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Tecniche di indagine propedeutiche al consolidamento dei ponti ...

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PONTI E VIADOTTIInterventi <strong>di</strong> Manutenzione<strong>Tecniche</strong> <strong>di</strong> <strong>indagine</strong>p ro p e d e u t i c h e<strong>al</strong> <strong>consolidamento</strong><strong>dei</strong> <strong>ponti</strong> storiciIl miglioramento del comportamento statico <strong>dei</strong> <strong>ponti</strong>è argomento <strong>di</strong> grande attu<strong>al</strong>ità in It<strong>al</strong>ia comea l l ’ e s t e ro. L’intervento <strong>di</strong> <strong>consolidamento</strong> è spessocon<strong>di</strong>zionato da una conoscenza poco adeguatadel manufatto architettonico, per la mancanza <strong>di</strong>i n f o rmazioni e <strong>di</strong>segni origin<strong>al</strong>i. Tuttavia laricostruzione dello status ante il degrado è elementod e t e rminate per la corretta v<strong>al</strong>utazione dello stato <strong>di</strong>conservazione e la definizione delle fasi operative.P resentiamo il caso <strong>di</strong> un ponte sull’Adda, checollega i comuni <strong>di</strong> Vaprio e Canonica D’Adda, le cuian<strong>al</strong>isi in situ hanno permesso <strong>di</strong> tarare <strong>al</strong> meglioil modello agli Elementi Finiti, necessario <strong>al</strong>lav<strong>al</strong>utazione della staticità del ponte ed utile a definirei necessari interventi <strong>di</strong> ripristino.Il tema del <strong>consolidamento</strong> e del miglioramentodel comportamento statico delle strutture da ponteè attu<strong>al</strong>mente <strong>di</strong> grande attu<strong>al</strong>ità. In questo contestoè <strong>di</strong> particolare interesse la definizione delle metodologieda adottarsi nel caso <strong>di</strong> interventi su <strong>ponti</strong>storici. Non infrequentemente, infatti, la conoscenza<strong>di</strong> queste opere risulta inadeguata per la mancanza <strong>dei</strong>documenti e <strong>dei</strong> <strong>di</strong>segni origin<strong>al</strong>i. Inoltre, la v<strong>al</strong>utazionedello stato <strong>di</strong> conservazione e del livello <strong>di</strong> degradodella struttura costituisce premessa in<strong>di</strong>spensabileper poter intervenire nel massimo rispetto del progettoorigin<strong>al</strong>e. Prima <strong>di</strong> iniziare la fase <strong>di</strong> progettazione<strong>di</strong> un qu<strong>al</strong>siasi intervento è quin<strong>di</strong> opportuno procederecon una approfon<strong>di</strong>ta fase <strong>di</strong> indagini, che compren<strong>dei</strong>l rilievo geometrico dell’opera, l’esecuzione<strong>di</strong> prove <strong>di</strong> laboratorio sui materi<strong>al</strong>i prelevati in situ,nonché l’esecuzione <strong>di</strong> prove (statiche e/o <strong>di</strong>namiche)della struttura in sc<strong>al</strong>a re<strong>al</strong>e. T<strong>al</strong>i fasi d’<strong>indagine</strong> sonogener<strong>al</strong>mente <strong>propedeutiche</strong> <strong>al</strong>la v<strong>al</strong>idazione <strong>di</strong> un modelload Elementi Finiti (E F) che sia riferimento aff i-dabile nella fase <strong>di</strong> verifica struttur<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> progetto<strong>di</strong> un eventu<strong>al</strong>e ripristino.Bruno BriseghellaUniversità IUAV <strong>di</strong> VeneziaAndrea ComerlatiUniversità <strong>di</strong> PadovaNicola G<strong>al</strong>linoPolitecnico <strong>di</strong> MilanoCarmelo GentilePolitecnico <strong>di</strong> MilanoTobia ZordanUniversità IUAV <strong>di</strong> Veneziacasa e<strong>di</strong>trice la fiaccola srlI 20123 MilanoVia Conca del Naviglio, 37Tel. 02/89421350Fax 02/894214841136 LE STRADE 10/2006


PONTI E VIADOTTIInterventi <strong>di</strong> Manutenzione231. Immagine delponte sull’Addaprogettato negli anni’50 da Giulio Kr<strong>al</strong>l acollegamento tra ipaesi <strong>di</strong> Vaprio (MI)e Canonica (BG)2. Estratto dai<strong>di</strong>segni origin<strong>al</strong>i dellasezione longitu<strong>di</strong>n<strong>al</strong>edel ponte e dellapianta dell’imp<strong>al</strong>catoSovente, infatti, e speci<strong>al</strong>mente nella v<strong>al</strong>utazionedelle strutture esistenti, modelli E F anche molto raffinatinon riescono a riprodurre con sufficiente accuratezz<strong>al</strong>e caratteristiche <strong>di</strong>namiche mod<strong>al</strong>i (frequenzenatur<strong>al</strong>i e mo<strong>di</strong> propri <strong>di</strong> vibrare) dell’opera, a causadelle incertezze legate <strong>al</strong>la modellazione. Per <strong>di</strong>minuirela <strong>di</strong>fferenza fra il comportamento re<strong>al</strong>e dellastruttura e quello previsto d<strong>al</strong> modello E F si possonoutilizzare i risultati <strong>di</strong> “an<strong>al</strong>isi mod<strong>al</strong>i speriment<strong>al</strong>i” e f-fettuate sul ponte in esercizio. Lo scopo delle prove èquello <strong>di</strong> identificare i parametri mod<strong>al</strong>i del sistemai n v e s t i g a t o .Una volta tarato il modello <strong>di</strong> c<strong>al</strong>colo in base <strong>al</strong>lecaratteristiche mod<strong>al</strong>i del manufatto a monte del <strong>consolidamento</strong>,sarà possibile procedere con il progetto,simulando l’effettiva efficacia degli interventi e ottimizzandogli stessi in termini <strong>di</strong> costi-benefici, nell’otticadella massima s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a dell’esistente.Si illustra <strong>di</strong> seguito l’applicazione della metodologiasin qui delineata <strong>al</strong>le fasi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utazione e <strong>di</strong> progetto<strong>di</strong> <strong>consolidamento</strong> <strong>di</strong> un ponte ad arco in c.a. deglianni ’50 progettato da Giulio Kr<strong>al</strong>l, uno <strong>dei</strong> più importantiprogettisti it<strong>al</strong>iani del secolo scorso. Il ponte,<strong>di</strong> grande interesse e vincolato d<strong>al</strong>la Soprintendenza,è situato sul fiume Adda, nel Comune <strong>di</strong> Canonicad’Adda fra le province <strong>di</strong> Milano e Berg a m o .CONSIDERAZIONI STORICHEIl ponte in oggetto, avente sviluppo complessivo<strong>di</strong> circa 90 metri e larghezza massima <strong>di</strong> 12.6 metri,è stato progettato intorno <strong>al</strong>la metà degli anni 50d<strong>al</strong> Prof. Ing. Giulio Kr<strong>al</strong>l, ed è interamente re<strong>al</strong>izzatoin c<strong>al</strong>cestruzzo armato. Il ponte rappresenta uno<strong>dei</strong> più espressivi esempi <strong>di</strong> <strong>ponti</strong> a trave Nielsen costruitisecondo la variante <strong>al</strong> metodo canonico propostoda Kr<strong>al</strong>l.La struttura si configura secondo lo schema staticodell’arco a via inferiore (fig. 1), ove l’imp<strong>al</strong>cato, leggermenteobliquo, presenta una pendenza longitu<strong>di</strong>n<strong>al</strong>e<strong>di</strong> circa il 2.5% ed è appeso tramite una serie <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>niinclinati, a due gran<strong>di</strong> arcate ad asse parabolico; gliarchi portanti sono caratterizzati da una corda <strong>al</strong>l’impo-sta <strong>di</strong> 90.0 m e da <strong>al</strong>tezza in chiave <strong>di</strong> circa 14.5 m.Il manufatto oggi esistente sostituisce un ponte met<strong>al</strong>licocon la medesima tipologia e ubicato nel medesimosito dell’attu<strong>al</strong>e. Resasi necessaria la sostituzionedel vecchio ponte in acciaio <strong>di</strong> fine Ottocento inseguito ai numerosi e non trascurabili segni <strong>di</strong> aff a t i-camento manifestati d<strong>al</strong>la struttura, nel 1950 venneban<strong>di</strong>to un concorso dagli Uffici Tecnici delle province<strong>di</strong> Milano e <strong>di</strong> Bergamo per la costruzione <strong>di</strong> unnuovo ponte <strong>di</strong> collegamento fra le due sponde dell’Addafra i paesi <strong>di</strong> Vaprio e Canonica d’Adda, concorsoche fu vinto d<strong>al</strong> progetto presentato da GiulioKr<strong>al</strong>l per conto della Ferrobeton. Furono l’ingegnositàe l’abilità, non solo progettu<strong>al</strong>e ma anche tecnica,<strong>di</strong> Kr<strong>al</strong>l che permisero <strong>al</strong>la Ferrobeton <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>carsil’app<strong>al</strong>to. Ad i fferenza <strong>dei</strong> riv<strong>al</strong>i, egli fu infatti in grado<strong>di</strong> offrire una struttura più efficiente <strong>di</strong> quanto erastato richiesto. La percezione verso i fenomeni idraulicied una notevole sensibilità estetica, lo spinseroad orientarsi verso una soluzione costruttiva senza ilposizionamento <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuna pila in <strong>al</strong>veo (figg. 2 e 3).METODOLOGIA ADOTTATAL’approccio metodologico <strong>al</strong> progetto <strong>di</strong> rinforzodella struttura ha comportato le seguenti fasi <strong>di</strong> avvici n a m e n t o .• An<strong>al</strong>isi visiva e v<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong>fettologica sulla strutturaper determinare lo stato gener<strong>al</strong>e <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ute <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versisuoi componenti.• Rilievo geometrico dello stato <strong>di</strong> fatto, essendo la documentazionegrafica <strong>di</strong>sponibile largamente incompletae relativa unicamente <strong>al</strong> progetto origin<strong>al</strong>e piuttostoche <strong>al</strong> manufatto re<strong>al</strong>mente costruito.• Campagna <strong>di</strong> prove speriment<strong>al</strong>i sui <strong>di</strong>versi materi<strong>al</strong>ida costruzione, <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> determinarne le esattecaratteristiche meccaniche dello stato <strong>di</strong> fatto dellas t r u t t u r a .• Caratterizzazione <strong>di</strong>namica della struttura in con<strong>di</strong>zioniambient<strong>al</strong>i.• Prova <strong>di</strong> carico statica.L’insieme <strong>dei</strong> dati raccolti in t<strong>al</strong>i indagini ha consentitosia <strong>di</strong> sviluppare un modello tri<strong>di</strong>mension<strong>al</strong>e3. Estratto dai<strong>di</strong>segni origin<strong>al</strong>i dellasezione trasvers<strong>al</strong>e10/2006 LE STRADE 137


PONTI E VIADOTTIInterventi <strong>di</strong> Manutenzione4. Dettagliodell’erratoposizionamento/sigillatura dellecamicie protettivein corrispondenza<strong>al</strong>le estremitàsuperiori <strong>dei</strong>pen<strong>di</strong>ni5. L’apertura delleteste delle camicieprotettive <strong>di</strong> uno<strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni perl’ispezionedell’armaturaevidenzia lo stato<strong>di</strong> corrosione dellestesse6. Distaccodel copriferroin corrispondenza<strong>di</strong> <strong>al</strong>cune sezionidell’arco7. Esempio <strong>di</strong>perforazione dellasoletta perconsentirel’introduzione <strong>di</strong>telecamere<strong>al</strong>l’interno dellastrutturadell’imp<strong>al</strong>cato eottenereinformazioni sullefasi costruttivedell’operaad E F dell’opera sia <strong>di</strong> procedere ad una prima taratura<strong>dei</strong> parametri del modello <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> pervenire <strong>al</strong>lav<strong>al</strong>utazione degli interventi <strong>di</strong> <strong>consolidamento</strong> con unostrumento affidabile a <strong>di</strong>sposizione.ANALISI VISIVA E VA L U TA Z I O N ED I F E T T O L O G I C AD<strong>al</strong>lo stato <strong>di</strong> conservazione del ponte, appare chiarocome il princip<strong>al</strong>e intervento <strong>di</strong> manutenzione, e probabilmenteil solo che ha riguardato il manufatto in epocarecente, sia stata la sostituzione e il posizionamento <strong>di</strong>nuove camicie protettive esternamente <strong>al</strong> getto <strong>di</strong> boiaccaa protezione dell’armatura <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni (fig. 4).456TAB. 1. VALORI DEI PARAMETRI FISICI E MECCANICI DEL CESTRUZZOSTRUTTURALE DETERMINATI IN SITO ED IN LABORATORIOResistenza cubica Resistenza cubica Resistenza a compressione(<strong>indagine</strong> con sclerometro) (prove <strong>di</strong> pull-out) <strong>dei</strong> provini cilindrici prelevati[ M P a ] [ M P a ] [ M P a ]5 1 - 5 3 4 3 . 1 - 4 7 . 8 ≥ 3 9 . 27L’an<strong>al</strong>isi visiva ha evidenziato, tra gli <strong>al</strong>tri, i seguentiproblemi:• Errato posizionamento delle camicie in acciaio inox ecompleta assenza della protezione con boiacca dell’armaturamet<strong>al</strong>lica <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni in particolar modo in corrispondenza<strong>al</strong> collegamento <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni con gli archi.In <strong>al</strong>cune <strong>di</strong> queste zone, a seguito della parzi<strong>al</strong>e rimozionedelle camicie, si è potuto rilevare come le barred’armatura presentino uno stato <strong>di</strong> corrosione t<strong>al</strong>ora preoccupante(fig. 5);• Distacco del copriferro in corrispondenza <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune sezionidell’arco (fig. 6);• Armature affioranti per <strong>di</strong>stacco del copriferro <strong>al</strong>l’intradossodell’imp<strong>al</strong>cato e in corrispondenza delle sezionid’imposta degli archi;RILIEVO GEOMETRICOIl rilievo geometrico ha incluso, oltre <strong>al</strong>la verifica dellecaratteristiche <strong>di</strong>mension<strong>al</strong>i gener<strong>al</strong>i dell’opera, il rilievo<strong>di</strong> dettaglio della geometria <strong>dei</strong> princip<strong>al</strong>i elementistruttur<strong>al</strong>i. Inoltre, <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> raccogliere il maggior numero<strong>di</strong> informazioni possibile e cercare <strong>di</strong> identificarela successione delle fasi costruttive dell’opera, sono stateeffettuate perforazioni delle solette. T<strong>al</strong>i perforazioni , oltre a fornire in<strong>di</strong>cazioni sulla geometria e la tipologiadell’imp<strong>al</strong>cato, hanno consentito <strong>di</strong> introdurre una telecamerae evidenziare la presenza <strong>di</strong> casserature configuratein modo t<strong>al</strong>e da suggerire la costruzione degli archi inuna fase successiva a quella dell’imp<strong>al</strong>cato (fig. 7).PROVE SUI MAT E R I A L IPer ciò che riguarda la caratterizzazione meccanica<strong>dei</strong> materi<strong>al</strong>i da costruzione, sono state eff e t t u a-te le seguenti operazioni:• scapitozzatura per rilievo dell’armatura;• prelievo barre <strong>di</strong> armatura e prove <strong>di</strong> laboratorio;• carotaggi trasvers<strong>al</strong>i e prove <strong>di</strong> laboratorio sui campioniprelevati;• determinazione della profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> carbonatazione;• prove <strong>di</strong> p u l l - o u t;• prove ultrasoniche <strong>di</strong>rette;• prove sull’acciaio <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni.I v<strong>al</strong>ori <strong>di</strong> resistenza meccanica ottenuti con le varieprove <strong>di</strong>rette ed in<strong>di</strong>rette sono riassunti in tab. 1.I v<strong>al</strong>ori <strong>di</strong> tab. 1, unitamente <strong>al</strong>le contenute profon<strong>di</strong>tà<strong>di</strong> carbonatazione rilevate, evidenziano una notevoleresistenza meccanica ed una buona compattezza<strong>dei</strong> c<strong>al</strong>cestruzzi.Le caratteristiche meccaniche dell’acciaio in barra, determinatesperiment<strong>al</strong>mente con prove a trazione su spezzoniprelevati in sito, hanno fornito i seguenti v<strong>al</strong>ori:fy = 447 MPafu = 595 MPa138 LE STRADE 10/2006


PONTI E VIADOTTIInterventi <strong>di</strong> ManutenzioneP R O VA DINAMICAAl fine <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la conoscenza sul comportamentostruttur<strong>al</strong>e del manufatto sono state condotte,sia d<strong>al</strong>la società 4 E M M E sia d<strong>al</strong> Laboratorio Prove Materi<strong>al</strong>idel Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Struttur<strong>al</strong>e ( D I S )del Politecnico <strong>di</strong> Milano, registrazioni della risposta<strong>di</strong>namica in con<strong>di</strong>zioni ambient<strong>al</strong>i.La campagna ha compreso la registrazione, in 14stazioni <strong>di</strong> misura (fig. 8), della risposta del ponte <strong>al</strong>l’eccitazioneassociata <strong>al</strong>le azioni ambient<strong>al</strong>i (ventoe traffico veicolare) <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> caratterizzare <strong>di</strong>namicamentel’opera me<strong>di</strong>ante la stima delle prime frequenzeproprie e delle forme mod<strong>al</strong>i associate.L’identificazione delle caratteristiche <strong>di</strong>namiche delponte è stata eseguita me<strong>di</strong>ante la tecnica nota in letteraturacome “F requency Domain Decomposition” o F D D( B r i n c k e r, Zhang & Andersen) e basata sulla decomposizionein v<strong>al</strong>ori singolari della matrice spettr<strong>al</strong>e.Lo schema della strumentazione utilizzata, costituitada accelerometri piezoelettrici, è illustrato in fig. 9.Durante le indagini, condotte secondo quanto in<strong>di</strong>catod<strong>al</strong>la norma UNI 10985, la risposta del ponte è stata registratacon passo tempor<strong>al</strong>e pari a Dt=0.005s. La lunghezza<strong>di</strong> ciascuna registrazione è stata <strong>di</strong> circa 60’.L’an<strong>al</strong>isi <strong>dei</strong> dati registrati, in termini <strong>di</strong> accelerazione,ha condotto <strong>al</strong>l’identificazione <strong>di</strong> numerosi mo<strong>di</strong> princip<strong>al</strong>i<strong>di</strong> vibrare, nell’ambito <strong>di</strong> frequenza 0-12Hz.I risultati dell’an<strong>al</strong>isi in termini <strong>di</strong> frequenze propriepossono riassumersi attraverso le curve illustrate in figura10, dove è rappresentato l’andamento <strong>dei</strong> primi v<strong>al</strong>orisingolari della matrice spettr<strong>al</strong>e (la matrice contenentegli auto-spettri ed i cross-spettri) <strong>dei</strong> segn<strong>al</strong>i registrati.Attraverso il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> fig. 10, è possibile identificarele frequenze proprie <strong>di</strong>rettamente dai v<strong>al</strong>ori <strong>di</strong> piccodel primo v<strong>al</strong>ore singolare; le deformate mod<strong>al</strong>i associatesono ricavate dai vettori singolari corrispondenti.In fig. 10 sono chiaramente identificati 11 picchiben definiti corrispondenti <strong>al</strong>le frequenze <strong>di</strong> 3.20, 3.44,4.02, 4.81, 5.27, 5.94, 6.88, 7.81, 9.06, 9.73 e 10.70Hz.In fig. 11 sono invece riportate schematicamente leforme mod<strong>al</strong>i in<strong>di</strong>viduate, facendo riferimento ai v<strong>al</strong>oridegli spostamenti mod<strong>al</strong>i estratti d<strong>al</strong>le registrazioni in accelerazionee norm<strong>al</strong>izzati <strong>al</strong> v<strong>al</strong>ore massimo.8L’an<strong>al</strong>isi delle deformate mod<strong>al</strong>i evidenzia che iprimi due mo<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduati corrispondono a deformateflession<strong>al</strong>i (V+); i due mo<strong>di</strong> successivi sono invece<strong>di</strong> tipo torsion<strong>al</strong>e (V-). Seguono <strong>al</strong>tri mo<strong>di</strong> flession<strong>al</strong>i(5° e 7°) e torsion<strong>al</strong>i (6° e 8°) mentre gli ultimi tremo<strong>di</strong> assumono forme più complesse, <strong>di</strong> tipo flessoto r s i o n a l e .P R O VA DI CARICO STAT I C AAcompletamento della campagna <strong>di</strong> indagini conoscitive,è stata effettuata una prova <strong>di</strong> carico statica(fig.12).Scopo della prova è stato quello sottoporre i pen<strong>di</strong>ni<strong>al</strong>la massima sollecitazione compatibile con leazioni accident<strong>al</strong>i <strong>di</strong> progetto previste per i <strong>ponti</strong> <strong>di</strong> pri-118. Alcune stazioni <strong>di</strong>misura e, in primopiano, la centr<strong>al</strong>ina <strong>di</strong>acquisizione edelaborazione dati9. Schema <strong>di</strong><strong>di</strong>sposizione dellastrumentazione10. Identificazionedelle frequenzenatur<strong>al</strong>i attraverso iv<strong>al</strong>ori singolari dellamatrice spettr<strong>al</strong>e91011. Rappresentazione<strong>dei</strong> mo<strong>di</strong> propri <strong>di</strong>vibrare identificatisperiment<strong>al</strong>mente10/2006 LE STRADE 139


PONTI E VIADOTTIInterventi <strong>di</strong> Manutenzione12. Prova<strong>di</strong> carico statica13. Rilevazionedell’<strong>al</strong>lungamento delle barrecostituentii pen<strong>di</strong>ni14. Vistadel modello aglielementi finitidel ponte14ma categoria d<strong>al</strong> D M 4 Maggio 1990: “Criteri gene -r<strong>al</strong>i e prescrizioni tecniche per la progettazione, ese -cuzione e collaudo <strong>dei</strong> <strong>ponti</strong> strad<strong>al</strong>i”.Sotto i carichi menzionati sono stati misurati gliabbassamenti dell’imp<strong>al</strong>cato e l’<strong>al</strong>lungamento nellebarre d’acciaio costituenti i pen<strong>di</strong>ni (fig. 13).1312TAB. 2. CONFONTO TRA LE PRIME FREQUENZETEORICHE E SPERIMENTALI.M o d oFrequenza [Hz]Ti p o M i s u r a t a Modello E.F.V 1 + 3 . 20 3 . 26V 2 + 3 . 44 3 . 30V 1 - 4 . 02 3 . 88V 2 - 4 . 81 4 . 55V 3 + 5 . 27 5 . 42V 3 - 5 . 94 6 . 40V 4 + 6 . 88 7 . 66V 4 - 7 . 81 8 . 48MODELLAZIONE AGLI ELEMENTIF I N I T IPer l’an<strong>al</strong>isi del comportamento struttur<strong>al</strong>e dell’imp<strong>al</strong>catoè stato sviluppato un modello ad E F u t i l i z z a n d oil co<strong>di</strong>ce S T R A U S 7 (fig. 14).Al fine ottenere una descrizione il più dettagliata possibiledel comportamento struttur<strong>al</strong>e dell’imp<strong>al</strong>cato, l’implementazionedel modello ha richiesto l’accoppiamento<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> elementi:• Elementi “b e a m”per la rappresentazione delle travi dell’imp<strong>al</strong>cato,<strong>dei</strong> traversi, <strong>dei</strong> controventi e degli archi;• Elementi “t r u s s”per la descrizione <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>ni che colleganogli archi <strong>al</strong>l’imp<strong>al</strong>cato;• Elementi “s h e l l” per la <strong>di</strong>scretizzazione dellasoletta <strong>di</strong> imp<strong>al</strong>cato, delle solette <strong>dei</strong> marciapie<strong>di</strong>e delle controsolette.Il ripristino della continuità fra le travi ela soletta è stato simulato me<strong>di</strong>ante un collegamentorigido tra i no<strong>di</strong> appartenenti <strong>al</strong>la linead’asse degli elementi trave ed i no<strong>di</strong> appartenentiagli elementi bi<strong>di</strong>mension<strong>al</strong>i <strong>di</strong> solettee controsolette. Per la <strong>di</strong>scretizzazionedella struttura sono stati impiegati 6387 elementi“b e a m” e 20244 elementi “s h e l l”, per un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong>144090 incognite nod<strong>al</strong>i.Considerato che a v<strong>al</strong>le delle indagini condotte, unaparte delle residue incertezze riguarda (com’è usu<strong>al</strong>e nellestrutture in c.a.) le caratteristiche elastiche del c<strong>al</strong>cestruzzo,i risultati dell’an<strong>al</strong>isi mod<strong>al</strong>e speriment<strong>al</strong>e relativiai primi 8 mo<strong>di</strong> identificati sono stati utilizzatiper giungere ad una prima c<strong>al</strong>ibrazione del modello. Inparticolare, si è proceduto facendo variare il modulo elasticodell’intera struttura fra i v<strong>al</strong>ori <strong>di</strong> 32.0 e 42.0 G Pa(suggeriti d<strong>al</strong>le indagini <strong>di</strong> caratterizzazione <strong>dei</strong> materi<strong>al</strong>i)con passo <strong>di</strong> 1000 M Pa e si è determinato il v<strong>al</strong>ore “o t-t i m a l e” del parametro indagato in modo da rendere minim<strong>al</strong>a <strong>di</strong>fferenza tra le frequenze natur<strong>al</strong>i identificatesperiment<strong>al</strong>mente e le corrispondenti grandezze restituited<strong>al</strong> modello E F.Questa prima an<strong>al</strong>isi conducead un v<strong>al</strong>ore ottim<strong>al</strong>e delmodulo elastico <strong>di</strong> 38.0 G Pa ;in corrispondenza <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e v<strong>al</strong>oresi ottiene la correlazionetra le frequenze natur<strong>al</strong>i teoriche edosservate riassunta in tabella 2 e caratterizzatada <strong>di</strong>fferenze percentu<strong>al</strong>i inferiori <strong>al</strong> 6%per i primi cinque mo<strong>di</strong>. T<strong>al</strong>e risultato, seppur quantitativamentemigliorabile attraverso idonee procedure <strong>di</strong>identificazione struttur<strong>al</strong>e (con più parametri oggetto <strong>di</strong>aggiornamento), appare ingegneristicamente significativosia <strong>al</strong>la luce della buona corrispondenza tra le deformatemod<strong>al</strong>i teoriche e speriment<strong>al</strong>i (il che rappresentaun’importante verifica delle princip<strong>al</strong>i assunzioniutilizzate nella formulazione del modello) siain quanto il modello è stato in grado pre<strong>di</strong>re, con buonaapprossimazione, quanto osservato nelle fasi <strong>di</strong>carico della prova statica.C O N C L U S I O N IQuanto presentato mira a fornire un quadro metodologicoche consente un approccio consapevole<strong>al</strong> <strong>consolidamento</strong> struttur<strong>al</strong>e <strong>dei</strong> <strong>ponti</strong> con v<strong>al</strong>ore stori c o - m o n u m e n t a l e .La metodologia esaminata, a monte dell’eventu<strong>al</strong>eprogetto <strong>di</strong> <strong>consolidamento</strong> struttur<strong>al</strong>e, prevede <strong>di</strong>procedere attraverso:• an<strong>al</strong>isi visiva e v<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong>fettologica;• rilievi architettonici e struttur<strong>al</strong>i;• prove fin<strong>al</strong>izzate <strong>al</strong>la determinazione delle caratteristichemeccaniche <strong>dei</strong> materi<strong>al</strong>i;• caratterizzazione <strong>di</strong>namica della struttura;• prova <strong>di</strong> carico statica.La procedura proposta consente <strong>di</strong> ottenere la c<strong>al</strong>ibrazione<strong>di</strong> un modello agli elementi finiti in grado <strong>di</strong>:• riprodurre in modo sod<strong>di</strong>sfacente il comportamentodello stato <strong>di</strong> fatto della struttura;• in<strong>di</strong>viduare gli interventi strettamente necessari a ripristinareil desiderato livello <strong>di</strong> sicurezza;• fornire una previsione atten<strong>di</strong>bile del comportamentodella struttura a v<strong>al</strong>le degli interventi. ■Gli autori desiderano ringraziare l’Ing. Renato Stilliti,<strong>di</strong>rigente del Settore Viabilità e Protezione Civiledella Provincia <strong>di</strong> Bergamo e l’Ing. Agostino Maninetti,responsabile del settore <strong>ponti</strong> della Provincia<strong>di</strong> Bergamo per l’in<strong>di</strong>spensabile supporto<strong>al</strong>le attività descritte nell’art i c o l o .Un ringraziamento inoltre <strong>al</strong>l’Ing. Luciano Ceschele <strong>al</strong>l’Ing. Lorenzo Imperato <strong>di</strong> 4Emme Service SpA.Infine un ringraziamento part i c o l a re ai tecnicidel Laboratorio <strong>di</strong> Prove del Politecnico <strong>di</strong> MilanoM a rco Antico e Marco Cucchi.140 LE STRADE 10/2006

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