo demás sería ilusionarnos.Recordad siempre este principio:las estructuras al servicio de la vida, no la vidaal servicio de las estructuras.3. La calidad evangélica de vidaÉste ha de ser el objetivo de toda vuestraanimación y gobierno. Pasar de lo bueno a lomejor. Esta calidad pasa, necesariamente, porpotenciar las prioridades de la forma de vidafranciscana. Entre otros aspectos os invito aprestar atención a cuanto nos pide el últimoCapítulo general:a. En relación con el espíritu de oración y devoción,se debe garantizar a las fraternidadesel tiempo y la calidad de la oración, velandosobre la fidelidad cotidiana a la misma,así como el contacto con la Palabra quetiene el poder de edificar a cada uno de loshermanos y a las fraternidades, e indicar lossenderos de la misión. En este sentido tenedpresente el mandato capitular n. 12 sobre lalectura orante de la Palabra, y trabajad pordar cumplimento al mandato 9, en lo quese refiere a las casas “escuelas de oración”.Y en toda vuestra animación tened presentela centralidad de Dios, tal y como nos pideel Capítulo general 2009 en su documentofinal (cf. PdE 12).b. En cuanto a la vida fraterna os recuerdoque ésta se ha de edificar sobre el fundamentodel Evangelio (PdE 6), para poderanunciar lo que se vive (cf. PdE 7), y queuno de los aspectos principales de vuestramisión es la de prestar “una exquisita atencióna la vida fraterna”, buscando los mediosoportunos para “recrear la comunión,la intercomunicación y la calidad y verdaden las relaciones de los hermanos entre sí”(PdE 27). Forma parte de vuestra misión,también “acompañar a cada fraternidad enla elaboración del proyecto de vida fraternaa la luz de las líneas guías emanadas” porel último Capítulo general (Mandato n. 7).Para ello no podéis ahorrar esfuerzos a finque “las fraternidades y las entidades entrenen una cultura del proyecto fraterno devida y misión” (PdE 28). Tampoco podéisahorrar esfuerzos en la formación de losguardianes, tal y como nos pide el Capítulo2009 en el Mandato n. 8.c. Por lo que se refiere a la minoridad, solidaridady pobreza, como nos recuerda tambiénel último Capítulo, no descuidéis lallamada a “habitar las fronteras”, a ejemplodel Verbo que “en virtud de la encarnaciónse pone del lado de la periferia, de la vulnerabilidad,de la pobreza” (PdE 23) ¿Dóndeestamos? ¿Con quién estamos? ¿Haciadónde nos empuja el Espíritu? También ospido que prestéis especial atención a los excluidosde la sociedad, comprometiéndoosen la defensa y promoción de los derechoshumanos (Mandato 43), y que en el campode la economía no descuidéis el uso éticode vuestros recursos económicos (Mandato43), y no falte nunca la transparencia y lasolidaridad económicas (Mandato 51).d. Por lo que a la formación se refiere en estesexenio hemos de dar prioridad a la formaciónpermanente, exigencia de toda fidelidadcreativa y “humus” de la formacióninicial (cf. Mandatos nn. 11,33). Os pidoque verifiquéis la formación inicial a la luzde la Ratio (cf. Mandato n. 34) y que estudiéis,a nivel de Entidades y de Conferencia,la delicada y dolorosa cuestión de losabandonos (cf. Mandato n. 48). Algo nosestá fallando. Son demasiado los que entrany salen. Hemos de reflexionar seriamente


220 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2sobre este particular. En este contexto tambiénos pido que deis prioridad a la pastoraljuvenil y vocacional. No podemos supeditarlaa otras actividades. Es cuestión de vidao muerte. Desde un esfuerzo por dar calidadevangélica a nuestra vida hemos de invitarsin miedos ni complejos: “Venid y veréis”.e. En el campo de la evangelización esta ha deresponder a los criterios que claramente señalanel Mandato capitular n. 13. Pido queen cada Entidad, en estrecha relación con laSecretaría de Misiones y Evangelización sehaga una seria evaluación de los criteriosque se señalan en el mandato señalado y entodo el documento Portadores del don delEvangelio, prestando particular atención alos Mandatos nn. 19, 20. En el campo dela misión ad gentes, pido generosidad paracolaborar en los proyectos misioneros dela Orden, particularmente en Tierra Santa,Marruecos y Amazonas (cfr. Mandatos21.22.24).Queridos Ministros: Sé que os pido mucho,pero eso es lo que nosotros mismos hemosaprobado en el último Capítulo y eso, estoyconvencido, es cuanto estamos llamados a hacersi queremos que nuestra vida sea significativay tenga futuro. Como ayuda a todo ello ospido que tengáis muy presente en vuestra tareade animación y gobierno dos subsidios recientementeaprobados por el Definitorio generalpara ayudar a los hermanos a dar cumplimientoa cuanto nos pide el Capítulo: Moratorium,un alto en el camino para discernir, y Caminardesde el Evangelio, orientaciones generalesde animación para el sexenio 2010-2015.FraternalmenteRoma, 28 de Mayo de 2010Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general6. Discorso al Capitolo delle Stuoie delleProvince di Assisi e di SardegnaSanta Maria degli Angeli, Assisi, 31.05.2010RIVITALIZZARE IL CARISMACari fratelli: vi saluto con profondo affettoe vi auguro ogni bene da parte di Colui che ètutto il bene.Con il mio saluto manifesto anche la miagioia per poter condividere questa esperienzadi comunione tra le due Province: la ProvinciaSerafica dell’Umbria e la Provincia delle Graziedi Sardegna.La mia riflessione vuole situarsi in un contestoampio, il cammino di comunione chestanno portando avanti le due Province.1. Lucidità, audacia, visione di futuroIn questi ultimi anni ho ripetuto molte voltetre parole dalle quali voglio partire in questomio intervento al vostro Capitolo delle Stuoie.Queste parole sono: lucidità, audacia, visionedi futuro. Sono tre parole/atteggiamenti che nonsi possono separare. La lucidità non servirebbea nulla senza una visione di futuro che indichil’orizzonte, e senza audacia per assumere conresponsabilità le esigenze che emergono dallalucidità nella diagnosi e dalla visione di futuro.D’altra parte, la audacia senza lucidità e visionedi futuro sarebbe una semplice e, a volte,pericolosa avventura. Finalmente, la visione difuturo senza i due atteggiamenti precedenti –lucidità e audacia –, porterebbe a una sempliceillusione che niente avrebbe a che fare con larealtà e, quindi, con lo stesso futuro.Lucidità. Diventa, dunque, necessaria, primadi tutto la lucidità per guardare senza paurala situazione presente, senza lasciarci ingannaredalle semplici statistiche. Queste, infatti,spesso nascondono tante cose non sempreevidenti e non sempre belle. Ci vuole lucidità,cioè, capacità di giudizio critico che ci faandare aldilà dell’apparenza, aldilà della maschera.Ci vuole lucidità che ci aiuti a entrarein un clima di discernimento fino al punto discoprire il volere del Signore. È quello che nelsussidio del moratorium corrisponde al primomomento: “vedere”, rispondere alla domanda:dove siamo?Visione di futuro. Non possiamo accontentarcidi gestire più o meno adeguatamente ilmomento presente. Senza trascurare il presente,che è il tempo che abbiamo a nostra disposizioneper vivere con passione i nostri impegnicome Frati Minori; senza sradicarci dal passato,nel quale Dio ha scritto con noi una grandestoria; dobbiamo però guardare al futuro,tempo nel quale lo Spirito ci proietta per farecon noi ancora cose grandi, e costruire, in questomodo, una grande storia (cf. VC 1109. Lanostra responsabilità è grande in questo senso:preparare con fantasia e creatività il futuro, intuendoverso dove ci spinge lo Spirito. È questoche nel moratorium corrisponde alla terzadomanda: verso dove ci spinge lo Spirito?


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 221Audacia. Dopo aver preso coscienza delpresente con molta lucidità, dopo aver approfonditola visione di futuro, si rende necessarial’audacia, per prendere le decisioni opportune.Il nostro non è soltanto un tempo di riflessionee di pressa di coscienza. È anche il momentodi prendere decisioni, e per questo è necessarial’audacia. Senza audacia e coraggio, senzaosare, le acque rimarranno ferme, con il rischioche in poco tempo diventino contaminate.In questo senso ricordo un principio per memolto chiaro: chi si muove può sbagliare, chinon si muove ha già sbagliato.2. Dalla collaborazione all’interdipendenzaLa lucidità nell’analisi della situazione presentee la visione di futuro ci portano a vederecon chiarezza la necessità della collaborazione.Da diversi anni l’Ordine, attraverso i Capitolie i suoi Ministri, sottolinea la necessità dicrescere nella collaborazione interprovinciale.Così, il Capitolo generale 2006, riprendendouna affermazione del Consiglio plenario del2001, afferma che «la collaborazione interprovincialeè il futuro dell’Ordine»; Fr. HermannSchalück già nel 1992 invitava a sviluppareuna «cultura della solidarietà al servizio delfuturo comune», e Fr. Giacomo Bini giustamenteaffermava nel 2003: «Se un fratello chevive isolato si trova oggettivamente ai marginidella sua vocazione, così anche una Provinciache non si sente in comunione con le altre econ l’Ordine intero, si trova ai margini dellaFraternità universale». Io stesso dal 2004 adoggi ho richiamato ripetutamente alla necessitàdella collaborazione, «per realizzare aspettiimportanti del nostro carisma e per essere signumfraternitatis».Il Capitolo generale 2003 ha riaffermatol’urgenza di «tornare all’essenziale della nostraesperienza di fede e della nostra spiritualità»:per dare autenticità alla nostra sequela diCristo, per contribuire a «far sorgere una nuovaepoca», per «suscitare una nuova visionedella vita e delle relazioni» (Sdp 2). Le Prioritàci dicono che cosa è essenziale per noi oggi,esse sono una guida per vivere i valori peculiaridella nostra spiritualità, sono una “chiave”per comprendere e rispondere da Frati minorialle attese della Chiesa e del mondo.Non basta, però, conoscere cosa è essenzialeed individuare le sfide dell’ora presente. Èindispensabile creare le possibilità per viverel’essenziale e per offrire risposte secondo ilnostro carisma. Tra le varie scelte o “strategie”per rendere concrete tali possibilità, il Capitoloindica la “collaborazione interprovinciale”.Anzi, dice che da questa dipende il futurodell’Ordine (cf. Sdp Proposte, 16).Non si tratta di un’indicazione estemporanea.È la conseguenza di quanto è emerso nelCPO/2001, il quale, verificando l’attuale tipologiadelle nostre Province e del nostro Ordine,riconosceva che ci troviamo, in molti casi,in una situazione di precarietà.La “nuova cultura” di solidarietà e collaborazioneha prodotto i suoi frutti come ha riconosciutoil Capitolo generale del 1997 (cf.Dalla memoria alla profezia 39) e lo stessoConsiglio plenario (cf. Documento finale, pp.11-12), tuttavia deve trovare sempre più spazinelle Entità, nelle Conferenze e nella Fraternitàuniversale. Infatti, in un mondo diventatoun unico “villaggio”, il rischio di pensare, diprogettare e di occuparsi e preoccuparsi dei“propri luoghi” è ancora molto forte.Sono proprio le Priorità ad esigere la praticaconvinta della collaborazione. Solo qualcheesemplificazione (cf. Sdp, Proposte 16):la formazione francescana, permanente ediniziale, è realizzabile senza convertirsi allacollaborazione? La nostra ragion d’essere hala possibilità di essere vissuta senza acquisirela mentalità dell’andare e senza la disponibilitàa condividere le nostre ricchezze e le nostrepovertà? Il “modo francescano” di essereoperai nella «Vigna» è possibile senza il concorsodi varie esperienze e il “sentire comune”sui valori della spiritualità francescana? Lapromozione degli studi nell’Ordine, in vistadell’evangelizzazione, è fattibile senza la collaborazioneper i Centri di Studi e tra i Centridi Studi?La cultura della collaborazione non è importantesoltanto, come dice il Capitolo generale,per avere la possibilità di realizzareaspetti essenziali del nostro carisma, ma peressere: signum fraternitatis; per vivere la nostravocazione nella Chiesa e nel mondo: «farconoscere la spiritualità della comunione, primadi tutto al proprio interno e poi nella stessacomunità ecclesiale ed oltre i suoi confini,aprendo e riaprendo costantemente il dialogodella carità, soprattutto dove il mondo di oggiè lacerato dall’odio etnico e dalle follie omicide»(VC 51).Ma i tempi passano velocemente, e oggi inmolti casi non basta la collaborazione ma diventanecessaria, come ho affermato nel capitolodel 2009, l’interdipendenza, e cioè: pensare


222 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2il futuro insieme, responsabilizzarsi del futurodel francescanesimo in una determinata regioneinsieme. Non sarebbe fraterno né responsabilecedere alla tentazione del “si salvi chi può”. Sefacciamo parte della stessa Fraternità, dello stesoOrdine, tutti dobbiamo sentirci responsabilidel futuro della presenza francescana in un territoriodove, in un modo o in un altro sembravenga meno. Sento che è urgente «superare lamentalità provincialista e incrementare l’interprovincialitàe il senso di appartenenza allaConferenza e all’Ordine» (PdV 31).Il passo che state per fare va proprio in questadirezione di interdipendenza e io non posso direaltro che di essere veramente contento di talepasso, che considero coraggioso da parte delledue Province e rispondente all’appello del profetache oggi riacquista tanta attualità: «allargatelo spazio della vostra tenda» (cf. Is 54,2).3. Finalità e criteriLa finalità dell’interdipendenza e della ristrutturazionedelle Province non consiste nelcercare soltanto di risolvere le difficoltà interneche vivono certe Province o di venire incontroai sintomi di un certo malessere nei Frati(cf. PdV 35). Non è neppure solo il rilanciodelle missioni e un’esigenza che ci viene dellalettura dei segni dei tempi e dei luoghi, anchese tutto questo è presente e molte volte sta allabase di una tale interdipendenza e della stessaristrutturazione delle Province. La finalità ultima,il criterio importante da tener presenteè quello che ci viene dato dal Capitolo generale2009: «tentare di ridarci significato […]in maniera più profetica» (PdV 31). Si trattadunque di riqualificare la nostra vita e le nostreFraternità, ripartendo dal Vangelo; si tratta dirivitalizzare la risposta vocazionale e il progettoevangelico di vita e missione, si tratta, in definitiva,di dare qualità evangelica alla nostravita e missione: centrandoci, concentrandoci,de-centrandoci.In questo caso è importante ricordare e prenderecoscienza di quanto afferma il Capitolo2009: «si tratta di “rifondare” la nostra vita sulfondamento del Vangelo. Una “rifondazione”,però, che non si limita alle strutture, ma che vuolpartire dalle persone, ossia dai Frati e dalle nostreFraternità. Non serve ristrutturare le opere ole Province se non si rifonda la nostra qualità divita evangelica e la nostra missione evangelizzatrice;è però importante rivedere le nostre struttureperché esse siano sempre e solo al serviziodella vita e della missione» (RdV 35-36).È questo il mio augurio per voi, cari fratellidi queste amate Province.Fr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro generale7. Omelia al Capitolo delle Stuoie delleProvince di Assisi e di SardegnaS. Maria degli Angeli, Assisi, 31.05.2010Carissimi fratelli,il signore vi dia pace!Nel contesto della celebrazione del Capitolodelle Stuoie dei Frati delle Provincedell’Umbria e della Sardegna, celebrando lamemoria liturgica della Visitazione della B.V.Maria, e a conclusione del mese di maggio,particolarmente dedicato alla Vergine santa, ilSignore ci fa dono, ancora una volta, della suaparola.Una parola che vuole essere luce per i nostripassi, guida sul nostro cammino. Una parola,quella della liturgia odierna, che stilla gioia,letizia: «gioisce, esulta, rallegrati». Sono iverbi che si ripetono nella prima lettura e chedanno una tonalità festiva a questa nostra celebrazione.Da parte sua, il Vangelo continuaquesta stessa tonalità, riscaldando, ancora dipiù, l’atmosfera festiva e gioiosa: Elisabettabenedice Maria, «benedetta tu fra le donne ebenedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1,42),«il bambino esulta di gioia nel grembo di suamadre» (Lc 1,44) e Maria canta: «l’anima miamagnifica il Signorie, e il mio spirito esulta inDio, mio salvatore» (Lc 1,46-47). Tutto è dominatodalla gioia, dalla festa. E il motivo ditanta esultanza è chiaro: «Il Signore è in mezzoa te» (Sof 3,15), «l’inverno è passato, i fiorisono apparsi nei campi, e la voce della tortorasi fa sentire» (Ct 2,11ss).La gioia è il sentimento di tutti coloro chesentono la presenza del Signore in mezzo loro.Gioia, festa, è la risposta dell’uomo alla visitadel Signore. Gioia, festa, stupore sono i sentimentiche proviamo di fronte a un Dio che ciama e che cammina con noi, in mezzo a noi.Cari fratelli, contro il “virus della scontentezza”,contro i seminatori dell’infelicità, controla pressione degli esperti in voler vedere tuttocolor nero, la gioia appare come la nota distintivadella vita cristiana e religiosa, così comela via maestra della testimonianza. I nostricontemporanei vogliono vedere nelle personeconsacrate e particolarmente in noi, seguaci


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 223del Poverello, la gioia che proviene dall’esserecon il Signore (cf. VC 109), una gioia chiamataa trovare una particolare e visibile formaespressiva nelle relazioni all’interno della Fraternità.Ci si può allora chiedere se la nostra vitafrancescana esprima o no, di fronte ai contemporaneiche ricercano questo stile di testimonianza,gioia vera e felicità autentica.Ci si può chiedere se manifestiamo nel voltola felicità che dovrebbe riempire il cuore dichi, come Paolo, si sa conquistato, afferratodal Cristo; di chi, come Maria di Betania, hascelto la parte migliore. Ci si può chiederese le nostre parole portano, come nel caso diMaria di Nazareth, una Bella Notizia, se sonoportatrici del Vangelo. Di fronte a tali domandi,non rispondiamo subito e spontaneamentecon un “sì”, convinto anche se piuttosto generico,ma indaghiamo la nostra realtà concretae la nostra quotidianità. La risposta che daremoa questa domanda indicherà se veramenteabbiamo trovato il “tesoro” o no, la “perlapreziosa” o no.Siamo chiamati, cari fratelli, a mostrare lavita consacrata stessa come esistenza pienamenteriuscita, anche a livello umano, ricca disignificato e fonte di felicità. E questo si mostrerànel passo, nel ritmo della nostra vita. IlVangelo ascoltato dice che «Maria si mise inviaggio verso la montagna e raggiunge in frettauna città di Giuda» (Lc 1,39). Mi piace pensarea Maria che corre nel deserto di Giuda per andarea trovare la sua cugina Elisabetta. Questaimmagine è ancora più eloquente se teniamopresente che in Oriente correre era qualcosa diinsolito. Domandiamoci allora, perché correMaria? Maria corre non mossa dalla curiositào per accertarsi delle parole dell’Angelo. Correperché ella è ben consapevole che ha qualcunoda portare a Giovanni e Elisabetta. Correperché è cosciente dell’urgenza di comunicaretale dono agli altri. Corre perché la sua vita èstata “toccata” da Colui che è il Vangelo delPadre all’umanità. Chi lascia entrare il Signorenel suo cuore non può trattenerlo per sé solo,ma sente la necessità e l’urgenza di comunicarloagli altri. L’incontro con il Signore diventamessaggio a quanti ci circondano.«Quanto sono belli i piedi di coloro cheportano un lieto annuncio di bene!» (Is 52,7).Quanto sono belli i piedi di Maria la primaevangelizzatrice. Quanto sono belli i piedi ditutti coloro che come lei si mettono in cammino,«con corsa veloce, passo leggero» (2LAg12), senza lasciarsi avvolgere da nessuna«nebbia di amarezza» (3LAg 11), come affermaChiara nelle sue lettere.Alla luce di questo correre di Maria dovremointerrogarci sul ritmo della nostra vita, perchéda questo dipenderà anche la nostra testimonianza.Come gli altri potranno intuire chesiamo portatori di un tesoro se il nostro passoè stanco, e se il nostro volto si è fermato al venerdìsanto senza trasmettere la gioia della domenicadi Pasqua? Si evangelizza certamentecon le parole, ma soprattutto con la vita, conun volto di risorto, con un passo come quellodi Maria di Nazaret, come quello di coloroche corrono al sepolcro il primo giorno dellasettimana. Questa è una grande sfida per noiche tante volte confondiamo la serietà dellasequela di Cristo con un volto triste. Ricordiamocifratelli che una sequela triste è una tristesequela, incapace di comunicare e trasmetterela bellezza di essere di Cristo.La “lieta notizia” del Vangelo non può, certo,produrre persone tristi e rassegnate. D’altraparte non possiamo essere semplici “spacciatori”di gioia, intenti a propagandare una gioiaingessata e perciò senza rischio di contagio.Forse è il momento, come consacrati e francescani,di dichiararci annunciatori e al tempostesso cercatori della vera gioia, che ha la suaragione d’essere nel Cristo, che confessiamoe cantiamo, con Francesco, nostra gioia vera(cf. LodAl 4).Il testo del Vangelo che abbiamo ascoltatosi conclude con il canto di Maria. Il Magnificatè il canto di lode di coloro che hanno sperimentatola salvezza; esprime la beatitudinedi chi ha riconosciuto l’azione di Dio in suofavore; prorompe dal cuore di chi ha accoltoil suo Signore; è il frutto maturo dell’ascoltodi fede, in cui si svela compiutamente il sensodella creazione e della storia. Maria nel Magnificatè la bocca della figlia di Sion e di tuttal’umanità, anche di noi, e di tutta la creazioneche vede compiersi la promessa di Dio. PerFrancesco, il Signore è la gioia e la fonte dellavera gioia.Come Maria di Nazareth, apriamoci a Dioe faremo della nostra vita un vero magnificat,testimoniando in ogni momento la bellezzadella sequela di Cristo sulle orme del padresan Francesco.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale


224 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 28. Relazione all’incontro del Ministro e Definitorio generale con la COMPIAssisi, 7-10 giugno 2010FORTI NELLA SPERANZACarissimi Ministri Provinciali della COM-PI, vi saluto, anche a nome del Definitorio generale,con le parole che il Signore rivelò alnostro serafico Padre: il Signore vi dia pace!In voi saluto e abbraccio ciascuno dei Frati chevivono e lavorano nel territorio di questa Conferenza.In adempimento ad uno dei mandati dell’ultimoCapitolo generale (cf. Mandato 4), e seguendouna prassi considerata molto positivadurante il sessennio precedente, ci incontriamo– Ministro e Definitorio generale e i MinistriProvinciali della COMPI –, per condividereaspetti che entrambi consideriamo importantiin questo momento della vita e missione deiFrati della Conferenza e dell’Ordine.GratitudineAnzitutto esprimo la mia gratitudine, equella dei membri del Definitorio generale,per quanto fate nel campo dell’animazione deiFrati della Conferenza, e per la vostra vicinanzaal Definitorio generale. Il Signore benedicail vostro lavoro e ci conceda la grazia di crescereogni giorno in fiducia reciproca e in comunionefraterna.Sono ben cosciente, inoltre, del posto che laCOMPI occupa nell’insieme delle Conferenzee particolarmente nell’UFME, sia per il numerodi Entità e di Frati – siete la Conferenza piùgrande dell’Ordine – sia per l’organizzazioneinterna della stessa Conferenza. Tale organizzazione,attraverso i diversi Segretariati eSettori (come è stata illustrata dal Presidentedella Conferenza), dà dinamismo ad una strutturacosì grande come la COMPI, e, allo stessotempo, essendo organizzata in tre zone o regioni– nord, centro e sud – rispetta la diversitàanche culturale del territorio che la compone.Questo fa sì che la vostra sia una Conferenzaviva e creativa. Mentre mi congratulo con voi,vi chiedo di non cedere alla tentazione di fermarvinella ricerca di risposte nuove alle nuovesfide.Alcune linee essenziali di animazione e digovernoViviamo momenti non facili o, come direbbeGiovanni Paolo II, momenti “duri”. Inquesto tempo è necessario governare, ma direiche, soprattutto, è nostro dovere animarei Frati a vivere con gioia e fedeltà creativa laloro vocazione. Noi, Ministri, siamo chiamatia vivere in positivo la tensione tra animare egovernare.A noi Ministri, infatti, si chiede di essere,prima di tutto, animatori dei fratelli: «suocompito prioritario [quello dell’autorità] saràdunque l’animazione spirituale, comunitariaed apostolica della sua comunità» (VFC 50a).Ciò esige di «essere vicini e condividere lavita dei fratelli, ascoltarli, offrire loro motividi speranza e fare memoria dei valori fondamentalidella nostra vita francescana» (Definitoriogenerale, Lettera in occasione dellasolennità di san Francesco 2003). Allo stessotempo, però, ci è chiesto anche di governare.Questo comporta che vengano prese «le necessariedecisioni in vista del bene della vita fraternae della missione» e che, una volta prese,si mettano in atto, con costanza e fortezza, tuttigli strumenti «perché quanto deciso non restisolo sulla carta» (VFC 50c). Il Ministro nonpuò rinunciare né all’animazione né al governo;non può rinunciare all’ascolto e al dialogoe, allo stesso tempo, a prendere delle decisioni.Ricordando sempre che il primo modo per animareè governare, al Ministro toccherà in ognimomento gestire questa necessaria tensionetra animazione e governo.Ecco alcune linee che considero importantida tenersi presenti nella nostra animazione/governo.La priorità delle persone sulle struttureMi rendo sempre più consapevole dellapriorità che si deve dare alle persone rispettoalle strutture. Questo è il servizio principaleche deve prestare chi è stato chiamato a svolgereil servizio dell’autorità. La persona deinostri Frati merita l’attenzione principale e costanteda parte di noi tutti. Noi Ministri abbiamola responsabilità di promuovere la dignitàdella persona, prestando attenzione a ognifratello e alla sua crescita umana, spirituale evocazionale, facendo ad ognuno il dono dellapropria stima, nutrendo un sincero affettoper tutti. È nel cuore del nostro servizio l’accompagnare,il prendere cura e il sostenere nelcammino di fede e vocazionale i nostri fratelli.Prima delle attività o dei progetti, primaancora dei luoghi delle nostre presenze, c’è lapersona dei nostri confratelli. Le nostre Fraternitàsono costituite dai Frati concreti che il


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 225Signore ci ha donato, con i loro doni, ma anchecon le loro debolezze.So che oggi la gestione di una Provinciacomporta molto lavoro amministrativo. Questo,però, non può fare venir meno la cura el’accompagnamento “materno” del fratello.L’amministrazione si può delegare, ma non lacura del fratello. Non si possono sacrificare lepersone per mantenere le molte, a volte troppe,attività di vario tipo; è invece insito nel cuoredel nostro servizio accompagnare, curare, sostenerele persone dei nostri Frati, particolarmentedi quelli in difficoltà.I Frati in difficoltà non sono solo quelli chesoffrono di qualche tipo di problema affettivoe di dipendenza (cf. alcolismo, “computerismo”).Frati in difficoltà sono anche quelli chesi sentono soli, che rifiutano qualsiasi discorso– in teoria e in pratica – sulla vita fraterna,vivendo stabili nell’individualismo, nel mutismo,in un’aggressività sistematica, in assolutaautonomia nella gestione del tempo, dei benie delle attività. Frati in difficoltà sono quelliche non si interessano delle cose comuni; cherifiutano progetti di rinnovamento, per giustificarei propri atteggiamenti o comportamenti;che scelgono le proprie relazioni dentro e fuoridella Fraternità solo per la propria convenienza;che giudicano e condannano tutto ancoraprima di provarlo… In tutti questi casi il Ministronon può “incrociare le braccia”, deve averil coraggio di chiamare le cose con il proprionome e prendere le decisioni opportune, anchese non sono sempre popolari. Al Ministro, inqueste situazioni, si chiede la massima disponibilità– pazienza, dialogo, offerta a questiFrati di qualsiasi tipo di aiuto umano e spirituale–, ma anche un intervento deciso, per farechiarezza, anche se questo gli dovesse costare.C’è troppa rassegnazione tra di noi, c’è moltastanchezza. Diventa urgente infondere animusnel cuore dei nostri confratelli, e questoesige metterli al primo posto, essere tutto pertutti, dedicare tempo all’ascolto, e quando sianecessario correggerli fraternamente, sempremossi dall’amore (cf. Lettera a un Ministro).La persona del Frate è la struttura fondamentaledell’Ordine. Se la struttura della personadel Frate si indebolisce o soffre, si indeboliscee soffre l’Ordine.La rifondazione della personaVi è ormai una comune convinzione: nonsi può rinnovare, rifondare un’Entità se non sirinnovano e rifondano le persone che la compongono.Il rinnovamento, come la rifondazione,non è una strategia, pur importanti chepossano essere le strategie, è piuttosto una determinataforma e stile di vita. E questo esigeuna rifondazione e un rinnovamento delle persone.Ecco un impegno fondamentale di chi haaccettato il servizio dell’autorità.Questa rifondazione mira a garantire unacerta qualità evangelica di vita in fraternità.Ciò significa, prima di tutto, vivere le esigenzedella Regola e delle Costituzioni generali.Secondo quanto ci dicono le relazioni dei Visitatorie quanto io stesso posso conoscere, sembrache siano piuttosto rare le Fraternità chevivono con serenità, impegno e in pienezza ciòche abbiamo professato, a causa dei troppi impegnio attività dei singoli Frati, della mancanzadi un progetto fraterno di vita e missione, eanche di un disamore per la Fraternità. Spesso,noi Frati siamo bravissimi all’esterno, difficiliall’interno delle Fraternità. Si constata spessoche pochissime sono oggi le Fraternità che vivonoil dettato delle Costituzioni, per cui ciòche dovrebbe essere “ordinario”, è diventato“straordinario”.Da notare che questo produce un “vuotospirituale” nelle Fraternità, creando frustrazionecontinua. Da tener presente, anche, chespesso questo “vuoto” è all’origine della mancanzadel senso di appartenenza e delle defezionidei giovani Frati. È necessario, quindi,puntare sulla qualità evangelica di vita in fraternitàche, oltre a quanto detto prima, esigeripartire dal Vangelo, mettere il Vangelo e lesue esigenze più radicali a fondamento dellanostra vita quotidiana e come criterio primo edultimo del nostro agire. Abbiamo bisogno difuoco nuovo e d’iniettare linfa nuova, se norischiamo di morir di freddo e morire atrofizzati.Ma questo fuoco nuovo, questa linfa nuova,ci può venire solo da un ritorno al Vangelo,nucleo fondamentale e fondante della nostraforma di vita (cf. Rb 1,1).La qualità di vita della quale stiamo parlandosi sostiene, come è stato più volte ribaditoin questi anni, su tre grandi pilastri: la vita spirituale,la vita fraterna in comunità e la missione.– La vita spirituale appare sempre più comeun’esigenza della consacrazione religiosa enello stesso tempo una richiesta della societàattuale, bisognosa forse come mai, diuna vera spiritualità e di una autentica testimonianzadi trascendenza. La nostra società,particolarmente quella occidentale, vive


226 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2una profonda crisi di valori, che porta a vivereut si Deus non daretur. L’antropologiaregnante nel mondo occidentale è un’antropologiaimmanentista, e il modello socialeincoraggiato da molti è quello di un sviluppoillimitato (capitalismo tecno-nichilista),che pretende di trascendersi continuamentema senza aprirsi ad una autentica e definitivatrascendenza. In questo contesto noi,come religiosi e francescani, abbiamo bisognodi una forte spiritualità, provocatoria,che accompagni i nostri contemporaneialla riscoperta di Dio. Una spiritualità fortefondata sulla fede, che coinvolga tutta la persona,e che sia fonte della nostra sequela diCristo e della nostra testimonianza nel mondo(cf. Spc 18); fondata sulla fedeltà, che nonè stare fermi, ma radicare la nostra vita suglielementi essenziali della nostra forma di vita.Una spiritualità forte centrata sull’Eucaristia,la Lettura orante della Parola e il sacramentodella Riconciliazione. Una spiritualitàforte nutrita anche dalla preghiera personalee liturgica in Fraternità.– La vita fraterna che è per noi anche unapriorità, in una società dominata dall’individualismo.Una vita in una comunità autenticache evangelizza (cf. PdV 27), antidotoall’individualismo che porta a progetti dievangelizzazione individuali. Una vita fraternain comunità in crescita costante, checomporta la «ricerca dei mezzi per ricrearecomunione, mutua comunicazione, calore everità nelle relazioni reciproche» (PdV 27).Inoltre, se vogliamo che sia la Fraternità adevangelizzare, si devono creare delle Fraternitàsegno, Fraternità profetiche, «che sappianoleggere i segni dei tempi e incarnare ilVangelo in modo concreto e comprensibileper la cultura del proprio tempo» (PdV 8).– La missione. Già il Capitolo del 2006 ciha chiesto di fare una seria revisione dellanostra missione (cf. Spc 33). Non potendodilungarmi troppo sulla missione in questasede, vi chiedo di verificare la missione allaluce del mandato 13 dell’ultimo Capitologenerale, dove vengono presentati gli elementicaratteristici della missione in chiavefrancescana. Secondo il detto mandato,questa deve essere sostenuta da una forteesperienza di Dio; fatta in fraternità e con latestimonianza della vita fraterna; deve avereil carattere di inter gentes e di presenzain zone difficili, rischiose e di vicinanza aipiù poveri, sofferenti ed esclusi; deve aprirsialla collaborazione con la Famiglia Francescanae con i laici (cf. anche PdV 25).Inoltre, come insiste il Capitolo generale2009 nel suo Documento, bisogna valorizzarela missione ad gentes, come parte dellanostra storia, e come culmine della nostrapresenza nel mondo (cf. PdV 18-21). Vasottolineata, infine, la necessità di investirein nuove forme di evangelizzazione, che,«senza tralasciare le attività di evangelizzazioneordinaria, privilegino nuove iniziative»(cf. Mandato 20) e si aprano, come giàchiedeva il Capitolo straordinario del 2006,a «cammini inediti di presenza e di testimonianza»(Spc 33).Vi chiedo, cari Fratelli, di verificare la nostravita alla luce di quanto detto, coscienti chenella qualità di vita si gioca il nostro presente,chiamato ad essere vissuto con passione, e ilnostro futuro, verso il quale ci spinge lo Spirito(cf. VC 110)In camminoNegli ultimi anni ci siamo definiti comemendicanti di senso, in comunione con gli uominie donne del nostro tempo (cf. Spc 6). Èuna definizione in sintonia con l’itineranza chesempre ha caratterizzato la vita francescana.Un’itineranza intesa come ricerca profonda disenso e come capacità per andare all’incontrocon l’altro. Un’itineranza che ci ricorda la nostracondizione di essere ospiti e pellegrini (Rb6,2; Test 24), uomini in cammino, persone inricerca costante, in modo da rispondere in fedeltàcreativa alle esigenze della nostra vocazionee missione. È, infatti, lungo il camminoche ci parla il Signore e ci mostra le esigenzedella nostra vocazione e missione (cf. Spc 10).Questa certezza, che il Signore parla lungoil cammino, ci porta ad affermare che il serviziofondamentale di coloro ai quali è statoaffidato il ministero dell’autorità è di essereloro stessi in permanente discernimento, di accompagnarei Confratelli che sono stati a loroaffidati in quei processi di discernimento, cheanch’essi sono chiamati a compiere.A causa degli tsunami che stiamo vivendonella società, nella Chiesa e nella vita religiosa,e provocati dai rapidi cambiamenti, il discernimentoè diventato la chiave per vivereil presente con passione e per poter guardareil futuro con speranza (cf. NMI 1). Il discernimento,infatti, diventa essenziale per rivitalizzare,ri-creare il nostro carisma, attraversopresenze segno, presenze significative e profe-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 227tiche, capaci di scelte, quasi sempre coraggiose,che rendano concrete le nostre intuizioni,ed incarnino «il Vangelo in maniera concretae comprensibile alla cultura del nostro tempo»(PdV 8). Senza discernimento il presente saràroutine, la nostra vita rischia di mediocrità e ilfuturo sarà pura improvvisazione.Chiamati come siamo a fare una lettura attentadei segni dei tempi e dei luoghi (cf. PdV29), attraverso i quali «lo Spirito continua adagire, parlando e manifestandosi, oggi comeieri» (PdV 14), urge vivere in permanente discernimentodella nostra vita e missione (cf.Spc 33.35), se non vogliamo dare risposte adomande che nessuno si pone o non far caso adomande esistenziali dei nostri contemporanei.In questo momento è chiaro che non possiamoné fermarci, contemplando nostalgicamenteun passato che difficilmente tornerà, né correreavventurosamente in avanti senza saperedove andiamo, né cosa pretendiamo. Come giàdetto, il discernimento è l’atteggiamento giustodel momento presente.Per il discernimento ci vuole molta lucidità,grande coraggio e audacia, e un’adeguatavisione di futuro.– Lucidità per leggere il più oggettivamentepossibile la nostra realtà, con le sue possibilitàe le sue debolezze. Lucidità e autocriticaper verificare, fare verità, le nostre sceltein modo da correggere quanto è da correggere,potenziare ciò che c’è da potenziare,sacrificare quanto bisogna sacrificare.– Visione di futuro in modo che le nostre sceltenon siano semplici rattoppi, pane per oggi efame per domani. Una visione senza illudercidi aver trovato una risposta per tanti anni,ma ben coscienti che se le risposte di ieri nonservono per oggi, neppure quelle di oggi servirannoper domani. Il nostro è il destino deicercatori: iniziare sempre di nuovo.– Coraggio e audacia. Non basta lucidità nelleanalisi, né visione di futuro, ci vuole ancheil coraggio per prendere delle decisioni,a volte anche impopolari. La cosa miglioreè sempre un cammino condiviso, ma forsenon sempre questo è possibile. A volte, dopomolto ascolto, dopo molta riflessione econdivisione fraterna, dopo molta preghiera,si devono prendere coraggiosamentedelle decisioni, tenendo sempre presente ilbene comune alla luce del nostro carisma edei segni dei tempi.Il Capitolo generale, cosciente dell’urgenzadi entrare in clima di discernimento, ha propostoall’intera Fraternità di intraprendere «unprocesso di riflessione e di discernimento»,proponendo anche tre domande da prendersicome base del discernimento: «dove siamo?Verso dove vogliamo andare? Verso doveci spinge lo Spirito, tenendo presente la nostrarealtà (debolezze e potenzialità), i suggerimentidella Chiesa, gli ultimi documentidell’Ordine e i segni dei tempi?». Il tutto alloscopo di arrivare ad «opzioni da prendere inun prossimo futuro» (cf. Mandato 10).A tal proposito il Definitorio generale haelaborato un sussidio – Moratorium. Una sostaper discernere – per aiutarci a vivere il processodi riflessione e di discernimento. È unostrumento semplice che riprende le precedentidomande arricchendole con testi biblici e francescani.Cari Ministri, pertanto, vi invito a prenderetale sussidio come strumento di formazionepermanente per questi anni. Non possiamocontinuare a mettere un rattoppo nuovo ad unvestito vecchio, non possiamo continuare adimprovvisare, a prendere decisioni sospintidalle urgenze, con il rischio di prendere delledecisioni di cui dovremmo poi pentirci. Abbiamobisogno di tempo per riflettere, pensare,pregare, discernere e decidere, partendo dalleesigenze della nostra forma vitae, da quanto cichiede la Chiesa e la situazione attuale.Senso di un’appartenenza rinnovata all’OrdineIl Capitolo generale 2009 ci chiedeva anchedi superare la mentalità “provincialista” e diincrementare il senso di appartenenza all’Ordine(cf. PdV 31). La globalità, il nostro essereFraternità, ci impone di allargare la tenda (cf.Is 54, 2), di aprirci a una stretta collaborazione,che vada al di là delle necessità di ciascuno.Questo allargare la tenda ci porta a unareale collaborazione con i bisogni dell’Ordine:dei missionari per i nuovi e vecchi progettidell’Ordine, del personale per le case dipendentidel Ministro generale, della solidarietàeconomica con i progetti dell’Ordine e con ibisogni della Curia. Inoltre, il Capitolo generale2009 ha invitato ad una stretta collaborazionetra Curia e le Conferenze – quindi anchela vostra – in diversi ambiti come lo studio interdisciplinaresulla situazione dell’Ordine (cf.Mandato 14), la promozione di itinerari formativisulle nuove forme di evangelizzazioneper Frati e laici (cf. Mandato 20), la collaborazionenei progetti missionari (cf. Mandato


228 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 221-27. 30, la verifica della ricezione della RFFe della RS e la loro applicazione nelle Entità(cf. Mandato 35) , nei corsi per formatori edi GPIC nella PUA, così come anche in altriCentri dell’Ordine, come Canterbury e Petropolis(cf. Mandato 41)… Anche se non è direttamenteprevisto dai mandati capitolari, vichiedo di iniziare uno studio a livello di Conferenzasugli abbandoni, in modo da offrirciun aiuto per l’attuazione del mandato capitolaren. 48.Una parola particolare merita il progettoEuropa approvato dal Capitolo generale 2009(cf. Mandato 26.27). Vi incoraggio e vi chiedodi continuare a mettere a disposizione le personeper i vari progetti, ad aprirvi e aprire igiovani a “pensare europeo”, ad essere di stimolopropositivo anche per le altre Conferenzed’Europa.Finalmente, per progredire nel senso di appartenenzaall’Ordine è importante assumereil “magistero” dell’Ordine, così come è statodelineato negli ultimi Capitoli generali e neidiversi Documenti pubblicati negli ultimi anni,adattando i programmi provinciali alla lineadi animazione e al cammino dell’Ordine.In questo contesto vi chiedo di assumere,oltre a quello sul Moratorium, il sussidioRipartire dal Vangelo, sempre elaboratodal Definitorio generale, come compagno diviaggio in questo sessennio. Quest’ultimo ciricorda come dobbiamo vivere il Vangelo (anni2010-2011), come donarlo agli altri (anni2012-2013), come rinnovare e ridimensionarele strutture per meglio vivere il Vangelo e permeglio donarlo agli altri (anni 2014-1015).Mentre ringrazio di quanto la Conferenzafa in questo senso, la invito a non ripiegarsisu se stessa per la diminuzione di vocazioni eil bisogno di mano d’opera nelle singole Entità.Aprirsi all’Ordine darà respiro anche atanti Frati, particolarmente giovani, per i qualii confini delle Province cominciano ad esseretroppo stretti.Dalla collaborazione all’interdipendenzaDa diversi anni nell’Ordine, attraverso iCapitoli e i suoi Ministri, si sta affermando lanecessità di crescere nella collaborazione interprovinciale.Così il Capitolo generale 2006,riprendendo un’affermazione del Consiglioplenario del 2001, affermava che «la collaborazioneinterprovinciale è il futuro dell’Ordine».Fr. Hermann Schalück, già nel 1992, invitavaa sviluppare una «cultura della solidarietàal servizio del futuro comune» e Fr. GiacomoBini giustamente faceva notare nel 2003: «seun fratello che vive isolato si trova oggettivamenteai margini della sua vocazione, così ancheuna Provincia che non si sente in comunionecon le altre e con l’Ordine intero, si trova aimargini della Fraternità universale». Dal 2004ad oggi io stesso ho richiamato ripetutamenteal bisogno della collaborazione «per realizzareaspetti importanti del nostro carisma e per esseresignum fraternitatis».Il Capitolo generale 2003 ha riaffermatol’urgenza di «tornare all’essenziale della nostraesperienza di fede e della nostra spiritualità»,per dare autenticità alla nostra sequela diCristo, per contribuire a «far sorgere una nuovaepoca», per «suscitare una nuova visione dellavita e delle relazioni» (Sdp 2). Ora le Prioritàci dicono che cosa è essenziale per noi oggi,sono una guida per vivere i valori peculiaridella nostra spiritualità, sono una “chiave” percomprendere e rispondere da Frati minori alleattese della Chiesa e del mondo.Non basta, però, conoscere cosa è essenzialeed individuare le sfide dell’ora presente. Èindispensabile creare le possibilità per viverel’essenziale e per offrire risposte secondo ilnostro carisma. Tra le varie scelte o “strategie”per rendere concrete tali possibilità, il Capitoloindica la “collaborazione interprovinciale”.Anzi, dice che da questa dipende il futurodell’Ordine (cf. Sdp Proposte, 16). In questosenso sono proprio le Priorità ad esigere lapratica convinta della collaborazione.Non si tratta di un’indicazione estemporanea.È la conseguenza di quanto è emerso nelCPO/2001, il quale, verificando l’attuale tipologiadelle nostre Province e del nostro Ordine,riconosceva che ci troviamo, in molti casi,in una situazione di precarietà.La “nuova cultura” di solidarietà e collaborazioneha prodotto i suoi frutti come hannoriconosciuto il Capitolo generale del 1997 (cf.Dalla memoria alla profezia 39) e il Consiglioplenario del 2001 (cf. Documento finale, pp.11-12), tuttavia deve trovare sempre più spazionelle Entità, nelle Conferenze e nella Fraternitàuniversale. Infatti, in un mondo diventatoun unico “villaggio”, il rischio di pensare,di progettare e di occuparsi e preoccuparsi dei“propri luoghi” è ancora molto forte.La cultura della collaborazione non è importantesoltanto, come dice il Capitolo generale,per avere la possibilità di realizzareaspetti essenziali del nostro carisma, ma per


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 229essere: signum fraternitatis; per vivere la nostravocazione nella Chiesa e nel mondo: «farconoscere la spiritualità della comunione, primadi tutto al proprio interno e poi nella stessacomunità ecclesiale ed oltre i suoi confini,aprendo e riaprendo costantemente il dialogodella carità, soprattutto dove il mondo di oggiè lacerato dall’odio etnico e dalle follie omicide»(VC 51).Ma il tempo corre velocemente ed oggi inmolti casi non basta la collaborazione ma si rendenecessaria, come ho affermato nel capitolodel 2009, l’interdipendenza, e cioè: pensare ilfuturo insieme, responsabilizzarsi del futurodel francescanesimo in una determinata regioneinsieme. Non sarebbe fraterno né responsabilecedere alla tentazione del “si salvi chi può”.Se facciamo parte della stessa Fraternità, dellostesso Ordine, tutti dobbiamo sentirci responsabilidel futuro della presenza francescana in unterritorio dove, in un modo o in un altro, sembravenga meno. Sento che è urgente «superarela mentalità provincialista e incrementare l’interprovincialitàe il senso di appartenenza allaConferenza e all’Ordine» (PdV 31).La finalità dell’interdipendenza e dellaristrutturazione delle Province, in atto nellavostra Conferenza, non è soltanto quella di risolverele difficoltà interne di certe Province odi venire incontro ai sintomi di un certo malesseretra i Frati (cf. PdV 35). Non è neppure soloil rilancio delle missioni e un’esigenza checi viene della lettura dei segni dei tempi e deiluoghi, anche se tutto questo è presente e moltevolte sta alla base di una tale interdipendenza edella stessa ristrutturazione delle Province. Lafinalità ultima, il criterio importante da tenerpresente è quello che ci viene dato dal Capitologenerale 2009: «tentare di ridarci significato[…] in maniera più profetica» (PdV 31). Sitratta dunque di riqualificare la nostra vita e lenostre Fraternità, ripartendo dal Vangelo; dirivitalizzare la risposta vocazionale e il progettoevangelico di vita e missione; in definitiva,si tratta di dare qualità evangelica alla nostravita e missione: centrandoci, concentrandoci,de-centrandoci.In questo caso è importante ricordare eprendere coscienza di quanto afferma il Capitolo2009: «Si tratta di “rifondare” la nostravita sul fondamento del Vangelo. Una “rifondazione”,però, che non si limita alle strutture,ma che vuol partire dalle persone, ossiadai Frati e dalle nostre Fraternità. Non serveristrutturare le opere o le Province se non sirifonda la nostra qualità di vita evangelica ela nostra missione evangelizzatrice; è peròimportante rivedere le nostre strutture perchéesse siano sempre e solo al servizio della vita edella missione» (RdV pp. 35-36).Termino questo tema, chiedendo che suicammini di interprovincialità, ristrutturazione,ridimensionamento, accorpamenti di Provincevengano indicati con chiarezza la finalità ultima,gli obiettivi intermedi, gli strumenti chesi possono utilizzare. Soprattutto è importanteche tutti i Frati siano resi consapevoli, informati,coscientizzati sulle scelte da prendere insieme.Non si tratta di arrivare prima, si trattadi arrivare insieme e al tempo opportuno.ConclusioneCome a Nicodemo Gesù chiese di nasceredi nuovo, di intraprendere un nuovo inizio,per poter entrare nel regno dei cieli, così a noi,oggi, è chiesto un sussulto supplementare difede, di fedeltà, di entusiasmo, per permetterea Dio di fare una “cosa nuova” di noi e connoi. Ciò richiede di spogliarci di qualche altracosa, di far morire ciò che non serve o diventaun ostacolo, e soprattutto di valorizzare quantodi positivo il Signore pone attorno a noi, di fargermogliare i semi di bene che troviamo semprenella nostra umanità, di considerare un’occasionee una preziosa opportunità la situazioneattuale di fragilità, perché siano la grazia ela potenza del Signore a manifestarsi.Seguendo il dettato del Capitolo generaleultimo, dobbiamo «imparare ad essere capacidi gettare uno sguardo positivo sui contesti esulle culture in cui siamo immersi, scoprendovile inedite opportunità di grazia che ilSignore ci offre. Viviamo un nuovo kairòsche il Signore ci offre attraverso il collassodei precedenti paradigmi sociali, culturali ereligiosi, e l’emergere dei nuovi che accompagnanoil cambio di epoca che stiamo vivendo»(PdV 15).Che il Signore ci faccia «sperare controogni speranza», nella consapevolezza che loSpirito può «liberare le potenzialità internedelle persone e delle circostanze», che puòsorprenderci ancora, suscitando in noi unnuovo dinamismo, un’inaspettata scintillache accenda un nuovo fuoco, quello di unavita francescana ed evangelica per il nostrotempo.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale <strong>OFM</strong>


230 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 29. Carta en el día de Santa Beatriz de Silvaa las Hermanas de la Orden de la Inmaculada ConcepciónCONTEMPLADLOQUE QUEDARÉIS RADIANTESSaludoQueridas Hermanas ConcepcionistasFranciscanas de Santa Beatriz de Silva, lleguea todas y a cada una de vosotras mi saludo ymi abrazo cariñoso y fraterno: ¡El Señor osdé la paz!Como todos los años desde que he sido llamadoa ejercer el servicio de Ministro generalde la <strong>OFM</strong>, también este año quiero dirigirmea todas vosotras con motivo de la fiesta de santaBeatriz de Silva. Con esta carta deseo, antetodo, agradeceros vuestra cercanía a la Ordende los Hermanos Menores, y vuestra cercaníay oración por mí y por el servicio que el Señory los hermanos me han confiado. Por lo muchoque os quiero sé muy bien lo mucho que mequeréis y el gran amor que tenéis por vuestroshermanos franciscanos. En nombre propio yde todos ellos os digo de corazón: Gracias. Nosotrosseguimos contando con vosotras, comovosotras podéis seguir contando con nosotros.En María Inmaculada somos miembros de unamisma familia, somos hermanos. Así lo haquerido santa Beatriz y la historia. Así apareceen vuestra Regla. Así lo ha querido tambiénla Iglesia al aprobaros vuestras Constitucionesgenerales.En segundo lugar, quiero animaros a seguirpreparándoos con gozo y seriedad al VCentenario de la aprobación de vuestra Regla(1511-2011), cuyo momento culminante a nivelde Orden será el II Congreso de MadresPresidentas que se celebrará en Toledo, en lacasa madre, del 24 al 29 de mayo del 2011 ylas celebraciones que seguirán a dicho Congreso.Es una fecha importante que no podéisdesaprovechar. De esa preparación dependeráen gran parte que el V Centenario de la aprobaciónde la Regla no quede reducido a un merorecuerdo histórico, sino que sea un verdaderomomento de gracia, una ocasión propicia paravolver a vuestras raíces y revitalizar vuestrocarisma.Ocasión de la cartaLas Madres Presidentas de la OIC, reunidasen la Casa madre el 4 de junio de 2008, alfinal del encuentro se dirigían a las Hermanasde todo el mundo con estas palabras: “Proclamamosla primacía absoluta del Señor, Padremisericordioso, y queremos prestarle nuestrapermanente contemplación, alabanza y servicio”(<strong>Acta</strong>s pg. 373).Animado por estas palabras, en esta ocasióny en vistas a la celebración jubilar del 2011,deseo compartir con todas vosotras algunasreflexiones sobre la contemplación a la luz dela espiritualidad concepcionista y franciscana.Vuestra vocación y misión:ser contemplativasSois una Orden contemplativa. VuestrasConstituciones generales lo expresan claramenteal afirmar que vuestra vocación es lavida contemplativa (CCGG 69, 1). Todo envuestra vida –los votos, la soledad y el silencio,la clausura, la vida litúrgica y la oración,la vida fraterna y la ascesis personal, y lamisma formación inicial y permanente-, hande estar finalizadas a progresar cada vez másen la vida de contemplación (cf. CCGG 41,2;55,1; 58,1; 69,1; 77,1; 126,1). Como concepcionistasfranciscanas, seducidas por el amoreterno de Dios, estáis llamadas a vivir el misteriode Cristo desde la fe, la oración constante,la disponibilidad y el ocultamiento (cf. CCGG4). Esta vida contemplativa ha de llevaros auniros intensamente a la pasión de Cristo y aparticipar, de un modo particular, en su misteriopascual (CCGG 58,1), de tal modo que ostransforméis todas enteras en Aquel que todoentero se entregó por nosotros.En eso consiste precisamente la contemplación,en identificarnos con Cristo, hastael grado de ser iconos vivientes de Cristo. Lagran tradición contemplativa de la Iglesia nosmuestra como la contemplación es un verdaderoy propio diálogo de amor, hasta hacer quela persona sea poseída totalmente por el divinoAmado. Será entonces cuando se realiza laexperiencia viva de la promesa de Cristo: “Elque me ama, será amado de mi Padre; y yole amaré y me manifestaré a él” (Jn 14,21).En este sentido, la contemplación no es, comomuchos/as piensan, algo especial, algo excepcionalen la experiencia cristiana, reservadosólo a los místicos, sino una realidad a la quesomos llamados todos los bautizados, pero deun modo especial todos aquellos que nos hemosconsagrado a Cristo.Por otra parte, contemplativo no es aquel oaquella que huye de la historia, sino un creyenteque intenta discernir en la historia y en los


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 231hombres, en los acontecimientos y en la propiapersona, la presencia del Señor. Contemplativoes aquel cuya mirada –la mirada del corazón,sobre todo-, está fija en el Señor, y desdeesa postura existencial sabe discernir lo queviene del Señor y lo que le es contrario (cf.VC 73). Esta mirada fija en el Señor permitiráal contemplativo poder leer la historia con losojos de Dios y con el espíritu embebido delEvangelio, convirtiéndose, de este modo, en elverdadero experto en el discernimiento.Pero hay otro aspecto importante de la contemplacióncristiana. Ésta está finalizada a lacaridad, a la makrothymía, a la compasión, ala dilatación del corazón. Un verdadero contemplativonunca será una persona cerrada sobresí misma, sino que participará de la pasióndel mundo, particularmente de la pasión de lospobres. La compasión, la simpatía y la empatíapor la humanidad serán las medidas de laverdadera contemplación. La contemplaciónnunca apartará del compromiso con la historia.El contemplativo, abriendo el corazón al amorde Dios, lo abre también al amor de los hermanosy colabora activamente en la construcciónde la historia según el designio de Dios, y teniendola mirada fija en el rostro de Dios (cf.Novo Milennio ineunte, 16), no la apartará delos otros rostros de Cristo, particularmente enaquellas situaciones de dolor personales, comunitarias,y sociales donde puede resonar elgrito de Jesús en la cruz: “¿Por qué me hasabandonado?” (Mc 15,34).Pero la contemplación no es sólo vuestravocación, sino que es también vuestra misión.En cuanto Concepcionistas, haciéndoos esclavasdel Señor, como María, proclamáis, en actitudcontemplativa, la soberanía absoluta deDios. Este es vuestro principal apostolado, estaes vuestra misión (cf. CCGG 15). La Iglesiaos necesita en cuanto contemplativas. Tambiénnosotros vuestros hermanos. Y os necesitatambién nuestra sociedad. Ésta, particularmenteen occidente, vive una profunda crisisde valores que lleva a muchos de nuestros contemporáneosa vivir ut si Deus non daretur.La antropología reinante es una antropologíainmanentista, y el modelo social imperantees el de un desarrollo ilimitado (capitalismotécnico-nihilista), que no permite abrirse a unaauténtica y definitiva trascendencia. En estecontexto vuestra vocación de contemplativasse transforma en una misión de la que tieneurgencia nuestra sociedad. No nos privéis devuestro testimonio de la trascendencia. Os lorepito, mis queridas hermanas: Os necesitamoscomo contemplativas. En vuestro corazónhan de resonar fuertemente y de modo particularestas palabras dirigidas por Juan Pablo II atodos los religiosos: “Vuestro primer cuidadono puede estar más que en la línea de la contemplación.Toda realidad de vida consagradanace cada día y se regenera en la incesantecontemplación del rostro de Cristo” (Homilía,02/02/2001).Como os recuerdan vuestras Constituciones,sed fieles a vuestra vocación/misión contemplativa,“procurando tener sobre todas lascosas el Espíritu del Señor y su santa operación,con pureza de corazón y oración devota.A fin de alcanzar la unión con Dios y permaneceren diálogo constante con él”, procurad “vacarsólo a Dios en soledad, silencio, en asiduaoración y generosa penitencia” (CCGG 69, 1)La palabra,manantial de la contemplaciónLa contemplación es el lugar de acogida dela Palabra de Dios y, a la vez, de la escuchaatenta de la Palabra nace la contemplacióncristiana. Ésta se fundamenta en el primado dela Palabra de Dios en la vida del creyente, yen la fe que la Escritura Santa es la mediaciónprivilegiada de esa Palabra y de la presenciade Cristo. Los cristianos estamos llamados aver a través de los oídos, es decir: llegar a lacontemplación a través de la escucha.Es verdad que la contemplación es la unióncon Dios, por la búsqueda de comunión con él,pero no podemos olvidar que es Dios el primeroque ardientemente busca el encuentro conel hombre; es él el primero en salir de sí mismopara unirse íntimamente con el hombre. Deeste modo, y parafraseando unas palabras dePascal bien podríamos poner en boca del Señorestas palabras: “Tú no me buscarías si yono te hubiese encontrado”. La vida contemplativaes don que Dios hace al hombre. A éste lecorresponde acoger ese don, dejarse encontrarpor Aquel que desde siempre le busca: “Adán,¿dónde estás?” (Gn 3,9)Esto nos hace entender que la contemplacióncristiana se desarrolla en un espacio relacionalen el cual la iniciativa parte de Dios,que nos ha amado primero (cf. 1Jn 4,19), ynos ha hablado primero hasta manifestarse definitivamenteen el Hijo, Palabra hecha carne(cf. Jn 1,14). Es la Palabra que encuentra en laEscritura un instrumento privilegiado de mediación,en la comunidad cristiana el lugar de


232 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2ConclusiónQueridas hermanas: sean estas breves ysencillas reflexiones ocasión para que profundicéisen lo que es esencial a vuestro carisma:la vida contemplativa. Sirvan de pretexto paraseguir profundizando en esta dimensión esencialpara vosotras. No ceséis de mirar el rostrode Cristo, para poder luego contemplarlo enlos demás, llevándoles a Cristo vuestro Esposutransmisión y el ámbito en que es vivida ydeclinada como caridad, en la cruz el éxito alque conduce a quien la acoge radicalmente, yen la compañía de los hombres el espacio en elque es testimoniada con fuerza y con dulzura.Es la Palabra el manantial del que brota la contemplacióncristiana. Acoger y vivir la Palabraes el secreto de toda alma contemplativa.Mis queridas hermanas: si la Palabra de Dioses el alimento para la vida y el camino diario, loes también para la contemplación. Os invito amantener un contacto vivo e inmediato con laPalabra de Dios para que se impriman en vosotraslos rasgos del Verbo Encarnado (cf. JuanPablo II, Homilía, 02/02/2001). Os invito a alimentarvuestra vida contemplativa de la Palabrade Dios (cf. CCGG 40) y, como María, queguardaba fielmente en su corazón el misterio desu Hijo, dedicaros todos los días a la lectura ymedición del santo Evangelio y de las SagradasEscrituras (cf. CCGG 77,1). En este contextoos invito a hacer de la lectura orante de la Palabraen fraternidad un ejercicio frecuente. Deeste modo, acogiendo la Palabra, meditándola,y viviéndola juntas, crecerá en vosotras la espiritualidadde comunión, y seréis transformadasen mujeres nuevas, libres, evangélicas, comolo fue Beatriz, reavivando, al mismo tiempo, elimpulso de vuestro orígenes.La Eucaristía, lugar privilegiadopara la contemplaciónSiendo la Eucaristía lugar privilegiado parael encuentro con el Señor, lo es también parala contemplación del rostro del Señor. Todos,pero especialmente vosotras hermanas contemplativas,sois llamadas a contemplar al Señorde modo especial en la Eucaristía, celebrada yadorada cada día. La Eucaristía, corazón de lavida de la Iglesia, es también el corazón de todacomunidad contemplativa. En la Eucaristíase puede llevar a cabo en plenitud la intimidadcon Cristo, la identificación con Él, la total conformacióna Él, a la cual vosotras, hermanascontemplativas, estáis llamadas por especialvocación. Haced de la Eucaristía, mis queridashermanas, el lugar privilegiado de vuestra contemplación.No os acostumbréis a la celebraciónde la Eucaristía. Sea ésta siempre “nueva”en vuestras vidas y “nueva” será vuestra vida, yradiante vuestra contemplación.María, zarza ardienteEn el libro del Éxodo 3, 1-15 encontramosla perícopa de la zarza que “estaba ardiendo yno se consumía” (Ex 3, 2). Este versículo hasido interpretado por los Santos Padres comoimagen de María, Virgen y Madre, a quien vosotrasqueréis servir, contemplar y celebrar ensu Concepción Inmaculada (cf. CCGG 9, 1).Según dicha interpretación patrística, Maríano es el fuego, no es la fuente de calor, peroilumina, dejándose iluminar; es cálida, porqueen sus entrañas lleva al que es la Luz. El fuegoen las teofanías es el símbolo de la cercaníay, al mismo tiempo, de la trascendencia divina.La llama está fuera de nosotros y, comola luz, no puede ser aferrada; es algo que nostrasciende, y, sin embargo, nos traspasa con sucalor y con su esplendor; nos envuelve y nospenetra con su presencia. “En María, el EspírituSanto manifiesta al Hijo del Padre hechoHijo de la Virgen. Ella es la zarza ardiente dela teofanía definitiva: llena del Espíritu Santo,presenta al Verbo en la humildad de su carnedándolo a conocer a los pobres (Lc 2,15-19) ya la primicias de las naciones” (CEC 724).Como recordaba Juan Pablo II, “la contemplaciónde Cristo tiene en María su modelo insuperable[…] nadie se ha dedicado con la asiduidadde María a la contemplación del rostrode Cristo” (Carta sobre el Rosario, 10). ComoConcepcionistas estáis llamadas a contemplara Jesús con los ojos de María, la “zarza ardiente”.Como la contemplación de María, tambiénla vuestra sea una mirada interrogadora (cf.cf. Lc 2,48): penetrante, capaz de leer en loíntimo de Jesús, como en Caná (cf. Jn 2,5); dolorosacomo en el calvario (cf. Jn 19,26-27);radiante por la alegría de la resurrección, y ardorosa,por la efusión del Espíritu, el día dePentecostés (cf. Hch 1,14).María, en el misterio de su Concepción Inmaculadaos abre a un conocimiento profundodel misterio de su Hijo. Seguid con María lospasos de Jesús (cf. CCGG 69,1). Al igual queMaría sed también vosotras zarzas ardientes,dejándoos habitar por él, para ser epifanía delSeñor en un mundo tan necesitado del Señor,como lo está de pan.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 233so en vuestras palabras y en vuestras acciones.¡Contemplad su rostro y quedaréis radiantes!¡Contemplad su rostro y seréis, como María,mujeres contemplativas! ¡Feliz fiesta de SantaBeatriz de Silva!Roma, 13 de junio,fiesta de san Antonio de Padua, de 2010Vuestro hermano y siervoFr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generalProt. 10110310. Carta con motivo de la Fiesta de SantaClaraMIRA ATENTAMENTE,CONSIDERA, CONTEMPLA,TRANSFÓRMATE EN EL AMADOY TESTIMÓNIALO(Cf. 4CtaCl 19.22.28)Queridas Hermanas Pobres de Santa Clara:¡El Señor esté con vosotras, y que vosotras estéissiempre con él! (BendCl 16)Hace un año que nos hemos puesto en caminopara prepararnos a la celebración del VIIICentenario de la Fundación de vuestra Orden,que iniciaremos oficialmente el Domingo deRamos del 2011, y clausuraremos en la fiestade Santa Clara de 2012. Según el proyectoaprobado por las Presidentas de la Federacionesdurante el I Congreso de Presidentas de laOSC, el tema para este año es el de la dimensióncontemplativa de vuestra forma de vida,tomando en consideración, como instrumentosprivilegiados para potenciar dicha dimensión,la escucha, el silencio y la conversión de vida.Con esta carta que, como todos los años osenvío con motivo de la fiesta de la Plantita deFrancisco, deseo ofrecer algunas pistas de reflexiónsobre la contemplación y sobre la soledady el silencio para que podáis seguir, enpalabras de San Buenaventura, “con solicitudlas huellas de vuestra beatísima madre [] yabrazar con valor al que es espejo de pobreza,ejemplo de humildad, escudo de paciencia ytítulo de obediencia”. (CtaB 2).La contemplaciónEn varias ocasiones, durante los encuentroscon las Hermanas, me han preguntado qué entiendopor contemplación. Sin pretender serexhaustivo pienso que la contemplación se podríadefinir, ante todo, como apertura del corazónal misterio que nos envuelve, para dejarnosposeer por él. En este sentido contemplares vaciarse de todo lo superfluo para que el quelo es Todo, nos llene a rebosar. Contemplar esabrir de par en par los ojos del corazón parapoder leer y descubrir la presencia del Señoren los pliegues de las personas y de las cosas.Contemplar es abrir los oídos del alma paraescuchar los gritos silenciosos del Señor en suPalabra, en los Sacramentos, en la Iglesia, y enlos acontecimientos de la historia. Contemplares hacer silencio de palabras para que hable lamirada llena de estupor, como la de un niño;para que hablen las manos abiertas al compartir,como las de una madre; para que hablenlos pies que, con paso ligero, como nos pidesanta Clara, cruzan fronteras para anunciar laBuena Noticia, como los de un misionero; paraque hable el corazón desbordante de pasiónpor Cristo y por la humanidad, como hablaronlos corazones enamorados de Francisco y Clara.Contemplar es entrar en la celda del propiocorazón, y desde el silencio habitado, dejarsetransformar por aquel a quien como Clara confesamos:“Esposo del más noble linaje” (1Cta-Cl 7), con el aspecto “más hermoso” (1CtaCl9), “cuya belleza admiran sin cesar todos losbienaventurados ejércitos celestiales” (4Cta-Cl 10), y “cuyo amor enamora” (4CtaCl 11).Contemplar es “anhelar, por encima de todo,tener el Espíritu del Señor y su santa operación”(cf. Gál 5,13-21.26; Rom 13,13-14; RCl10,9). La contemplación es esencialmente lavida de unión con Dios, que en palabras deFrancisco sería “tener el corazón vuelto haciael Señor” (1R 22, 19.25), y en las de Clara,colocar alma, corazón y mente, en el Espejo,en Cristo (cf. 3CtaCl 12ss), hasta transformarsetotalmente en imagen de su divinidad (cf.3CtaCl 13).Así entendida, la contemplación nada tieneque ver con una vida mediocre, rutinaria, cansina.La contemplación es hacer una opciónexclusiva por el Señor, entregarle la vida, espoder decir con Pablo “vivo, más no vivo yo, esCristo quien vive en mí” (Gal 2, 20). Es poderdecir en verdad: Sólo el Esposo basta, pues setrata de aquel cuyo “poder es más fuerte, sugenerosidad más alta, su aspecto más hermoso,su amor más suave, y todo su porte máselegante” (1CtaCl 9). Para Clara la contemplaciónno es algo distinto a la opción radicalpor Jesucristo, sino que es la dimensión intrín-


234 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2seca e indispensable de esa misma opción. Lacontemplación franciscana ha de verse siempreen el horizonte del seguimiento de Cristo,es un seguimiento contemplativo.Por eso, con palabras del padre san Francisco,podemos decir que contemplar es entregarsetotalmente a aquel que todo entero se haentregado por nosotros (CtaO 29). Contemplares quemar, gastar la vida por el Evangelio, “reglay vida” para todos nosotros (2R 1,1; RCl1,2). Siempre me llamó la atención que Clarano define la vida en San Damián como vidacontemplativa, sino como vivencia del Evangelio.De este modo, Clara no considera lacontemplación como una forma de vida, sinocomo una dimensión esencial de la misma quequeda sometida a la vivencia del Evangelio.La contemplación, entonces, va de la mano dela calidad evangélica de vida conforme al propósitode vida que hemos abrazado (cf. 2Cta-Cl 11); de una voluntad firme de “progresarde bien en mejor, de virtud en virtud” (1CtaCl32), y de recorrer la senda de la bienaventuranza(cf. 2CtaCl 12-13).Para ello sentimos necesidad de caminardesde el Evangelio, núcleo fundamental yfundante de nuestra forma de vida, pues sóloello nos dará la posibilidad de encender fuegonuevo e inyectar linfa joven en nuestra comúnhistoria, ocho veces centenaria. Ser contemplativosimplica, pues, asumir el Evangelio ensus exigencias más radicales, sin rebajas, sinjustificar acomodaciones a un estilo cómodode vida.La contemplación tampoco es “pasar” delos demás. La pasión por Cristo es pasión porel hombre. La contemplación que alimentanuestra vida nunca puede ser ajena a la vidade nuestros pueblos y a lo que la afecta. Larealidad de nuestros hermanos los hombres ymujeres ha de ser llevada a la oración. Un almacontemplativa es un alma que se siente encomunión con todos, que a todos presenta alSeñor, con sus gozos y tristezas, con sus esperanzasy sus frustraciones. A todos lleva ensu corazón, a todos acoge en su alma contemplativa.La contemplación es, por tanto, mucho másque los momentos más o menos prolongadosde oración y a cuyo servicio deben estar lasdemás cosas temporales (cf. RCl 7,2; 2R 5,2).La contemplación es una existencia vivida parael Señor y por él, gastada también a favorde los demás. No podría ser de otra forma sitenemos presente que la contemplación, comoafirma Clara, es imitar y seguir al Esposo (cf.2CtaCl 20-21).Fuentes de la contemplación franciscanaMirando a Francisco y a Clara es fácil descubrirdos fuentes principales de su contemplación:la Palabra de Dios y la liturgia.La Palabra de Dios es, sin duda alguna, lafuente principal de la oración del Pobrecillo yde su Plantita. Los salmos y los cánticos bíblicosinspiran y nutren su oración hasta tal puntoque bien podemos decir que ambos encarnan ensí mismos la figura del pobre de Yahvé en todasu dimensión: el hombre que pone su confianzaplena en el Señor y el hombre que se sumergeen la adoración y la alabanza. La práctica de laLectura orante de la Palabra, tan recomendadapor la Iglesia en los últimos tiempos, debería serhabitual en nuestras fraternidades, si queremosque la Palabra tome carne en nuestra existenciade cada día. En este sentido hay todavía muchocamino por recorrer.La liturgia es fuente privilegiada de lacontemplación franciscana. En primer lugar,porque es el cauce ordinario a través del cualFrancisco y Clara acogen la Palabra de Dios,una Palabra que no es simple objeto de meditación,sino más bien una Palabra celebrada,actualizada; una Palabra que se transformaen acción. Por otra parte, Francisco y Clara através de la liturgia viven intensamente la actualizaciónsacramental del misterio de Cristo,particularmente así como se manifiesta enla encarnación y en la pasión, que como biensabemos ocupan un lugar central en la contemplaciónde estos dos enamorados de Cristopobre y crucificado.El “método” de Clara para la contemplaciónComo los grandes maestros de contemplación,también Clara elaboró su “método”, sucamino, pero sin asirse a ninguna de las grandescorrientes. Se trata de un método muysencillo que brota de la propia experiencia.Este método puede resumirse en tres verbosque aparecen en la segunda y cuarta Carta aInés de Praga: mirar (observar), considerar,contemplar (cf. 2CtaCl 20; 4CtaCl 15-23). Elcamino contemplativo de Clara está enraizadoen la encarnación del Verbo, sintetizado en elmisterio, en la vida pública y en la cruz. Es unespejo en el que se refleja la pobreza, la humildady la caridad del Hijo de Dios. Contemplartodos los días este espejo es recorrer este caminosin desfallecer.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 235Mirar. La mirada implica todos los sentimientosen el seguimiento contemplativo deJesucristo.“Mira diariamente este espejo []Mira “te digo- al comienzo de este espejo, lapobreza, pues es colocado en un pesebre y envueltoen pañales” (4CtaCl 15ss). No se tratade una postura romántica ante el pesebre, sinode una experiencia real de pobreza, de una opcióndecidida por la pobreza, como el caminoescogido por el Hijo de Dios. No se trata demirarse a uno mismo, sino de salir de uno mismoy contemplar la pobreza de quien se hizo“despreciable por ti”. Para Clara ya no quedaotro camino: “Síguelo, hecha tú despreciablepor él en este mundo” (2CtaCl 19). El miraral que invita Clara es, en definitiva, la miradade la esposa al Esposo, que, por ser diariay constante (cf. 4CtaCl 15), lleva a descubrirla belleza del “Esposo de más noble linaje”(1CtaCl 7).Considerar. La consideración, para Clara,abarca la mente, y conduce a percibir la humildad,como un contraste que escandalizay fascina: El Rey de los ángeles envuelto enpañales y acostado en un pesebre (cf. 4CtaCl19-20). Si para Francisco el binomio pobrezay humildad es inseparable, lo es también paraClara. La pobreza pone de relieve la vida enla misma condición de los pobres. La humildadexpresa lo más profundo de la pobreza: elabajamiento, la humillación, el desprecio. Si lapobreza es negación de riqueza, la humildad esnegación de poder. La humildad es la dimensiónkenotica del seguimientoContemplar. El contemplar implica particularmenteel corazón. Para Clara el corazón esel lugar de la alianza con el Esposo, expresala radicalidad de la respuesta, la entrega total,la comunión que permite saborear a Dios. Porotra parte, la contemplación exige un corazónpuro (cf. RCl 10,10), totalmente vuelto haciael Señor. Ello permite mirar con otros ojos, losojos de Dios, considerar de otra manera, percibiren profundidad. Contemplar significa enúltimo término tener los mismos sentimientosde Cristo (cf. Fil 2,5), revestirse de Cristo (cf.Gál 3,27; Ef 4,24). Contemplar es abrirse alEspíritu que renueva, transforma y arrastra altestimonio, meta de toda contemplación.El mira-considera-contempla, más quegrados, son dimensiones de un mismo procesoque no se reduce a una mera consideración intelectual,sino que es una experiencia que implicaa toda la persona en todas sus dimensiones:espiritual, intelectual, afectiva y sensible.Es como el amor auténtico: envolvente (cf. 1R22,19; 3CtaCl 12-13; 4CtaCl 15), que lleva alseguimiento y a la identificación con la personaamada, a la transformación del amante enel Amado.El silencio y la soledad al servicio de la contemplaciónAsí los piensa Clara en su Regla (Cfr. RCl5), así lo piensa la Iglesia, así lo recogen vuestrasConstituciones: “La búsqueda de la intimidadcon Dios lleva consigo la necesidadvital de un silencio de todo el ser” (EvangelicaTestificatio, 46; CCGG de la OSC, 81). Quiendesee permanecer fijo únicamente en la intimidadde Dios, a ejemplo de Clara, debe apartarde su alma “todo estrépito” (LCl 36). Y esto nosólo para quienes habéis optado por una vidaretirada, sino para todos aquellos que deseenvivir una vida interior auténtica. El silencio encuanto camino de libertad es un valor universal,necesario para una vida en plenitud, parala reflexión profunda.El silencio y la soledad habitados son manifestaciónde una vida plena desbordante, quehabla por sí misma. El silencio y la soledad son,además, medios indispensables para concentrarnosen lo esencial, para vivir en presencia delSeñor. Es desde esta perspectiva desde la cual laclausura adquiere su verdadera dimensión. Sinrestarle importancia alguna a la clausura haciafuera, no se puede olvidar nunca la clausurahacia dentro: no entretenerse en lo accidental,gusto por la Palabra de Dios, recogimiento delos sentidos. Si para quienes viven a orillas dela nada el silencio es signo terrorífico del vacío,para quienes buscan la paz interior, el silencio,la soledad y, en vuestro caso la clausura, sonoportunidades impagables para el encuentro,con Dios y con los demás.El hombre nuevo, a quien la fe le ha dadoun ojo penetrante que va más allá de la escenay un corazón capaz de amar al Invisible, buscael silencio y la soledad, no como huída, no comomedios para encerrarse en uno mismo, sinoel silencio y la soledad hechos de relacionesprofundas, auténticas. Por paradójico que parezca,únicamente el que es capaz de quedarsesolo, es capaz de encontrarse con alguien. Talvez esto explique por qué hoy estamos tantotiempo juntos y no acabamos de encontrarnosrealmente con alguien.Hoy, tanto vosotras, mis queridas hermanas,como nosotros y cuantos deseen dedicarsecon corazón exclusivo a Dios, necesitamos


236 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2de silencio y soledad, llenos de una Presencia,atentos a la escucha, abiertos a la comunión.Necesitamos cuidar el silencio y la soledadhabitados para no ser víctimas de un activismo–también este es un peligro real en muchosde vuestros monasterios-, privo de reflexión;víctimas de un activismo vacío y por tanto estéril.Dios siempre habla y aun su silencio espalabra.ConclusiónHermanas muy queridas en el Señor: iniciabaesta carta con unas palabras de san Buenaventuray termino haciendo mías otras palabrassuyas. Como él, también yo os pido queestéis siempre unidas a Cristo, nuestro únicobien duradero (cf. CtaB 4). Cuanto os he escritoa vosotras, mis queridas Hermanas pobresde Santa Clara, lo pienso también para mí ypara todos los hermanos que el Señor me haregalado.¡Que el Señor nos dé un corazón puro parapoder mirarlo, considerarlo, contemplarlo, paraque, transformándonos en él, podamos testimoniarloa los hombres y mujeres de nuestrotiempo!Fraternamente,Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generalProt. 10100711. Lettera in occasione della canonizzazione di Camilla Battista da Varano, OSCUNA LUCEPER IL NOSTRO TEMPOCarissimi Fratelli e Sorelle,il Signore vi dia Pace!Il 19 febbraio 2010 Benedetto XVI, nelConcistoro pubblico, ha iscritto nel Catalogodei Santi una nostra sorella, la Clarissa CamillaBattista da Varano. La canonizzazione avverràin S. Pietro il 17 ottobre 2010.Con vera gioia, dal monastero in cui ha vissutola Varano e dove riposa il suo corpo, dovemi trovo con i confratelli del Definitorio perfrequentare per alcuni giorni la scuola dellaVarano, desidero comunicarvi questa “buonanotizia”, che renderà felici tutte le Clarisse: ilcarisma clariano è capace di produrre frutti disantità in ogni epoca! E ciò avviene nell’anno2010, anno che, nel cammino di preparazionealla celebrazione dell’VIII centenario degliinizi di vita di santa Chiara in San Damiano, èdedicato alla contemplazione. Una “buona notizia”che rende orgogliose le Clarisse di Camerino,fedeli custodi del corpo della nuovaSanta e della sua memoria.Ma è un avvenimento che coinvolge anchenoi Frati Minori. La canonizzazione dellaBeata Camilla Battista da Varano è la dimostrazioneche la “pianticella” del padre sanFrancesco continua a rallegrare il suo cuorecon nuovi vigorosi germogli. Inoltre, ogni tappadell’itinerario spirituale della Beata è stataaccompagnata dai Frati Minori - Domenicoda Leonessa, Pacifico da Urbino e Pietro daMogliano - figure eccellenti dell’«Osservanzafrancescana», portavoci di quel fervore dirinnovamento che contrassegnò l’Ordine francescanoe che finì per contagiare anche CamillaBattista nella sua azione di rinnovamentospirituale reintroducendo, nei Monasteri da leifondati, la Regola di santa Chiara.Infine, la canonizzazione di Camilla Battistada Varano, a conclusione delle celebrazionidell’VIII centenario della fondazione dell’Ordinedei Frati Minori, ci ricorda che la santitàcostituisce la fondamentale via per dare significativitàalla nostra vocazione e missione.Non è il caso ora di mettere a fuoco la suavita, la sua esperienza umana e spirituale, ancheperché esiste a tal proposito un’abbondanteletteratura. Questa mia lettera-comunicazionevuole solo stimolare una maggiore conoscenzadi questa straordinaria mistica, soprattuttoattraverso la lettura dei suoi scritti, almeno ipiù importanti come la Vita spirituale (Autobiografia)e I dolori mentali di Gesù nella suaPassione.Brevi note biograficheCamilla da Varano nacque a Camerino nel1458 da Giulio Cesare da Varano. È figlia illegittimama prediletta dal padre e dalla moglieGiovanna Malatesta che le fu più che madre.Dai suoi numerosi scritti, in particolare, si deduceche Camilla ha ricevuto una solida formazioneumanistica, suffragata da una spiccataintelligenza, da un carattere forte e tenace edalla voglia di vivere e divertirsi.Dopo aver resistito per vari anni alla chiamatadel Signore, il 4 novembre 1481 Camillafece il suo ingresso nel Monastero delle SorellePovere di santa Chiara di Urbino, assumendoil nome di Battista. Il 14 gennaio 1484diede vita ad un nuovo Monastero a Camerino,


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 237dove introdusse la Regola di santa Chiara. Nel1502, per sfuggire all’assedio della sua città daparte di Cesare Borgia, Sr. Battista si rifugiòad Atri, facendo poi ritorno a Camerino agliinizi del 1504. Dopo aver fondato i Monasteridelle Clarisse a Fermo (1505-1506) e a S. SeverinoMarche (1521-1522), morì a Camerinoil 31 maggio 1524.II 7 aprile 1843 Papa Gregorio XVI riconobbeil culto pubblico, attribuitole da antichissimotempo, e la dichiarò Beata. L’8 aprile1891 Leone XIII approvò gli atti del Processo,in vista della canonizzazione, e il 4 febbraio1893 i suoi scritti. Il 17 ottobre 2010 BenedettoXVI la proclamerà Santa.Un cuore in tensioneCamilla Battista da Varano visse radicalmentel’ideale evangelico di san Francesco e disanta Chiara, ma fu segnata fortemente anchedalla nuova sensibilità culturale e spiritualeche stava sorgendo con il Rinascimento, dallevicende tragiche della sua famiglia e della suacittà, dalla trama complessa della vita dell’Ordinedei Frati Minori e delle Sorelle Poveredi santa Chiara. Tutte queste vicende hannoplasmato il suo spirito, che, docile all’azionedella grazia divina, ha dato vita a un’esperienzaevangelica che ha profondamente inciso neltempo in cui Camilla Battista è vissuta.Il segreto di questa “trasfigurazione”? Lasua vita, il suo cammino di conversione sonoprofondamente determinati dall’incontro conil Crocifisso. Come non ripensare all’incontrodi san Francesco con il Crocifisso di San Damiano?Come non accogliere l’invito di santaChiara a contemplare il «più bello tra i figlidegli uomini» appeso alla Croce? Ma è la stessaCamilla Battista a guidarci con i suoi scritti:«la memoria della Passione di Cristo è comeun’arca dei tesori celesti, una porta che permettedi entrare a gustare il glorioso Gesù eduna perfetta maestra di tutte le arti spirituali,una fonte inesauribile di acqua viva, un pozzoprofondissimo dei segreti di Dio... Chi vuol esserelibero da ogni impurità ed avere un segnodella futura gloria e beatitudine..., cerchi questadolce memoria della Passione di Cristo, comel’apostolo Paolo che portava continuamentele stigmate della Passione nel suo corpo».Tutto ebbe inizio nel lontano 1466 (o 1468),quando Fr. Domenico da Leonessa esortò ifedeli, nella predica del Venerdì santo, a farmemoria della Passione di Cristo. Tra i tantiche l’ascoltarono, una bambina di 8/10 anni,Camilla da Varano, lo prese sul serio, fino adaggrapparsi a Cristo povero e crocifisso contutta se stessa, lasciando trasfigurare da questapresenza la vita, i dolori, le gioie, le aspirazionie le profonde contraddizioni della sua epocae del suo Ordine.La santità di Camilla Battista ci coinvolge,come Sorelle Povere di Santa Chiara, comeFrati Minori e come donne e uomini del nostrotempo, perché rende visibile la tensionedel cuore umano, il suo difficile cammino diconversione e, nello stesso tempo, la feconditàdella conformazione alla croce di Cristo: nellasantità di questa donna singolare la luce dellarisurrezione, della pienezza dell’uomo in Cristo,risplende attraverso i secoli.Attualità di Camilla Battista da VaranoCamilla Battista si rivela, innanzitutto,come una donna capace di accettare la sfidadell’esistenza, incarnando una “passione per lavita”, vissuta come ricerca incessante di veritàe libertà. Non è stata passiva, non ha subitosemplicemente i condizionamenti familiari opolitici, che avrebbero potuto imprigionarela sua esistenza. Ha saputo essere protagonistaoriginale della sua vita, costruendo la suaumanità in un dinamismo di libertà proteso allaricerca genuina dei valori.In un’epoca caratterizzata da relativismomorale e superficialità intellettuale, in cui imodelli sociali e mediatici sono così possessivie dominanti, abbiamo bisogno dell’esempiodi uno spirito libero e fiero che sappia viverecon coraggio la sua originalità.Camilla Battista si presenta ai nostri occhicome una figura straordinariamente attuale.Ella vive in un’epoca solo apparentemente diversadalla nostra, fatta di lotte e di guerre, didrammi e di odio, ma anche di grandi slanciumani, artistici e spirituali.Attraverso la canonizzazione della BeataCamilla Battista, la Chiesa compie un gestoprofetico attraverso il quale addita all’umanitàintera, a tutti i battezzati e alla famigliafrancescana questa figura di donna veramenteevangelica, segno eloquente di conversione realizzata,di risposta coerente al vangelo e allavocazione a cui ogni uomo è chiamato.Una luce per l’umanitàCosa è stata la vita di Camilla Battista senon un incessante, commosso e appassionatosilenzio che ascolta quella Parola della croceche rivela la pienezza della vita e dell’amore?


238 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Cosa è stata la sua esperienza se non un continuoimmergersi nel mistero pasquale in cuileggere e ritrovare la propria sofferenza e scoprirlaabitata, redenta, trasfigurata?Ella ha desiderato che la sua vita fosse uncontinuo venerdì santo. Il senso di questo desideriosta nel messaggio che Camilla Battistaconsegna all’umanità intera: nell’umano soffrireè nascosta la luce e la presenza del Risortoche trasfigura ogni dolore e colma ognisolitudine.Contemplando la passione di Cristo, CamillaBattista contempla la passione dell’uomo diogni tempo e di ogni luogo, scopre e indica aciascuno il senso, la luce e la forza che l’umanitàincessantemente invoca.Nella nostra epoca, segnata da una profondacrisi economica che ha fatto emergereuna significativa urgenza etica nell’agire e nelpensare, Camilla Battista indica una via da seguire:immettere nella storia i valori evangelicidel dono e della gratuità. Il vero contemplativo,infatti, non si sottrae alla responsabilità diimmergersi nella storia, ma sa di essere inviatoa rendere presente il volto del Dio contemplato,attraverso la restituzione dei doni di graziaricevuti.All’umanità smarrita a causa dell’emergenzaeducativa, evidenziata dal diffuso disagiogiovanile e da un’estrema povertà di punti diriferimento, Camilla Battista indica l’urgenzadi educatori, maestri e testimoni credibili.I suoi scritti ci consegnano diverse figure dipadri nella fede, soprattutto Frati, che hannoaccompagnato e guidato il suo cammino, econtemporaneamente ci rivelano la sua straordinariacapacità pedagogica. Camilla Battista,come madre spirituale e come guida sapiente,sa farsi modello di vita e canale della grazia,come lei stessa racconta: «Occorre essere“conca” prima che “canale”. Per vent’anniquasi, questa tua madre è stata “conca”, ha cercatocioè di custodire, di contenere la grazia insé, poi, come “canale”, l’ha diffusa e scritta adaltri».Nell’epoca della comunicazione di massa,di internet e del dilagante sviluppo dei socialnetwork assistiamo, quasi impotenti, a un singolareparadosso: da una parte, infatti, emergeun’incontenibile bisogno di comunicazione edi informazione in tempo reale; dall’altra sifa strada la crescente paura nei confronti deldiverso, stigmatizzato nella figura dello stranieroche bussa alle nostre porte, con un conseguenteinnalzamento delle frontiere e deimuri che impediscono l’accoglienza e la condivisione.In questo contesto Camilla Battistasi rivela maestra di dialogo inteso come necessitàumana, vitale e quotidiana. Il Tu di GesùCristo contemplato e amato l’ha condotta al tudei fratelli e delle sorelle facendo di lei unastraordinaria donna di relazione. Il dialogo è,infatti, il tessuto, lo stile e la categoria predominantedel suo scrivere e della sua esperienzamistica.In una società liquida, scettica circa l’idealedella fedeltà, capace di assumere solo impegnitemporanei e condizionati, Camilla Battista ciprovoca con la sua capacità di operare sceltedefinitive e radicali nella forza dell’amore edel perdono incondizionato. È una clarissa autentica,che ha saputo credere all’Amore (1Gv4,16).Questa genuina figlia di santa Chiara si èlasciata ferire dall’amore di Cristo al quale si èdonata totalmente con slancio appassionato edesclusivo, fedele ed incondizionato, capace diamare i nemici e di affrontare con straordinariafortezza le durissime prove che hanno segnatola sua vita.Una luce per la ChiesaCamilla Battista – seguendo l’esempio el’insegnamento di Chiara e Francesco – havissuto una fedeltà eroica verso la Chiesa anchequando ha dovuto, per essa, affrontaresofferenze amarissime. Questa sua tenace obbedienzasi radica nella consapevolezza chela Chiesa è l’immagine stessa di Cristo, suocorpo vivente e sua concreta presenza nellastoria dentro la quale si compie efficacementel’opera della nostra salvezza. Non ci fu compromessoo umana fragilità che riuscì a distoglierladal proposito di vivere questa totaleappartenenza alla Chiesa: la sofferenza nonla rese ribelle, ma ancor più fedele nell’offrirepreghiere e suppliche accorate a Dio per la«renovatione della chiesa».Abbiamo bisogno anche noi, soprattutto nelnostro tempo, di riscoprire il gusto di questaappartenenza ecclesiale che genera una fecondae universale comunione in Cristo.Anche per questo motivo la canonizzazioneoffre Camilla Battista come modello a tuttii battezzati e come esempio di vita cristiana:la sua è la luce della relazione perseverantee appassionata con Cristo crocifisso, di unamartyria resa credibile dalla povertà, di unakoinonia concretizzata nella fraternità, di unadiakonia radicata nella contemplazione; una


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 239luce autorevole, capace di orientare ogni camminoecclesiale.• Scegliendo di professare la Regola di Chiarad’Assisi, infatti, Camilla Battista indicaa ogni cristiano la via della povertà comevia di testimonianza radicale, come autenticamartyria: «Questa serva di Dio compròcara per sé e per gli altri la povertà e a leisola toccò pagarne il prezzo; di modo checosta a lei più cara la povertà, che non lericchezze ai ricchi, e più l’ha desiderata ecercata, che non cerchi il mondo li denari».• Vivendo pienamente il carisma francescano,Ella mostra alla Chiesa la via della fraternitàcome attuazione della koinonia: unafraternità che chiede la rinuncia al poteree all’individualismo e chiama a un amoregratuito, evangelico, generoso, a una caritàcrocifissa, simile a quella della Perfettaletizia di Francesco: «O mio clementissimoIddio, se Tu mi rivelassi tutti i segreti deltuo sacratissimo Cuore e ogni giorno mimostrassi tutte le gerarchie angeliche, seogni giorno io risuscitassi i morti, non crederòper questo che Tu mi ami di infinitoamore. Ma quando sentirò di avere ottenutola grazia di un perfetto amore, cioè di farbene a chi mi fa male, di dir bene e lodarechi so che dice male di me e a torto mi biasima,allora soltanto, per questo segno infallibile,Padre mio clementissimo, crederò diesserti vera figlia. Soltanto allora sarò conformeal tuo dilettissimo Figlio Gesù CristoCrocifisso, che è l’unico bene dell’animamia, conforme a Lui, o Padre, che essendoin croce ti pregò per i suoi crocifissori».• Erede esemplare di Chiara d’Assisi, Camillaci consegna la via della contemplazionecome reale e specifica diakonia. LaChiesa intera e ogni battezzato, tramite lacontemplazione, risale alla sua fonte vitalee svolge un ministero di intercessione: èquesto il servizio che Chiara e Camilla Battistahanno svolto ricordandoci il primatodi Dio e la misteriosa fecondità apostolicadella contemplazione, destinata a incidereprofondamente nella vita della chiesa.Una luce per la Famiglia FrancescanaCamilla Battista appare come una cristianacapace di vivere con serietà e intensità laricerca di Dio, radicandosi nell’esperienzabiblica. Pur dotata di una raffinata ed elevataformazione culturale, il suo modo di leggere laScrittura non ha mai assunto lo stile di un’aridaerudizione. Alla luce della Parola rileggeil suo itinerario vocazionale e tutta la sua vitaservendosi del modello biblico: i grandi eventidella storia della salvezza stanno alla base dellasua spiritualità quasi come profezie che vi siadempiono.Accostandoci ai suoi scritti ci accorgiamoche è la liturgia il luogo privilegiato in cui ellaascolta la Parola attingendovi la luce e la forzaper compiere le sue scelte.«Tu, Signore, per grazia sei nato nell’animamia e mi hai mostrato la via e luce e lume dellaverità per arrivare a te, vero paradiso. Nelletenebre e oscurità del mondo tu mi hai dato lavista, l’udire e il parlare e il camminare – cheveramente a tutte le cose spirituali io ero cieca,sorda e muta – e mi hai risuscitata in te, veravita, che dai vita a ogni cosa che ha vita».Camilla Battista ci mostra la via concretaper osservare il santo Vangelo, per metterloin pratica e tradurlo nell’esistenza quotidiana.Il voto di versare ogni venerdì una lacrimain memoria della Passione di Cristo, al qualerimase tenacemente fedele pur immersa nellavita di corte, ci testimonia quel coinvolgimento,quella partecipazione “fisica” e totaleal mistero di Cristo che diventa relazione vivae feconda, secondo la più genuina spiritualitàfrancescana.Nella società di oggi che favorisce una religiositàintimistica e fragile, riducendo la fedea una pulsione emotiva e disincarnata, CamillaBattista suggerisce a tutta la Famiglia Francescanauna via sicura: vivere il Vangelo conpassione e radicalità e restituire «amore peramore, sangue per sangue, vita per vita».Solo così potremo essere una presenza significativanella chiesa e nella storia.ConclusioneCon l’annuncio di questa “buona notizia”non intendo semplicemente notificare che unanuova Santa si aggiunge all’albero già rigogliosodel carisma francescano-clariano, madesidero segnalare soprattutto la fecondità diuna vita vissuta secondo il Vangelo di nostroSignore Gesù Cristo. Nell’evolversi della storiae nel costante impegno per rinnovarla, infatti,sono proprio «i santi, guidati dalla lucedi Dio - diceva Benedetto XVI nell’Udienzadel 13 gennaio 2010 - gli autentici riformatoridella vita della Chiesa e della società. Maestricon la parola e testimoni con l’esempio, essisanno promuovere un rinnovamento ecclesialestabile e profondo, perché essi stessi sono


240 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2profondamente rinnovati, sono in contatto conla vera novità: la presenza di Dio nel mondo.Tale consolante realtà, che in ogni generazionecioè nascono santi e portano la creativitàdel rinnovamento, accompagna costantementela storia della Chiesa in mezzo alle tristezze eagli aspetti negativi del suo cammino. Vediamo,infatti, secolo per secolo, nascere anche leforze della riforma e del rinnovamento, perchéla novità di Dio è inesorabile e da sempre nuovaforza per andare avanti».Cari Fratelli e Sorelle, vorrei lasciarvi condue pensieri di Camilla Battista che mi hannoparticolarmente colpito. Commentando legrande tentazioni vissute, avrebbe poi scrittocon convinzione: «Beata quella creatura cheper nessuna tentazione tralascia il bene incominciato!». D’altra parte, cresciuta nella spiritualitàdella restituzione così cara a Francesco,Camilla pregava: «Fa che io ti restituisca amoreper amore, sangue per sangue, vita per vita».Tutto un esempio di fedeltà e perseveranza nelbene, e del vivere nella logica del dono totaledi se stessa a Colui che l’ha amata per primo.Fratelli e Sorelle, siamo santi come Lui èsanto! La santità è la vocazione più alta allaquale può tendere un uomo, una donna. Lasantità è la nostra vocazione.Camerino, 5 luglio 2010Vostro fratello, Ministro e servoFr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generaleProt. 10119812. Discorso del Ministro generale al Capitolo della Custodia di Terra SantaGerusalemme, 14 luglio 2010RIVITALIZZARELA NOSTRA VITA E MISSIONECarissimi confratelli,il Signore vi dia pace!Sono veramente contento di essere in mezzoa voi al termine del Capitolo custodiale 2010.Vi saluto tutti con affetto, in modo particolareil Visitatore generale e Presidente del Capitolo,Fr. Francesco Bravi. Al Padre Custode, Fr.Pierbattista Pizzaballa, e ai membri del nuovoDiscretorio vanno le mie congratulazioni e imigliori auguri per un proficuo lavoro.GratitudineCon queste parole voglio, innanzitutto, ringraziarvidel servizio che, a nome della Chiesae dell’Ordine, svolgete nel territorio dellaCustodia e, in modo particolare, nella TerraSanta. È un servizio prezioso per la Chiesa eper l’Ordine.I Papi hanno valorizzato grandemente lapresenza continua, ininterrotta, di noi FratiMinori, nonostante le difficoltà. Lo ricordavaLeone XIII nel lontano 1887: «I Frati nonabbandonarono mai un campo tanto nobile».Più recentemente lo ha ripetuto Paolo VI: «IFigli di san Francesco sono rimasti, da allora(s. XIII), nella terra di Gesù durante un periodoininterrotto di anni». Giovanni Paolo II haaggiunto: «D’allora i francescani non hannointerrotto la loro benefica presenza…». BenedettoXVI, infine, ha lodato in diverse occasioniil servizio che noi Frati Minori abbiamoprestato e prestiamo in Terra Santa.Ma la vostra presenza non è soltanto importanteper la Chiesa. Lo è anche per l’Ordine. Anome dell’intera Fraternità oggi vi dico: grazieFratelli per quello che siete e per quanto fate.Grazie, anche a nome personale per quantola Custodia mi ha dato per la mia formazionefrancescana e biblica.Una grande storia da raccontare e da costruireSi può dire, senza esagerare, che siamo statiprotagonisti nella storia di Terra Santa per piùdi sette secoli. Non si tratta di trionfalismo, madi un dato reale e storicamente dimostrabile.La Custodia, cari Fratelli, ha una «gloriosastoria da ricordare e da raccontare». Per questastoria ringraziamo il Signore e chi l’ha scritta,a volte con il proprio sangue e sempre con tantapassione, pazienza, competenza, zelo e conil sostegno della grazia del Signore. Soltantocosì si può spiegare la nostra permanenza inquesta terra.Ma davanti a voi avete, pure, «una grandestoria da costruire» (VC 110). Come costruirequesta storia?Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolicaNovo Millennio Ineunte, oltre ad invitarci aguardare il passato con gratitudine, ci esortaa vivere il presente con passione, per abbracciareil futuro con speranza (NMI 1). In altreparole: siamo chiamati a vivere coerentementela nostra vocazione di Frati Minori. Daquesto dipenderà il nostro futuro. Per questosiamo costantemente chiamati a rivisitare, inatteggiamento di conversione, la nostra forma


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 241di vita, disposti a iniziare e nascere di nuovo(cf. Gv 23,3). È questo che intendiamo quandoparliamo di “rifondazione”: rivitalizzare il nostrocarisma per meglio rispondere, in quantoFrati Minori, alle sfide delle nuove situazioniche stiamo vivendo. È questo che intendiamoquando parliamo della necessità di ripartiredal Vangelo, poiché soltanto dal Vangelo attingeremonuova energia, che ci permetterà dirimanere sempre giovani e attuali, di leggereil momento storico con gli occhi di Dio, di risponderecon fantasia e creatività evangelicheai segni dei tempi, come fecero nel passatotanti dei nostri Confratelli. In definitiva, quelloche si chiede a noi è semplicemente di esseredei cristiani che vogliono prendere sul serio ilVangelo, come fecero Francesco e i suoi primicompagni (cf. PdV 6), così che sia il Vangelo acambiare la nostra vita, come accadde a Francesco(PdV 5).Pilastri per una rivitalizzazione del carismaIl Congresso Internazionale sulla Vita Consacrata,celebrato a Roma nel 2004, ha chiestoa tutti i Consacrati passione per Cristo e passioneper l’umanità. D’altra parte, il Capitologenerale 2003 ci invitava a «tornare all’essenzialedella nostra esperienza di fede e dellanostra spiritualità per nutrire, mediante l’offertaliberatrice del Vangelo, il nostro mondoframmentato, disuguale e mendicante di senso,come fecero nel loro tempo Francesco e Chiara»(Sdp 2). Questo comporta, come abbiamogià detto parlando della grazia degli origini, dicentrarci, concentrarci, decentrarci.Il cammino percorso in questi ultimi anni ciha portato a prendere coscienza della necessitàdi assumere tre priorità: la spiritualità, la fraternitàe la missione, in quanto pilastri della rivitalizzazionedel nostro carisma, della nostra vitae missione. Oggi ripropongo a questo Capitoloe, attraverso di voi, a tutti i Confratelli della Custodiadi Terra Santa queste priorità, convintocome sono che il presente e il futuro della nostravita dipendono necessariamente da queste dimensioniirrinunciabili per una vita veramentesignificativa e una missione efficace.La spiritualità o dimensione contemplativaIl cristiano di oggi e di domani o sarà contemplativoo non sarà nulla. La dimensionecontemplativa esige che si presti speciale attenzionealla dimensione della fede nella nostravita. La fede è la porta, la meta e il fondamentodella dimensione contemplativa. Lafede non è settarismo, ma fiducia in un Dioche non possiamo vedere, ma che sappiamoche esiste, anche solamente perché sentiamola sua forza dentro di noi. La fede non è magia,ma «avere il cuore rivolto al Signore»,avere «lo spirito di orazione e devozione, alquale tutte le altre cose devono essere sottomese»,come chiede il padre san Francesco.La fede è fede, soltanto, quando siamo capacidi “vedere” nell’Oscurità, la Luce. Si tratta,dunque, di una fede che raggiunge la totalitàdella nostra persona, in modo tale che siamointrodotti nell’obbedienza alla Parola (cf. Spc18). Soltanto una siffatta fede, che coinvolgemente, cuore e mani (vita), potrà sostenerci neimomenti della prova ed essere sorgente dellanostra missione. D’altra parte, non si tratta diuna fede meramente intellettuale, ma di unafede che illumina e nutre la vita nella sua quotidianità,nei momenti gioiosi e nei momentidolorosi, di una fede che va oltre la soluzionedei problemi quotidiani. La fede va oltre lapurezza dottrinale, la devozione religiosa e lasana austerità. La fede riposa nelle braccia diDio, ha fiducia nell’oggi, e accetta il domani,poiché sa che, qualunque sia il giorno, Dio sifarà presente. La fede vive nel mistero che èDio e fiorisce nella vita di ogni giorno.Il Capitolo generale 2009 ci invita ad essereautocritici sulla nostra fede e a domandarci«se l’immobilismo e lo stallo che minaccianodi paralizzare ogni dinamismo evangelizzatorenon stiano segnalando una crisi di fede chetocca alcuni di noi» (PdV 12). Questa stessadomanda la rivolgo oggi a voi. Non basta averfatto la professione, non basta neppure curarel’osservanza di quanto è stabilito. Sotto unabito o dietro un’osservanza precisa si può nascondereun ateo praticante, si può nascondereuna persona il cui cuore è lontano da Dio.La dimensione contemplativa, di cui stiamoparlando, comporta anche di dare una realepriorità a Dio nella nostra vita, mettere ilSignore al centro del nostro vivere e del nostroagire, in modo tale che sia Dio stesso ilprincipio integratore della nostra vita e dellavita delle nostre Fraternità (cf. PdV 12). Il chesignifica vederlo come l’Energia stessa che cianima, come lo Spirito che ci guida, come laRealtà che tenta di raggiungere la pienezza innoi, come la Voce interiore che ci chiama allavita, come il Tutto, come lo era per Francesco(cf. LodAl).Questa centralità di Dio nella nostra vitaimplica anche essere uomini di preghiera, at-


242 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2traverso un processo lungo, lento e faticoso.Si prega per essere alla presenza del Signore,per imparare a vivere alla sua presenza, apertisempre a quanto il Signore nella preghieraci vuole dare: l’essenza della vita. In questomodo, pian piano, ponendo la Parola e l’Eucaristiaal centro della nostra giornata, il Signoreci trasformerà profondamente fino a diventarenoi stessi icone del Signore, lettere di Cristoper quanti ci vedono, segni e memorie viventidella dimensione trascendentale che esiste nelcuore di ogni essere umano.Soltanto se la nostra vita è centrata in Diosaremo docili allo Spirito, che ci spinge versoil futuro, per fare grandi cose con noi (cf. VC110), ritrovando nel Consolatore l’ardore missionarioche talvolta sembra venir meno (cf.PdV 20). In questo senso dobbiamo ribadire,ancora una volta, che la preghiera non è un sovrappiùalla nostra attività. La preghiera, comeripete costantemente il Papa Benedetto XVI, èla prima attività di chi ha ricevuto la missionedi far conoscere Colui che per noi è cammino,verità e vita. Non ci fa dei religiosi, né dei FratiMinori, ciò che facciamo, ma come lo facciamoe per chi lo facciamo.Quanto detto è necessario, ne sono moltoconvinto, ridircelo tutti assieme, anche se viviamoed operiamo in ambienti di per se stessireligiosi, come possono essere i santuari. Nonbasta essere in un santuario per essere uominidi preghiera o uomini di fede che centrano laloro vita in Dio. Anche qui, e forse più che inaltri ambienti, la routine può essere la nostragrande nemica.Alla luce di quanto detto vi chiedo di domandarvi:sono veramente credente? Si puòdire di noi che siamo cristiani nel senso concui lo diceva Francesco di Chiara?La comunione di vita in FraternitàLa Fraternità è per noi un elemento costitutivoche, con lo spirito di orazione e devozione,con la minorità e la missione evangelizzatrice,ci identifica come Frati Minori. Nonpossiamo dirci tali senza tentare seriamente divivere queste dimensioni. D’altra parte, oggiè una convinzione acquisita che il presente eil futuro della vita consacrata passano necessariamenteper la vita fraterna, essendo ancheuna condizione per raggiungere l’autorealizzazione,come afferma il documento Vita fraternain comunità (cf. Vfc 25). Cercare il pienosviluppo umano, la piena maturità spirituale,fuori dell’ambito della comunità umana, è pretenderel’impossibile. Per tutti, ma particolarmenteper noi, sono valide le parole della Gaudiumet spes: nessuno «può trovare la sua propriapienezza se non nella consegna sincera dise stesso agli altri» (GS 24). Cercare di essereFrati Minori senza la vita fraterna in comunitàè tentare l’impossibile. Per noi, seguire Cristo,non si può fare da solo, ma comporta esserein comunione con i fratelli; ascoltare Cristo richiede,tra le altre mediazioni, quella di ascoltarlonei fratelli; contemplare il volto del Signoreesige, anche, contemplarlo nel volto deifratelli; accogliere Cristo significa accoglieregli altri come dono del Signore (cf. Test 14).Nella vita fraterna ci giochiamo tante cosea livello umano: la piena maturità umana;cristiano: maturità cristiana; francescano:maturità religiosa (cf. CCGG 39). NellaFraternità si cresce, si matura, si raggiungela pienezza. Nella Fraternità si radicano lanostra vita e missione. È, infatti, la Fraternitàche evangelizza, «essendo la comunionefraterna, sorretta dalla preghiera e dalla penitenza,la prima e la più luminosa testimonianzadel Vangelo», come affermano le nostreCostituzioni (CCGG 89, 2). Per questo sitratta di una vera sfida nella nostra vita. Eccoperché il Capitolo generale 2009, coscientedell’importanza e centralità della Fraternitànella nostra vita e missione, ha chiesto atutti di «coltivare una particolare attenzionela qualità della vita fraterna». Tale cura, cheimplica nutrire tra di noi uno spirito di familiarità,vivere certe virtù come la reciprocaamicizia, la cortesia, la gioia del cuore (cf.CCGG 39), coltivare la «fede orizzontale»,la fiducia reciproca (cf. Spc 5), è «una parteimportante del ministero dei ministri e guardiani»,che si devono impegnare nella ricerca«dei mezzi per ricreare comunione, mutuacomunicazione, calore e verità nelle relazionireciproche» (PdV 27). Così come la fedeè condizione sine qua non per accogliere glialtri e per andare incontro agli altri, di coloroche sono diversi (cf. Spc 22), il dialogo ela comunione profonda sono il nutrimentoumano della vita fraterna (cf. Spc 50). Eccoallora che «il bisogno di coltivare momenti diintercambio mutuo, momenti per condivideree celebrare la vita in tutte le sue dimensioni»(Spc 32), diventa una vera sfida. La metodologiadi Emmaus, che ci ha suggerito il Capitologenerale 2006 (cf. Spc 39ss), si è rivelatauno strumento molto adeguato per la costruzionedella Fraternità


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 243Anche se è responsabilità principale deiMinistri e guardiani di assicurare un accompagnamentomaterno della vita fraterna (cf.Spc 31), tutti noi dobbiamo tener presente chela costruzione della vita fraterna è compito ditutti, come già aveva ricordato il Capitolo del2006 nell’invitarci a prestare «una delicataattenzione da parte nostra» a questa dimensione.Lo stesso Capitolo ci chiede di costruirefraternità-segno, fraternità profetiche chesappiano «leggere i segni dei tempi e incarnareil Vangelo in maniera concreta e comprensibilealla cultura del proprio tempo»(PdV 8).È bene ricordare, pure, che la Fraternità è sìdono, ma è anche compito e che il nostro è tempodi costruzione e di edificazione. E in questolavoro nessuno si può tirare in dietro. Nonsi può essere semplicemente “consumatori” difraternità, ma, soprattutto, si deve essere suoicostruttori. La Fraternità perfetta non esiste.Siamo in un momento di costruzione e la veraFraternità «si edifica sulla debolezza umana»,quindi si deve imparare a vivere il perdono el’amore (cf. Vfc 26). Ecco perché, oltre a quantodetto, il Capitolo del 2006 insiste sulla necessitàdi fomentare tra di noi gesti di perdonoreciproco e di una comunione sempre rinnovata(cf. Spc 31).Nel pensare alla qualità evangelica di vita,è importante avere presenti tutte queste indicazioni,poiché, anche se non è facile accettarlo,non bastano il dialogo, la comunicazione e lafede orizzontale. Un pericolo che vedo nellanostra vita – e quindi anche nella vostra vita,cari Confratelli, che lavorate nella Custodia– è che ognuno pensi di costruirsi il propriomondo, diventando così estraneo agli altri.A dare qualità alla nostra vita di comunionefraterna ci aiuterà molto il progetto di vita emissione, del quale parla il Capitolo del 2009.Con le parole del medesimo Capitolo vi chiedodi entrare in «una cultura di progetto fraternodi vita e missione». Chiedo anche che detto progettotenga conto delle priorità della nostra vita,collocandole «in una dinamica circolare di alimentazionereciproca, all’ interno della qualesi inseriscono i nostri progetti» (PdV 28).Parlando sempre della Fraternità, vogliorichiamare la vostra attenzione su di un ultimoelemento e cioè: la Custodia è una Fraternitàinternazionale e pluriculturale. È questoun aspetto molto importante che la Custodia èchiamata a custodire come un vero e propriotesoro. Non perdere mai questo aspetto veramenteprofetico, particolarmente nella TerraSanta dove sembra impossibile vivere insiemeper coloro che si sentono diversi. È questa unadimensione, a mio parere, che ha salvato la nostrapresenza nella Terra di Gesù. La diversitànon può essere considerata una minaccia allapropria identità, ma è un’epifania, una «buonanotizia di un Dio sempre fecondo» (Spc 4).La pluriculturaliltà è segno di ricchezza per lavita fraterna a tutti i livelli. Sono ben coscienteche non sia facile viverlo, nonostante chesia un bel principio. È necessario una formazionecontinua, un processo di interculturalitànel quale il riconoscimento, l’accettazione,l’intercambio e la complementarietà diventinouna realtà armoniosa. Ci sono molti che parlanodell’interculturalità come dell’imperativodel nostro tempo, un imperativo che tuttinoi, specialmente quanti vivono e lavorano inquesta Terra, dobbiamo assumere se vogliamoessere all’altezza delle esigenze contestuali euniversali che ci vengono dalla convivenza.In ambienti come il vostro, le differenzedi provenienza e di cultura possono suscitarenon poche volte, reticenze, sospetti, pregiudizi,etc. con conseguenze a tutti noi ben note:problemi di convivenza, di adattamento, dinon conformità nel modo di vivere certi valori.La pluriculturalità provoca la comprensionee la vitalità della nostra identità carismatica.Le nostre Fraternità sono sfidate a offrire unsegno inequivocabile dell’amore fraterno al dilà delle razze, popoli, lingue, riti…Come incrementare nella Custodia tuttiquesti aspetti? Ecco una domanda alla qualetutti, a partire dal governo custodiale, devonoseriamente tentare di offrire una risposta. Eccouna dimensione che deve essere molto presentenella formazione permanente e in quellainiziale.La missione evangelizzatriceQuesto è un altro elemento essenziale dellanostra forma di vita. Non si può pensare ad unFrate Minore se non a partire da un’ottica missionaria.L’Ordine dei Frati Minori è un Ordinemissionario, chiamato a proclamare, con laparola e la vita dei suoi membri, «che non c’èDio onnipotente se non Lui» (LOrd 9). D’altraparte, voi non soltanto siete in una missionedell’Ordine, ma nella “perla” delle missionifrancescane. Che caratteristiche deve avere lamissione francescana?Il Capitolo generale 2009 in uno dei suoimandati, il n. 13, ci offre una sintesi degli elementiche devono caratterizzare la missione


244 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2evangelizzatrice in chiave francescana. Eccoquesti elementi.1. La missione evangelizzatrice francescanadeve essere sostenuta da una forte esperienzadi Dio. Solo partendo dalla centralitàdel Dio uno e trino nella nostra vita sipotranno avere l’ardore missionario «chetalvolta sembra venire a meno» (PdV 20).Soltanto partendo da questa esperienzapotremo comprendere «che la missioneevangelizzatrice è inerente alla nostra vocazionefrancescana». Soltanto partendodalla fede in «un Dio che è Padre e che dagliabissi della sua intimità di comunionee amore invia il suo Figlio ad annunciaree a rendere presente la buona novella delsuo Regno per l’azione dello Spirito Santo»(PdV 12), avrà senso l’invio missionario.2. La missione evangelizzatrice francescanadeve essere fatta «in fraternità e con latestimonianza della vita fraterna», poiché«nessun progetto di evangelizzazione è iniziativao patrimonio personale di nessuno;è sempre la fraternità che evangelizza»(PdV 27). La Fraternità, come l’abbiamodescritta prima, è, oggi più che mai, un segnodi missione evangelica e cristiana e unagaranzia della sua efficacia.3. La missione evangelizzatrice francescanadeve caratterizzarsi per presenze «in zonesconosciute, difficili, rischiose e di vicinanzaai più poveri, sofferenti, esclusi».Per questo siamo chiamati ad attraversarecostantemente le frontiere, ad «abitare lefessure di un mondo frammentato» (PdV22). La sfida dei chiostri inumani continuaad essere un appello per tutti noi seguaci disan Francesco (cf. Sdp 37), come è ancheun appello urgente quello di relazionarcicon tutti in un atteggiamento di minorità(cf. Spc 30), che ci permetta toglierci isandali davanti al mistero dell’altro in cuisi manifesta il Mistero (cf. Spc 28). E tuttociò come conseguenza del mistero dell’Incarnazione,per il quale «il Verbo si ponedal lato delle periferie, della vulnerabilità,della povertà» (PdV 23). Il Capitolo 2006 ciponeva questa domanda: avremo la luciditàe l’audacia per vivere la buona notizia dellaminorità? È una domanda che anche voi,cari Fratelli della Custodia, dovete porvi.Che cosa risponderemo?4. La missione francescana deve tener presentei segni dei tempi, così come la situazioneattuale del mondo. La lettura attentadei segni dei tempi deve considerarsi prioritariasu qualunque adeguamento strutturale.D’altra parte, non possiamo mai voltarele spalle al divenire del mondo (cf. PdV 29).Questo esige di essere meno autoreferenziali(cf. PdV 14), comporta avere simpatiae empatia per il nostro mondo (cf. PdV29) e assumerlo come nostro chiostro. Implica,anche, incarnarsi realmente e affettivamente«nella realtà socio-culturale delpopolo», come condizione ineludibile perla nostra missione (cf. PdV 13); scoprire leopportunità che il Signore ci offre in questasituazione, restando ferma la necessità diavere un giudizio critico in riferimento almondo per rimanere nel mondo senza esseredel mondo (cf. PdV 15). Comporta, pure,dare e ricevere allo stesso tempo (cf. PdV15), parlare una lingua comprensibile per ilmondo d’oggi (cf. PdV 16) e formarsi per ildialogo (cf. PdV 24).Proprio parlando del dialogo sappiamobene che questa è un’esigenza fondamentaledella vostra missione in Terra Santa.In questo contesto, mi sono ricordato delleparole di Papa Giovanni Paolo II, nella suaEsortazione Apostolica Vita Consacrata,dove ha scritto che tutte le persone consacrateper la professione dei consigli evangelicidevono essere impegnate nel dialogocon tutti (cf. VC 100ss). Questo tema è statoripreso nell’Istruzione Ripartire da Cristo,dove si parla dell’apertura ai grandi dialoghi(RdC 40ss). Siamo così tutti chiamati adaprirci al dialogo – ecumenico con altri cristiani,inter-religioso con le persone di altrefedi, e con i non-credenti – e nessun Istitutodi vita consacrata e nessuna persona consacratapuò sentirsi dispensato da questaapertura al dialogo (cfr. RdC 41): «La vitaconsacrata non può contentarsi di viverenella Chiesa e per la Chiesa. Essa si protendecon Cristo verso le altre Chiese cristiane,verso le altre religioni, verso ogni uomo edonna che non professa alcuna convinzionereligiosa» (RdC 40). Queste parole scritteper tutti i cristiani devono trovare in voiuna risonanza particolare. Senza dimenticare,come afferma Giovanni Paolo II, che ilcontributo fondamentale ai grandi dialoghicontemporanei da parte delle persone consacrateè la testimonianza di una vita autenticamenteevangelica, vissuta con impegnoe con entusiasmo, aperta all’ascolto di tuttele altre persone.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 2455. La missione evangelizzatrice francescana èsempre una missione inter gentes, come esigenzadel nostro essere Frati del popolo. Nonpossiamo separarci dal popolo, altrimenti ilpopolo non ci riconoscerà più. Vi chiedo diprestare particolare attenzione a che lo stiledi vita non vi separi dal popolo e dalla gente.Questa vostra evangelizzazione inter gentessi realizza in relazione con i cristiani, con imusulmani e con gli ebrei di questa terra, maanche con tanti pellegrini che arrivano daogni parte del mondo. Vi chiedo, in questosenso, di curare con particolare attenzione ipellegrini. Nei santuari non siamo i padroni,stiamo al loro servizio. Questo fa parte dellanostra missione in Terra Santa e della nostramissione come minori.6. La missione francescana deve caratterizzarsianche per la fantasia e la creativitàevangeliche (cf. PdV 9. 10), inventando,quando sia necessario, dei segni significativi(cf. PdV 25). In questo senso vi chiedo,cari Confratelli, di non bloccarvi allo “statusquo”, soprattutto dove non è necessario.Le situazioni di oggi non sono quelle di ieri.Le domande d’oggi sono molto diverseda quelle che ci ponevano qualche tempofa. Le nostre risposte devono essere anchediverse, se non vogliamo dare risposte adomande che nessuno ci pone. Guardiamoalla situazione sociale e politica di questaTerra. Che cosa ci sta chiedendo? Guardiamoalla situazione della Chiesa nel mondo(i pellegrini vengono di tutto il mondo) e diTerra Santa. Che cosa ci sta chiedendo questasituazione? La domanda non è soltantocome si è fatto fino ad oggi, ma cosa dobbiamofare oggi e come lo dobbiamo fare.Chiamati per chiamareLa questione delle vocazioni non è soltantouna sfida per il futuro, lo anche per il presente.La situazione statistica della Custodia ci ponedavanti a una grande sfida, quella di lavorareinstancabilmente per la cura pastorale dellevocazioni, insieme all’altra sfida alla quale hogià accennato: rivitalizzare il nostro carismao, con le parole dell’Apostolo, «ravvivare innoi il dono della vocazione che il Signore hadepositato in noi» (cf. 2Tm 1,6). Queste duesono le sfide più urgenti della Custodia, comedi tante altre Provincie dell’Ordine.Parlando della cura pastorale delle vocazioni(=CPV), permettetemi che vi ricordi alcuneesigenze già conosciute.– La CPV è impegno di tutti i Frati della Custodia.È urgente cambiare una mentalità,troppo diffusa, secondo la quale la CPVviene “delegata” a chi è incaricato direttamentedi questo servizio. La CPV è unministero che non ammette deleghe. Chiè contento di essere francescano trasmettequesta gioia e inviterà esplicitamente acondividere la stessa forma di vita. Ognunodi noi deve domandarsi: come vivo questamissione?– La CPV trova il suo “humus” nella pastoralegiovanile, aperta alla dimensione vocazionale.Le nostre case, particolarmentele parrocchie e le scuole sono disponibili adaccompagnare i giovani nella dimensionevocazionale? Il nostro contatto con i giovanisi apre direttamente alla dimensionevocazionale?– La preghiera per le vocazioni deve occupareuno spazio essenziale nella nostra preghierapersonale e comunitaria. È questo ilprimo servizio che possiamo e dobbiamooffrire alla causa delle vocazioni. Quantevolte prego/preghiamo per le vocazioni?Quante volte invitiamo a pregare per le vocazioni?– La regola d’oro della CPV è «Venite e Vedrete»(Gv 1,39) Che cosa offriamo a livellopersonale e di Fraternità ai giovani chevogliono sperimentare la vita evangelica diFrancesco? Siamo disposti a cambiare, peroffrire qualcosa di diverso ai giovani chevengono da noi o chiediamo loro semplicementedi accomodarsi da noi?– Siamo chiamati per chiamare. Quali scelte laCustodia è disposta a fare in questo senso?Per concludereCari Fratelli, nessuno ci chiede di fare saltida gigante, ma nessuno ci può dispensare dalmetterci in cammino. «A nessuno si chiede diportare a termine l’opera iniziata, ma nessunopuò essere dispensato dallo sforzo di non iniziarla»(Talmud).Fratelli, mettiamoci in cammino, coscientiche, come dice un proverbio orientale, «nessunseme ha visto mai il proprio fiore». Aiutiamocigli uni gli altri per entrare nel camminodella rivitalizzazione del nostro carisma conentusiasmo e convinzione. Aiutiamoci reciprocamentea gettare con speranza gli occhinel futuro.Dobbiamo superare lo status quo nella nostravita, secondo il quale nulla deve cambiare


246 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2perché così si è sempre fatto. Questo sarebbela morte della Custodia stessa, poiché la vostravita e missione non sarebbero più significative.Mantenete viva la fedeltà creativae ravvivate in voi la passione per Cristo e lapassione per l’umanità. Se vi chiedo questoè perché conosco le vostre grandi possibilitàe il grande amore che avete per questa amatamissione. Non cedete mai alla tentazione dellastanchezza, della rassegnazione. Il momentoche viviamo non è facile. Ma si deve viverecome un kairos, come un tempo di grazia perripartire dal Vangelo, assumendolo come buonanovella, prima di tutto per noi e, facendolonostro, per donarlo agli altri.Ora dobbiamo guardare in avanti, dobbiamoprendere il largo, confidando nella paroladi Cristo: «”duc in altum!”... non c’è tempoper guardare indietro, tanto meno per adagiarsinella pigrizia. Molto ci attende…» (NMI 15).È vero, come ho ricordato all’inizio, abbiamouna grande storia da ricordare e raccontare, maabbiamo anche «una grande storia da costruire»(VC 110).DUC IN ALTUM.Fr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro generale13. Omelia a conclusione del Capitolo diTerra SantaGerusalemme, Santo Sepolcro, 15.07.2010È RISORTOCari fratelli e sorelle,il Signore vi dia pace!Pur celebrando oggi, a conclusione del Capitolodella Custodia di Terra Santa, la Dedicazionedella Basilica del Santo Sepolcro, lanostra attenzione si concentra non tanto suquesto fatto, ma, sul sepolcro vuoto davanti anoi, sull’evento della Risurrezione del Signore.In questo luogo santo risuonano, con piùforza ancora che in altri luoghi, le parole delVangelo: «So che cercate Gesù il crocifisso.Non è qui. È risorto, come aveva detto; venitea vedete il luogo dove era deposto» (Mt 28,6).Questo è l’annuncio che cambia definitivamentela storia dell’umanità, la storia personaledi ciascuno di noi. Questo è l’annuncio checi pone in cammino per gridare ai quattro punticardinali: Colui che era morto è risorto, viveper sempre, è passato definitivamente al luogodei vivi e cammina in mezzo a noi. La morteè stata definitivamente vinta, il peccato è statodistrutto, l’umanità ha futuro.«È risorto!», la Buona Notizia: fondamentodella nostra fede, ragione della nostra speranza,sostegno dell’amore e della gioia che riempionoil nostro cuore, spinta irresistibile per lanostra missione.«È risorto!», una parola dalla quale nasconotutte le altre parole della nostra predicazione,della nostra catechesi, della nostra vita.Senza quest’esperienza la nostra morale sarebbeuna catena, la nostra vita resterebbe vuota,la nostra morte non sarebbe altro che l’ultimadisgrazia, la più grande disgrazia, che sarebbecaduta sull’uomo.«È risorto!» la luce di Cristo risorto entranel luogo impuro dei morti, l’umanità divinizzatadi Gesù risplende per sempre nello splendoredella luce di Dio.«È risorto!», e Cristo risorto ci dona la suapace: «Pace a voi» (Gv 20,19), dice ai suoidiscepoli riuniti nel Cenacolo. «Pace a voi»,ci dice oggi a ciascuno di noi, comunicandocila pienezza della salvezza, il dono della vitaeterna – questo è infatti il senso profondodella pace messianica –, che prima di morireaveva dato ai suoi amici (cf. Gv 14,27). Unapace, quella di Gesù, che non risparmia provee tribolazioni a chi la riceve, ma che è semprefonte di una serenità e di una felicità che nessunopotrà mai toglierci. Una pace che comportauna profonda comunione con Dio e congli uomini. Una pace che ha la sua radice piùprofonda nell’amore, e che conduce a una veracomunione tra i popoli e tra gli uomini.È questa pace, cari fratelli, che noi cristianie, particolarmente noi “Frati della corda”, dobbiamoproclamare e costruire in ogni momentoe in ogni situazione, soprattutto in contesticome quello che si vive nella Terra di Gesù.L’autentica pace non è semplicemente assenzadi guerre e di conflitti. La pace che vogliamoper tutti, ma in particolare per questa Terra,non è neppure semplicemente tolleranza, maè comunione, è amore, è rispetto, è riconoscimentodella dignità dell’altro e dei diritti ditutti: cristiani, ebrei e musulmani. Questa pacevogliamo, per questa pace preghiamo. Questapace chiediamo, per questa pace ci adoperiamotutti noi che crediamo che Gesù «non è qui.È risorto!».Si, «è risorto!». E il Cristo risorto ci donaanche il dono della gioia. La sua risurrezione è


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 247fonte d’immensa felicità per i suoi. Le apparizionidel Risorto nel giorno di Pasqua lo sottolineanochiaramente. Il contrasto tra il piantodella Maddalena per il supposto furto del corpodi Gesù e l’abbraccio indescrivibile al Maestronel momento in cui lo riconobbe, ce lo faintuire con eloquenza. Così anche l’antitesi trala paura degli ebrei da parte dei discepoli e laloro gioia nel vedere il Signore, lo mostra conchiarezza.Credente nell’Evangelo, nella buona notiziadella risurrezione, il cristiano risponde conla gioia all’evento della salvezza portata daGesù Cristo. La gioia è dunque co-estensivaalla fede cristiana. Non è una possibilità, ma èuna responsabilità. Responsabilità che discendedall’evento pasquale con cui Dio ha resuscitatoGesù Cristo e dischiuso agli uomini lasperanza della resurrezione. Tutto il Vangeloè racchiuso fra l’annuncio della grande gioiadella nascita del Salvatore a Betlemme (cf. Lc2,10-11) e la gioia esplosa all’alba del primogiorno dopo il sabato, il giorno della risurrezione(cf. Mt 28, 8).Questa gioia, la gioia indicibile e gloriosa(cf. 1Pt 1,8-9) di chi ama Cristo e vive conlui nel segreto della fede; la gioia del risorto èquella che deve apparire nei nostri volti e chenon viene meno pur nelle situazioni di sofferenzae di dolore, «gioia anche nelle tribolazioni»(2Cor 7,4). Il mondo d’oggi ha bisogno di questatestimonianza da parte dei cristiani e, particolarmente,da parte di noi consacrati. Comeintuiranno che Cristo è risorto se ci vedono conun volto da “venerdì santo”? Come susciteremoentusiasmo per la vita, se noi, che diciamodi credere alla Vita, non mostriamo la bellezzadi seguire Colui del quale proclamiamo che èla Via, la Verità e la Vita? La gioia che Cristorisorto ci dona deve essere una chiara testimonianzadella nostra fede nella risurrezione.La gioia della Pasqua deve riempire tutta lanostra vita. E perchè la gioia è una responsabilità,non possiamo privare il mondo della testimonianzadella gioia sgorgata dalla fede. È lagioia dei credenti, infatti, che narra al mondola gloria di Dio!Chi crede veramente nel Signore risortonon può essere dominato da uno stato di tristezza,di paura, di angoscia. Momenti di provae di desolazione possono cadere sul credente,esperienze di dolore e pianto non mancheranno…,ma il sole della Pasqua illuminerà lavita del credente e porterà al suo cuore fiducia,gioia e pace.«È risorto», e noi, che lo abbiamo sperimentatosiamo inviati a comunicare questabuona notizia a tutti. La comunità dei discepoliesiste per la missione: apostoli, missionaridella pace e della gioia di Cristo risorto. Esistiamoper questo. Gesù risorto ci manda nelmondo intero, come il Padre ha mandato Lui.Tutti noi siamo degli apostoli (= inviati) delCristo. Tutti noi siamo chiamati a metterci incammino per annunciare ciò di cui siamo statitestimoni. Ce lo insegna in questo luogo Pietro,Giovanni, Maria Maddalena e tanti altri.Non si può vivere l’incontro con Cristo risortosenza comunicare questa bella e grande notiziaa tutti.«Vedere», «andare», «correre», «gioire»sono i verbi del cammino pasquale che manifestanol’esperienza cristiana della risurrezionedel Signore. «Vedere», «andare», «correre»,«gioire» sono i verbi che manifestano gliatteggiamenti propri di un cammino verso unmondo nuovo: il mondo inaugurato da Cristocon la sua risurrezione, il mondo che noi cristianisiamo chiamati a costruire essendo arteficidi pace, lasciandoci abitare da Colui che èla nostra felicità. Cari fratelli, mettiamoci incammino annunciando a tutti la ragione ultimadella nostra gioia, della nostra fede, della nostrasperanza: «non è qui, è risorto!».Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale14. Omelia in occasione della festa del perdono di AssisiS. Maria degli Angeli, 1 agosto 2010CELEBRARELA GRAZIA DEL PERDONOSi, 24,1-4.22-31; Sal 33; Gal 4, 3-7; Lc 1,26-33Cari fratelli e sorelle,il Signore vi dia la sua pace!Con grande gioia siamo arrivati alla Porziuncolaper gustare e celebrare la grazia delperdono; per gustare e celebrare la bontà delSignore che essendo Amore (1Gv 4,8), ci amae ci perdona, preparando per noi non un banchettoqualunque, ma il banchetto nel qualeLui stesso diventa nostro cibo e bevanda.L’evento della rivelazione di Dio in GesùCristo crocifisso, che costituisce il cuore delcristianesimo, viene letto da Paolo come eventodell’amore di Dio per gli uomini nella loro


248 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2condizione di peccato, nella loro condizione dinemici di Dio (cf. Rm 5,8-11). E questo eventoè segnato dall’amore e dalla gratuità di Dio, ilche significa che il dono del Figlio all’umanitàè anche, e contemporaneamente, perdono.Perdono, remissione dei peccati. Perdono,rimozione degli ostacoli che si frappongonoall’unione intima con Dio, con gli altri e con lacreazione, in modo tale di farci sentire la graziadella riconciliazione, e, quindi, della comunioneprofonda che per il peccato era venutameno tra noi e Dio, tra noi agli altri, tra noie la creazione. E questo avviene non in virtù diun rapporto giuridico tra Dio che riceve l’offesae l’uomo che pecca, ma grazie a quel darein-piùche si traduce in un rapporto di grazia.In altre parole, il nostro pentimento, come nelcaso del pentimento del figlio prodigo (cf. Lc15,11-32), potrà iniziare soltanto dal momentoin cui ci rendiamo conto dell’amore fedeledel Padre, che non ha cessato di amarci mentreeravamo lontani da lui per il peccato. Ciòche noi diciamo perdono, in realtà agli occhidel Padre non è che un amore che non ha maismentito se stesso. Il perdono, allora, è comprensibilesoltanto nello spazio della libertàdell’amore, solo nello spazio e nella logica deldono che nel Figlio si fa totale e totalmentegratuito.Riflesso dell’amore trinitario di Dio, il perdonoè partecipazione alla vittoria di Cristosulla morte: se la risurrezione dice che la mortenon ha l’ultima parola, il perdono dice chela morte non ha l’ultima parola, che il peccatonon è l’ultima verità dell’uomo. L’ultima parolanella vita dell’uomo, l’ultima sua verità èsempre l’amore di Dio. L’uomo è prima di tutto,l’amato del Padre che non dubita di donareil Figlio, affinché l’umanità ritorni alla pienacomunione con Dio, con gli altri e con la creazionestessa, voluta dal Creatore fin dagli inizi.In questo modo possiamo dire che «la chiesa èuna comunità di peccatori convertiti, che vivonola grazia del perdono, trasmettendola a lorovolta agli altri» (Joseph Ratzinger).Il perdono di cui sentiamo il bisogno ciarriva oggi attraverso l’Indulgenza della Porziuncolaottenuta da Francesco direttamentedal Papa per mandarci tutti in Paradiso. Francesco,che aveva sperimentato nella sua vitala misericordia del Signore, come lui stessoconfessa nel suo Testamento, vuole che tuttifacciano questa stessa esperienza. Lo specificodi questa Indulgenza è la sua gratuità. Contrariamentea quanto avveniva con altre Indulgenze,questa è gratuita. Per questo possiamodire che è l’Indulgenza dei poveri, di chi nonpiù andare a Gerusalemme o San Giacomo diCompostela. Il cuore grande di Francesco nonvuole lasciare nessuno senza la possibilità diandare in paradiso, senza la possibilità di essereperdonati.Cari fratelli e sorelle, convocati per gustaree celebrare la grazia del perdono siamougualmente chiamati a riscoprire l’amore diDio e condividere questo amore/perdono congli altri. Questi sono, infatti, gli atteggiamentinecessari per partecipare pienamente alla festadel perdono. Il primo come condizione per gustareil perdono, il secondo come conseguenzadi sentirsi perdonati.Chi non è cosciente che Dio lo ama, comepotrà celebrare e fare festa per il perdono? Maneppure potrà mai sentire cosa significa il peccato.Sono i santi, come Francesco, che, perchési sentono realmente amati, si sentono ancheperdonati e sentono l’urgenza di romperecon qualunque situazione di peccato, per piccolache sia. Quando Francesco sul monte dellaVerna grida: l’amore non è amato, l’amorenon è amato, lo fa perché ha esperimentato ilgrande amore che Dio ha per l’umanità e l’insormontabiledistanza tra l’amore di Dio el’amore dell’uomo. E se afferma nel suo Testamentoquando ero nei peccati, non lo fa perumiltà, ma perché lo sente vero. È vero, perchésa che l’amore di Dio per lui è senza limiti.D’altra parte sentirci perdonati ci mette davantia un’esigenza di perdonare senza limiti:«settanta volte sette» (Mt 18,22). Ecco perchéil Signore, nella versione che Luca ci offre delPadre Nostro, ci insegna a pregare così: «perdonacicome noi già abbiamo perdonato». Chisi sente perdonato diventa necessariamenteapostolo del perdono e della riconciliazione.Ce lo insegna Francesco nel suo impegno diriconciliare il vescovo e il podestà di Assisi, illupo e la città di Gubbio.Fratelli e sorelle, amici tutti, celebrando lasolennità di Santa Maria, Regina degli Angeli,celebriamo Colei alla quale la liturgia applical’elogio che il libro del Siracide, ascoltatonella prima lettura, fa della Sapienza. Guidatida questa attualizzazione liturgica Maria è lamadre del bell’amore e del timore, della cognizionee della santa speranza, in Lei è ognigrazia di via e di verità, ogni speranza di vitae di virtù. Lei è la piena di grazia, come lachiama l’Angelo, la cui memoria rimarrà pertutti i secoli (cf. Sir 24,27). Lei è la donna dal-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 249la quale nasce il Figlio di Dio per riscattarenoi che eravamo sotto la legge del peccato (cf.Gal 44,4-5). Lei è la discepola fedele che hatrovato grazia preso Dio (Lc 1,30), perché haconcepito il Figlio prima ancora nella fede chenella carne (cf. Lc 1,45). Lei è la vergine fattachiesa, palazzo, tabernacolo, casa, vestimento,serva e Madre di Dio, come la canta il padresan Francesco (SalV 4ss).Seguendo il consiglio del libro del Siracide,avviciniamoci a Lei, e la Madre di misericordiaci condurrà al Figlio per gustare quanto èbuono il Signore (cf. Sal 33). Anche noi, allora,troveremo grazia presso Dio e, rientrandoin noi stessi (cf. Lc 15,17), ci metteremo incammino e torneremo alla casa del Padre. Luiavrà compassione di noi, ci correrà incontro eabbracciandoci ci accoglierà con grande gioia(cf. Lc 15,20), perché un peccatore si è pentito(cf. Lc 15,7). E inizierà la festa, la festa delperdono, la festa di chi era morto ed è ritornatoin vita, di chi era perso ed è stato ritrovato(cf. Lc 15,32), la festa di tutti noi che, riconoscendoil nostro peccato, ci sentiamo amati,perdonati e riconciliati. La festa del perdonoconsiste proprio in questo: sentirsi amati da unDio che è AMORE.Che la Regina degli Angeli, mediatrice ditutte le grazie, e il padre san Francesco ci ottenganodal Signore la grazia di fare questaesperienza ogni volta che, a causa della nostradebolezza, ci sentiamo peccatori. Buona festadel perdono!Fr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro geneale15. Discorso alla XXX Marcia FrancescanaS. Maria degli Angeli, Porziuncola, 02.08.2010ALLE SORGENTI DELLA VITACarissimi amici,carissimi fratelli e sorelle.Dopo giorni di cammino siete arrivati adAssisi, a Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola.Con grande gioia nel cuore vi accolgoin questo luogo santo. Vi accolgo a nomedi Francesco, il pellegrino dell’Assoluto. Viaccolgo, anche, a nome di tutti i Frati francescani,presenti o no ad Assisi, che oggi guardanocon gli occhi del cuore a questo luogoche ci ha visto nascere più di 800 anni fa, eche vi accompagnano in questo pellegrinaggiodello spirito al santuario del perdono, volutodal Poverello e approvato come tale dallaChiesa stessa. Benvenuti, cari amici della XXXmarchia francescana a questa vostra e nostraCittà, Assisi. Benvenuti a questa nostra e vostracasa, la casa benedetta dalla presenza dellamadre, Santa Maria degli Angeli.Molti di voi, prima di arrivare a Santa Mariadegli Angeli, avete fatto diversi giorni dicammino. Il cammino è un’occasione propiziaper ricuperare e prendere in mano la propriavita, per entrare in se stessi, e meditaree approfondire la propria identità come personee come cristiani. Il cammino ci aiuta aricuperare l’utopia, in quanto speranza che unmondo nuovo è possibile. Un mondo in cui lasolidarietà, l’interiorità e la speranza si presentanocome alternative al consumismo egoista,all’esteriorità vuota e alla disperazione,di fronte a un presente difficile e a un futuroincerto.Voi, cari giovani, siete i profeti di questonuovo mondo, di questa nuova società, che tuttivogliamo, ma che non sempre ci assumiamocome impegno e come sfida. Senza questi profetiche ci aiutano a sognare un mondo nuovoe una terra nuova, senza questi profeti che ciaiutano a ricuperare i grandi ideali – stelle chemai raggiungeremo, ma che ci guidano nellanotte oscura della vita – l’uomo continueràdisorientato, perso, senza speranza. Questa èla prima grande sfida che presento a tutti voimarciatori: siate come le stelle nella notte, aiutatei vostri coetanei, aiutate tutti noi a camminareverso il futuro, mossi dalla speranza chemolte cose si possono cambiare, e che è possibileancora salvare l’essere umano contemporaneo.Il mondo ha futuro nella misura in cui cisaranno uomini e donne che hanno il coraggiodi mettersi in cammino, mendicanti di senso,come lo furono il padre e fratello Francescoe la sorella Chiara, disposti a denunciare conla loro vita, prima ancora che con le parole, isegni di morte che ci accompagnano verso ladisintegrazione della persona. In nome di sanFrancesco vi chiedo: siate sentinelle del mattino(cf. Is 21,11-12). Cari giovani, siete disponibilia questa grande e urgente missione?Ma, come rispondere a questo invito che viviene rivolto da Gesù stesso e da Francesco?So molto bene che anche voi avete problemiconcreti che oscurano il vostro orizzonte e rendonodifficile guardare al futuro con serenità eottimismo; conosco anche altre difficoltà chehanno la loro radice profonda nei falsi valori e


250 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2modelli illusori, che vi vengono proposti e chepromettono di riempire la vita, mentre invecela svuotano. Ma conosco bene anche le vostregrandi possibilità, ed è per questo che vi chiedouna marcia in più, come si usa dire.Il vostro cammino, quest’anno, aveva unoscopo molto concreto: camminare “alle sorgentidella vita”. Per questo vi è stato propostoun percorso di riscoperta della vostra condizionedi cristiani, attraverso il simbolo dell’acqua,vero filo rosso che collegava le 7 tappedella marcia francescana di quest’anno, e cheavevano come obiettivi specifici l’aiutarvi aprendere consapevolezza della vostra storia,con le sue povertà e corruzioni e con le suepossibilità, per passare dal peccato all’alleanza,dalla schiavitù alla libertà, dall’incredulitàalla fede, dalla morte alla vita, dal fallimentoall’abbondanza, dalla vita nuova alla missione.Ciò che in definitiva ci si aspetta da voimarciatori di quest’anno è di iniziare o continuareun processo di conversione che vi portia scoprire Cristo come la vera sorgente dellavita, e della vita in pienezza. È Lui, infatti,l’acqua che ci purifica; è Lui l’acqua che cilibera dalla schiavitù; è Lui l’acqua che saziadefinitivamente la nostra sete di autenticità; èdal Suo costato in croce che esce un fiume diacqua viva, che porta la vita nuova.Il perdono e la misericordia, accolti concuore disponibile come fecero Francesco eChiara, donano la comunione con il Signore;il perdono e la misericordia accolti diventanoanche appello a seguire Gesù, a diventare suoidiscepoli, e così essere anche noi portatori deldono del Vangelo agli altri, restituendo in questomodo la salvezza che ha raggiunto e trasformatola nostra vita.Cari giovani amici, siete disposti ad aprireil vostro cuore a Gesù che si fa cammino e aseguire i suoi passi, come dice la Pianticelladi Francesco, Chiara d’Assisi? Siete dispostiad ascoltare Dio nel silenzio esteriore e soprattuttointeriore e seguire la sua voce? Voi sietegenerosi. Vi conosco e in questo vi ammiro.Al di là di possibili ambiguità, in molti di voivedo un desiderio autentico di riflessione sulsenso ultimo della vita, una ricerca sincera eaperta di questo senso, un desiderio autenticodi amicizia con il Signore, e una volontà fermadi seguire il Signore nella vocazione alla qualeEgli vi chiama.Cari amici giovani venuti dall’Italia e da altripaesi europei: conosco il vostro desideriodi andare alla sorgente della vita, di nascere dinuovo (cf. Gv 3,3); Gesù soprattutto conoscein profondità il vostro cuore pieno di passioneper Lui e per l’umanità; per questo non esito achiedervi in suo nome e nel nome di Francesco,che so che amate, di fare un’opzione radicaledi fede e di vita, poiché riconoscete inGesù il Signore e lo sentite come una Personache vi è vicina e vi ama. Vi ripeto quanto BenedettoXVI ha detto ai giovani nella Cattedraledi Sulmona il 4 luglio 2010: «Siate certi chese uno impara ad ascoltare la voce del Signoree a seguirla con generosità, non ha paura dinulla, sa e sente che Dio è con lui, con lei, cheè Amico, Padre e Fratello».Qui alla Porziuncola, ricevendolo dallamano di Maria, Regina degli Angeli, gustatee celebrate la gioia del perdono. Si, Gesù ciama e ci perdona. E anche se il nostro peccatoè grande, più grande è la sua misericordia. IlSignore si fa presente nel nostro cammino perportare ordine e armonia, come fece all’iniziodei tempi con la creazione. E quando sperimenteremol’immensa gioia di essere perdonati,perché amati, invitiamo tutti a fare la stessaesperienza. Perdonàti, gridate, cari giovaniai vostri compagni e amici: venite anche voia fare questa stessa esperienza di perdono edi riconciliazione. Gioite anche voi della vitanuova che Cristo ci regala. Venite anche voi:abbracciate Colui che è Verità, bevete alla sorgentedi Colui che è la Vita; seguite Colui cheè il Cammino.Siete disposti ad essere missionari dei vostricoetanei? Poiché sono convinto della vostradisponibilità, vi abbraccio tutti e tutti benediconel nome di san Francesco: il Signorevi dia pace!Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale


E SECRETARIA GENERALI1. Capitulum Prov. Venetæ S. Antonii Patavini in ItaliaNel Capitolo Provinciale della ProvinciaVeneta di S. Antonio di Padova, in Italia, regolarmentecelebrato secondo le disposizioni delDiritto, nel Santuario della Madonna a Barbana,sotto la presidenza del Visitatore generale,Crisci Fr. Livio, nei giorni 7-9 aprile 2010, sonostatti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeScabio Fr. Antonioper l’Ufficio di Vicario provincialeFavretto Fr. Marioe per l’Ufficio di Definitori della Provincia:Battagion Fr. ClaudioPiasentin Fr. FabioRaniero Fr. LorenzoVanti Fr. MaurizioZerbinati Fr. Aldo.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale l’11 maggio 2010.Prot. 100835/S150-103. Capitulum Prov. S. Ioseph Sponsi BMVin BelgioIn the Provincial Chapter of our Provinceof St Joseph in Belgium, regularly celebratedaccording to the norms of Canon Law, in theHouse of Vaalbeek, Belgium, under the presidencyof the Visitator General, Gerritsma Br.Frans, the following were elected on the 7 thand 8 th April 2010:for the office of Minister ProvincialVan Laer Br. Robertfor the office of Vicar ProvincialJansen Br. Andréfor the office of Provincial DefinitorsDooren Br. Jos vanMeesters Br. PietSpreuwers Br. LouisWierninck Br. Hilaire.The General Definitorium, during its sessionof the 11 th May 2010, carefully examinedand approved the election.Prot. 100825/S144-102. Capitulum Prov. Mediolanensis S. CaroliBorromæi in ItaliaNel Capitolo Provinciale della Provincia diLombardia S. Carlo Borromeo, in Italia, regolarmentecelebrato secondo le disposizionidel Diritto, nella Casa “S. Maria del Sasso”dei Padri Passionisti, in Caravate (VA), sottola presidenza del Visitatore generale, TosiniFr. Alberto, nei giorni 6-7 aprile 2010, sonostatti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeBravi Fr. Francescoper l’Ufficio di Vicario provincialeModonesi Fr. Almiroper l’Ufficio di Definitori della Provincia:Beretta Fr. RenatoBizzozero Fr. AndreaDiegoli Fr LucaPossenti Fr. GiampaoloVaiani Fr. Cesare.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale l’11 maggio 2010.Prot. 100833/S148-104. Capitulum Prov. S. Crucis in SloveniaNel Capitolo Provinciale della Provinciadella Santa Croce in Slovenia, regolarmente celebratosecondo le disposizioni del Diritto, nellaCasa di Maria Nazareth (Nazarje), sotto la presidenzadel Visitatore generale, Nosić Fr. Stipe,nei giorni 7-9 aprile 2010, sono statti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeZore Fr. Staneper l’Ufficio di Vicario provincialeČuden Fr. Marjanper l’Ufficio di Definitori della ProvinciaBerlec Fr. Simon PeterJakop Fr. PavleLebreht Fr. PepiŠpelič Fr. MiranŽvokelj Fr. Niko.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale l’11 maggio 2010.Prot. 100841/S151-105. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostelain Hispania


252 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2El Capítulo Provincial la Provincia Franciscanade Santiago de Compostela en España,celebrado legítimamente conforme a Derechoen la Casa de San Francisco de Santiago, ypresidido por el Visitador general, EguigurenIraola Fr. José Ángel, los días 7-8 de Abrilde 2010, eligiópara el Oficio de Ministro provincialCastiñeira Chouza Fr. José Antoniopara el Oficio de Vicario rovincialCastro Miramontes Fr. Francisco Javierpara el oficio de Definidores provincialesDe la Mata Merayo Fr. MiguelGonzález Tubío Fr. EladioMartínez Martínez Fr. ValerioSaludes Martínez Fr. Natalio.El Definitorio General, en la Sesión del día11 de mayo de 2010, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticasde estas elecciones y las aprobó.Prot. 100855/S154-106. Capitulum Prov. Valentiæ et AragoniæS. Ioseph in HispaniaEl Capítulo Provincial la Provincia Franciscanade San José, Valencia, Aragón y Baleares,en España, celebrado legítimamente conformea Derecho en la Casa de Santo Espíritudel Monte en Gilet (Valencia), y presidido porel Visitador general, Tahoces Fernández Fr.Manuel, el día 9 de Abril de 2010, eligiópara el Oficio de Ministro provincialJordá Tomás Fr. José Antoniopara el Oficio de Vicario provincialMoya Ovejero Fr. Juan Carlospara el oficio de Definidores provincialesAlmiñana Martínez Fr. MiguelColomer Barber Fr. Rafael JoaquínEscrivá Domínguez Fr. Joan JordiFuertes Garrigós Fr. FernandoSanchis Cantó Fr. José Manuel.El Definitorio General, en la Sesión del día11 de mayo de 2010, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticasde estas elecciones y las aprobó.Prot. 100834/S149-107. Capitulum Cust. Aut. S. Antonii Patavini in PhilippinisIn the Provincial Chapter of our AutonomousCustody of Saint Anthony of Padua, inthe Philippines, regularly celebrated accordingto the norms of Canon Law, in the House of theFranciscan Renewal Centre, under the presindencyof the Visitator General, Nguyen VanSi Br. Ambrose, the following were elected onthe 9 th and 15 th April 2010:for the office of CustosBulawan Br. Nello C.for the office of Custodial VicarBayaras Br. Roberto M.for the office of Custodial CouncillorsBugho Br. Jose Calvin I.Sekito Br. Alberto M.Tayo Br. Dennis T.Yakit Br. Jaime Paul M.The General Definitorium, during its sessionof the 18 th May 2010, carefully examinedand approved the election.Prot. 100929/S184-108. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Mar Martyrum Marochiensium in PortugalliaEl Capítulo Provincial ordinario de la Provinciade los SS. Mártires de Marruecos, en Portugal,celebrado ritualmente conforme a Derechoen el Convento de Montariol, en Braga, presididopor el Ministro Provincial, Melícias LopesFr. Vítor José, el día 8 de abril de 2010, eligió:para el oficio de los Definidores provincialesDa Silva Brandão Fr. Paulo SérgioDa Silva Mota Fr. Fernando ValenteLopes Semedo Fr. MoisésPereira da Costa Fr. José PintoPereira Lamelas Fr. Isidro.El Definitorio General, en la Sesión del 20de mayo 2010, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticas yaprobó estas elecciones.Prot. 100875/S161-099. Capitulum Intermedium Prov. Samnito-Hirpiniæ S. Mariæ Gratiarum in ItaliaNel Capitolo Provinciale 2010 della ProvinciaSannito-Irpina “Santa Maria delle Grazie”di Benevento, in Italia, regolarmente celebratosecondo le disposizioni del Diritto, nellaCasa S. Antonio, in Montecalvo Irpino (AV),sotto la presidenza del Ministro Provinciale,Ianuzzi Fr. Sabino, il giorno 10 maggio 2010sono statti eletti:per l’ufficio di Definitori provinciali:Balzarano Fr. VittorioFalzarano Fr. GiuseppeMercogliano Fr. Vito


E SECRETARIA GENERALI 253Panella Fr. Davide.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 20 maggio 2010.Prot. 100923/S181-1010. Capitulum Prov. Salernitano-LucanæImmaculatæ Conceptionis BMV in ItaliaNel Capitolo Provinciale della ProvinciaReligiosa Salernitano-Lucana dell’ImmacolataConcezione dei Frati Minori, in Italia, regolarmentecelebrato secondo le disposizioni delDiritto, nel Convento SS. Trinità in Baronissi(SA), sotto la presidenza del Visitatore Generale,Serri Fr. Carlo, nei giorni 17.19.20 aprile2010, sono statti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeBochicchio Fr. Emanueleper l’Ufficio di Vicario provincialeIandorio Fr. Giuseppeper l’Ufficio di Definitori della ProvinciaAnastasio Fr. PietroBuonocore Fr. MaurizioCaruso Fr. GiovanniMarcigliano Fr. DomenicoRidolfi Fr. Antonio Michele.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 20 maggio 2010.Prot. 100872/S159-1011. Capitulum Prov. Catalauniæ S. Salvatoris ab Horta in HispaniaEl Capítulo Provincial la Provincia Franciscanade San Salvador de Horta, en España, celebradolegítimamente conforme a Derecho en laCasa de San Antonio de Barcelona, y presididopor el Visitador general, Talens Albiñana Fr.Àngel, el día 26 de Abril de 2010, eligió:para el Oficio de Ministro provincialGendrau i Valls Fr. Joseppara el Oficio de Vicario provincialDomènech Castells Fr. Ramonpara el oficio de Definidores provincialesBoadas Llavat Fr. AgustíLinares Cerezuela Fr. FrancescModrego Clemente Fr. VicençRecasens Murillo Fr. Joaquín.El Definitorio General, en la Sesión del día20 de mayo de 2010, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticasde estas elecciones y las aprobó.Prot. 100949/S196-1012. Custodis Cust. Terræ Sanctæ electioDilecto nobisFr. Pierbattista Pizzaballa.Hisce meis Litteris te certiorem facioDefinitorium Generale, in Congressu diei 18martii 2010 legitime celebrato, omnibus ritede iure peractis, te in Custodem Terrae Sanctaeseu Guardianum Montis Sion, elegisse, adnormam Constitutionum Generalium <strong>Ordinis</strong>(Art. 123 §2) necnon Statutorum Generalium(Art. 182).Confirmatione Congregationis pro EcclesiisOrientalibus per Litteras diei 21 maii 2010obtenta, Te, de cuius idoneitate, religioniszelo, doctrina atque rerum gerendarum dexteritateplurimum in Domino confidimus, harumLitterarum vigore,Totius Terrae Sanctae Custodemseu Guardianum Montis Sioninstituimus, nominamus et declaramus,sicque institutum, nominatum et declaratumab omnibus haberi volumus et mandamus.Simulque te in possessionem ad normamConstitutionum et Statutorum Generaliumnecnon Statutorum peculiarum, legitime immissumdeclaro, servatis de iure servandis,mandans praeterea omnibus et singulis quiTerrae Sanctae loca vel alias Orientis partestuae iurisdictioni quomodolibet subiectas incoluntvel ad eas pervenerint, ut te tamquamlegitimum Custodem seu Guardianum humanerecipiant et recognoscant tibique oboediant inomnibus, quae non sint contra animam propriamet Regulam nostram, praecipue iuxtamandata Sedis Apostolicae.Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis<strong>Ordinis</strong>,die 21 maii 2010.Fr. José Rodríguez Carballo <strong>OFM</strong>Minister generalisFr Aidan McGrath <strong>OFM</strong>Secretarius generalisProt. 10096713. Prov. S. Elisabethæ in Germania electionesAuctoritate qua ad normam art. 170 § 1Constitutionum Generalium et art. 124 § 1Statutorum Generalium fungitur, relationeDelegati generalis audita, Definitorium generalein congressu die 13 mensis maii 2010


254 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2habito, praesidente Rodríguez Carballo Fr.Iosepho, Ministro generali, novum regimen adtriennium pro nostra minoritica Provincia GermanicaS. Elisabethae noviter erecta in modosequenti elegit:in ministrum provincialemPlogmann Fr. Norbertin Vicarium provincialemBohl Fr. Corneliusin Definitores:Arens Fr. HeribertBieger Fr. DamianBlasek Fr. MichaelWagner Fr. Maximilian.Praesentis Decreti validitas a die 1 mensisiulii 2010 decurret, contrariis quibuslibet nonobstantibus.Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis<strong>Ordinis</strong>,die 17 mensis maii 2010.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinister GeneralisFr. Aidan McGrath, ofmSecretarius GeneralisProt. 100853/S153-1014. Capitulum Intermedium Prov. Assum Assumptionis BMV in Bosnia/HerzegovinaNel Capitolo Provinciale della Provinciadell’Assunzione della BVM, in Bosnia-Erzegovina,regolarmente celebrato secondo ledisposizioni del Diritto, nella Casa di Mostar,sotto la presidenza del Ministro provinciale,Sesar Fr. Ivan, il giorno 20 aprile 2010 sonostatti eletti:per l’ufficio di Definitori provincialiDugandžić Fr. IvanPerutina Fr. DankoPinjuh Fr. MijoŠego Fr. MiroSkoko Fr. Iko.Queste elezioni sono state confermate dalDefinitorio generale il 12 giugno 2010.Prot. 100972/S208-1015. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Mar Martyrum Gorcomiensium in NederlandiaIn the Provincial Chapter of our Provinceof the Holy Martyrs of Gorcum, in theNetherlands, regularly celebrated accordingto the norms of Canon Law and held on the28 th May 2010, in the House of St Elizabeth,in Denekamp, presided over by the MinisterProvincial, Van den Eijnden Br. Jan, the followingwere elected:for the office of Provincial DefinitorsDilweg Br. GuyHoogenboom Br. RobPiek Br. HermanPot Br. Wim.The General Definitory, during its sessionof the 12 th June 2010, carefully examined andratified the election.Prot. 101005/S225-1016. Capitulum Prov. Ss. Salvatoris in Slova SlovachiaNel Capitolo provinciale della nostra Provinciadel Santissimo Salvatore, in Slovacchia,regolarmente celebrato secondo le disposizionidel Diritto, nella Casa di Bratislava, sottola presidenza del Visitatore generale, DohnalFr. Jan Maria Vianney, il giorno 27 maggio2010 sono statti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeKvaka Fr. Jeremiáš Danielper l’ufficio di Vicario provincialeOlbert Fr. František Xaverský Vladimírper l’Ufficio di Definitori della ProvinciaBaláž Fr. Ladislav StanislavMihály Fr. Juraj AndrejTomčik Fr. Šebastián JozefVančo Fr. Gracián Peter.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 12 giugno 2010.Prot. 101043/S242-1017. Capitulum Intermedium Prov. Bæticæin HispaniaEl Capítulo Provincial ordinario de la ProvinciaBética Franciscana, en España, presididopor el Ministro provincial, Fr. DomínguezSerna Joaquín, celebrado ritualmente conformea Derecho en el Convento Santa María deGuadalupe, Guadalupe (Cáceres), el día 19 deabril de 2010,para el oficio de Vicario provincialGarcía Araya Fr Alfonsopara el oficio de los Definidores provincialesCerrato Chamizo Fr. GuillermoRuiz Muñoz Fr. Sebastián J.


E SECRETARIA GENERALI 255Ruiz Piedrahita Fr. DionisioTahoces Fernández Fr. Manuel.El Definitorio General, en la Sesión del 12de junio 2010, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticas delas Elecciones, las cuales, realizadas conformea lo establecido en Art. 86, § 2 de los EstatutosParticulares de la Provincia, fueron aprobadas.Prot. 100957/S199-1018. Electio extra Capitulum Prov. LiguriæSs. Cordis Mariæ in ItaliaIl Congresso definitoriale della Provinciadel Sacro Cuore della Beata Vergine Maria,in Italia, regolarmente celebrato secondo ledisposizioni del diritto, presso il Convento diGenova Voltri, presieduto dal Ministro provinciale,Vaccari Fr. Mario, il 31 maggio 2010ha eletto extra-capitolo:per l’ufficio di Vicario provincialeMirri Fr. Franco.Questa elezione è stata ratificata dal Definitoriogenerale il 2 luglio 2010.Prot. 101108/S263-1019. Capitulum Intermedium Prov. S. Michaëlis Archangeli in UcrainaNel Capitolo Provinciale 2010 della Provinciadi San Michele Arcangelo, in Ucraina,regolarmente celebrato secondo le disposizionidel Diritto, nel Centro di “Caritas-Spes” aZarichany-Zhytomyr, sotto la presidenza delMinistro provinciale, Kopysterynskyi Fr. Dobroslav,il giorno 26 maggio 2010 sono stattieletti:per l’ufficio di Vicario provincialeZając Fr. Natanaelper l’ufficio di Definitori provincialiBotvina Fr. FrancyskGorai Fr. MyloslavMakivskyi Fr. RafalOlikh Fr. Patryk.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 2 luglio 2010.Prot. 101065/ S244-1020. Electio extra Capitulum Prov. Castellanæ S. Gregorii Magni in HispaniaEl Congreso Definitorial de la ProvinciaCastellana de San Gregorio Magno, en España,legítimamente celebrado en la Curia Provincial,en San Antonio del Retiro, Madrid,y presidido por el Ministro provincial, SainzGiménez Fr. José María, el día 21 de junio de2010, fuera del Capítulo Provincial eligió:para el oficio de Vicario provincialRocha Grande Fr. Emiliopara el oficio de Definidor provincialJiménez Cárdenas Fr. Joaquín.El Definitorio General, en la Sesión del día12 de julio de 2010, después del estudio atentodel <strong>Acta</strong> auténtica, aprobó esta elección.Prot. 101149/S279-1021. Capitulum Intermedium Prov. CalabriæSs. Septem Martyrum in ItaliaNel Capitolo Provinciale 2010 della Provinciadi Calabria dei SS. VII Martiri, in Italia,regolarmente celebrato secondo le disposizionidel Diritto, presso la Casa Nazareth diPlatania, frazione di Decollatura (Cz), sotto lapresidenza del Ministro provinciale, LanzillottaFr. Francesco, il giorno 24 giugno 2010sono statti eletti:per l’ufficio di Definitori provincialiChiarello Fr. MarioMartino Fr. OresteMezzatesta Fr. BrunoOcchiuto Fr. Fabio.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 12 luglio 2010.Prot. 101148/S278-1022. Capitulum Prov. Assumptionis BMV inPoloniaNel Capitolo provinciale della nostra Provinciadell’Assunzione della Beata VergineMaria, in Polonia, regolarmente celebrato secondole disposizioni del Diritto, nella Casadi Katowice-Panewniki, sotto la presidenzadel Visitatore Generale, Maryjka Fr. Rufin, ilgiorno 23 giugno 2010 sono statti eletti:per l’ Ufficio di Ministro provincialeBiesok Fr. Ezdraszper l’ufficio di Vicario provincialeBrząkalik Fr. Antoninper l’Ufficio di Definitori della ProvinciaCzura Fr. JózefGruber Fr. ManfredKahlert Fr. FilipWójtowicz Fr. Lucjusz


256 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Żeglin Fr. Dymitr.Queste elezioni sono state ratificate dal Definitoriogenerale il 13 luglio 2010.Prot. 101175/S296-1023. Visitatores generales– La Neve Fr. Aldo, Prov. Romanæ Ss. Petriet Pauli, in Italia, pro Prov. Picena S. Iacobide Marchia, in Italia: 11.05.2020; prot.100617/S061-10.– Vrebac Fr. Pero, Prov. S. Crucis, in Bosnia/Herzegovina,pro Prov. Nostræ DominæReginæ Pacis, in Africa Meridionale:12.07.2010; prot. 100915/M068-10.– D’Cruz Fr. Michael, Cust. S. Antonii inSingapura, dep. a Prov. Sancti Spiritus, inAustralia, pro Cust. Aut. Ioannis Baptistæ,in Pakistania: 12.07.2010; prot. 100920/S179-10.– Urbina Rodriguez Fr. José Alirio, Prov.S. Fidei, in Columbia, pro Prov. Ss. Francisciet Iacobi, in Mexico: 12.07.2010; prot.100410/S433-09.– Colomer Barber Fr. Joaquin Rafael,Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, inHispania, Visit. Abistens pro Prov. Ss.Francisci et Iacobi, in Mexico: 12.07.2010;prot. 100410/433-09.– Rodríguez Rico Fr. Guillermo, Prov. S.Evangelii, in Mexico, pro Prov. Ss. Petri etPauli, in Mexico: 12.07.2010; prot. 101134/S274-10.– Rocha Fr. Emilio, Prov. Castellanæ S. GregoriiMagni, in Hispania, pro Prov. Carthaginensis,in Hispania: 12.07.2010; prot.101162/S288-10.– Michalski Fr. Klaudiusz, Prov. S. FrancisciAssisiensis, in Polonia, pro Fund. S.Francisci, in Russia/Cazastania, dep. a Ministrogenerali: 12.07.2010; prot. 101185.– Montoya Restrepo Fr. Oscar Armando,Prov. S. Pauli Apostoli, in Columbia, proProv. A. Antonii, in Bolivia: 20.07.2010;prot. 101174/S295-10.– Alegre Paredes Fr. Andrés Alfredo,Prov. S. Francisci Solano, in Peruvia, proProv. Ss. XII Apostolorum, in Peruvia:20.07.2010; prot. 101155/S285-10.24. Domus suppressæ– Nossa Senhora dos Anjos de Setúbal, Portogallo:11.05.2010; prot. 100819/S141-10.– St. Antoniuskloster, Hannover, Germania:21.06.2010; prot. 100979/S211-10.– Franziskanerkloster, Bad Gleichenberg,Austria: 07.07.2010; prot. 101101/S260-10.– Franziskanerkloster, Tieschen, Austria:07.07.2010; prot. 101101/S260-10.– Convento San Antonio de Padua, Sevilla,calle San Vicente 91, Spagna: 07.07.2010;prot. 101126/S271.10.– Convento San José, Las Palmas de GranCanaria, calle Padre Cueto 24, Spagna:07.07.2010; prot. 101126/S271.10.– Convento San Miguel de las Victorias, SanCristóbal de La Laguna (Tenerife), Plaza deSan Francisco, Spagna: 07.07.2010; prot.101126/S271.10.25. Notitiæ particulares– Il Definitorio generale ha nominato laCommissione per il “China Project”: HaFr. Joseph (Presidente), Pegoraro Fr. Claudio,Belloli Fr. Luigino: 11.05.2010; prot.100785.– Il Definitorio generale ha soppresso laFondazione della S. Croce, USA, dipendentedalla Prov. S. Crucis, in Slovenia:14.06.2010; prot. 100997/S219-10.


E SECRETARIATUPRO FORMATIONE ET STUDIIS1. Convocation Congress Continental forFormation in Asia1. Letter of General MinisterRome, May 20, 2010Memorial of Saint Bernardine of SienaDear Provincials and Custodes,May the Lord give you peace!We are all convinced that the quality of formation,whether ongoing or initial, depends onthe evangelical quality of the life of our UniversalFraternity. Our last General Chapter hasonce again confirmed the need to strengthenformation at all levels in order to respond toour vocation and mission as Friars Minor, inorder to become “Bearers of the Gift of theGospel”.It is the Gospel which forms us in the truthof the Christian life and in the radicalism of theconsecrated life. The constant effort to allowourselves to be evangelized in the following ofChrist gives rise to the tension which continuouslyleads to a renewal of formation in theOrder, in a process of “Starting Afresh fromthe Gospel”.The General Chapter, in Mandates 35-37,has requested that the General Definitorium,during the present six-year period, promoteContinental Congresses for Formation, underthe direction of the General Secretariat forFormation and Studies.With this letter we would like to convokethe first of this series of congresses, this oneto be held in Asia, for the conferences of EastAsia and of South Asia, Australia and Oceania.It will be held September 12-19, 2010, inManila, Philippines.Two friars from each Entity are invited toattend: the director of the simply professedand a friar involved in either the Pastoral Careof Vocations or the Postulancy.The themes are those indicated in the Chaptermandates:a. Evaluate the awareness and implementationof the Ratio Formationis Francescanaein the stages of Simple Profession, PastoralCare of Vocations and Postulancy.b. Franciscan formation in the evangelicalcounsels.c. Franciscan formation in sacramental life.d. The accompaniment of those who undertakepriestly ministry.We are convinced that this new “continental”style for Formation Congresses will providean animation that is more concrete, fraternaland realistic for the different reality ofeach continent. This formation is given in thecontext of a globalized world, but with specificcharacteristics in each region. These characteristicscolor the Franciscan way that we liveand the way we do formation.So I ask each of you, my brother Provincialsand Custodes of the Asia Conferences, tofacilitate the active participation of the indicatedfriars from your Entities in this Congress.May Mary Immaculate, virgin madeChurch and woman filled with the Holy Spirit,help you always to begin again the path of ongoingformation, as was the wish of our FatherSaint Francis.May the Lord bless you.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinister GeneralFr. Vidal Rodríguez López, ofmGeneral Secretary for Formation and StudiesProt. 100970 (098/10)2. Letter of the General Secretary for Formationand StudiesRome, May 20, 2010Memorial of Saint Bernardine of SienaDear Provincials and Custodes,May the Lord give you peace!We in the General Secretariat for Formationand Studies are happy to have received fromthe Minister General and the Definitorium thetask of organizing various Continental Congressesfor Formation. They were proposedin Chapter Mandates 35-37, and should occurduring the present six-year period.


258 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Since the beginning of our service here inRome, we have been preparing these Congressestogether with the Executive Committeefor Formation and Studies. This workhas been based on the themes and suggestedparticipants that come from the General Chapter,which were subsequently approved by theMinister General and Definitorium.The first Continental Congress for Formationwill take place in Asia for our two conferencesthere: the East Asia Conference and ofthe Conference of South Asia, Australia andOceania. God willing, it will be held September12-19, 2010, in Manila, Philippines.In the convocation letter sent by the MinisterGeneral two friars from each Entity areinvited to attend: the director of the simplyprofessed and a friar involved in either thePastoral Care of Vocations or the Postulancy.The themes for the Congress are those indicatedin the Chapter mandates:a. Evaluate the awareness and implementationof the Ratio Formationis Francescanaein the stages of Simple Profession, PastoralCare of Vocations and the Postulancy.b. Franciscan formation in the evangelicalcounsels.c. Franciscan formation in sacramental life.d. The accompaniment of those who undertakepriestly ministry.The accompanying program proposes apractical methodology of sharing and participation.It will begin with the questionnaire thatis to be sent to all participants, which will be afirst look at how the RFF is being implementedin the formation process in Asia. At the Congresswe will start our work with this look atthe reality of formation in Asia, and then reflecton how to do formation in the evangelicalcounsels and in sacramental life, and how tomake use of accompaniment as a tool for formation.Based on all of this work the Congresswill offer concrete proposals regarding theseissues for use in our formation work.The results of the Continental Congresseswill serve as the content for an InternationalCongress for the Order, to which all of the provincialSecretaries of Formation and Studieswill be invited. They will be asked to evaluatein a fraternal way the conclusions of each ContinentalCongress in order to prepare guidelinesfor future formation work in the Order.Dear brother Provincials and Custodes, weare sure that you will do your best to facilitatethe participation of the indicated Friars fromyour Entity in this Congress. We are also surethat the formators will participate actively inthe preparation, celebration and implementationof the Continental Congress for Asia.Because “we are called to liberty” wewould like to constantly “start afresh from theGospel,” as Saint Francis invited the Friars todo. Formation is an ongoing challenge that allof us should respond to in the present. Thiswill help us to promote the renewal of the Orderfor tomorrow while faithfully embracingthe following of Christ. Saint Francis is withus, and opens the road for us.Fraternally,Fr. Vidal Rodríguez López ofmGeneral Secretary for Formation and StudiesProt. 100970 (098/10)2. Visite ed Incontri1. Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino”di VeneziaIl 1-2 di febbraio, assieme a Fr. VincenzoBattaglia ofm, Decano della Facoltà di Teologiadella Pontificia Università Antonianum,il Segretario generale per la Formazione e gliStudi, Fr. Vidal Rodríguez López ofm, ha fattovisita all’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino”di Venezia, incorporato alla suddettaUniversità.Siamo stati ospitati nel Convento di S. Francescodella Vigna, sempre a Venezia, quindi èstato possibile conoscere anche la Fraternitàche ospita gli studenti dell’Istituto. Abbiamoanche visitato gli spazi rinnovati dell’Istituto,le aule e la magnifica biblioteca.È da segnalare positivamente, lo sforzofatto da parte dalla Provincia Veneta nel sistemarela sede dell’Istituto, nei locali dell’anticaCuria Provinciale. In particolare, la sistemazione– curata, sicura, moderna e pratica deglispazi – della Biblioteca dell’Istituto, facilitandosia la conservazione dei depositi sia la consultazionedi questi da parte degli studenti ericercatori. La Provincia sostiene le spese nonsolo accademiche ma anche gran parte dellespese di vitto e alloggio degli studenti, il chedice positivamente del suo impegno nel campoecumenico.Abbiamo avuto due incontri significativi.Nel pomeriggio del lunedì con il Preside, Fr.Roberto Giraldo ofm. Con lui abbiamo par-


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 259lato a lungo dell’Istituto, soprattutto riguardoall’andamento di questo Centro, del sostegnodel nostro Segretariato, della preparazione deiprofessori, di come interessare di più l’Ordinesugli studi ecumenici, del sostegno delle borsedi studi del nostro Segretariato, della collaborazionecon la Commissione del Servizio per ildialogo dell’Ordine.Nella mattina del martedì abbiamo incontratoassieme al Preside, il Professore RiccardoBuriana, direttore del Centro per l’Ecumenismoin Italia, della Conferenza EpiscopaleItaliana con sede dal 2008 nell’Istituto edanche professore dell’Istituto. Questo Centroha come obiettivi: promuovere il dialogo e laricerca nel campo del dialogo ecumenico inItalia e non solo; raccogliere le informazionie la documentazione riguardo all’ecumenismodal Concilio Vaticano II in poi. L’affiancarsial nostro Istituto si vede come una proficuacollaborazione scientifica, una comunicazionepermanente con la Conferenza Episcopale Italianae il poter contare con professori espertinel campo del dialogo ecumenico.2. Master di formazione per Formatori pressola PUALunedì 29 marzo 2010, nella Sala del SenatoAccademico della PUA, è avvenuto l’incontroannuale di animazione del Master perFormatori. Convocati dal Preside dell’IstitutoFrancescano di Spiritualità, Fr. Paolo Martinelli<strong>OFM</strong>Cap, della Pontificia UniversitàAntonianum, hanno partecipato i moderatoridel Master di Formazione per Formatori: Fr.Albert Schmucki <strong>OFM</strong> e Fr. Omar Rodulfo<strong>OFM</strong>Cap; i responsabili dei diversi Segretariatidella Famiglia Francescana: <strong>OFM</strong>, Fr.Vidal Rodríguez López; <strong>OFM</strong>Cap, Fr. RoccoTimpano; <strong>OFM</strong>Conv, Fr. Lindor Alcides Tofful;TOR, Fr. Bernat Nebot.I responsabili hanno verificato l’andamentopositivo del Master, hanno indicato l’orientamentoper il futuro, la nuova linea in linguainglese in collaborazione con il Centro Francescanodi Canterbury. Nel dialogo si sonocondivise le sfide delle formazione di ogni Famigliae le attese riguardo al Master.3. Fraternità Francescana Internazionale“Ven. Fr. Gabriele M. Allegra <strong>OFM</strong>”In due incontri formativi sono stati presentatidue documenti dell’Ordine – Portatori deldono del Vangelo e Ripartire del Vangelo –nella Fraternità Francescana Internazionale“Ven. Fr. Gabriele Allegra <strong>OFM</strong>, presso ilCollegio Internazionale S. Antonio di Roma.Mercoledì 17 marzo, Il Ministro generale,Fr. José Rodríguez Carballo, ha voluto presentareil sussidio “Ripartire dal Vangelo. Lineeguida di animazione per il sessennio 2010-2015”, recentemente pubblicato dal Definitoriogenerale.Il Ministro ha rilevato la necessità di riprenderecontinuamente il Vangelo del Signor Gesù,come l’alimento che nutre vocazionalmentela nostra vita e missione per essere testimoniautentici dello stesso Vangelo, in dialogo constantecon il mondo, per rifondare e rinnovarele nostre presenze in ordine ad una rivitalizzazionedell’Ordine.Questo invito a ogni Frate e a ogni Fraternità,deve essere letto in chiave di formazione permanenteanche in questa Fraternità P. Allegra, Casadi Studi di tutto l’Ordine, arricchita dall’internazionalitàdei suoi membri, rispecchiando così ilvolto dell’insieme dello stesso Ordine.Dopo la presentazione del suddetto sussidiosi è aperto il dialogo su alcuni temi comel’identità e vocazione francescana, la missionein Fraternità e la formazione nell’Ordine.Prima, mercoledì 10 marzo, il Segretario generaleper la formazione e gli studi, Fr. VidalRodríguez López, aveva presentato a questastessa Fraternità il documento dell’ultimo Capitologenerale, “Portatore del dono del Vangelo”,insieme ad alcune linee e orientamenti delSegretariato di Formazione, che scaturiscono daquesto documento di animazione dell’Ordine.4. Noviciado común de la CONFRESEl 23 y 24 de marzo 2010 el Secretario generalde formación y estudios, Fr. Vidal RodríguezLópez, ha visitado la Casa del NoviciadoComún de CONFRES, en el Convento Sto.Espíritu del Mote en Gilet (Valencia) en España,con ocasión del anual encuentro de los formadoresdelegados de las distintas Provinciaspara dicho Noviciado. Desde 1998 es la Casade Noviado de las Provincias Franciscanas deEspaña, CONFRES.En dicho encuentro, el Maestro de Novicios,Fr. José Luis Coll, presentó el proyectoformativo del Noviciado y la evaluación delEquipo de formadores de la mitad del caminodel presente año de Noviciado. Hay tres novicios.Los delegados provinciales presentaronlos proyectos de los respectivos postulantados,y las previsiones de cara al próximo año de noviciado.Hay 11 postulantes en CONFRES.


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 261no visitato, nei primi giorni di maggio 2010,alcune case di formazione dell’Ordine nellanostra Fondazione in Thailandia, incontrandoi Frati incaricati della formazione. Hanno potutovisitare le Fraternità in Lamsai, la casa diformazione temporanea e la casa in Bangkokper incoraggiare i Frati impegnati nella nuovaFondazione. In Thailandia attualmente lavorano8 confratelli, tutti provenienti da altri paesi,impegnati nell’accompagnamento vocazionalelocale.7. Seminario della Provincia di san Francescod’Assisi in VietnamIl Segretario generale per la Formazione egli Studi, Fr. Vidal Rodríguez López, e il Vicesegretario,Fr. Sergiusz Baldyga, il 5 e il 6di maggio 2010, hanno visitato il SeminarioMaggiore della Provincia di San Francescod’Assisi in Vietnam. Hanno potuto incontrarei giovani Frati in formazione iniziale: Fratiprofessi temporanei, Studenti di Filosofia (circa50 frati) e 2 gruppi di aspiranti, 70 ragazzi,insieme con i loro Formatori. Con il Definitoregenerale per l’Asia, Fr. Paskalis Bruno Syukur,hanno avuto l’opportunità di pregare assieme,di parlare loro e di avere un dialogo fraterno.I giovani Frati del Vietnam hanno condiviso illoro entusiasmo e la loro gioia di essere Francescanioggi. Ringraziamo tutta la Fraternitàdel Seminario per la loro testimonianza di vitafrancescana e la loro fraterna ospitalità.8. Giovani Frati dell’Asia Orientale in VietnamIl primo incontro dei giovani Frati dell’AsiaOrientale si è tenuto dal 3 al 14 maggio 2010in Vietnam nella sede del Seminario maggiore<strong>OFM</strong>. È stato organizzato dai Segretari perla Formazione e gli Studi della Conferenzadell’Asia Orientale in cooperazione con la Segreteriagenerale per la Formazione e gli Studidell’Ordine. Il comitato organizzativo eracomposto da: Peter Khoan (Vietnam), CaroloHo (Corea del Sud) e Gregorio V. Redoblado(Filippine). In totale ci sono stati 32 partecipanti:10 dal Vietnam, 5 dalle Filippine (Provinciae Custodia), 5 dalla Corea del Sud, 2dal Giappone, 2 da Taiwan-Hongkong, 2 dallaCina e 2 da Myamar.Fr. Paskalis Bruno Syukur, Definitore generaleper l’Asia, ha presieduto la S. Messad’apertura e ha offerto una riflessione ai partecipantisul documento del Capitolo generale“Portatori del Vangelo di Cristo”. Tutti quantisono stati accolti con un programma culturaledi benvenuto preparato dai Frati del SeminarioFrancescano a Ho Chi Minh City.Il Segretario generale per la Formazionee gli Studi dell’Ordine, Fr. Vidal RodriguezLópez, e il Vicesecretario, Fr. Sergiusz Baldyga,hanno partecipato attivamente con le lororelazioni (Fr. Vidal sull’accompagnamentopersonale e Fr. Sergiusz sulla cultura vocazionale),hanno condiviso le attese dell’Ordineverso i giovani Frati in Asia e ciò che questiFrati possono offrire alle attuali sfide dell’Ordine.Durante il congresso Fr. Gerry Lobo, indiano,ha proposto alcuni temi specifici riguardantila spiritualità francescana.C’era anche uno spazio dedicato allo scambioculturale secondo i Paesi di appartenenzae ogni Entità ha mostrato le proprie tradizioni,bandiere, i piccoli souvenir. Nella secondaparte dell’incontro si è avuta una gita a NhaTrang, Dalat. I giovani Frati hanno potuto visitareanche le case formative di postulato enoviziato della Provincia S. Francesco in Vietnam.L’obiettivo principale di questo raduno deigiovani Frati dell’Asia Orientale era di rispondereal mandato del Capitolo Generale 2009riguardante la formazione permanente, la cooperazionefra le diverse Province ed Entità,la creazione di opportunità per l’ascolto reciproco,il dialogo fraterno e la condivisionedel dono della vocazione francescana in AsiaOrientale. Il primo incontro dei giovani Frati(“Under five”) si è concluso con la celebrazioneliturgica e il rinnovo della professionereligiosa presieduta da Fr. Baltazar A. Obiko,Presidente della Conferenza dei Ministri Provincialedell’Asia Orientale.9. Famiglia FrancescanaSabato 19 giugno 2010, nella nostra Curiageneralizia, c’è stato un incontro dei Segretariatigenerali per la Formazione e gli Studi dellaFamiglia Francescana.L’obiettivo dell’incontro era di condividerela situazione, attese e sfide comuni nell’areaformativa e degli studi. Hanno partecipato iresponsabili dei diversi Segretariati: <strong>OFM</strong>, Fr.Vidal Rodríguez López e Fr. Sergiuz Baldyga;<strong>OFM</strong>Cap, Fr. Rocco Timpano, Fr. PrinceVliyakunnel Fr. Marek Miszczynski, Fr. PedroVéliz; <strong>OFM</strong>Conv, Fr. Lindor Alcides Tofful;TOR, Fr. Bernat Nebot.


262 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Hanno anche partecipato il Preside dell’IstitutoFrancescano di Spiritualità, Fr. PaoloMartinelli <strong>OFM</strong>Cap, della Pontificia UniversitàAntonianum; i moderatori del Master di Formazioneper Formatori: Fr. Albert Schmucki<strong>OFM</strong> e Fr. Omar Rodulfo <strong>OFM</strong>Cap; Fr. SinišaBalacić <strong>OFM</strong>, Rettore dei Frati Studenti dellaFraternità P. Gabrielle M. Allegra del CollegioS. Antonio a Roma.10. Servizio Europeo per le Vocazioni (EVS)“Vieni e vedi. Il sacerdote: testimone e servitoredelle vocazioni”. Con questo tema si è svoltol´incontro annuale dell’European VocationsService (EVS), organizzato dalla Commissionedel Consiglio delle Conferenze Episcopalid’Europa (CCEE), per la cura delle vocazionisacerdotali e di vita consacrata nella Chiesa.Tra i 53 delegati di 15 Chiese nazionalid’Europa era presente Fr. Sergiusz Baldyga<strong>OFM</strong>, Vicesegretario generale per la Formazionee gli Studi dell’<strong>OFM</strong>. Lo scopo dell’incontroera quello di vivere qualche giorno nel segnodella fraternità, della preghiera per le vocazioni,dello studio delle problematiche, dello scambiodi esperienze legate alla vocazione nella Chiesain Europa. Fra i relatori sono intervenuti, tra glialtri: Mgr. Jean-Louis Brugués, Mgr. SzékelyJános, P. Oscar Maria Llanos, Mons. Juan MariaUriarte Goiricelaya, P. Eusebio HernandezSola e don Francis Bonnici.Tutto il convegno è stato coordinato dal delegatodel CCEE Mgr. Wojciech Polak e dal moderatoredon Jorge Madureira del Portogallo.11. Conferenza Nord SlavicaSotto la guida del Segretario per la Formazionee gli Studi della Conferenza Nordslavica,Fr. Witoslaw Sztyk <strong>OFM</strong>, si sono radunati,presso il Santuario di Monte Sant’Anna inPolonia, i giovani Frati per l’annuale corso dipreparazione alla professione solenne. La primaparte dell’incontro è durata 2 settimane esi è svolta a livello di Conferenza; poi, altre2 settimane sono state gestite dalle singoleProvince. Quest’anno sono venuti 35 giovaniFrati dalle 6 Entità (compresa la FondazioneBizantina di Tutti i Santi Francescani e la Provinciadi San Michele Arcangelo in Ucraina).Il raduno è consistito in un tempo dedicatoalla preghiera, alla meditazione (sia comunesia individuale) e in un giorno di ritiro. C’èstato lo spazio per alcune riflessioni sul francescanesimo,sui voti e sulla teologia della vitareligiosa. Come di solito, il primo incontro didatticoè stato guidato da Fr. Sergiusz Baldyga<strong>OFM</strong>, Vicesegretario generale per la Formazionee gli Studi, sul tema della comunicazioneinterpersonale e fraterna.In vista della professione solenne, un gruppodei giovani Frati della Provincia dell’Assunzionedella BVM in Polonia, hanno fattoun pellegrinaggio nei luoghi francescani inItalia e hanno fatto sosta presso la nostra Curiagenerale per la celebrazione dell’Eucaristia.3. Notitiæ particulares1. Segretaria generale per la Formazione egli Studi• Prot. 100523 (254/10). Il Ministro generale,a seguito alla richiesta del Custode dellaCustodia di S. Francesco in Papua-NuovaGuinea, ha approvato il trasferimento delCasa di Noviziato da Port Moreky alla “St.Didacus Friary” in Aitape. Ha approvatoanche il programma formativo di questonoviziato: Prot. 100524 (253/10).• Prot. 100412(238/09). Con Decreto del15.12.2009, il Ministro generale ha approvatogli Statuti del Noviziato Interprovincialedi Fontecolombo.• Prot. 100594 (001/10). Sussidio del Definitoriogenerale <strong>OFM</strong> per il ‘moratorium,“Una sosta per discernere”.• Prot. 100598 (002/10). Il Ministro generaleha approvato, con Decreto, la Ratio FormationisFranciscanae della Provincia delSs.mo Nome di Gesù (Anápolis) in Brasile.• Prot. 100581 (007/10). Il Ministro generaleha nominato i membri della Commissioneper lo studio delle strutture dal Collegio InternazionaleS. Antonio a Roma.• Prot. 100572 (008/10). Fr. Paolo Cavalliofm, della Provincia Veneta di S. Antoniodi Padova. è stato nominato Visitatore generaledella Fraternità del Collegio InternazionaleS. Antonio a Roma.• Prot. 100790 (053/10). Il Ministro generale,dopo la proposta del Ministro provin-


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 263ciale della Provincia Regina della Pace,in Taiwan, ha nominato, con Decreto del19.05.2010, Fr. Henry Woo Kin-Tin Economodello Studium Biblicum di Hong-Kong.• Prot. 100858 (072/10). Sussidio del Definitoriogenerale <strong>OFM</strong>, “Ripartire del Vangelo”.Linee guide di animazione per il sessennio2010-2015.• Prot. 100818(085/10). Con Decreto del20.05.2010, il Ministro Generale ha confermatol’elezione degli uffici della Casa diNoviziato Interprovinciale di PiedimonteMatese.• Prot. 100941 (095/10). Il Ministro generaleha inviato un suo messaggio ai Maestridei Novizi della COMPI, per l’incontro annualenel Santuario della Verna dal 20 al 26maggio 2010.• Prot. 100970 (098/10). Il Ministro generaleha convocato il Congresso Continentale diFormazione in Asia che si celebrerà dal 12al 19 settembre 2010 a Manila nelle Filippine.• Prot. 100971 (100/10). Con Decreto del16.06.2010, il Ministro generale, a seguitodella richiesta del Ministro provinciale, harinnovato l’erezione della Casa di Noviziatoa Humac della Provincia dell’Assunzionedella BVM in Bosnia e Erzegovina.• Prot 101024 (124/10). Con obbedienza del7.6.2010, il Ministro generale ha promulgatola nomina di Fr. Ambrogio Nguyen VanSi ofm, della Provincia di S. Francesco inVietnam, a Guardiano della Fraternità delCollegio Internazionale S. Antonio a Roma.• Prot. 101020 (126/10). Il Segretario generaleper la Formazione e gli Studi ha inviatouna lettera di saluto all’Istituto Francescanodi Filosofia della Provincia dei Santi Francescoe Giacomo in Messico, in occasionedella conclusione dell’anno accademico2009-10.• Prot. 101102 (157/10). Con lettera del2.7.2010, il Ministro generale ha confermatogli uffici per la Casa di Formazione eStudi Internazionale di Lusaka (Nairobi) inKenia.• Prot. 101184 (180/10). Il Segretario generaleper la Formazione e gli Studi hainformato il Ministro generale sull’Entitàdell’Ordine che hanno contribuito economicamenteal Fondo di Formazione del SG-FS come aiuto per l’anno 2010 nel periododa gennaio a luglio.2. Pontificia Università Antonianum• Prot. 100462 (240/09). Con Decreto del29.11.2009, il Ministro generale e GranCancelliere, ha nominato Fr. Moacyr MalaquiasJúnior, della Custodia Autonomadella Sette Allegrezze di Nostra Signore inBrasile, Professore Aggiunto, nella Cattedradei Beni Temporali della Chiesa, nellaFacoltà di Diritto Canonico della PontificiaUniversità Antonianum.• Prot. 100505(251/09). Con Decreto del10.2.2010, il Ministro generale e GranCancelliere della PUA, su richiesta del RettoreMagnifico e visto il Nihil Obstat dellaCongregazione per l’Educazione Cattolica(Prot. 423/2003) ha promosso a ProfessoreOrdinario, Fr. Paolo Martinelli ofmcap,della Cattedra di Teologia degli Stati di Vita,presso l’Istituto Francescano di Spiritualitànella Facoltà di Teologia della PontificiaUniversità Antoninaum.• Prot. 100504 (260/09). Con Decreto de13.1.2010, il Ministro generale e GranCancelliere, su richiesta del Rettore Magnifico,è stato nominato Professore EmeritoFr. Fernando Uribe ofm, della Provinciadi S. Paolo in Colombia, nella Facoltàdi Teologia della Pontificia Università Antonianum.• Prot. 100655 (018/10). Con Decreto del25.2.2010, il Ministro generale e GranCancelliere della P.U.A. ha nominato, a seguitodella richiesta del Rettore Magnifico,Fr. Gregor Geiger ofm, della Custodia dellaTerra Santa, Professore Aggiunto nellaCattedra di Lingua Semitiche, della Facoltàdi Scienze Bibliche e Archologia di Gerusalemme,della Pontificia Università Antonianum.


264 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2• Prot. 100696(027/10). Con Decreto del15.3.2010, il Ministro generale e GranCancelliere della P.U.A. ha confermato, surichiesta del Rettore Magnifico, Fr. LucaBianchi ofmcap, Professore Aggiunto nellaCattedra di Storia della Spiritualità pressola Facoltà di Teologia della Pontificia UniversitàAntonianum.• Prot. 100978(104/10). Con lettera del2.7.2010, il Ministro generale e Gran Cancelliere,a seguito della richiesta del RettoreMagnifico, ha nominato la Commissioneper l’accompagnamento e l’autovalutazionedella Pontificia Università Antonianum.4. Relazione in occasione della V Assemblea dell’Ufficio generale per la Formazione dei Frati Minori CappucciniVERSO LA RATIOFORMATIONIS FRANCISCANAE <strong>OFM</strong>EXCURSUS IN CHIAVEDI FORMAZIONE PERMANENTEScopo di questa relazione è di presentarel’iter seguito per giungere all’elaborazionedella Ratio Formationis Franciscanaenell’<strong>OFM</strong>. Seguendo l’itinerario, ci soffermeremosu alcune tappe: il Concilio Vaticano II;le nuove Costituzioni generali <strong>OFM</strong>; la RatioFormationis Franciscanae del 1991; la RatioFormationis Franciscanae del 2003. La chiavedi lettura della relazione sarà la formazionepermanente. Alla fine cercheremo di tiraredelle conclusioni.Il Concilio Vaticano IIe le nuove Costituzioni generali <strong>OFM</strong>«Se alcuni vorranno intraprendere questavita e verranno dai nostri frati... Terminatopoi l’anno della prova, siano ricevuti all’obbedienza,promettendo di osservare semprequesta vita e Regola» (Rb 2).Da quella prima generazione di Frati Minorisono passati ben otto secoli, durante i quali lafedeltà al Vangelo è sempre stata presente neldinamismo della nostra storia. Ma possiamougualmente affermare che in quest’ultimo secolodi storia, un evento nella Chiesa ha segnatopositivamente la vita e la missione dell’Ordinee, quindi, anche la nostra formazione.Il Concilio Ecumenico Vaticano II, convocatoda Giovanni XXIII, ha avviato un rinno-vamento che, prima con Paolo VI e poi conGiovanni Paolo II, ha investito tutta la Chiesae, di conseguenza il nostro Ordine, anche seancora oggi, forse, non siamo in grado di valutarlopienamente.Credo opportuno ricordare, in questo contesto,un passo della Lettera enciclica all’Ordinedi Fr. Costantino Koser, dopo il Capitologenerale del 1967, nel quale si parla dell’iniziodi un processo, che, probabilmente, è tuttoraaperto: «Ora che il Capitolo generale si è felicementeconcluso, ritengo mio preciso dovereverso voi tutti trattenermi un po’ con voi suquanto si è fatto e, con maggiore insistenza, suquanto resta ancora da fare. Il Capitolo generaleha segnato, infatti, appena l’avvio di quelrinnovamento dell’Ordine contenuto nelleistanze del Concilio ecumenico e da noi tuttivivamente auspicate» 1 .Il decreto Perfectae Caritatis ha dato inizioal rinnovamento della vita consacrata puntandosoprattutto su cinque aspetti 2 : la sequelaChristi; la fedeltà al carisma di fondazione;la partecipazione alla vita della Chiesa; l’attenzioneai segni dei tempi; il rinnovamentospirituale.Nel 1994 veniva celebrata a Roma l’Assembleagenerale del Sinodo dei Vescovi sullavita consacrata. Nel marzo 1996 Giovanni PaoloII ci consegnava l’Esortazione PostsinodaleVita Consecrata 3 , con tre ampi e densi capitoli:le sorgenti della vita consacrata; la vitaconsacrata segno di comunione nella Chiesa;la vita consacrata epifania dell’amore di Dionel mondo.Questi testi 4 ed altri documenti ecclesiali 5hanno accompagnato la vita e la riflessionedella vita religiosa in generale ed in particolaredel nostro Ordine. Il Vaticano II, particolarmentecon il Decreto Perfectae Caritatis, haispirato le Costituzioni generali postconciliarie quindi la prima Ratio Formationis Franciscanaedel 1991; e l’Esortazione Vita Consecrataè stata alla base della Ratio FormationisFranciscanae del 2003.Il rinnovamento conciliare, dunque, ha introdottonuova linfa nella formazione, indirizzandolaverso nuovi schemi. Formare aduna vita religiosa nuova è la sfida per tutti gliIstituti di Vita Consacrata, anche per il nostroOrdine. La Chiesa ha accompagnato questoprocesso ancora in fieri. Sarà soprattutto con ildocumento Vita Consecrata che la Ratio Formationisdiventa uno strumento abituale nellaformazione di numerosi Istituti, chiamata in


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 265vari modi, ma con un’identica intenzione: indicarel’orientamento ultimo della formazionenella sequela Christi.Le Costituzioni generali del 1970 6 sono ilfrutto dello sforzo dell’Ordine per ritornare allefonti della propria spiritualità, chiarendo lapropria identità indicata nella vita evangelica enella vita in fraternità.La preoccupazione per la propria identitàcammina in parallelo con la preoccupazionesul come formare alla stessa identità francescana.L’inevitabile variabilità di un processoaperto influisce anche nella variabilità dellaformazione. Comunque la ricerca della veritànella formazione è costante in questo periodo.Il primo documento specifico sulla formazione,La formazione nell’Ordine dei FratiMinori 7 , è del Capitolo Generale Straordinariodi Medellín del 1971, che precisa: «Il presentedocumento delinea alcuni elementi comunidell’azione formativa ed offre la possibilitàdi molteplici sviluppi applicativi nelle diversesituazioni socio-ambientali. Viene affidatoalle Province o alle Conferenze dei MinistriProvinciali, il compito di redigere una propria“Ratio institutionis”, cioè un metodo comunedella formazione francescana da applicarsi supiano nazionale o regionale, e da adattarsi allediverse esigenze della pastorale vocazionale.Questa particolare “Ratio institutionis”, da rivedersiperiodicamente e da approvarsi dallasuprema autorità dell’Ordine, permetterà chela formazione del Frate Minore risponda semprealle esigenze spirituali e pastorali del popolodi Dio cui egli appartiene» 8 .Un punto di riferimento importante è costituitosenz’altro dal Capitolo di Madrid del1973, nel quale viene delineata la vocazionedell’Ordine oggi 9 . Nel 1979, programmando ilsessennio 1979-1985, il Ministro e il Definitoriohanno così scritto all’Ordine: 10 «Si riconoscela necessità di dare unità alla formazione,visto che le Province e le Conferenze nonsempre possono rispondere alle problematicheche si presentano. C’è bisogno di determinarepiù specificamente quali sono i nostri obiettivi,quali sono i metodi migliori, che cosa è laformazione, che cosa è un francescano oggi…La formazione continua o permanente è un altropunto di questa problematica. È mandatocapitolare che il prossimo Consiglio plenariosia sul tema della formazione».Il Consiglio plenario evocato emaneràun secondo documento: La Formazionenell’Ordine dei Frati Minori 11 . Nel documentosi legge: «a dieci anni della promulgazionedelle nuove Costituzioni generali, il Capitologenerale del 1979, facendo un bilancio di questadecennale esperienza nel settore della formazione,ha scelto i sei problemi che ha ritenutocome più importanti ed ha deciso di trattarliin un Consiglio plenario… Il documento nonpretende di abbracciare tutto l’iter della formazione:studia soltanto alcuni problemi….L’obiettivo del Consiglio plenario non è statoquello di dare soluzioni immediate ma di aprirepiste sulle quali le altre Entità dell’Ordinepossono incamminarsi. Non si tratta di normegiuridiche, bensì di orientamenti e di suggerimentipratici… il documento può essere consideratoun punto di convergenza di suggerimentie chiarimenti giunti da tutto l’Ordine.Nel lavoro siamo sempre stati guidati da duelinee di forza: la coscienza dell’unità fondamentaledella vocazione francescana e il desideriodi vederla incarnata nella cultura specificadi ciascuna regione».Tutto questo percorso converge nelle Costituzionigenerali del 1987 12 , dove viene definitoil concetto di formazione francescana secondolo spirito di rinnovamento conciliare. NelCapitolo VI, «Devono desiderare di avere lospirito del Signore e le sue sante opere» 13 , infatti,si dice: «La formazione francescana ha loscopo di rendere possibile, sotto l’azione delloSpirito Santo, a tutti i frati e ai candidati, lacontinua sequela di Cristo, secondo la formadi vita di san Francesco e la Regola, nella concretasituazione del loro tempo» 14 .In questo periodo postconciliare si va consolidandonell’Ordine la necessità, da unaparte di poter offrire una formazione nuovasecondo lo spirito che plasmerà le rinnovateCostituzioni Generali e dall’altra di indicarel’arte di una formazione in un contesto culturalediverso. A vino nuovo otri nuovi…Il vino della vita evangelica in fraternità erastato versato sulla tavola dell’Ordine: il mondoera cambiato, la Chiesa si rinnovava e l’Ordineaveva iniziato un sincero e faticoso camminovocazionale di formazione per seguire più davicino il Signore Gesù.Alcuni avvenimenti ecclesiali, come il ConcilioVaticano II e il Sinodo sulla vita consacratao dell’Ordine, come i Capitoli generali ei Consigli plenari, avvenimenti che hanno datovitalità alla formazione, sono da tenere assolutamentepresenti, se si vuole capire come si ègiunti all’attuale Ratio.


266 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2La Ratio Formationis Franciscanae del 1991Una volta promulgate le nuove Costituzionigenerali, che inseriscono la formazione e lavocazione francescana nella sequela Christi eintendono la formazione in chiave di formazionepermanente, l’Ordine ha dato il via allaconvocazione di Congressi internazionali pertappe formative. Questi Congressi sono statipromossi e seguiti dal Consiglio Internazionaleper la Formazione e gli Studi, ascoltati iSegretari provinciali per la Formazione e gliStudi di tutte le Conferenze dell’Ordine.Si ha così il primo ciclo di Congressi Internazionalisecondo le tappe formative: Congressodei Maestri dei Novizi (1988); Congressodei Maestri dei Frati professi temporanei(1990); Congresso dei Moderatori per laFormazione permanente (1993); Congressodei Maestri dei Postulanti (1995); Congressodegli Storici dell’Ordine (1999); Congressodegli Animatori della Cura Pastorale delleVocazioni (2000); Congresso dei Rettori delleUniversità e Direttori dei Centri di Ricercadell’Ordine (2001).Subito dopo abbiamo il secondo ciclo deiCongressi Internazionali secondo le tappeformative: Congresso dei Segretari Provincialidi Formazione (2002); Congresso deiMaestri dei Novizi (2005); Congresso deiModeratori per la Formazione permanente(2006); Congressi a livello continentale (sessennio2009-2015).Questi Congressi sono basilari, perché sonouno specchio della realtà formativa dell’Ordinenel suo volto universale e perché rendonoevidente il positivo e il negativo della propostaformativa, dato che offrono proposte e indirizziper il cammino futuro dell’insieme della formazionee di ciascuna delle tappe formative.Senza di essi non si può capire il cammino diconvergenza e di sintesi che sfocia nelle RFF.Il cammino verso una Ratio Francescana,che poi si concretizza nella Ratio FormationisFranciscanae del 1991, risponde a un programmaben preciso che prende l’avvio dagliStatuti generali del...... . Infatti, nell’art. 67 §3si legge: «La formazione francescana di tuttol’Ordine è diretta dal Piano di formazione, approvatodal Ministro Generale con il consensodel Definitorio» 15 .Il Definitorio generale, nella sessione del10 dicembre 1986, ha approvato il progetto pergiungere alla stesura di una Ratio FormationisFranciscanae, prevista dai nuovi Statuti generali,come risulta dalla Lettera del Ministrogenerale del 5 febbraio 1987: «Recentementeil Definitorio generale ha approvato un progetto16 , presentato dal Segretariato per la Formazionee gli Studi, con la finalità di avviare intutto l’Ordine una riflessione sulla formazioneiniziale, tenendo conto dei nuovi orientamentidelle Costituzioni generali. Questo progetto,la Ratio Formationis Franciscanae, vuole primadi tutto essere un approfondimento e unostudio dei principi di base della spiritualitàfrancescana e della nostra nuova legislazioneche deve ispirare ed animare la formazionefrancescana nell’Ordine ed essere di punto diriferimento e di guida nell’elaborazione delleRatio Formationis nelle varie Entità dell’Ordinestesso» 17 .Questo progetto intendeva coinvolgere, ilpiù possibile, tutti i formatori dell’Ordine. Perquesto fu pensato in due tappe: una prima peril Noviziato (Postulandato e Noviziato) e unaseconda per il tempo della professione temporanea.A questo fine furono convocati dueCongressi Internazionali, i primi di questo generead essere celebrati nel nostro Ordine.• Per la prima tappa (Postulandato-Noviziato)fu convocato il Congresso dei Maestridi Novizi, Habere Spiritum Domini, 8 ottobre-5novembre 1988, a S. Maria degliAngeli (Assisi) 18 .• Per la seconda tappa (Professione temporanea)fu convocato il Congresso dei Maestridei Professi temporanei, Sanctum evangeliumobservare, 6 ottobre-3 novembre1990, a S. Maria degli Angeli (Assisi) 19 .Qual era l’intenzione? Nell’Allegato 1 silegge: «con questa Ratio, che riguarda specificamentela formazione francescana, si intendestabilire dei principi comuni di base per laformazione nell’Ordine, tenendo conto dellanecessaria diversità delle culture, in cui l’Ordineè inserito. L’elaborazione di questa Rationon significa, tuttavia, voler ridurre a uniformitàla formazione. Essa suppone il dialogoe lo scambio delle esperienze formative checontribuiscono ad arricchire quanto già si attuanell’Ordine. D’altra parte, questo scambioa livello internazionale può assicurare l’unitànell’Ordine stesso, sul fondamento della comuneeredità francescana» 20 .Per riuscire a rispettare la pluralità e l’unitàdella formazione nell’Ordine, la migliore viaera, senza dubbio, la partecipazione. Per questomotivo, la preparazione previa di ognunodi questi Congressi, previde un’accurata e benprogrammata consultazione.


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 267Prima tappa 21 :1. Obiettivo generale: offrire orientamenti comuniper tutto l’Ordine riguardo al Postulandatoe al Noviziato.2. Obiettivi specifici:a. Verificare quello che viene fatto nei Postulandatie nei Noviziati dell’Ordine.b. Promuovere lo scambio di esperienze.c. Approfondire e studiare i principi basilaridella spiritualità francescana che devonoispirare tutta la vita e la formazionedei Novizi nel Noviziato.d. Studiare ed attuare le Costituzioni e gliStatuti generali.3. Procedimento:a. Invio alle Province di un 1° Questionario22 con la finalità di avere una visioned’insieme di come vengono compiuti ilNoviziato e il Postulandato nelle diverseEntità dell’Ordine e di aggiornare l’archiviodel Segretariato.b. Invio alle Province di un 2° Questionario23 allo scopo di orientare uno studiosul Noviziato e sul Postulandato a livelloprovinciale tra tutti i formatori dellaProvincia. I formatori dovranno studiarei diversi Documenti sulla Formazioneper quello che riguarda queste tappe.c. Le risposte al 2º Questionario darannola possibilità di stabilire alcuni orientamentipiù precisi da essere studiati daiMaestri di Noviziato a livello di Conferenze.d. Previsione di un Convegno di tutti i Maestridi Noviziato a livello di Ordine, perstudiare i contributi di ogni Conferenza;fare uno studio sugli elementi fondamentalidella nostra spiritualità da tenerepresenti nel Noviziato; studiare comeapplicare i principi delle Costituzionie degli Statuti generali e preparare unaRatio con gli orientamenti di base per unNoviziato francescano.È stato convocato, infine, il Congresso deiMaestri di Noviziato per ottobre 1988. NellaLettera di convocazione del 18 gennaio 1988il Ministro generale lascia intuire alcune motivazioni:«se sarà chiaro che la formazione continuadei frati è una priorità essenziale nel nostroOrdine, allora sarà altrettanto chiaro chela formazione iniziale, soprattutto quella specificariguardante il Postulato e il Noviziato, èdecisiva per sviluppare nei candidati una verae propria identità francescana. Inoltre il Consiglioplenario dell’Ordine del 1981 ha sottolineatoche la formazione e l’aggiornamento deiformatori costituisce una priorità nel nostroOrdine e le nuove Costituzioni generali riaffermanoquesta priorità» 24 .Negli allegati 25 alla lettera di convocazionesi indica come si dovrà svolgere la preparazionedel Congresso, si offrono dei sussidi per lariflessione e l’approfondimento sul postulandatoe noviziato francescani 26 : principi specifici,significato e finalità, valori da coltivare,criteri pedagogici, la fraternità formativa.La metodologia per lo studio di questi sussidie lo schema per la relazione al Congressoverranno fissati dai Delegati del ConsiglioInternazionale per la Formazione e gli Studi,celebrato a Lima dal 25 gennaio al 24 febbraio1988 27 .In base all’orientamento dato dai Delegati,i Maestri di Noviziato dovevano studiare isussidi. Le loro considerazioni sono state esaminatedal Segretariato generale per la Formazionee gli Studi in sede di Commissionepreparatoria 28 , dove si è elaborato anche l’Instrumentumlaboris 29 .Compiuto l’iter 30 programmatico verso ilCongresso, questo viene celebrato 31 come previsto.Mi sembra interessante fermare la nostraattenzione su due punti: la relazione del Ministrogenerale, Sequela Cristi e discepolato, elo studio dell’Instrumentum laboris.– Relazione del Ministro generale <strong>OFM</strong>, Fr.John Vaugh ofm 32 .Dopo aver dichiarata conclusa la fasedella ricerca, con la promulgazione delleCostituzioni, e invitato l’Ordine a continuarela riflessione, il Ministro generale afferma:«Tuttavia a questo punto è una questionedi responsabilità individuare i criteriformativi su cui in un certo senso attestarsicon chiarezza e camminare con fermezza,senza pericolose incertezze». Invita poi atrovare un punto di convergenza e di unitànella riflessione sui criteri formativi, dicendo:«Vediamo se riflettendo sul rapportofra sequela Christi e Discepolato, elementofondamentale nella vita religiosa francescana,non si possa individuare questo necessarioe chiarificatore punto d’incontro» 33 .La relazione, poi, prosegue, con un’approfonditariflessione sui seguenti punti:la tradizione, terra dove nasce e cresce ilconsenso; il discepolato francescano è unmodo di essere singolare; la formazione aldiscepolato tra “forma” e “identità”; il discepolato:un incontro; un apprendere “sui


268 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2generis”; alcune caratteristiche del discepolato;attitudini del discepolo nella tradizionefrancescana (la riverenza all’autoritàdell’Unico Maestro in tutte le sue manifestazioni;la fede: atteggiamento tutto positivo;l’abnegazione: demitizzazione dell’io,capacità di essere un no; esatta conoscenzadi sé e delle cose; in spirito di vera obbedienzadonarsi senza misura; il grande desiderio;opere piccole; coltivare la buonavolontà).Con questa relazione Fr. John Vaughnindicava chiaramente due assi portanti dellaRatio. Il primo consiste nel consideraresempre la formazione in chiave di formazionecontinua o permanente: «nella logicadella sequela che, evidentemente, abbracciatutta la vita e nella logica della stessaformazione francescana che per sua naturaè continua» 34 . Il secondo è dato dall’averidentificato l’obiettivo della sequela Christicon l’obiettivo della formazione: «felicemente,le nostre Costituzioni hannomesso in luce che l’obiettivo della vita delfrate minore è l’obiettivo della formazionefrancescana: entrambi coincidono nel puntofondamentale, cioè seguire Gesù Cristosotto l’ispirazione della Spirito Santo».– Lo studio dell’Instrumentum laboris, “Postulantadoy Noviciados Franciscanos” 35 ,elaborato dalla Commissione preparatoriadel Congresso nell’incontro avvenuto nellaCuria generale di Roma dal 4 al 18 agosto1988, da parte dei coetus durante il Congresso.Da tale studio scaturiranno le propostedello stesso Congresso 36 .Ma il programma del SGFS e del Definitoriogenerale verso la Ratio voleva anche coinvolgere,in un secondo momento, i Maestri dei Professitemporanei. Vediamo alcuni passaggi 37 .Un’apposita Commissione si è riunita neigiorni 20-28 ottobre 1998 ed ha elaborato, tenendoconto delle considerazioni del Congressodei Maestri di Noviziato, l’Instrumentumlaboris per il Congresso dei Maestri dei Professitemporanei.A Gora Sw. Anny (Polonia) 38 si è avuta lariunione del Consiglio Internazionale per laFormazione e gli Studi, per studiare lo schemadella Ratio Formationis Franciscanae, inviatodal Comitato Esecutivo per la Formazione egli Studi a tutti i Maestri dei Professi semplici,Ministri e Custodi dell’Ordine 39 .La Commissione preparatoria 40 , finalmente,ha elaborato l’Instrumentum laboris e laRatio Formationis Franciscanae. Entrambi idocumenti verranno presentati al Congressodei Maestri dei Professi temporanei.A questo punto si può così riassumere illungo cammino:• coinvolgimento del maggior numero possibiledi formatori;• processo di maturazione del concetto ecomprensione di quello che doveva esserela RFF;• presentazione del primo schema al Congressodei Maestri di Noviziato: praticamente unelenco di valori umani, cristiani e francescaniper il Postulandato e il Noviziato;• organizzazione di questi valori con l’esigenzadi una rilettura di tutti i documentidell’Ordine;• significato della formazione specifica francescanaalla luce dell’identità del Frate Minoreoggi.Non fu facile precisare che cosa volesseintendere l’Ordine con Ratio. Secondo quantoviene osservato nel Congresso dei Maestri deiProfessi temporanei, si tratterebbe «di esporrele linee orientative di quello che deve esserela formazione specifica per la vita francescana,cercando di esplicitare la coerenzae la gradualità del processo formativo perchépossa aiutare ad identificare e comprendere icontenuti essenziali del nostro carisma. Lineeorientative che sono valide sia per la formazionepermanente che per la formazione iniziale.Con questi due elementi (cosa è la formazionefrancescana e cosa è una Ratio) è stato possibilepresentare uno schema di Ratio che seguela struttura delle nostre Costituzioni, esplicitandotre elementi: la vocazione evangelica delFrate Minore; la formazione francescana; altriaspetti della formazione» 41 .Dal 6 ottobre al 3 novembre 1990, a S. Mariadegli Angeli (Assisi), si è tenuto l’attesoCongresso dei Maestri di Professi temporanei,Sanctum evangelium observare 42 . L’impegnoper la preparazione 43 e la celebrazione delCongresso 44 , il passaggio dall’Istrumentumlaboris 45 alla proposta del Congresso di unaRatio Formationis Franciscanae 46 al Definitorioper la valutazione e la debita approvazionesono segni evidenti di un lungo e travagliatocammino che possiamo considerare come unaformazione permanente dell’Ordine sulla propriaformazione.Al termine del Congresso, dunque, vieneavanzata al Definitorio generale la seguenterichiesta:


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 269– «constatato che:• la Ratio Formationis Franciscanae è ilfrutto di un processo di riflessione e diapprofondimento avvenuto nell’Ordinea vari livelli;• è l’orientamento fondamentale per laformazione sia iniziale che permanentedel Frate Minore oggi;• le nostre leggi richiedono la redazione diuna Ratio Formationis a livello provinciale,– si propone che il Ministro generale, con ilsuo Definitorio, approvi quanto prima laRatio Formationis Franciscanae per tuttol’Ordine, e stimoli le Province a redigere alpiù presto la loro Ratio Formationis» 47 .L’11 marzo 1991, con decreto del Ministrogenerale, viene promulgata la Ratio FormationisFranciscanae 48 . Nello stesso decreto sistabilisce che ogni Entità deve avere la propriaRatio Formationis.La Ratio promulgata non vuole essere tantoun documento giuridico, ma una propostaall’Ordine dei principi che devono animaree orientare l’azione formativa francescana alivello dell’Ordine, proponendo ispirazione,principi, linee programmatiche e metodi pedagogicicosì che il Frate Minore di oggi abbiala possibilità di formarsi nella sua realtà concretae venga, nello stesso tempo, assicuratala necessaria unità e coerenza al programmadi formazione permanente e iniziale che ogniEntità è chiamata ad elaborare.La Ratio Formationis Franciscanæ, nell’affrontarei diversi aspetti della formazione, siprefigge di presentare gli elementi fondamentalicon i quali i Frati e ogni candidato possanovivere la sequela di Cristo come compitofondamentale della formazione francescana eavere Gesù Cristo povero, umile e crocifissocome unico Maestro sull’esempio di san Francesco.La Ratio Formationis Franciscanae è divisain tre parti: 491. Vocazione evangelica del Frate Minore. Hacome punto di partenza l’art. 1 delle Costituzionigenerali, i principi e i valori tipicamentefrancescani dei primi cinque capitolidelle stesse Costituzioni. Fondandosi principalmentesugli Scritti di san Francesco esulle Costituzioni si sottolineano le principalicaratteristiche della vita del Frate Minoreoggi, fondamentali per la formazionesia permanente che iniziale.2. La formazione francescana. Comincia conuna breve esposizione del modello che deveessere sempre presente, cioè san Francesco,esempio di vita e di formazione francescana.Continua, quindi, con l’esposizione deitemi principali, seguendo sempre la stessastruttura del capitolo VI delle Costituzioni.3. Formazione generale, teologica, professionalee ministeriale nello spirito francescano.Si fa riferimento al titolo VI del Cap.VI delle Costituzioni: «altri aspetti dellaformazione». Dopo un’introduzione dovesi espongono le motivazioni di fondo diun’adeguata e solida formazione per giungeread essere testimoni ed annunciatori efficacidella Parola di Dio e collaboratori nelservizio della Chiesa, vengono sviluppatiquattro aspetti principali:1. la formazione generale;2. la formazione teologica;3. la formazione professionale;4. la formazione ai ministeri.La RatioFormationis Franciscanae del 2003Dopo la pubblicazione nel 1991 della RatioFormationis Franciscanæ è iniziata la fasedell’applicazione delle sue indicazioni nellaformazione permanente e nella formazioneiniziale, e viene avviata nelle Entità l’elaborazionedelle proprie Ratio Formationis comerichiesto dalla stessa Ratio per la Fraternitàuniversale.Nel frattempo vengono pubblicati dalla Curiagenerale due documenti che riguardano siala formazione che gli studi. Sono i frutti dellariflessione, sull’ampia area di formazione, checontinua nei Convegni Internazionali di Formazione.Dopo il Congresso dei Moderatori per laFormazione permanente (1993), il 2 agosto1995 viene pubblicato il documento: Laformazione permanente nell’Ordine dei FratiMinori 50 . «Il presente documento si prefigge– si legge all’inizio del testo – di approfondirelo spirito, i contenuti e la necessità della formazionepermanente del nostro Ordine, giàesposti nella Ratio Formationis Franciscanæ;di incoraggiare i frati a rispondere ad essa congenerosità, offrendo inoltre alcuni mezzi eproposte concrete per poter organizzare adeguatamentela formazione permanente a tutti ilivelli delle Fraternità» 51 .Il 25 marzo del 2001 viene promulgata, condecreto del Ministro generale, Fr. GiacomoBini, la Ratio Studiorum dell’Ordine dei Frati


270 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Minori. “In notitia veritatis proficere” 52 , volutadal Capitolo generale di S. Diego (1991) e poida quello di Assisi (1997). «… [la Ratio Studiorum]lungi dall’essere solo un documentogiuridico – si dice nella presentazione – offrei principi orientativi, il significato e la finalitàdegli studi nella vita dei frati minori; allo stessotempo presenta un programma degli studispecificamente francescani per quei frati chefrequentano Centri di studi superiori, all’internodell’Ordine o altrove, per tutti i frati indipendentementedalla loro opzione vocazionale;studi da realizzare sia durante la formazionepermanente sia nel corso di quella iniziale» 53 .Dopo il Congresso dei Maestri di Postulandato54 e il Congresso degli Animatori dellaPastorale Vocazionale – Assisi, 7-30 ottobre2001– 55 viene pubblicato il 25 gennaio 2002il documento, Orientamenti per la cura pastoraledelle vocazioni 56 . In esso, tra l’altro, silegge: «il lungo itinerario ha permesso di chiariregradualmente il senso, i fini e gli ambitipropri della pastorale vocazionale, fino a riconoscerlacome una tappa vera e propria dellaformazione francescana e un campo privilegiatodi fedeltà al carisma e missione dell’Ordine.I presenti Orientamenti s’inseriscono inquesto processo e vogliono offrire alle Entitàdell’Ordine e alle Fraternità locali, uno strumentopastorale e metodologico per continuareil cammino di riflessione e di progettazionedella CPV, nei propri contesti culturali, religiosied ecclesiali» 57 .Ma durante la fase dell’attuazione l’esperienzafa emergere la necessità che venganopresi in considerazione altri elementi noncontenuti nella Ratio. Così, nel CongressoInternazionale dei Segretari provinciali per laFormazione e gli Studi <strong>OFM</strong>, Vestigia Christihodie sequentes 58 , celebrato ad Assisi dal 13 al17 ottobre 2002, si focalizza la possibilità, dopodieci anni dalla prima, di una nuova RatioFormationis. Nella presentazione degli <strong>Acta</strong>,infatti, si dice che «il Congresso si era propostodi fare una verifica del cammino formativorealizzato dalla pubblicazione della Ratio FormationisFranciscanae fino ad oggi, chiarireil ruolo del Segretario provinciale per la formazionee gli studi e avanzare delle propostenel campo della formazione per il futuro, perincorporarle, per quanto sia possibile, alla RatioFormationis dell’Ordine» 59 .Durante il Congresso si è riflettuto sull’Instrumentumlaboris, Vestigia Christi hodiesequentes. Luci e ombre della formazionenell’<strong>OFM</strong> oggi e proposte per il futuro 60 . Iltesto, frutto di una consultazione previa, presentavaanche una valutazione sulla situazionedella formazione e degli studi nell’Ordine 61 .Conteneva anche una relazione dell’allora Ministrogenerale, Fr. Giacomo Bini, che orientavail rinnovamento della Ratio nella prospettivadell’accompagnamento 62 . Nell’interventoal Congresso il Ministro generale, a tal proposito,così si esprimeva: «l’accompagnamentonon può sostituire l’azione di Dio, primo eunico formatore, né il lavoro di chi si lasciaaccompagnare, in quanto è il primo responsabiledella formazione permanente. L’accompagnamentoè una mediazione pedagogica conla quale “il fratello minore” viene aiutato da un“fratello maggiore” a camminare alla luce delSignore in modo tale che la formazione raggiungain profondità la persona accompagnatae questa si configuri al Signore Gesù e alla suatotale oblazione».Dal testo finale del Congresso si arriva alConsiglio Internazionale per la Formazione egli Studi 63 , che si è tenuto a Città del Messicodal 2 al 7 febbraio. Due sono stati i motividell’incontro: la formazione dei formatorie l’aggiornamento della Ratio FormationisFranciscanae. Nella presentazione dell’Istrumentumlaboris della nuova Ratio, il Segretarioper la Formazione e gli Studi, Fr. JoséR. Carballo, faceva notare: «penso che la Ratiocostituisca un punto di riferimento tuttoramolto valido per tutto ciò che si riferisce allaformazione francescana nelle sue varie tappe.Tuttavia nella formazione, forse più che in altricampi, oggi non c’è nulla di definitivo. Laricerca di nuove risposte a nuovi interrogativiè costante. Per questo motivo, nonostante cherimanga valido tutto quello che si dice nellaRFF, tuttavia in questi ultimi anni si è avvertitala necessità di incorporare nel testo del1991 nuovi elementi che oggi vengono ritenutinecessari nella formazione francescana. Siritiene necessario, soprattutto, di dire qualcosadi più dettagliato nell’accompagnamento e diintrodurre un capitolo sulla pedagogia francescanae sul modo di formare alle priorità giàcontenute nell’attuale RFF. Così pure sembraopportuno che venga chiarificato il ruolo delSegretario provinciale per la Formazione e gliStudi e del Moderatore per la formazione permanente»64 .Si arriva, finalmente, alla promulgazionedella nuova Ratio Formationis Franciscanae65 .


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 271Questa è la struttura della nuova RFF, secondola sintesi fatta nella presentazione: 66– mantiene e arricchisce i contenuti dellaRFF del 1991;– inerisce tre capitoli nuovi:• la pedagogia francescana;• la formazione alla vita evangelica delFrate Minore;• l’accompagnamento vocazionale.Dà una nuova struttura a quattro capitoli eaggiunge tre appendici:– vocazione evangelica del Frate Minore (nn.3-35);– formazione francescana ( nn. 36-106);– tappe formative (nn.107-216);– formazione teologica, ministeriale e tecnica(nn. 217-240);– Appendici:• Segretariato provinciale per la Formazionee gli Studi.• Segretario provinciale per la Formazionee gli Studi.• Moderatore per la formazione permanente.I tratti generali che definiscono la RFF del2003 sono:– Globalità: considera la FP come l’humusdella FI, come dicono le Costituzioni.– Specificità: è una Ratio fatta dai Francescaniper i Francescani.– Flessibilità: ogni Entità deve adattarla allapropria realtà con una propria Ratio Formationis.– Personalismo: al centro sta la persona. Laformazione è un processo di unificazione.La Ratio opta chiaramente per la personalizzazionecome modalità formativa.– Ecclesialità: la formazione si realizza inpiena comunione con la Chiesa.– Aperta al mondo attuale: la formazione esigedi essere inculturata nel suo contesto.ConclusioneDopo questo lungo e laborioso excursus delcammino verso la Ratio Formationis Franciscanae,mi sia permesso di accennare ad alcunipunti che sono stati ritenuti importanti in questoitinerario.– È stato un cammino di comunione con laChiesa. Il decreto Perfectae Caritatis è statoil punto di partenza per la riforma dellavita religiosa, mentre l’Esortazione apostolicaVita Consecrata è stato la conferma ecclesialedell’orientamento già intrapreso.– È stato un cammino parallelo a quello cheha portato al rinnovamento delle Costituzioni.Queste sono le Costituzioni della sequelaChristi, asse trasversale del rinnovamentodella formazione.– L’identificazione della sequela Christi comel’obiettivo sia delle Costituzioni chedella formazione è un’intuizione che ha influitosu tutto il cammino verso la Ratio.– La Ratio è una Ratio per la formazione permanente.Questo è ben chiaro fin dall’inizio,anche se non sempre riconosciuto. Sì, non èuna Ratio per la formazione iniziale e poi perla formazione permanente. Il superamentodi questo fraintendimento, forse, costituisceuna sfida per il futuro: capire che la formazioneè per tutti e per sempre, perché possaessere offerta come accompagnamento vocazionalealle nuove generazioni.– È stato un cammino partecipato con un dinamismoche rispecchia la vitalità dell’Ordine,evidenzia la tensione dinamica su comeformare al proprio carisma.– La partecipazione e la comunione, l’unificazionee la chiarificazione, la formazionedella stessa formazione, sono elementi dellastessa formazione permanente che, pertutto l’Ordine, è stato il processo di elaborazionedella Ratio.– Il punto di partenza è stato sempre l’esperienza,“luogo” della formazione nell’Ordine.Forse questo ha evitato che si facesseuna Ratio troppo teorica.– È stato un processo ingente: si trattava, infatti,di chiarificare e di crescere nella nostraidentità francescana, di riuscire ad indicarecome inserirla in ogni tappa formativa.– Si deve riconoscere, particolarmente nellaRFF del 2003, lo sforzo fatto per articolareuna pedagogia francescana propria, perassumere l’accompagnamento come l’artedella formazione, per indicare la modalitàdella formazione alla vocazione evangelicadel Frate Minore, per rendere più pratica eversatile la RFF.– La RFF è una realtà dinamica: anzitutto,perché la vita e il Vangelo lo sono; poi, perchéla nostra vocazione è di Dio e solo diDio; inoltre, perché la RFF è fatta per essereincarnata in ogni Entità che vive situazionidel tutto particolari; infine, essendo unostrumento per la vita, la Ratio è soggetta arielaborazioni continue, perché il mondocambia e noi non possiamo rimanere fermi.– Molto spesso si parla della nostra improvvisazione…e mancanza di organizzazione!


272 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2La RFF è il frutto di un cammino programmatoe percorso insieme, allo scopo di raggiungereun obiettivo comune. «Grazie alcammino compiuto dall’Ordine negli ultimi40 anni – riconosce, infatti, il Ministrogenerale – abbiamo preso sempre più coscienzadell’importanza della formazionepermanente quale humus di tutta la formazione.Mentre si sono chiarite le basi essenzialidi una formazione continua adatta alnostro tempo, abbiamo compreso che nonesiste cammino di vera e propria ri-fondazionedella vita francescana senza una formazionepermanente nuova nei contenuti,nei metodi e nella passione.Possiamo affermare senza timore che oggi ilrinnovamento della vita consacrata sta proprioin un cammino di formazione profondamentenuovo e unitario, dalle tappe della formazioneiniziale, fino al compimento della vita di ogniFrate Minore. Senza quest’unità di fondo, ogniitinerario formativo sarà svuotato di efficacia.Ed è proprio su questa linea che siamo chiamatia camminare nei prossimi anni» 67 .Fr. Vidal Rodríguez López ofmSegretario generaleper la Formazione e gli StudiNote1 Cf. Molto resta da fare, Lettera enciclica delMinistro generale, Fr. Costantino Koser, dopo ilCapitolo Generale del 1967 (24 luglio 1967), inEnchiridion <strong>OFM</strong>, I, Vicenza 2007, 98-122, 99.2 Cf. Perfectae Caritatis, 2.3 Giovanni Paolo ii, Esortazione postsinodale VitaConsecrata, 25 marzo 1996.4 Per una visione sintetica dei nuclei di PerfectaeCaritatis e Vita Consecrata, cf. Carlos Amigo,Experiencia de Dios y vida en Cristo. Carta Pastoralcon motivo del día de la vida consagrada,Sevilla 2006.5 Altri documenti fondamentali della Congregazioneper la formazione nella vita religiosa sono:CIVCSVA, Direttive sulla formazione negli IstitutiReligiosi, 2 febbraio 1990; La vita fraterna incomunità, 2 febbraio 1994; Ripartire da Cristo, 19giugno 2002.6 Costituzioni Generali 1970, in Enchiridion <strong>OFM</strong>,I, 161-981; Capitolo VII, formazione dei frati,523-629.7 La formazione nell’Ordine dei Frati Minori,Documento del capitolo generale straordinariodi Medellín (22 agosto-24 settembre 1971), inEnchiridion <strong>OFM</strong>, I, 1419-1651.8 Cf. La formazione nell’Ordine dei Frati Mino-ri..., in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I, 1442-1443.9 La vocazione dell’Ordine oggi. Dichiarazione delCapitolo generale di Madrid (1 giugno-8 luglio1973), in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I, 1960-2022.10 Il nostro servizio nel sessennio 1979-1985, Letteradel Ministro e Definitorio generale a tutti iFrati, in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I, 2498-2559.11 La formazione nell’Ordine dei Frati Minori, Documentodel Consiglio Plenario di Roma (22 ottobre-7novembre 1981), in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I,2818-2946.12 Costituzioni Generali 1987, in Enchiridion <strong>OFM</strong>,I, 3776-4709.13 Cf. in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I, 4261-4392.14 CCGG, 226, in Enchiridion <strong>OFM</strong>, I, 4261.15 Cf. Stati generali <strong>OFM</strong>..., Art. 67 §3.16 Il Definitorio Generale, nella sessione del10.12.1986, ha approvato il progetto per giungerealla stesura di una Ratio Formationis Franciscanæprevista dai nuovi Statuti generali.17 Cf. Lettera del Ministro Generale <strong>OFM</strong>, Fr. JohnVaugh ofm, del 05.02.1987 (Prot.070010).18 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum<strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>, in S. Maria Angelorumde Portiuncula (Assisi) a die 8 Octobris usquead diem 5 Novembris 1988 celebrati, Roma 1989.19 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum <strong>Fratrum</strong> Professionistemporariae <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>,in S. Maria Angelorum de Portiuncula (Assisi) adie 6 Octobris usque ad diem 3 Novembris 1990celebrati, Roma 1989.20 Cf. Allegato I, in <strong>Acta</strong> Congressus MagistrorumNovitiorum..., p. 13.21 Cf. Progetto, Allegato 1, in <strong>Acta</strong> CongressusMagistrorum Novitiorum..., pp. 13-14.22 Cf. Questionario 1°, De statu formationis, in<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum..., pp.15-16.23 Cf. Lettera del Ministro Generale <strong>OFM</strong>, Fr. JohnVaughn ofm, 30.09.1987 (Prot.071268); AllegatoI-II-III; in <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum...,pp. 18-21.24 Cf. Lettera del Ministro Generale <strong>OFM</strong>, Fr. JohnVaughn ofm, 18.01.1988 (Prot. 071738).25 Cf. Allegato I-II-III, in <strong>Acta</strong> Congressus MagistrorumNovitiorum..., pp. 25-40.26 Sono il risultato del lavoro svolto da un’appositaCommissione nominata dal Ministro generale eriunitasi nei giorni 4-13 gennaio 1988.27 Cf. <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum...,pp. 41-45.28 Si incontra a Roma dal 4 al 18 agosto 1988.29 Cf. <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum...,pp. 241-256;30 Cf. Il Convengo dei Maestri di Novizi <strong>OFM</strong> e lasua preparazione, in <strong>Acta</strong> Congressus MagistrorumNovitiorum..., pp. 49-51.31 Cf. Cronaca, in <strong>Acta</strong> Congressus MagistrorumNovitiorum..., pp. 107-154.


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 27332 Cf. Fr. John Vaughn, Sequela di Cristo-Discipolato,in <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum...,pp. 275-287.33 Cf. Fr. John Vaughn, Sequela di Cristo-Discipolato,p.273.34 Cf. Fr. John Vaughn, Sequela di Cristo-Discipolato,p.286.35 Cf. Instrumentum laboris (versione spagnola), in<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum..., pp.243-256.36 Cf. <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Novitiorum...,pp. 459-461;485-486.37 Cf. Iter della elaborazione dell’Instrumentum laboris,in <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum <strong>Fratrum</strong>Professionis Temporariae <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>,in S. Maria Angelorum de Portiuncula (Assisi)a die 6 Octobris usque ad diem 3 Novembris1990 celebrati, Roma 1989, pp. 259-260.38 Gora Sw.Anny (Polonia), 27 novembre-7 dicembre1989.39 9 febbraio 1990.40 5-15 settembre 1990.41 Cf. Algunas observaciones sobre la struttura oesquema, in <strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum <strong>Fratrum</strong>Professionis Temporariae..., pp. 260-61.42 Secretariatus generalis pro Formatione et Studis,<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum <strong>Fratrum</strong> ProfessionisTemporariae....43 Cf. Preliminari al Convegno, in <strong>Acta</strong> CongressusMagistrorum <strong>Fratrum</strong> Professionis Temporariae...,pp. 11-58.44 Cf. Relazioni delle Conferenze, in <strong>Acta</strong> CongressusMagistrorum <strong>Fratrum</strong> Professionis Temporariae...,pp. 145-248. Relazioni, in <strong>Acta</strong> Congressus...,pp. 297-424.45 Cf. Ratio Formationis Franciscanae, Istrumentumlaboris, in <strong>Acta</strong> Congressus..., pp. 265-293.46 Cf. Ratio Formationis Franciscanae, Testo finale,in <strong>Acta</strong> Congressus..., pp. 463-503.47 Proposte al Ministro e al suo Definitorio, in <strong>Acta</strong>Congressus..., p. 524.48 Ratio Formationis Franciscanae, in Enchiridion<strong>OFM</strong>, II, 120-370.49 Cf. Ratio Formationis Franciscanae, Presentazione,in Enchiridion <strong>OFM</strong>, II, Vicenza 2008, 127-132.50 Segretariato generale per la Formazione e gliStudi, La Formazione Permanente nell’Ordinedei Frati Minori, in Enchiridion <strong>OFM</strong>, II, 2057-2253.51 Cf. La Formazione Permanente..., Obiettivi deldocumento, in Enchiridion <strong>OFM</strong>, II, 2086.52 Segretariato generale per la Formazione e gliStudi, Ratio Studiorum dell’Ordine dei Frati Mi-nori. “In notitia veritatis proficere”, in Enchiridion<strong>OFM</strong>, II, 3943-4114.53 Cf. Ratio Studiorum..., Presentazione, inEnchiridion <strong>OFM</strong>, II, 3954.54 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Congressus Magistrorum Postulantium<strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>, in S. Maria Angelorumde Portiuncula (Assisi) a die 7 usque ad diem28 1995 celebrati, Roma 1995.55 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Congressus Internationalis pro Animatoribus<strong>OFM</strong> Curae Pastoralis Vocationum promovendae,“In Verbo tuo”, Roma 2000.56 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,Orientamenti per la cura pastorale delle vocazioni.“Venite e vedrete”, in Enchiridion <strong>OFM</strong>,II, 4396-4662.57 Cf. Premessa, in Orientamenti per la cura pastorale...,in Enchiridion <strong>OFM</strong>, II, 4441-4442.58 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Congressus Internationalis Secretariorumpro Formatione et Studiis <strong>OFM</strong>, Assisi 13-17Octobris 2002.59 Presentazione, in <strong>Acta</strong> Congressus InternationalisSecretariorum pro Formatione..., p.7.60 Luci e ombre della formazione nell’<strong>OFM</strong> oggi eproposte per il futuro, in <strong>Acta</strong> Congressus InternationalisSecretariorum pro Formatione..., pp.75-92.61 J. Rodríguez Carballo, The situation of formationand studies in the Order of Friars Minor today.Regarding the Instrumentum Laboris “VestigiaChristi hodie sequentes”, in <strong>Acta</strong> CongressusInternationalis Secretariorum pro Formatione...,pp. 59-71.62 G. Bini, “Vestigia Christi hodie sequentes”, in<strong>Acta</strong> Congressus Internationalis Secretariorumpro Formatione..., pp. 95-104.63 Secretariatus generalis pro Formatione et Studiis,<strong>Acta</strong> Consilii Internationalis pro Formationeet Studiis <strong>OFM</strong>, in Ciudad de Mexico, a die 2 usque7 februarii 2003 celebrandi.64 J. Rodriguez Carballo, Presentación del “Instrumentumlaboris” de la nueva Ratio FormationisFranciscanæ, in <strong>Acta</strong> Consilii Internationaispro Formatione et Studiis..., p. 139.65 Ratio Formationis Franciscanae, in Enchiridion<strong>OFM</strong>, III, 55-349.66 J. Rodriguez Carballo, Ratio Formationis Franciscanae,Presentazione, in Enchiridion <strong>OFM</strong>,III, Vicenza 2009, 64-66.67 J. Rodriguez Carballo, La formazionenell’Ordine dei Frati Minori. “Siete stati chiamatia libertà”, Presentazione, Roma 2008.


E SECRETARIATU PROEVANGELIZATIONE ET MISSIONE1. IV Congreso Internacional de Educadores Franciscanos en el área de Latinoamérica y el Caribe1. CrónicaDel 3 al 6 de mayo de 2010 se realizó enCholula, México, el IV Congreso Internacionalde Educadores Franciscanos de América Latinasobre el tema: La Educación franciscana frentea los nuevos modelos antropológicos.Organizado por una Comisión <strong>OFM</strong> de loseducadores de México, con la colaboraciónde los Ministros provinciales del mismo paísy con el apoyo de la UCLAF y de la Ordena través del Secretariado general para las Misionesy la Evangelización, el Congreso, quetenía como lema, El hombre, nuestra misióneducativa, se proponía analizar los nuevosmodelos antropológicos en el contexto latinoamericano,identificar en la praxis educativa laantropología franciscana y ofrecer orientacionespedagógicas fieles al carisma franciscanoen respuesta a los desafíos de hoy.Los contenidosHan sido muy iluminadores para la actividadeducativa en clave franciscana.• El Ministro general en su mensaje de aperturaha subrayado sobre todo la urgencia dela educación en el momento histórico actual.Además, ha subrayado la centralidad de lapersona y ha indicado los cuatro desafíos parala educación hoy: la atención a sí mismo,el descubrimiento de la propia identidad; laatención a los orígenes, el descubrimiento dela autoridad; la atención al otro, el descubrimientode la alteridad; la atención a Dios, eldescubrimiento de la espiritualidad.• La Doctora Rita Ferrini, una Educadoramexicana, presentó los elementos de unmodelo educativo, relacionándolo a lasorientaciones de nuestro subsidio Id y enseñad.Partiendo de las aportaciones de losgrupos de estudio, ha clarificado la importanciade un modelo educativo franciscano,de una evaluación externa en el sentido depercibir el impacto de los proyectos educativosfranciscanos sobre la realidad, delcompromiso con la comunidad, del conocimientode la realidad de los estudiantes ensu contexto cultural y social.• Fr. Manuel Anaut, <strong>OFM</strong>, partiendo del segundocapítulo del subsidio Id y enseñad,presentó algunos nuevos modelos antropológicose hizo una lectura crítica de laantropología franciscana que ofrece el documento.Después el trabajo de grupos seha detenido sobre algunas constantes: lasensibilidad hacia la vida, los signos de lostiempos, los fenómenos concretos que sonparte de la vida de la comunidad educativay del contexto en que se encuentra, lacentralidad de la persona en su dimensiónrelacional, sin entrar en el tema polémicodel humanismo, la introducción de lo específicofranciscano entendido como estilo devida y como valores evangélicos franciscanosen los procesos pedagógicos.• Fr. Joaquín Echeverry <strong>OFM</strong>, presentó elsubsidio Id y enseñad en su globalidad:contenido y orientaciones.• El Ministro general, en su mensaje final, seha detenido sobre algunos aspectos centrales:la educación como servicio a la evangelización;la cultura de las bienaventuranzas;la misión compartida con los laicos; la tareade la comunidad educativa; la educación,que parte de la vid ay vuelve a la vida; lapersona, como ser en relación, centro de laactividad educativa.Encuentro con el Ministro generalEn el dialogo del Ministro general con loshermanos:• se insistió en la necesidad de acercar la pastoraleducativa al conjunto de la vida y lamisión de la Provincia, con la concienciade que los hermanos educadores son parteintegrante de la Fraternidad provincial;• se reafirmó que, en la actividad educativasea propuesta, en clima de libertad, nuestravisión franciscana, nuestros valores yse realice una educación integral: humana,cristiana, franciscana, intelectual;• se propuso un modo nuevo de dar continuidada la animación de la pastoral educativaen América Latina y el Caribe con congresosy otras mediaciones;


276 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2• se sugirió implicar más las Conferencias,dar más espacio para el encuentro específicode los hermanos durante el Congreso,invitar a los Secretarios provinciales para laEvangelización.ConclusiónLos congresistas – 400, de los cuales cercade 100 eran Frailes menores, provenientesde 10 países latinoamericanos, además de algunosinvitados de Italia y de España -, tuvieronla posibilidad de profundizar sobre el tema,aparte del aporte de las relaciones, con eldiálogo con los relatores, el compartir de laspropias experiencias, los momentos celebrativos,artísticos, culturales y de fiesta.También se acordó que en congresos uotros encuentros se profundicen los siguientestemas: la formación permanente de los Laicosy Hermanos educadores; la evangelización yla educación de la fe en la actividad educativa;el modelo pedagógico franciscano para nuestroscentros educativos.Finalmente, las propuestas del Congreso,reelaboradas por la Comisión Internacional dela Pastoral Educativa en sintonía con el Secretariadogeneral para las Misiones y la Evangelización,serán discutidas en la Asamblea de laUCLAF y presentadas al Definitorio general.2. Mensaje del Ministro generaleCholula, México, 03.05.2010LA EDUCACIÓNUNA URGENCIA Y UN DESAFÍOSaludo con afecto a todos los participantesen este IV Congreso Internacional de EducadoresFranciscanos. Celebro con gozo el queestos Congresos tengan una continuidad y queel interés por la educación en clave franciscanavaya ganando terreno entre los Hermanosy Hermanas de la Familia Franciscana, perotambién entre los laicos, nuestros estrechoscolaboradores en el campo educativo.La educación: una urgenciaEl Papa Benedicto XVI presenta la educacióncomo una urgencia de hoy y un desafío desiempre. No es fruto del pesimismo que pudierapensarse encuentra en la Iglesia un espacioamplio, viendo como van las cosas. BenasayacM. y Schmidt G, dos psiquiatras que trabajanen el campo de la infancia y de la adolescencia,en una obra publicada en italiano en el 2004,L’epoca delle pasioni tristi, registran la falta dedeseos en una generación que ve como se apaganprogresivamente sus propias razones de esperanza,y que ve el futuro más como una amenazaque como una promesa. Otra obra, esta vezde Galimberti U., L’ospite inquietante. Il nihilismoe i giovanni, presenta el nihilismo comoun “huésped” que gira en torno a tantos jóvenesde nuestros días, penetra sus sentimientos, confundesus pensamientos, cancela perspectivas yhorizontes y debilita la persona.No es pues la Iglesia la única en ver la urgenciade la educación, pero, en mi opinión, es el PapaBenedicto XVI uno de los que mejor puntualizael sentido de esta urgencia, cuando afirma:“Educar no ha sido nunca fácil y hoy pareceser más difícil todavía. Los saben bien lospadres, los docentes, los sacerdotes y todos losque tienen una directa responsabilidad educativa.Se habla, por tanto, de una gran emergenciaeducativa, confirmada por los fracasoscon que nos encontramos a la hora de quererformar personas sólidas, capaces de colaborarcon los otros y de dar sentido a la propia vida.Nos viene espontáneo, entonces, echar la culpaa las nuevas generaciones, como si los niñosque nacen hoy fueran distintos a los que nacíanen el pasado. Se habla de una ‘fractura de generaciones’,que ciertamente existe y pesa, peroque es el efecto más que la causa, en la faltade transmisión de valores que se ha dado”.Esta falta de transmisión de valores, segúnel Papa, apunta a otro tema que es la causa deesa falta. El Papa está convencido que detrásdel gran desafío de la educación está la cuestiónde la libertad humana. Por lo cual “tambiénlos grandes valores del pasado no puedenser simplemente heredados, sino que es necesariohacerlos nuestros a través de una opciónpersonal, a menudo opción sufrida”. Apareceaquí una perspectiva original y decisivamenteprepositiva. Cada generación es desafiada a recogerel testimonio de la propia libertad, despertandola valentía de opciones definitivas,necesarias para el crecimiento y para alcanzaralgo importante en la vida, particularmente parahacer crecer el amor en toda su belleza. Heaquí porque el Papa puntualiza: “La relacióneducativa es ante todo el encuentro de dos libertades[…]: tenemos que aceptar el riesgode la libertad”.Todo ello quiere decir que la cuestión educativa,vista en toda su profundidad, no tieneque ver simplemente con las nociones que de-


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 277ben transmitirse o con los comportamientosque se deben adquirir, sino, sobre todo, con eldespertar del sujeto que decide sobre sí mismo.Sólo después será posible orientarse en laserie de decisiones a asumir, no sin una confrontacióncon lo que precede y no sin una relaciónestable y crítica con cuantos viven estemomento histórico. Al final, la verdadera raízdel sentirse mal de tantos jóvenes no es tantola falta de posibilidad de opciones –que hoyson casi infinitas-, sino encontrar un “por qué”último, o un sentido que dé a la vida una orientaciónnecesaria (cf. Spes Salvi, n. 2).La persona al centro de la educaciónSi este análisis es justo, entonces salta a lavista de todos la importancia de poner en elcentro de todo el proceso educativo la persona,exigencia no sólo de un proceso educativoactual, sino también de una antropología enclave franciscana, como justamente recogenuestro ideario educativo Id y enseñad.Es la persona y sólo la persona la única interlocutoraválida de cualquier experiencia educativa,más allá de los programas educativosconcretos, de posibles terapias y de necesariasformaciones. La persona es la que hace la diferenciay da el salto que rompe cualquier determinismosocial o biológico. La persona es laúnica que hace posible la aventura de la libertad.De hecho, es una realidad rica y unitaria, no unasimple máquina corpórea, ni un pensar desencarnado.Es siempre “alguno”, nunca “una cosa”o “un medio” para alcanzar otro medio. Sumente es capaz de abrirse a la cuestión del bieny del mal, superando los límites de los hechos,de la mera crónica, interpretándola y buscandolos porqués, las direcciones futuras.Convencidos como estamos de que la personano es una fase de la vida, sino que es, bienpodemos decir, la “forma” como el hombre eshombre, se trata en la educación cómo hacerque venga fuera de la persona –esto significaprecisamente educare-, esta subjetividad dentrode la realidad. Este ejercicio, o mejor aún,este proceso exige de los educadores un especialcuidado y atención, de tal forma que cadauno sea lo que es, por don de Dios. Estamosaquí afirmando ya un principio fundamentalen la educación: ésta no puede ser masificada,sino personalizada.Grandes desafíos de la educación hoyTodo esto, por otra parte, pone delante denosotros cuatro aspectos que, con mucha pacienciay cuidado –dos “virtudes” que han decaracterizar a todo educador, particularmentesi este se dice franciscano/a-, han de emergerdurante el proceso educativo para que la personaesté a la altura de lo que es.1. El cuidado de sí mismo:el descubrimiento de la propia identidadFruto de la globalización, hoy se corre elriesgo de que desaparezca el sujeto. Esto pudieraparecernos no cierto cuando vivimos enuna cultura marcada por el individualismo.Sólo aparentemente individualismo y masificaciónson antitéticos. La verdad es que soncomplementarios. Ya Heidegger había hechonotar esta desaparición del yo en un “uno” impersonal:“Nos divertimos, como se divierte;vemos y juzgamos de literatura y de arte, comose ve y se juzga; pensamos ‘escandaloso’ algo,pensado escandaloso… Cada uno es “losotros”, ninguno es sí mismo” (Heidegger, Sery tiempo. Utet, Torino 1969, pgs. 215-217).El primer gran desafío que tiene ante sí laeducación es el despertar la conciencia de símismo, el cuidado de sí mismo, de lo cual, enpalabras de Kierkegard, “el mundo se cuidamenos que de cualquier otra cosa… El peligromás grande, el de perderse a sí mismo, puedepasar inadvertido. De cualquier otra pérdida-la de un brazo, la de una pierna, etc… uno seda cuenta” (Kierkegaard, S., La malattia mortale,Sansone, Firenza 1965, 239- 240).Este es un gran peligro, perderse a uno mismo,tal vez porque en nuestra cultura es arriesgadoser uno mismo, pensar por uno mismo,decidir por uno mismo. Es más confortable, ya veces también más rentable, ser uno del montón.Lo cierto es que la creciente inseguridad yfragilidad de tantos jóvenes de hoy encuentrasus raíces profundas en falta de un “yo” y, almismo tiempo, en la presencia de la impersonalidaddel “uno” y de la voracidad del “ego”.Esto me lleva a pensar que, como ya dije, el primerreto que tiene hoy la educación sea ayudara que cada uno vuelva a descubrirse a sí mimo,y construir sujetos conscientes y críticos.2. El cuidado de los orígenes:el descubrimiento de la autoridadEn todas las civilizaciones antiguas se poníade manifiesto una estrecha relación entre elhijo y su padre. Basta pensar que la misma personade Jesús es presentada en base a su genealogía.Es como decir: “eres hijo”, por eso “ereshombre”. En nuestros días da la impresión que


278 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2esta relación generacional se ha perdido. Entrejóvenes y adultos parece imposible entenderse,escucharse, encontrarse. Por ello, a muchosjóvenes que crecen en tal contexto cultural, lesresulta muy difícil pensar en sus orígenes. Deeste modo se termina por vivir el segmento delpresente, como si fuera lo único, y uno pareceno tener un pasado, una historia. Es la “orfandad”en la que viven tantos jóvenes.En este contexto, la educación tiene ante síotro reto: ayudar al adolescente y al joven adescubrir el sentido del nacer, la percepción dela proveniencia de otro, de no ser autosuficiente,ya que ninguno, por mucho que haga, se hahecho a sí mismo.Con todo ello está íntimamente conexo elsentido de la autoridad, puesta en tela de juiciocon la llamada “muerte del padre” que hacaracterizado las culturas occidentales a partirdel emblemático 68, entre otras razones porqueautoridad se ve en función del poder, delcontrol, cuando en realidad entre una y otrohay una diferencia abismal. Mientras el poderse ejerce por coacción física, psicológica, económica…,la autoridad es una cualidad por lacual uno es digno de ser obedecido, escuchado,y que está al servicio del crecimiento delotro, como indica el término latino augere, delcual viene autoritas.En este contexto escribe Benedicto XVI:“La educación no puede hacer a menos deaquella autoridad moral que hace creíble elejercicio de la autoridad. Ella es fruto de experienciay de competencia, pero se adquiere,sobre todo, con la coherencia de la propia vida…El educador es, por tanto, un testigo dela verdad y del bien. Cierto que también él esfrágil y puede faltar, pero tratará siempre denuevo de ponerse en sintonía con su misión”.La educación necesita de adultos que no abdiquende su responsabilidad de hacerse cargode los otros, conscientes de cuanto dice RomanoGuardini: “El educador debe tener bienclaro que la máxima eficacia no viene de cómohabla, sino de cómo él mismo es y actúa. Estocrea ambiente, y el niño que no reflexiona oreflexiona poco, es muy receptivo del ambiente.El primer factor es lo que el educador es, elsegundo es lo que el educador hace, el tercerolo que el educador dice”. Romano Guardini,L’età della vita, Vita e Pensiero, Milano 1986,pg. 36).Teniendo presente lo dicho, en la educaciónse hace necesario, por un lado, desarrollar eintensificar la escucha, superando la afasia delos jóvenes y la indiferencia de los adultos,creando barreras entre unos y otros que resultaninsuperables. Sólo con la escucha se puedecrear una nueva relación entre generaciones.Por otra parte se hace necesario que los adultosconfíen en los jóvenes. Sólo quien confíapuede decir que ama, y sólo quien ama puededecirse educador. Escucha y confianza, otrasdos “virtudes que no deberían faltar en la vidade un educador franciscano.3. El cuidado del otro:descubrimiento de la alteridadSe está difundiendo la idea que el individuoes potencialmente autosuficiente y completoen sí mismo. Según esta idea, la relación conlos otros, aunque necesaria por muchos aspectos,no sería constitutiva de la persona. De ellose desprende el autodeterminismo, con consecuenciasmuchas veces graves.Para la antropología bíblica y franciscana, encambio, la persona es siempre un ser en relación,nunca una isla. Es necesario educar, portanto, a una libertad con los otros, para los otros,y no sólo una libertad de los otros. Mientras sehace necesario garantizar una cierta autonomíade los demás, es necesario asegurar una sana relacióncon los otros, una libertad de encuentro.La libertad, como ha señalado en repetidas ocasionesBenedicto XVI no es sólo falta de vínculos.Ello favorecería el arbitrio, el fanatismo,lo cual está lejos de ser libertad y más bien essu destrucción. La libertad en una prospectivacristiana y franciscana es siempre responsabilidadhacia uno mismo y hacia los demás. Perono sólo. Un gran filósofo contemporáneo llevaa afirmar que la responsabilidad es anterior ala libertad (cf. E. Lévinas, Altrimenti che essere,ó al dilá de l’esistenza, Jaka Books, Milano1983, pg. 110). O cuando otro gran pensadorcontemporáneo H. Jonás, coloca la “responsabilidadestablecida por la naturaleza, es decir,existente por naturaleza, es algo irrevocable yno negociable” (H. Jonas, Il principio responsabillitá.Un’etica della civiltá tecnologica. Einaudi,Torino, 1990, pg. 120).Si bien es cierto que el primer lugar en quese aprende a estar con el otro es la familia,también es verdad –y tal vez hoy más que nuncaa causa de muchas situaciones familiares-,que la educación juega un gran papel en esteaprendizaje a la relación con los demás. Paramuchos la escuela y el colegio, además de laiglesia cuando es frecuentada, es el único espaciopara el encuentro. Es este aspecto muy


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 279importante a tener en cuenta para hacer de laescuela y del colegio un lugar de encuentro, derelación interpersonal.4. El cuidado de Dios:el descubrimiento de la espiritualidadEn nuestra cultura, particularmente entrelos jóvenes, se difunde cada vez más la culturaaquí y ahora. La “anestesia” del corazón espropia de una cultura nihilista, como la nuestra.La educación cristiana y franciscana debe,en cambio, proponer objetivos altos, a medidade la generosidad de los jóvenes.La educación franciscana no puede renunciara ser plataforma de evangelización,no puede renunciar a un anuncio explícito deCristo como salvador y redentor del hombre,no puede renunciar a una propuesta explícitadel seguimiento de Cristo en las distintas vocacionesdel cristiano. En este sentido nuestroscolegios tienen que convertirse en claras plataformasde pastoral vocacional, propuesta, enprimer lugar con la vida. La educación no puederenunciar a hacer todo lo posible para quedel corazón del joven venga fuera el deseo másprofundo que anida en él: el deseo de Dios. Eneste sentido, la educación en nuestras escuelasy colegios nunca puede ser laica.ConclusiónLa educación es una urgencia, pero es tambiénuna posibilidad que ha de ser acogida, conconfianza y esperanza. Esperanza en el Señorque guía la historia. Esperanza en el joven quebusca la plenitud, aun cuando muchas vecesno conozca el camino.Escucha y paciencia, confianza y esperanza:las cuatro “virtudes” que he propuesto atodos los educadores franciscanos. Soy conscienteque ello no es fácil. El camino para adquirirlasy para llevar a cabo una educación alos cuatro valores que he señalado –el cuidadodel yo, descubrimiento de la identidad, elcuidado de los orígenes, descubrimiento de laautoridad, el cuidado del otro, descubrimientode la alteridad, el cuidado de Dios, descubrimientode la espiritualidad-, nos lo ofreceBenedicto XVI en la carta varias veces citadaen mi intervención:Educar “es una pasión que se lleva en elcorazón, es un trabajo común en el que cadauno debe dar su propia aportación”.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general2. Capítulo extraordinario sobre EvangelizaciónLa Provincia de San Pedro y San Pablode Michoacán, en México, ha celebrado unCapítulo extraordinario sobre la Evangelizacióndel 24 al 29 de mayo de 2010 en Moroleón,Gto. Este Capítulo ha tenido como Objetivo:Discernir y reorientar nuestra praxisevangelizadora a la luz de nuestro carisma yde los desafíos de nuestro contexto culturalpara crecer como una fraternidad contemplativaen misión al servicio del Reino. El Métodoa seguir en su desarrollo ha sido el pastoralretomado y corroborado por la AsambleaEpiscopal Latinoamericana de Aparecida:Ver, Juzgar y Actuar. Se estableció la modalidadde Abierto a todos los hermanos, es decir,además de los hermanos que por derechoy elección participarían de acuerdo a la propialegislación, podrían participar todos los hermanosque gustaran, asumiendo unas basesy requisitos. El tema era: La conversión pastoraldesde la forma franciscana. Ha tenidocomo lema: Enviados como Fraternidad paraanunciar el Evangelio. Para seguir la metodologíase señalaron tres etapas: 1ª. Pre-Capítulo(ver); 2ª. Capítulo (juzgar); 3ª. Post-Capítulo(actuar).El Capítulo, presidido por Fr. Eulalio Gómez,Ministro provincial, transcurrió en unclima de fraternidad, de comunión, de oracióny discernimiento, de buena participación detodos los presentes.Este Capítulo fue celebrado como respuestaa un mandato de obediencia del Anterior CapítuloProvincial de Michoacán en 2008.1. Pre-CapituloLos trabajos Provinciales fueron coordinadospor la Comisión Central Preparatoria: Fr.Gerardo Otilio Crespo Hernández, ofm (SecretarioProvincial para la Evangelización yPresidente de la Comisión); Fr. Flavio ChávezGarcía, ofm (Secretario Provincial para laFormación y los Estudios, Responsable de laMetodología capitular); Fr. José Emilio FloresLira; Fr. Eduardo López Ramírez; Fr. JoséMartín Alcántar González (Secretario). Lostrabajos capitulares fundamentalmente fueronenfocados en la revisión de nuestra realidad,una revisión hecha con una doble perspectiva,ad intra y ad extra de nuestras fraternidadeslocales.


280 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2El trabajo ad intra consistió en la visita ydiálogo fraterno con cada comunidad local,aplicando la técnica de FODA (Fortalezas,Oportunidades, Debilidades y Amenazas).El trabajo ad extra fue realizado por lossociólogos: Edita Solís Hernández, FranciscoJavier Méndez Pérez y Agustín Osornio Soto,siendo un proyecto-consulta pública: diagnósticosobre la relación entre la ProvinciaFranciscana de San Pedro y San Pablo de Michoacány su contexto social, hacia el CapítuloProvincial Extraordinario de Evangelización2010 y cuyo objetivo central consiste en analizarla presencia y acción evangelizadora de losfranciscanos en la Iglesia y la sociedad.2. Tendencias de opciones provinciales segúnlos diagnósticos de la realidadLa Comisión Central Preparatoria delCapítulo encontró 8 tendencias de opcionesprovinciales (para la reorientación de nuestrapraxis evangelizadora), según los diagnósticosde la realidad, y son éstas:1. Atención y cultivo de la madurez humanade los hermanos.2. Reavivar la identidad del Hermanos menor.3. La continuidad de los proyectos.4. Promover la Justicia, Paz e Integridad de laCreación.5. Inserción en el mundo de la cultura y de laeducación.6. El mundo de los jóvenes.7. Un proyecto provincial de catequesis profesional.8. Un proyecto de formación de laicos.3. CapítuloEl trabajo Capitular constó fundamentalmentede dos partes, la “iluminación” y “laelección de opciones y provinciales”.a. La Asamblea capitular recibió la riqueza dela iluminación desde diversas perspectivaseclesiales: Histórica, Franciscana, desdelos Pastores (un Obispo y un Pastoralista),una religiosa, y tres seglares (una madre defamilia, un empresario y un joven).b. Las opciones asumidas por el Capítulo provincialExtraordinario de Evangelizaciónfueron 3:1ª. atención y cultivo de la identidad personalde los hermanos;2ª. la promoción de la vocación de los laicosy su formación como discípulos ymisioneros;3ª. evangelización al mundo juvenil.4. Comisiones teológica y de discernimientoEn el proceso capitular que llevó a la Provinciade Michoacán a asumir sus opcionesy decisiones para la renovación de su praxisevangelizadora, se contó con el invaluableapoyo de dos Comisiones:1ª. Comisión teológica. Conformada por Fr.Jesús Alejando Juárez, Fr. Nestor InacioSchwerz, Definidor general por AméricaLatina y Ex Secretario de Evangelizaciónde la Orden, Fr. Arturo Ríos Lara, Animadorgeneral de Evangelización de la Orden,y Fr. Ramiro de la Serna, ex Provincial dela hermana Provincia de San Francisco Solanode Argentina.2ª. Comisión de discernimiento: Conformadapor Fr. Martín Arriaga Torres, Fr. JerónimoReséndiz Ruiz, y Fr. Tomás Catillo Calderón.5. Decisiones capitularesPara concretizar y avanzar hacia la operativizaciónpost-capitular, la Asamblea votó yasumió 5 decisiones capitulares, y que son lassiguientes:1ª. designar una casa y conformar una fraternidaddonde pasemos todos los hermanosde la provincia para atender el cultivo denuestra identidad personal;2ª. integrar la opción preferencial por los laicosen todos los proyectos de vida fraternay evangelización de cada fraternidad local;3ª. creación de un centro provincial de formaciónde laicos misioneros;4ª. que haya un equipo designado de cuatro hermanosque promueva esta tercera opción deevangelizar al mundo juvenil y vaya elaborandounos criterios, opciones y perspectivaspara un proyecto de la evangelización juvenilque presentarán al Capítulo del 2011 ytenga como sede la casa “Fr. Bartolomé Laurel”con un presupuesto conveniente.5ª. que la pastoral juvenil promueva la prevencióny rehabilitación de jóvenes adictos.6. El post-capítuloRescatar y desplegar la riqueza contenidaen las opciones y decisiones emanadas delCapítulo Provincial Extraordinario para laEvangelización toca de manera especial a losSecretariados para la Evangelización y Formación,coordinados por Fr. Gerardo Otilio CrespoHernández, así como a Fr. Flavio ChávezGarcía, respectivamente.Fr. Arturo Ríos Lara, ofm


E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 2813. Incontro dei Segretari provinciali perle Missioni e l’Evangelizzazione e per laFormazione e gli StudiSarajevo, Bosina/Erezegovina, 25-27.05.2010La Conferenza Sudslavica ha organizzatoun incontro dei Segretari provinciali per leMissioni-Evangelizzazione e per la Formazionee gli Studi. All’incontro erano presenti i dueSegretari generali SGME e SGFS (Fr. MassimoTedoldi e Fr. Vidal Rodriguez) che hannoofferto i loro interventi ed hanno accolto le relazioniche ciascun Segretario della Conferenzaha fornito sul proprio settore. La riunione,coordinata dal Ministro provinciale di Bosnia,Fr. Lovro Gavran, si è tenuta a Sarajevo neigiorni 25-27 maggio, presso l’antico conventodi Sant’Antonio.La presenza simultanea dei due Segretariatiha messo in luce quanto sia necessaria lastretta collaborazione tra i due settori principalidella nostra vita, e quanto sia arricchente ilreciproco confronto. Infatti, la formazione habisogno dello slancio missionario per costruireveri frati minori, così come l’evangelizzazionemissionaria necessita di una solida preparazioneche formi un cuore rivolto al Signore eaperto alle necessità dei fratelli.I frati partecipanti – circa 20 – hanno potutovisitare alcune Case della Provincia, ricchedi storia, di attività pastorale e formativa. Gliincontri con i professi semplici nel Seminariomaggiore B. Duns Scoto a Sarajevo (una cinquantinadi giovani frati) e nel Seminario minoredi san Bonaventura a Visoko, (una trentina diseminaristi e un gruppo di giovani postulanti)sono stati particolarmente significativi; insieme,vi erano anche Formatori e Professori.Durante gli incontri, i due Segretari generalihanno proposto le indicazioni provenientidal Documento del Capitolo generale “Portatoridel dono del Vangelo”, soprattutto in queipassi in cui formazione e spirito missionariosono messi in dialogo. Fr. Massimo ha anchecommentato, nelle sue linee principali, il sussidioa lungo atteso sulla Pastorale parrocchiale,argomento che ha un’incidenza tutta particolarein queste Province dell’Ordine. Lo scambiofraterno delle proprie esperienze e di tradizionimolto diversificate ha consentito l’ampliamentodegli orizzonti e una più viva ricaricaper continuare la nostra vocazione missionarianella Chiesa e nel mondo.Fr. Massimo Tedoldi


E POSTULATIONE GENERALI1. Litterae Decretales quibus BeataeMariae Bernardae Bütler Sanctorumhonores decernunturBENEDICTUS EPISCOPUSSERVUS SERVORUM DEIAD PERPETUAM REI MEMORIAM«Nihil aliud equidem desidero nisi utiuvante Dei gratia minima sim meque sacrificiumad fidem diffundendam tradam».Beata Maria Bernarda Bütler, saeculari nomineVerena vocata, verbis his suum summumdesiderium patefaciebat, scilicet se totam Deoconsecrandi ut evangelicus nuntius diffundereturanimaeque servarentur.Strenua Evangelii haec testis in oppidoAuw Helveticae regionis Argoviae die xxviiimensis Maii anno mdcccxlviii, quarta ex octoliberis, orta est. XIV annos nata Dominumvocantem percepit, cui gratia data est Dei praesentiasensibiliter fruendi. Mense Novembrianno mdccclxvii Franciscale MonasteriumMariae Auxiliatricis oppidi Altstät S. Gallidioecesis est ingressa atque die iv mensis Maiianno mdccclxviii Franciscalem vestem induit,Sororem Mariam Bernardam S. Cordis Mariaesibi sumens nomen. Die iv mensis Octobrisanno mdccclxix vota religiosa nuncupavit, sibihoc proponens ut usque ad finem Dominoin contemplativa vita inserviret. Mox ob humanasreligiosasque dotes ad communitatemmoderandam est destinata, quae ad veram renovationemduxit. In claustro perpetuam eucharisticamadorationem induxit, quae novisstrenuisque vocationibus est locupletata. InDei regnum studium amorque eam ad aliamvocationem perduxerunt, quae eminuit, cumEpiscopus Portus Veteris, in Aequatoria, eamad suum populum arcessivit, ut Evangeliumenuntiaret Christumque testaretur, pauperibusdesertisque inserviendo. Pontificio indulto obtento,die xix mensis Iunii anno mdccclxxxviii,Helvetiam reliquit, longinquam illam terramuna cum sex sociis petitura. Homines regionisChone curare coepit, quae propter sacerdotumpaucitatem, religionis neglegentiamet immoralitatem pessima erat in condicione.Beata Maria Bernarda et sorores primo consiliuminierunt sedem minorem illius claustriHelvetici in America mediana condendi, sedDominus effecerat ut operosus Beatae apostolatusper novam Congregationem, scilicet SororumFranciscalium Missionariarum MariaeAuxiliatricis locupletaretur. Studiosum apostolicumopus complures vocationum fructusgenuit atque institutum mox in oppidis Santanaet Canoa duas domus condidit. Crucismysterium cito Beatam eiusque operam attigit:calor ingens, extrema paupertas, valetudinispericula necnon publicarum potestatumadversitas, ipsius soli difficultates dolores eiprocuraverunt, sed eius virtutum firmitas inhis rerum adiunctis emersit, cum humiliter etpatienter omnes aerumnas toleravit, quae eiusoperam affecerunt. Anni mdcccxcv motus etadversus catholicos persecutio effecerunt utsorores in Columbiam fugere cogerentur, ubiArchiepiscopus Carthaginensis in Columbiaeasdem suscepit atque anno mcmxii eiusdemaccepit statuta, institutum canonice condens.Dominum gloriae die xix mensis Maii annomcmxxiv Carthaginensi in urbe convenit, xxxviiiannis missionariae vitae alacriter transactis,quae vera sancta non modo a suis spiritalibusfiliabus sed ab universo populo habita est,qui spectabile in Dominum studium atque inpauperes amorem aestimaverat, in quorum doloribussemper Christum honoraverat.Annorum decursu propter increbrescentemsanctitatis famam Archiepiscopus Carthaginensisin Columbia beatificationis Causam perProcessum informativum anno mcmxlix celebratumincohavit. His iure statutis peractis rebus,veneratus Decessor Noster Ioannes Paulusii, die xxi mensis Decembris anno mcmxci,eam virtutes heroum in modum exercuissedeclaravit atque die xxvi mensis Martii annomcmxciv Decretum super miraculo evulgavit,quod anno mcmlxvii in urbe Barranquilla, inColumbia, evenit quod Dei Servae intercessioniest adscriptum, ei Beatae titulum tribuensin sollemni ritu, qui Romae die xxix mensisOctobris anno mcmxcv actus est. Quod intereadie vi mensis Iulii anno mmii domina Myrna JazimeCorrea a mortali morbo sanata est, id DeiServae intercessioni est adscriptum. Ita enimcensuerunt in peculiari die I mensis Decembris


284 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2anni mmvii Consultores Theologi, quod CardinalesPatres Episcopique in CongregationeOrdinaria die xvii mensis Martii anno mmviiiconfirmarunt. His igitur cunctis iure statutisperfectis rebus, facultatem fecimus ut Congregatiode Causis Sanctorum die vi mensis Iuliianno mmvii Decretum super miro ederet. Deniquein Consistorio publico die i mensis Martiianno mmviii statuimus ut canonizationis ritumRomae in papali Basilica Sancti Petri die xiimensis Octobris anno mmviii celebraremus.Hodie igitur inter sacra hanc sollemniterpronuntiavimus formulam:Ad honorem Sanctae et individuae Trinitatis,ad exaltationem fidei catholicae et vitaechristianae incrementum, auctoritate DominiNostri Iesu Christi, beatorum ApostolorumPetri et Pauli ac Nostra, matura deliberationepraehabita et divina ope saepius implorata, acde plurimorum <strong>Fratrum</strong> Nostrorum consilio,Beatos Caietanum Errico, Mariam BernardamBütler, Alfonsam ab Immaculata Conceptioneet Narcissam a Iesu Martillo Morán Sanctos essedecernimus et definimus, ac Sanctorum Catalogoadscribimus, statuentes eos in universaEcclesia inter Sanctos pia devotione recoli debere.In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.Deinde Ipsi Nos ferventer laudavimus novamSanctam extollentes virtutes et meritaeius, praesertim eius peculiarem devotiomemin Sanctissimam Eucharistiam, quae est fonset fundamentum spiritualitatis huius singularisEvangelii praeconis.Quae autem his Litteris decrevimus, nuncet in posterum rata et firma esse volumus, contrariisquibuslibet rebus minime obstantibus.Datum Romae apud S. Petrum, die duodecimomensis Octobris, anno Domini bis millesimooctavo, Pontificatus Nostri quarto.EGO BENEDICTUSCatholicae Ecclesiae EpiscopusMarcellus RosettiProtonot. Apost.2. Litterae Apostolicae quibus Venerabilis Servae Dei Mariae Rosae Flesh (insaeculo: Margaritae) caelitum Beatorumtribuitur dignitasBENEDICTUS PP. XVIAd perpetuam rei memoriam. - «Multumpro Christo pati despicique sunt haec veraeChristi sponsae miracula».Hanc vitae regulam prorsus est testata vivensVenerabilis Dei Serva Maria Rosa Fleschquemadmodum ipsa suis in litteris scripserat.In parvo pago, claustro Sconestadii proximo,haud longe ab urbe Confluentina, die xxivmensis Februarii anno mdcccxxvi orta est. Moxtum matrem tum patrem amisit, quod totameius vitam notavit quodque effecit ut Christumipsa amaret eique inserviret in pauperioribuspraesentem: scilicet in pupillis. Luctus, morbiatque dorores eam erga proximum dolentiorempromptam effecerunt, cui totam vitamdicare statuit. Post multas contumelias atquesummam paupertatem anno mdccclxiii pupillorumsuscipiendorum causa domum aedificarecoepit. Initium fuit fundationis SororumFranciscalium a Beata Virgine Angelorum. ExSancti Francisci Assisiensis charismate Regulaest formata, ad aegrotos curandos parvulosqueinstituendos. Iam anno mdccclxiii primaefuerunt postulantes ita ut in orientem operamDomini benedictio clarius usque per dilatantemCongregationem manifestaretur.Paucis mensibus post primam domum conditam,alia in oppido Oberzissen Eifliensis regionisest excitata, ubi infirmi in suis domiciliiscurabantur, pro iuvenibus erat schola atqueludus pueritiae agebatur. Veluti granum sinapisevangelicum, quod magna arbor factumest, sic parvum institutum mox uberes fructusedere coepit. Anno iam mdccclxvii sodaleslxxix et plus iv domus numerabantur. Haecamplificatio perquam peculiaribus dotis humanismoralibusque Matris Conditricis adscribebatur.Cum pro spiritalibus filiabus cohortationesstatis temporibus haberet, ipsa vi virtutequerepleta de spiritali vita, de perfectioneoptata, de exercendis virtutibus eas institueresolebat. Cum res, vel necessariae, deficerent,Dei Serva in sacellum sorores congregabat,ubi moventibus precationibus suas miseriasDeo manifestabat, panem cotidianum pro illisparvulisque custoditis postulans, DivinaProvidentia omnino fìsa. Die xix mensis Iuniianno mdccclxviii Venerabilis Dei Serva unasuis cum sociis exoptata vota religiosa in EpiscopiTrevirensis manibus nuncupavit atquepostea Regularum et Constitutionum textus estcomprobatus. Prussiano bello anni mdccclxxingruente, ipsa prae se firmitudinem et actuositatemtulit, cum ad complures sauciatoscurandos vocarentur sorores, quae periculumposthabentes vel ipsi aciei proximae fuerunt.


E POSTULATIONE GENERALI 285Antistitae Generalis absoluto munere, humilisin occulto se continuit atque xxviii annos persecutionesaerumnasque per suas filias illataspassa est. Post vitam Dei gloriae proximiquecommoditati dicatam, inter aegritudines offensionesqueexactam, quas communis homo nontoleravisset, Mater Maria Rosa Flesch suumterrestrem cursum in principali domo oppidiWaldbreintbach die xxv mensis Martii annomcmvi absolvit.Dei populus sanctam eam putavit atquefama haec perstans effecit ut Episcopus Trevirensisbeatificationis Causam per ProcessusOrdinarii celebrationem incoharet, qui annomcmlvii Treviris initium cepit et anno mcmlxxxiiad finem est adductus. Postquam Decretodiei xix mensis Februarii anno mcmxcixiuridica validitas est comprobata, faventibusConsultoribus Theologis et Patribus CardinalibusEpiscopisque, Nos Ipsi facultatemfecimus ut Congregatio de Causis SanctorumDecretum de virtutibus heroum in modumexercitis die xxviii mensis Aprilis anno mmviet de miraculo die vi mensis Iulii anno mmviievulgaret. Statuimus igitur ut beatificationisritus Treviris die iv mensis Maii anno mmviiicelebraretur:Hodie igitur de mandato Nostro VrenerabilisFrater Noster Ioachimus S.R.E. CardinalisMeisner, Archiepiscopus Coloniensis, textumLitterarum Apostolicarum legit, quibus Nosin Beatorum Album Venerabilem Dei ServamMariam Rosam Flesch adscribimus:Nos, vota Fratris Nostri Rainardi Marx,Episcopi olim Trevirensis, atque Administratorisdioecesani Roberti Brahm, Episcopititulo Mimianensis, necnon plurimorumaliorum <strong>Fratrum</strong> in Episcopatu multorumquechristifìdelium explentes, de Congregationisde Causis Sanctorum consulto, auctoritateNostra Apostolica facultatem facimus ut VenerabilisServa Dei Maria Rosa (in saeculo:Margarita) Flesch, virgo, Fundatrix InstitutiSororum Franciscalium a Beata Maria VirgineAngelomm, quae, Chrìsti passioni coniuncta,suam exegit vitam in caritate erga pauperiores,dolentes et derelictos, Beatae nomine inposterum appelletur, eiusque festum die undevicesimaIunii in locis et modis iure statutisquotannis celebrari possit.In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.Praeclara haec mulier insignes religiosaepietatis fideique testificationes dedit, quaetotam suam vitam Domino Deo omnino addixitatque pro Christi et Ecclesiae amore suamexegit aetatem. Ad Iesu monitum parvulis instituendis,pauperibus sustinendis aegrotisquecurandis consentaneum in modum incubuit.Quapropter enixe hortamur omnes christifidelesad illius virtutes, praesertim caritatem,verbo et opere pie imitandas.Haec vero quae hodie statuimus firmausquequaque esse volumus ac valida fore iubemus,contrariis quibuslibet rebus minimeobstantibus.Datum Romae, apud Sanctum Petrum, subanulo Piscatoris, die iv mensis Maii, anno mmviii,Pontificatus Nostri quarto.De mandato Summi PontificisTharsicius card. BertoneSecretarius Status3. Litterae Apostolicae quibus Venerabilis Servi Dei Francisci Antonii Bonifaciocaelitum Beatorum tribuitur dignitasBENEDICTUS PP. XVIAd perpetuam rei memoriam. - «Vos testesmei, dicit Dominus, et servus meus, quem elegi,ut sciatis et credatis mihi et intellegatis quiaego ipse sum» (Is 43,l0).Venerabilis Dei Servus Franciscus IoannesBonifacio, sacerdos, verus fuit Dominieiusque praesentiae inter homines testis, cummartyrium pro fide susciperet suum amansapostolatum.In oppido Pirano d’Istria dioecesis Tergestinaedie vii mensis Septembris anno mcmxiinatus est. Cum primum apud Iustinopolitanumet post Goritiense seminarium studiis dedissetoperam, die xxvii mensis Decembris annomcmxxxvi sacro ordine est auctus et statim adCivitatem Novam est missus, ut inter iuvenesapostolatum explicaret. Cum superiorumaestimationem sibi propter opus bene actumconciliaret, nominatus fuit «cappellanus expositus»Villae Gardossi, qui locus ad paroeciampertinet Buie d’Istria, ubi quieta communitas,domibus magno rure dispertitis, vario sermoneloquebatur, quae requirebat prudentem pastorem,qui varia diversaque componere valeret.In pago illo sine viis, sed solummodo parvissemitis instructo pedibus decurrendis, VenerabilisDei Servus aegrotos invisere atqueCatechismum in ipsa villari area tradere solebat.Annis illis effecit ut in illa parva aede,


286 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2quasi paroeciali, novam vitam exigeret atqueiuvenes tranquillitatis serenitatisque haberentlocum.Sacerdos Dei praesentia imbutus, spiritalisuo in diario sollicitudinem significabat de fidelibusproxime curandis, de necessitate concionescuriose parandi, de Missa congruenterpieque celebranda, de iuvenibus colendis. Hacde re Actionem Catholicam condiderat. Alteriusmundani belli calamitosi eventus etiam locailla Istriae remota affecerunt. Athei et christianinominis osores amatum a populo pastoremaegre tolerabant. Primis anni mcmlvi mensibuscampanarum sunt recisi funes, ut fideles impedirenturquominus sacram aedem adirent. Odiiaura adversus catholicos eorumque pastoresdie xi mensis Septembris anno mcmxlvi admanifestam persecutionem perduxit. Vespereillius diei Venerabilis Dei Servus clam captusest et interemptus. Eius cadaver numquam estinventum.Annorum decursu martyrii fama sic increbruitut Episcopus Tergestinus beatificationisdeclarationisque martyrii Causam per Processusordinarii celebrationem incohaverit, quianno mcmlvi inceptus ad finern tandem annomcmxcviii varias propter difficultates, persecutioneadversus Ecclesiam procuratas, estperductus. His peractis iure statutis rebus, postCongressum peculiarem Consultorum Theologorumdiei viii mensis Ianuarii anno mmviiiet Sessionem ordinariam Patrum CardinaliumEpiscoporumque diei iv mensis Martii annommviii, suffragiis faventibus, Nos Ipsi facultatemfecimus ut Congregatio de Causis SanctorumDecretum super martyrio die iii mensisIulii anno mmviii ederet atque statuimus ut beatificationisritus die iv mensis Octobris annommviii Tergestina in urbe celebraretur.Hodie igitur de mandato Nostro VenerabilisFrater Angelus Amato, Congregationis deCausis Sanctorum Praefectus, textum LitterarumApostolicarum legit, quibus Nos in Beatorumnumerum Venerabilem Servum DeiFranciscum Ioannem Bonifacio adscribimus:Nos, vota Fratris Nostri Eugenii Ravignani,Episcopi Tergestini, necnon plurimorum aliorum<strong>Fratrum</strong> in Episcopatu multorumque christifideliumexplentes, de Congregationis deCausis Sanctorum consulto, auctoritate NostraApostolica facultatem facimus ut VenerabilisServus Dei Franciscus Ioannes Bonifacio, presbyteret martyr, qui, leni studiosoque animoministerio pastorali se dicavit et pro Christovitam suam impendit in fide profitenda, Beatinomine in posterum appelletur, eiusque festumdie undecima mensis Septembris, qua incaelum ortus est, in locis et modis iure statutisquotannis celebrari possit. In nomine Patris etFilii et Spiritus Sancti.Quod autem decrevimus, volumus et nuncet in posterum tempus vim habere, contrariisrebus minime quibuslibet officientibus.Datum Romae, apud Sanctum Petrum, subanulo Piscatoris, die VI mensis Octobris, annoMMVIII, Pontificatus Nostri quarto.De mandato Summi PontificisTharsicius card. BertoneSecretarius Status4. Decretum super miraculo intercessioniBeatae Baptistae Varano tributoCongregatio de Causis SanctorumCamerinensis-S. Severini in Piceno, canonizationisBeatae Baptistae Varano, in saeculo:Camillae, Monialis Professae <strong>Ordinis</strong> S. Clarae(1458-1524).DECRETUM SUPER MIRACULOBeata Baptista Varano (in saec.: Camilla)Camerini in Italia anno 1458 nata est. CivitatisPrincipis filia, nobili in sua familia pueritiamet adulescentiam degit, ostendens iam abineunte aetate singularem animi propensionemad Divina percipiensque prima vocationis signaad religiosam vitam. Urbinatensi in monasterioSanctae Clarae vestem secundum regulamSancti Francisci induit, nomen SororisBaptistae suscipiens. Deinde una cum quibusdamsodalibus in monasterium iuxta Camerinumse transtulit.Eius religiosae experientiae semper propriafuit ascetica exercitatio nec non mystica coniunctiocum Christo, cuius Passionem praecipuecontemplabat.Praedita ingenio, humanis litteris religiosisquedisciplinis copiose ornata, varia scriptaeximiae religiositatis ex commentatione SacrorumLibrorum et liturgicis operibus prodidit.Identidem abbatissa electa est et sua in civitatesocialibus in concordiis moderatrix fuit.Suo in monasterio, die 31 mensis Maii anno1524, animam sancte reddit. Summus PontifexGregorius xvi anno 1843 decretum confirma-


E POSTULATIONE GENERALI 287tionis cultus a tempore immemorabili approbavit.Benedictus xvi die 19 mensis Decembrisanno 2005 decretum super virtutibus ab eaexercitis promulgavit.Canonizationis respectu, Causae Postulatioiudicio huius Congregationis de CausisSanctorum assertam subiecit quandam miramsanationem puellae Cleliae Ottaviani, qua Camerinimense Septembri anno 1877 habita estet de qua disquisitum est in Processu Apostolicosuper vita et virtutibus Beatae, qui celebratusest iuxta Curiam Archidioecesis Camerinensisinter annos 1879 et 1881, cuius acta die18 Martii anno 1891 a Congregatione Rituumapprobata sunt et a Summo Pontifice Leonexiii die 8 insequentis mensis Aprilis confirmatasunt.Parvula Clelia crescebat pravitatis imminutionisquecorporis signa ostendens propterdefectum calcii, quod claras gravesque deformationesossium generavit, liberum incessumprohibens. Puellula propter deformationes sesustinere nequibat ita ut vix paucissimos gressusuna cum auxilio alicuius adulti aut baculorumfacere posset. Medici eam insanabilemiudicaverunt. Familiae amica puellae cum BeataeBaptistae Varano reliquias in ecclesia adpublicam venerationem exposituras esse comperisset,puellulam in eum locum deduxit etorans aliquanto stetit, Beatae intercessioneminvocans ad puellulam aegrotam sanandam.Tres post dies, egressa ab ecclesia, Cleliamhumi ponens, eam ad se venire sollicitavit,tunc puellula, sine aliquo auxilio, consurrexitet libere primos gradus fecit.Ab illo die puellulae salutis confirmationeseo evidentes fuerunt ut sine impedimentis liberaet vivax suis in motibus crescere posset.Evidens est concursus temporis et consequentiainter Beatae Baptistae Varano invocationemet sanationem puellulae Cleliae Ottavianiquae deinceps naturali socialique vitapollens sana fuit.De sanatione, mira aestimata, iuxta CuriamArchiepiscopalem Camerini-Sancti Severiniin Piceno celebrata est inter annum 2004 et2007 lnquisitio Dioecesana cuius iuridica validitasab hac Congregatione per decretum diei15 Februarii anno 2008 est approbata.Consilium Medicorum huius Dicasteri insessione diei 18 Iunii anno 2009 declaravitsanationem, celerem, perfectam, constantemet ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse.Die 22 Septembris anno 2009 Congressus auctusest Peculiaris Consultorum Theologorum,atque die 16 Novembris 2009 in sessione ordinariase congregaverunt Patres Cardinaleset Episcopi, Causae Ponente Exc.mo DominoFranco Croci Episcopo Ponentino in Piceno.Et in utroque Coetu sive Consultorum siveCardinalium et Episcoporum, posito dubio ande miraculo divinitus patrato constaret responsumaffirmativum prolatum est.Facta demum de hisce omnibus rebus SummoPontifici Benedicto XVI per subscriptumArchiepiscopum Praefectum accurata relatione,Sanctitas Sua vota Congregationis deCausis Sanctorum excipiens rataque habens,hodierno die declaravit: Constare de miraculoa Deo patrato per intercessionem Beatae BaptistaeVarano (in saec.: Camillae), MonialisProfessae <strong>Ordinis</strong> Sanctae Clarae, videlicetde celeri, perfecta ac constanti sanatione CleliaeOttaviani a “rachitismo”.Hoc autem decretum publici iuris fieri etin acta Congregationis de Causis SanctorumSummus Pontifex referri mandavit.Datum Romae, die 19 mensis DecembrisA.D. 2009.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis5. Decretum super virtutibus Beati IacobiIllyrici de BitectoCongregatio de Causis SanctorumBarensis-Bituntinae, Canonizationis BeatiIacobi Illyrici de Bitecto, Laici professi ex Ordine<strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>, (1400-1496).DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS«Beati mundi corde, quoniam ipsi Deumvidebunt (Mt 5,8). Vere mundi corde sunt, quiterrena despiciunt, caelestia quaerunt et semperadorare et videre Dominum Deum vivumet verum mundo corde et animo non desistunt»(S. Franciscus Assisiensis, Admonitiones, 16).Humilis Frater Minor Iacobus de Bitecto,quem Summus Pontifex Clemens PP. xi, felicisrecordationis, die 29 mensis Decembris anno1700 titulo Beati honestavit, plenam vixitevangelicam mundorum corde beatitudinem,


288 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2perfecti religiosi omnino Dei consecrati in vitasua consummans virtutes.In civitate Iadere in Dalmatia Beatus anno fere1400 natus est. In familiari paupertate aequovultu ac laeto christianae conversationis amplexuiuventutem degit, donec, dum tricesimumprimum aetatis annum agebat, patriam reliquitet una cum aliis incolis suis in Apuliam migravit,ut stabilem laborem quaereret. AdventumDomini hic praestolatus est, qui perfectissimumcertissimumque ei ostendebat Evangelii iter.Pro amore paupertatis decalceatus, PauperculiAssisiensis filius esse valde exoptans, apudConventum franciscanum Bitectinum acceptusest, in quo professionem religiosam emisit.In hac nova patria Beatus Iacobus uti simplexfrater laicus praestitit. Oboedientia ei identidemofficia sacristae, obsonatoris, hortulanicommisit et mendici stipem pro bono fratrumsociorum quaeritantis. Muneribus laeto ac benignocorde functus est, operis suae gratiam devotioniset orationis spiritu exercens. Constansfuit Regulae eius observantia, mira simplicitas,summa in eo mundi rerum abiectio. ConventusSanctae Mariae apud Insulam Conversani, SanctiPetri Barensis, Sanctae Mariae Angelorumapud Cassanum in Murgiis et Sancti Franciscide Bitecto eius gavisi sunt benignitatis, mansuetudinis,modestiae actuositatisque moribus.Contemplationi usque ad mysticam caelitumcommunionem deditus, Frater Iacobus peculiaremerga Beatissimam Virginem Mariampietatem coluit, quam inde ab infantia elegit utiprincipem consiliorum ministram, magistram etmatrem. Prophetiae denique miraculorumquedono Deus eum quoque ditare voluit.Humilitas, discessus a mundo et silentiumconversationis eius fuerunt insignia, sicut etsubstantialis rerum naturae exquisitio. Quae vitaelineamenta eum minime vero ad solitudinemduxerunt, magis autem ad maiorem sollecitudinemamoris, servitii, proximitatis et caritatiserga pauperes. Frater Iacobus fuit, temporibussuis, equidem pacis et concordiae seminator.Post annum 1480 Bitectum destinatus est,ubi initium dederat religiosae suae conversationismandatis sancti Francisci accommodatae.Vinculum eius peculiare cum civibus huius nobiliscivitatis in dies corroboratum est et usquead diem supremum profecit. Stipem quaeritans,non modo omnes proventus pro amore Dei postulavit,sed omnibus etiam, quas visitabat, familiislucem simplicis illius et efficacis verbiEvangelii attulit. Quocumque perveniret, pacemet bonum ominabatur, omnium conciliabatcordia et suavitatem gratiae diffundebat.Licet iam provectae esset aetatis, Frater Iacobusiam fractas vires suas impendit, ut aegrotisadsisteret. Caritate erga omnes egenos,praesertim in creberrimis siccitatibus, praefulsitet numquam remisit quominus aquamex puteo Conventus exhaustam distribueret.Grassante labe anno 1483, usquequaque interfuit,ut omnibus benefaceret, aegrotos sanaret,incertos illuminaret, miserias extolleret et actisoperibusque viam regalem caritatis collustraret.Hucusque pervenit, ut vitam ipsam, adtantae labis liberationem a Deo impetrandam,utpote holocaustum offerret. Acerba eius valetudo,quam perdolens flexio corporis et surditasfere summa saeviter adauxit, prorsus hancsuipsius oblationem Domino consecuta est.Soror mors vitam eius meritis effertam inConventu Bitecti, anno fortasse 1496, abstulit.Corpus eius, quod viginta circiter annos postmortem incorruptum inventum est, etiamdumasservatur in Sanctuario ei dicatum, quo permultidevote accedunt peregrini, ut consolationemet lucem fidei inveniant.Summus Pontifex Clemens XI die 29 mensisDecembris anno 1700 eum in numerumBeatorum rettulit.Cum cultus Beati, qui iam a longo temporeeffulsit, non modo in Italia, sed etiam peregre,propagatus esset, die 27 mensis Iunii anno1989 apud Curiam Barensem-Bituntinam CanonizationisCausa inita est per celebrationemInquisitionis Dioecesanae super continuationefamae sanctitatis necnon super virtutibus. Positioneanno 1998 confecta, die 30 mensis Novembrisanno 1999, in sessione ConsultorumHistoricorum et die 7 mensis Novembris anno2008 in Congressu Peculiari ConsultorumTheologorum prospero cum exitu disceptatumest, iuxta consuetudinem, an Beatus more heroumvirtutes christianas exercuisset.Patres Cardinales et Episcopi in SessioneOrdinaria diei 27 mensis Octobris anno 2009,audita relatione Excellentissimi Domini MarcelliSemeraro, Episcopi Albanensis, CausaePonentis, professi sunt Beatum Iacobum Illyricumvirtutes theologales, cardinales iisqueadnexas in modum heroum coluisse.Facta demum de hisce omnibus rebus SummoPontifici Benedicto xvi per subscriptumArchiepiscopum Praefectum accurata relatione,Sanctitas Sua vota Congregationis deCausis Sanctorum excipiens rataque habens,hodierno die declaravit: Constare de virtutibustheologalibus Fide, Spe et Caritate tum in


E POSTULATIONE GENERALI 289Deum tum in proximum, necnon de cardinalibusPrudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudineiisque adnexis in gradu heroico BeatiIacobi Illyrici de Bitecto, laici professi ex Ordine<strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>, in casu et ad effectumde quo agitur.Hoc autem decretum publici iuris fieri etin acta Congregationis de Causis SanctorumSummus Pontifex referri mandavit.Datum Romae, die 19 mensis Decembrisanno Domini 2009.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis6. Decretum super virtutibus Servae DeiAntoniae Mariae VernaCongregatio de Causis SanctorumEporediensis, Beatificationis et CanonizationisServae Dei Antoniae Mariae Verna, FundatricisInstituti Sororum Caritatis ab ImmaculataConceptione v.d. «d’Ivrea» (1773-1838).DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS«Hoc in opere peculiaria perspicio signasupernae Providentiae».Infinita fides in divina Providentia, quamhumilis Serva Dei Antonia Maria Verna vitaet operibus professa est, his propheticis verbisab ipsa ad Episcopum Eporediensem relatissummopere personat.Serva Dei in vico Paschario de Ripariolo Canavensiprope Eporediam in regione Pedemontanadie 12 mensis Iunii anno 1773 e rusticalocupleti familia felicis condicionis solidisquechristianis praeceptis informata nata est et ipsaortus die ad fontem baptismalem ducta per sacramentumregenerationis Christo incorporata.In tranquillitate familiaris vitae infantiamdegit serenam: simplicis impigraeque fideiexemplo parentes dulcedinem orationis eamdocuerunt et ad actuosam vitae paroecialisnavitatem direxerunt ac puella vero animumbenignum, ingenium vividum, indolem expeditamatque cor mite et misercors mox pandit.Iam inde a prima aetate Antonia Maria,quae amabiliter puerorum parvum agmen amatribus asperis agrorum operibus occupatisipsi commissum omni studio et curis respiciebat,puellarum institutioni aegrotorumque curis,eo tantum ut omnes in Deum adverteret,sese statuit consecrari. Dum decimum sextumaetatis annum agebat aetatis, votum virginitatisemisit, e quo Congregationis religiosae fundandaeiam trahere incepit afflatum.Spiritu Sancto duce, alacritate fidei ServaDei temporum signa legere valuit, qui ea praesertimtempestate profundis humani cultus etcoevae societatis mutationibus laborabantur,atque plurium aberrationum in defectu institutionisac patenti in ignorantia deprehenditcausam. Paschario itaque Ripariolum migravit,parvum iuvenum mulierum coetum sibisocians, quae ipsius mentem ac propositacommunicabant. Licet adultae iamiam aetatis,Scholam a Iesu in vico Sancto Georgio Canavensifrequentare voluit, ut ad missionem educationissese compararet.Anno 1806, licentiam «Recessum» pro Filiabusa Caritate sub tutela Immaculatae ConceptionisBeatissimae Mariae Virginis constituendiprimitus petiit. Hoc Matris Dei titulumfundatrix singulari cultu prosecuta est, delegitet filiabus suis commostrare voluit tamquamfontem « salvificae Christi caritatis » participationis.Diutina hinc vicissitudo iniit, quaeindulgentem Servae Dei divinae voluntati animidocilitatem patefecit, necnon profundumspiritum fidei et orationis et firmissimam operispost frustrationes resumendi constantiam.Nam, licet post multiplices ambages tantumet viginti duo annos dissensionum et discordiarum,Regias Licentias, quae Institutum eiusreligiosum recognoverunt, adepta est.Anno 1830, nova vero prorupit procella,cum in Pedemonte multa Instituta religiosamulierum consociare temptatum est. QuodAntoniae Mariae gravissimum et acerbissimumfuit onus, quod omnia evertere videbaturet Institutum nuper fundatum pertrahere, ut inalium cum indubia genuini fervoris amissioneconflueret. Serva Dei autem silere maluit aclegitima iura seponere: orationem corroboravit,impensius supernae Providentiae, cui opussuum commendaverat omne, fidem excoluit etetiam per humiliationes et tribulationes eventusprudentia sapientiaque rexit, ut oriens eiusCongregatio naturam et lineamenta sua cuminstantiis temporum consentanea servaret.Die 27 mensis Novembris anno 1835, Institutumnomine «Sororum a Caritate sub tutelaSanctissimae Conceptionis Beatae Mariae


290 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Virginis» nuncupatum ab Episcopo Eporediensiapprobatum est.Imago spiritualis Servae Dei, etiam intercontentiones, magis magisque ad maturitatemusque crebruit, quae ferventi suipsius oblationeDomino in oratione magnaque suavitate acbenignitate servitii summopere pandebatur.Anno 1837, duas Sorores, quae asylum propueris Riparioli fundandi receperant mandatum,Mediolanum misit, ut recentissimas paedagogiaevias et rationes ubique paulatim incedentesapprehenderent. Die l7 mensis Iulii eiusdemanni, enim, apud Recessum Sororum primum inPedemonte asylum puerorum ortum est.Hoc in loco fundatrix ultimos annos vitaedegit puerorum curae puellarumque institutionidedita, semper ad Sorores prompta supplendas,quae apostolatui infirmorum pauperumqueexterius attenderent. Humilis actenera eius praesentia exemplo et verbo instaurationemcommunitatis religiosae post acerbosiniquitatum annos vivificavit. Eximiumtestimonium vitae religiosae in sinceritate etcohaerentia consummatae praebuit. ExtremaeServae Dei admonitiones ad filias crucifixus,tabernaculum, immaculata Virgo et coronamarialis: «Ecce, arma vestra – inquit – turresvestrae fortitudinis, verum solacium vestrum».Corpus eius, licet firmae valetudinis, tantisdifficultatibus iam infractum viribus, gradatimfrangi incepit, ut, fere inopinato, die 25 mensisDecembris anno 1838, dum campanae concinebantMissam in Nativitate Domini nuntiantes,Antonia Maria, fletu concivium suis circumfusa,qui innumeri exsequiis interfuerunt,testimonium praebentes ipsius sanctitatis, domumcaelestem Patris repeteret.Hanc ob celebratam Servae Dei sanctitatisfamam a die 6 mensis Aprilis anno 1937 ad diem20 mensis Martii anno 1939 apud CuriamEporediensem Beatificationis et CanonizationisCausa inita est per celebrationem ProcessusOrdinarii. Cum de Causa antiqua ageretur,anno 1963 peculiaris Commissio Historicaconstituta est ad utilia documenta perquirenda.Decretum validitatis tandem die l0 Iulii an1992 editum est.Positione confecta, die 20 mensis Februariianno 2009, iuxta consuetudinem, in CongressuPeculiari Consultorum Theologorum prosperocum exitu disceptatum est an Serva Dei moreheroum virtutes christianas exercuisset.Patres Cardinales et Episcopi in SessioneOrdinaria diei l7 mensis Novembris anno 2009,audita relatione Excellentissimi Domini MarcelliSemeraro, Episcopi Albanensis, CausaePonentis, professi sunt Servam Dei AntoniamMariam Verna virtutes theologales, cardinalesiisque adnexas in modum heroum coluisse.Facta demum de hisce omnibus rebus SummoPontifici Benedicto xvi per subscriptumArchiepiscopum Praefectum accurata relatione,Sanctitas Sua vota Congregationis de CausisSanctorum excipiens rataque habens, hodiernodie declaravit: Constare de virtutibustheologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deumtum in proximum, necnon de cardinalibusPrudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudineiisque adnexis in gradu heroico Servae DeiAntoniae Mariae Verna, fundatricis InstitutiSororum a Caritate Immaculatae Conceptionisde Eporedia seu vulgo dictarum « d’Ivrea», in casu et ad effectum de quo agitur.Hoc autem decretum publici iuris fieri etin acta Congregationis de Causis SanctorumSummus Pontifex referri mandavit.Datum Romae, die 19 mensis DecembrisA.D. 2009.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis7. Decretum super virtutibus Servae DeiMariae Clarae Seraphinae a Iesu FarolfiCongregatio de Causis SanctorumForoliviensis-Brittinoriensis, Beatificationiset Canonizationis Servae Dei MariaeClara Seraphinae a Iesu Farolfi (in saeculo:Franciscae), Fundatricis Sororum ClarissarumFranciscalium Missionariarum a SanctissimoSacramento (1853-1917).DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS«Ite et amorem Iesu eucharistici succenditeet omnibus afferte. Vosmetipsas sanctificate,dein alios. Et semper magna caritate utimini».Testamentum spiritale Servae Dei MariaeClarae Seraphinae a Iesu (in saeculo: FranciscaeFarolfi), his in ultimis verbis eius collectis,mira virtute exprimit fervorem contemplationiset ardorem missionis, quos ipsatamquam pretiosam hereditatem novae fami-


E POSTULATIONE GENERALI 291liae religiosae e corde eius suscitatae et in uberiSancti Francisci arbore innisae relinquerevoluit.Serva Dei, tertia ex novem filiis, in vicoTussiniano apud Forum Cornelii, prope Bononiam,die 7 mensis Octobris anno 1853 nataest. Ad fontem baptismalem insequenti die regenerata,nomina sumpsit Franciscae AngelaeIustinae Birgittae. Die 18 mensis Aprilis anno1861 Confirmationis et biennio post PrimaeCommunionis aucta est sacramentis.In familia profunda christiana pietate informataprimariam recepit institutionem, iam indea pueritia toto corde mandatis adhaerens fideiac praesertim fervidam vitam eucharisticamcolens cotidiana sacrificii Missae participationeinnisam. Tantus eius fervor adeo in dies excrevit,ut verus spiritus missionis, quo postea,fundationis tempore, ipsa enituit, in ea adhucpuella, quae modo decimum agebat aetatis annum,patuit, cum sibi propositum erat, infantiliiucunditate impellente, ut ad missiones effugeret,sicut scripto ipsa testata est in Memoriissuis affirmans: «Iam inde ab aetate rationis vocationemad vitam religiosam actuosae conversationismihi immanuit, cum totum cor exindepervasisset desiderium iuvenibus proficiendi etmissionibus operam suppeditandi».Ad hanc ardentem iuventutis provehendaevoluntatem perficiendam, Serva Dei titulumacademicum magistrae adepta est, ut naviterin apostolatum apud scholas exercendum incumberet,et simul, incommodis quibusdamsuperatis a familia eius intermissis, Foro Liviiinter Sorores Tertii <strong>Ordinis</strong> Sancti Francisci aSancta Elisabeth ingressa est, quae tunc collegiumpro puellis administrabant.Anno 1874 ad novitiatum admissa est et die28 mensis Octobris anno 1875 professionemreligiosam emisit, nomen sumens Seraphinaeab Inflammato Corde Iesu. Serva Dei, cui iamaiamgubernatio collegii commissa est, coniungerevaluit necessitates vitae religiosaemuneribus laboris, in quo mox singulares virtutesostendit magistrae, peculiaribus etiam officiissummae utilitatis pro illius scholasticaeinstitutionis augmento fungens. Sed ob nimialaboris munera, necnon ob caeli hostilitatem etmonasterii vitae austeritatem, valetudo eius severeruit: Soror Seraphina enim gravi typhoidifebri correpta est, e qua mire liberata est anno1878, Beati Pii Papae ix intercessione, qui tunctemporis nuper occubuerat. Insequentibus annistamen alii quoque morbi valetudinem eiusminati sunt.Opus autem pro puellis instituendis a ServaDei susceptum adeo in dies auxit, ut alia collegiaaperire oporteret, anno 1881 Palagani etanno 1891 Balnei Romaniolae.Molestae vero dissensiones intra fraternitatemprincipem, sicut et invidiae in locorumadiuncta Ecclesiae infensa irrepentes, exortaesunt, quae summum prosecutionis discrimenCollegio Foroliviensi conflaverunt. Mense Iulioanni 1893, ut opus suum ex calamitatibuseriperet, Soror Seraphina una cum octo sociisatque omnibus educandis, quae locus erat salubrioratque hospitio magis idoneus, in AbbatiamSanctae Mariae de Urano apud Brittinorum,prope Forum Livii, se traiecit.Tempus autem passionis nondum expleverat.Nam, Dominus, quem Serva Dei una cumsociis susceptura erat, novum apostolatum lavacronovo quoque emundari disposuit. Hominumdissensionibus perseverantibus, pro longotemporis intervallo, quod ipsa «vicennale martyrium»nuncupavit, Soror Seraphina numquamfirmas spes dimisit, sed, aliorum eximiis spiritualibusdotibus suffultorum coadiuvante consilio,ardenter discernere exquisivit voluntatemdivinam, cui omni animi firmitate fidelis permansit.Humilitatis atque officii spiritu, ServaDei pro obtrectatoribus suis orabat et omnibusinvigilabat adiunctis, ut caritatem desideriumquesuum omnibus benefaciendi ostenderet.Die 1 mensis Maii anno 1898, sub praesidioBeatae Mariae Virginis Matris Pulchri Amoris,Soror Seraphina, octo sociae eius et quinquenovitiae professae sunt Regulam SanctaeClarae Assisiensis in manibus Episcopi Brittinorensis.A die illa initium capiebant ClarissaeSancti Francisci Missionariae a SanctissimoSacramento, quae in Ecclesia, Sancta Claraduce, munus exercerent ipsius SanctissimaeVirginis missionis persequendae, scilicet utvita ac operibus Iesum eucharisticum praedicarentet mundo Christum communicare perubique terrarum orbis nomen eius conclamantes,usque ad remotissimas gentes, apud quasomnes se conferre recusabant.Iamiam viribus infracta corpore, sed spiritucorroborata, Serva Dei, pietate suipsius filiarumcircumfusa, mane die 17 mensis Iuniianno 1917 in Abbatia Brittinorensi pie in Dominoquievit.Hanc ob celebratam Servae Dei sanctitatisfamam a die 1 mensis Maii anno 1968 ad diem23 mensis Augusti anno 1970 apud CuriamBrittinoriensis Beatificationis et CanonizationisCausa inita est per celebrationem Proces-


292 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2sus Ordinarii, cuius auctoritas et vis iuridicaa Congregatione de Causis Sanctorum decretodiei 23 mensis Iunii anno 1995 probatae sunt.Positione confecta, die 24 mensis Februariianno 1998, iuxta consuetudinem, in CongressuConsultorum Historicorum et die 15 mensisIunii anno 2007 in Congressu Peculiari ConsultorumTheologorum prospero cum exitudisceptatum est an Serva Dei more heroumvirtutes christianas exercuisset.Patres Cardinales et Episcopi in SessioneOrdinaria diei 28 mensis Octobris anno 2008,audita relatione Excellentissimi Domini PetriIacobi De Nicolò, Archiepiscopi titularis Martanaënsis,Causae Ponentis, professi sunt ServamDei Mariam Claram Seraphinam a Iesu(in saeculo: Franciscae) Farolfi virtutes theologales,cardinales iisque adnexas in modumheroum coluisse.Facta demum de hisce omnibus rebus SummoPontifici Benedicto xvi per subscriptumArchiepiscopum Praefectum accurata relatione,Sanctitas Sua vota Congregationis deCausis Sanctorum excipiens rataque habens,hodierno die declaravit: Constare de virtutibustheologalibus Fide, Spe et Caritate tum inDeum tum in proximum, necnon de cardinalibusPrudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudineiisque adnexis in gradu heroico ServaeDei Mariae Clarae Seraphinae (in saeculo:Franciscae) Farolfi, fundatricis Sororum ClarissarumFranciscalium Missionariarum aSanctissimo Sacramento, in casu et ad effectumde quo agitur.Hoc autem decretum publici iuris fieri etin acta Congregationis de Causis SanctorumSummus Pontifex referri mandavit.Datum Romae, die 19 mensis Decembrisanno Domini 2009.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis8. Decretum super virtutibus Servi Dei Iunii TinarelliCongregatio de Causis SanctorumInteramnensis-Narniensis-Amerinae, Beatificationiset Canonizationis Venerabilis ServiDei Iunii Tinarelli, viri laici, sodalis PiaeUnionis Primariae Silentium a Cruce Operariorum(1912-1956).DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS«Quisquis Domino omnino sese commendat,amplius nec patitur, nec crucis sibi commissaeamplius percipit pondus, sed quodpassiones sapiat gaudet, se iuxta Iesum affigicruci laetatur».Vivida haec verba a Servo Dei Iunio Tinarellilitteris commissa mirum eius intellectumgratiae informant, qui salvifici dolori Redemptoriseum sociavit.Venerabilis Servus Dei Interamnae in Umbriadie 27 mensis Maii anno 1912 ortus est,tertius ex operariorum familia natus. Ad baptimalemfontem die 2 mensis Iunii anno 1913ductus, nomina Iunium Antonium Iosephum recepit.Adulescentiam degit oratorium iuvenumSancti Gabrielis a Virgine Perdolente frequentans,ubi humana et spiritualis eximia institutio,qua enutritus est, omnes annos eum fulsit. DominusIosephus Lombardi, fundator et animatororatorii, ei fuit feliciter inventus amicus, pater ettristis in angustiis magister. In Pentecoste anni1923 ad eucharisticas dapes accessit et sacramentumConfirmationis suscepit.Dum decimum tertium aetatis annum agebat,Iunius operam incepit exercere primumuti discipulus typographicae artis, dein mechanicae,ac demum apud industrias ferramentariascivitatis suae natalis assumptus est. Consuetudinealiorum operariorum capta, qui haudinfrequenter sensibus motibusque Ecclesiaeinfensis pervadebantur, nullo timore retentusiuvenis Actionis Catholicae socii testimoniumsimplicitatis morum et difficultatum consensuspraebuit, qui, laborem tamquam gratiamreputans, exemplo suae conversationis omnessummopere praecipiebat.Christianae familiae generandae cupidus,viginti unum annos habens cum iuveni mulieresolitus est. Dominus, autem, in reconditissuae voluntatis aliam viam sanctificationisServum Dei ambulare disposuit. Nam, primasigna funesti morbi se ostendere ceperunt,scilicet polyarthritidis anchyloticae seu motuumarticulationum totius corporis amissionemprovocantis, quae etenim eum prorsusinvalidum reddidit. Post legitimam animidefectionem, iuvenis fidenter periculum oppeterevaluit, novam fulgidioremque aetatemvitae reserens.


E POSTULATIONE GENERALI 293Sponsalibus diremptis, desiderio sensumdoloris comperiendi eumque vivificandi flagrans,Beatae Mariae Virgini se consecravit.Oblitus sui, donum sanationis iam non efflagitavit,quam fortitudinem potius novaecondicionis tamquam suipsius pro mundoimmolationis amplectendae. Peregrinationibusquibusdam apud marialia sanctuaria Laureti,Regis, Oropae et Lapurdi obiit, benignosaepius sub auxilio consociationis illius, cuinomen « Unio Nationalis Italica pro AegrotisLapurdum et ad Sanctuaria InternationaliaTransvehendis » seu « U.N.I.T.A.L.S.I. »,cuius vexilli ortui Interamnae potissime favit.Anno 1949, apud cryptam Lapurdensemfundatorem Silentium a Cruce Operariorum,Servum Dei Dominum Aloysium Novarese,provide oppetiit. Consonantia spiritualitatiscum eo plene percepta, alacri animo eidemConsociationi adhaesit, in ea vota religiosaeconsecrationis die 1 mensis Novembris anno1951 emittens.Exinde, Servi Dei spiritualitas penitus altiorfacta est ac praesertim remissio culparum,conversio peccatorum, subsidium Ecclesiae etSummo Pontifici et confirmatio sacerdotum,qui praecipue mole difficultatum laborati essent,fecit verum specimen mira sollicitudine abipso circumspectum, quod oratione ac voluntariapoenarum oblatione tenaciter contendit.Fulgidum exemplum laici consecrati, Iuniusaequo ac ridenti vultu infirmitatem suampermensus est, quam in valentiam reformarevaluit, sicut et humiliationem in constantemcum Domino gloriae coniunctionem.Amor Domini Dei ex vultu eius non per sapientiamverborum translucebat, sed per simplicitatemanimi et gestus. Quisquis enim eumvisitabat, solamen reperiebat et lucem interiorem,ipsum agnoscens verum spei praeconem.Die 8 mensis Septembris anno 1952, ServusDei sese a Summo Pontifice Pio xii in audientiarecipi gavisus est, e quo donum specialis benedictioniset coronae marialis tulit, quam devotissimeusque ad mortem servavit. Nulla manifestaingravescente valetudine, die 14 mensisIanuarii anno 1956 in Domino diem obiit.Ad nuntium eius vita excessus turba ingensInteramnensium concurrit, ut tantum salutaretvirum et exsequiis quoque interesset. Tredecimpost annos corpus eius, singulari populimultitudinis comitatu, translatum est et in cathedraliInteramensi inhumatum.Ob sanctitatis famam, quae iam temporevitae in mundo effulserat et post mortemadhuc increvit, a die 16 mensis Aprilis anno1983 usque ad diem 12 mensis Decembrisanno 1988 apud Curiam Interamnensem-Narniensem-Amerinae Inquisitio Dioecesanacelebrata est, cuius auctoritas et vis iuridicaa Congregatione de Causis Sanctorum decretodiei 15 mensis Martii anno 1996 probataesunt. Positione confecta, iuxta suetum morem,die 26 mensis Iunii anno 2009, in CongressuPeculiari Consultorum Theologorum prosperocum exitu disceptatum est an Servus Dei moreheroum virtutes christianas exercuisset.Patres Cardinales et Episcopi in SessioneOrdinaria diei 15 mensis Decembris anno2009, audita relatione Excellentissimi ac ReverendissimiDomini Marcelli Semeraro, EpiscopiAlbanensis, Causae Ponentis, professisunt Servum Dei virtutes theologales, cardinalesiisque adnexas in modum heroum coluisse.Facta demum de hisce omnibus rebus SummoPontifici Benedicto xvi per subscriptumArchiepiscopum Praefectum accurata relatione,Sanctitas Sua vota Congregationis deCausis Sanctorum excipiens rataque habens,hodierno die declaravit: Constare de virtutibustheologalibus Fide, Spe et Caritate tum inDeum tum in proximum, necnon de cardinalibusPrudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudineiisque adnexis in gradu heroico ServiDei Iunii Tinarelli, laici, socii Piae UnionisPrimariae Silentium a Cruce Operariorum, incasu et ad effectum de quo agitur.Hoc autem decretum publici iuris fieri etin acta Congregationis de Causis SanctorumSummus Pontifex referri mandavit.Datum Romae, die 19 mensis Decembrisanno Domini 2009.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis9. Ponens in Causa Servi Dei Iuniperi Cocchi eligiturCongregatiode Causis SanctorumProt. N. 1996-14/l0Veliterna-Signina, Beatificationis et CanonizationisServi Dei Iuniperi (in saeculo:


294 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Antonii Cocchi), Sacerdotis professi <strong>Ordinis</strong><strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>.Cum Causa Beatificationis et CanonizationisServi Dei Iuniperi (in saeculo: Antonii Cocchi),Sacerdotis professi <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>,suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Ioannes IosephusCalifano, Postulator Generalis eiusdem<strong>Ordinis</strong>, ab hac Congregatione de Causis Sanctorumpetit ut, ex Patribus eidem Congregationipraepositis, Ponentem praefati Servi DeiCausae eligere ac deputare benigne dignetur.Haec Congregatio, attentis expositis, precibusannuit, et Exc.mum ac Rev.mum DominumD. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem,Ponentem Causae Beatificationis et CanonizationisServi Dei Iuniperi (in saeculo: AntoniiCocchi), omnibus cum iuribus et facultatibusnecessariis et opportunis, elegit et nominavit.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die l9 mensis Aprilis A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis10. Facultas Transumptum InquisitionisDioecesanae Suppletivae in Causa Venerabilis Servae Dei Mariae MargaritaeDiomirae a Verbo Incarnato aperiendiCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2668-5/10Florentina, Beatificationis et CanonizationisVenerabilis Servae Dei Mariae MargaritaeDiomirae a Verbo Incarnato (in saeculo: MariaeAllegri), Religiosae professae CongregationisStabilitarum in Caritate Boni Pastoris.Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano,O.F.M., Postulator legitime constitutus inCausa Beatificationis et Canonizationis VenerabilisServae Dei Mariae Margaritae Diomiraea Verbo Incarnato (in saeculo: MariaeAllegri), Religiosae professae CongregationisStabilitarum in Caritate Boni Pastoris, ab hacCongregatione de Causis Sanctorum petit utTransumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae,apud Curiam ecclesiasticam Florentinamperactae, super vita et virtutibus necnonfama sanctitatis et signorum eiusdem VenerabilisServae Dei, clausum sigillisque munitumin actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.Haec Congregatio, attentis expositis, progratia iuxta preces benigne annuit: servatis decetero omnibus de iure servandis. Contrariisnon obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 24 mensis Aprilis A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis11. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae super miraculo in Causa BeataeMariae Franciscae Schervier declaraturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 35-60/10Aquisgranensis seu Coloniensis, CanonizationisBeatae Mariae Franciscae Schervier,Virginis, Tertii <strong>Ordinis</strong> Sancti Francisci FundatricisSororum Pauperum Sancti Francisci.In Ordinario Congressu, die 14 mensis Maiihuius anni 2010 celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitate InquisitionisDioecesanae, apud Curiam ecclesiasticamCincinnatensem peractae, super assertamira sanatione domini Thomae Siemers, intercessioniBeatae Mariae Franciscae Schervier,Virginis, Tertii <strong>Ordinis</strong> Sancti Francisci etFundatricis Sororum Pauperum Sancti Francisci,tributa: testes sint rite recteque examinatiet iura producta legitime compulsata incasu et ad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefataeInquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectumde quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 14 mensis Maii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis


E POSTULATIONE GENERALI 29512. Relator Causae Servae Dei Reginae Mariae Vattalil nominaturCongregatio de Causis SanctorumRoma, 22 maggio 2010Prot. N. 2553-5/10Il Congresso Ordinario di questo Dicastero,in data 7 maggio 2010, ha affidato al Rev.moP. Daniel Ols, O.P., la Causa Indorensis dellaServa di Dio Regina Maria Vattalil.Tanto si comunica al Postulatore della Causaper conoscenza e norma._______________________________ReverendissimoP. Giovangiuseppe Califano, O.F.M.Postulatore GeneraleMarcello BatolucciIl Sottosegretario13. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae in Causa Beatae Matthiae De Nazareis declaraturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2873-3/09Fabrianensis-Mathelicensis, CanonizationisBeatae Matthiae De Nazareis, Monialisprofessae Secundi <strong>Ordinis</strong> Sancti Francisci.In Ordinario Congressu, die 31 mensis Maiihuius anni 2010 celebrato, haec Congregatio deCausis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitate InquisitionumDioecesanarum, Principalis apud Curiamecclesiasticam Fabrianensem-Mathelicensematquae Rogatorialium, apud Curias eclesiasticasNeapolitanam et Liburnensem peractarum,super vita et virtutibus Beatae Matthiae DeNazareis, Monialis professae Secundi <strong>Ordinis</strong>Sancti Francisci; testes sint rite recteque examinatiet iura producta legitime compulsatain casu et ad effectum de quo agitur”.Haec porro Congregatio, attento voto exofficio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitateInquisitionum Dioecesanarum Principaliset Rogatorialis apud Curiam ecclesiasticamNeapolitanam in casu et ad effectum de quoagitur, sanatis de iure sanandis. Negative seunon constare de validitate Inquisitionis DioecesanaeRogatorialis apud Curiam ecclesiasticamLiburnensem. Contrariis non obstantibusquibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 31 mensis Maii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis14. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae in Causa Servorum Dei Antonii Renard Martí et Sociorum declaraturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2183-10/10Valentina, Beatificationis seu DeclarationisMartyrii Servorum Dei Antonii RenardMartí et Philippi Ciscar Puig, SacerdotumDioecesanorum necnon Romualdi et IulianiRibera Puchol, Christifidelium Laicorum, inodium Fidei, uti fertur, interfectorum.In Ordinario Congressu, die 31 mensis Maiihuius anni 2010 celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitate InquisitionisDioecesanae, apud Curiam ecclesiasticamValentinam peractae, super vita etmartyrio necnon fama martyrii Servorum DeiAntonii Renard Martí et Philippi Ciscar Puig,Sacerdotum Dioecesanorum necnon Romualdiet Iuliani Ribera Puchol, ChristifideliumLaicorum, in odium Fidei, uti fertur, interfectorum;testes sint rite recteque examinati etiura producta legitime compulsata in casu etad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate eiusdemInquisitionis Dioecesanae in casu et adeffectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 31 mensis Maii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis


296 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 215. Facultas Transumptum InquisitionisDioecesanae Suppletivae in Causa ServiDei Sosii Del Prete aperiendiCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2421-7/08Neapolitana, Beatificationis et CanonizationisServi Dei Sosii Del Prete (in saeculo:Vincentii), Sacerdotis professi <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong><strong>Minorum</strong>, Fundatoris Congregtionis ParvarumAncillarum a Christo Rege.Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano,O.F.M., Postulator Generalis <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong><strong>Minorum</strong>, ab hac Congregatione de CausisSanctorum petit ut Transumptum InquisitionisDioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticamNeapolitanam peractae, super vita etvirtutibus necnon fama sanctitatis et signorumServi Dei Sosii Del Prete (in saeculo: Vincentii),Sacerdotis professi eiusdem <strong>Ordinis</strong>et Fundatoris Parvarum Ancillarum a ChristoRege, clausum sigillisque munitum in actiseiusdem Congregationis, aperiri possit.Haec porro Congregatio, attentis expositis,pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatisde cetero omnibus de iure servandis. Contrariisnon obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 4 mensis Iunii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis16. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae in Causa Servi Dei Humilis SoriaPons declaraturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2701-4/10Valentina, Beatificationis et CanonizationisServi Dei Humilis Soria Pons, Laici professi<strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>.In Ordinario Congressu, die 4 mensis Iuniihuius anni 2010 celebrato, haec Congregatio deCausis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitate InquisitionisDioecesanae, apud Curiam ecclesiasticamValentinam peractae, super vita et virtutibusnecnon fama sanctitatis et signorum Servi DeiHumilis Soria Pons, Laici professi <strong>Ordinis</strong><strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>; testes sint rite recteque examinatiet iura producta legitime compulsata incasu et ad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefataeInquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectumde quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 4 mensis Iunii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis17. Facultas Transumptum InquisitionisDioecesanae Suppletivae in Causa Servae Dei Teresiae a Iesu aperiendiCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 631-3/10Cordubensis in Hispania, Beatificationiset Canonizationis Servae Dei Teresia a Iesu(in saeculo: Hyacinthae Mariae Romero Balmaseda),Monialis professae FranciscaliumConceptionistarum.Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano, PostulatorGeneralis <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>,ab hac Congregatione de Causis Sanctorumpetit ut Transumptum Inquisitionis DioecesanaeSuppletivae, apud Curiam ecclesiasticamCordubensem in Hispania, super continuationefamae sanctitatis Servae Dei Teresiae a Iesu(in saeculo: Hyacinthae Mariae Romero Balmaseda),Monialis professae FranciscaliumConceptionistarum, clausum sigillisque munitumin actis eiusdem Congregationis, aperiripossit.Haec porro Congregatio, attentis expositis,pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatisde cetero omnibus de iure servandis. Contrariisnon obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 18 mensis Iunii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - Praefectus


E POSTULATIONE GENERALI 297† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis18. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae Principalis et Suppletivae in CausaServae Dei Humilitatis Patlán SánchezdeclaraturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2109-8/09Mexicana, Beatificationis et CanonizationisServae Dei Humilitatis (in saeculo: MariaePatlán Sánchez), Sororis professae Instituti SororumFranciscalium ab Immaculata Conceptione.In Ordinario Congressu, die 2 mensis Iuliihuius anni 2010 celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitateInquisitionum Dioecesanarum, Principaliset Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticamMexicanam peractarum, super vita et virtutibusnecnon fama sanctitatis et signorumServae Dei Humilitatis (in saeculo: MariaePatlán Sánchez), Sororis professae InstitutiSororum Franciscalium ab Immaculata Conceptione:testes sint rite recteque examinati etiura producta legitime compulsata in casu etad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefatarumInquisitionum Dioecesanarum in casuet ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 2 mensis Iulii A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis - PraefectusMarcellus BatolucciSubsecretarius19. Relator Causae Servi Dei Ugo de BlasinominaturCongregatio de Causis SanctorumRoma, 17 luglio 2010Prot. N. 2339-6/10Il Congresso Ordinario di questo Dicastero,in data 9 luglio 2010, ha affidato al Rev.mo Relatore Generale P. Vincenzo Criscuolo,O.F.M. Cap., la Causa Lyciensis del Servo diDio Ugo de Blasi.Tanto si comunica al Postulatore della Causaper conoscenza e norma.Marcello BartolucciIl Sottosegretario_________Reverendissimo P. Giovangiuseppe Califano, <strong>OFM</strong>Postulatore20. Relator Causae Servi Dei Fausto Gei nominaturCongregatio de Causis SanctorumRoma, 17 luglio 2010Prot. N. 2674-5/10Il Congresso Ordinario di questo Dicastero,in data 9 luglio 2010, ha affidato al Rev.mo Relatore Generale P. Vincenzo Criscuolo,O.F.M. Cap., la Causa Brixiensis del Servo diDio Fausto Gei.Tanto si comunica al Postulatore della Causaper conoscenza e norma.Marcello BartolucciIl Sottosegretario_________Reverendissimo P. Giovangiuseppe Califano, <strong>OFM</strong>Postulatore21. Competentia fori in Causa Servorum DeiBernardi Karolyi et VI Sociorum daturCongregatio de Causis SanctorumProt. N. 2959-1/l0Strigonien.-Budapestinen., Beatificationisseu Declarationis Martyrii Servorum Dei BernardiKarolyi et vi Sociorum, Sacerdotum professorum<strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong> in odiumFidei, uti fertur, interfectorum.Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano, PostulatorGeneralis <strong>Ordinis</strong> <strong>Fratrum</strong> <strong>Minorum</strong>,ab hac Congregatione de Causis Sanctorumpetit ut Causa Beatificationis seu Declarationis


298 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Martyrii Servorum Dei Bernardi Karolyi et viSociorum, Sacerdotum professorum eiusdem<strong>Ordinis</strong>, in odium Fidei, uti fertur, interfectorum,apud Curiam ecclesiasticam Strigoniensem-Budapestinensemperagi possit licet praefatiServi Dei intra variarum fines dioecesiummartyrium, uti asseritur, occubuissent.Haec Congregatio, attentis peculiaribus insupplici libello expositis adiunctis necnon assensuEm.mi ac Rev.mi Domini D. Petri Erdö,Archiepiscopi Strigoniensis-Budapestinensis,et Exc.morum ac Rev.morum Dominorumquorum interest, pro gratia iuxta preces benigneannuit: servatis de cetero omnibus aliis deiure servandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 25 mensis Augusti A.D. 2010.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. Silensis- PraefectusMarcellus BartolucciSubsecretarius22. Notitiae particulares1. Sessio Peritorum Medicorum super assertamira sanationeIl 4 marzo 2010, i Consultori Medici dellaCongregazione delle Cause dei Santi, hannoespresso il loro unanime voto favorevole sullapresunta guarigione miracolosa di Suor MariaGaetana Corbella, avvenuta nel 1947 e attribuitaall’intercessione della Serva di Dio AntoniaMaria Verna, Fondatrice delle Suore di Caritàdell’Immacolata Concezione dette « d’Ivrea ».2. Novissima Inquisitio super virtutibusIl 4 marzo 2010, a Madrid in Spagna, l’Em.mo Signor Cardinale Antonio Maria RuocoVarela, Arcivescovo di Madrid, ha presiedutola sessione inaugurale dell’Inchiesta diocesanasuper vita et virtutibus della Serva di DioMaria Anna Alberdi, religiosa concezionistafrancescana, nata ad Azcoitia, Provincia diGuipúzcoa, il 3 maggio 1912 e morta a Madridil 27 novembre 1998.3. Conclusio Inquisitionis super virtutibusIl 27 marzo 2010, a Firenze, l’Ecc.mo ArcivescovoMons. Giuseppe Betori, ha dichiarataconclusa l’Inchiesta diocesana Suppletiva supervita et virtutibus della Serva di Dio MariaMargherita Diomira del Verbo Incarnato, religiosadelle Suore Stabilite nella Carità, nata aFirenzuola il 26 aprile 1651 e morta a Firenzeil 17 dicembre 1677.La Causa storica fu affidata alla Postulazionegenerale <strong>OFM</strong> nel 1939.4. Conclusio Inquisitionis super fama sanctitatisIl 7 giugno 2010, a Hinojosa del Duque,Córdoba, in Spagna, l’Ordinario diocesanoMons. Demetrio Fernández González, ha dichiarataconclusa l’Inchiesta diocesana Suppletivasuper fama et continuatione famaesanctitatis della Serva di Dio Teresa di GesùRomero Balmaseda, religiosa Concezionistafrancescana, nata a Cabeza del Buey, Badajoz,il 9 ottobre 1861 e morta a Hinojosa del Duque,Córdoba, il 12 maggio 1910.5. Congregatio OrdinariaIl 18 giugno 2010, i Padri Cardinali e Vescovimembri della Congregazione delle Causedei Santi radunati in Sessione Ordinaria, dopoaver ascoltato la relazione del Ponente S.E.Rev.ma Mons. Marcello Semeraro, Vescovodi Albano, hanno espresso il parere favorevole“super martyrio eiusque causae” del Servo diDio Ginepro Cocchi (al secolo: Antonio), Sacerdoteprofesso dell’<strong>OFM</strong>, ucciso in Cina “inodium Fidei uti fertur” nel 1939.6. Congressus Peculiaris super miroIl 15 luglio 2010, sotto la presidenza delRev.mo Promotore della Fede, si è celebratocon esito pienamente favorevole, il Congressodei Consultori Teologi sulla presunta guarigionemiracolosa atribuita all’intercessionedella Ven. Serva di Dio Antonia Maria Verna,Fondatrice delle Suore di Carità dell’ImmacolataConcezione dette «d’Ivrea».Fr. Giovangiuseppe Califano, <strong>OFM</strong>


EX OFFICIO OFS1. Lettera delle Commissioni per la Giornata Mondiale della GioventùRoma, 20 luglio 2010A tutti i membridella Famiglia Francescana del mondoCarissimi fratelli e sorelle,il Signore vi dia la sua pace!Nel mese di febbraio di quest’anno avetericevuto la lettera della Conferenza della FamigliaFrancescana con il desiderio che tutti igiovani francescani si incontrino nella GMGdal 16 al 21 agosto 2011 a Madrid con l’unicoprogramma che si prepara per tutti i membridella nostra Famiglia.Questo programma sarà offerto a tutti i partecipantidella GMG per poter conoscere più davicino la nostra Famiglia con tutte le diversitàe ricchezze che porta il proprio carisma francescanonella vita e nella missione della Chiesa.Inoltre, la Conferenza della Famiglia Francescanaha informato che a questo scopo è statacostituita una Commissione internazionale,composta dagli Assistenti Spirituali Generalidell’OFS e della GiFra, dai membri dellaCommissione della Gioventù francescanadella Presidenza del Consiglio Internazionaledell’OFS e l’altra costituita dalla FamigliaFrancescana di Spagna, con il compito di preparare,coordinare e animare questo programmadurante la GMG.Per questo motivo vi invitiamo ad approfittaredel tempo previsto per incontri con lafinalità di conoscerci ed essere in compagniadegli altri giovani della Famiglia Francescanaprovenienti da tutto il mondo. Questa sarà, infatti,un’occasione unica per poter scambiarele nostre esperienze e, alla fine – come facevanoi primi francescani dopo la celebrazionedel Capitolo delle stuoie – di mettersi in viaggioper ritornare a tutto il mondo incoraggiatiper annunciare la Buona novella. Per questomotivo, con la presente lettera vogliamo darvialcune informazioni utili riguardo all’incontroche stiamo preparando.Il programma della Famiglia Francescanasi svolgerà durante la Giornata mondiale dellaGioventù, dal 16 al 19 agosto 2011 nel “VillaggioFrancescano”, che la Commissione Internazionalee quella di Spagna hanno volutostabilire attorno alla chiesa di San Francisco elGrande. Siamo riconoscenti ai francescani, religiosie secolari, per la generosa disponibilitàdi offrirci i loro spazi per gli incontri. L’ambientesarà aperto e a disposizione dei partecipantiogni giorno dalle ore 12 fino alle 24(eccetto durante i grandi eventi della GMG edel “Festival della Gioia”).Il “Villaggio Francescano” vuole essereuno spazio d’incontro e condivisione, dove igiovani ed i loro responsabili possano viverela fraternità universale in modo semplice, chespesso le grandi manifestazioni non permettono.“Il Villaggio” è stato pensato per gli incontrie varie altre attività come esposizioni,proiezioni, vendita di oggetti, conferenze, preghieraed adorazione, ecc., sempre con la possibilitàdi prendere un caffè o qualche bevandafresca. Ma siete voi, gruppi francescani di tuttoil mondo, che dovete dare vita al “VillaggioFrancescano”, sia con la vostra presenza checon la vostra attiva creatività.Visto che come giovani francescani vogliamopartecipare al programma organizzato perla GMG, vi esortiamo a rispondere all’invitoalle catechesi della mattinata che si terrannonei diversi quartieri di Madrid con la presenzae la partecipazione attiva. Dalle ore 12 inpoi potete prendere parte alle attività ed alprogramma che stiamo preparando per la FamigliaFrancescana. Senz’altro, tutti siete cordialmenteinvitati ad arricchire lo svolgimentodel programma con le vostre proposte. Perquesto vi chiediamo di offrire quanto prima(non oltre il 28 febbraio 2011 e via e-mail:gmg2011ff@gmail.com) le vostre proposte(preghiera, proiezione di un film, vendita dioggetti ecc.) perché possano essere incluse neglieventi ufficiali. Tenete ben presente che iresponsabili per le attività siete voi stessi: noipossiamo assicurarvi gli spazi ed eventualmentei mezzi utili, ma siete voi che doveteanimare e realizzare l’attività preparata.Insieme alle informazioni sopra indicate, iltempo e il luogo, per lo svolgimento del “VillaggioFrancescano”, saranno:


300 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2• dal 16 al 19 agosto 2011, dalle ore 12 alleore 24;• San Francisco el GrandePlaza de San FranciscoCalle de San Buenaventura 128005 Madrid, SpagnaVi informiamo anche delle attività principalidella Famiglia Francescana durante laGMG, in cui aspettiamo la partecipazione ditutti i giovani francescani ed invitiamo tutti glialtri a conoscere il nostro carisma:– “Festival della Gioia”, mercoledì, 17 agosto2011 dalle ore 21 alle ore 24• Concerto di artisti famosi• Brevi esecuzioni e presentazioni dei diversiartisti• Testimonianze– Preghiera francescana– Catechesi ed eucaristia– Partecipazione insieme agli atti principalidella GMG.A proposito delle iscrizioni alla GiornataMondiale della Gioventù, bisogna rivolgersiall’organizzazione della GMG via internet(www.madrid11.com). La nostra proposta è diregistrarsi come un gruppo proprio, perché cosìsarà possibile per noi di chiedere agli organizzatoridi stare insieme durante la Veglia e laMessa di Conclusione e gli altri atti principalidella GMG. Ma, di queste cose ne parleremonelle relazioni seguenti.Per qualsiasi domanda o chiarificazione,rivolgetevi al nostro indirizzo e-mail: gmg-2011ff@gmail.com.In attesa gioiosa della GMG e del nostro incontro,vi salutiamo fraternamente!A nome della Commissione InternazionaleAna Fruk (la coordinatrice)A nome della Commissionedella Famiglia Francescana di SpagnaXavi Ramos (il coordinatore)2. Lettera della Commissione della GiFraper la GMG21 luglio 2010Ai Consigli Nazionali GiFraAi Consigli Nazionali OFSAi Consiglieri Internazionalidella GiFra e dell’OFSCirc. 17/08-14Prot. N. 2218/10Carissimi fratelli:Pace e Bene!Oltre la lettera della Famiglia Francescanasul programma per tutti i giovani francescanidel mondo durante la XXVI Giornata Mondialedella Gioventù (GMG) a Madrid, noi viinviamo questa lettera che riguarda l’IncontroInternazionale della GiFra che precede laGMG.Siccome è già diventato una tradizione chela Gioventù Francescana di tutto il mondo siincontra nei giorni precedenti la GMG, cosìanche nel prossimo anno, in occasione dellaGMG a Madrid, avremo l’Incontro Internazionaledella GiFra, per stare insieme, percondividere e approfondire le esperienze fattenelle nostre Fraternità dall’ultimo radunoa Sydney, e per partecipare e condividere lagioia di essere cristiani con tutti i giovani chesaranno uniti nella GMG.L’organizzazione di questo incontro è giàiniziata e con questa prima lettera vogliamoinformarvi che l’Incontro Internazionale dellaGiFra sarà proprio a Madrid dal 12 al 15agosto 2011, e poi dal 16 al 21 agosto 2011 ciuniremo alla celebrazione della GMG.Poiché la capacità della scuola è limitata,possono venire al massimo 20 rappresentantidi ogni Fraternità nazionale. Vi chiediamo diprenotare il numero preciso dei vostri partecipantifino al 31 dicembre 2010 sull’e-mail youfrawyd2011@gmail.com.Comunque se avetebisogno di posti in più potete indicarcelo nellavostra prenotazione e dopo il 31 dicembre 2010vi facciamo sapere quale è la situazione.La quota d’iscrizione per l’incontro dellaGiFra sarà circa 60 euro. Vi saremo moltograti se alcune Fraternità, sia dell’OFS chedella GiFra, potranno aiutare economicamentei rappresentanti delle Fraternità dai paesi piùbisognosi.Inoltre vi ricordiamo che per la partecipazionealla GMG dovete iscrivervi attraverso il sitoufficiale della GMG: http://it.madrid11.com.Così ciascuno riceverà il PASS per i diversiavvenimenti durante la GMG, per il trasportopubblico ed i pasti.Se volete rimanere nello stesso luogo dopol’Incontro Internazionale della GiFra, dovetescegliere l’opzione A2 “Tutto meno alloggio”.Se volete cambiare, invece, l’alloggio durantei giorni della GMG, dovete scegliere l’opzioneA1 o altre opzioni.Vista l’impossibilità di alloggio nella scuolaprima e dopo i giorni degli incontri, chiedia-


EX OFFICIO OFS 301mo a tutti i partecipanti di attenersi alle dateindicate (12-21 agosto 2011) per gli arrivi e lepartenze da Madrid. L’organizzazione non puòassumere la responsabilità dell’anticipo o delprolungamento della permanenza.Per ora, vi possiamo offrire solo queste informazioni,mentre riceverete dopo altri dettagli.Fraternamente, i membri della CommissioneGiFraAna FrukConsigliera della Presidenza CIOFSper la GiFraLucy AlmirañezConsigliera della Presidenza CIOFSFr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>Assistente generale OFS e GiFra3. Mauritius – Capitolo nazionale elettivoDal 6 al 9 maggio 2010 si è tenuto il Capitolonazionale elettivo dell’OFS dell’Isola Mauritius.Il tema del Capitolo era: “Purificare lenostre fonti”. Michèle Altmeyer, Consiglieradella Presidenza CIOFS, ha presieduto, a nomedel Ministro Generale dell’OFS, la sessioneelettiva del Capitolo. Come delegato degliAssistenti generali è stato presente Fr. FestusKitogho Mghanga, <strong>OFM</strong>, Assistente nazionaledell’OFS della Tanzania, che ha relazionatocon passione sul suo lavoro con i Francescanisecolari in Africa. Durante il Capitolo è statamolto gradita la partecipazione della GiFraper l’animazione della liturgia, canti e ballie per le traduzioni. Erano presenti anche Fr.René Coulange, <strong>OFM</strong>, Assistente nazionaledell’OFS e Fr. Krisnah Ramsamy, <strong>OFM</strong>, Assistentenazionale della GiFra. È stata moltoapprezzata anche la presenza del Vescovo diMauritius Mons. Maurice Piat, C.S.Sp., cheha voluto condividere con i Francescani questomomento così importante per la loro vita.Nella sessione elettiva è stato eletto il nuovoConsiglio nazionale e, quindi, il Ministro nazionalenella persona di Eric Salmine. ComeConsigliera Internazionale è stata scelta MarieThérèse Soobaroyen.4. Hong Kong-Taiwan – Corsi di formazioneSu invito del Ministro provinciale, Fr.Claudio Pegoraro, <strong>OFM</strong>, l’Assistente generaledell’OFS-GiFra, Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>, ha partecipatoai Corsi di formazione organizzati peri Francescani secolari, Frati e Suore di HongKong e di Taiwan. Fr. Ivan ha presentato ilManuale per l’assistenza spirituale e pastoraledell’OFS e della GiFra, recentemente tradottoe pubblicato in lingua cinese. A Hong Kongil Corso si è svolto dal 21 al 24 aprile 2010,mentre nei giorni 1-5 maggio a Taiwan. I temiprincipali del Corso hanno riguardato la storia,l’identità, la secolarità e la missione dell’OFSnella Chiesa e nella società. Inoltre si è riflettutoanche sulla Gioventù francescana e su alcunitemi concernenti il ruolo dell’assistenzaspirituale e pastorale all’OFS e alla GiFra.5. India – Corso per gli Assistenti spirituali,Congresso Asia-Oceania, Capitolo elettivo OFS e GiFraAi vari eventi succedutisi nelle prime duesettimane del mese di Maggio 2010 in Indiahanno partecipato otto membri della PresidenzaCIOFS: Ministra e Vice Ministro generale, iquattro Assistenti generali, la Consigliera dellaPresidenza per la lingua inglese e la Consiglieradella Presidenza per la GiFra.6. India – Corso per gli Assistenti spiritualidell’IndiaIl corso di formazione per gli Assistentispirituali dell’India si è svolto a Kerala dal 6all’8 maggio 2010. Al corso hanno partecipatola Ministra generale e il suo Vicario, i quattroAssistenti generali e 40 Assistenti spirituali. Itemi affrontati sono stati: “Il Ruolo dell’Assistentespirituale nella Fraternità Locale” (Fr.Amanuel Mesgun, <strong>OFM</strong>Cap), “La presenzaattiva nel mondo dei Francescani Secolari”(Fr. Amando Trujillo-Cano, TOR), “La Collegialitànell’Assistenza spirituale” (Fr. MartinBitzer, <strong>OFM</strong>Conv) e “La Gioventù francescanae la sua assistenza spirituale” (Fr. IvanMatić, <strong>OFM</strong>). In questa riunione gli Assistentispirituali dell’India hanno avuto anche un momentodi dialogo con la Ministra e Vice ministrogenerale.7. India – III Congresso dell’OFS-GiFradell’Asia ed OceaniaI rappresentanti di India, Filippine, Vietnam,Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda,Malaysia, Singapore, Thailandia, Indonesia,Sri Lanka, Hong Kong, Cina, Taiwan,Papua New Guinea hanno partecipato al IIICongresso OFS-GiFra dell’Asia ed Oceania. IlCongresso si è celebrato nei giorni 8-13 maggio2010 presso la casa Assisi Shanti Kendra,dei Frati Conventuali in Karakutty, Kerala.Al Congresso erano presenti circa 100 rappresentanti,compresi i loro Assistenti spiritua-


302 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2li e i membri della Presidenza CIOFS. Il temaprincipale del Congresso è stato: “L’OFS perla Chiesa e per il mondo”. Vi sono stati anchemomenti di formazione e di condivisione fraternacon le riflessioni sulle realtà dell’OFS-GiFra in diversi paesi dell’Asia-Oceania.Inoltre, ogni Fraternità nazionale nella sua relazioneha esposto la situazione attuale, i successi,le problematiche e i progetti per il futurodell’OFS e della GiFra nelle rispettive nazioni.Da menzionare anche le celebrazioni liturgiche,gli avvenimenti culturali e il pellegrinaggioalla tomba di Puthen Parampil Thommachan,fondatore dell’OFS in India.8. India – Il Capitolo nazionale elettivo della GiFra e dell’OFSIl Capitolo nazionale elettivo della GiFradell’India ha avuto luogo dal 14 al 15 maggio2010, presso la casa Assisi Shanti Kendra,Karakutty in Kerala. Al Capitolo erano presentiAna Fruk, Consigliera della PresidenzaCIOFS per la GiFra e l’Assistente generale,Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>, i quali, oltre ad aiutarenello svolgimento dei lavori, hanno presentato,durante il Capitolo, l’attuale situazionemondiale della GiFra e ed hanno anche parlatodella chiamata e missione della GiFra. Eranopresenti più di cento giovani con i loro Assistentispirituali.Negli stessi giorni e nello stesso luogo si èsvolto il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS,presieduto da Encarnacion del Pozo, Ministragenerale dell’OFS. Al Capitolo ha partecipatoanche il suo Vicario mentre a nome della CASera presente Fr. Amanuel Mesgun, <strong>OFM</strong>Cap,e in veste di osservatori, altri tre membri dellaPresidenza CIOFS: Lucy Almiranes, Ana Fruke Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>, Assistente generale. IlConsiglio nazionale uscente si è incontrato coni rappresentanti del CIOFS per un scambio diidee. La prima sessione del Capitolo si è conclusacon le relazioni del Ministro nazionalee degli altri responsabili dell’OFS Nazionale.Dopo cena, la GiFra nazionale ha intrattenutoi Capitolari con danze e musiche indiane.Il 15 maggio è stato eletto il nuovo Consiglionazionale, con il suo nuovo Ministro nazionaleFrancis Albert, elezione confermata nellaMessa di ringraziamento presieduta dall’Assistentegenerale, Fr. Amanuel Mesgun il 16maggio. Dopo la Messa i rappresentanti delCIOFS hanno avuto un incontro con il nuovoConsiglio nazionale, spiegando le motivazioniper l’apertura della Visita fraterna-pastorale erivolgendo alcune raccomandazioni al nuovoConsiglio nazionale.9. Spagna, Madrid – Incontro nazionaledei Ministri e Assistenti spiritualiL’incontro nazionale dei Ministri e Assistentispirituali delle Fraternità locali e regionalidell’OFS della Spagna si è svolto dal 15al 16 maggio 2010 nel Convento delle FrancescaneMissionarie della Madre del DivinoPastore, a Madrid. All’incontro hanno partecipatocirca ottanta fratelli e sorelle di questaFraternità nazionale. Come relatori eranostati invitati Fr. Martin Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv, eFr. Amando Trujillo Cano, TOR, Assistentigenerali dell’OFS-GIFRA. Fr. Martin hapresentato il tema dell’Assistenza spiritualee pastorale alla Fraternità locale, ha illustratoil capitolo IV del Manuale per l’Assistenzaall’OFS ed ha parlato anche dei seguenti temi:Incontri del Consiglio, Incontri di Fraternità,Visita fraterna e pastorale e Capitoli elettivi.Fr. Amando ha illustrato il tema della Presenzaattiva dei francescani secolari nella società.Ad ogni conferenza sono seguiti il dialogo, ilavori di gruppo e quelli assembleari. Sonostati presenti all’incontro i membri del Consiglionazionale, compresi Alberto MéndezLopez, Ministro nazionale, M. Asuncion Sandin,Viceministra, e gli Assistenti nazionali Fr.Antolin Mayo de Prada, <strong>OFM</strong>Conv, Fr. AgostinLouro Lojo, <strong>OFM</strong>, Fr. Inocencio Egido,<strong>OFM</strong>Cap, e Fr. Enrique Herrero Garcia, TOR.Per gli Assistenti generali l’incontro si è rivelatoun’occasione per conoscere i membri dellaFraternità nazionale della Spagna e le loroattività. La giornata del sabato si è conclusacon la celebrazione eucaristica, presieduta daFr. Amando, in onore di sant’Isidoro, patronodi Madrid, mentre l’incontro si è concluso ladomenica verso le 12.30 con la celebrazioneeucaristica, presieduta da Fr. Martin.10. Malta – Visita fraterna-pastorale e Capitolo nazionale elettivoIl Ministro generale dell’OFS, Encarnacióndel Pozo e Fr. Ivan Matić, Assistente generaleOFS-GiFra sono stati a Malta (2-6 giugno2010) per la Visita fraterna-pastorale e per parteciparealla celebrazione del Capitolo nazionaleelettivo dell’OFS di Malta. Nel corso dellaVisita hanno avuto incontri con l’Esecutivo


EX OFFICIO OFS 303del Consiglio Nazionale, gli Assistenti nazionali,con S.E. Mons. Paul Cremona, O.P., Arcivescovodi Malta, e con i Ministri provincialidel Primo Ordine. Inoltre si è rivelato bellol’incontro con i Consigli delle Fraternità localie i membri dell’OFS, tenutosi nella casa “RivoTorto” dei Frati Conventuali. Nello stesso luogo,il 4 giugno, è iniziato il Capitolo nazionale,sul tema “Essere Testimoni.” Il primo giornodel Capitolo è stato dedicato alle relazioni delConsiglio uscente, il dialogo fraterno e la condivisionesulla vita e la missione dell’OFS aMalta. Il 5 giugno si sono svolte le elezionidel nuovo Consiglio Esecutivo. Il capitolo siè concluso con una solenne Celebrazione eucaristicadurante la quale è stato confermatoufficialmente il nuovo Consiglio. La FraternitàNazionale di Malta comprende 10 Fraternitàlocali, con quasi 360 membri.11. Ucraina – Visita fraterna-pastorale eCapitolo nazionale elettivoPer la Visita fraterna-pastorale, come pureper il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS inUcraina sono stati delegati: Tibor Kauser, dallaMinistra generale dell’OFS, e Fr. AmanuelMesgun, <strong>OFM</strong>Cap, dalla CAS. Si sono svoltidiversi incontri con gli Assistenti spirituali econ alcune Fraternità locali: Kiev, Zhitomir,Starokostantinov e Stary Ostropil, dove si trovauna Fraternità personale. I Visitatori hannoavuto la possibilità di conoscere la realtà attualedell’OFS in Ucraina e sopratutto la situazioneche si è creata con l’erezione dellaFraternità personale e la relazione tra questae le Fraternità locali dell’OFS in Ucraina. Il 4giugno 2010 si è cominciato con i preparativiper il Capitolo nazionale elettivo. Erano presenticirca 100 persone con i loro Assistentinazionali. Il nuovo Consiglio nazionale elettoè stato confermato durante la celebrazionedella Messa. Come Ministra nazionale è stataeletta Irina Rudichenko e come Consigliere InternazionaleNeonila Belokon. Alla fine Tibore Fr. Amanuel hanno avuto un incontro con ilConsiglio nazionale uscente e quello appenaeletto.12. Haiti – Visita del CIOFSDal 10 al 15 giugno 2010, a cinque mesi dalterribile terremoto del 12 gennaio 2010 che hacolpito Haiti, una delle nazioni più povere delmondo, tre membri del Consiglio internazionaledell’OFS – Doug Clorey, Vice-MinistroGenerale dell’OFS; Michèle Altmeyer, Consiglieredella Presidenza CIOFS per le nazionidi lingua francese; Fr. Martin Bitzer, <strong>OFM</strong>-Conv, Assistente Generale OFS – si sono recatia Port-au-Prince per incontrare i Francescanisecolari (circa 100) e i Frati Minori che vi abitano.Lo scopo della Visita era avere un incontropersonale e diretto per esprimere l’affettodella Ministra generale e della Presidenza delCIOFS, constatare le loro reali necessità e individuarele persone con cui avere un contattopermanente. I Visitatori sono stati accolti daiFrancescani secolari, rappresentati da Policarpoed Eli, OFS, da Fr. Walter Giménez, <strong>OFM</strong>,Assistente nazionale OFS, e da Fr. RaymondMailhoit, <strong>OFM</strong>. Tutti e tre sono stati ospitatidai Frati <strong>OFM</strong> della Comunità di “Lilavois” ehanno visitato anche le Comunità di “Croix desMissions” e di “Sant Alexandre”, dove hannoincontrato i Francescani secolari. Secondo ilprogramma stabilito, che prevedeva l’ascoltodelle testimonianze dei sopravvissuti, la celebrazionedella Santa Messa, la condivisionedei pasti, ecc., i Visitatori hanno anche pregatodavanti alle macerie delle case dei Francescanisecolari defunti, sotto le quali spesso vi sonoancora le salme. Seppure in mezzo a tanto dolorevi è chi conserva la voglia di cantare, moltidi loro, però, mostrano i segni delle sofferenzeche vivono ogni giorno. Il prossimo passo,dopo aver provveduto alle prime necessità,sarà la costituzione di un Consiglio nazionaleprovvisorio, approvato dalla Ministra generalee dalla Presidenza del CIOFS, per stabilire unponte di comunicazione con tutte le Fraternitàlocali esistenti nel paese.13. Italia – Capitolo nazionale elettivodell’OFS d’ItaliaDal 24 al 27 giugno c.a., ha avuto luogo,presso la Casa di accoglienza “Domus Pacis”-S. Maria degli Angeli, il terzo Capitolonazionale elettivo, presieduto da Encarnacióndel Pozo, Ministra generale dell’OFS. Era presenteFr. Martín Bitzer, <strong>OFM</strong>Conv, Assistentegenerale OFS. La preparazione spiritualedell’Assemblea capitolare, affidata a Mons.Flavio Carraro, <strong>OFM</strong>Cap, è consistita: in unaveglia di preghiera nella serata del 24; nellapresentazione del tema “Dall’unità alla comunione”nella mattinata del 25. Dopo alcune oredi “deserto” per la meditazione personale, sonstate presentate le diverse Relazioni da parte


304 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2di alcuni membri del Consiglio uscente. Dopoun intenso dibattito e alcune precisazioni daparte della Ministra generale e di Fr. Martin,i Capitolari si sono avviati a celebrare la sessioneelettiva del Capitolo. Giuseppe Failla èstato rieletto Ministro nazionale e Luigi Bozziè stato eletto Vice Ministro. Di conseguenza,Giuseppe è il nuovo Consigliere internazionalee Luigi il Consigliere internazionale sostituto.Le Celebrazioni eucaristiche, concelebratedagli Assistenti spirituali presenti, sono statepresiedute da Mons. Flavio Carraro, da Fr. FabrizioCiampicali e da Fr. Martin Bitzer. LaConferenza degli Assistenti spirituali nazionale(CASIt) ha partecipato a tutto l’evento,animando la liturgia.Le novità scaturite dal Capitolo sono state:1. le rappresentanze delle 20 Regioni dell’OFSitaliano; 2. le norme per la celebrazione delCapitolo, che entreranno a far parte del futuroStatuto nazionale; 3. è diminuito il numerodei membri del Consiglio, passando da 11 a 9;quindi, con la CASIt, sono 13 membri; 4. è statopresentato Fr. Giorgio Tufano, <strong>OFM</strong>Conv,come nuovo Assistente spirituale nazionale, insostituzione di Fr. Giorgio Morosinotto. Peravere più informazioni, si può visitare il sitoweb dell’OFS italiano: http://www.ofs.it.14. Repubblica Dominicana – Capitolo nazionale elettivoNei giorni 25-27 giugno si è tenuto nellaCasa di Ritiro dei Catechisti, situata a Cittàdi Santiago de los Caballeros, il Capitolo nazionaleelettivo dell’OFS della RepubblicaDomenicana. Hanno presieduto il CapitoloJuan Carlos Gastón Torres, Ministro Nazionalee Consigliere internazionale dell’OFSdi Puerto Rico, Delegato della Ministra generaleOFS, e Fr. Roy Martínez, <strong>OFM</strong> Cap,Assistente nazionale dell’OFS di Puerto Rico,delegato della CAS. Erano presenti i dueAssistenti Nazionali dell’<strong>OFM</strong> e dell’<strong>OFM</strong>-Cap. La maturità dei Capitolari è stata lanota caratteristica dell’atto elettivo che siè svolto con molta serenità e trasparenza. Itemi centrali del Capitolo sono stati: “Laprofessione nell’OFS” e “Il senso di appartenenzaall’OFS”. Altagracia Rodriguez èstata eletta Ministra nazionale e Consigliereinternazionale sostituta, mentre Aida MariaLopez è stata eletta Consigliere internazionaledell’OFS della Repubblica Domenicana.Le celebrazioni eucaristiche sono state presieduteda Fr. Roy e dal Ministro provinciale<strong>OFM</strong>Cap della medesima Repubblica.15. Australia – Visite fraterna-pastoralee Capitolo nazionale elettivo dell’OFSdell’OceaniaDoug Clorey OFS, Vice ministro generale,e Fr. Amando Trujillo Cano TOR, Assistentegenerale OFS-GiFra, hanno compiuto la Visitafraterna-pastorale alla Fraternità nazionaledell’Oceania dal 29 giugno al 2 luglio 2010 aSidney, presso l’Università Santa Sofia. Neivari incontri con il Consiglio nazionale esecutivosono stati affrontati i diversi aspetti dellavita dell’Ordine in Oceania, la sua vitalitàevangelica e le sue speranze per il futuro, laformazione nelle diverse tappe, l’assistenzaspirituale e pastorale, la promozione vocazionale,il servizio del Consiglio nazionale esecutivo,la messa in pratica delle priorità dell’Ordine,i registri della fraternità nazionale e lostato economico, la situazione delle Fraternitànazionali emergenti della Nuova Zelanda,Malesia e Singapore, gli Statuti nazionali, ecc.Erano presenti due degli Assistenti nazionali,Fr. Carl Shafer <strong>OFM</strong> e Fr. Louis Schmid<strong>OFM</strong>Conv, e alcuni Assistenti regionali. I Visitatorihanno avuto anche un incontro personalecon i membri del Consiglio che lo hannodesiderato, con Fr. Robert Stewart <strong>OFM</strong>Cap,Vicario provinciale, e con Fr. Phillip Miscamble<strong>OFM</strong>, Definitore provinciale, ambeduein rappresentanza dei rispettivi Ministri provinciali.I Visitatori hanno avuto, inoltre, unincontro cordiale e informativo con il card.George Pell, Arcivescovo di Sidney, pressoi locali della cattedrale. Ugualmente hannoavuto incontri separati con i rappresentanti diciascuna Fraternità regionale e delle Fraternitànazionali emergenti. Conclusasi la Visita, si èsvolto il Capitolo nazionale elettivo dal 2 al4 luglio 2010 nella stessa sede. Hanno partecipato52 Capitolari secolari e vari Assistentispirituali nazionali e regionali. La liturgia èstata guidata da Fr. Carl Schafer <strong>OFM</strong>, Assistentenazionale, Fr. Luois Schmid <strong>OFM</strong>Conv,Assistente nazionale, Fr. Bernard Morawsky<strong>OFM</strong>Cap, Assistente regionale, e Fr. AmandoTrujillo Cano TOR, Assistente generale. DougClorey ha fatto una presentazione sull’OFScome Fraternità internazionale e le sue priorità,mentre Fr. Amando ha presentato alcuniesempi di iniziative prese da Fraternità OFSdi altri Paesi nel campo sociale e ha spiega-


EX OFFICIO OFS 305to il progetto di formazione permanente dellapresidenza CIOFS. Inoltre sono stati affrontatianche altri argomenti come la necessità diuna revisione degli Statuti nazionali e i temiprioritari per il prossimo triennio. Il Capitolosi è svolto in un clima di dialogo, di lavoro, diorazione e di convivenza fraterna. Come Ministronazionale è stata eletta Sandra Tilley e comeConsigliere internazionale Helen Britton.Doug Clorey ha insediato il nuovo Consiglionazionale durante la celebrazione eucaristicaconclusiva, presieduta da Fr. Amando.16. Nuova Zelanda – Visite fraterna-pastorale ed erezione della Fraternità nazionaleDoug Clorey OFS, Vice ministro generale,ha fatto la Visita fraterna alla Fraternitànazionale emergente della Nuova Zelandadal 5 al 7 luglio 2010, mentre la Visita pastoraleè stata fatta da Fr. Amando TrujilloCano TOR, Assistente generale OFS-GiFra.Si è iniziato con un incontro con i Francescanisecolari della regione dell’Auckland e si ècontinuato il giorno seguente con una visitaalla parrocchia di San Giovanni a Orewa, dovemembri di diverse Fraternità locali si sonoriuniti con i Visitatori. In questo incontro ungruppo di studenti ha eseguito un rito Maoridi accoglienza, cui ha fatto seguito la celebrazioneeucaristica parrocchiale. Dopo laliturgia Doug Clorey ha tenuto una relazionesulla Fraternità internazionale OFS, mentreFr. Amando ha parlato dello Statuto dell’assistenzaspirituale e pastorale all’OFS-GiFrae del progetto di formazione permanente delCIOFS. L’incontro si è concluso con un’agapefraterna. Nel pomeriggio i Visitatori son tornatiad Auckland, dove hanno avuto l’opportunitàdi incontrarsi con Fr. Paul Smith <strong>OFM</strong>,Ministro provinciale. In serata si è svolto unaltro incontro con i membri di varie Fraternitànel Centro per ritiri di San Francesco, duranteil quale Doug e Fr. Amando hanno presentatogli stessi temi svolti al mattino. Al termine èseguita un’agape fraterna. Il giorno seguente iVisitatori si sono riuniti con il Consiglio esecutivonazionale provvisorio per conoscerelo stato della Fraternità nazionale emergentee considerare i vari ambiti che la conformano.I temi trattati sono stati i seguenti: registrie stato finanziario, sede della Fraternità eStatuti nazionali, testimonianza evangelica,formazione e spiritualità, promozione vocazionale,assistenza spirituale, prospettiveper il futuro, ecc. Al termine dell’incontro edopo un discernimento comune dei Visitatorisulle visite svolte, si è deciso di costituirela Fraternità nazionale della Nuova Zelanda,e si è consegnato il decreto rispettivo a LindaAtkinson, Ministra nazionale. I Visitatorihanno fatto alcune raccomandazioni concretee hanno espresso le loro felicitazioni ai membridel Consiglio esecutivo. Le visite si sonoconcluse con la celebrazione eucaristica, presiedutada Fr. Amando e concelebrata da Fr.Lucian Armstrong <strong>OFM</strong>, Assistente nazionale.Fr. Jerome D’Souza <strong>OFM</strong>Cap, Assistentenazionale, ha partecipato solo all’inizio dellavisita a causa di un incidente automobilistico,fortunatamente non grave.


AD CHRONICAM ORDINIS1. De itineribus Ministri Generalis1. Ministro general y Definidores en MéxicoPuebla, México, 3 al 6 de mayo de 2010Con motivo de la participación en el IVCongreso Internacional de EducadoresFranciscanos, relazado, en Cholula, Puebla,México (3 al 6 de mayo de 2010), el hermanoMinistro general Fr. José Rodríguez Carballo,acompañado por los hermanos DefinidoresFr. Néstor Inacio Schwerz y Fr. JulioCesar Bunader, dedicaron un tiempo paravisitar los hermanos, fraternidades y miembrosde la familia franciscana llegados parala ocasión. La agenda se vio enriquecido eldía 3 de mayo en la Casa del Noviciado dela Provincia del Santo Evangelio de México;acompañados por el Ministro provincial Fr.Francisco Morales, compartimos el almuerzoy posterior diálogo del Ministro general conlos formadores y formandos de las etapas depostulantado y noviciado. El día 4 de mayoen la ciudad de Puebla el hermano MinistroFr. José se reunió con los hermanos formadoresde la Provincia del Santo Evangelio.Un momento significativo de la jornada fueel encuentro con los Ministros provincialesy Custodio de la Conferencia Ntra. Sra. deGuadalupe, que comprende México, Centroaméricay el Caribe; con la presencia delos hermanos en Asamblea de Ministros dela Conferencia, el Ministro general Fr. José yDefinidores generales, se reunieron en diálogofraterno para intercambiar el camino de lasentidades, los proyectos de la Conferencia einquietudes de los hermanos, en referencia alos instrumentos de animación y las propuestasdel Definitorio general de la Orden. El día5 de mayo llegaron de diversos Monasterioslas hermanas Clarisas, pertenecientes a la FederaciónNtra. Sra. de los Ángeles, reunidasen un grupo de sesenta hermanas; la agendaconsistió en un tiempo de diálogo fraterno yposterior celebración de la Eucaristía con elMinistro general, renovando el compromisode fortalecer la espiritualidad especifica.Fr. Julio César Bunader, ofm2. Visita a la Provincia de s. Buenaventura deTurín en ocasión de la veneración de la SábanaSantaEl pasado día 15 de mayo de 2010, el Ministrogeneral, Fr. José Rodríguez Carballo,acompañado por el Vicario general, Fr. MichaelPerry, todo el Definitorio general y su Secretarioparticular, Fr. Francisco J. Arellano Suárez,tuvieron un encuentro con la Provincia de SanBuenaventura y con la Familia Franciscana delPiamonte, en la ciudad italiana de Turín.La noche anterior, llegaban, procedentes deRoma, a la ciudad de Turín, siendo recibidos,calurosa y fraternamente, por los Hermanos dela Provincia de San Buenaventura, que los llevaronhasta el Convento de S. Antonio, sedede la Curia provincial.A la mañana siguiente, ya el día 15 de mayo,el Ministro general, junto con todo el gobierno,tuvo un encuentro amistoso y fraternocon un grupo de policías, los cuales, participaronactivamente en la detención de un grupode jóvenes, que, hace un año, maltrataron a losHermanos y robaron en uno de los conventosde la Provincia de San Buenaventura de Turín.El Ministro les agradeció vivamente el serviciode justicia y garantía de paz que realizan enla sociedad en sentido general, pero también elexcelente trabajo y profesionalidad para esclarecerlo sucedido y hacer justicia en este caso.Les dijo: “Hoy nuestra familia se alarga, pueslo que se le hace a un fraile franciscano, se lehace a toda la Orden”, y también “gracias decorazón por vuestra cercanía y vuestra profesionalidada los hermanos franciscanos de estaProvincia. Tendréis siempre un lugar en nuestraoraciones”. El Coronel de la policía, tambiénrestituyó, con sencillas palabras, el gestode agradecimiento y cercanía que realizabacon ellos el Ministro general. Y en prueba degratitud, éste les concedió a cada uno de lospolicías una medalla conmemorativa del octavocentenario de la Fundación de la Orden.A continuación, tuvo lugar la celebración dela Eucaristía, en la iglesia de la Curia provincial.En ella participaron los Hermanos de laProvincia, y otros Hermanos de otras Provinciasitalianas, juntos con sus respectivos Mi-


308 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2nistros provinciales (Milán, Nápoles, Bolonia,Sicilia,…), que se habían desplazado para estedía. Un total de 200 personas. En ella se hizopresente también el cuerpo de Policía homenajeadoy la Familia Franciscana del Piamonte,con un número considerable de miembros dela OFS. Se celebró la Misa votiva de la SábanaSanta y, en la homilía, el Ministro general,entre otras cosas dijo: “La Sábana Santa nosofrece el rostro de un hombre sufriente. Porla revelación, sabemos bien que Dios no sólose revela a través de los signos de victoria, sinotambién donde hay un rostro de un hombredébil, indefenso y sufriente. La contemplacióndel rostro del Señor crucificado nos ayuda aacoger, en la figura de cada hombre y mujerque sufre, una imagen del rostro de Dios. ¿Somoscapaces de reconocerlo en el rostro decada hombre, particularmente en el rostro dequien sufre?”.Posteriormente, en peregrinación, se trasladarona la Catedral de Turín, en cuya Sede seencontraba expuesto solemnemente el SacroLino en el que quedó marcado el rostro y lafigura de un Hombre de Dolores. Tras la contemplaciónorante de la Sábana Santa, marcharonal Convento de S. Bernardino, dondetuvieron la comida.A continuación y para terminar, el Ministrogeneral dirigió unas palabras a toda laFamilia Franciscana, allí presente. Animó atodos a “Caminar desde el Evangelio”, y desgranandolas cinco prioridades de la Orden,insistió en vivir con creatividad siempre fiella forma de vida franciscana, la Buena Noticiade Jesús de Nazaret. Los Hermanos yHermanas presentes entablaron un rico diálogofraterno con el Ministro general. Se terminóel encuentro con la recitación orantedel Oficio de la Pasión de Nuestro Padre sanFrancisco y la entrega a todos los participantes,por parte de la Provincia de acogida, deuna réplica en papel de la Sábana Santa. Enaquella misma tarde, el Ministro general, suVicario, el Definitorio general y su Secretarioparticular, regresaron a Roma.En alabanza de Cristo y del pobrecillo Francisco.Amén.Fray Francisco J. Arellano Suárez, ofm3. Visita alla Provincia di S. Stefano Re in RomaniaCluj-Napoca, Romania, 22-23.05.2010Nei giorni 22-23 maggio 2010 il Ministrogenerale, Fr. José Rodríguez Carballo, accompagnatodal Definitore generale per la COTAF,Fr. Roger Marchal <strong>OFM</strong>, si è recato in Romaniaper partecipare al grande pellegrinaggio alSantuario di Nostra Signora di Csiksomlyo,nel nord-est del Paese, e per incontrare i Fratidella Provincia di Santo Stefano Re.Il pellegrinaggio, come da tradizione, si èsvolto il 22 maggio, Vigilia di Pentecoste. IlMinistro e il Definitore generale si sono unitiall’Arcivescovo della Diocesi di Alba Lulia, alsuo Vescovo Ausiliare, al Nunzio Apostolico diRomania e ad una moltitudine di pellegrini perrendere omaggio alla Vergine Maria nel Santuariodi Csiksomlyo. Il pellegrinaggio si è conclusocon la Celebrazione eucaristica, a cui hannopartecipato, nonostante la pioggia e il fangoincontrato lungo il percorso verso il Santuario,dalle 400.000 alle 500.000 persone. Nel pomeriggiodello stesso giorno il Ministro generale siè incontrato con i Frati della Provincia.Il 22 maggio, solennità di Pentecoste, presentesempre una grande folla di fedeli, ilMinistro provinciale, Fr. Szabolcs Orban, hapresieduto l’Eucaristia nella Basilica del Santuario,mentre il Ministro generale ha tenutol’omelia in italiano e tradotta in ungherese dallostesso Presidente della Celebrazione. Nelgiorno di Pentecoste, inoltre, Fr. José si è incontrato,prima dell’Eucaristia, con i giovaniFrati in formazione e, nel pomeriggio, con laFamiglia Francescana (Clarisse, Suore Francescane,OFS).Il giorno 23 maggio Fr. José e Fr. Roger,mentre venivano condotti da Fr. Szabolcsall’aeroporto di Cluj-Napoca, hanno fatto unasosta nella Curia provinciale, che si trova invia Emil Zola, per una breve visita ai 5 Frati diquella Fraternità, che vive in un piccolo spaziodell’edificio, dal momento che la maggiorparte del Convento è tuttora occupata da unaScuola di musica.Fr. Roger Marchal, ofm4. Assemblea interprovinciale di Umbria eSardegnaS. Maria degli Angeli, Assisi, 31.05.2010Per la prima volta nella storia recente è stataorganizzata un’Assemblea congiunta tra i Fratidella Provincia Serafica in Umbria e quellidella Provincia S. Maria delle Grazie in Sar-


AD CHRONICAM ORDINIS 309degna, allo scopo di riflettere sul cammino diriorganizzazione strutturale della Provincia diSardegna. La riunione si è svolta il 31 maggio2010 in Assisi, e vi hanno partecipato circa155 Frati delle due Province, e il Ministrogenerale, Fr. José R. Carballo insieme con ilDefinitore generale Fr. Vincenzo Brocanelli,il Segretario generale Fr. Aidan McGrath e Fr.Fedele Pradella, nominato Vissitatore generaleper la Provincia sarda e Delegato per il processodi collaborazione strutturale.Già due anni prima il Capitolo provincialedella Sardegna aveva approvato una richiestadi aiuto strutturale alla Provincia di Assisi,prevedendo realisticamente di non poter piùsoddisfare le esigenze richieste ad una Provincia.Alcuni passi furono fatti in ambeduele Provincie. Ma poi si era sentito il bisognodi confrontare le motivazioni e le visioni deiFrati per convergere verso una sentire comuneper il bene di tutti.All’Assemblea di Assisi, i due Ministri provinciali,Fr. Bruno Ottavi per Assisi, e Fr. MarioSolinas per la Sardegna, hanno prima presentatoil cammino che ciascuna Provincia hafatto in vista della nuova collaborazione strutturale.Il Ministro generale ha poi presentatoalcuni elementi fondamentali per rivitalizzareil carisma in genere e in Sardegna in particolare,mettendo l’accento sulla lucidità, audaciae visione di futuro. A questa relazione ha fattoseguito un dialogo sereno e ampio tra il Ministrogenerale e i Frati presenti. Il Segretariogenerale, in qualità di giurista, ha presentatola nostra legislazione riguardo alla collaborazioneinterprovinciale e alle varie sue formepossibili, mettendo in rilievo che ogni ristrutturazioneè pensata nella prospettiva della crescitae che ogni forma di dipendenza (Custodiao Fondazione) trova la sua autonomia inciò che gli Statuti della Provincia prevedono.Nel pomeriggio, i Frati sono stati organizzatiin 6 gruppi di riflessione per ricercare i “criteriper attuare la collaborazione strutturale traUmbria e Sardegna”. Nella condivisione delleriflessioni dei gruppi sono emersi diversi criteriinteressanti e soprattutto la convinzionegenerale che è importante farsi carico dellaprovincia sarda, in vista di una rinascita dellanostra presenza e secondo la forma giuridicache sembrerà più adatta.Nel tentativo di offrire una sintesi, anchese provvisoria, delle riflessioni fatte e delleindicazioni offerte, il Ministro generale ha indicatoalcuni punti di partenza, che sono: lafraternità esige la cura dell’uno verso l’altro,la responsabilità e la generosità verso l’altro;la Provincia Serafica ha espresso la volontà disviluppare una collaborazione strutturale conla Sardegna; la Provincia della Sardegna si trovain una situazione di estrema fragilità (solo33 Frati, e molti anziani!) che richiede un aiutourgente. Il Ministro generale ha poi indicatoanche alcuni punti emergenti dai gruppi: l’approcciopositivo di puntare al rinnovamentodella vita francescana e della missione in Sardegna;il desiderio di cominciare dai progetticoncreti; la considerazione che l’attuale condizionedi difficoltà è vista come un’occasionepositiva per ambedue le Province; ascoltarecoloro che già lavorano nel territorio sardo;non pensare a tempi troppo lunghi perché lenecessità sono urgenti; un cambio strutturaleè necessario; non unire il ridimensionamentointerno a ciascuna Provincia con la collaborazionestrutturale interprovinciale.Alla fine della giornata si sono riuniti i Definitoridelle due Province per raccogliere leindicazioni dell’Assemblea e del Ministro generalee per individuare i passi successivi dafare, insieme con il Delegato, Fr. Fedele.La giornata si era aperta con la celebrazionedel’Eucaristia alla Porziuncola e con la celebrazionedei Vespri. Ambedue presiedute dalMinistro generale.Fr. Vincenzo Brocanelli5. Visita alle Province della Repubblica Cecae della Rep. SlovaccaFr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale,accompagnato da Fr. Ernest K. Siekierka,Definitore generale, dal 14 al 19 giugno2010 ha visitato la Provincia di San Vinceslaonella Repubblica Ceca (14-16) e quella delSs.mo Salvatore nella Repubblica della Slovacchia(16-19), appartenenti alla ConferenzaNordslavica.La Provincia Ceca è composta di 53 Frati;quella della Slovacchia da 70. Durante il regimecomunista molti Frati di entrambe le Provincefurono imprigionati e solo in segreto le nuovevocazioni potevano abbracciare la vita francescana.Dopo la caduta del comunismo è ripresala vita nelle due Province, che collaborano inparticolare nel campo della formazione iniziale(noviziato), Infatti, i giovani in formazione, insiemeai loro maestri, hanno avuto un’incontro


310 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2comune con il Ministro generale nel territoriodella Provincia slovacca, a Bratislava.Mentre si trovava nella Provincia della RepubblicaCeca il Ministro ha incontrato il nuovoArcivescovo di Praga, Mons. Dominik Duky,OP, e nella visita alla Provincia slovacca haincontrato l’Arcivescovo di Bratislava, Mons.Stanislav Zvolenský. I due appuntamenti hannoevidenziato la preziosità della presenza deiFrancescani nelle Chiese locali e per il serviziopastorale che svolgono nelle due Diocesi.In ambedue le Province il Ministro ha incontratotutti i Frati, i Guardiani, il Definitorioprovinciale e la Famiglia Francescana durantele solenni celebrazioni eucaristiche.Nella Provincia ceca di San Vinceslao, ilMinistro generale, oltre al convento di Pragadove si trova la sede della Curia provinciale,ha visitato altre Fraternità: quella di Plzen,detta “nuova presenza dei frati” tra la gente,e quella di Brno, dove si trova il postulandato.Qui fra qualche settimana incominceranno laloro formazione 4 nuovi candidati che la Provvidenzaha donato alla Provincia. Nella stessacittà di Brno si trova il monastero delle Clarisse,l’unico nella Repubblica Ceca, con 12 SorellePovere di Santa Chiara. Anche ad esse hafatto visita il Ministro generale, accompagnatodalle persone del seguito.Nella Provincia slovacca, oltre a Bratislava,sede del Ministro provinciale, il Generaleha visitato anche il convento di Trnava, casadi noviziato, dove si è svolto anche l’incontrocon i Frati della Provincia e con i Guardiani. Inquesto momento la Provincia del Ss.mo Salvatoreha sette Frati nella missione “ad gentes”;inoltre, ne ha offerto uno, Fr. Masseo PatrikGolha, per il progetto Sudan, dipendente dalMinistro generale.Fr. Ernest Siekierka6. Visit to the Province of the Immaculate Conceptionin the United States on the occasionof the 100 th Anniversary of the Erection ofthe ProvinceOn June 23 2010, Br. José RodriguezCarballo, <strong>OFM</strong>, Minister General, in the companyof Br. Francis Walter, <strong>OFM</strong>, DefinitorGeneral, joined the brothers of the ImmaculateConception Province in the United States forthe celebration of the 100 th anniversary of theerection of the Province.The founding group of four Italian Friarsarrived in the United States at the invitationof the Bishop John Timon of Buffalo in 1855.Under the leadership of Fr. Pamphilus ofMagliano, the brothers began to minister firstto the Irish immigrants and then to the Italianimmigrants who came in great numbers to theUnited States in the second half of the nineteenthcentury. The brothers engaged primarilyin parish ministry and also the founding ofSt. Bonaventure College, now a university, forthe formation of the young, and especially forthose who were called to the Franciscan lifeand also to the diocesan priesthood, along withothers centers of Christian formation and withthe Secular Franciscan Order. By 1861, withthe increase of the number of brothers, theCustody of the Immaculate Conception waserected. When their numbers increased due tothe arrival of more Friars from Italy and the receptionof native vocations, the Province wasestablished on December 25, 1910 .The solemn celebration of the anniversarytook place at St. Anthony of Padua Churchin New York City. Br José was the main celebrantof the Eucharist Liturgy, and he wasjoined by His Eminence, Cardinal OscarRodriguez Madariaga, SDB of Tegucigalpa(Honduras), affiliate of our Order, their Excellencies,Bishop Robert Camillieri, <strong>OFM</strong> ofComayagua (Honduras) and Bishop MaurusMuldoon, <strong>OFM</strong> of Olancho (Honduras), Br.Robert Campagna, <strong>OFM</strong>, Minister Provincial,Br. Francis Walter,<strong>OFM</strong>, Definitor General,five Minister Provincials of the United Statesand the Provincial of Malta. Also present wereabout 70 brothers and a large group of friendsand benefactors of the Province.In his address to the brothers, the MinisterGeneral reminded the Province of its glorioushistory, but also of a great history to stillbe accomplished. He called on the brothers tolook to the future with clarity, a vision of thefuture and evangelical boldness. “After havingbecome clearly aware of the present situation,after having a thorough vision of the future,boldness is necessary. Without boldness andcourage, without daring, the waters will remainat a standstill with the risk that in a short timethey will become contaminated. In this senseI recall the principle that is very clear for me:he who moves can make a mistake, but he whohas not moved has already made a mistake.”The celebration continued with a dinnershared by all in a spirit of joy and fraternity in


AD CHRONICAM ORDINIS 311the parish hall. The celebration was then furtherhonored by the presence of His Excellency,Archbishop Timothy Dolan of New York,who stopped by to offer his congratulationsand best wishes.Br. Francis Walter, ofm7. Grundung der neue deutsche Provinz derHl. ElisabethMünchen, 1. Juli 2010Die vier Deutsche Franziskanerprovinzenhaben sich in eine einzige Deutsche Provinzder Heilige Elisabeth vereinigt. Diese Vereinigungwurde am 1. Juli 2010, in München, vomGeneralminister, Fr. José Rodríguez Carballo<strong>OFM</strong> feierlich eingeführt.Um 10Uhr, an diesem denkwürdigen Tag,begann der Festakt. Nach dem historischenUberflug der 4 Franziskanerprovinzen der Saxonia(Hl. Kreuz), der Colonia (Drei Könige),der Thuringia (Hl. Elisabeth) und der Bavaria(Hl. Antonius von Padua), und nach dem Abschiedsspruchan die vier Provinziale, gabendie Provinziale den Siegel ihrer Provinz demGeneralminister ab. Dann liess GeneraldefinitorFr. Roger Marchal <strong>OFM</strong>, das Dekret derAufhebung der 4 ehemaligen Provinzen undder Gründung der neue Franziskanerprovinzder Hl. Elisabeth (Germania).Nach dieser Lesung, hat Generalminister,Fr. José, das Dekret der Ernennung der Regierungder neue Provinz vorgelesen. So wurdenernannt: Fr. Norbert Plogmann <strong>OFM</strong>, Provinzialministerder neue Provinz; Fr. CorneliusBohl <strong>OFM</strong>, Provinzvikar; Fr. Heribert Arens<strong>OFM</strong>, Definitor; Fr. Damian Bieger <strong>OFM</strong>, Definitor;Fr. Michael Blasek <strong>OFM</strong>, Definitor;Fr. Maximilian Wagner <strong>OFM</strong>, Definitor. Nacheinige Reden der Offiziellen Gäste (Weibischofvon München, Bayerischer Statsminister,Vertreter der Stadt München) kam einFoto der neue Regierung mit Generalminister,Generaldelegat und Generaldefinitor im Gartender Katholische Akademie in München.Nachmittag, um 17 Uhr, stand Generalministermit gesamter neue Provinzregierung einfeierliches Hochamt in der Pfarrkirche St. Annavor.Nach dem Abendessen, wurde dieser schönenund emotionalvollen Tag mit einem sehrschönen Konzert in der St.Annakirche geschlossen.Eine spezielle Komposition überdas Testament des Hl. Franziskus, für Chorund Orchester.Möge Gott durch die Fürbitten der HeiligeElisabeth diese neue Deutsche Franziskanerprovinzsegnen und Ihr einen neuen Mut zurEvangelisierung schenken.Fr. Roger Marchal, <strong>OFM</strong>8. Presencia del Ministro general en TierraSantaDel 13 al 21 de julio 2010, Fr. José RodríguezCarballo, Ministro general, ha estado enJerusalén. Según él mismo declaró, el objetode esta visita era triple: clausurar el Capítuloelectivo de la Custodia de Tierra Santa, reunirsecon el Visitador, el Custodio y el nuevo Discretorioelegido en el Capítulo, y hacer algúndía de retiro espiritual en los lugares santos.Llegó a Tel Aviv el día 13 por la tarde. Eldía 14, durante toda la mañana estuvo reunidocon los participantes en el Capítulo Custodial.En la primera sesión habló a los capitulares dealgunos retos que se le presentan a la Custodiaen este momento: la búsqueda de nuevo personalcualificado, el fortalecimiento de la internacionalidad,el acompañamiento de los peregrinosy la conservación de los lugares santos,la formación permanente y la formación inicial,y la llamada a ser constructores de paz yde reconciliación entre los creyentes de las tresgrandes religiones monoteístas. En la segundasesión ha habido un diálogo fluido entre elMinistro y los capitulares sobre los temas másimportantes para la Custodia y la Orden. Esemismo día por la tarde presidió la adoracióneucarística en el monasterio de las Clarisas deJerusalén en presencia de todos los Capitulares.En la homilía insistió en la necesidad dedar prioridad en nuestras vidas al espíritu deoración y devoción, y a la complementariedaden la vivencia del carisma franciscano entrelos Hermanos Menores y las Hermanas Pobresde Santa Clara. Seguidamente compartió la cenacon los capitulares y las Clarisas en el jardíndel monasterios. El día 15, fiesta de la dedicaciónde la Basílica del Santo Sepulcro, elMinistro presidió la Eucaristía de conclusióndel Capítulo en dicha Basílica, en presencia delos capitulares y de numerosos peregrinos. Ensu homilía, Fr. José invitó a los hermanos aser testigos de la resurrección y apóstoles de laalegría y de la esperanza cristianas.


312 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Los días 15 por la tarde y 16 el Ministrogeneral los dedicó a encuentros con el Nunciode su Santidad en Israel, el Visitador, el Custodioy con el Discretorio de la Custodia paraun intercambio sobre las tablas de familia ylas necesidades más urgentes para la Custodia.Nos consta que el Ministro siguió con muchaatención y participó activamente en dichos encuentros,conocedor, como es, de la realidadde la Custodia El 16 por la noche compartió lacena con los hermanos de la Facultad Bíblicade la Flagelación, después de reunirse con elDecano de la misma Facultad..Del 17 al 21 por la mañana, Fr. José hizosu retiro anual en los santuarios del Cenáculo,Getsemaní, Belén, Nazaret y el Monte Tabor,dejándonos sus reflexiones sobre la soledad yla importancia de la oración en unas declaracionesque hizo a los medios de comunicaciónde la Custodia de Tierra Santa, que tuvieronamplio eco en diversos otros medios de comunicación.A su paso por Belén presidió una solemneEucaristía en la Gruta de la Natividad yen Nazaret presidió el Rosario al que asistieronnueceros peregrinos y fieles de la Parroquia dela ciudad de Jesús. Por sus propias declaracioneshemos sabido que para el Ministro general“estos han sido días de gracia, una experienciahermosa que no olvidará” y que desea repetir.El día 21 por la tarde regresó a la CiudadEterna para proseguir su servicio como Ministroy siervo de la fraternidad universal.Para alabanza de Cristo y del PobrecilloFrancisco. Amén.Fr. Enrique Bermejo Cabrera, ofm9. Visita a los hermanos de la Custodia “Fr.Luis Bolaños” del ParaguayDurante los días 6 y 7 de agosto de 2010,Fr. José Rodríguez Carballo Ministro generalacompañado por Fr. Julio C. Bunader, Definidorgeneral, visitaron los hermanos de laCustodia “Fr. Luis Bolaños” del Paraguay.Recibidos por el hermano Custodio Fr. IñakiGalarraga se organizó en el convento de Asunciónel encuentro con el Consejo de la Custodia,con la presencia del Ministro ProvincialFr. Zuriarrain Urretabizkaia Juan Telesforo,de la provincia franciscana de Aranzazu, España,de quien depende la Custodia. En climafraterno se compartió la vida y misión de loshermanos, junto a los posibles caminos de colaboracióne integración a las entidades delCono Sur. Posteriormente se convocaron loshermanos profesos solemnes de la Custodia,quienes se encontraron para dialogar con elMinistro general resaltando el camino de laOrden propuesto en el Documento final delCapítulo general y los subsidios “Un alto enel camino para discernir” y “Caminar desde elEvangelio”. Para finalizar la visita se organizóel encuentro con los hermanos profesos temporalesen la casa de Lambare, iniciando conun momento de diálogo fraterno para culminarla visita dando gracias a Dios y los hermanosen la celebración de la Misa.Fr. Julio C. Bunader, ofm2. Relazione della Commissione Scotista inoccasione della festa di ScotoRoma, PUA, 09.11.2009IL VOLUME XIIDELL’OPERA OMNIADEL B. GIOVANNI DUNS SCOTOIl trattato sull’EucaristiaLa Commissione Scotista attende attualmentealla edizione critica del vol. XIIdell’Opera omnia del B. Giovanni Duns Scoto:esso fa parte del libro IV della Ordinatio,l’ultima opera di Scoto, in cui egli ha raccoltoe rielaborato in redazione definitiva le lezioniche precedentemente aveva tenute a Cambridge,Oxford e Parigi.Il libro IV contiene la dottrina sui sacramentie sui novissimi, cioè sulle ultime realtàdella nostra esistenza e della nostra fede.In questo vol. XII viene ora pubblicato iltrattato sull’Eucaristia, e comprende le distinzioni8-13. Si tratta della più ampia indaginesull’Eucaristia che sia stata scritta nell’epocaantica e medievale. Né Bonaventura, néTommaso d’Aquino, né alcun altro dottoredell’epoca – al di fuori di Scoto – si è addentratocosì ampiamente nell’argomento, vistosotto il profilo teologico, filosofico, liturgico,giuridico e ascetico.Scoto riprende, in questa trattazione il suoprincipio fondamentale, espresso nell’opuscoloDe primo Principio (c. 3), là dove così prega:«Signore Dio nostro, che ti sei proclamatoil primo e l’ultimo (Ap 1,8), insegna al tuoservo il modo di dimostrare con la ragione ciòche riteniamo certissimo per fede». Duns Sco-


AD CHRONICAM ORDINIS 313to cioè vuole comprendere e far comprendere,per quanto è possibile ad umana creatura, laverità della fede, in modo che la mente umananon trovi difficoltà insormontabili per aderirealla verità di Dio.Tra queste verità, l’Eucaristia è certamenteuna delle più difficili a comprendere: la trasformazionedel pane e del vino in corpo esangue di Cristo supera le capacità dell’intellettoumano. Ecco perché Duns Scoto, in questotrattato, ha voluto sviscerare in profonditàquesta trasformazione, ricorrendo alla filosofiaaristotelica della materia e della forma, dellasostanza e dell’accidente; indagando, inoltre,sulla possibilità o meno che un corpo possaessere contemporaneamente in più luoghi, sulpassaggio di un essere da una sostanza all’altra,sull’azione necessaria per realizzare talepassaggio, sulla possibilità che gli accidentipossano sussistere e agire senza la sostanza,ecc.La trattazione, quindi, più che soffermasisulle verità della fede, così come emergonodalle parole di Gesù, dalla testimonianza degliApostoli e degli Evangelisti e dalla prassiapostolica, subapostolica ed ecclesiale – veritàche Duns Scoto, come ogni altro credente accogliesenza riserve e con piena adesione –,si estende in modo assai ampio sull’indaginefilosofica: come cioè si può spiegare, capire eaccogliere – con la ragione umana – verità cosìdifficili e fuori dalla esperienza dell’uomo.Ecco allora il ricorso frequentissimo allafilosofia, particolarmente quella aristotelica:in nessun altro volume Aristotele è citato contanta frequenza come in questo. Si tratta dioltre 150 citazioni dirette, per non parlare diquelle indirette o sottaciute, ma pur presentinell’esposizione.È frequente anche l’esame delle opinioni diautori medievali, specialmente di S. Tommaso,Enrico de Gand, Egidio Romano, Goffredodi Fontaines, ecc.Spessissimo sono citati anche i giuristi,per tutto quello che riguarda le condizioni ela prassi da seguire nella celebrazione e nellarecezione dell’Eucaristia.Le tappe che Duns Scoto segue nella suaesposizione, si possono così delineare:Nella dist. 8, in primo luogo presenta e spiegala definizione dell’Eucaristia e l’eccellenzapredominante di questo sacramento rispettoagli altri.Passa poi a parlare della sua duplice formaconsacratoria, riguardante cioè il pane e il vino,distinguendo le parole che nella forma sonoessenziali, da quelle che non sono tali, masolo completive, ed evidenziando il loro valoreterminale. Si tratta, come dice Scoto, di unadiscussione «subtilis et logica» (d. 8 n. 141),sebbene per il teologo sia sufficiente ritenereche la forma è lo strumento istituito da Dio, ilquale la assiste perché al termine della prolazioneabbia la sua piena efficacia e verità: Dio,cioè, opera perché la forma all’atto del suo pronunciamentofinale abbia la verità che esprime.Segue l’esposizione delle condizioni e disposizioninecessarie per celebrare e riceveredegnamente e fruttuosamente l’Eucaristia.Nella dist. 9 Duns Scoto spiega la gravitàdel peccato che commette chi celebra e ricevel’Eucaristia indegnamente, cioè in peccatomortaleSegue la dist. 10, amplissima, suddivisa intre parti, in cui Duns Scoto esamina la veritàdell’Eucaristia, cercando di spiegare – perquanto è possibile – che essa non contrasta conla ragione umana, ma è in qualche modo comprensibileda essa: su alcuni principi filosoficiScoto non si sofferma più di tanto, in quantosi tratterebbe di una discussione troppo lunga:«quia nimia esset prolixitas» (d. 10 n. 25). Comunquecerca di illustrare come Cristo possaessere “quanto”, cioè avere quantità, senza ilmodo quantitativo; come ci possa essere presenzalocale contemporanea in più luoghi, incielo e in terra; con quali parti del suo essere econ quali azioni immanenti Cristo sia presentenell’Eucaristia; se Cristo nell’Eucaristia abbiamovimento corporale; se qualche intellettocreato o qualche senso possa percepire l’esistenzadi Cristo nell’Eucaristia.La dist. 11 è tutta dedicata al problemadella transustanziazione: alla sua possibilità,alla sua essenza, ai problemi connessi (comel’annihilamento, la corruzione o la permanenzadel pane e del vino), come possa esservitransustanziazione di un corpo in un altropre-esistente o se piuttosto si debba parlaredi transustanziazione «adductiva», in quanto«per ipsam adducitur terminus ut sit hic» (d.11 n. 166-173); se si debba usare pane azzimoo fermentato, vino d’uva o altro, ecc.Nella dist. 12 il discorso è concentrato sugliaccidenti nell’Eucaristia. Molta filosofia.La dist. 13 è dedicata all’azione divina nellaconfezione dell’Eucaristia: in essa cioè soloDio è l’agente principale, mentre come causastrumentale subentra il ministro o sacerdote, eciò per disposizione divina.


314 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Degna di nota è la spiegazione che Scotooffre della transustanziazione, per la quale ilcorpo di Cristo Risorto, esistente nel Cielo,non riceverebbe nel sacramento dell’Eucaristiaun nuovo «esse simpliciter», ma un nuovo«esse hic», che sostituisce l’essere – qui dellasostanza del pane e del vino. Tale spiegazione,dopo il Concilio di Trento, che ha convalidatoe riaffermato come vera spiegazione dell’Eucaristiail concetto e il termine di “transustanziazione”,verrà ripresa, ampiamente illustratae difesa da molti teologi post-tridentini, comei gesuiti S. Roberto Bellarmino, Vásquez, Gregoriodi Valencia, ecc.È chiaro che si tratta di tentativi di spiegazione,che non potranno però mai pienamentespigare il mistero della presenza reale di Cristonell’Eucaristia.Il testo di Scoto è stato da noi ricostruitosecondo le norme di critica testuale ormai collaudatenei nostri volumi precedenti e universalmentecondivise ed apprezzate dagli studiosi.Molti passi, nelle edizioni dei secoli passati,erano incomprensibili, a causa degli errori dilettura, frequentissimi, e delle numerose omissionidi righe intere da parte degli amanuensi.L’individuazione e l’indicazione delle fonti,esplicite ed implicite, citate da Scoto; lefrequenti e indispensabili illustrazioni del testoda noi operate nelle note; la divisione dellematerie e dei singoli argomenti da noi accuratamenteevidenziati con titoli, capoversi,numerazione progressiva, accurata interpunzioneecc.; renderanno più facile la lettura, lacomprensione e l’assimilazione del pensierodi Scoto.Ed è questo lo scopo e il traguardo verso cuitendono le fatiche e il quotidiano impegno deisoci della Commissione Scotista, attualmentein numero di 6 grazie al recente arrivo diFr. Stefano Recchia, che, dopo il suo servizionella Curia Generale, ha accettato di far partedella nostra équipe.Mi piace concludere con le illuminate paroledi Paolo VI, contenute nella sua LetteraApostolica Alma Parens del 14 luglio 1966:«Accanto alla cattedrale maestosa di S. Tommasod’Aquino, fra altre c’è quella degnad’onore – sia pure dissimile per mole e struttura– che elevò al cielo su ferme basi e con arditipinnacoli l’ardente speculazione di GiovanniDuns Scoto». Sintetizzando e approfondendole ricerche degli autori precedenti a lui, «eglidella Scuola francescana divenne il rappresentantepiù qualificato».«Il Dottore Sottile, ricavando la sua teodiceada due principi scritturali, relativi a Dio:“Io sono colui che sono” e “Dio è amore”, inmaniera mirabile e quanto mai suasiva sviluppala dottrina intorno a Colui che è “verità infinitae bontà infinita”, “il Primo efficiente”,“il Primo che è il fine d’ogni cosa”, “il Primoin senso assoluto, per eminenza”, “l’oceanod’ogni perfezione” e “l’amore per essenza”».Fr. Barnaba HechichPresidente[Ndr: Il volume XII, a cura della Commissione Scotista,è stato pubblicato dalla Tipografia vaticana, Cittàdel Vaticano 2010, cf. Sez. Bibliografia]3. Quarant’anni di Fonti FrancescaneRoma, PUA, 29.04.2010Giovedì 29 aprile si è svolto presso la PontificiaUniversità Antonianum il Seminario distudio 40 anni di Fonti Francescane, in occasionedella pubblicazione François d’Assise.Écrits, Vies, témoignages, responsabile editoriale:Th. Gournay - N.-J. Sed, responsabilescientifico: J. Dalarun (I.R.H.T./C.N.R.S),autore della Prefazione: A. Vauchez, Éditionsfranciscaines et Éditions du Cerf, Paris 2010.La presenza di molti professori, storici,personalità della cultura, assieme alle adesionipervenute, hanno reso evidente l’importanzadell’incontro.Come primo relatore il Prof. Fr. GiuseppeBuffon, ofm, ha illustrato la prima edizionedel Totum: Antefatti e progetto, mostrando ilsuccesso di tale iniziativa. Successivamente ilProf. Fr. Leonhard Lehmann, ofmCap, ha passatoin rassegna le edizioni delle “fonti francescane”da Documents (1968) a Franziskus-Quellen (2009), in cui è emerso che la presenzadi un’opera al posto di un’altra nelle varietraduzioni non solo è stata una diversa sceltascientifica, ma anche diremmo di visione delfrancescanesimo. Jacques Dalarun ha fatto unconfronto tra Dal Totum del 1968 al Totum del2009: continuità e differenze indicando i nuovitesti inseriti, quali ad esempio una originaleofficiatura liturgica italo-greca della metà delsecolo XV dedicata a san Francesco.Nelle conclusioni Grado Giovanni Merlo,Presidente della Società Internazionale di StudiFrancescani, ha invitato tutti ad approfondirela lettura e lo studio delle fonti francescane


AD CHRONICAM ORDINIS 315qui presentate, ma senza perdere di vista altridocumenti assai importanti come bolle papali,cronache, costituzioni che pur non parlandoesplicitamente di san Francesco, illustrano iprimi secoli della storia dei Frati Minori.Fr. Pietro Messa4. Incontro dei Presidenti delle Conferenzecon il Ministro e il Definitorio generaleRoma, Curia generale, 17-19.05.2010Presso la Curia generale dei Frati Minori siè svolto, dal 17 al 19 maggio 2010, l’incontroannuale del Ministro e Definitorio generalecon i Presidenti delle Conferenze dei Ministriprovinciali <strong>OFM</strong>.PartecipantiDefinitorio generaleFr. José Rodríguez Carballo (Min. gen.),Fr. Michael Anthony Perry (Vic. gen.), Fr.Vincenzo Brocanelli (Def. gen.), Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia (Def. gen.), Fr. NestorInácio Schwerz (Def. gen.), Fr. Francis WilliamWalter (Def. gen.), Fr. Roger Marchal(Def. gen.), Fr. Ernest Karol Siekierka (Def.gen.), Fr. Paskalis Bruno Syukur (Def. gen.),Fr. Julio César Bunader (Def. gen.), Fr. VincentMduduzi Zungu (Def. gen.), Fr. AidanMcGrath (Seg. gen.)PresidentiAFRICA: Fr. Marcel Bakoma (Prov. VerbiIncarnati); ANGLOPHONA (ESC): Fr. CaoimhínÓ Laoide (Prov. Hiberniae); ASIA ME-RIDIONALIS, AUSTRALIA & OCEANIA(SAAOC): Fr. Paul Smith (Prov. Sancti Spiritus);ASIA ORIENTALIS (EAC): Fr. BaltazarObico (Prov. S. Petri Baptistae); BOLI-VARIANA: Fr. Mauro Vallejo Lagos (Prov.S. Francisci Solano); BRASILIANA (CFMB):Fr. João Inácio Müller (Prov. S. Francisci Assisiensis);CONO SUR: Fr. Jorge GustavoRodríguez (Prov. S. Michaëlis Archangeli);CUSTODIA TERRAE SANCTAE: Fr. PierbattistaPizzaballa (Custodia Terrae Sanctae);HISPANO-LUSITANA (CONFRES): Fr. JoséAntonio Jordá Tomás (Prov. Valentiae etAragoniae S. Ioseph Spon. BMV); ITALICA(COMPI): Fr. Francesco Patton (Prov. TridentinæS. Vigilii); MEXICI ET AMERICAECENTRALIS (C.A. CARAIBE): Fr. Saúl OrlandoFlores Interiano (Prov. N. D. de Guadalupe);SLAVICA AUSTRALIS: Fr. JosipSopta (Prov. Dalmatiae S. Hieronymi); SLA-VICA SEPTENTRIONALIS: Fr. CzesławGniecki (Prov. Immaculatae ConceptionisBVM); TRANSALPINA FRANCISCANA(COTAF): Fr. Jan van den Eijnden (Prov. Ss.Martyrum Gorcomiensium)AltriFr. Aidan McGrath, Fr. Stefano Lovato(Segreteria generale); Fr. Edwin Paniagua, Fr.Oscar G. Villalobos Avendaño, Fr. Paul Iorio(traduttori/interpreti); Fr. Valentino Menegatti(Verbalista); Fr. Azariasz Hess (Logistica);Fr. Francisco Candray (Autista); Fr. GianniCalifano, Fr. Raimundo Domínguez, Fr. AnaniaszKorba, Fr. Roger Marchal (Liturgia eSagrestia); Fr. Ángel Flores, Fr. Pietro TranVan Huan, Fr. Miguel Álvarez, Fr. Elias DallaRosa (Culinaria/Refettorio); Fr. Robert Bahčič(Computer); Fr. John Abela, Luigi Perugini(Internet).AgendaDi buon mattino sono state celebrate le Lodie l’Eucaristia, presiedute dal Vicario generale.Alle ore 9 del 17 maggio è iniziato ufficialmentel’incontro presso l’aula “Duns Scoto” con ilsaluto di benvenuto da parte del Moderatore diturno, Fr. E. Siekierka, e la presentazione deivari partecipanti. Dopo alcuni avvisi sull’usodelle cuffie e del sistema di traduzione simultanea,ha preso la parola il Ministro generaleper rivolgere ai Presidenti la sua riflessione sucome ridare significato alla nostra vita e missione.Al termine c’è stato un breve colloquio.La mattinata si è conclusa con la comunicazionein Aula delle relazioni dei Presidenti,redatte secondo il seguente schema: vita dellaConferenza e realizzazione nella Conferenzadel post-Capitolo 2009. Il pomeriggio è statocosì strutturato: dalle 15 alle 15.30, ascoltodelle relazioni di tre Presidenti che non avevanoavuto il tempo di riferire nella sessione delmattino; dalle 15.30 alle 16, lavoro nei gruppilinguistici sulle relazioni del Ministro e deiPresidenti; dalle 17 alle 18.30: condivisione inAula di quanto emerso nei gruppi.Martedì 18 maggio i lavori sono iniziati alleore 9 in Aula, moderatore Fr. V. Filipe, conla presentazione dei documenti di animazionedel sessennio: Fr. P. Bruno Syukur e Fr. R.Marchal hanno presentato il Documento del


316 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Capitolo Portatori del dono del Vangelo; Fr.V. Brocanelli e Fr. N. Schwerz hanno illustratoi Sussidi Ripartire dal Vangelo e il Moratorium.La mattinata è terminata con i lavori digruppo per cercare di individuare alcune modalitàper coinvolgere i Frati nel programmadi animazione del Definitorio generale, sceltoper il sessennio 2010-2015. Nel primo pomeriggioi partecipanti si sono ritrovati in Aulaper ascoltare la sintesi di quanto emerso neilavori dei gruppi linguistici. Il pomeriggio siè concluso con la presentazione all’Assembleadelle linee guida, preparate dal Definitoriogenerale, per organizzare gli incontri tra il“Governo” dell’Ordine e le singole conferenzee l’ascolto dei vari contributi per migliorarequanto proposto dal Definitorio.La mattinata del giorno 19 maggio ha avutouno svolgimento particolare: dopo un incontronell’Aula Magna S. Antonio, presso la PUA,i Presidenti con il Definitorio generale hannopartecipato all’inaugurazione dei nuovi localidella “Mensa del povero” presso il CISA in ViaMerulana. Nel pomeriggio si è tornati in Curiagenerale, per ascoltare la relazione dell’Economogenerale, Fr. G. Lati, per la valutazionedell’incontro e per concludere l’Assembleadei Presidenti delle Conferenze e del Definitoriogenerale con l’Eucaristia, presieduta dalMinistro generale, Fr. José R. Carballo.Fr. Luigi Perugini5. Inaugurata la nuova “mensa del povero”presso il Collegio S. Antonio in RomaRoma, CISA, 19.05.20101. CronacaIl giorno 19 maggio 2010 è stata riapertala “mensa del povero”, dopo una lunga sospensionea causa dei lavori di ristrutturazionedella sala della mensa e di vari spazi adiacenti.Ora il locale, dove viene offerto un pasto achiunque si presenti, è ampio e luminoso, contavoli e sedie nuove. Alla mensa sono stati aggiuntialtri e, quindi, nuovi servizi: ambulatoriomedico, servizio doccia, deposito biancheria,magazzino dei viveri, sala di ascolto, salaper le riunioni e l’Ufficio della Direzione, saladi attesa e stanza per i volontari con bagno. Iltutto è gestito da volontari. Anzi durante i lavoriè stata costituita un’Associazione OpereAntoniane Onlus di volontariato, che sarà disopporto a Fr. Antonino Clemenza (Direttore)per la gestione delle opere di carità.L’inaugurazione è stata presieduta da Fr.José Rodríguez Carballo, Ministro generale,con una breve liturgia della Parola e la benedizionedei locali rinnovati. Dopo la benedizioneè stato offerto a tutti i presenti un piccolo rinfresco.All’inaugurazione hanno partecipatocirca 200 persone tra Frati, Benefattori, Volontari,e Poveri.Merita una citazione particolare la presenzadi Fr. Bob Van Laer, Ministro provincialedi San Giuseppe, in Belgio, che ha finanziatol’intera ristrutturazione, e dei Presidenti delleConferenze dei Ministri provinciali <strong>OFM</strong>, chesi trovavano a Roma per l’incontro annualecon il Ministro e il Definitorio generale.Nei “nuovi” locali del Collegio Internazionaledi S. Antonio si può così riprendere il servizioai poveri, con maggiori possibilità e conmodalità veramente dignitose. Se si rammenta,infine, che nel Collegio ha sede anche laPontificia Università Antonianum, allora taleservizio può diventare davvero «una scuola –come ha detto il Ministro nel breve discorsodell’inaugurazione – per chi impara a leggerenel libro della vita del povero i segni della presenzadi Dio, che ha per il povero un amoredi predilezione, e per chi impara a leggere lastoria con gli occhi e il cuore del povero».Fr. Luigi Perugini, ofm2. Discorso del Ministro generaleI POVERIVOLTO DEL CRISTO POVEROCari fratelli e sorelle:il Signore vi dia pace!È questo un bel momento: finalmente, doponon poche fatiche, abbiamo una mensadel povero, dignitosa e in regola, la “MensaSant’Antonio”. È, quindi, l’occasione per direun sentito grazie, prima di tutto, al Signore ePadre delle misericordie che ci ha permessodi arrivare a questo giorno e poter benedirele nuove strutture che accoglieranno quanti,senza distinzione di credo o di razza, hannobisogno di cibo o di altri servizi, in particolaredel servizio medico che inizia ora. Questaè, infatti, la novità rispetto alla precedentemensa. In questo contesto voglio ringraziarela Provincia di San Giuseppe in Belgio per lasua generosità economica cha ha reso possibilequesto piccolo/grande miracolo. Nella per-


AD CHRONICAM ORDINIS 317sona del suo Ministro provinciale, che ci onoracon la sua presenza, va il mio ringraziamento,anche a nome di tutti i poveri che beneficerannodi questa mensa, grazie. Che il Signorevi ricompensi come soltanto lui sa farlo. Graziea Fr. Giancarlo Lati, Economo generale eRappresentante legale della Curia Generaliziadell’<strong>OFM</strong>, per la passione che ha posto inquesto lavoro di rinnovamento della mensa.Grazie ai dottori che gratuitamente offrirannoi loro servizi ai poveri, particolarmente al Dr.Fedeli, nostro carissimo dottore, amico e fratello,che dirigerà questo Centro Medico. Grazieai tecnici che hanno lavorato con amore perrendere degna questa struttura, alla Sopraintendenzae al Comune di Roma per averci concessol’autorizzazione. Grazie a Fr. Antoninoche ha accettato di essere il Direttore di questoservizio caritativo e a tutti i Volontari che servirannoi nostri poveri. Grazie ai Confratellidella Fraternità sant’Antonio e della FraternitàFr. Gabriele M. Allegra, per aver accolto nelleloro strutture questa mensa.I poveri, come amiamo dire, sono i nostrimaestri, ma per un credente, particolarmenteper un francescano, sono, soprattutto, il voltodi Cristo povero. Così ce l’insegna Gesù nellapagina bella e impegnativa del Vangelo cheabbiamo ascoltato di Matteo (25,31-46): «inverità vi dico: ogni volta che avete fatto questecose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,l’avete fatto a me». Così ce lo insegna ilpadre san Francesco che a dire della Leggendaperugina «traboccava di amore e tenerezzanon solo verso i suoi frati, ma verso tutti i poveri»,e in loro, soprattutto nei lebbrosi, poveriper eccellenza in quel momento, vedeva e servivaCristo, che nelle parole del profeta avevaassunto la forma di un lebbroso. Soccorrereun povero è soccorrere Cristo stesso. Aiutareun povero è aiutare Cristo. Non soccorrerlo, èdisprezzare lo stesso Cristo. E di tutto questosaremo giudicati. I poveri sono il volto sofferentedi Cristo che attraverso la sua sofferenzariconciliò l’umanità con Dio. Ad esempio diCristo, che prese su di sé il dolore dell’umanità,anche noi siamo chiamati a prendere su dinoi il dolore dell’umanità ferita, per far sorgereuna società nuova, basata nella cultura dellasolidarietà e dell’amore.Fratelli e sorelle, la mensa del povero“Sant’Antonio” che oggi riapriamo, rinnovatae bella, è un segno di solidarietà con quantisono nel bisogno e nell’indigenza. Sono essii fratelli verso i quali abbiamo un dovere disolidarietà. Questa mensa è anche un segnodi restituzione, quindi di giustizia. I beni, infatti, sono di tutti. Noi siamo soltanto amministratori.Pertanto, da questo punto di vista, lamensa che oggi inauguriamo è anche un segnoprofetico in quanto è una denuncia forte controil consumo e lo sperpero della nostra società,e forse di noi stessi, che crea la povertà e abbandonai poveri. La mensa è poi una scuolaper chi impara a leggere nel libro della vita delpovero i segni della presenza di Dio, che haper il povero un amore di predilezione, e perchi impara a leggere la storia con gli occhi eil cuore del povero. La mensa è, finalmente,un segno del nostro impegno di stare dal latodel povero, della periferia, della vulnerabilità edella povertà, come conseguenza della nostrafede nell’Incarnazione del Verbo (cf. PdV 23);è un ponte di incontro tra chi ha e chi non ha.È un segno, se si vuole piccolo ma concreto,della nostra volontà di camminare con chi materialmenteha meno di noi, ma che spesso èarricchito da tanti altri doni da parte del Signore.È un primo passo nella carità che è giustiziae che comporta sempre la promozione umanadella persona come immagine del Creatore.Voglia il Signore, «nostra ricchezza a sufficienza»(LodAl 4), benedire questa mensa,benedire tutti i poveri che la frequenteranno,benedire i benefattori e i volontari che la serviranno.E trovino i nostri fratelli poveri, che quiverranno, calore umano: una mano amica cheli accolga, una parola di conforto e di sostegnonelle loro sofferenze, un fratello o sorella cheli abbraccino e con profonda letizia nel cuoreli servano, coscienti che servendo loro servonoCristo.«A lode di Cristo e del Poverello». Amen.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale3. Frammenti di storiaIl 19 maggio 2010 sono stati benedetti dalMinistro generale <strong>OFM</strong> i nuovi locali della“Mensa del povero”. Tale mensa, che dipendedall’Associazione “Opere Antoniane di carità”,è stata trasformata recentemente in “Associazioneopere antoniane. ONLUS”.Si tratta, allora, di un rinnovamento di ciòche già esisteva. È importante, pertanto, conoscerequalcosa della sua storia.Si può dire che il Collegio San Antonio diVia Merulana fin dalla sua fondazione, 1885-1887, ha avuto una particolare sensibilità


318 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2verso i fratelli più bisognosi. Infatti, attornoalla sua Basilica è sorta subito l’opera “Il panedi Sant’Antonio”. Grazie alla Basilica disant’Antonio tale opera ha avuto uno sviluppomeraviglioso: ogni settimana quintali di panevenivano distribuiti ai più bisognosi. Ciò lo sideve alla grande devozione verso Sant’Antoniodi Padova e alla riconoscenza dei suoi innumerevolidevoti, che, avendo ottenuto graziee favori dalla sua potentissima intercessione,hanno voluto onorarlo con il venire incontroai bisogni dei poveri, così tanto prediletti dalSanto dei miracoli.A partire dall’anno 1929, inoltre, l’opera “Ilpane di sant’Antonio” diede vita a moltepliciiniziative assistenziali. Infatti, non si limitò alladistribuzione solo del pane ai bisognosi, mavenne in aiuto delle famiglie più povere in varimodi: erogazione di letti per un più decorosoe sano alloggio; distribuzione di medicinali edi viveri; contributi per riscattare dai Monte diPietà oggetti, più o meno preziosi, depositati eper poter pagare gli affitti; elargizione annualedi un consistente quantitativo di corredi per ineonati di mamme povere, confezionati dallapaziente e amorosa cura della Gioventù Antonianae delle zelanti Consorelle del Terz’OrdineFrancescano Secolare.All’ombra della Basilica di Sant’Antonio,tra il 1940 e il 1958, in modo meraviglioso siaffianca all’opera “Il pane di sant’Antonio”quella del Terz’Ordine Francescano, guidato estimolato da P. Marcello Scartabelli. Anzi, conil P. Marcello l’opera prende un più ampio respirocon tali e tante iniziative da trasformare,così si diceva allora, la Fraternità di sant’Antonioin un cantiere.Così i Frati del Collegio di sant’Antonio e leAssociazioni della Basilica hanno privilegiatocon generosità il servizio ai poveri di ogni condizionein vari modi: quotidianamente venivaofferto del cibo a più di trecento poveri; ognidomenica c’era la possibilità di frequentare ilcatechismo o di apprendere come pregare; durantela Quaresima si tenevano due istruzionireligiose in preparazione alla Pasqua; subitodopo Pasqua si organizzava in Basilica unafesta con canti, il suono d’organo e la Messacon comunione generale; celebrazione solennedella festa di sant’Antonio con una Messa diringraziamento, a cui partecipavano i poveri.E questo per anni, così dicono le cronache diquei tempi.Questa è la storia della “Mensa dei Poveri odi sant’Antonio” come l’abbiamo conosciutafino ad oggi e come è stata voluta nel 1950dal P. Marcello, il quale diceva: «Con il solopane non si sazia lo stomaco del povero né sidà il calore necessario per il periodo invernale.Bisogna offrire anche una buona minestra ognigiorno».Chi desidera avere una maggiore informazionesulla “Mensa di sant’Antonio”, puòleggere con profitto “L’Osservatore Romano”dell’8 e del 25 maggio 1985 o la “‘Voce di S.Antonio” di quei giorni.Dentro questa storia sono, poi, sorte le OpereAntoniane ed attualmente la nuova “mensa”e i nuovi locali per un migliore e più variegatoservizio ai nostri fratelli più poveri. Ma ancheoggi, come ieri, tutto è affidato alla disponibilitàdei fratelli e delle sorelle dell’Ordine FrancescanoSecolare e dei Volontari, che mettonogenerosamente disposizione di chi ha bisognotempo, competenze, risorse, presenza.Fr. Saturnino Ruiz de LoizagaVicario della Fraternitàdel Collegio S. Antonio6. Assemblea della COMPI con la partecipazione del Ministro e Definitorio generaleAssisi, 07-10.06.20101. CronacaNei giorni 7-10 giugno 2010 in Assisi, presso“Casa A.Leonori”, si è riunita l’Assembleadella COMPI unitamente al Definitorio Generale.Il Presidente nel salutare gli intervenuti, harivolto un particolare benvenuto ai neo elettiMinistri Provinciali: fra Francesco Bravi, MinistroProvinciale della Provincia Lombarda;fra Emanuele Bochicchio, Ministro Provincialedella Provincia Salernitano-Lucana; fraAntonio Scabio, Ministro Provinciale dellaProvincia Veneta; fra Carlo Serri, MinistroProvinciale della Provincia d’Abruzzo.Questa Assemblea, che rientra nel programmadi animazione dell’Ordine previsto dal Capitologenerale 2009 (vd Mandato n.4), miraad offrire al Governo generale la possibilità diconoscere le diverse Conferenze dell’Ordine edefinire con esse le linee operative da attuarenel prossimo futuro.I lavori assembleari hanno avuto inizio conuna Celebrazione francescana della Paroladal tema: “Accogliere, vivere e annunciare ilVangelo”, quindi il Presidente ha ricordato fra


AD CHRONICAM ORDINIS 319Virgilio Di Virgilio, già Ministro Provincialed’Abruzzo deceduto in seguito ad un incidentestradale il giorno 20 maggio scorso, festa diSan Bernardino.Fondamentali sono state per l’Assemblea larelazione del Presidente COMPI e quella delMinistro generale.La relazione del Presidente sulla vita dellaConferenza, è stato il frutto di un pazientelavoro di collage delle risposte che i singoliMinistri hanno dato a un Questionario loro inviatolo scorso mese di marzo e avente comepunti chiave: l’interprovincialità; l’evangelizzazionead gentes e inter gentes; la situazionedella cura pastorale delle vocazioni e della formazione;le fraternità nuove. Tutte le rispostepervenute sono state raccolte in un dossier offertoai Ministri.Il Ministro Generale, invece, nella sua relazionedal titolo “Forti nella Speranza”, dopoaver ringraziato la COMPI per il preziosolavoro che svolge all’interno dell’UFME edell’Ordine intero, ha ricordato ai Ministrialcune linee essenziali di animazione e di governo.È doveroso partire dalla priorità dellepersone sulle strutture e perciò si rende ogginecessaria la rifondazione della persona chemira a garantire una qualità evangelica di vitafraterna. Questa si sostiene su tre pilastri:la vita spirituale, la vita fraterna in comunitàe la missione. Forte, poi, è stato l’appello delMinistro a verificare la nostra vita alla luce diquesti tre principi: “coscienti che nella qualitàdi vita si gioca il nostro presente, chiamato adessere vissuto con passione, e il nostro futuro,verso il quale ci spinge lo Spirito”.Necessarioperciò è l’essere in permanente discernimento,che diventa chiave per vivere il presente conpassione e per guardare il futuro con speranza.Per il discernimento ci vuole molta lucidità,grande coraggio e audacia e un’adeguata visionedel futuro. È necessario allargare la tendae questo porterà a una reale collaborazionecon i bisogni dell’Ordine nel superamento diuna mentalità “provincialista”. Solo così sipotrà avviare un processo di collaborazione,d’interdipendenza e di ristrutturazione delleProvince.A fra Vincenzo Brocanelli, Definitoregenerale per la Conferenza italiana, è toccatopresentare un dossier contenente gli elementistatistici 2009, riguardante la COMPI,estratto da: “Census <strong>Ordinis</strong>” e aggiornato al31.12.2009 nonché parlare del cammino delProgetto Europa.Prezioso si è rivelato il lavoro dei gruppi diapprofondimento chiamati a riflettere sui seguentisegni di speranza per il futuro del camminodella Conferenza:• consapevolezza nuova di riqualificare lanostra vita con il desiderio di autenticità;• ipotesi di fraternità significative importantiperché rendono visibile e credibile la sceltadi radicalità;• su tutto il territorio nazionale ci si sta aprendogli uni agli altri con condivisioni interprovincialie scelte di interdipendenza;• consapevolezza nuova che l’evangelizzazioneè fondamentale qui dove ci troviamo(missio inter gentes) senza venir meno aquella ad gentes.A proposito di “fraternità significative” ilmattino di mercoledì 9 giugno è stato caratterizzatodall’ascolto di tre esperienze di nuovefraternità.In particolare fra Simone Frosali ha parlatodella Fraternità “Maria Madre dell’incontro”che, attualmente, opera nella città di Prato inToscana in un quartiere con alto tasso di presenzadi immigrati cinesi. Tra le attività sonoda annoverare: la presenza nel quartiere cinese,il doposcuola per ragazzi e adulti cinesi, lamensa dei poveri, la pastorale carceraria.Fra Gabriele Onofri ha presentato la Fraternità“Lo Spirito del Signore” di Celle Ligure(SV) che si caratterizza come una “fraternitàfamiliare” desiderosa di spezzare il pane dellaParola con chi giunge a cercare silenzio, preghiera,condivisione di fatiche.Fra Michele Santoro ha parlato, infine, dellaFraternità di Marcianise. Nel 1986, il conventomal ridotto fu affidato all’AssociazioneSanta Maria dell’Accoglienza costituita da laicie consacrati laici con la collaborazione deifrati. Scopo dell’opera: dare accoglienza agliemarginati, a chi ha bisogno di un piatto caldoe di un giaciglio, a chi si trova in difficoltà momentanea,a chi è di passaggio e non ha dovealloggiare. Particolare interessante: i giovanipostulanti che lì vivono, condividono momentid’integrazione nello spirito di san Francesco.Dal dialogo con i relatori è emerso che glielementi ricorrenti nelle tre esperienze sono:la preghiera, la fraternità, il lavoro manuale,l’attenzione agli ultimi; tutti valori propri delnostro carisma. Quelle che potevano sembrareesperienze nuove nient’altro sono che espressionedi un forte bisogno di ritorno alle origini.Approfittando della presenza del MinistroGenerale, del Governo dell’Ordine e di tutti i


320 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Ministri COMPI, nella mattinata di giovedì 10giugno sono stati sospesi i lavori dell’Assembleaper prendere parte all’inaugurazione ufficialedel ristrutturato Hotel Cenacolo affidatodalla COMPI alla gestione della ORA Hotels.Dopo il saluto del Sindaco di Assisi, del PresidenteCOMPI e di un rappresentante dei gestori,è toccato al Ministro Generale benedirela rinnovata struttura.Quale conclusione del lavoro di questi giorni,è stato comune intento degli intervenuti approvarealcune semplici e chiare proposizioni,su ciascuno dei quattro temi in discussione:qualità della nostra vita evangelico-francescana;le nuove forme di fraternità, collegatesoprattutto alla nuova evangelizzazione; l’accompagnamentodei frati in difficoltà; i processidi interprovincialità; da affidare al Consigliodi Presidenza COMPI perché provvedaalla redazione di un documento finale sottoforma di lettera da inviare a tutti i frati che sonoin Italia e Albania. Tale lettera non si ponein alternativa bensì a integrazione di quantogià definito nel Progetto COMPI 2009/2012.Con la Concelebrazione Eucaristica presiedutadal Ministro Generale, nella serata digiovedì 10 giugno, tutti hanno reso grazie alSignore per il prezioso lavoro svolto in questigiorni.Fr. Donato Sardella, ofmSegretario2. Lettera del PresidenteProt. N. 1006/P10Carissimi confratelli,il Signore vi dia Pace!Trento, 21 giugno 2010Dal 7 al 10 giugno u.s. ci siamo ritrovati adAssisi Casa Leonori per un’Assemblea straordinariadella COMPI assieme al Ministro generalecol suo Definitorio. A partire dalla relazionedel Ministro generale e da quella del Presidenteabbiamo avuto modo di dialogare e condivideresoprattutto su quattro ambiti, per ciascuno deiquali, in attuazione del Progetto COMPI per iltriennio 2009-2012, abbiamo identificato alcunelinee di impegno per i prossimi anni.1. La qualità dellanostra vita evangelico-francescanaConsapevoli che nella qualità della nostravita evangelico-francescana si gioca il nostropresente e anche il nostro futuro, conveniamosull’importanza di curare l’elaborazione e laverifica del Progetto di Vita Fraterna (PVF), laformazione dei Guardiani e i cammini di formazionepermanente (FoPe). La qualità dellanostra vita fraterna ed evangelica deve essereinfine l’obiettivo centrale che guida anchei processi di ridisegno e ridimensionamentodelle attività e delle presenze a livello locale,provinciale e interprovinciale.A questo scopo sarà importante operare:– a livello di fraternità, curando gli strumentidi animazione quali il capitolo locale,la lectio divina comunitaria, il PVF comeoccasione per progettare insieme e insiemeverificare la vita e le attività della fraternità.– A livello provinciale, attraverso la visitafrequente del Ministro provinciale allefraternità, e la formazione accurata deiGuardiani perché assumano il loro ruolo dianimatori delle fraternità, cercando di coinvolgereanche i Vicari e gli Economi, cosìda favorire un’animazione condivisa dellavita fraterna.– A livello di area Nord, Centro e Sud: favorendol’incontro tra i moderatori della FoPeper condividere ciò che si realizza nelle singoleProvince, valutare ciò che si può farea livello interprovinciale ed elaborare unprogetto di FoPe condiviso.– In sintonia con quanto affermato nel ProgettoCOMPI per il triennio 2009-2012l’incontro dei frati professi temporanei saràorganizzato a livello delle tre Aree territoriali,per sensibilizzare sul tema dell’interprovincialitàe per ascoltare e condividerele esigenze e le proposte dei giovani frativolte a migliorare nelle fraternità locali laqualità della nostra vita evangelica.2. Le nuove forme di fraternità, collegatesoprattutto alla nuova evangelizzazioneNel corso di questi anni si sono diffuse sulterritorio della COMPI varie fraternità che cercanodi vivere in modo intenso e significativolo spirito delle Priorità dell’Ordine e prestanouna speciale attenzione alla nuova evangelizzazione.Riconoscendo il valore di questeesperienze e l’importanza che vivano il lorocammino dentro quello delle Province e dellaConferenza:– i Ministri accompagneranno queste fraternitànell’elaborazione del loro PVF e leaiuteranno a verificarne la qualità e l’autenticitàevangelica, e cercheranno di dare


AD CHRONICAM ORDINIS 321ai frati che lo richiederanno la possibilitàdi inserirsi e fare esperienza in quelle giàesistenti;– la COMPI svolgerà un ruolo di accompagnamentoe coordinamento, favorendo iprocessi di realizzazione, la condivisionedelle esperienze, l’apertura ai frati che nesono interessati e un approfondimento deglielementi della spiritualità francescanache possono dare un fondamento solido aqueste esperienze; inoltre cercherà di esserepresente al terzo atelier sulle nuove formedi evangelizzazione, organizzato dall’Ordine,attraverso la partecipazione di alcuniMinistri delle diverse Aree territoriali.3. L’accompagnamentodei frati in difficoltàCome Ministri provinciali, un altro aspettoche ci sta particolarmente a cuore è quellodell’accompagnamento dei frati in difficoltà.Consapevoli dell’urgenza e della complessitàdel problema desideriamo riflettere ulteriormentesu questo ambito e desideriamo farlo insintonia e collaborazione con il nostro Ordine.A questo proposito ci sembra necessarioagire su due fronti:– La formazione iniziale, avviando un percorsodi revisione globale di questa tappa,che va dal discernimento vocazionaleiniziale, passa attraverso l’accoglienza, ilpostulato, il noviziato e il tempo della professionetemporanea fino alla professioneperpetua; dentro questa revisione globalesarà importante tener conto sia del principiodi personalizzazione della formazionestabilito dalla RFF, sia della necessità didare unitarietà a questo cammino evitandoun’eccessiva frammentazione delle figureformative, sia delle indicazioni che emergerannodallo studio sugli abbandoni.– L’accompagnamento dei frati in difficoltà.Anch’esso ha bisogno di essere personalizzato,ripensato nelle modalità e neglistrumenti, basato su una riflessione approfondita,anche con l’apporto di esperti, e incollaborazione con il Governo dell’Ordine.Per cominciare con qualche passo concretola COMPI, durante la prossima Assembleadi ottobre, che si terrà in Albania, curerà untempo di formazione su questo tema, per individuaremodalità di consulenza specificada offrire ai Ministri provinciali e aiutarliad affrontare i casi di frati che vivono particolaridisagi o difficoltà personali, comportamentalie relazionali. Successivamente laCOMPI metterà a tema la realizzazione diuna fraternità di accoglienza per religiosie sacerdoti in difficoltà, complementare aquella di Vittorio Veneto e da realizzare nelCentro-Sud Italia.4. I processi di interprovincialitàQuello dei processi di interprovincialità è ilquarto ambito su cui ci siamo fermati a riflettereper assumere orientamenti condivisi. Perquesto ambito ci limitiamo a richiamare dueaspetti:– per animare i processi di interprovincialitàgià in atto nella Conferenza sarà importanteun coinvolgimento sempre più attivo dellastessa, secondo quanto è previsto dagliSSGG, favorendo lo studio dei criteri e deglistrumenti alla luce del cammino fattofinora.– Per facilitare i processi di interprovincialitàe unione di Province diamo il nostro sostegnoal Ministro generale con il suo Definitorioaffinché intervenga sulle situazioniprovinciali, avvalendosi della potestà giuridicadi cui dispone secondo le Costituzionigenerali.Con la presente lettera affidiamo anche aciascun frate e ad ogni fraternità della Conferenzail Progetto che abbiamo elaborato insiemecome Ministri provinciali della COMPI, eche ci guiderà nel prossimo triennio.Vi saluto fraternamente,Fr. Francesco Patton, ofmPresidente COMPI7. Peregrinación de la Fraternidad de laCuria general11 junio 2010Las sabanas de mieses de amapolas, surcanlomas de lavandas silvestres, arropadasde mantas de pinos y álamos… Al final de laprimavera los Frailes Franciscos, en la solemnidaddel Corazón de Jesús, se hicieron andariegosde sandalias hacia tres pagos de fe, artey encuentro: Bolsena, Bagnoregio y Orvieto.La primera posada en el camino, fue en Bolsena.Allí los Padres Sacramentinos nos abrieronla basílica de Santa Cristina, mártir cristianadel IV siglo; mujer, joven y fuerte, que diotestimonio de esa fe, que no se hunde sino que


322 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2levanta hasta las piedras. El martirio ordenadopor su padre, se trocó en faro de evangelio y enel derredor de su memoria, los cristianos hicieronsepulturas, y en catacumbas enterraron alos suyos, en espera dichosa de la resurrecciónde los muertos en Cristo, pan de vida.Fue aquí, en el siglo XIII, donde se hizopatente la potencia de Dios en un milagro entornoa la Eucaristía. Un presbítero, Pedro dePraga, dudó al azar el sacramento, y éste, carnesanta, sangró su llanto en gotas, que impregnaronel corporal y hasta el suelo, las losas delpresbiterio… ¡qué prodigio del 1263! Cercaestaba el Papa, en Orvieto y a allí llevaron laspruebas del prodigio. Al final, las baldosas sequedaron en Bolsena y el corporal en Orvieto.En 1264, el Señor Papa Urbano IV, instituyóla solemnidad del Corpus domini, con la bula:“Transiturus de hoc mundo”, y encarga la liturgiaa Sto. Tomás de Aquino: “Tantum ergo,sacramentum…”.En una capilla de la Basílica de Sta. Cristiana,celebramos la Misa, presidida por el Ministrogeneral. La caridad del amor de Cristo,Corazón de Jesús, dándose por siempre a quienle busca. Y quien le busca encuentra la voz quenos embelesa hasta hacernos “pescadores dehombres”. Así llegamos hasta el lago de Bolsenae hicimos posada, como aquella vez, losdiscípulos con el Maestro, también a la orilladel galileo lago, sobre una brasas comieron elpescado. Así yantamos harto y hablamos largo,que no había prisa y los hermanos patospedían su ración cotidiana de migas… Lasolas entonaban: “Tú has venido a la orilla”.De orillas de agua dulce, subimos por puertosy collados hacia Bagnoregio, patria de S.Buenaventura, que en ella nace a la vida y ala fe en 1217. Ciudad dormida en su soledadvacía, abandonada de todos y precipitada en susoledad que cuenta itinerarios y breviloquios,al arrullo del aire y de la fuente bautismal delDuomo. Qué hermoso moratorium sin máspuente que aquel colgado de sus faldas, prendidoen puro de milagro de sus lomos.El Hermano Menor, Buenaventura, el Maestrode París, el Ministro general, el Cardenal…corrió por estas calles, y sus piedras aún guardanla memoria del santo, pues el hermano airecanta cánticos para que la ciudad se mantengainhiesta, de la “teologia amoris” del seráficodoctor, hijo de Juan Fidanza y María de Ritello.Y a lomos de caballerías modernas de motores,volvimos a posar la vista en alpacas deheno, apena segado; en colinas leves que nosacariciaban con mil flores, y llegamos a Orvieto.Catedral de blanco y negro, como dealivio de luto, vestida su fachada de mosaicosde teselas de pétalos tintados de evangelio. Alponiente del sol, la ciudad-catedral se recuestaen la almohada de su rosetón de cristal y entraen el espacio del alma de sus naves. Silencio yhermosura labrada en sus columnas y muros,en sus coloreadas vidrieras, en sus tamizadosalabastros ventanales.Silencio, que esta vetusta sede pontificiaguarda celosa el corporal manchado del milagroeucarístico de Bolsena, prueba del amormudado en sacramento, del amor que duelehasta la sangre, de Cristo; Corazón de caridadderramada sobre el mantel del mundo. LosFrailes hincaron las rodillas: “Te adoramos,Cristo y te bendecimos, aquí y en todas tusIglesias, que hay en todo el mundo pues por tusanta cruz, redimiste al mundo”.Mundo de ahora, y de la hora, del juicio. EnOrvieto hasta el infierno es hermoso y terrible,amenaza y aviso… pero la carne resucitay se hace cielo, y el cielo se suspende en lasvelas de su bóveda, pues el Reino es DivinaComedia, hermosura rezumando en los murosde esta Catedral vestida de ajedreces de basaltoy travertino… pero había que irse y volver aCasa, a Roma, a la noche…En la noche de la colina de los jazmines, laboca sabía a recreo y fraternidad, a campos ytrigales, a veneración de eucaristía, de corporalesy baldosas, de soledades bonaventurianasy castaños jugando con el hermano viento. Jornadade camino, de risas, parlamentos; de artey naturaleza, de rezo y eucaristía. Acabóse eldía, y dijimos que había sido bueno; y vio Diosque era bueno. ¡Dios, qué bueno!Fr. Vidal Rodríguez López ofm8. Dai Protomartiri francescani a sant’Antonio di PadovaTerni, Italia, 11.06.2010Inserito nelle celebrazioni per il 790° anniversariodal martirio dei frati Minori santi Berardoda Calvi, Pietro da San Gemini, Ottoneda Stroncone, Accursio e Adiuto (1220-2010),la giornata di studio è stata organizzata dallaDiocesi di Terni-Narni-Amelia in collaborazionecon la Scuola Superiore di Studi Medievalie Francescani della Pontificia UniversitàAntonianum.


AD CHRONICAM ORDINIS 323Dopo i saluti del vescovo, mons. VincenzoPaglia, e di altre autorità presenti, IsabelleHeullant Donat, dell’Università di ReimsChampagne-Ardenne, ha illustrato I francescanie il martirio nel secolo XIII, mostrandola dimensione martiriale dell’apostolato minoritico.Infatti le agiografie presentano nonsolo il desiderio del martirio che animò sanFrancesco, ma anche quello dei suoi compagni,elaborando una ben precisa concezionedel martirio. La cultura del martirio è ben presentein quel tempo, soprattutto nella liturgia eFrancesco è animato dal desiderio del martiriodi sangue, nel ben preciso contesto della predicazioneai saraceni.Luciano Bertazzo, del Centro Studi Antonianidi Padova, da parte sua ha tenuto unarelazione circa I protomartiri francescani trastoria e agiografia. Il titolo non esprime adeguatamentequanto sviluppato nell’intervento,essendo chiaro che l’incrocio tra storia e agiografianelle fonti medievale è spesso strettamentecorrelato. Risulta più adeguato per larelazione un titolo come La traditio dei Protomartirinella memoria francescana dal XIII alXV secolo. La bolla di Sisto IV Cum alias animas(7 agosto 1481) concede ai frati Minori dicelebrare nelle loro chiese, il 16 gennaio, «publiceet solemniter missas et officium de BB.Berardo, Petro, Othone, Accursio et Adiuto»:ricordando tra i molti miracoli avvenuti dopola loro morte, il passaggio di s. Antonio daicanonici all’Ordine minoritico. La bolla è laconclusione di un lungo processo avviato nel1220 con il martirio dei primi cinque frati aMarrakesh. L’intervento ha ripercorso il lungoitinerario di questa traditio memoriae recepitacon una certa difficoltà fin dalle origini nellareazione di Francesco stesso, come testimoniaGiordano da Giano; velata successivamentenella mutata politica papale nei confrontidell’islam maghrebino, tesa a salvaguardare lapresenza cristiana in quei territori posti sotto ladinastia almohade. Memoria quasi dimenticatanel momento che l’impegno missionario dellaChiesa si volge verso i territori asiatici, agliinizi del Trecento, anche per l’impossibilitàdel recupero della Terra Santa definitivamentecontrollata dagli arabi dopo la caduta di S. Giovannid’Acri (1291). Memoria recuperata versola metà del Trecento in un contesto di crescitadel genere letterario delle compilationes,vivace in ambito non solo francescano. Duesono i testi che consacrano particolarmente latraditio memoriae: la Chronica XXIV generaliumattribuita a frate Arnald de Serrant (1360ca.) e il De conformitate di frate Bartolomeoda Pisa, composto negli anni ‘80 del XIV secoloe ufficialmente accolto nel capitolo generaledi Assisi nel 1390. È una memoria che nel corsodel XIV secolo si lega ad una santità diffusanell’ordine, oltre alle tre figure ufficialmentecanonizzate (Francesco, Antonio, Ludovico),costantemente ricordata perché collegata alpassaggio del canonico agostiniano Fernandoall’ordine minoritico con il nome di Antonio.La diffusione dell’agiografia antoniana ne hamantenuto costante il ricordo.Antonio Rigon, dell’Università degli Studidi Padova, ha illustrato La morte dei Protomartirifrancescani e la vocazione di sant’Antonio.Favorita dal forte impatto emotivoprovocato dall’arrivo delle reliquie dei primimartiri francescani in Portogallo (1220), lavocazione minoritica del canonico agostinianoFerdinando di Martino che, entrato nel conventofrancescano di S. Antonio de Olivais diCoimbra, cambiò il proprio nome in Antonioe, ardendo dal desiderio di martirio, chiese dipartire per il Marocco , è stata talora giudicataimmatura e frutto di un fraintendimento dellaproposta evangelica di Francesco d’Assisi. Inrealtà la sete di martirio è solo una delle componentidella vocazione del santo che scaturìanche da inquietudini intellettuali, sdegnomorale, personali propensioni mistico-contemplativein un contesto politico religiosofortemente turbato. Del resto l’aspirazionea testimoniare la fede anche con il sacrificiodella propria vita è comune a Francesco e allaprima generazione francescana. Tommasoda Celano torna più volte su questo aspetto;e Chiara, come Antonio, secondo alcune deposizionirese nel corso del processo di canonizzazione,quando apprese «che a Marrochioerano stati martiriçati certi frati, epsa dicevache ce voleva andare». Gli è che nell’orizzontereligioso del primo Duecento, nel quale unposto centrale occupa l’idea di crociata, tramartirio e missione presso i Saraceni si stabilisceuno stretto legame. Dimostrando unastraordinaria capacità di star dentro ai problemidel proprio tempo che imponeva un confrontocon l’Islam, i Minori introdussero nellaRegola un capitolo espressamente riguardante«coloro che vanno presso i Saraceni».Nel passaggio dalla Regola non bollata allaRegola bollata e nei commenti a questo testonormativo si manifestano peraltro esigenze di“professionalità” e cautela nelle missioni. Si


324 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2esorta a non cercare il martirio in sé, si insinuanodubbi sulla sua utilità, si sottolineanogli insuccessi; narra Bonaventura che «l’amicodi Cristo [Francesco] cercava la morte persé con tutte le forze e tuttavia non la trovava».Come Francesco anche Antonio aveva fallitoe aveva visto vanificati i propositi di testimoniarela fede con il sangue. Accanto al temadel martirio inappagato, nelle leggende antonianecompare sempre più anche quello dellavita di penitenza del santo e della sua totalededizione alla missione apostolica, considerataessa stessa martirio. Nel Trecento i tentatividi ricomposizione della memoria laceratadell’Ordine si traducono anche nel recuperoe nell’esaltazione dei santi e dei martiri. Se ilricordo dei frati mandati a morte in Marocconel 1220 era rimasto fortemente ancorato allafigura di Antonio, nel XIV secolo, graziealla Cronaca dei XXIV generali, la vicendadei Protomartiri francescani è pienamenterecuperata alla storia dell’Ordine, anche indipendentementedal ruolo che essa ebbe nellavocazione minoritica di s. AntonioMary Melone, della Pontificia UniversitàAntonianum, illustrando Il martirio nei Sermonidi sant’Antonio evidenzia che il temadel martirio, pur non essendo né molto ricorrentené particolarmente articolato, comparenei Sermoni di Antonio di Padova con duecaratterizzazioni fondamentali: da una parte,Antonio tratteggia il significato del martirioin occasione delle feste di santi martiri, comeStefano, Pietro, Paolo o i santi Innocenti,individuando nel sacrificio, nei patimentie nel dono della vita il compimento del lororapporto con Cristo; dall’altra, il contestoper così dire ecclesiale in cui egli pone il riferimentoai martiri chiama in causa la suavisione della Chiesa: essi, infatti, compaionofrequentemente accanto agli apostoli, aiconfessori della fede e alle vergini come unodegli ordini posti a suo fondamento. Pertanto,per collocare il tema il più possibile correttamenteall’interno dei Sermoni, è propostainnanzitutto una rapida recensione delle sueoccorrenze; in un secondo momento, poi,prendendo in esame le concordanze e le immaginiche maggiormente ricorrono nella suapresentazione, ha fatto emergere il significatoche Antonio attribuisce al martirio secondoquei tre livelli di lettura che strutturano i suoisermoni, vale a dire secondo il senso allegorico,morale ed anagogico, con cui il martirioviene considerato in rapporto al cammino diconversione personale del cristiano, al suovissuto di appartenenza alla Chiesa e, infine,alla sua tensione verso la pienezza della vitaeterna.Giuseppe Cassio, della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, ha illustrato L’iconografia deiSanti Protomartiri ponendosi l’obiettivo difare chiarezza sul tema tanto delicato quantocomplesso della rappresentazione figurativadei Protomartiri a partire dai primi esempiconosciuti, che risalgono al XIV secolo, sinoalle recenti interpretazioni tra contemporaneitàe adesione alle fonti. Partendo dal primoprezioso approccio di padre Jürgen WerinhardEinhorn (2004) che contiene una settantina disegnalazioni si è lavorato con maggiore determinazionenella ricerca di ulteriori testimonianzeartistiche attraverso una capillareindagine nei conventi maschili delle famigliefrancescane tra Italia, Spagna, Portogallo,Germania, Francia e Brasile. L’indagine hapermesso di accrescere notevolmente il catalogoiconografico dei Protomartiri aprendocosì la strada allo studio e al confronto di taliimmagini specificandone altresì l’iconologianonché la funzione socio-culturale sia all’internoche all’esterno dell’Ordine.Nell’ultimo intervento, Salvatore Barbagallodella Pontificia Università Antonianumha affrontato il tema de La liturgia dei santiProtomartiri Francescani. Il Concilio VaticanoII nel ribadire la centralità che la Pasquaha nel corso delle celebrazioni dell’anno liturgicopropone il recupero del culto dei santiall’interno della prospettiva della centralitàdel mistero pasquale del Cristo: «Nel giornonatalizio dei santi infatti la Chiesa proclama ilmistero pasquale realizzato in essi, che hannosofferto con Cristo e con lui sono glorificati»(SC 104). Il legame stretto tra la morte delmartire e la passione del Signore, motivo percui il martire è stato il primo a ricevere il cultoecclesiale, lega il culto del martire sia allacelebrazione eucaristica – la morte del martire,sacrificio della propria vita, e la celebrazionedell’eucaristia, sacrificio rituale dellamorte di Cristo – sia alla comunità ecclesiale:il martire è membro della Chiesa, Sposa diCristo. In questa prospettiva il suo sacrificiosi manifesta come la risposta della Chiesa allacarità del suo divino Sposo: il sangue versatodal martire è il sangue della Chiesa. Nellaseconda parte ha preso in esame la liturgiadei santi Protomartiri francescani, analizzandol’attuale eucologia presente nel Messale


AD CHRONICAM ORDINIS 325Francescano e nella Liturgia delle Ore, facendoun confronto con l’eucologia dei libriliturgici prima della riforma del Vaticano IIal fine di tratteggiare il significato teologico,cristologico ed ecclesiale del loro culto.Le Conclusioni sono state fatte dal prof.Franco Cardini dell’Istituto Italiano di ScienzeUmane di Firenze il quale ha posto la domandacirca il motivo dei diversi esiti dellapredicazione esplicita dei frati Minori giuntiin Marocco e dell’incontro di Francesco con ilSultano: mentre i primi giunsero a uno scontroculminato nel martirio, nel secondo caso ci furispetto reciproco. Al termine dell’incontro èstato proiettato il documentario La vocazionedi Antonio prodotto da San Polo Productionse Rai Cinema, di Salvatore Braca e AndreaCherubini per la regia di Andrea Cherubini.In occasione del convegno è stata presentataanche la nuova guida turistico-spirituale di G.Cassio, Oltre Assisi. Con Francesco nella Terradei Protomartiri attraverso l’Umbria Ternana,Velar-ElleDiCi, Gorle 2010.Gli Atti saranno pubblicati dalle edizioni“Centro Studi Antoniani”, distribuito da DistribuzioneMessaggero Padova.Pietro Messa9. Celebrazione in suffragio di Mons. LuigiPadoveseRoma, Basilica Sant’Antonio, 18.06.20101. Breve cronacaIl 18 giugno 2010, alle ore 11.00, si è tenutaa Roma, presso la Basilica di Sant’Antonio,in via Merulana, una solenne Concelebrazioneeucaristica, presieduta da Mons. Rino Fisichella,in suffragio di Mons. Luigi Padovese,<strong>OFM</strong>Cap, Vicario Apostolico di Anatolia eProfessore della Pontificia Università Antonianum,barbaramente ucciso.Hanno concelebrato circa 80 sacerdoti,tra cui il nostro Vicario generale e Vice GranCancelliere, Fr. M. Perry, Fr. V. Brocanelli,Definitore generale e Fr. V. Rodríguez Lopéz,Segretario per la Formazione e gli Studi. Hannopartecipato alla Celebrazione in memoria diMons. Padovese, Autorità, Colleghi e Studentidelle Istituzioni accademiche pontificie. Il salutoall’Assemblea è stato rivolto dal RettoreMagnifico, Fr. J. B. Freyer, mentre l’omelia èstato tenuta da Fr. Martinelli, Preside dell’Istitutodi Spiritualità.2. Omelia del Presidedell’Istituto di SpiritualitàEccellenze reverendissime,Autorità accademiche, religiose e civili,Professori e studenti, Amici e amiche,a Voi tutti che avete conosciuto il carissimoVescovo Luigi Padovese come professore,come compagno di studi, come collega, comeamico o come Pastore; a voi che siete qui percondividere con la nostra realtà accademica ildolore e lo smarrimento per la sua uccisione,diciamo: il Signore Vi dia Pace!Più che mai in questa circostanza il salutodi san Francesco d’Assisi appare appropriatoai nostro cuori, al nostro intimo bisognodi senso, di riconciliazione e di pace, dopo losgomento di questi giorni, da quando abbiamoricevuto la terribile notizia della morte violentadi Luigi. Ma la pace non può sorgere da undiscorso consolatorio generico; il nostro cuoreoggi chiede di più; il nostro cuore si domandaperché, perché questo sangue versato da un pastoremite su quella terra che egli ha così profondamenteamato, la terra di Paolo di Tarso,dei Padri della Chiesa, di Basilio il grande, diGregorio nazianzeno, di Gregorio di Nissa, diGiovanni Crisostomo.La pace viene da Dio che ci rivolge la suaparola nel Suo Figlio. L’abbiamo appenaascoltato nelle letture che ci sono state proposte.Il Vangelo di Marco, che ci raccontadella passione, morte e risurrezione di Gesù.La lettera ai Romani, che ci parla della grandecertezza che deve risplendere nel cuore dei cristianianche nella tribolazione. Ma soprattuttotroviamo in questi testi alcune domande chevengono incontro alle nostre inquietudini diquesti giorni. Del resto è proprio del misterodi Dio che la sua risposta assuma in tutta serietàle nostre stesse domande e il nostro stessogrido. La risposta di Dio non sarebbe credibilese non si facesse essa stessa domanda e grido.L’abbiamo ascoltato dal vangelo: Alle treGesù gridò con voce forte: Dio mio, Dio mio,perché mi hai abbandonato?Il centurione, ci dice il Vangelo, vistolospirare in quel modo, esclamò: Veramentequest’uomo era Figlio di Dio! Quel sangueversato sulla croce, nella solitudine immensadel figlio di Dio, è la risposta misteriosa chel’amore di Dio ci offre.Ancora un’altra domanda troviamo nellaScrittura che ci riguarda profondamente: di-


326 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2cono le donne al mattino di pasqua: «Chi cirotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?».Non sapevano ancora che di lì a pocoavrebbero incontrato l’Amato, che si mostravain tal modo più forte del male, del peccato edella morte. Questa domanda delle donne, cosìamorevole, si riferisce al fatto unico e singolaredella morte e risurrezione di Cristo, ma dialogapotentemente con ciascuno di noi oggi.Pensando alla morte cruenta di Mons. Padoveseabbiamo sentito anche noi come unapietra posarsi sulle nostre labbra, siamo comeammutoliti, increduli di fronte ad un dolorecosì grande e inaspettato. Nessuno voleva crederea queste notizie che iniziavano a trapelarenel primo pomeriggio del 3 giugno. Lo avevamovisto in tanti proprio nei giorni precedenti.Era passato da Roma per partecipare comePresidente della Conferenza episcopale turcaall’assemblea della Cei; avevamo concordatoinsieme le ultime cose per il simposio cheavrebbe dovuto celebrarsi proprio in Cilicia ein Cappadocia la prossima settimana.Anche noi nei giorni successivi ci siamodomandati: chi potrà togliere questo massodalle nostre labbra e dal nostro cuore per unaperdita così grave? L’abbiamo conosciuto comefratello, sacerdote, vescovo, docente, cosìvivo che ci è parsa incredibile la notizia dellasua morte. Che senso avrebbe la morte, unamorte così violenta e crudele, data ad un uomoche tutti abbiamo conosciuto come mite, unuomo di dialogo, di confronto, di appassionataricerca? Un uomo di speranza, che sapevatrovare sempre la possibilità di un nuovo inizio.Davanti a quanto è successo in Turchia possiamofermarci a piangere una persona cara,la perdita di un uomo di cultura, di un grandeappassionato delle origini cristiane. Ma sarebbetroppo poco. Noi non possiamo fermarciall’assurdo di una violenza senza senso.È il mistero pasquale a donarci una luce sulmistero della morte e della uccisione del nostrocaro Vescovo Luigi.Dalla consacrazione battesimale alla consacrazioneepiscopale Luigi sapeva che la vocazionecristiana chiede tutto perché sa che Cristoè tutto, è colui per il quale vale la pena spenderel’esistenza. Allora la sua morte ultimamente sitrova afferrata, attratta e avvolta all’interno diquel dono di sé che Cristo, vero agnello immolato,ha realizzato una volta per tutte per liberaretutti gli uomini dalla paura della morte e dallamenzogna del peccato e della violenza.Il mistero pasquale, mistero di morte e dirisurrezione, è il senso ultimo dell’esistenza diquesto confratello che ha servito Cristo, la servitola Chiesa, ha servito l’umano.E allora possiamo dire anche noi come sanPaolo – quel Paolo di Tarso che Mons. Padoveseha tanto amato e studiato: Chi ci separeràdunque dall’amore di Cristo? Forse la tribulazione,l’angoscia, la persecuzione, la fame,la nudità, il pericolo, la spada? In tutte questecose noi siamo più che vincitori per virtù dicolui che ci ha amati. Io sono infatti persuasoche né morte né vita, né angeli né principati,né presente né avvenire, né potenze, né altezzané profondità, né alcuna altra creatura potràmai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù,nostro Signore.In questa certezza che ci viene dall’amoredi Cristo, crocifisso e risorto, allora non solole nostre labbra si aprono, possono tornare aparlare; ma possono arrivare a dire “grazie”,a ringraziare. Eucaristia: rendimento di grazieper la sua vita donata. E’ proprio intornoall’altare del Signore, nel rendimento di grazieche il nostro dolore inizia sciogliersi e il nostrosmarrimento trova una parola sicura.Grazie, Signore, innanzitutto per il donodella sua vita, per fr. Luigi, per la sua testimonianzadi religioso sulle orme di Francescod’Assisi nella famiglia cappuccina. Chilo ha conosciuto come giovane frate ricordala gioia che trasmetteva per la scelta di consacrazioneche aveva compiuto. Erano tempidifficili quella della sua formazione iniziale;erano gli anni del cosiddetto 1968, della contestazioneglobale. Lo si poteva incontrarefrequentemente tra i giovani, soprattutto nellasua parrocchia nel centro di Milano. Parlavasenza timore con tutti. Chi lo ha conosciutofin dall’ora ne apprezzava la capacità didialogo, la sua profonda onestà intellettuale.Nell’accogliere le discussioni e le critiche, sapevasempre valorizzare qualche cosa del suointerlocutore.Noi oggi, giustamente, lo ricordiamo comeuomo del dialogo, nelle grandi prospettivedell’incontro tra culture e religioni diverse.Ma questa era un’attitudine che aveva già manifestatonella sua gioventù e che nel tempo ècresciuta fino a maturità.Ringraziamo il Signore anche per il suo ministerosacerdotale che ha vissuto con fedeltàe dedizione. Quanti potrebbero testimoniare lasua delicatezza d’animo, la sua attenta capacitàd’ascolto, la sua attitudine ad accompagnare


AD CHRONICAM ORDINIS 327le persone nel loro cammino spirituale, sapertrovare una parola di sostegno al momentogiusto! Tanti mi hanno testimoniato in questigiorni di come si sono sentiti portati da Luiginella sua preghiera.Ringraziamo il Signore per la sua capacitàdi essere amico fedele nel tempo. Dice il librodella sapienza: «Un amico fedele è rifugio sicuro:chi lo trova, trova un tesoro. Per un amicofedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suovalore. Un amico fedele è medicina che dà vita:lo troveranno quelli che temono il Signore».Tanti in lui hanno trovato questo tesoro. Miha stupito in questi giorni di lutto ricevere messaggidi tante persone che lo hanno conosciutoe che possono testimoniare come la loro vita siastata toccata e cambiata grazie alla sua compagnia.Abbiamo veramente ricevuto messaggi disolidarietà un po’ da tutto il mondo. Persino daun ex studente dell’Orissa che vive in zone dipersecuzione. Ha fatto 20 chilometri per poterscrivere un’e-mail di condoglianze.Abbiamo potuto vedere così nel cuore diquante persone la sua amicizia aveva trovatoposto.Ringraziamo il Signore per la sua attivitàdi docenza e di ricercatore. Così a lungoqui all’Antonianum, all’Istituto Francescanodi Spiritualità, che ha amato e servito con intelligenzae dedizione. Ringraziamo il Signoreanche per l’insegnamento qui a Roma allaGregoriana e all’Alfonsianum e in altri centriaccademici. L’innumerevole schiera dei suoistudenti possono testimoniare come non ci siannoiasse mai durante le sue lezioni. In questogiorni tanti suoi ex studenti, oggi professori,hanno manifestato la stima per lo stile e il contenutodel suo insegnamento.Una caratteristica della sua docenza è statasicuramente quella di coniugare la certezzadella fede e lo spirito di costante ricerca. Lacertezza della fede nei misteri cristiani accendevaogni volta il desiderio di una nuova ricerca.Non si accontentava mai di quello cheaveva già trovato. La costante ricerca nonera segno di un dubbio, o di un’incertezza: alcontrario, lo aveva imparato dai Padri dellaChiesa che Dio, proprio in quanto è Colui chesi fa trovare è continuamente cercato, poichéè infinto, immenso nel suo amore. E questacostante ricerca diveniva in lui possibilità dicoinvolgere altri, studenti, studiosi ricercatori,anche molto diversi tra loro. Proprio perchéconosceva la risposta che viene da Diosapeva proporre a tutti l’itinerario della ricerca,anche a coloro che potevano apparire piùscettici.In questa prospettiva mi sembra bello richiamaregli innumerevoli Simposi da lui ideati,promossi e organizzati in modo instancabiledurante il suo periodo di docenza all’Antonianumed anche successivamente come Pastorein Anatolia, Simposi di carattere ecumenico (iSimposi Intercristiani), di profondo dialogo,soprattutto con il mondo ortodosso greco; isimposi paolini a Tarso e Antiochia e giovanneia Efeso, in cui riusciva a coinvolgere ricercatorireligiosi e laici, nel comune desideriodella verità. In questa capacità di dialogo riuscìa coinvolgere anche studiosi appartenentiad altre religioni, penso in particolare ad alcuniprofessori delle università della Turchia.Credo che da qui possiamo dire grazie alSignore per Mons. Luigi Padovese, per il suoepiscopato, come vicario apostolico dell’Anatolia.Tutti gli siamo testimoni dell’entusiasmocon cui ha accolto la nomina ad essere pastorenella terra nella quale – come dicono gli atti degliapostoli – per la prima volta i credenti in Cristofurono chiamati cristiani. La Turchia è unaterra che ha amato profondamente; lo mostranole sue pubblicazioni ed il fatto che fin dai primianni di insegnamento si portava regolarmentein quella terra per lo studio e la ricerca.Da studioso si è fatto così pastore amorevole,non smettendo tuttavia di essere ricercatore,ma scoprendo la stessa ricerca come risorsaper il lavoro pastorale e per l’animazione spiritualedel suo gregge. In tal modo ci ha aiutatoa scoprire che il vero orizzonte della teologia èsempre pastorale: proprio i padri della Chiesaci mostrano come i grandi pastori delle originicristiane sono stati anche grandi dottori. Infatti,la verità rivelataci in Cristo non è altro chel’amore trinitario, il Quale solo può saziare innostro desiderio di essere amati ed amare.Come non ricordare poi l’anno paolino chelo ha visto instancabile animatore dei numerosipellegrinaggi; quanti gruppi da diocesi, parrocchiee da altre realtà lo hanno trovato prontonella terra dell’apostolo delle genti a guidare ipellegrini a mettersi sulle orme di Paolo.Ha amato quella terra, ha difeso il suo gregge,ha sostenuto il diritto delle minoranze, condiscrezione e tenacia.Ringraziamo il Signore dunque anche pergli anni del suo ministero episcopale, durantei quali tuttavia non ha mai tralasciato di offrirela sua presenza di docente qui all’Antonianum.Colpisce vedere i titoli dei suoi ultimi


328 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2corsi che ha tenuto all’Istituto Francescano diSpiritualità.In particolare desidero ricordare quello cheavrebbe dovuto tenere il prossimo anno accademico:la ricerca di Dio, ponte di dialogo.Esperienze religiose antiche e moderne a confronto.In questo c’è forse in sintesi la sua eredità,di studioso, di frate francescano e di pastore.Per questo credo che possiamo auspicareche la sua eredità venga raccolta e che proprioqui in particolare all’Antonianum si possa faretesoro della sua ricerca, mediante iniziative attea sviluppare quanto da lui intuito e vissuto.La sua morte così violenta ci appare a primavista certamente una grande sciagura irreparabile,l’aver perso un amico fedele, un maestroprofondo, un confratello sincero, un pastorebuono. Vorrei pensare in questo momento anchealla Chiesa di cui Luigi è stato pastore inTurchia. Questo sacrificio fino al sangue siafecondo. Siamo certi che non sarà vano e cheDio nel suo misterioso disegno saprà anche daquesta situazione di grande pena e di lutto trarreun nuovo percorso di bene. Ma per questovogliamo chiedere al Signore di rendere noisensibili, più sensibili alla situazione dei cristianinel Medio Oriente e delle minoranze religiose,e poterle aiutare perché possano viverein piena libertà la propria fede.Da tutto ciò impariamo anche noi che ilvero senso dell’esistenza è dare la vita per ifratelli, poiché come dice Gesù, non c’è amorepiù grande di chi dà la vita per i propri amici.Tutti siamo chiamati a riscoprire il valoredecisivo della testimonianza della nostra fedeche può arrivare fino al martirio; di quellatestimonianza che nella relazione con l’altro,chiunque esso sia, espone se stesso offrendogliquello che ha di più caro, Gesù Cristo e la veritàdell’amore; in tal modo, il testimone si offreal rischio della libertà dell’altro.Di questo rischio della libertà, richiestodalla testimonianza cristiana, il Vescovo Luigiera ben consapevole, fin dall’inizio del suomandato episcopale. Concludo con un ricordopersonale: proprio qualche istante dopo averricevuto la notizia della sua uccisione, mi ètornato alla mente un colloquio avuto con luiil giorno stesso della sua nomina episcopale,l’11 ottobre 2004. Parlammo a lungo dell’IstitutoFrancescano di Spiritualità che egli avevaretto come preside per 16 anni e che ora si trovavaa lasciare.Ad un certo punto iniziammo a parlare delsuo nuovo incarico in Anatolia. Ed io avendoletto della situazione nel Medio Oriente cheiniziava a presentare segni preoccupanti per lasituazione dei cristiani, ad un certo punto glidissi, sinceramente preoccupato: «ma Luigi, tirendi conto che lasituazione in quella terra forse potrebbeun giorno aggravarsi e mettere a repentagliol’incolumità dei pastori?». Mi ricordo che lanostra conversazione ebbe un momento interminabiledi silenzio, interrotto da una sua serenaespressione: «sì, ho messo in conto anchequesto, so che potrebbe essermi chiesto tutto».Queste parole dal 3 giugno di quest’annosono diventate per me un insegnamento indelebile.Il Vescovo Luigi nella sua semplicitàsapeva che questa missione avrebbe potutochiedergli il sacrificio della vita. Lo aveva ricordatodel resto proprio quest’anno, qualchemese fa, nell’anniversario dell’uccisione didon Andrea Santoro, quando nell’omelia disse,riferendosi al sacerdote romano morto inTurchia nel 2006: «la sequela di Cristo puòarrivare anche all’offerta del proprio sangue».Arrivederci! Caro Vescovo Luigi: a Dio!Grazie per averci ricordato con il tuo dono finoall’effusione del sangue che se non si ha unmotivo per cui vale la pena morire, vorrebbedire che non si ha nemmeno un motivo per cuivale la pena vivere. Ma questo motivo c’è etu lo hai testimoniato: è Gesù Cristo e il suoamore per ogni uomo.Fr. Paolo Martinelli, ofmcap3. Mons. Luigi Padovesein un’intervista a “Testimoni”HANNO UCCISOIL PASTORE BUONOIl 14 giugno scorso sono stati celebrati aMilano i funerali di mons. Padovese, vicarioapostolico per l’Anatolia, con sede a Iskenderun(Turchia) il giorno del Corpus Domini,il 3 giugno scorso. Mons. Ruggero Franceschini,vescovo di Smirne, prendendo la parolaal termine del rito funebre celebrato dalCard. Dionigi Tettamanzi, Arc. di Milano, hadetto: «Stiamo per dare l’ultimo saluto al nostroe vostro vescovo Luigi; come ho già dettonell’omelia a Iskenderun, non è il caso difarne l’elogio funebre, di raccontare al mondoquanto fosse buono, mansueto, intelligente,modesto; chi ha testimoniato con il sangue nonha bisogno di parole, e neanche di miracoli…


AD CHRONICAM ORDINIS 329Hanno ucciso il pastore buono… Impressionaleggere oggi un delle prime lettere pastoraliai suoi fedeli: «Cari fratelli,- scriveva - a noi,forse, non è chiesto di testimoniare la nostrafede sino al martirio, ma è pur vero che ci èchiesto di testimoniarla”. Ahimè, almeno perciò che riguardava don Andrea Santoro e sestesso:purtroppo si sbagliava. O forse era solouna premura per non spaventare la sua comunità.Nella stessa lettera infatti, lucidamente,scrive quasi presagendo la sua sorte: «Fra tuttii paesi di antica tradizione cristiana, nessunoha avuto tanti martiri come la Turchia. La terrache calpestiamo è stata lavata con il sanguedi tanti martiri che hanno scelto di morire perCristo anziché rinnegarlo». Anch’egli ora faparte di questa schiera di martiri, assieme adon Santoro e altri.Stava per recarsi a Ciproper incontrare il papaQuando è stato ucciso si apprestava a partirealla volta di Cipro per incontrare il papaBenedetto XVI. Aveva 64 anni; era francescanocappuccino, docente di patrologia, giàpreside della Pontificia Università Antonianumdi Roma (in tale veste promosse simposidi studio su san Paolo, a Tarso, e su san Giovanni,a Efeso). Dal novembre 2004 vescovo,vicario apostolico per l’Anatolia, con sedea Iskenderun (città portuale a sud della Turchia),presidente della Conferenza episcopale.L’abbiamo incontrato nell’aprile del 2006, pochimesi dopo l’uccisione di don Andrea Santoroa Trebisonda (5 febbraio). Alla luce delsuo martirio, ci sembrano illuminanti le paroleche ebbe a dirci, in maniera quasi profetica, inquell’incontro.Sulla cattedradi Pietro ad Antiochia«Io sono qui da 18 mesi ormai, anche sela Turchia la conosco da tantissimi anni, perchéè da oltre 30 anni che ci vengo… Sonoarrivato contento della nomina a vescovo chemi è stata fatta. Quando sono andato dal papaa ringraziarlo, egli era ormai verso la finedei suoi giorni, stava abbastanza male, facevafatica anche a parlare. Il segretario mi haconsigliato di prendere la parola per animarloun pochino. Bene, sono andato e mi sono presentato:“Santità, io sono il successore di sanPietro sulla cattedra di Antiochia” e questo loha svegliato. Ha prestato attenzione, forse hapensato di aver scelto la persona sbagliata! Difatto è così, in fondo qui tra i vescovi (anche separecchi, anche se ad Antiochia ci sono 5 patriarchiche hanno il titolo di patriarca) non c’ènessuno che risiede: quindi l’unico che può sedersisulla cattedra di san Pietro sono io. Nonho detto una falsità, soltanto che la verità nonera completa!Sono contento di essere qui perché questaè la mia terra, in un certo senso, proprio ancheper il tipo di studi che ho svolto in tantissimianni di docenza. È la terra degli Apostoli, èla terra dei padri cappadoci, dei padri siriaci,degli antiocheni, è una terra che adesso cercodi conoscere sempre di più quando ho unpo’ di libertà, veramente poca. Faccio qualchepuntatina qua e là e devo dire che sto scoprendoun volto di Turchia del tutto inedito per meche pure conosco da tanti anni. Vedo cose chenon avevo mai visto… Qui dall’altra parte delmare c’è la famosa Aias, che soprattutto per iveneziani ha un fascino speciale, anche se ormail’hanno dimenticata, perché è il punto dalquale Marco Polo è partito per il lungo viaggioverso la Cina. Qui, a una trentina di chilometridi distanza, c’è una piccola cappella, vicina aun castello crociato, dove si ricorda il luogo incui Giona è stato sputato fuori dal cetaceo. Ineffetti per arrivare a Ninive questo è il puntopiù vicino, via mare. Qui a poca distanza stannorendendo visitabile l’antica Issos, luogofamoso della battaglia del 333 a.C. che ha permessoad Alessandro Magno di passare versol’oriente, l’Egitto e anche verso l’India».Comunità cristiana minoritaria,piccola e dispersaMons. Luigi ci mette a nostro agio consquisito senso dell’ospitalità e con la sua culturapopolare.«Mi trovo qui. La comunità che ho è quantomai eterogenea. Innanzitutto sparsa su un territorioche è più di una volta e mezzo il territorioitaliano. Ho due parrocchie: quella di Samsundista 950 km da qui e quella di Trebisonda1350 km. C’è una famiglia di italiani chelavora per il vicariato nell’estremo est dellaTurchia; religiosi trentini sono in Cappadociaad Avanos; tutte le nostre altre presenze sonodislocate qui sulla costa: Mersin, Adana, Tarso(soltanto tre suore); infine qui a Iskenderum eAntiochia.Una realtà molto eterogenea, perché se ioguardo i cristiani che vengono qui alla messadi domenica, devo dire che i latini sono il10%, gli altri sono ortodossi, per buona parte.


330 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Qui vengono cattolici latini, greco-cattolici,maroniti, siro-cattolici, siro-ortodossi, caldeicattolici, caldei ortodossi, armeni cattolici,armeni ortodossi. Una mescolanza di riti checomunque accettano la nostra realtà di Chiesacattolica e si adattano… evidentemente conqualche piccola modifica per non urtare la lorosensibilità: ad esempio nel Credo non diciamoChiesa cattolica ma Chiesa universale, che èpoi la stessa cosa tutto sommato. In questo climadi adattamento i rapporti con gli ortodossisono diventati molto buoni… Vediamo se riusciamoa trovare una data comune per celebrareassieme la Pasqua e non in due date diverse,perché il problema che si pone è quello dei matrimonimisti: capita che la moglie faccia festaperché magari è cattolica, il marito deve faredigiuno perchè festeggia 2-3 settimane dopo!Quindi si generano situazioni che creano unpo’ di difficoltà anche all’interno delle nostrefamiglie, prevalentemente miste: armeni, cattolici,ortodossi, caldei.La situazione della Chiesa in Turchia èquella di una realtà minoritaria all’interno diun mondo musulmano. Si sa che la Turchia havoluto essere uno stato laico. Di fatto, per ragionidi carattere politico, la laicità è andata dimenticata.Questo ha avuto delle conseguenzeanche nei nostri confronti, perché è vero siamouna minoranza ma minoranza che ha persoquasi tutti i diritti! Non ha perso ancora il dirittodi sopravvivere. Io ad esempio sono qui inTurchia, ma non ho nessun riconoscimento daparte dello stato turco perché la Chiesa cattolicalatina in Turchia non è riconosciuta… Inpratica, in Turchia le uniche minoranze riconosciutesono quella ortodossa, quella bulgara,quella armena e quella ebraica. Tutte le altreminoranze, quindi i protestanti, i cattolici, i siro-cattolici,i caldei non hanno nessuno statusgiuridico e non sono riconosciute. Questo ci hacreato un po’ di difficoltà nel passato e ce nesta creando ancora oggi».Stare tra la gentecontro i pregiudizi«Devo dire che personalmente il mio rapportocon la gente è abbastanza buono. Non hoavuto grandi difficoltà, perché ho trovato daparte del popolo turco una buona accoglienzanei miei confronti… parlo della gente semplicema anche dei responsabili. Però evidentementeci sono anche delle teste calde dalle qualibisogna sempre guardarsi. Mi hanno rimessoil poliziotto, che mi era stato tolto per graziadi Dio qualche settimana fa, perché una decinadi giorni fa hanno cercato di investirmi in motorino,in un passaggio pedonale. C’è una situazionerelativamente tranquilla, ma bisognaprestare ugualmente molta attenzione perchénon si sa chi e quando può colpire… soprattuttoadesso, che si celebrerà il processo delpresunto assassino di don Andrea, è possibileche gli animi si surriscaldino ancora un po’…Io ricevo due volte la settimana il bollettinodell’Ufficio stampa della Conferenzaepiscopale turca: ebbene vengono riportatetutte le notizie sui cristiani, sulla Chiesa, sullediverse confessioni. Devo dire che l’80%delle cose che leggo settimanalmente o sonocalunnie o prese in giro o sono banalità sullaChiesa, sui cristiani. Quindi chi legge questigiornali, parlo dei giornali nazionali, si creaun’opinione sui cristiani totalmente falsa.Per questo quello che sto facendo adesso è dimettere in piedi strumenti di comunicazione,anche per contrastare queste letture distortedel cristianesimo, che poi creano soprattuttonei più sprovveduti un atteggiamento negativonei nostri riguardi.Un paio di settimane fa un ragazzino hascritto una lettera: compio 18 anni, se voi midate 100 euro io sono disposto a diventare cristiano.Ci sono anche dei miei amici che sonodisposti a diventare cristiani. Questo per direcome certe notizie, che circolano soprattuttonei più sprovveduti, trovano buon terreno conla conseguenza che le letture che danno di noisono distorte. Il poliziotto di scorta, quandomi ha lasciato due settimane fa, mi ha detto:io non credevo che voi cristiani foste così diversida come vi dipingono. Non credevo chefoste persone così normali, così affabili, sempretranquilli e sorridenti. Per dire cosa ci stadietro: un monte di pregiudizi, di preconcettiche ci grava ancora sulle spalle. Per cui la cosamolto importante è di rendersi presente, dicomunicare, di stare anche tra la gente, di dareun volto diverso».Pericoli e speranzeper i cristianiMons. Padovese non è tranquillo. «Il pregiudiziopiù comune è che noi cristiani siamosenza fede, che abbiamo la fede sbagliata o chesiamo piuttosto superficiali… Dopo l’omicidiodi don Santoro, viviamo nella stessa situazionedi prima, con un atteggiamento di maggioreprudenza rispetto al passato, perchè finoalla morte di don Andrea nessuno si sentiva


AD CHRONICAM ORDINIS 331minacciato. Adesso abbiamo dovuto metterein tutte le nostre case una telecamera, primanon c’era. In certi posti nelle ore di visita dellachiesa adesso c’è sempre un poliziotto.L’altro ieri mi ha chiamato il giovane sacerdote,che ho mandato a Trazon per nonlasciare la parrocchia totalmente sguarnita, emi ha detto: è venuto un pazzo durante la notte,ha continuato a bussare alla nostra porta, agridare; non sapevo cosa fare, se chiamare lapolizia oppure no. Qui a Mersin un mese fa, ungiovane forse squilibrato, con una scimitarranascosta dietro le spalle, è entrato nella parrocchia:a un certo punto ha tirato fuori l’armae ha minacciato i due sacerdoti. Sono fatti chelasciano un po’ perplessi… Sono tanti episodi,che però prima non c’erano. Adesso pensiamosempre che ci sia un collegamento, almeno trai più gravi».Ci stringiamo ancor più intorno al vescovoe gli chiediamo cosa possiamo fare per lui inTurchia.«Io penso già che il fatto che ci vedano, chevi vedano anche qui, questo è già quanto maisignificativo. Capiscono che non siamo unarealtà isolata, sola. Poi ci sono altre forme diaiuto, legate alla situazione che stiamo vivendo.Qui ad esempio ho parecchi cristiani chesono disoccupati. I cristiani sono centinaia dimigliaia, però sui documenti figura che sonodi religione islamica per non perdere il posto dilavoro… la gente semplice, gli operai, soprattuttogli armeni, hanno dovuto cambiare il cognomee sulla carta d’identità hanno “religioneislamica”. Uno dei miei compiti adesso è anchequello di trovare il sistema di far lavorare autonomamentequeste persone, perché non abbianoné loro né i lori figli paura di dire quelloche sono. Perché il cristianesimo qui in Turchiaè andato smarrito proprio in questo modo, perpaura. La paura è legata al fatto di essere isolato,di non avere più lavoro, di non trovare poi lapossibilità di andare avanti».Le ultime battute del lungo colloquio vertonosul bisogno di formare laici evangelizzatori,capaci di introdurre le persone alla fede inCristo, e sulla sua idea di creare di un centro distudi biblico-patristici e per il dialogo interreligiosocon il mondo musulmano. Un sogno dipace che potremo realizzare solo col perdonovicendevole, con la preghiera e col sacrificio.[Testimoni, 12(2010)5-7]Mario Chiaro10. XXI Asamblea de la UCLAFYpacaraí, Paraguay, 08-14.08.2010“PORTADORESDEL DON DEL EVANGELIOEN AMÉRICA LATINA Y EL CARIBE”1. Ministros provinciales y Custodios delas cuatro conferencias de América Latina yel Caribe nos reunimos del 8 al 14 de agostode 2010 para celebrar nuestra XXI Asambleageneral. Tuvimos la gracia de compartir estosdías con el Ministro general, Fray José RodríguezCarballo y con dos de nuestros Definidoresgenerales, Fray Néstor Schwerz y Fray JulioBunader. Estuvimos en Ypacaraí, Paraguaycon la alegría de encontrarnos con un caminarfranciscano que es, al mismo tiempo, el caminarconfigurador de una nación.2. Quisimos dar continuidad y concreción,desde las particularidades de nuestro propiocontexto latinoamericano y caribeño a las reflexionesy compromisos asumidos por la Ordenen el Capítulo General de 2009. Asumimos,por tanto, el mismo lema del documentofinal de este Capítulo con la ilusión de hacervida el entusiasmo evangelizador de la Orden:“Portadores del don del Evangelio en AméricaLatina y el Caribe”.3. Lo primero que tuvimos en nuestras manosfue una “Breve historia de la UCLAF” (Lima2010), publicada por Fray Mauro Vallejo,ofm. Una simple mirada a este útil instrumentonos permitió percatarnos que la UCLAF naceen 1968, es decir, justo tres años después de laclausura del Concilio Vaticano II y en el mismoaño del emblemático documento de Medellín.La UCLAF es hija, pues, de una Iglesia yde una Orden que desea abrirse al diálogo conel mundo moderno, mas con una especial sensibilidadal mundo de los pobres y oprimidos,como verdadero lugar teológico. Dos perspectivasque no han perdido en nada su vigencia yque todavía nos orientan en el camino: actitudpermanente de diálogo con el mundo y solidaridadcon los pobres en sus múltiples rostros.Perspectivas que nos permiten estar en sintoníacon el Evangelio, con los signos de nuestrotiempo y, al mismo tiempo, con las fibrasesenciales de nuestro carisma franciscano.Francisco de Asís es, hoy por hoy, y en todaslas latitudes, un modelo instaurador del diálogocon el distinto y del encuentro humanizadorcon el marginado.


332 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 24. El Ministro general, Fray José RodríguezCarballo, enmarcó la temática de nuestra misiónevangelizadora en la tradición de la Orden,especialmente de los últimos documentosgenerales desde el 2003 hasta el presente. ElMinistro hizo inicialmente suyas unas palabrasproféticas del obispo Helder Cámara delBrasil, palabras de gran aliento poético que hicieroneco inmediato en nosotros: Misión espartir, dejarlo todo, salir de uno mismo, romperla costra de egoísmo que nos encierra ennuestro yo. Es parar de dar vueltas en torno anosotros mismos, como si fuésemos el centrodel mundo y de la vida. Es no dejarnos bloquearpor los problemas de nuestro pequeñomundo: la humanidad es mayor. Misión essiempre partir, pero no devorar kilómetros.Es sobre todo, abrirse a los otros como hermanos,descubrirlos y encontrarlos. Y si paraencontrarlos y amarlos es necesario atravesarlos mares y volar en los cielos, entonces misiónes partir hasta los confines del mundo”.5. A tono con los documentos que expresanel sentir consensuado de la Orden, el Ministroinsistió en tres horizontes que debendanzar entrañablemente juntos en el caminarevangelizador de todo hermano menor: la espiritualidad(“la misión sostenida en una fuerteexperiencia de Dios”), la fraternidad (“ningúnproyecto de evangelización es iniciativa ni patrimoniopersonal de nadie, siempre es la fraternidadla que evangeliza”) y la misión (“habitarla marginalidad como esencia de nuestraidentidad franciscana”).6. El Ministro general sintetizó además algunaspistas fundamentales para la tarea evangelizadora:“La misión ha de tener en cuentalos signos de los tiempos, así como la situaciónactual del mundo. La atenta lectura de los signosde los tiempos ha de considerarse prioritariasobre cualquier adecuación estructural”.Esta atención a los signos implicaría:– ser menos autorreferenciales en nuestrosplanteamientos;– ser capaces de proyectar una mirada positivasobre los contextos y las culturas en queestamos inmersos, descubriendo las oportunidadesinéditas de gracia que el Señor nosofrece a través suyo;– encarnarse real y afectivamente en la realidadsocio-cultural del pueblo, como condiciónineludible de nuestra misión;– hablar un lengua comprensible para el mundode hoy, y formarnos en y para el diálogo;– no acomodarnos al mundo o suspender eljuicio crítico respecto a él; estar en el mundo,sin ser del mundo;– mantener una dinámica de circularidad: dary recibir.7. Por último, el Ministro general relacionóel afán misionero con otras dos áreas fundamentalesque deben activarse en el sentido correcto:la promoción vocacional y el redimensionamientode nuestras respectivas entidades.El testimonio de nuestra misión evangelizadoraen las zonas de fractura social, a tono conlos signos de los tiempos, es nuestra mejorpromoción vocacional. La misión necesita, asu vez, vocaciones seducidas por el ideal dela encarnación del Evangelio. Sin embargo,lejos de toda simplificación, el Ministro nosinvitó a encarar la problemática vocacional ylas llamativas deserciones en la Orden. Urgióun estudio a fondo sobre la cuestión, ya seaa un encuentro en la UCLAF o en las Conferencias.Por otro lado, también interpeló a lasentidades para que tengan la osadía y el corajede redimensionarse internamente en funciónde revitalizar el carisma, recrear nuestra viday misión.8. El comité organizador invitó a Fray TomásMartín para compartir, igualmente, sobrela temática de la misión evangelizadora, perocon un especial enfoque en su experiencia devida como misionero en la zona amazónica delPerú; en la que ha vivido hace más de treintaaños. Fray Tomás partió de un testimonio de lavida cotidiana para ilustrar la identidad específicadel misionero. Contó que un campesino ledijo a un técnico que el gobierno había mandadopara “orientar” los trabajos, lo siguiente: “Siusted piensa que ha venido aquí a enseñarnosa cortar árboles, se equivoca, no le necesitamos,somos capaces de hacerlo nosotros solos.Lo que queremos saber es si usted se quedaráaquí cuando el árbol caiga”. Del mimo modo,ilustró Fray Tomás, Cristo ha venido a estarcon nosotros, también en “el momento de lacaída del árbol”; su solidaridad no es a medias,ni mucho menos ficción. De lo que se derivaque ser misionero es, sobre todo, comprometersey quedarse al lado de los hermanos, especialmentecuando el árbol está cayendo sobreellos; estar al lado de la gente adoptando elmismo estilo de vida que tuvo Cristo. Por tanto,el gran reto de nuestra misión es y será: “cómohacer visible a Dios a través de gestos de libertad,liberación, transformación”. Aclaró que lapreocupación por anunciar el Evangelio a otrosdebe convertirse en conciencia primera de que


AD CHRONICAM ORDINIS 333uno sólo es misionero cuando se convierte enEvangelio. Uno se sabe misionero, insistió, noporque ha cambiado a alguien, sino porque hacambiado uno.9. Fray Tomás reconoció que no hay sospechade parte de los pueblos ante un evangelioanunciado con el testimonio de una vida solidaria.La crisis puede provenir cuando alguienpretende enseñar de palabra. Por experienciasregistradas en la historia, “los misioneros sonsospechosos de adoctrinamiento, de imperialismocultural y de arrogancia”. Por tanto, loprimordial es acentuar el testimonio de vida.De cara al anuncio explícito, reconoció quepodemos estar enfrentados con las creenciasy las afirmaciones de los otros. Impera, en talescircunstancias, una profunda humildad, lamisma que exige la dimensión de minoridad denuestro carisma. Esta dimensión debe orientary caracterizar las relaciones no sólo con Dios,sino con los hermanos y con el mundo.10. A la luz de su exposición, el misionerofranciscano debe buscar siempre una correctaintegración entre la confianza en el Señor quese revela y la minoridad-humildad en el modode anunciar su presencia. Para vivir bien estarelación siempre tensa el misionero necesitaráfundarse en una vida contemplativa. Sólosi aprendemos a permanecer en el silencio deDios, confesó Fray Tomás, reconoceremoscuándo debemos dejar de lado el lenguaje yelegir el silencio; cuándo será hora de la proclamaciónexplícita y cuándo momento oportunode callar y escuchar. Es la dimensión contemplativala que destruye las falsas imágenesde Dios que estamos tentados a adorar, y la quenos libera de los lazos de la ideología y la arrogancia;y nos muestra el camino propicio. Portanto, quien busca tener éxito en la misión, yade entrada fracasó. Lo que hay que mantener,ya en el silencio o en el anuncio, es el testimoniovivo de la encarnación del Evangelio congestos de empatía y comunión solidaria connuestros pueblos autóctonos. La solidaridades el lenguaje común del Espíritu que todo elmundo entiende sin necesidad de traducción.La minoridad, la vida contemplativa y la acciónsolidaria asisten en el camino respetuosoy procesual que debe transitar el misionero ensu anuncio explícito de Evangelio.11. El presidente de la UCLAF, Fray GustavoRodríguez encaminó los trabajos de modoque pudiéramos acercarnos, debidamente motivados,a un proyecto concreto que desde hacemucho tiempo tiene entusiasmada a la UCLAFy que buscamos formalizar con el aporte de todos.Se trata de un Proyecto integral en defensade la Amazonía. Este proyecto, como vimosen la XX Asamblea de la UCLAF en Bogotá(2008), responde al clamor de un planeta quemuere, de los pobres que pierden progresivamentesus tierras. A través de él, nos unimosa la sociedad civil que privilegia la vida sobrecualquier ideología, a las religiones quecoinciden en ver en la creación la huella máscontundente del misterio que nos sobrepasa, eincluso, al clamor de las generaciones futurasque merecen tener un hogar digno donde vivir.El Proyecto iniciado en la UCLAF fue al Capítulogeneral y fue asumido por toda la Ordenen el mandato capitular No. 24.12. Nuestra XXI Asamblea de la UCLAF,releyó el mandato 24 y estudió las conclusionesy líneas directrices del Seminario realizadoen Iquitos, Perú. Buscó concretar aún más,como se verá en los acuerdos, el Proyecto Integralde Presencia en la Amazonía en tres etapas:sensibilización y promoción, formación yconstitución de presencias y envío. Propuso,además, otras sugerencias que serán enviadasal Gobierno general. Y, finalmente, delegó alConsejo Directivo para que siga muy de cercae implemente todos los pasos para el desarrollode esta propuesta (cf. Acuerdo 1).13. En el camino de las concreciones dentrode nuestra temática principal, la Asambleapropuso encarecidamente que nuestro ConsejoDirectivo incluya en su agenda el tema yapropuesto anteriormente de la formación demisioneros. Ahora bien, no creando una nuevaestructura para dicho propósito, sino apoyándonosen la formación experiencial que brindaráel mismo Proyecto Integral de la Amazoníay la formación especializada (Master enEvangelización) que ofrece nuestro InstitutoFranciscano de Petrópolis (cf. Acuerdo 2). Aestas precisiones hemos arribado luego delestudio del Proyecto de Formación de Misionerospresentado por la Conferencia del ConoSur a través de Fray Ramiro de la Serna. Tambiénse sugerirá a la Secretaría general para lasMisiones y la Evangelización que promuevaun Segundo Encuentro de Misioneros sobre latemática de la misión en un contexto marcadopor globalización y la emergencia del multiculturalismo(cf. Acuerdo 4).14. La historia de 42 años de vida compartidade la UCLAF llevó a formalizar, medianteunos estatutos, la estructura de animación deésta, no en función de sí misma, sino en fun-


334 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2ción de incentivar la fidelidad a nuestra vocacióny de los proyectos evangelizadores que elEspíritu suscita entre nosotros. Los mismos seaprobaron ad experimentum y serán enviadosal Gobierno general para su aprobación (cf.Acuerdo 3). Conforme a estos nuevos estatutos,ha asumido la presidencia de la UCLAF,por el período de cuatro años, la Conferenciadel Brasil, en este momento en la persona deFray Joao Inacio Müller (cf. Acuerdo 7).15. Proyectando la vida de la UCLAF haciael futuro, hemos aprobado que la XXII Asamblease realice en el año 2012, en la Conferenciadel Brasil y optamos por el tema-eje de lavocación, como corazón desde el cual revisarla integridad de nuestra vida, nuestras opcionesformativas, el problema de las crecientesdeserciones y la calidad de nuestro diálogo conun mundo que se nos revela con un rostro multiculturalen tensión con la fuerzas globalizadoras(cf. Acuerdo 5).16. Hemos concluido lo vivido y trabajadodurante estos días con la visita al Santuario deNuestra Señora de los Milagros de Caacupé.Fuimos motivados por la fe entrañable de estepueblo paraguayo a pedirle a la Madre que nossiga mostrando el camino libertador de su Hijo.Durante la eucaristía, presidida por MonseñorClaudio Giménez, pusimos finalmente enlas manos del Dios Amor, nuestras ofrendas:los sueños y empeños de las cuatro Conferencias,que son signo del sí renovado de nuestravocación de hermanos menores en el hoy deAmérica Latina y el Caribe.11. Consigliato di visitare il Sito dell’Ordinedei Frati MinoriFin dalla splash page introduttiva, il nuovosito dell’Ordine dei Frati Minori cerca di metterein atto una grande opera di conciliazionetra• tradizione ed innovazione: simbologiafrancescana ed espressioni latine sono inseritein un contesto di moderna grafica per ilweb con ombreggiature, trasparenze, rilievie pulsanti da premere;• passato e presente: da una parte il fondatoreè accostato ai suoi eredi attuali, dall’altra lapossibilità di accedere al vecchio sito coesistecon quella di entrare nella versionerinnovata del 2010;• culture di lingua differente: il latino delleorigini viene usato accanto ad italiano, inglesee spagnolo, le tre opzioni tra le qualiil visitatore può scegliere per fruire i contenutinella lingua desiderata.Il corpo centrale dell’home page ospita,invece, una ventina di articoli freschissimi riguardantil’ordine francescano a 360°: le novitàprovengono da ogni parte del mondo e sonospesso corredate da documenti di approfondimentoo materiale multimediale illustrativo.Ampio spazio, ai bordi del contenuto principale,è dedicato alla ricerca di attenzioneriguardo alle attuali emergenze umanitarie,attraverso banner colorati ed una photogalleryscorrevole che testimonia l’aiuto direttoofferto dai Frati Minori presso popolazioni indigenti.Non mancano inoltre, come è giusto aspettarsi,sezioni dedicate ad excursus su vita eopere di S. Francesco e su organi direttivi eduffici della curia romana. La nota, assai menoscontata, che il sito è concepito per esserevisualizzato anche su i-phone rammenta l’evidentesforzo continuo dell’ordine di rinnovarese stesso e procedere al passo coi tempi.(siticattolici.it)12. Il messaggio di san Francesco contro ifalsi idoli contemporanei“Anche ad un’osservazione superficiale appareevidente come per parecchi secoli in tuttal’Italia nessun uomo abbia goduto di un amoree di un ossequio così smisurati come il modestoed umile Francesco… Il divino messaggio,tenero e beato, che era giunto sulla terra sottoforma di lui, non si spense con la sua morte.Egli aveva sparso a piene mani un buon seme,e quel seme germogliò e crebbe e fiorì”.Queste parole di Hermann Hesse, l’autore diSiddharta, di Narciso e Boccadoro e di tantialtri celebri testi, oltre che di una deliziosavita di Francesco d’Assisi scritta in gioventù(1904), suscitano la domanda sul perché Francescoabbia lasciato una così profonda improntanel cuore degli Italiani e di tante donnee uomini di ogni latitudine e cultura. La rispostadi Hesse – dal tono piuttosto sentimentalee romantico – contiene un nocciolo preziosodi verità: “Soltanto pochi [come Francesco],in virtù della profondità e dell’ardore del lorointimo, hanno donato ai popoli, quali messaggerie seminatori divini, parole e pensieri dieternità e dell’antichissimo anelito umano…


AD CHRONICAM ORDINIS 335sì che quali astri beati si librano ancora sopradi noi nel puro firmamento, dorati e sorridenti,benevole guide al peregrinare degli uomininelle tenebre”. Per Hermann Hesse Francescoincarna un messaggio capace di dare ragionidi vita e di speranza al cuore di tutti. Anchea quello dell’Italia d’oggi, scossa da una crisiche, prima che economica e politica, è spiritualee morale.Nel tentativo di cogliere questo messaggio,motivando così anche la mia scelta di SanFrancesco quale “personaggio che potrebbe risolverela crisi del nostro Paese”, mi è venutoin aiuto un testimone singolare. Sul tratto autostradaleche collega Roma a Chieti, fra i piùbelli d’Italia per paesaggi e colori, a metà circadella piana del Fùcino, su un colle che un temposi specchiava nel lago, dominato dall’imponentecastello medioevale, sorge Celano,patria del beato Tommaso, seguace e primobiografo di Francesco, che a Celano presumibilmentepassò intorno al 1220. Nella Vita primadi San Francesco d’Assisi, scritta su incaricodi Gregorio IX quale “Legenda” ufficialeper la canonizzazione del Santo e presentata alPapa il 25 febbraio 1229, Tommaso narra conincantevole freschezza la vicenda di Francescosin dai suoi inizi. Colpisce anzitutto la presentazionedel tempo antecedente la conversione:“Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, unuomo di nome Francesco. Dai genitori ricevettefin dall’infanzia una cattiva educazione,ispirata alle vanità del mondo. Imitando i loroesempi, egli stesso divenne ancor più leggeroe vanitoso”. Il giovane Francesco è veramenteuno di noi, così simile a noi nella leggerezzadella vita e dei sogni. Tuttavia, è proprio l’avervissuto questa stagione dell’utopia, impastatadelle fughe in avanti dei desideri e delle pretese,che rende Francesco così largamente umano.È quanto esprime la folgorante risposta diMark Twain alla domanda su dove avrebbevoluto andare dopo la morte: “In paradiso peril clima, all’inferno per la compagnia…”: comea dire che i peccatori suscitano un’immediatasimpatia perché li sentiamo a noi familiari,anche se non può non attrarci la bellezzadel cielo… Francesco ci parla anzitutto perchéparte da quello che ci accomuna tutti: la nostrafragilità, la lista più o meno lunga dei nostri difetti,di cui alcuni – ambizioni, vanità, ricercadell’immagine a prezzo della verità, dipendenzadagli indici di gradimento, leggerezza nelmantener fede agli impegni – ci appaiono cosìdrammaticamente attuali!Avviene però nella vita del giovane di Assisiqualcosa di nuovo e imprevisto: Tommasoda Celano lo narra col tratto tenerissimo di unalettura guidata dagli occhi della fede: “Ma lamano del Signore si posò su di lui e la destradell’Altissimo lo trasformò, perché, per suomezzo, i peccatori ritrovassero la speranzadi rivivere alla grazia, e restasse per tutti unesempio di conversione a Dio”. Al di là di questepoche righe, che già aprono uno squarciosullo sterminato futuro, i fatti ebbero una serrataconsequenzialità: “Colpito da una lungamalattia, egli cominciò a cambiare il suo mondointeriore… non tuttavia in modo perfetto ereale, perché non era ancora libero dai laccidella vanità… Francesco cercava ancora disottrarsi dalla mano divina, accarezzava pensieriterreni, sognava ancora grandi impreseper la gloria vana del mondo”. L’occasione delcambiamento fu di quelle che solleticano anzituttole ambizioni e proprio così espongonoalle delusioni più cocenti: “Un cavaliere di Assisistava allora organizzando preparativi militariverso le Puglie…Saputo questo, Francescotrattò per arruolarsi… Ma, la mattina in cui dovevapartire, intuì che la sua scelta era erronearispetto al progetto che Dio aveva per lui...”.Francesco rinuncia alla spedizione e scegliedi conformare la sua volontà a quella divina:“Si apparta un poco dal tumulto del mondo,e cerca di custodire Gesù Cristo nell’intimitàdel cuore… appronta un cavallo, monta in sellae, portando con sé i panni di scarlatto, parteveloce per Foligno. Ivi vende tutta la merce econ un colpo di fortuna anche il cavallo!”. È il“no” al passato: non ancora, tuttavia, è chiaroa che cosa dovrà dire il suo “sì”. “Sul camminodel ritorno, libero da ogni peso, va pensandoall’opera cui destinare quel denaro… Avvicinandosiad Assisi, s’imbatte in una chiesamolto antica, fabbricata sul bordo della stradae dedicata a San Damiano, in rovina… Vedendolain quella miseranda condizione, si sentestringere il cuore. Incontrandovi un poverosacerdote, con grande fede, gli bacia le maniconsacrate, e gli offre il denaro… rimanendo avivere con lui”.Ciò che è avvenuto all’interno del cuore nonpuò non manifestarsi all’esterno: si prepara lasfida più dura, l’incomprensione e il giudiziodei suoi. “Suo padre venne a conoscenza cheegli dimorava in quel luogo e viveva in quellamaniera. Profondamente addolorato radunòvicini e amici e corse a prenderlo e lo rinchiusein una fossa che era sotto la casa ove rimase


336 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2per un mese intero… Francesco con calde lacrimeimplorava Dio che lo liberasse… Affariurgenti costrinsero il padre ad assentarsi perun po’ di tempo da casa… Allora la madre, rimastasola con lui, disapprovando il metododel marito, parlò con tenerezza al figlio; mas’accorse che niente poteva dissuaderlo dallasua scelta. E l’amore materno fu più forte dilei stessa: ne sciolse i legami lasciandolo inlibertà”. Emerge qui una costante della vitadi Francesco: il ruolo della donna nella suaesistenza. Dapprima, la Madre, tanto tenera,quanto capace di capire. Quindi, Chiara, sorellanell’amore per Cristo e discepola fedelissima.Sempre la Madre di Dio, custode del suocuore. “Frattanto il padre rincasa, e visto ognivano tentativo per distoglierlo dal nuovo cammino,rivolge il suo interesse a farsi restituireil denaro… Allora, impose al figlio di seguirlodavanti al vescovo della città, affinché facessedavanti al prelato la rinuncia e la restituzionecompleta di quanto possedeva. Francesco nonesita per nessun motivo: senza dire o aspettareparole, si toglie le vesti e le getta tra le bracciadi suo padre, restando nudo di fronte a tutti”.Si rivela qui il tratto che rende Francesco fratellouniversale: la rinuncia a ogni possesso e aogni potere, il suo essere nudo e indifeso. Nonsi tratta solo di una scelta di sobrietà, pur cosìimportante e necessaria allora come oggi: èuna logica che appare sovversiva rispetto agliarrivismi ed alle avidità di questo mondo. Nonè l’ “audience” che conta, né il successo o ildenaro, ma la nuda verità di ciò che siamo davantia Dio e per gli altri! Ed è proprio questalibertà dell’essenziale che lo avvicina a tutti elo rende inquietante per tutti!Nel tempo in cui sta a San Damiano, Francescoprega intensamente. Il Crocifisso che èin quella chiesa gli parla: “Va e ripara la miacasa”. In un primo momento Francesco pensadi dover riparare la chiesetta dove si trova;capisce, poi, che Gesù si riferiva alla Chiesatutta intera, che attraversava un periodo contrassegnatoda mondanità e prove. Riportarela Chiesa agli insegnamenti del Vangelo, liberarladalla seduzione delle ricchezze e delpotere, riavvicinarla ai poveri è la missione dicui si sente investito. Comincia la sua nuovavita: “Si reca tra i lebbrosi e vive con essi perservirli in ogni necessità per amor di Dio. Lavai loro corpi e ne cura le piaghe… La vista deilebbrosi gli era prima così insopportabile, chenon appena scorgeva in lontananza i loro ricoveri,si turava il naso. Ma ecco quanto avvenne:nel tempo in cui aveva già cominciato, pergrazia e virtù dell’Altissimo, ad avere pensierisanti e salutari, mentre viveva ancora nel mondo,un giorno gli si parò innanzi un lebbrosoe fece violenza a sé stesso, gli si avvicinò e lobaciò”. Il suo modo di vivere a servizio di Diocominciò ad affascinare i giovani di Assisi, alpunto che vari di loro lo seguirono per servireil Signore. Nei rapporti con gli altri, Francescosegue una regola precisa: “Chi non ama unsolo uomo sulla terra al punto da perdonarglitutto, non ama Dio”. Proprio così comincia adare fastidio: “I potenti di Assisi si videro laloro cittadina svuotata per via di Francesco e,in un momento in cui egli ed i suoi confratellierano in giro per la questua, alcuni uominidi Assisi saccheggiarono la chiesa di San Damianouccidendo un poverello che dimoravain quel luogo. Al ritorno, Francesco fu scossoda profondo dolore al punto da pensare di doverandare dal Papa in persona per chiederese la via che aveva intrapreso per seguire ilCristo fosse errata. Dall’incontro con il Papa,non fu Francesco ad uscirne con consigli edammonimenti, ma furono tutti, il Papa InnocenzoIII compreso, a sentirsi umiliati dallapovertà ed obbedienza di quest’uomo. Daquesto momento tutta la Chiesa fu rinnovata:c’era finalmente qualcuno che riportasse i poveria Cristo”.Francesco si mette alla scuola di Gesù Crocifissoe impara l’umiltà: anche in questo laprovocazione che lancia al nostro presente èbruciante: “Un frate chiede a Francesco: ‘Padre,cosa ne pensi di te stesso?’ ed egli rispose:‘Mi sembra di essere il più grande peccatore,perché se Dio avesse usata tanta misericordiacon qualche scellerato, sarebbe dieci voltemigliore di me’ ”. Lo spogliamento di sé caratterizzeràsempre più il suo cammino: nellaVita seconda di S. Francesco, che Tommasoda Celano stende tra il 1246/1247 per corrispondereall’ingiunzione del Capitolo generaledi Genova “di scrivere i fatti e persino leparole” di Francesco, questo aspetto emergein modo impressionante. “L’ardore del desideriolo rapiva in Dio e un tenero sentimento dicompassione lo trasformava in Colui che volleessere crocifisso. Un mattino, mentre pregavasul fianco del monte, vide la figura come diun serafino, con sei ali tanto luminose quantoinfuocate, discendere dalla sublimità dei cieli:esso con rapidissimo volo, giunse vicinoall’uomo di Dio, e allora apparve l’effige diun uomo crocifisso, che aveva mani e piedi


AD CHRONICAM ORDINIS 337stesi e confitti sulla croce…Il vederlo confittoin croce gli trapassava l’anima… L’amico diCristo, stava per essere trasformato tutto nelritratto visibile di Cristo Gesù crocifisso... Cosìil verace amore di Cristo aveva trasformatol’amante nella immagine stessa dell’Amato”.Gli occhi di Francesco si chiuderanno prestoalla luce del mondo: ma la luce della Sua fedee del Suo amore umile continuerà a risplendere.Non fu la Sua una fuga dal mondo. Se nonavesse amato profondamente questa terra, nonavrebbe composto il Cantico delle creature.La sua è anche una spiritualità del rispetto edell’amore del creato. Tutto in Francesco fumotivato dall’aver compreso qual è la perlapreziosa da cercare ad ogni costo: sobrietà,povertà, tenerissima carità, umiltà, rispetto perogni creatura e per tutto il creato sono volti diquest’unico amore. E non è di esso che ha bisognoanche l’Italia di oggi, come quella delsuo tempo e il mondo intero con lei? “Quandoinfine si furono compiuti in lui tutti i misteri,quell’anima santissima, sciolta dal corpo, fusommersa nell’abisso della chiarità divina el’uomo beato s’addormentò nel Signore. Unodei suoi frati e discepoli vide quell’anima beata,in forma di stella fulgentissima, sollevarsisu una candida nuvola al di sopra di molteacque e penetrare diritta in cielo: nitidissimaper il candore della santità eccelsa e ricolmadi celeste sapienza e di grazia per le quali ilsanto meritò di entrare nel luogo della luce edella pace, dove con Cristo riposa senza fine”.E parla a chiunque voglia ascoltarlo…Mons. Bruno ForteArcivescovo di Chieti-Vasto[ZENIT.org del 21 agosto 2010, riporta l’articolodi Mons. Bruno Forte, apparso su “Il Sole 24Ore” del 15 agosto 2010]13. La nuova edizione critica degli Scritti diFrancesco d’Assisi a cura di Carlo Paolazzi <strong>OFM</strong>Francisci AssisiensisScripta,critice edidit Carolus Paolazzi ofm,Editiones Collegii S. Bonaventurae ad Claras Aquas,Grottaferrata (Roma) 2009, pp. XXII-504.A oltre trent’anni di distanza dalla pubblicazionedegli Opuscula di Francesco d’Assisicurata da fr. Kajetan Esser ofm 1 , una nuovaedizione critica degli «Scritti» del santo di Assisiè apparsa a cura di fr. Carlo Paolazzi ofmper i tipi degli Editori di Quaracchi. L’operarientra nelle iniziative promosse dal Ministrogenerale dell’Ordine dei Frati Minori, fr. JoséRodríguez Carballo, e dal suo Definitorio,che in data 9 luglio 2004 nominava fr. CarloPaolazzi «Responsabile per rivedere l’EdizioneCritica degli Scritti di s. Francesco».Il programma di una semplice «revisione»dell’edizione Esser si è trasformato, man mano,nell’impegno di una nuova edizione critica,preceduta da alcune indagini approfonditesugli autografi 2 , sul lessico 3 e sull’autenticitàdi scritti particolari 4 , e negli anni 2007-2009da una serie di edizioni critiche parziali pubblicatedalla rivista Archivum franciscanumhistoricum 5 . È importante sottolineare subitoche la nuova edizione critica non è per i solispecialisti del pensiero di Francesco e delleorigini francescane: accanto al testo criticolatino con relative introduzioni e apparati, infatti,viene offerta la traduzione italiana corredatada un commento essenziale.Il volume si apre con un’ampia Introduzionegenerale nella quale Paolazzi ripercorrela storia delle edizioni degli Scritti di frateFrancesco, da quella del Wadding del 1623fino alle serie delle edizioni critiche novecentesche:due pubblicate nel 1904 (Lemmens eBoehmer) e due nel 1976 (Boccali ed Esser).Diversamente da quanto aveva fatto KajetanEsser, che aveva disposto i testi in ordine alfabeticodei titoli (scelta che non rispecchiané la cronologia, né i contenuti), la nuova edizionepresenta gli Scripta in tre sezioni, Laudie preghiere, Epistole, Regole e ammonizioni,ciascuna delle quali rispetta, per quanto possibile,l’ordine cronologico di composizione deitesti ed è preceduta da una breve introduzionecomplessiva. Queste scelte hanno due scopifondamentali: intendono aiutare gli studiosi ei lettori a orientarsi dentro gli Scripta di Francesco,assai diversi per contenuti, dimensioni egenere letterario, e nello stesso tempo mettonoin evidenza per fasi successive il rapporto traScritti ed esperienza biografica, che nel casodi Francesco assume sempre un’importanzaparticolare. Ad esempio, è significativo il fattoche la serie degli Scritti editi si apre con la Preghieradavanti al Crocifisso, il testo più anticodi Francesco giunto fino a noi, e si concludecon il Testamentum, dettato dal santo nei giorniprecedenti il suo transito.


338 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Il confronto tra l’edizione Esser 1976 e lanuova edizione 2009 mette in evidenza perprima cosa un dato importante: nelle due edizioniil canone degli Scripta valutati e pubblicaticome autentici rimane inalterato, conla sola aggiunta, nell’edizione Paolazzi, dellaprosa rimata Audite poverelle, per altro giàinserita nell’edizione Esser riveduta da EngelbertGrau 6 . Le differenze con l’edizioneEsser riguardano invece i criteri filologiciutilizzati per la costituzione del testo critico,che di conseguenza nell’edizione Paolazzipresenta una serie significativa di novità testuali.All’edizione Esser venivano, infatti, addebitatialcuni limiti, a cominciare dalla sottovalutazionedelle competenze linguistichedi frate Francesco a fronte di un marcato interventoassegnato agli scrivani-collaboratorinella stesura dei testi. Ma il limite maggiore,a parere generale, è derivato dalla «rinunciametodica a ricostruire l’albero genealogicodei testi a tradizione multipla, per capire dovee quando si sono inserite le innovazionierronee e costituire il testo “a norma di stemma”»,secondo il metodo “lachmanniano”. Inalternativa l’editore Esser, per la scelta tra levarianti e la successiva costituzione del testo,ha deciso di affidarsi a quelle «leggi di sviluppointerno alla storia del testo degli Opuscula»7 da lui più volte illustrate: correzionemetodica da parte dei copisti del falsum latinumdi Francesco; revisione dei testi menonoti ai copisti (come la Regula non bullata),su quelli più noti (Regula bullata e Testamentum);ritocchi causati dal mutamento delcontesto storico e dal desiderio di abbellire lostile 8 . Ora, queste “leggi” hanno sicuramenteinfluenzato la trasmissione dei testi, ma nonnella misura larga e sistematica messa in operadall’edizione Esser.La nuova edizione critica degli Scripta difrate Francesco, programmata per l’VIII centenariodella nascita dell’Ordine dei frati Minorie uscita nel dicembre 2009, è stata condotta«secondo le norme del cosiddetto metodo“lachmanniano”: individuare i rapporti fra itestimoni sulla base di errori-guida monogeneticie di serie parallele di lacune o errori minori;costruire uno stemma codicum o alberogenealogico, che a partire [dall’originale] odall’archetipo ne segua le suddivisioni successive(rami e gruppi, con relativi testimoni);costituire il testo “a norma di stemma”, cioèsulla base della maggioranza stemmatica delletestimonianze (salvo i casi di lectio difficilior,da mettere a testo anche se minoritaria), econfinare in apparato errori d’archetipo, erroricongiuntivi dei subarchetipi e dei capostipiti digruppo, e varianti adiafore rifiutate» 9 .Le novità del testo critico 2009 in rapportoall’edizione Esser sono state raccolte e condensatein massima parte in una sinossi pubblicatarecentemente in Archivum franciscanumhistoricum 10 . Da questo spoglio risultache le novità maggiori riguardano gli autografi(già studiati ed emendati da Attilio BartoliLangeli), la Regula non bullata e i Fragmentaalterius redactionis della Regola non bollata.L’edizione Paolazzi, inoltre, nella redazionedel testo elimina le forme linguistiche classicheggiantiintrodotte da Esser (mihi, nihil; letteregeminate -ae, -oe), conservando la prassiscrittoria medievale testimoniata anche da autorevolidocumenti coevi o molto vicini a frateFrancesco, come la lettera Solet annuere diOnorio III e il codice 338 della Biblioteca delSacro Convento di Assisi.Rispetto alla discussa sezione degli Opusculadictata dell’edizione Esser, quella del2009 distingue giustamente i detti di Francescodalle sue epistole perdute, a cui sono aggiuntequelle inviate al cardinale Ugolino diOstia. In Appendice al volume Paolazzi dedicauna sezione ai “Detti” di frate Francesco(De vera et perfecta letitia; Testamentum Senisfactum, Benedictio fratri Bernardo data)ed un’altra alle “Epistole perdute o dubbie”(Epistole ad Hugonem, episcopum Ostiensem;Epistola fratribus Francie missa; Epistolacivibus Bononiensibus scripta; EpistolaClare et sororibus de ieiunio; BenedictioClare et sororibus in scriptis missa; Epistoladomine Jacobe scripta) rispettando l’ordinedella loro probabile cronologia, e corredandociascun testo di informazioni critiche etestuali.Il volume si chiude con una serie di Indicimolto utili: l’Indice dei luoghi biblici e degliScrittori ecclesiastici; l’Indice dei nomi di personae di luogo; l’Indice tematico con 490 voci(da Abnegatio sui a Votum). Non resta checongratularsi con fr. Carlo Paolazzi, al qualeva tutta la gratitudine di quanti d’ora in poi potrannoaccostarsi agli Scritti di Francesco conla certezza di essere davanti a testi che sono ilpiù possibile vicini a quelli usciti dalla penna edal dettato del frate di Assisi.Marco Guida


AD CHRONICAM ORDINIS 339Note1 K. Esser, Die Opuscula des hl. Franziskus von Assisi.Neue Textkcritische Edition, Editiones CollegiiS. Bonaventurae ad Claras Aquas, Grottaferrata(Romae) 1976.2 C. Paolazzi, Per gli autografi di frate Francesco:dubbi, verifiche, riconferme, in Archivum franciscanumhistoricum 93 (2000) 3-28; ora in C. Paolazzi,Studi su gli “Scritti” di frate Francesco. Prefazionedi A. Menichetti, Editiones Collegii S. Bonaventuraead Claras Aquas, Grottaferrata (Roma) 2006,101-126.3 C. Paolazzi, Gli “Scritti” tra Francesco e i suoiscrivani: un nodo da sciogliere, in Antonianum 75(2000) 481-97, ora in Paolazzi, Studi su gli “Scritti”,81-99.4 C. Paolazzi, Per l’autenticità degli scritti di Francescoalle “pauperes domine”, in Clara claris praeclara.Atti del Convegno internazionale (Assisi, 20-22 novembre 2003), Edizioni Porziuncola, S. Mariadegli Angeli-Assisi 2004, 307-337; ora in Paolazzi,Studi su gli “Scritti”, 127-160; C. Paolazzi, Perl’autenticità della Admonitio XXVII e il lessico difrate Francesco: una risposta a Jan Hoeberichts, inCollectanea franciscana 76 (2006) 475-504.5 C. Paolazzi, La “Regula non bullata” dei FratiMinori (1221): dallo “stemma codicum” al testocritico, in Archivum franciscanum historicum 100(2007) 5-148; C. Paolazzi, Le Epistole maggiori difrate Francesco. Edizione critica ed emendamenti aitesti minori, in Archivum franciscanum historicum101 (2008) 3-154; C. Paolazzi, Le Admonitiones difrate Francesco. Testo critico, in Archivum franciscanumhistoricum 102 (2009) 3-88.6 K. Esser, Die Opuscula des hl. Franziskus von Assisi.Neue, erweiterte und verbesserte Auflage besorgtvon E. Grau, Editiones Collegii S. Bonaventurae adClaras Aquas, Grottaferrata (Romae) 1989.7 C. Paolazzi, Introduzione generale a Francisci AssisiensisScripta, 9.8 Cfr. Esser, Die Opuscula, 56-60.9 Paolazzi, Introduzione generale, 18-19.10 C. Paolazzi, Novità nel testo critico degli Scripta diFrancesco d’Assisi in rapporto all’edizione Esser,in Archivum franciscanum historicum 102 (2009)353-390.[Frate Francesco, Rivista di cultura francescana, Anno76, Nuova Serie, Aprile 2010, n. 1, pp. 283-286]14. Notitiæ particulares– Fr. Marko Semren, della Provincia <strong>OFM</strong>della S. Croce, Sarajevo, è stato nominatoda Benedetto XVI Vescovo Ausiliare dellaDiocesi di Banja Luka, in Bosnia/Erzegovina,assegnandogli la sede titolare vescoviledi Abaradira.(L’Osservatore Romano, 16 luglio 2010)Breve nota biogaficaFr. Marko è nato il 19 aprile1954 a Bila, inBosnia ed Erzegovina. È entrato in Noviziatoil 15 luglio 1973, ha emesso la professionetemporanea il 10 luglio 1974. Ha compiutogli studi di filosofia e teologia presso l’IstitutoFrancescano di Sarajevo, con un intervallo(1974-1975) per il servizio militare. Ha emessola professione solenne il 13 aprile 1980 edè stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1981.Successivamente ha studiato presso la PontificiaUniversità Antonianum in Roma, dovenel 1986 ha conseguito il dottorato in Spiritualitàfrancescana. Dopo il ritorno in Provinciaha ricoperto diversi incarichi: Maestro deiNovizi e degli Studenti francescani in diversiconventi; Padre spirituale e Vicario pressol’Istituto Teologico francescano di Teologia aSarajevo; Parroco nella parrocchia di Livno eVicario foraneo. Attualmente era Guardianodel Convento francescano di Gorica-Livno eDocente presso l’Istituto Teologico Francescanodi Sarajevo.– Fr. Francis Xavier Yu Soo-il, della Provincia<strong>OFM</strong> dei Ss. Martiri della Corea, èstato nominato da Benedetto XVI OrdinarioMilitare in Corea.(L’Osservatore Romano, 17 luglio 2010)Breve nota biogaficaFr. Francis Xavier Yu Soo-Il è nato a Nonsan,Diocesi di Daejeon, il 23 marzo 1945. Nel1975 è entrato in Noviziato e il 27 febbraio1975 ha emesso la professione temporanea.Ha compiuto gli studi in preparazione al sacerdozionel Seminario Maggiore di Seoul. Haemesso la professione solenne il 21 febbraio1979, è stato ordinato sacerdote il 25 febbraio1980.Ha frequentato l’Università civile di Seoul,laureandosi in Scienze dell’Educazione. Inoltreha conseguito un “Master” in Teologia Spiritualepresso la St. Bonaventure University,U.S.A.È stato Vicario parrocchiale a Syryundong,Diocesi di Suwon; Parroco di Chilam-dong,Diocesi di Masan; Ministro Provinciale (1991-1997), Presidente dell’Unione dei SuperioriMaggiori di Corea (1993-1995), DefinitoreGenerale dell’Ordine a Roma (1997-2003).Terminato il servizio di Definitore generale è


340 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2ritornato in Provincia, svolgendo il servizio diAssistente Spirituale e di Guardiano della Fraternitàdi Seoul. Attualmente era Vicario nellaCasa di formazione <strong>OFM</strong> a Seul.nominato da Benedetto XVI Prelato Uditoredel Tribunale della Rota Romana, finoraOfficiale della Congregazione per il Clero.(L’Osservatore Romano, 12 agosto 2010)– Fr. Settimio Maroncelli ofm, Professoredi Diritto Canonico presso la PUA, è stato


BIBLIOGRAPHIALibri– Antonelli Angelo - Barbaresi Aurelio -Bellonci Leonardo - Trojani Stefano, S.Francesco in Diocesi. I luoghi francescanidel bacino: Fabriano-Sassoferrato-Genga-Cerreto d’Esi-Matelica, Tipolitografia Fabrianese,Fabriano 2010, pp. 306.– B. Ioannis Duns Scoti, Opera Omnia, Studioet Cura Commissionis Scotisticæ ad fidemcodicum edita, XII, Typis Vaticanis,Civitas Vaticana MMX, pp. 547.– Bottini Giovanni Claudio - Luca Massimo(a cura di), Michele Piccirillo francescanoarcheologo tra scienza e provvidenza, EdizioniTerra Santa, Milano 2010, pp. 182.– Cacciotti Alvaro - Melli Maria - PizzoMarco (a cura di), San Francesco, culturae spiritualità del Santo Patrono d’Italia.Catalogo della mostra a Roma (Basilica S.Maria in Aracoeli, Convento S. Bonaventuraal Palatino) e ad Acilia (Parrocchia SanLeonardo da Porto Maurizio): 14-18 luglio2010, pp, 253.– Canali Paolo - Giorgi Rosa, San Francescoa Milano: guida ai luoghi francescanidella città, Edizioni Biblioteca Francescana,Milano 2010, pp. 84.– Durighetto Claudio, I Monasteri di Monacheassociati agli Ordine Mendicanti (can614), Studi Giuridici LXXXVIII, LibreriaEditrice Vaticana, Città del Vaticano 2010,pp. 348.– Febbraro Antonio - Pizzileo Giuseppina (acura di), Raffaello Pantaloni pittore francescano(1888-1952), Pinacoteca d’ArteFrancescana Fulgenzio, Lecce, Editrice Salentina2010, pp. 179.– Giovannetti Ottaviano, Memorie dallaValdinievole, Tipografia GF press, Pistoia2009, pp. 191.– Giovannetti Ottaviano, Memorie Francescanedella Lunigiana e della Lucchesia,Tipografia Pegaso in Firenze, Firenze2009, pp. 638.– Mandolini Giancarlo, Un santo, una chiesa,una fraternità. Sant’Antonio di Padovain Falconara Marittima, TeconostampaEdizioni, Ostra Vetere 2010, pp. 144.– Niemier Roch, In the footsteps of Francisand Claire, St. Anthony Messenger Press,Cincinnati, Ohio, 2006, pp. 207.– Serafin de la Cruz, The day Jesus died. AStory of the Passion with Interactive Reflection.Foreword by Cardinal Gaudencio B.Rosales, archbishop of Manila. Publishedby Katha Publishing Co., Inc., Makati City,Philippines, 2009, pp.129.


NECROLOGIA1. Anno 2009 mortui sunt* 1 luglio 2009: Bruno Fr. Paolino, Giovanni,nato a Casalbore, della della Prov. Samnito-Hirpiniæ S. Mariæ Gratiarum, Italia. Dottorein Missiologia presso la Pontificia UniversitàGregoriana di Roma; dal 1968 al 1992fu chiamato a reggere il Centro MissionarioNazionale a Roma; rientrato in Provincia,fu docente allo Studio Teologico “Madonnadelle Grazie” di Benevento e agli ISSRdi Benevento ed Avellino. Giornalista edopinionista, fu Direttore-Redattore del settimanale“Frontiere 2000” dell’Archidiocesidi Benevento e, per molti anni del nostrotrimestrale “Voce Francescana”, pubblicandoalcuni libri di attualità e collaborando alperiodico dehoniano “Presenza Cristiana”. Èmorto a Benevento all’età di anni 88, di vitafrancescana 72 e di sacerdozio 64.* 14 novembre 2009: Manno Fr. Ambrogio,Giacomo, nato a Ceppaloni, della Prov.Samnito-Hirpiniæ S. Mariæ Gratiarum,Italia. Conseguito il dottorato in Filosofiapresso il PAA di Roma, quello in LettereClassiche presso “La Sapienza” di Roma ein Filosofia presso l’Università di Napoli, sidedicò totalmente agli studi e all’insegnamentonei nostri studentati, nelle Facoltàteologiche e, come ordinario di Filosofia,nelle Università statali di Salerno, Napoli(Federico II), Lecce, Bari e Cassino. Fondatoree Direttore del Centro Studi del Sannio,ha ideato e sostenuto la rivista “Progressodel Mezzogiorno”; da ultimo, ha istituito aBenevento, con l’affiliazione all’Universitàdi Bari, la Scuola di Perfezionamento postUniversitario in Bioetica. Numerose le operee gli articoli scientifici da lui pubblicati.È morto a Benevento all’età di anni 90, divita francescana 74 e di sacerdozio 67.2. Anno 2010 mortui sunt* 7 marzo 2010: Dore Fr. Bernardine, PatrickFrancis, nato a Camas, della Prov.Hiberniæ, Irlanda. Dopo gli studi a Lovanioe presso l’Antoniano di Roma è stato ordinato1936.Per 10 anni svolse il suo ministeroin vari conventi dell’Irlanda; poi, andò inmissione in Sud Africa, dove rimase per 50anni. È tornato in Irlanda nel 2001. È mortoa Multyfarnham all’età di anni 98, di vitafrancescana 79 e di sacerdozio 73.* 13 marzo 2010: Fierli Fr. Ezio, nato a Sinalunga,della Prov. Tusciæ S. FrancisciStigmatizati, Italia. È morto nell’Infermeriaprovinciale di Fiesole all’età di anni 90, divita francescana 74 e di sacerdozio 67.* 14 marzo 2010: Crowley Fr. Walter, FinbarrOliver, nato a Cork, della Prov. Hiberniæ,Irlanda. Ha svolto il suo ministeroin varie Fraternità ed è stato Guardiano piùvolte. È morto a Cork all’età di anni 89, divita francescana 71 e di sacerdozio 63.* 21 marzo 2010: Ramírez Vargas Fr.Alejandro Rubén, nato a Lima, Perù, dellaProv. Fluvii Platensis Assumptionis BMV,Argentina. È morto nella Casa San MiguelArcángel, Tucumán, akk’età di anni 78, divita francescana 50 e di sacerdozio 44.* 7 aprile 2010: Chiocchi Fr. Damiano, Armando,nato ad Alseno, della Prov. BononiensisChristi Regis, Italia. Ha ricopertoil servizio di Guardiano presso il Conventodi Sant’Antonio in Bologna dal 1955 al1958, presso la Fraternità “Domus Pacis”in Bologna dal 1967 al 1970, presso l’Eremodi Montepaolo dal 1982 al 1991 e dal1994 al 1997. Maestro dei Professi temporaneipresso il Convento di Santa Maria diCampagna in Piacenza dal 1961 al 1964.Dal 1952 al 1991 è stato nominato ViceCommissario di Terra Santa più volte, intraprendendodiversi viaggi in Israele e inTurchia, producendo diapositive e tenendosiaggiornato nelle discipline bibliche. Hamesso a frutto le proprie ricerche in campobiblico soprattutto nella predicazione e nellaformazione a diversi Istituti femminili. Èmorto a Bologna all’età di anni 88, di vitafrancescana 72 e di sacerdozio 64.


344 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2* 24 aprile 2010: Oviedo Fr. Miguel Angel,nato a S. Pedro, Córdoba, della Prov. FliviiPlatensis Assumptionis BMV, Argentina. Èmorto nella Casa Materna, Buenos Aires,all’età di anni 95, di vita francescana 76 edi sacerdozio 69.* 26 aprile 2010: Castells Fr. José Valentín,nato a La Dormida. Mendoza,dellaProv. Flivii Platensis Assumptionis BMV,Argentina. Guardiano ed Economo dellaFraternità S. Francisco Solano, Assistentespirituale del Collegio San Francisco deAsís in Santiago del Estero, Catechista nelCollegio San Buenaventura in Mendoza. Èmorto nella Casa S. Francisco Solano, Santiagodel Estero, all’età di anni 72 e di vitafrancescana 49.* 28 aprile 2010: Grings Fr. Agostinho,Willibaldo, nato a Linha Imperial, NovaPetrópolis, della Prov. S. FrancisciAssisiensis, Brasile. È stato Professorenel Seminario minore (1941-1950; 1957-1962), Segretario provinciale (1950-1957;1966-1969), Rettore del Seminario minore(1962-1966). Inoltre si è dedicato alla pastoraleparrocchiale (1969-1990) e alla pastoraledella salute (1991-2001). È morto aLar Monte Alverne, Porto Alegre, all’età dianni 92, di vita francescana 76 e di sacerdozio69.* 12 maggio 2010: García Merino Fr. Pablo,nato ad Escarabajosa de Cabezas, della Prov.Castellanæ S. Gregorii Magni, Spagna. Hasvolto il suo servizio in varie Fraternità:Pastran, 1952-1953; Arenas, 1953-1957;Consuegra, 1957-1962; Ávila, 1962-1973;Roma, 1973-1991; Ávila, 1991-2010, dovetrascorse gli ultimi 19 anni dedicandosi allasagrestia. È morto ad Ávila all’età di anni 84e di vita francescana 58.* 12 maggio 2010: Cecchini Fr. Giulio,Francesco, nato a Tenerano, della Prov.Liguriæ Ss. Cordis Mariæ, Italia. Per 45 anniha svolto il suo ministero nel conventodi Sarzana dove è stato anche il primo parroco.Dal 1997 residente a La Spezia conmansione di parroco presso l’ospedale localee dal 2006 nel convento S. Francesco.Ha saputo rispondere alla chiamata con fedeltàe dedizione usando parresia ed ironianelle situazioni di difficoltà. È morto a Brugnatoall’età di anni 91, di vita francescana72 e di sacerdozio 66.* 14 maggio 2010: Poland Fr. Costans, Johannes,nato a Nieuwe Niedorp, della Prov.Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Haservito i Fratelli in vari luoghi come cuoco.È morto a Weert all’età di anni 88 e di vitafrancescana 70.* 15 maggio 2010: Indico Fr. Francesco,nato ad Agugliana di Montebello (VI), dellaProv. Venetæ S, Antonii Patavini, Italia.Il suo ministero e la sua figura sono legatiall’Ospedale Civile di Monfalcone, dovegiunse nel 1966 e vi dimorò per 24 anni,vivendo il tempo più lungo, intenso e riccodella sua vita di frate minore e sacerdote.Appena arrivato nel 1968, fu nominato curato,incaricato diocesano per il coordinamentodell’assistenza spirituale ospedaliera,nel 1969 Consulente Ecclesiastico UnioneCattolica Infermieri e nel 1971 rappresentantedell’Ordine nella Consulta CEI perl’assistenza religiosa negli Ospedali. Svolseanche il servizio di parroco, prima ad AllegheS. Maria delle Grazie (1990-92) e poia Padova S. Francesco (1995-2000), deditoa varie attività: pastorale, catechesi, annuncio,visita agli ammalati,ecc. Nelle comunitàa lui affidate ha operato il bene e si è fattovoler bene, riconoscendo anche i suoi limitiche egli stesso francescanamente ammettevacon una certa ironia e sapienza. È mortonell’Ospedale di Padova all’età di anni 84, divita francescana 65 e di sacerdozio 57.* 20 maggio 2010: Di Virgilio Fr. Virgilio,Felice, nato a Pollutri, della Prov. AprutiorumS. Bernrdini Senensis, Italia. Laureatoin Lettere all’Università Cattolica di Milanoè stato insegnante, Preside della Scuolamedia statale di Popoli, Direttore della PiaOpera Fratini e della “Squilla dei Fratini”,Assistente Provinciale e locale dell’OrdineFrancescano Secolare, più volte Guardianoe Definitore, Vicario Provinciale fino al2004 e Ministro Provinciale fino al 6 maggio2010. Il 20 maggio 2010, solennità diSan Bernardino, mentre si recava a L’Aquilaper la solenne celebrazione in onore delSanto da lui particolarmente venerato, acausa di un gravissimo incidente automobilistico,dopo circa 10 ore di sopravvivenza,è tornato alla Casa del Padre. Aveva con-


NECROLOGIA 345celebrato l’Eucaristia la mattina, presso laChiesa del Convento di Tocco Casauria,al quale era particolarmente legato e, pocoprima di spirare, ha ricevuto i conforti religiosidal Ministro provinciale, Fr. CarloSerri. Ha lasciato il ricordo di una personaretta, animata dalla fede sincera e da unafiliale devozione alla Madonna del Paradiso.Con sofferenza e sacrificio ha cercato dianimare la Provincia in momenti di grandidifficoltà, compreso il sisma del 2009 e,nonostante la salute malferma, ha compiutocon nobile dedizione il mandato affidatogli.Il suo culto delle nostre radici si è espressoin apprezzate pubblicazioni, unitamentea articoli ed opuscoli di spiritualità. LaVergine Immacolata che egli, con il soavetitolo di Patrona dell’Ordine e Porta delParadiso, amava invocare al termine dellesue lettere e delle sue omelie, gli ottengadi gioire della visione Beatifica del Signore,la cui Misericordia egli frequentementeonorava con la recita della Coroncina dellaDivina Misericordia, da lui prediletta. Èmorto a L’Aquila all’età di anni 76, di vitafrancescana 59 e di sacerdozio 51.* 20 maggio 2010: Fornasier Fr. Domenico,Fioravante, nato a Cecchini di Pasiano,della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.Nella sua vita religiosa lo stile del frateminore si è reso concreto ed evidente nelservizio molteplice e laborioso offerto invari luoghi della Provincia. Ovunque egliha lasciato un piacevole ricordo. Dal 1971al 1986 dimorò a Roma, presso il CollegioInternazionale S. Antonio, mettendo la suapersona a servizio dell’Ordine. Fu segretariopersonale di Fr. Carlo Balić; svolse variservizi per la Commissione Scotista, perl’Accademia Mariana e si dedicò all’assistenzadella Basilica S. Antonio. Nei 24 annitrascorsi nell’Infermeria di Saccolongo,dove giunse nel 1986, a suo modo e comepoteva, le sue passioni sono sempre stateGesù, la preghiera, la frequenza abituale inchiesa e poi ancora: la gente, ogni persona,chiunque incontrava; a tutti egli rivolgevaqualche parola, un saluto, un sorriso, perentrare in relazione. È morto nel conventoSacro Cuore di Saccolongo all’età di anni100 e di vita francescana 82.* 21 maggio 2010: Paolozzi Fr. Tommaso,Rocco, nato a Colle S. Magno, della Prov.Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Ha vissutoper circa 30 anni come Terziario Oblato,dimorando nel convento di S. Francescod’Ischia svolgendo l’umile servizio di questuante.Nel 1997, dopo aver compiuto ilNoviziato, ha emesso la Professione solennenel nostro Ordine. Ha vissuto gli ultimisei anni della sua vita, presso il Santuariodi S. Antonio in Teano, accogliendo i tantidevoti del Santo di Padova e sapendo essereper tutti un consolatore. Molte persone gliaffidavano le loro ansie e le loro speranze,e a ciascuno offriva una parola buona e larassicurazione della sua preghiera. Era dotatodi un grande senso di appartenenza allaProvincia. Riusciva a sdrammatizzare ognicosa attraverso il suo senso dell’humor. Èmorto nel Convento S. Antonio di Teanoall’età di anni 74 e di vita francescana 54.* 25 maggio 2010: Scott Fr. Kenny, Thomas,nato ad Oakland, California, della Prov. S.Barbaræ, USA. È morto ad Oakland all’etàdi anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio51.* 26 maggio 2010: Tomičič Fr. Tomislav,Mato, nato a Buselji, della Prov. S. Crucis,Bosnia/Erzegovina. Ha serviti i Fratelliin vari Conventi della Provincia. È morto aFojnica all’età di anni 74 e di vita francescana50.* 28 maggio 2010: Miglioranza Fr. Franceschino,Edoardo, nato a Belvedere di Villaga,della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,Italia. Nel 1955 fu inserito a S. Francescodella Vigna, dove dimorò per oltre 40 anni.Da subito fu assegnato alla Curia provincialee ricevette l’incarico di aiuto segreteria,archivista, servizio che svolse fino al1989 e cronologo provinciale. Nell’ottobredel 1959 conseguì il diploma in Paleografialatina, Archivistica e Diplomatica. Nel1966 divenne Vice segretario provinciale e,dal 1989 al 1998, fu Segretario provinciale,ufficio che svolse con diligenza, passione,competenza e operosità. Il suo caratteremanifestava un cuore magnanimo, disponibilee attento. Uomo di poche parole, spessomisurate, all’occorrenza non gli mancavala battuta giusta e puntuale. Nonostantei molti servizi a livello provinciale, non hatrascurato il ministero sacerdotale, svolgendosoprattutto il ministero della riconcilia-


346 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2zione a favore delle Suore di vari Istitutireligiosi e delle Sorelle Clarisse. Dal 1998al 2007 visse a Gemona, Guardiano dellafraternità. Trascorse poi due anni a Mottadi Livenza, svolgendo un generoso e fedeleservizio. È morto nel Convento Sacro Cuoredi Saccolongo all’età di anni 80, di vitafrancescana 63 e di sacerdozio 55.* 2 giugno 2010: Guillerm Fr. Godefroy, Jean-Marie,nato a Plouescat, della Prov. B.Pacifici, Francia. È morto ad Orsay all’etàdi anni 91, di vita francescana 71 e di sacerdozio61.* 5 giugno 2010: Gaskin Fr. Matthew L., natoa Buffalo, della Prov. Ss. Nominis Iesu,USA. È morto a Ringwood all’età di anni88, di vita francescana 64 di sacerdozio 60.* 6 giugno 2010: De Filippis Fr. Vincenzo,Domenico, nato a Bitritto, della Prov. ApuliæS. Michaëlis Archangeli, Italia. È mortonel Santuario Beato Giacomo da Bitettoall’età di anni 67, di vita francescana 49 e disacerdozio 40.* 9 giugno 2010: Goor Fr. Paul, nato adAachen, Germania, della Prov. S. MariæReginæ Sinarum, Taiwan. Dopo l’Ordinazionesacerdoztale ed un corso di inglesenegli USA, nel 1964 è andato in missione aTaiwan. Dal 1069 al 1980 è stato Superioredella Missione. Nel 1983 ha contribuito afondare una nuova missione a Kaohsiung.Nel 1999 è tornato in Germania, svolgendoil suo lavoro ad Hermeskeil e a Mönchengladbach.Nel 2001 è di nuovo a Taiwan.dove ha svolto il suo ministero nell’Ospedalee nel carcere di Kaohsiung. Si è incardinatoin quella Provincia. È morto a Kaohsiung,Taiwan, all’età di anni 80, di vitafrancescana 63 e di sacerdozio 58.* 13 giugno 2010: Theiss Fr. Ivo, nato a Gaspar,della Prov. Immaculatæ ConceptionisBMV, Brasile. Ha dedicato tutta la sua vitasacerdotale alla pastorale parrocchiale, dedicandosiin modo particolare alla pastoralefamiliare. È morto a Blumenau all’età dianni 69, di vita francescana 49 e di sacerdozio43.* 14 giugno 2010: Cantore Fr. Simplicio,Renato, nato a Potenza, della Prov. Salernitano-LucanæImmaculatæ ConceptionisBMV, Italia. È morto nel Convento S. Mariadel Sepolcro di Potenza all’età di anni86, di vita francescana 64 e di sacerdozio60.* 14 giugno 2010: Kawaletz Fr. Donatus,nato a Zabrze, della Prov. Saxoniæ S. Crucis,Germania. Durante la guerra avevacontratto una grave malattia. Riacquistatala salute, è stato Cappellano delle BarmherzigenSchwestern, vicino a Deggendorf,Padre spirituale del Seminario minore diKönigstein, Prefetto a Hildsheimer, di nuovoPadre spirituale nel seminario maggiore,Confessore nella Cattedrale di Hildesheimer.Dal 1987 è stato trasferito nel Conventodi Paderborn. Gli ultimi anni di vitali ha vissuti a Dortmund. Era molto apprezzatodalla gente come Confessore e comeConsigliere spirituale. È morto a Dortmundall’età di anni 98, di vita francescana 76 e disacerdozio 70.* 21 giugno 2010: Stjepanović Fr. Franjo,nato ad Ulice, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È morto a Brčko all’età di anni71, di vita francescana 49 e di sacerdozio 42.* 23 giugno 2010: Plottek Fr. Klaudiusz,Józef, nato a Sukowice, della Prov. S. Hedvigis,Polonia. È morto a Gliwice all’età dianni 59, di vita francescana 35 e di sacerdozio28.* 24 giugno 2010: Ramos Martínez Fr. Gustavo,Gabino, nato ad El Paso Real, dellaProv. Ss. Petri et PAuli de Michoacán, Messico.È stato Ministro provinciale, Visitatoregenerale in due occasioni nei Paesi delCono Sur, Guardiano più volte, Commissarioprovinciale di Terra Santa, Rettore delSeminario minore Pio Mariano, Assistenteprovinciale dell’OFS. Si distinse per la suacapacità di ascolto, per il suo amore all’Eucaristia.È morto a Celaya all’età di anni 77,di vita francescana 53 e di sacerdozio 46.* 24 giugno 2010: Melan Fr. Giuseppe, natoa Dese di Favaro Veneto, della Prov. VenertæS. Antonii Patavini, Italia. La sua vitadi frate minore e di sacerdote fu caratterizzatadall’apostolato nel mondo del lavoroe nella pastorale parrocchiale. Dal 1986 al1989 visse a Padova e ricoprì l’incarico di


NECROLOGIA 347Segretario provinciale per l’evangelizzazionemissionaria, settore in cui continuòa lavorare come Vice Segretario anche neitre anni successivi, a Monselice. Nel 1994chiese e ottenne di partire per la GuineaBissau. Trascorse i primi anni a fianco delVescovo Settimio Ferrazzetta, lavorando inepiscopio e contribuendo in modo particolarealla realizzazione del seminario. Inoltresi impegnò a realizzare l’ambulatoriopediatrico “Mattia” con l’annessa residenzadelle Suore, struttura inaugurata nel 2001 ecompletata qualche anno dopo con la costruzionedi una “escola materna infantil”a Contum-Madina. A causa della salute nel2004 rientrò in Provincia. Dal 2004 al 2007visse a Gemona e negli ultimi tre anni aTreviso. È morto nell’Ospedale di Trevisoall’età di anni 79, di vita francescana 61 e disacerdozio 54.* 2 luglio 2010: Smolders Fr. Erasmus, Jan,nato a Sint-Lambrechts-Herk, della Prov.S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Fu Professoredi Religione in più luoghi, Assistentedell’OFS nel convento di Hasselt, Assistentedel Vice-Postulatore, Maestro di Coro.Ha lavorato intensamente per il Signore,soprattutto a servizio della liturgia. È mortoad Hasselt all’età di anni 81, di vita francescana60 e di sacerdozio 54.* 4 luglio 2010: Baiocco Fr. Pasquale, Luigi,nato a Montecastrilli, della Prov. SeraphicæS. Francisci Assisiensis, Italia. Havissuto con gratitudine e gioia la sua vocazionefrancescana e sacerdotale. In particolareha dedicato moltissimi anni della suavita nel settore della formazione e, poi, neidiversi Santuari francescani di Assisi. Moltostimato ed apprezzato anche per la misericordiacon cui ha svolto il suo serviziocome confessore, soprattutto negli ultimianni della sua vita. È morto nell’Infermeriaprovinciale di Santa Maria degli Angeliall’età di anni 87, di vita francescana 70 e disacerdozio 63.* 6 luglio 2010: Mearelli Fr. Edoardo, Alfredo,nato a S. Secondo, della della Prov.Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia.Ha svolto numerosi servizi durante la suavocazione francescana e sacerdotale. Ricordatodai frati e dalla gente come uomogiusto, che ha cercato di vivere fino in fondola fede cristiana e di testimoniare e annunciandol’amore di Dio che si dona sinoalla fine. In particolare, oltre ad essere statoa lungo presso il Convento di Sferracavallodi Orvieto, ha servito la Chiesa e laProvincia nel campo dell’insegnamento edella formazione. È morto nell’Infermeriaprovinciale di S. Maria degli Angeli all’etàdi anni 90, di vita francescana 74 e di sacerdozio66.* 6 luglio 2010: Koeng Fr. César Roberto,Augusto, nato a Fragoso, della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, Brasile. Èmorto a Curitiba all’età di anni 68, di vitafrancescana 49 e di sacerdozio 43.* 6 luglio 2010: Baruta Fr. Benvenuto,Luigi, nato a Castionetto di Chiuro, dellaProv. Pedemontanæ S. Bonaventuræ, Italia.La sua presenza è legata al convento diIntra/Orta, ove si prodigò nel ministero trale nuove generazioni e a servizio di tanteFraternità OFS del Cusio e del Verbano.Su incarico del Vescovo, svolse con dedizionee sapienza il ministero di esorcista. Èmorto nell’Infermeria provinciale di Torinoall’età di anni 87, di vita francescana 68 e disacerdozio 61.* 7 luglio 2010: Niele Fr. Willibrord, Nicolaas,nato a Hoogwoud, della Prov. Ss.Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È statoun eccellente ed accogliente cuoco in varieFraternità. È morto a nell’Ospedale di Leidenall’età di anni 89 e di vita francescana59.* 8 luglio 2010: Celis Fr. Hildwien, Julien,nato a Berlaar, della Prov. S. Ioseph SponsiBMV, Belgio. Missionario in Congo(Katanga) e nel Senegal fino alla fine dellasua vita. Un vero pastore, molto sensibileai bisogni della popolazione in difficoltà.Con un grande spirito di iniziativa, costruìuna sala parrocchiale, una canonica ed unascuola. È morto ad Edengem all’età di anni81, di vita francescana 62 e di sacerdozio56.* 11 luglio 2010: Mons. Bernardino RiveraAlvarez <strong>OFM</strong>, Elia, nato a Potosí, Bolivia,il 1° gennaio 1925. Conobbe i Francescanipresenti a Potosí nel secolare convento“S. Francesco”. A quindici anni entrò nella


348 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Fraternità Francescana nel Collegio di Tarija,dove fece anche l’anno di Noviziato nel1943. Nel 1948 fece la Professione solennenella Provincia Toscana dei Frati Minori.Fu ordinato sacerdote il 30 settembre 1955.Lo stesso anno fu assegnato alla casa di Potosí,dove ricoprì vari incarichi sia di governo(Guardiano, Vicario, Economo del convento)sia pastorali (Direttore del CollegioFrancescano, Vice Direttore delle Scuole diCristo, Assistente OFS, Cappellano militare).Il 27 novembre del 1976 fu nominatoVescovo titolare di Mutugenna e Ausiliaredi Mons. Bernardo L. Fey Schneider, Vescovodi Potosí. È rimasto Vescovo Ausiliaredi Potosí fino al 2000, quando, accettatele sue dimissioni, ha ripreso il suo francescanoservizio presso il Convento di SanFrancesco. È morto a Potosí all’età di anni85, di vita francescana 66, di sacerdozio 55e di episcopato 34.* 14 luglio 2010: Nicastro Fr. Thomas More,Armand, nato a Brooklyn, della Prov.Innaculatæ Conceptionis BMV, USA. Èmorto presso Colombia Memorial Hospital,Hudson, all’età di anni 94, di vita francescana74 e di sacerdozio 68.* 14 luglio 2010: Buljan Fr. Tomo, nato aKablići, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina.È stato Vice Parroco e Parrocoin vari conventi della Provincia. È morto aSućuraj all’età di anni 69, di vita francescana50 e di sacerdozio 43.* 14 luglio 2010: Turcotte Fr. Gentil, Vincent,nato a Gentilly, della Prov. S. IosephSponsi BMV, Canada. Dopo essere statoProfessore di latino per circa 12 anni nelSeminario minore di Trois-Rivières, hasvolto il suo ministero in varie Parrocchie,prima come Vicario parrocchiale e poi comeParroco. Dal 1990 è stato Vice Postulatoredella causa di beatificazione di FédéricJanssoone e Direttore del centro Frédéric-Janssoone. È morto nel convento di Trois-Rivières all’età di anni 82, di vita francescana62 e di sacerdozio 55.* 14 luglio 2010: Corrà Fr. Ildefonso, Gaetano,nato a Montecchia di Crosara, dellaProv. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.Esercitò il ministero pastorale in vari luoghi,tanto che amava definirsi “un girovagofrate” e soprattutto svolgendo moltepliciattività che lo hanno visto impegnato in tipografia,economato, direzione delle casedi Asiago e Roana, raccolta del ferro, viagginell’ex Jugoslavia… Ha avuto un cuoregrande, che ha saputo manifestare in tanteoccasioni, e delicato, capace di commuoversie di parlare con la dolcezza e l’immediatezzadella poesia. È morto nell’Ospedaledi Padova all’età di anni 83, di vita francescana62 e di sacerdozio 55.* 16 luglio 2010: Pitassi Fr. Tarcisio, natoa Lovaria di Pradamano, della Prv. VenertæS. Antonii Patavini, Italia. Dopo esserestato per alcuni anni nel Collegio serafico,ritornò in famiglia e si inserì nel mondo dellavoro. Esercitò la professione di pittoreedile, senza trascurare di coltivare la preghierae la partecipazione alla vita parrocchiale.In età matura riemerse con forza lavocazione alla vita religiosa. Terminato ilnoviziato, visse per un anno nel convento diLonigo e poi per due anni a Chiampo, dovesvolse con generosità il servizio di addettoalla Grotta. Nel settembre del 1990 si trasferìa S. Vito al Tagliamento, dove visseil resto della sua vita a servizio del Santuariodi Madonna di Rosa. Disponibile alla“grazia del lavoro”, ha sempre svolto conamore e passione il suo compito di sacrestano,curando con meticolosità la puliziae l’ornamento del Santuario. Si distinse perl’accoglienza dei pellegrini e la gentilezzae cordialità con cui si rapportava con le persone,con chiunque lo avvicinasse in chiesao fuori. È morto nel Convento Sacro Cuoredi Saccolongo all’età di anni 85 e di vitafrancescana 23.* 17 luglio 2010: Karlović Fr. Krešimir,Blaž, nato a Donja Dubica, della Prov.S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. Dal 1979al 1982 è stato Definitore provinciale. Hasvolto, soprattutto, il ministero parrocchialein varie Parrocchie come Vice Parroco ecome Parroco. È morto a Podsused all’etàdi anni 92, di vita francescana 75 e di sacerdozio68.* 19 luglio 2010: Petrelli Fr. Enrico, nato aTreia, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia,Italia. È morto nell’Infermeria provincialedi Grottammare all’età di anni 96, divita francescana 79 e di sacerdozio 72.


NECROLOGIA 349* 19 luglio 2010: Krešo Fr. Božo, nato adOrašac, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina.Si è dedicato, particolarmente, allapastorale parrocchiale, in varie Parrocchie,come Vicario e come Parroco. È morto aMostar all’età di anni 61, di vita francescana41 e di sacerdozio 31.* 21 luglio 2010: Massa Fr. Martino, SeverinoGiuseppe, nato a Villa di Lozio, dellaProv. Mediolanensis S. Caroli Borromæi,Italia. Con la sua presenza costante e cordialecome sacrestano, portinaio, aiuto economoe responsabile della “San Vincenzo”,dal 1958 al 2002 è presso la Parrocchia diS. Giovanni Battista alla Creta, in Milano,fin dalla fondazione della medesima, puntodi riferimento per intere generazioni di parrocchiani.Negli anni del dopo-Concilio èpromotore di un maggiore coinvolgimentodei Frati laici nell’assunzione di responsabilitàe di incarichi. È il primo Frate nonchierico ad essere Definitore provinciale,dal 1970 al 1976 e quindi dal 1985 al 1988.È morto a Sabbioncello di Merate all’età dianni 89 e di vita francescana 68.* 22 luglio 2010: Ciconte Fr. Tommaso, David,nato a, della Prov. Tusciæ S. FrancisciStigmatizati. Italia. È morto a Piombinoall’età di anni 77, di vita francescana 59 edi sacerdozio 52.* 23 luglio 2010: Dalmago Fr. Luiz, nato aConcórdia, della Prov. Immaculatæ ConceptionisBMV, Brasile. Terminati gli studiandò in missione in Cile, dove rimasedal 1966 al 1972. Ritornato in Brasile, sidedicò, soprattutto, all’evangelizzazionein varie Parrocchie. Fu un uomo sincero,semplice ed umile. È morto a Florianópolisall’età di anni 74, di vita francescana 51 e disacerdozio 45.* 28 luglio 2010: Peña Ruiz Fr. Ignacio, natoad Elecha de Valdivia, della Prov. GranatensisNostræ Dominæ a Regula, Spagna.Semplice, buono, ottimo lavoratore, fu aservizo della Terra Santa, per 56 anni, dovediresse la rivista “Terra Santa” e si dedicòalla pubblicazione delle esortazioni inarabo e gli studi sulla Terra Santa. È mortonell’Infermeria di S. Salvatore di Gerusalemme,Israele, all’età di anni 77 di vitafrancescana 58 e di sacerdozio 56.* 29 luglio 2010: Calle Restrepo Fr. Arturo,nato ad Ituango, della Prov. S. Fidei, Colombia.È morto ad Itagüí all’età di anni 81, divita francescana 62 e di sacerdozio 55.* 2 agosto 2010: Ritossa Fr. Benedetto, Erminio,nato a Visignano D’Istria, Pola, dellaProv. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.Operò soprattutto nella pastorale sanitaria,compiendo il prezioso servizio di vicinanzaal mondo della sofferenza e del dolorefisico e morale, soprattutto in tre i luoghi:l’ospedale Maggiore di Trieste, quello diVenezia Ognissanti e l’ospedale Civile diVicenza. In quest’ultimo prestò serviziocome cappellano per circa 30 anni (1962-1971 e 1988-2008), distinguendosi per spiritodi carità e comprensione verso gli ammalati,che servì con francescana carità. Èmorto nell’Ospedale di Monfalcone all’etàdi anni 80, di vita francescana 60 e di sacerdozio55.* 3 agosto 2010: Álvarez Molina Fr. JoséNorberto, nato a Medellín della Prov. S.Fidei, Colombia. È morto ad Itagüí all’etàdi anni 87 e di vita francescana 63.* 6 agosto 2010: Andriolo Fr. Sinforiano,Angelo, nato ad Orgiano, della Prov. VenetæS. Antonii Patavini, Italia. Svolse unlungo servizio come Vicario parrocchialein varie comunità: Taglio di Po, Marghera,Legnago, Treviso, Trieste S. Maria Maggiore.Ma operò soprattutto a Peschiera delGarda, a servizio del Santuario del Frassino,dove dimorò per 25 anni. Il suo gusto ela sua passione per la musica e il canto hannoreso solenni e curate le liturgie, hannoallietato e favorito l’incontro con il Signoree la Madre sua. Al servizio liturgico accompagnavala disponibilità alle confessioni, ilcontatto e l’accoglienza cordiale dei numerosifedeli che sostavano in santuario, la fedelepartecipazione ai momenti di preghiera.Molte persone hanno goduto della suasimpatia e del suo ministero, caratterizzatodalla cordialità con cui improntava gli incontricon i fedeli e dalla giovialità nellerelazioni con la gente e con i frati. È mortonell’Ospedale di Padova all’età di anni 85,di vita francescana 64 e di sacerdozio 58.* 8 agosto 2010: Hrkać Fr. Mladen, nato adIzbično, della Prov. Assumptionis BMV,


350 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2Bosnia/Erzegovina. Ha lavorato nella pastoraleparrocchiale, come Cappellano eParroco. Era l’attuale Guardiano di Zagreb,dove è morto all’età di anni 61, di vita francescna42 e di sacerdozio 35.* 10 agosto 2010: Andrés Fr. Daniel, natoa Orbaneja de Riopico, Spagna, della Cust.Terræ Sanctæ, Israele. È morto a Gerusalemmeall’età di anni 74, di vita francescana46 e di sacerdozio 43.* 13 agosto 2010: Leblanc Fr. Sylvère-M.,Roch, nato a Saint-Sylvère, della Prov. S.Ioseph Sponsi BMV, Canada. È stato Maestrodei professi temporanei (1954-1963),Definitore (1957-1963), Vicario ed Economoprovinciale (1963-1969), di nuovoEconomo provinciale (1983-1988) ed, infine,Commissario di Terra Santa per il Canada.È morto nell’Infermeria provincialedi Montréal all’età di anni 91, di vita francescana71 e di sacerdozio 64.* 23 agosto 2010: Ridolfi Fr. Virgilio, Dino,nato a Chiusi della Verna, della Prov.Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia.È morto presso l’Ospedale “Serristori” diFigline Valdarno all’età di anni 96, di vitafrancescana 79 e di sacerdozio 72.* 23 agosto 2010: Sciscenti Fr. Alfonso M.,nato a Casacalenda, della Prov. Apuliæ S.Michaëlis Archangeli, Italia. È morto nelConvento Sant’Antonio in Campobassoall’età di anni 88, di vita francescana 73 edi sacerdozio 64.* 28 agosto 2010: Lukić Fr. Zdravko, nato aFalanovo Brdo, della Prov. S. Crucis, Bosina/Erzegovina.È morto nel Convento diKreševu all’età di anni 75, di vita francescana56 e di sacerdozio 48.* 29 agosto 2010: Zucchini Fr. Pacifico, Mario,nato a Montecosaro, della Prov. PicenæS. Iacobi de Marchia, Italia. È morto nelConvento di Macerata all’età di anni 83 e divita francescana 62.* 29 agosto 2010: Storani Fr. Paolo, Franco,nato a Filottrano, della Prov. Picenæ S.Iacobi de Marchia, Italia. È morto nell’Infermeriaprovinciale di Grottammare all’etàdi anni 69, di vita francescana 48 e di sacerdozio40.


SUMMARIUM FASCICULI(An. CXXIX, MAII - AUGUSTI 2010 – N. 2)EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS1. Discorso all’Udienza Generale del Mercoledì:Beato Giovanni Duns Scoto................................. 1952. Relazione del Card. Franc Rodé in occasionedel 750° anniversario della celebrazione del Capitolodi Narbonne ............................................... 197EX ACTIS MINISTRI GENERALIS1. Informe en el al IV Congreso Internacional deEducadores Franciscanos..................................... 2052. Omelia in occasione del pellegrinaggio del Governodell’Ordine e della Famiglia Francescanaper l’ostensione della S. Sindone.......................... 2083. Messaggio ai Maestri e Novizi della COMPI....... 2104. Encuentro con los Presidentes de las Conferencias... 2125. Mensaje a los Ministros de la CONFRES............ 2186. Discorso al Capitolo delle Stuoie delle Provincedi Assisi e di Sardegna.......................................... 2207. Omelia al Capitolo delle Stuoie delle Provincedi Assisi e di Sardegna.......................................... 2228. Relazione all’incontro del Ministro e Definitoriogenerale con la COMPI................................... 2249. Carta en el día de Santa Beatriz de Silva.............. 23010. Carta con motivo de la Fiesta de Santa Clara....... 23311. Lettera: Camilla Battista da Varano, OSC............ 23612. Discorso: Capitolo della Custodia di TS............... 24013. Omelia: conclusione del Capitolo di TS............... 24614. Omelia: festa del perdono di Assisi...................... 24715. Discorso alla XXX Marcia Francescana............... 249E SECRETARIA GENERALI1. Capitulum Prov. Venetæ S. Antonii Patavini inItalia...................................................................... 2512. Capitulum Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæiin Italia...................................................... 2513. Capitulum Prov. S. Ioseph Sponsi BMV in Belgio... 2514. Capitulum Prov. S. Crucis in Slovenia................. 2515. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostela in Hispania....................................................................2516. Capitulum Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Iosephin Hispania....................................................... 2527. Capitulum Cust. Aut. S. Antonii Patavini in Philippinis..................................................................2528. Capitulum Intermedium Prov. Ss. MartyrumMarochiensium in Portugallia.............................. 2529. Capitulum Intermedium Prov. Samnito-HirpiniæS. Mariæ Gratiarum in Italia.......................... 25210. Capitulum Prov. Salernitano-Lucanæ ImmaculatæConceptionis BMV in Italia.......................... 25311. Capitulum Prov. Catalauniæ S. Salvatoris abHorta in Hispania.................................................. 25312. Custodis Cust. Terræ Sanctæ electio.................... 25313. Prov. S. Elisabethæ in Germania electiones.........25314. Capitulum Intermedium Prov. AssumptionisBMV in Bosnia/Herzegovina............................... 25415. Capitulum Intermedium Prov. Ss. MartyrumGorcomiensium in Nederlandia............................ 25416. Capitulum Prov. Ss. Salvatoris in Slovachia......... 25417. Capitulum Intermedium Prov. Bæticæ in Hispania... 25418. Electio extra Capitulum Prov. Liguriæ Ss. CordisMariæ in Italia................................................. 25519. Capitulum Intermedium Prov. S. Michaëlis Archangeliin Ucraina............................................... 25520. Electio extra Capitulum Prov. Castellanæ S.Gregorii Magni in Hispania.................................. 25521. Capitulum Intermedium Prov. Calabriæ Ss. SeptemMartyrum in Italia.......................................... 25522. Capitulum Prov. Assumptionis BMV in Polonia.. 25523. Visitatores generales............................................. 25624. Domus suppressæ................................................. 25625. Notitiæ particulares............................................... 256E SECRETARIATUPRO FORMATIONE ET STUDIIS1. Continental Congress for Formation in Asia ...... 2572. Visite ed Incontri.................................................. 2583. Notitiæ particulares.............................................. 2624. Relazione in occasione della V Assembleadell’Ufficio generale per la Formazione deiFrati Minori Cappuccini....................................... 264E SECRETARIATU PROEVANGELIZATIONE ET MISSIONE1. IV Congreso Internacional de Educadores Franciscanosen el área de Latinoamérica y el Caribe. 2752. Capitulo extraordinario sobre Evangelización..... 2793. Incontro dei Segretari provinciali per le Missionie l’Evangelizzazione e per la Formazione egli Studi ............................................................... 281Copertina: Gli Evangelisti di Domenico Ghirlandaio (Duomo di Firenze)❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈«ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»CURIA GENERALIS O.F.M.Via S. Maria Mediatrie, 2500165 ROMA (Italia)Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: acta@ofm.org______________________________________________________________________________________DISTRIBUTIO GRATUITA – DISTRIBUZIONE GRATUITA FUORI COMMERCIO


E POSTULATIONE GENERALI1. Litterae Decretales quibus Beatae Mariae BernardaeBütler Sanctorum honores decernuntur.... 2832. Litterae Apostolicae quibus Venerabilis ServaeDei Mariae Rosae Flesh (in saeculo: Margaritae)caelitum Beatorum tribuitur dignitas............. 2843. Litterae Apostolicae quibus Venerabilis ServiDei Francisci Antonii Bonifacio caelitum Beatorumtribuitur dignitas......................................... 2854. Decretum super miraculo intercessioni BeataeBaptistae Varano tributi........................................ 2865. Decretum super virtutibus Beati Iacobi Illyricide Bitecto.............................................................. 2876. Decretum super virtutibus Servae Dei AntoniaeMariae Verna........................................................ 2897. Decretum super virtutibus Servae Dei MariaeClarae Seraphinae a Iesu Farolfi........................... 2908. Decretum super virtutibus Servi Dei Iunii Tinarelli.......................................................................2929. Ponens in Causa Servi Dei Iuniperi Cocchi eligitur......................................................................29310. Facultas Transumptum Inquisitionis DioecesanaeSuppletivae in Causa Venerabilis ServaeDei Mariae Margaritae Diomirae a Verbo Incarnatoaperiendi.................................................. 29411. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanaesuper miraculo in Causa Beatae Mariae FranciscaeSchervier declaratur...................................... 29412. Relator Causae Servae Dei Reginae Mariae Vattalilnominatur...................................................... 29513. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae inCausa Beatae Matthiae De Nazareis declaratur.... 29514. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae inCausa Servorum Dei Antonii Renard Martí etSociorum declaratur............................................. 29515. Facultas Transumptum Inquisitionis DioecesanaeSuppletivae in Causa Servi Dei Sosii DelPrete aperiendi...................................................... 29616. Validitas iuridica Inquisitionis Dioecesanae inCausa Servi Dei Humilis Soria Pons declaratur... 29617. Facultas Transumptum Inquisitionis DioecesanaeSuppletivae in Causa Servae Dei Teresiae aIesu aperiendi....................................................... 29618. Validitas iuridica Inquisitionis DioecesanaePrincipalis et Suppletivae in Causa Servae DeiHumilitatis Patlán Sánchez declaratur.................. 29719. Relator Causae Servi Dei Ugo de Blasi nominatur.29720. Relator Causae Servi Dei Fausto Gei nominatur.. 29721. Competentia fori in Causa Servorum Dei BernardiKarolyi et VI Sociorum datur...................... 29722. Notitiae particulares.............................................. 298EX OFFICIO OFS1. Lettera delle Commissioni per la Giornata Mondialedella Gioventù.............................................. 2992. Lettera: Commissione GiFra per la GMG ........... 3003. Mauritius – Capitolo nazionale elettivo................ 3014. Hong Kong-Taiwan – Corsi di formazione ...............3015. India – Corso per gli Assistenti spirituali, CongressoAsia-Oceania, Capitolo elettivo................ 3016. India – Corso per gli Assistenti spirituali............. 3017. India – III Congresso OFS-GiFra Asia/Oceania... 3018. India – Capitolo nazionale.................................... 3029. Spagna, Madrid – Incontro nazionale dei Ministrie Assistenti spirituali...................................... 30210. Malta – Visita e Capitolo nazionale...................... 30211. Ucraina – Visita e Capitolo nazionale................... 30312. Haiti – Visita del CIOFS...................................... 30313. Italia – Capitolo nazionale elettivo OFS d’Italia .... 30314. Repubblica Dominicana – Capitolo nazionale...... 30415. Australia – Visite fraterna-pastorale e Capitolonazionale dell’Oceania......................................... 30416. Nuova Zelanda – Visite fraterna-pastorale ederezione della Fraternità nazionale....................... 305AD CHRONICAM ORDINIS1. De itineribus Ministri Generalis.............................. 3071. Ministro General y Definidores en México.... 3072. Visita a la Provincia de s. Buenaventura deTurín............................................................... 3073. Visita: Prov. di S. Stefano Re in Romania ..... 3084. Assemblea interprovinciale di Umbria eSardegna........................................................ 3085. Visita Prov. Rep. Ceca - Rep. Slovacca.......... 3096. Visit to the Province of the ImmaculateConception in the United States..................... 3107. Grundung der neue deutsche Provinz derHl. Elisabeth.................................................. 3118. El Ministro general en Tierra Santa.............. 3119. Visita a la Custodia del Paraguay................. 3122. Relazione della Commissione Scotista nella festadi Scoto........................................................... 3123. Quarant’anni di Fonti Francescane...................... 3144. Incontro dei Presidenti delle Conferenze con ilMinistro e il Definitorio generale......................... 3155. Inaugurata la nuova “mensa del povero” pressoil Collegio S. Antonio in Roma............................ 3166. Assemblea della COMPI con la partecipazione delMinistro e Definitorio generale...................................3181. Cronaca ........................................................... 3182. Lettera del Presidente ...................................... 3207. Peregrinación de la Fraternidad de la Curia General..................................................................... 3218. Dai Protomartiri francescani a sant’Antonio diPadova.................................................................. 3229. In suffragio di Mons. Luigi Padovese................... 32510. XXI Asamblea de la UCLAF................................ 33111. Consigliato il Sito dell’Ordine dei Frati Minori.... 33412. Il messaggio di san Francesco contro i falsi idolicontemporanei...................................................... 33413. La nuova edizione critica degli Scritti di Francescod’Assisi a cura di Carlo Paolazzi <strong>OFM</strong>.......... 33714. Notitiæ particulares............................................... 339BIBLIOGRAPHIA1. Libri...................................................................... 341NECROLOGIA1. Anno 2009 mortui sunt......................................... 3432. Anno 2010 mortui sunt......................................... 343


MARCO GUIDAUna leggenda in cerca di autore. La Vita di santa Chiara d’Assisi.Studio delle fonti e sinossi intertestuale,Ed. Société des Bollandistes, Bruxelles 2010, € 65,00.Con il presente studio l’Autore stabilisce che La Legenda sanctae Clarae virginis è opera diTommaso da Celano. Sul finire del XV secolo la clarissa Battista Alfani da Perugia per prima affermaquesta attribuzione a Tommaso, considerata finora solo un’ipotesi. La prova esterna dell’Alfaniè adesso confermata dal lavoro di critica interna che l’Autore conduce attraverso la collazioneminuziosa – su base lessicale e stilistica – tra la Legenda, il processo e la lettera di canonizzazionedi santa Chiara, e le opere certe di Tommaso da Celano. A ciascuna delle fonti è assegnato undiverso colore: basta sfogliare le pagine di questo confronto sinottico per distinguere facilmente ilproprium dell’agiografia della santa di Assisi da ciò che Tommaso eredita dalle fonti scritte di cuipoté disporre per la redazione del suo testo. Dimostrata la paternità celaniana dell’opera, l’Autorerilegge la Legenda sanctae Clarae virginis valorizzandone il prezioso e significativo materialeproprio, e riportando così alla luce aspetti inediti della vita di santa Chiara, dei compagni di sanFrancesco a lei più vicini, e del francescanesimo delle origini.LÓPEZ CERDÁN JAVIERHacia una nueva comprensión del Noviazgo enla Sociedad Postmoderna. Retos éticos y pastorales,Ed. Espigas y Azucenas, Murcia 2010.La comprensión del noviazgo hoy se ve afectada por el Postmodernismo que ha propiciadoun cambio profundo en la manera de entender la relación amorosa en los jóvenes. Por estarazón, Fr. Fco. Javier López Cerdán, franciscano de la Provincia de Cartagena-Murcia (España),pretende responder con este libro a los retos éticos y pastorales más urgentes que plantea a laIglesia el pensamiento postmoderno respecto al noviazgo. Urge, por un lado, un nuevo discursoético-teológico sobre el mismo centrado en el amor-ágape como experiencia humana que seabre al designio divino sobre la pareja; y, por otra parte, este texto quiere ofrecer a los noviosun acompañamiento pastoral con itinerarios de fe que propicien un status eclesial propio y quegarantice la fe cristiana en el futuro matrimonio.CACCIOTTI ALVARO – MELLI MARI (a cura di)La grazia del lavoro.Atti del VII Convegno storico di Greccio, Greccio, 8-9 maggio 2009.Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2010, pp. 198.Gli atti del VII Convegno di Greccio: La grazia del lavoro, prendono in esame un temadi capitale importanza per il movimento francescano: il lavoro. Se è vero che fin dalle originidel loro ministero i francescani hanno modellato la loro azione pastorale tenendo presente ladecisiva indicazione di Francesco di Assisi di esercitare una professione debitamente appresa,non può essere taciuta la problematicità che tale prescrizione (cf. Regola non bollata VII eRegola bollata V) ha sempre suscitato sia in sede di riflessione, sia in campo operativo. Lerelazioni qui riprodotte tentano, in modo encomiabile, di comprendere la storia e le tematichescaturite da quell’iniziale comando e misurano le ricadute nella contemporaneità tra scelta enecessità, tra mondo economico e produttività, tra ripetitività e creatività, senza dimenticareil significativo insieme che muove dalla dimensione di “grazia” connotante la ministerialitàdell’Ordine francescano tra dono e governo del mondo creato (dalla Premessa).

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