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Rabbia Virus della - Sezione di Microbiologia

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<strong>Microbiologia</strong> UpdateFigura I-2. Microfotografia (100.000 x) <strong>di</strong> untipico virione a proiettile dei rabdovirus.Genoma. Il genoma è costituito da un singolofilamento <strong>di</strong> circa 11kb con una regione leader <strong>di</strong>circa 50 nt all’estremità 3’ e una regione "nontradotta"<strong>di</strong> circa 60 all’estremità 5’ dell’RNAv, cheè a polarità negativa, quin<strong>di</strong> non è infettivo e nonfunziona da messagero. Come nei Paramyxovirus,c’è un segnale conservato <strong>di</strong> poliadenilazione allafine <strong>di</strong> ciascun gene and una breve regioneintergenica tra ciascuno dei 5 geni.Il genoma del virus <strong>della</strong> rabbia co<strong>di</strong>fica per 5<strong>di</strong>verse proteine (ciascuna naturalmente innumero <strong>di</strong> copie <strong>di</strong>verse) rappresentate rispettivamenteda:• glicoproteina G, che costituisce l’unità basedei peplomeri ed è in grado <strong>di</strong> agglutinare iglobuli rossi,• proteina N, costituente del capside,• proteine M1 e M2, proteine <strong>della</strong> matrice,• polimerasi L, (RNA-polimerasi RNA-<strong>di</strong>pendente)associata al virione,• fosfoproteina NS, associata al nucleocapside.La maggior parte delle conoscenze sono stateottenute da stu<strong>di</strong> fatti sul <strong>Virus</strong> <strong>della</strong> StomatiteVescicolare (Vesicular Stomatitis <strong>Virus</strong> = VSV), cheè molto simile al virus <strong>della</strong> <strong>Rabbia</strong>.REPLICAZIONE.La trasmissione varia a seconda del virus/ospite,ma nella maggior parte dei casi avviene percontatto <strong>di</strong>retto (es. un morso <strong>di</strong> animale). C’è unlungo periodo <strong>di</strong> incubazione in vivo, ma questonon correla con la cinetica <strong>della</strong> replicazione incolture cellulari. Le spine <strong>di</strong> proteina G si leganoal recettore presente sulla superficie <strong>della</strong> cellulaospite ed il virus entra nella cellula per endocitosie fusione con le membrane <strong>della</strong> vescicola (inmodo simile ai Paramyxovirus), me<strong>di</strong>ata dallaproteina G.Il recettore per i Rhabdovirus non è noto, ma siritiene che sia un fosfolipide. La replicazioneavviene nel citoplasma ed entrambe la proteine Le NS, che non sono attive singolarmente, sononecessarie per la trascrizione. Sono trascritti 5OE VarnierRNAm monocistronici, con il capping all’estremità5’ e la poliadenilazione al 3’; ognuno dei qualicontiene la sequenza leader del 3’ dell’RNAvall’estremità 5’. Questi RNAm sono prodottime<strong>di</strong>ante trascrizione sequenziale <strong>della</strong> ORF delgenoma virale, ma non è noto se sono prodottiin<strong>di</strong>vidualmente oppure se sono processati da ununico trascritto. L’RNAv progenie viene prodottoda un interme<strong>di</strong>o a polarità positiva (+) con unameccanismo non ancora noto. Il genoma vienereplicato dal complesso L+NS con attività polimerasica(come nella trascrizione), con l’intervento<strong>di</strong> fattori cellulari sconosciuti.È una caratteristica dei Rhabdovirus che questieventi abbiano luogo in aree delimitate delcitoplasma ("fattorie virali"), che sono in<strong>di</strong>viduabiliquali corpi d’inclusione citoplasmatici:corpi perinucleari <strong>di</strong> Negri. I virioni sono assemblatiattorno al core nucleoproteico strettamenteavvolto e gemmano sia dalle membrane citoplasmatichee sia dalla membrana esterna cellulareacquisendo le proteine M e G.Antigeni. Tutte le proteine virali sono dotate <strong>di</strong>potere antigene, ma solo gli anticorpi antiglicoproteina G sono in grado <strong>di</strong> neutralizzarel’infettività dei virioni.Sensibilità agli agenti fisici e chimici. Il virione,come la maggior parte dei virus con pericapside, èrelativamente labile; sopravvive a +4º C persettimane, ma viene inattivato dalla CO2 erapidamente ucciso dalle ra<strong>di</strong>azione ultraviolette,luce del sole, calore, solventi dei lipi<strong>di</strong> e tripsina.PATOGENESI E PATOLOGIAClinica. La trasmissione del virus dall’animaleinfetto all’uomo è me<strong>di</strong>ata dalla saliva che passaattraverso ferite e abrasioni <strong>della</strong> cute in seguito amorsi per mezzo dei quali entra <strong>di</strong>rettamente nelcircolo sanguigno. Si sono registrati casi <strong>di</strong>infezione dopo trapianto <strong>di</strong> cornea e <strong>di</strong> infezioneper via aerea, ad esempio in grotte abitate dapipistrelli, nelle quali sono presenti micro gocce <strong>di</strong>saliva <strong>di</strong> questi animali.L’estrema variabilità del periodo <strong>di</strong> incubazione(da un minimo <strong>di</strong> 10 giorni ad un massimo<strong>di</strong> 1 anno con valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> 3-8 settimane) èda porre in relazione al sito ed alla <strong>di</strong>mensionedell’inoculo (es. testa/collo vs mano/piede). Nelleprime tre-quattro settimane dopo l’ingresso delvirus, il soggetto infettato presenta esclusivamentei sintomi correlati alla morsicatura. In questoperiodo il rabdovirus compie la prima replicazionenel tessuto muscolare o connettivo e migra lungole guaine dei nervi periferici verso il SNC. Giuntoin queste regioni il virus si replica e producelesioni gravissime tipiche dell’encefalite rabica,una forma acuta <strong>di</strong> tale patologia. Il decorso <strong>della</strong>malattia è sud<strong>di</strong>visibile in quattro fasi:1. fase prodomica;2. fase sensoriale;3. periodo <strong>di</strong> eccitabilità;4. fase <strong>di</strong> paralisi.2

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