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Introduzione ai composti del carbonio - Dipartimento di Chimica

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<strong>Introduzione</strong> <strong>ai</strong> <strong>composti</strong> <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>1. Il significato <strong>di</strong> chimica organica2. L'atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>3. Gli idrocarburiContenuto1.1 Il significato <strong>di</strong> chimica organicaIn passato, i <strong>composti</strong> chimici erano sud<strong>di</strong>visi in due gran<strong>di</strong> gruppi, inorganicie organici, in base alla loro origine. Con il termine organico si in<strong>di</strong>cavano lesostanze prodotte dagli organismi viventi, mentre si classificavano comeinorganiche tutte le altre.Già dalla fine <strong>del</strong> Settecento, le tecniche analitiche avevano mostrato che lesostanze definite organiche contenevano sempre <strong>carbonio</strong> e idrogeno (e spessoossigeno, azoto e fosforo) ed erano caratterizzate da una <strong>di</strong>screta complessità<strong>di</strong> composizione e da particolari proprietà, quale ad esempio la combustibilità.Si riteneva tuttavia che i <strong>composti</strong> organici sottostessero a leggi <strong>di</strong>verse daquelle <strong>del</strong>la chimica inorganica e, soprattutto, che fossero prodottiesclusivamente sotto l'influenza <strong>del</strong>la cosiddetta forza vitale e che quin<strong>di</strong> nonpotessero essere preparati artificialmente.Nella prima metà <strong>del</strong>l'Ottocento, il susseguirsi <strong>del</strong>le prime sintesi artificiali <strong>di</strong><strong>composti</strong> considerati <strong>di</strong> esclusiva origine animale (la prima <strong>di</strong> esse fustoricamente quella <strong>del</strong>l'urea) fece cadere la <strong>di</strong>stinzione fra le due classi, che fututtavia mantenuta pur perdendo il significato originale. La chimica organica<strong>di</strong>veniva così la chimica dei <strong>composti</strong> <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>, definizione che ètuttora valida.Il mantenimento <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stinzione era ed è giustificato dal fatto che tutti icosiddetti <strong>composti</strong> organici contengono il <strong>carbonio</strong>, che i <strong>composti</strong> <strong>del</strong><strong>carbonio</strong> sono molto più numerosi (alcuni milioni) dei <strong>composti</strong> <strong>di</strong> tutti gli altrielementi messi insieme e che il <strong>carbonio</strong> ha reattività e caratteristiche <strong>del</strong> tuttoparticolari, in virtù <strong>del</strong>la sua configurazione elettronica.1


stearico, adoperò degli aci<strong>di</strong> simili ad esso, ma non ottenuti d<strong>ai</strong> grassi naturali.Riscaldando questi aci<strong>di</strong> con il glicerolo, ottenne <strong>del</strong>le sostanze molto simili <strong>ai</strong>grassi comuni, ma non <strong>del</strong> tutto identiche a qualunque grasso <strong>del</strong> quale siconoscesse l'esistenza in natura. Nonostante la semplicità o, se si vuole, labanalità dei meto<strong>di</strong> usati - il lettore avrà notato che si trattava sempre <strong>di</strong>riscaldare insieme le sostanze -, orm<strong>ai</strong> la strada era tracciata. Il chimicopoteva spingersi più avanti, preparando <strong>composti</strong> simili <strong>ai</strong> <strong>composti</strong> organici intutte le loro proprietà, ma <strong>di</strong>versi da qualsiasi composto organicoeffettivamente prodotto da tessuti viventi. Verso la metà <strong>del</strong>l'800, era orm<strong>ai</strong>definitivamente superata la <strong>di</strong>visione tra <strong>composti</strong> organici e <strong>composti</strong>inorganici, basata sull'attività dei tessuti viventi. Esistevano infatti <strong>composti</strong>organici che non erano m<strong>ai</strong> stati prodotti da alcun organismo. Tuttavia la<strong>di</strong>visione era utile, perché tra le due categorie rimanevano ancora <strong>del</strong>le<strong>di</strong>fferenze importanti. Queste <strong>di</strong>fferenze erano talmente importanti che latecnica <strong>del</strong> chimico organico sembrava completamente <strong>di</strong>versa da quella <strong>del</strong>chimico inorganico. Risultava sempre più evidente che la <strong>di</strong>fferenza consistevanella struttura chimica; sembrava infatti <strong>di</strong> avere a che fare con due tipi <strong>di</strong>molecole completamente <strong>di</strong>versi. Quasi tutte le sostanze inorganiche note <strong>ai</strong>chimici <strong>del</strong> <strong>di</strong>ciannovesimo secolo possedevano molecole piccole, costituite daun numero <strong>di</strong> atomi che andava da due a otto. Esistevano ben poche molecoleinorganiche importanti che arrivassero a do<strong>di</strong>ci atomi. Anche le sostanzeorganiche più semplici possedevano molecole <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci atomi o più; spessoarrivavano a <strong>di</strong>verse dozzine. In quanto alle sostanze come l'amido e leproteine, esse possedevano molecole letteralmente giganti, i cui atomi sicontavano a migli<strong>ai</strong>a e perfino a centin<strong>ai</strong>a <strong>di</strong> migli<strong>ai</strong>a.Nello stesso tempo <strong>di</strong>ventava sempre più degno <strong>di</strong> nota il fatto che tutte lesostanze organiche, senza eccezione, contenessero, nelle rispettive molecole,uno o più atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>. Quasi tutte contenevano anche atomi <strong>di</strong> idrogeno.Il chimico tedesco Friedrich August Kekulé von Stradonitz (1829-86),generalmente noto con il solo nome <strong>di</strong> Kekulé, prese una decisione logica: inun libro <strong>di</strong> testo pubblicato nel 1861, definì la chimica organica semplicementecome "lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>composti</strong> <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>". Questa definizione è stataaccettata quasi universalmente.4


1.2 L'atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> : il concetto <strong>di</strong> ibridazioneIl <strong>carbonio</strong> ha configurazione elettronica 1s 2 2s 2 2p 2 e sembrerebbe pertanto<strong>di</strong>valente, avendo solo due elettroni sp<strong>ai</strong>ati negli orbitali p.Configurazione elettronica <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> nello stato fondamentaleIn realtà, tranne pochissime eccezioni (ad esempio CO), il <strong>carbonio</strong> formasempre quattro legami. Affinché ciò sia possibile, occorre che siano coinvoltitutti e quattro gli elettroni <strong>del</strong>lo strato esterno e cioè che tutti e quattro sianosp<strong>ai</strong>ati, in modo da poter essere accoppiati ciascuno con un elettrone <strong>di</strong> unaltro atomo. Questa con<strong>di</strong>zione si può realizzare promuovendo un elettronedall'orbitale 2s nell'orbitale 2p vuoto (eccitazione), così da assumere unaconfigurazione elettronica esterna <strong>di</strong> tipo: 2s 2p 3 .Configurazione elettronica <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> nello stato eccitatoOvviamente, questa operazione richiede una spesa <strong>di</strong> energia (circa 96kcal/mole), ma tale energia è ampiamente compensata dalla possibilità <strong>di</strong>formare due ulteriori legami. Ad esempio, l'energia <strong>di</strong> un legame C-H è circa100 kcal/mole.BOX DI APPROFONDIMENTOL'ipotesi <strong>del</strong>l'eccitazione <strong>del</strong>l'atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> ne giustifica la tetravalenza, manon è ancora sufficiente a spiegare l'osservazione sperimentale che i quattrolegami <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> in <strong>composti</strong> come gli alcani (gli idrocarburi saturi, <strong>di</strong> cui ilmetano, CH 4 , è il primo termine) siano tutti equivalenti. Infatti, in base allasemplice eccitazione <strong>del</strong>l'atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> con la promozione <strong>di</strong> un elettrone<strong>del</strong>l'orbitale 2s al 2p vuoto, ci si aspetterebbe che uno dei legami <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>avesse caratteristiche <strong>di</strong>verse da quelle degli altri tre. Ad esempio, nel caso <strong>di</strong>quattro legami con altrettanti atomi <strong>di</strong> idrogeno, tre legami C-H (quelli checoinvolgono gli elettroni 2p) dovrebbero trovarsi a 90° tra loro, mentre ilquarto legame (quello che coinvolge l'elettrone 2s) si dovrebbe <strong>di</strong>sporre il piùlontano possibile dagli altri tre, senza una orientazione ben precisa. La teoria<strong>del</strong>l'ibridazione propone un mo<strong>del</strong>lo in grado <strong>di</strong> spiegare le osservazionisperimentali <strong>di</strong> "perfetta" equivalenza dei quattro legami <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> neglialcani. In termini semplicistici, l'ibridazione può essere concepita come una5


sorta <strong>di</strong> "rimescolamento" dei quattro orbitali atomici, s e p "puri", <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>a formare quattro nuovi orbitali <strong>di</strong> legame, detti ibri<strong>di</strong> sp 3 , tutti equivalenti. Perillustrare questo concetto, il prof. Rapi ricorre all'esempio, molto calzanteanche in termini <strong>di</strong> meccanica ondulatoria, dei colori che si fondono per dareun nuovo colore, <strong>di</strong>verso d<strong>ai</strong> colori <strong>di</strong> partenza, così come giallo e blu sicombinano per dare il verde. In realtà, l'ibridazione degli orbitali atomici è uncomplesso proce<strong>di</strong>mento matematico che, nel caso <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong>, consiste nelcombinare le funzioni d'onda (Ψ) <strong>del</strong>l'orbitale 2s e degli orbitali p. Il risultato èuna nuova funzione d'onda totale, il cui quadrato, analogamente alle funzionid'onda degli orbitali atomici, ci dà la probabilità <strong>di</strong> trovare l'elettrone in unadeterminata regione <strong>del</strong>lo spazio, e quin<strong>di</strong> la "forma" <strong>del</strong>l'orbitale. In sintesi, siottengono quattro orbitali atomici ibri<strong>di</strong> con proprietà (energia e geometria)<strong>di</strong>verse da quelle degli O.A. <strong>di</strong> partenza, ma tutti equivalenti fra loro, ciascunodei quali assomma per un quarto le caratteristiche <strong>del</strong>l'orbitale s e per trequarti quelle degli orbitali p. Nel rispetto <strong>del</strong>la regola che vuole che gli orbitalisi <strong>di</strong>spongano nello spazio alla massima <strong>di</strong>stanza l'uno dall'altro perminimizzare la repulsione elettrostatica fra le nubi elettroniche, gli orbitali ibri<strong>di</strong>sp 3 si orientano secondo una geometria tetraedrica, ovvero formando angoli<strong>di</strong> 109° 28' fra <strong>di</strong> loro.Orientazione spaziale tetraedrica degli orbitali ibri<strong>di</strong> sp3La forma <strong>di</strong> un orbitale ibrido sp 3 è analoga a quella <strong>di</strong> un orbitale p, ma le<strong>di</strong>mensioni dei due lobi sono molto <strong>di</strong>verse. Ciò <strong>di</strong>pende dal fatto che lungo unadeterminata <strong>di</strong>rezione i segni <strong>del</strong>le funzioni d'onda degli orbitali s e p sonoentrambi positivi e <strong>di</strong> conseguenza in questa <strong>di</strong>rezione le Ψ si sommano,dando origine all'ampio lobo "positivo". Nella <strong>di</strong>rezione opposta, le Ψ sonoinvece <strong>di</strong> segno contrario e quin<strong>di</strong> si sottraggono, formando il piccolo lobo"negativo".Formazione <strong>di</strong> un orbitale ibrido sp3. I segni + e - in<strong>di</strong>cano il segno <strong>del</strong>le Ψ e non cariche elettriche6


La particolare geometria degli orbitali ibri<strong>di</strong> sp 3 è ideale per la formazione <strong>di</strong>legami covalenti ottimali. Infatti, il legame che risulta dalla combinazione <strong>di</strong> unelettrone sp 3 e, ad esempio, l'elettrone 1s <strong>del</strong>l'idrogeno è un legamefortemente concentrato nella regione fra i due nuclei ed è simmetrico rispettoalla linea che li unisce. Questo tipo <strong>di</strong> legame è definito legame σ. È unlegame <strong>di</strong>rezionale e <strong>di</strong> massima sovrapposizione degli orbitali atomicicoinvolti; ha quin<strong>di</strong> simmetria cilindrica lungo l'asse che unisce i due nucleidegli atomi legati.Legame sigma <strong>carbonio</strong>-idrogenoSi tenga infine ben presente che gli orbitali ibri<strong>di</strong> non esistono nell'atomoisolato, ma solo quando questo forma legami covalenti.La situazione che abbiamo appena descritto - l'ibridazionesp 3 - caratterizza gli ALCANI, gli idrocarburi in cui il<strong>carbonio</strong> forma quattro legami <strong>di</strong> tipo σ, <strong>di</strong>sposti nello spaziocon geometria tetraedrica. Il composto più semplice <strong>di</strong>questa famiglia è il metano, CH 4 , che è anche il piùsemplice dei <strong>composti</strong> organici. Nell'immagine a fianco èrappresentata la struttura 3D <strong>del</strong>la molecola <strong>del</strong> metano.L'ibridazione sp 3 non è tuttavia l'unica possibilità <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> <strong>di</strong> ibridare i suoiquattro orbitali atomici. Oltre a questa, ve ne sono altri due tipi: l'ibridazionesp 2 e l'ibridazione sp.Nell' ibridazione sp 2 , vengono ibridati l'orbitale 2s esolo due orbitali 2p, in modo da formare tre orbitaliibri<strong>di</strong> equivalenti, che si <strong>di</strong>spongono su un piano conangoli <strong>di</strong> 120° l'uno dall'altro. La geometria è quin<strong>di</strong>planare-triangolare. L'orbitale 2p che non partecipaall'ibridazione è <strong>di</strong>sposto perpen<strong>di</strong>colarmente al pianosul quale giacciono gli orbitali ibri<strong>di</strong>.Si tenga presente che nella rappresentazione degliibri<strong>di</strong> sp 2 riportata a fianco, abbiamo supposto chel'orbitale che non ha partecipato all'ibridazione sia il2py, ma avrebbe potuto essere uno qualsiasi dei treorbitali 2p. I tre orbitali ibri<strong>di</strong> complanari formanolegami σ, mentre l'orbitale 2p non ibridato forma uncosiddetto legame π con un orbitale 2p <strong>di</strong> un altroatomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> con la stessa ibridazione.7


L'ibridazione sp 2 si incontra nei <strong>composti</strong> che contengono un doppio legameC-C. Il doppio legame è quin<strong>di</strong> costituito da un forte legame σ tra due orbitaliibri<strong>di</strong> sp 2 , e da un legame più debole, π, che si forma dalla sovrapposizione"laterale" <strong>di</strong> due orbitali puri 2p non ibridati. Tra gli idrocarburi, il doppiolegame C-C caratterizza la classe degli ALCHENI. L'etene, C 2 H 4 , è il primotermine <strong>di</strong> questa serie.Doppio legame C-Cnell'EteneLegame π nella molecola<strong>del</strong>l'EteneAffinché possa realizzarsi il legame π, gli orbitali p coinvolti devono essereparalleli fra loro: solo in queste con<strong>di</strong>zioni, infatti, la sovrapposizione fra i dueorbitali è massima. Ogni deviazione da questa reciproca orientazione riduce ilgrado <strong>di</strong> sovrapposizione, che <strong>di</strong>venta nulla quando gli orbitali p sono <strong>di</strong>sposti a90° l'uno rispetto all'altro. Per questo motivo, lungo l'asse <strong>di</strong> un doppio legamenon si può avere libera rotazione, che è invece possibile attorno al legamesemplice σ. L'energia <strong>del</strong> legame π è circa 60 kcal/mole e questo valorecorrisponde alla barriera energetica che si oppone alla rotazione intorno aldoppio legame. Viceversa, essendo il legame σ un legame a simmetria assiale,non vi sono motivi che impe<strong>di</strong>scano la rotazione intorno all'asse <strong>di</strong> legame:comunque sia "ruotato", il legame σ mantiene la stessa sovrapposizione degliorbitali impegnati nel legame. Nel caso <strong>del</strong> legame σ, la barriera energetica chesi oppone alla rotazione è abbondantemente inferiore (3-6 kcal/mole) e<strong>di</strong>pende principalmente da fattori sterici strutturali che esamineremo inseguito. In sintesi, il doppio legame C-C rappresenta un punto <strong>di</strong> "rigi<strong>di</strong>tà"<strong>del</strong>la molecola, che ha numerose implicazioni sulle proprietà chimico-fisiche<strong>del</strong>la molecola stessa.Nel caso, infine, <strong>del</strong>l' ibridazione sp, solo l'orbitale2s e un orbitale 2p (2px nell'esempio a fianco) sonoibridati, generando 2 orbitali ibri<strong>di</strong> equivalenti,orientati in <strong>di</strong>rezioni opposte lungo una linea retta. Idue rimanenti orbitali 2p puri (2py e 2pynell'esempio) si <strong>di</strong>spongono ortogonalmente all'assedegli ibri<strong>di</strong> sp e ortogonalmente l'uno rispettoall'altro. Questo tipo <strong>di</strong> ibridazione si incontra negliALCHINI, gli idrocarburi caratterizzati dal triplolegame C-C. Gli ibri<strong>di</strong> sp formano due legami σ, unodei quali con un orbitale ibrido sp <strong>di</strong> un altro atomo<strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>; ciascuno dei due orbitali 2p puri form<strong>ai</strong>nvece un legame <strong>di</strong> tipo π con il corrispondenteorbitale 2p puro <strong>del</strong>l'altro atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>. Il triplolegame è quin<strong>di</strong> costituto da un legame σ e duelegami π. La sua geometria è pertanto lineare, conangoli <strong>di</strong> 180°.I due atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> impegnati neltriplo legamePer motivi <strong>di</strong> chiarezza, gli ibri<strong>di</strong> sp nonsono rappresentati8


Energie e <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> alcuni legami tipici <strong>del</strong>la chimica organicaLegame Energia Distanza Legame Energia(Kcal/mole) (Å) (Kcal/mole)C - H 99 1.12 C = N 147C - C 83 1.53 C - N(triplolegame)207C = C 145 1.34 C - Cl 78C = C (benzene)1.40Cl - Cl 58C − C (triplo legame)192 1.21H - Cl 102C - O 80 1.43 C - S 65C = O 166 1.20 O - H 111C - N 68 1.47 H - H 103Scissione <strong>del</strong> legameLe reazioni <strong>del</strong>la chimica organica implicano normalmente la rottura <strong>di</strong> legami ela formazione <strong>di</strong> nuovi. Poiché il legame è sempre formato da una coppia <strong>di</strong>elettroni con<strong>di</strong>visa da due atomi (A:B), esso può scindersi essenzialmente indue mo<strong>di</strong>:1) OMOLITICO o RADICALICO. In questo caso, ciascun atomo si "prende" unelettrone (A:B → A• + B•) e si originano dei ra<strong>di</strong>cali. Le reazioni checomportano questo tipo <strong>di</strong> scissione si <strong>di</strong>cono ra<strong>di</strong>caliche; sono piuttostoviolente, esplosive, e spesso procedono con un meccanismo "a catena" poiché ira<strong>di</strong>cali, per la presenza <strong>del</strong>l'elettrone sp<strong>ai</strong>ato, sono molto reattivi ed hanno untempo <strong>di</strong> vita molto breve. La formazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali è un processo che richiedeuna certa energia: è favorita dal calore e d<strong>ai</strong> raggi U.V. Molto <strong>di</strong>fficile insolventi polari, avviene più rapidamente in solventi apolari. La rottura omoliticaè tipica <strong>del</strong> legame σ.2) ETEROLITICO o IONICO. In questo tipo <strong>di</strong> scissione il doppietto è presointeramente da uno dei due atomi e si formano quin<strong>di</strong> un anione e un catione(A:B → A: - + B + ). La rottura eterolitica è frequente nei legami π, oppurequando vi sia una certa <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> elettronegatività tra i due atomi legati. Gliioni che si formano sono anch'essi piuttosto reattivi, ma hanno una vita me<strong>di</strong>a9


più lunga dei ra<strong>di</strong>cali. La maggioranza <strong>del</strong>le reazioni organiche procedeattraverso meccanismi "ionici"; le reazioni ra<strong>di</strong>caliche sono per lo più limitateagli alcani o a reazioni <strong>di</strong> polimerizzazione.1.3 Gli idrocarburi : classificazioneCome suggerisce il nome, gli idrocarburi sono i <strong>composti</strong> <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> conl'idrogeno. Sono le molecole <strong>di</strong> base <strong>del</strong>la chimica organica poiché, oltre adessere molto numerosi, tutti gli altri <strong>composti</strong> si possono considerare comederivati da essi per sostituzione <strong>di</strong> un atomo <strong>di</strong> idrogeno con un cosiddettogruppo funzionale, quel gruppo chimico, cioè, che conferisce al compostoproprietà caratteristiche, <strong>di</strong>verse da quelle <strong>del</strong>l'idrocarburo <strong>di</strong> origine.Gli idrocarburi, come <strong>del</strong> resto tutti i <strong>composti</strong> organici, possono esseresud<strong>di</strong>visi in tre gran<strong>di</strong> gruppi:• Alifatici e Aliciclici• Aromatici• EterocicliciIl primo gruppo comprende i <strong>composti</strong> alifatici (dal greco αλειφαρ: olio,grasso), sinonimo <strong>di</strong> <strong>composti</strong> a catena aperta, o aciclici, e gli aliciclici, ociclici, <strong>composti</strong> chiusi ad anello, con proprietà relativamente simili aglialifatici. Gli idrocarburi alifatici possono essere ulteriormente sud<strong>di</strong>visi in variesottoclassi.Gli aromatici sono <strong>composti</strong> caratterizzati da proprietà chimiche <strong>del</strong> tuttoparticolari che, come vedremo in seguito, ne fanno un gruppo omogeneo,completamente <strong>di</strong>stinto dagli altri idrocarburi. Gli aromatici in senso strettosono gli idrocarburi che contengono almeno un anello benzenico.Gli eterocicli, infine, sono <strong>composti</strong> ciclici, contenenti nell'anello atomi <strong>di</strong>versidal <strong>carbonio</strong>. Al limite, possono esserci eterocicli che non contengono nessunatomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>.10


Gli idrocarburi saturi (Alcani) sono caratterizzati da una certa inerzia chimica. Iltermine alternativo <strong>di</strong> PARAFFINE (dal latino parum affinis) deriva appunto dalfatto che questi <strong>composti</strong> hanno scarsa tendenza a reagire, perfino con aci<strong>di</strong> ebasi forti. Quando reagiscono danno principalmente reazioni <strong>di</strong> sostituzione.Le reazioni caratteristiche degli idrocarburi insaturi sono invece reazioni <strong>di</strong>ad<strong>di</strong>zione, le quali tendono a portare la molecola alla con<strong>di</strong>zione satura <strong>di</strong>ibridazione sp 3 .11


1. Generalità2. Nomenclatura IUPAC3. Proprietà fisiche4. Proprietà chimiche5. Reazioni caratteristiche6. Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> preparazioneIdrocarburi saturi: AlcaniContenutoGeneralitàIl primo termine <strong>del</strong>la serie degli alcani è il metano (CH 4 ); seguono etano(C 2 H 6 ), propano (C 3 H 8 ) e butano (C 4 H 10 ).etano propano butanoI termini successivi vengono chiamati genericamente n-ano (dove n = penta,esa, epta, otta, ecc.)A partire dal butano si incontra negli alcani il fenomeno <strong>del</strong>la isomeria. Si h<strong>ai</strong>someria quando due molecole che hanno la stessa formula bruta, hannostruttura <strong>di</strong>versa.Il butano ha due isomeri: il normalbutano (n-butano) e l'isobutano(o 2-metilpropano).Si definisce "normale" la struttura lineare, mentre si parla <strong>di</strong> forme "iso"quando la catena è ramificata, e più precisamente quando, comunque siconsideri la molecola, la massima lunghezza è sempre la stessa. Lo studenteverifichi che, in pratica, gli isoalcani hanno sempre un metile laterale legato alsecondo <strong>carbonio</strong> <strong>del</strong>la catena normale.12


Nomenclatura IUPAC degli AlcaniSono elencate <strong>di</strong> seguito alcune <strong>del</strong>le regole principali, definite dalla IUPAC(International Union of Pure and Applied Chemistry) per la nomenclatura deglialcani:1. Si sceglie come struttura base la catena più lunga possibile.2. Si considera il composto come derivato da questa struttura per sostituzionedegli atomi <strong>di</strong> idrogeno con gruppi alchilici.[Si <strong>di</strong>cono alchilici quei gruppi che contengono un idrogeno in meno <strong>del</strong> relativoalcano. Il nome <strong>di</strong> questi gruppi si ottiene semplicemente sostituendo con -ile ilsuffisso -ano <strong>del</strong>l'alcano corrispondente: CH 3 -, metile; CH 3 -CH 2 -, etile; CH 3 -CH 2 -CH 2 -, propile; ecc.]3. Si numerano gli atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> <strong>del</strong>la catena principale cominciandodall'estremità che permette <strong>di</strong> usare i numeri più bassi per in<strong>di</strong>care isostituenti.4. Se lo stesso gruppo compare più <strong>di</strong> una volta come catena laterale, siaggiunge il prefisso <strong>di</strong>-, tri-, tetra-, ecc.5. Se vi sono gruppi alchilici <strong>di</strong>versi legati alla catena principale si elencano inor<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza crescente (prima i metili, poi gli etili, i propili, i butili,ecc.).Classificazione degli atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>È spesso utile classificare un atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> <strong>di</strong> un alcano in base al numero<strong>di</strong> altri atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> a cui è legato. Un atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> potrà quin<strong>di</strong>essere detto: primario, secondario, terziario o quaternario, a seconda cheleghi uno, due, tre o quattro altri atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>.13


Proprietà fisiche degli alcaniLa molecola degli alcani è apolare in quanto comprende solo legamicovalenti, <strong>di</strong>sposti in modo <strong>del</strong> tutto simmetrico. Le attrazioni intermolecolarisono dunque dovute a deboli forze <strong>di</strong> Van der Waals, tanto più forti quantopiù grande è la molecola. Per questo motivo, il punto <strong>di</strong> fusione ed il punto <strong>di</strong>ebollizione sono piuttosto bassi ed aumentano con le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>lamolecola. I primi quattro termini <strong>del</strong>la serie sono infatti gassosi a temperaturaambiente. Inoltre si può osservare che gli isomeri ramificati hanno punto <strong>di</strong>ebollizione più basso <strong>del</strong>l'isomero a catena lineare. Gli alcani non sono solubiliin acqua, mentre lo sono in solventi apolari, quali benzene, cloroformio, etere,ecc.Reazioni degli alcaniGli alcani sono inerti verso la maggior parte dei reagenti e danno solo pochereazioni che avvengono in con<strong>di</strong>zioni drastiche, con produzione <strong>di</strong> miscele <strong>di</strong>prodotti. Oltre che nell'acqua, sono insolubili in aci<strong>di</strong> e basi <strong>di</strong>luiti e nell'acidosolforico concentrato, mentre la maggior parte <strong>del</strong>le sostanze organiche siscioglie in almeno uno <strong>di</strong> questi solventi.Poiché in essi sono presenti legami covalenti pressoché omopolari, non sipossono avere reazioni <strong>di</strong> tipo ionico. Gli alcani danno, invece, reazionira<strong>di</strong>caliche, esplosive se l'alcano è <strong>di</strong> basso peso molecolare. Solo unaparticella altamente reattiva (come un atomo o un ra<strong>di</strong>cale libero) è infatti ingrado <strong>di</strong> rompere un legame C-H o C-C <strong>del</strong>l'alcano. Il processo che richiedecon<strong>di</strong>zioni drastiche è la formazione <strong>del</strong>la particella reattiva.Le reazioni caratteristiche degli alcani sono:1. Alogenazione2. Ossidazione1 Alogenazione14


Meccanismo <strong>di</strong> reazione1. Per azione <strong>del</strong>la luce U.V. (o <strong>del</strong>la temperatura: 250°-400°) il Cl 2 o il Br 2 siscindono in ra<strong>di</strong>cali Cl• o Br•, estremamente reattivi.2. Un ra<strong>di</strong>cale alogeno strappa un H all'alcano, che forma un ra<strong>di</strong>calealchilico, R•3. Questo, a sua volta, strappa un atomo <strong>di</strong> alogeno da una molecola <strong>di</strong>alogeno per formare l'alogenuro alchilico, R:XLa catena <strong>di</strong> reazioni può interrompersi per uno dei seguenti eventi:X• + X• → X 2R• + R• → R:RR• + X• → R:XLa reazione (2), che è il passaggio <strong>di</strong>fficile, controlla la velocità <strong>di</strong> tutta lareazione. La formazione <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale alchilico è in realtà <strong>di</strong>fficile ma, unavolta formatosi, il ra<strong>di</strong>cale si trasforma rapidamente in alogenuro alchilico.2 OssidazioneNella chimica organica è importante tener presente che:Un atomo <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> si ossida tanto più facilmente, quanto più il suogrado <strong>di</strong> ossidazione è elevato. Il legame preferenziale perl'ossidazione è il legame C - H.Gli alcani si ossidano quin<strong>di</strong> piuttosto <strong>di</strong>fficilmente e, quando lo fanno, vannoautomaticamente al massimo grado <strong>di</strong> ossidazione (CO 2 ):15


La combustione totale fino a H 2 O e CO 2 è una proprietà caratteristica dei<strong>composti</strong> organici; viene anzi spesso usata per la determinazione <strong>del</strong> contenuto<strong>di</strong> C e H in una sostanza organica. Altrimenti l'ossidazione per combustione nonha altra importanza che per la produzione <strong>di</strong> calore: la combustione degliidrocarburi produce infatti notevoli quantità <strong>di</strong> calore (ad esempio, il "calore <strong>di</strong>combustione" <strong>del</strong> metano è <strong>di</strong> 213 kcal/mole).Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> preparazione degli alcani1. Idrogenazione degli alcheni2. Reazione <strong>di</strong> Wurtz3. Riduzione <strong>di</strong> alogenuri alchilicia) Me<strong>di</strong>ante reattivi <strong>del</strong> Grignardb) Riduzione con metalli4. Distillazione frazionata dei petroli (solo per alcani inferiori: da C 1 a C 5 )1 Reazione <strong>di</strong> WurtzQuesta sintesi serve solo per preparare alcani simmetrici a numero pari <strong>di</strong>atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>.2RX + 2Na → R - R + 2NaXEsempi:2CH 3 Br + 2Na→CH 3 - CH 3 + 2NaBr2CH 3 - CH 2 - Cl + 2Na →CH 3 - CH 2 - CH 2 - CH 3 + 2NaBr16


2 Riduzione <strong>di</strong> alogenuri con metalliQuesta reazione si fa in ambiente acido e comporta semplicemente lasostituzione <strong>di</strong> un atomo <strong>di</strong> alogeno con un atomo <strong>di</strong> idrogeno:RX + Zn + H + → RH + Zn 2+ + X -Si tratta <strong>di</strong> una reazione <strong>di</strong> ossidoriduzione, in cui il C che lega l'alogeno siriduce e il metallo si ossida.Oppure, analogamente alla reazione <strong>di</strong> Wurtz, si può sfruttare lo Zn metallicoper strappare l'alogeno all'alogenuro e si ottengono così due ra<strong>di</strong>cali che silegano per dare un alcano, anche in questo caso simmetrico e con numero pari<strong>di</strong> atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> (reazione <strong>di</strong> Frankland):2RX + Zn → R - R + ZnX 217


Cap. 3 Idrocarburi insaturi: AlcheniContenuto1. Generalità2. Isomeria cis-trans3. Ad<strong>di</strong>zione elettrofila4. Reazioni <strong>di</strong> ossidazione5. Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> preparazione3.1 GeneralitàGli alcheni sono gli idrocarburi caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> un doppiolegame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong>.Il suffisso <strong>di</strong>stintivo <strong>del</strong>la serie è -ene: il primo termine è l'Etene, o etilene, cuiseguono Propene (C 3 H 6 ) e Butene (C 4 H 8 ).etene propene buteneÈ importante ricordare il nome <strong>di</strong> due gruppi alchenilici, vinile (CH 2 = CH -) eallile (CH 2 = CH - CH 2 -):Questi termini, non ricavati dal nome <strong>del</strong>l'alchene corrispondente, sono nomicorrenti, accettati dalla IUPAC, e sono spesso usati nella nomenclatura <strong>di</strong> alcunialcheni-derivati.18


Il doppio legame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong> è formato da un forte legame σ (energia <strong>di</strong>legame ca. 83 kcal/mole), derivante dalla sovrapposizione <strong>di</strong> due orbitali sp 2dei due atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> e da un debole legame π (energia <strong>di</strong> legame ca. 62kcal/mole), dato dalla parziale sovrapposizione dei due orbitali p non ibridati.Il doppio legame è quin<strong>di</strong> più forte <strong>di</strong> un legame semplice (145 contro 83kcal/mole) e la <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> legame risulta inferiore (1,34 contro 1,53 Å). Anchela lunghezza <strong>del</strong> legame C-H nell'etene è minore <strong>di</strong> quella nell'etano (1.09contro 1.12 Å); <strong>di</strong> conseguenza nell'etene l'energia <strong>del</strong> legame C-H è maggiore<strong>di</strong> quella nell'etano. Questo è spiegato dal fatto che nell'etene il legame C-H è<strong>di</strong> tipo sp 2 -s, mentre nell'etano è <strong>di</strong> tipo sp 3 -s: cioè nell'etene ha un maggiorcarattere "s" (ed un minor carattere "p" ) che nell'etano. L'orbitale s è moltopiù vicino al nucleo <strong>di</strong> un orbitale p e quin<strong>di</strong>, aumentando il carattere "s",<strong>di</strong>minuisce la <strong>di</strong>mensione reale <strong>del</strong>l'orbitale ibrido e con essa la lunghezza <strong>del</strong>legame che si forma con un altro atomo.3.2 Isomeria geometricaA partire dal butene si incontra il fenomeno <strong>del</strong>l'isomeria negli alcheni.A seconda <strong>del</strong>la posizione <strong>del</strong> doppio legame, il butene può esistere come 1-butene o 2-butene; il 2-butene può a sua volta avere tre strutture <strong>di</strong>verse:I 2-buteni sopra illustrati non sono semplicemente isomeri, ma sonostereoisomeri. Si definiscono infatti così quegli isomeri che <strong>di</strong>fferisconosoltanto per la <strong>di</strong>sposizione nello spazio degli atomi. Più precisamente sono<strong>di</strong>astereoisomeri perché non sono l'uno l'immagine speculare <strong>del</strong>l'altro (nonsono enantiomeri). Se osserviamo bene, possiamo notare che la loro isomeriaè dovuta alla mancanza <strong>di</strong> rotazione attorno al doppio legame <strong>carbonio</strong><strong>carbonio</strong>.Questo tipo <strong>di</strong> isomeria si definisce isomeria geometrica (o isomeriacis-trans) e quin<strong>di</strong> i 2-buteni sono isomeri geometrici.19


Il fenomeno <strong>del</strong>la isomeria geometrica si ritrova in tutte le classi <strong>di</strong> <strong>composti</strong>che contengono un doppio legame. Tuttavia, l'isomeria geometrica non puòesistere se uno dei due atomi impegnati nel doppio legame è legato a duegruppi uguali:Due <strong>di</strong>astereoisomeri hanno proprietà fisiche <strong>di</strong>verse (punto <strong>di</strong> fusione, punto<strong>di</strong> ebollizione, densità, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione <strong>di</strong>versi).Due <strong>di</strong>astereoisomeri hanno proprietà chimiche simili ma non uguali (adesempio, reagiscono con un dato reagente con velocità <strong>di</strong>verse).I cis-alcheni hanno un leggero momento polare, che è invece zero nei transalcheni:per questo motivo, l'isomero cis ha un p.e. un po' più alto <strong>del</strong>l'isomerotrans.3.3 Ad<strong>di</strong>zione elettrofilaPer il fatto <strong>di</strong> possedre un doppio legame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong>, gli alcheni sonomolto reattivi e danno reazioni tipiche <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione, che portano allaformazione <strong>di</strong> <strong>composti</strong> saturi.La reazione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione è quella reazione in cui il reagente vienesemplicemente sommato alla molecola; questo tipo <strong>di</strong> reazione èevidentemente limitato <strong>ai</strong> <strong>composti</strong> contenenti atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong> legati dalegami multipli.Gli elettroni π esercitano nel legame un'azione molto minore degli elettroni σ einoltre si trovano ad una <strong>di</strong>stanza maggiore dal nucleo: sono quin<strong>di</strong> menosaldamente legati e perciò più <strong>di</strong>sponibili per un reattivo alla ricerca <strong>di</strong>elettroni. Il doppio legame risulta, in definitiva, una sorgente <strong>di</strong> elettroni;agisce cioè come una base <strong>di</strong> Lewis. È ovvio quin<strong>di</strong> che tenda a reagire con<strong>composti</strong> (aci<strong>di</strong> <strong>di</strong> Lewis) che sono alla ricerca <strong>di</strong> elettroni (elettrofili). Lareazione tipica degli alcheni è l'ad<strong>di</strong>zione elettrofila, l'ad<strong>di</strong>zione cioè <strong>di</strong>reagenti aci<strong>di</strong>. La reazione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione al doppio legame è un esempio <strong>di</strong>reazione che procede con rottura eterolitica <strong>del</strong> legame.20


Le reazioni <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione tipiche degli alcheni sono:3.3.1. Ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> alogeniSi usa Cl 2 o Br 2 ; lo io<strong>di</strong>o generalmente non reagisce. Questa reazione avvienebene in solventi apolari e a temperatura ambiente o più bassa; è bene evitaretemperature più alte e l'esposizione alla luce U.V. per possibili reazioni <strong>di</strong>sostituzione.3.3.2 Ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> alogenidriciIl meccanismo è <strong>del</strong> tutto analogo al precedente.3.3.3 Ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> acqua o idratazioneGli alcheni sono inerti rispetto all'acqua pura: la <strong>di</strong>ssociazione in H 3 O + e OH - èinfatti troppo piccola per poter dar luogo a reazioni elettrofile. Se inveceoperiamo in ambiente acido, avviene la reazione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione con formazione <strong>di</strong>un alcol, secondo il solito meccanismo.C'è solo da notare che nel secondo passaggio si ha l'ad<strong>di</strong>zione al carbocatione<strong>di</strong> un'intera molecola <strong>di</strong> H 2 O (evidentemente non <strong>di</strong> OH - dato che siamo inambiente acido) e successivamente l'eliminazione <strong>di</strong> un H + (che va aricostituire l'ambiente) da parte <strong>del</strong>l'ossigeno <strong>di</strong>venuto temporaneamentepositivo.21


Meccanismo <strong>del</strong>l'ad<strong>di</strong>zione elettrofilaIl meccanismo <strong>del</strong>la reazione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione elettrofila è qui esemplificato perl'ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un alogeno.Poiché il doppio legame è sorgente <strong>di</strong> elettroni, è logicopensare che ci sia un primo passaggio in cui l'addendoagisce come reagente elettrofilo, in cui cioè si comportacome un acido, legandosi come ione positivo e dandoluogo alla formazione <strong>di</strong> un carbocatione.Mentre ciò è facilmente comprensibile nel caso <strong>di</strong> unreattivo polare quale un acido alogenidrico o l'acquastessa, più <strong>di</strong>fficile è spiegare come possa esserestrappato un alogenione positivo da una molecolaapolare come quella <strong>di</strong> un alogeno. In realtà, man manoche la molecola <strong>di</strong> alogeno si avvicina al doppio legame,questo induce in essa una polarizzazione in modo che,per effetto elettrostatico, l'atomo più vicino al doppiolegame vede respinto dalla parte opposta il doppietto <strong>di</strong>legame e si carica positivamente, mentre l'altro atomo,su cui si addossa il doppietto, assume una caricaparzialmente negativa. L'atomo <strong>di</strong> alogeno resoparzialmente positivo <strong>di</strong>viene un reattivo elettrofilo (unacido <strong>di</strong> Lewis) ed è fortemente attratto dal doppiolegame. Si spezza il legame alogeno-alogeno e siformano uno ione bromonio ciclico interme<strong>di</strong>o e unalogenione negativo. L'esistenza <strong>di</strong> un effettivo cationeinterme<strong>di</strong>o parrebbe confermata dal fatto che questareazione dà sempre l'ad<strong>di</strong>zione trans (è cioèstereospecifica). Infatti, il Br + impe<strong>di</strong>rebbe l'attacco daparte <strong>del</strong> Br - dal lato a cui si trova legato e quin<strong>di</strong>l'attacco sarebbe possibile solo dalla parte opposta,dando luogo ad una forma trans.Una prova <strong>del</strong>la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questo meccanismo è costituita dal fatto che, seeffettivamente si forma un carbocatione tipo quello ipotizzato, questo potràreagire non solo col bromoione, ma anche con qualsiasi altro anioneeventualmente presente, come Cl - , I - , NO - 3 , H 2 O, etc. Infatti, se si mette l'etene in unasoluzione <strong>di</strong> NaCl, non accade nulla, se invece si introduce il bromo, si possonoformare vari <strong>composti</strong>, tutti contenenti il Br più Cl, OH o altro Br:22


Regola <strong>di</strong> MarkovnikovFinora abbiamo tacitamente considerato il caso <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zioni a molecolesimmetriche, situazioni in cui era in<strong>di</strong>fferente la posizione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione<strong>del</strong>l'elettrofilo. Nel caso <strong>del</strong>l'ad<strong>di</strong>zione ad un termine superiore all'etene,contenente quin<strong>di</strong> almeno un ra<strong>di</strong>cale alchilico, l'alchene possiede già unapolarizzazione, dovuta all'effetto induttivo, elettrondonatore (elettronrespingente),<strong>del</strong> ra<strong>di</strong>cale alchilico:In tal caso, l' H + (o l'addendo positivo) si lega al carbanione, mentre l'addendonegativo (o la base) si lega al carbocatione.Così, dalla reazione, si ottiene esclusivamentePossiamo quin<strong>di</strong> enunciare la seguente regola, nota come regola <strong>di</strong>Markovnikov:Nell'ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un acido ad un doppio legame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong>,l'idrogeno si lega al <strong>carbonio</strong> che ha già il maggior numero <strong>di</strong> idrogenilegati a sé.La regola <strong>di</strong> Markovnikov trova spiegazione logica considerando la scala <strong>di</strong>stabilità dei carbocationi. Analogamente alla classificazione degli atomi <strong>di</strong><strong>carbonio</strong>, un carbocatione può essere primario, secondario o terziario, aseconda che leghi uno, due o tre altri atomi <strong>di</strong> <strong>carbonio</strong>:La stabilità dei carbocationi in or<strong>di</strong>ne decrescente può essere or<strong>di</strong>nata comesegue: 3° > 2° > 1° > CH 3 + . La spiegazione <strong>di</strong> ciò è da ricercare nella capacitàdei gruppi alchilici (elettrondonatori) <strong>di</strong> "<strong>di</strong>sperdere" la carica positiva <strong>del</strong>carbocatione. Più sono i gruppi alchilici e maggiormente "<strong>di</strong>spersa" è la caricapositiva <strong>del</strong> <strong>carbonio</strong> e più stabile è quin<strong>di</strong> il carbocatione.La regola <strong>di</strong> Markovnikov può essere così generalizzata: L'ad<strong>di</strong>zione elettrofilaad un doppio legame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong> implica la formazione interme<strong>di</strong>a <strong>del</strong>carbocatione più stabile e cioè <strong>del</strong>l'or<strong>di</strong>ne maggiore possibile.23


3.4 Reazioni <strong>di</strong> ossidazionea) Reazioni con permanganatoÈ una ossidrilazione <strong>del</strong>l'alchene che può essere usata per la produzione <strong>di</strong>glicoli (alcoli biossidrilati). Può anche essere usata come prova analitica (saggio<strong>di</strong> Baeyer) per riconoscere gli alcani dagli alcheni. Infatti il permanganato, cheè violetto, si decolora riducendosi nella reazione con l'alchene:Purtroppo questo avviene anche con alchini, con aldei<strong>di</strong> o con altri <strong>composti</strong>facilmente ossidabili e quin<strong>di</strong> non è una prova da considerarsi sufficiente perpoter <strong>di</strong>re che ciò che ha reagito è sicuramente un alchene.b) OzonolisiÈ una reazione <strong>di</strong> scissione in cui il doppio legame viene completamentespezzato con formazione <strong>di</strong> due molecole più piccole. L'ozono è un reattivomolto forte ed è capace <strong>di</strong> impegnare non solo gli elettroni π ma anche i σ <strong>del</strong>doppio legame.La reazione avviene in due passaggi:1) L'ozono si somma al doppio legame <strong>carbonio</strong>-<strong>carbonio</strong> per formarel'ozonuro:24


2) Per successiva idrolisi si ottengono aldei<strong>di</strong> e chetoni come prodotti <strong>di</strong>scissione:Si introduce in genere un agente riducente (es. Zinco) per impe<strong>di</strong>re laformazione <strong>di</strong> H 2 O 2 che, reagendo con l'aldeide, darebbe un acido carbossilico.c) Reazione con perossiaci<strong>di</strong>Trattando un alchene con un perossiacido (ad esempio, acido perossiacetico) siottiene un epossido.Gli epossi<strong>di</strong> sono <strong>composti</strong> estremamente reattivi. Devono la loro alta reattivitàall'anello triatomico il quale, essendo in forte tensione (ve<strong>di</strong> § 6.5; 6.6), tendead aprirsi facilmente.Il più semplice degli epossi<strong>di</strong>, senza dubbio il più importante, è l'ossido <strong>di</strong>etilene che può essere preparato semplicemente per ossidazione con O 2 a250°, in presenza <strong>di</strong> un catalizzatore (Ag).25

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